Sede ufficiale: VIA PAOLI, 15, 56126 PISA
Email: gabriele.gattiglia@unipi.it
Telefono: 050 2215228
Sito web: www.mappalab.eu
Studiare all’Unipi: corsi, iscrizioni e servizi per ogni fase del percorso accademico, dall’orientamento alle opportunità post-laurea
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Con la nostra ricerca, espandiamo la frontiera della conoscenza e prepariamo persone pronte a contribuire al futuro della società
Valorizziamo la conoscenza in un rapporto aperto con le imprese e la società per la crescita culturale, sociale ed economica del Paese
Promuoviamo la diffusione del sapere e sosteniamo le trasformazioni sociali, partecipando al progresso della comunità e del territorio
L’identità di Unipi: la sua storia, i valori che la guidano e la visione del futuro, tra tradizione, innovazione e impegno per la comunità
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Struttura: Dipartimento di Civilta' e Forme del Sapere
Settore scientifico-disciplinare: Metodologie della Ricerca Archeologica ARCH-01/G
Modalità: Il ricevimento avverrà sia in presenza, sia per via telematica con modalità da concordare via mail.
Luogo: Studio S03.06 Via dei Mille 19 3° piano Pisa
Orario: Giovedì h. 12.00 - 14.00
I miei interessi di ricerca si collocano all’incrocio tra archeologia digitale, metodologia della ricerca archeologica e archeologia del mondo contemporaneo. La mia attività scientifica è orientata all’innovazione, all’adozione critica delle tecnologie e a una costante riflessione metodologica che mette al centro il ruolo dell’archeologia nella società odierna.
Sin dagli inizi ho lavorato sull’integrazione tra dati archeologici, strumenti digitali e modelli analitici. Ho coordinato e partecipato a numerosi progetti di respiro internazionale (come MAPPA, ArchAIDE, MAGOH, AUTOMATA) che affrontano la gestione, l’analisi e la disseminazione dei dati archeologici attraverso strategie open data, algoritmi di intelligenza artificiale, modelli predittivi e sistemi informativi geografici. Mi interessa la datificazione dell’archeologia non come mero esercizio tecnico, ma come mezzo per produrre strumenti aperti e riflessivi, capaci di alimentare interpretazioni critiche.
Una parte significativa della mia ricerca è dedicata all’archeologia dell’abbandono e del paesaggio contemporaneo. I progetti condotti sulle Apuane versiliesi e a Lampedusa riflettono l’attenzione per le marginalità, per le pratiche di resistenza locale e per le modalità con cui i luoghi abbandonati diventano archivi di memoria e chiavi di lettura politica del territorio. In questi contesti, l’archeologia si confronta con la montagna abbandonata, con ecologie relitte e con le tracce in movimento delle migrazioni contemporanee.
In parallelo, mi interesso al potenziale epistemologico dell’intelligenza artificiale in archeologia, promuovendo un uso critico, situato e trasparente degli strumenti computazionali. In qualità di Chair della COST Action MAIA – Managing Artificial Intelligence in Archaeology – coordino una rete europea interdisciplinare che esplora le implicazioni scientifiche, etiche e operative dell’uso dell’AI nella disciplina.
Un altro asse fondamentale del mio lavoro riguarda la dimensione pubblica e partecipativa dell’archeologia. Attraverso l’impegno nell’associazione ArcheoFOSS e nella promozione di dati aperti, software liberi e pratiche collaborative, cerco di contribuire a un’archeologia più aperta, equa e responsabile. Penso che il futuro della disciplina debba orientarsi verso una visione post-digitale, capace di coniugare tecnologia, politica del dato e responsabilità sociale.
In sintesi, la mia ricerca connette approcci computazionali e sensibilità etnografica, archeometria e filosofia della tecnologia, azione territoriale e riflessione teorica, nel tentativo continuo di ridefinire cosa significhi fare ricerca archeologica oggi.