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Dopo il successo riscontrato nella primavera del 2016 con un affluenza complessiva di 1200 persone, torna all'Università di Pisa il ciclo di lezioni di architettura Genesis, organizzato da studenti e professori del corso di laurea in Ingegneria Edile Architettura. Tra marzo e maggio, tre incontri con tre studi di fama internazionale indagheranno sul processo creativo che porta alla definizione del progetto in architettura. 

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La prima conferenza, organizzata in stretta collaborazione con la Fondazione Italia-Giappone, è in programma per venerdì 3 marzo alle ore 16 e ospiterà Sou Fujimoto, uno tra i più noti architetti giapponesi. Seguirà, venerdì 21 aprile, un incontro con lo studio italiano TAMassociati, particolarmente attivo nei campi dell’architettura sostenibile e della conduzione di processi partecipativi e didattici, a servizio di istituzioni pubbliche e di organizzazioni no-profit . Il ciclo di conferenze si chiuderà venerdì 12 maggio con una lezione dell’architetto spagnolo Elisa Valero Ramos, professore ordinario presso l’Università di Granada.

Gli incontri, aperti a tutti, si svolgeranno presso il Polo Carmignani, in Piazza dei Cavalieri e garantiranno 2 crediti formativi professionali agli architetti, previa autocertificazione. La riuscita del ciclo di conferenze è legata a una serie di solide collaborazioni che proseguono anche quest’anno; per questo si ringraziano le aziende, gli enti e le istituzioni che, interessandosi al progetto, lo hanno reso possibile.
Per maggiori informazioni si invita a visitare il sito: www.genesislectures.com

Il comitato scientifico è formato da: Prof. Arch. Luca Lanini, Prof. Ing. Marco Giorgio Bevilacqua, Ing. Arch. Fabio Candido, Brunello Favilla, Lorenzo Ciancarini. Il comitato organizzatore è formato da: Brunello Favilla, Lorenzo Ciancarini, Paola Pulella, Valentino Tagliaboschi.

Sponsor principali sono: Marmi Carrara, Franchi Umberto Marmi, Kayser Italia. Altri sponsor sono Dr Plot Pisa, Montacchiello cittadella dell’innovazione. In collaborazione con Fondazione Italia-Giappone, 120g, Ordine degli Architetti di Pisa, Associazione LP e con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Pisa, DESTeC dell’Università di Pisa.

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L’Università di Pisa è fra i primi atenei italiani a sottoscrivere un protocollo d’intesa con l’Agenzia del Demanio per le attività volte alla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico grazie all’impiego del Building Information Modeling (BIM), la metodologia innovativa per la filiera delle costruzioni, divenuta da alcuni anni una priorità strategica per il nostro Paese, che consente un notevole risparmio di costi e tempi di realizzazione rispetto a qualunque altro metodo tradizionale.

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La presentazione dell'accordo è avvenuta nell'ambito del convegno "Il Building Information Modeling in Italia e la cultura delle costruzioni", che si è tenuto venerdì 24 febbraio nell'Aula Magna di Ingegneria dell'Ateneo pisano.

All'incontro sono intervenuti il rettore Paolo Mancarella, il direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, e il direttore del dipartimento di Ingegneria dell’energia dei sistemi del territorio e delle costruzioni (DESTEC), Umberto Desideri. Erano inoltre presenti il vicepresidente nazionale della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA), Andrea di Benedetto, il direttore di APES, Giorgio Federici, e il professor Paolo Fiamma, uno dei primi studiosi italiani del metodo del BIM e coordinatore dell'omonimo master di secondo livello dell’Università di Pisa. All'iniziativa ha preso parte anche l'onorevole Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati, che era già intervenuto a Pisa lo scorso luglio per la presentazione della prima edizione del master già citato.

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Il BIM è un metodo di modellazione delle informazioni per un manufatto basato su un modello 3D orientato a oggetti, che permette alle diverse figure impegnate nelle diverse fasi del processo-prodotto di interagire contemporaneamente, garantendo una maggiore qualità dell'intervento e ottimizzando il controllo e lo sviluppo delle risorse utilizzate. Adottato da molto tempo negli Stati Uniti e più recentemente anche in alcuni Paesi del Nord Europa, il BIM è divenuto negli ultimi due anni il catalizzatore degli interessi del mondo delle costruzioni, in seguito alla normativa emanata dal Parlamento Europeo sulla necessità della sua adozione per il settore dei lavori pubblici.

È dunque di importanza strategica per il nostro Paese la collaborazione fra le diverse amministrazioni, che a breve dovranno bandire procedure di appalto utilizzando le nuove metodiche, e tra queste e il mondo della ricerca nel settore, in grado di offrire una formazione adeguata e critica. “La ricerca scientifica non è solo una primogenitura ideativa ed attuativa del BIM, ma anche culturale ed etica - ha affermato il professor Paolo Fiamma - Per poter arrivare a un’adozione consapevole del BIM, anche in Italia, è fondamentale che più soggetti siano in grado di proporre sinergie a livello di sistema per indirizzare l’innovazione a vantaggio di tutti. Il BIM, applicato correttamente, ha già dimostrato ovunque i suoi oggettivi vantaggi anche come nuova efficace risorsa per aumentare la qualità e il controllo della spesa pubblica".

Il protocollo di collaborazione tra l’Agenzia del Demanio e l'Università di Pisa, che segue accordi analoghi già definiti con il Politecnico di Milano, l’Università di Roma "La Sapienza" e di Napoli "Federico II", mira alla sperimentazione del metodo e delle tecnologie per la gestione del patrimonio immobiliare pubblico, rappresentando un ambito di ricerca e di attività strategico per il rilancio complessivo del settore. A seguito di questa firma, Pisa e la Toscana - grazie anche alla sinergia tra diversi soggetti presenti del territorio - si pongono come uno dei centri di sperimentazione delle nuove tecnologie a livello nazionale, documentando l’importanza di un’innovazione per la filiera che possa essere accolta e sviluppata nel tessuto delle imprese e degli enti pubblici. Il BIM è insomma un’occasione da non perdere per ottenere maggiore razionalizzazione della spesa, trasparenza e aumento di produttività del settore delle costruzioni.

Ne hanno parlato:
toscana24.ilsole24ore.com
Nazione Pisa
Pisatoday.it
Pisainformaflash.it
quinewspisa.it
gonews.it
agenziademanio.it
pisanamente.it
Tirreno Pisa (23/02)

Si chiama fog computing ed è un nuovo paradigma tecnologico che promette di essere un’evoluzione del cloud, utile soprattutto per il mondo dell’Internet of Things. Come funziona? Se oggi la “nuvola” è l’ambiente più usato per gestire le applicazioni a distanza, la “nebbia” offre il vantaggio di supportare meglio le nuove applicazioni informatiche nel nostro mondo connesso, come autoveicoli a guida autonoma, sistemi di monitoraggio remoto dei pazienti, droni per le consegne a domicilio, illuminazione adattiva di strade e abitazioni. Tutto ciò sfruttando un’infrastruttura di calcolo pervasiva che si comporrà di elaboratori ad hoc, router e dispositivi personali come gli smartphone.

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Al dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, con il progetto “Through the Fog” coordinato dal professor Antonio Brogi, i ricercatori hanno studiato e approfondito questo paradigma emergente arrivando a sviluppare due prototipi software che contribuiscono direttamente all’avanzamento dello stato dell’arte per quanto riguarda il fog. Il primo si chiama “FogTorchPi”, ed è uno strumento in grado di stimare con tecniche probabilistiche l’affidabilità e il consumo di risorse di un’applicazione installata su un sistema fog; l’altro è “IoX”, un sistema di scambio messaggi multi-piattaforma che consente ai dispositivi fog di interagire con sensori e attuatori connessi a Internet.

«“Through the Fog” è un progetto di ricerca di base, iniziato a novembre 2015 e interamente finanziato dall’Ateneo pisano al fine di promuovere la collaborazione tra gruppi di ricerca all’interno del dipartimento di Informatica per studiare e approfondire il paradigma emergente del fog computing – spiega il prof. Brogi – Con oltre 50 pubblicazioni scientifiche all’attivo, i due prototipi open-source e la partecipazione al consorzio di standardizzazione OpenFog, il nostro progetto ha raggiunto con successo il suo scopo».

“Through the Fog” si conclude con il workshop di venerdì 24 febbraio, a cui partecipano personalità di spicco provenienti dal mondo accademico, come Maria Gorlatova dall’Università di Princeton, Paul Grefen da TU Eindhoven, Massimo Villari dall’Università di Messina e Valeria Cardellini dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, e da quello dell’industria, tra cui Angelo Corsaro di Prismtech e Simone Mangiante di Vodafone. «Con progetti come questo, il dipartimento di Informatica continua a essere una realtà all’avanguardia nel nostro Ateneo, pronta a collaborare e fare ricerca su temi applicativi emergenti che miglioreranno la qualità della nostra vita già dal prossimo futuro», commenta il professor Gian-Luigi Ferrari, direttore del dipartimento.

In foto alcuni membri del gruppo di ricerca. Da sinistra: Stefano Forti (dottorando), Ahmad Ibrahim (post-doc), il prof. Antonio Brogi (coordinatore), Davide Neri (dottorando).

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Ne hanno parlato:
AskaNews 
TGcom24
silicon.it
gonews.it 
Nazione Pisa 
InToscana.it

VQR orizzontaleÈ stata presentata martedì 21 febbraio la seconda Valutazione della Ricerca (VQR) realizzata dall'ANVUR, che ha analizzato la produzione scientifica delle università italiane nel periodo 2011-2014.

Nella valutazione, che ha tenuto conto sia dell’area scientifica di riferimento dei prodotti esaminati che della classe dimensionale degli istituti, l’Università di Pisa si è collocata al primo posto nell'area scientifica 1 “Scienze matematiche e informatiche”, davanti a Padova e Roma La Sapienza, e al secondo posto nell'area scientifica 9 “Ingegneria industriale e dell'informazione”.

L'Ateneo pisano si è piazzato inoltre al quarto posto nell'area scientifica 10 “Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche”, nell’area scientifica 11b “Scienze psicologiche” e nell'area scientifica 14 “Scienze politiche e sociali”. Complessivamente, ben 11 aree scientifiche delle 16 valutate dall’ANVUR risultano nella top ten delle relative classi dimensionali.

matematica

Altro dato importante riguarda le politiche di reclutamento, dove i prodotti scientifici presentati dagli addetti assunti o promossi nel quadriennio hanno portato l'Università di Pisa in prima posizione nell'area scientifica 5 “Scienze biologiche” e a buone prestazioni in diverse altre aree.

"I risultati di questa seconda VQR - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - hanno mostrato un trend di leggero miglioramento rispetto alla precedente. L'analisi di tali dati sarà molto utile per avere un quadro complessivo e dettagliato del sistema della ricerca dell'Ateneo, in rapporto al contesto nazionale. Nello stesso tempo, i risultati potranno aiutare nella programmazione di politiche volte all’ulteriore valorizzazione delle aree che si sono mostrate più solide, ma anche alla crescita di quelle aree che appaiono ad oggi meno competitive".

Si riporta di seguito il comunicato generale prodotto dall'ANVUR, dal titolo "Nel confronto internazionale cresce la produzione scientifica dell'università italiana, ha un maggiore impatto ed è più produttiva".

 

Camminare è un'attività umana fondamentale, un atto antico e naturale e tuttavia non privo di difficoltà e pericoli dovuti ai motivi più diversi. A far luce con una ricerca del tutto originale sul tema della sicurezza pedonale sono stati due ingegneri, Elvezia Maria Cepolina e Alessandro Marradi, e una storica, Denise Ulivieri, dell’Università di Pisa. I risultati dello studio, finanziato nell’ambito dei Progetti di Ateneo 2015, sono stati appena pubblicati sull’«International Journal of Sustainable Development and Planning».

foto storiche di Volterra
“Il semplice camminare all’aperto negli spazi pubblici, almeno fino alla prima metà del 18° secolo, era spesso molto disagevole - spiega Denise Ulivieri - utilizzare questi luoghi con facilità e libertà dipendeva, ad esempio, dal sesso o dalla classe sociale, basta pensare alle differenze stilistiche e tipologiche tra scarpe da uomo e da donna, senza dimenticare la condizione delle strade, spesso sporche o fangose, o il tipo di pavimentazione, fattori così importanti da essere minuziosamente regolamentati nei centri urbani sin dal Medioevo”.

Dopo una prima rassegna storica sulle leggi in materia di costruzione e manutenzione delle strade e sulla mobilità pedonale, fogge di scarpe incluse, lo studio ingegneristico ha quindi analizzato gli aspetti di sicurezza in termini di scivolosità e attrito sia in condizioni di asciutto e bagnato. Come banco di prova i ricercatori hanno utilizzato la “panchina”, cioè la tipica pavimentazione del centro storico di Volterra, sulla quale sono stati testati i materiali storicamente utilizzati per le scarpe o per il trasporto, come legno di abete e di noce, pelle, ferro e gomma.

Gli esperimenti, condotti nei laboratorio dell'Università di Pisa, hanno mostrato che il legno, con cui ad esempio erano fatti un tempo gli zoccoli, è il materiale che garantisce meno aderenza e che, in tutti i casi, le pietre “subbiate”, cioè in linea con le norme storiche di manutenzione stradale, garantiscono una migliore resistenza allo scivolamento.

“Anche i dati empirici suggeriscono che per garantire una mobilità sicura nei centri storici è molto importante controllare i cambiamenti della macrorugosità superficiale della pavimentazione - concludono Elvezia Maria Cepolina e Alessandro Marradi – monitoraggi che oggi è possibile eseguire con strumenti avanzati come laser e telecamere a scansione lineare”.
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Immagine: Foto storiche del centro storico di Volterra, Biblioteca Guarnacci di Volterra.

 

È stato inaugurato oggi allo European Gravitational Observatory l’interferometro gravitazionale di seconda generazione Advanced Virgo, di cui l’Italia con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) è tra i fondatori. Al progetto Virgo partecipano anche ricercatori del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa. Advanced Virgo ha ultimato la fase di costruzione ed è entrato nella fase di tuning-up, in cui sta calibrando e mettendo a punto tutti i suoi strumenti. Nei prossimi mesi sarà pronto a unirsi ai due interferometri statunitensi LIGO: comincerà il primo ciclo di presa dati per fare fisica nel nuovo campo dell’astronomia gravitazionale, aperto un anno fa dalla scoperta delle onde gravitazionali.

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Advanced Virgo è il progetto di potenziamento dell’interferometro Virgo con l’obiettivo di migliorarne la sensibilità di un fattore 10 e, di conseguenza, consentire l’esplorazione di un volume di cosmo 1000 volte maggiore che in precedenza. Dopo 5 anni di lavoro (dal 2012 al 2016) e un investimento di 23,8 milioni di euro, come da previsione di budget, di cui 21,8 finanziati al 50% dall’INFN e dall’altro istituto fondatore, il francese Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), e 2 milioni dall’olandese Nikhef, Advanced Virgo ha previsto modifiche dell’apparato di ottica con specchi qualità ancora più elevata, un’elettronica nuova e più potente, un sofisticato sistema di compensazioni delle aberrazioni, un ulteriore sistema di isolamento sismico potenziato, sistemi di smorzamento della luce diffusa e un miglioramento del sistema di vuoto. Ora, nella sua configurazione Advanced, Virgo sarà in grado di guardare gli ultimi istanti di vita di una coppia di stelle compatte, come le stelle di neutroni, o di buchi neri che ruotano l’uno attorno all’altro sempre più vicini fino a fondersi in un unico oggetto più massivo, come è accaduto nel caso della prima rivelazione delle onde gravitazionali da parte dei due interferometri statunitensi LIGO, il 14 settembre 2015.

virgo payloadLa storia di Virgo inizia concettualmente alla metà degli anni '80, per iniziare a concretizzarsi poi alla metà degli anni '90, grazie alla fermezza visionaria dei due padri fondatori, Adalberto Giazotto e Alain Brillet, in un progetto finanziato da Italia e Francia. Nel 2000, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e il Centre Nationale de la Recherche Scientifique (CNRS) fondano, infatti, il consorzio italo-francese EGO, European Gravitational Observatory, che ha permesso la costruzione dell'infrastruttura e la realizzazione dell'interferometro Virgo. Nel corso degli anni, i successi scientifici e tecnologici raggiunti dal progetto Virgo sono stati così significativi da attrarre nella collaborazione Virgo gli scienziati di altri 4 Paesi europei: così oggi alla collaborazione Virgo, oltre a INFN e CNRS, partecipano Nikhef (Olanda), Polgraw-Polish Academy of Science (Polonia), Wigner Institute (Ungheria) e Universitat de València (Spagna). “In queste imprese scientifiche una proficua collaborazione tra tutti gli attori è essenziale tanto quanto la qualità degli strumenti che uno va a costruire”, dice Francesco Fidecaro, ordinario di Fisica, che ha rivestito il ruolo di spokesperson della collaborazione Virgo e direttore scientifico di EGO. “Occorre individuare un ruolo utile per ciascuno, appagante e che venga debitamente riconosciuto. Per vincere la sfida scientifica che ci siamo posti sono necessarie le idee e il lavoro di tutti.”

Nel 2007, le collaborazioni scientifiche LIGO (cui fanno capo i due interferometri americani) e Virgo hanno sottoscritto un accordo che prevede la condivisione e lo scambio di soluzioni tecnologiche, il coordinamento nelle campagne di presa dati e la condivisione e l'analisi congiunta dei dati. LIGO e Virgo lavorano quindi come se fossero un'unica collaborazione scientifica globale.

Questa collaborazione è fondamentale, anche perché avere più interferometri attivi in contemporanea permette di risalire alla direzione di provenienza dell'onda gravitazione, e quindi di identificarne la sorgente. Per questo motivo gli interferometri gravitazionali lavorano in rete e operano come se fossero un unico grande esperimento, distribuito in varie parti del pianeta. Oltre ai due LIGO negli Stati Uniti e Virgo in Italia, è in fase di realizzazione l'interferometro KAGRA, in Giappone, che entrerà in funzione nel 2019.

“La scoperta delle onde gravitazionali ha permesso di aprire una nuova finestra sull’Universo”, commenta Massimiliano Razzano, ricercatore a tempo determinato al dipartimento di Fisica, “lo studio del cosmo è stato sempre condotto con telescopi capaci di osservare vari tipi di luce, dalle onde radio alla luce visibile fino ai raggi gamma. Ora possiamo rivelare le onde gravitazionali, un nuovo importante “messaggero cosmico” che insieme alla luce ci permetterà di studiare l’Universo in una prospettiva più completa”

La sfida scientifica e tecnologica rappresentata dalla scoperta e lo studio delle onde gravitazionali vede la scuola di fisica pisana in prima linea. Molti infatti sono i fisici partecipanti alla ricerca che si sono laureati presso il nostro Ateneo e che ora ricoprono incarichi di responsabilità importanti nell’esperimento Virgo, e qualcuno invece nella collaborazione LIGO. Il Dipartimento di Fisica e la Sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno dato un forte contribuito alla realizzazione di Advanced Virgo e i loro ricercatori si apprestano a raccogliere i dati delle prossime osservazioni.

Contatti

Francesco Fidecaro
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Tel: 050-2214909

Massimiliano Razzano
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Tel: 050-2214400

 

copertina libroIl libro "Accademia delle Belle Arti di Firenze. Scultura 1784-1915", appena pubblicato dalla Pisa University Press, nasce dall’esigenza di ricostruire la storia dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e di mettere finalmente in luce il suo prestigioso patrimonio artistico, oggi ospitato, in gran parte, in vari musei cittadini. Il volume è frutto di anni di ricerche condotte prevalentemente su fonti archivistiche e letterarie da studiosi di primo piano. Lo presentiamo qui con una prefazione di Luciano Modica, presidente dell'Accademia e già rettore dell'Ateneo.

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Nel 2013 un grande convegno tenuto nell’Accademia di Napoli ha fatto il punto sui patrimoni culturali delle Accademie di Belle Arti in Italia, sul loro valore culturale, artistico, didattico e sulla loro conservazione. In quell’occasione fu lanciato un richiamo affinché ogni Istituto affrontasse consapevolmente la propria identità attraverso un’attività di conoscenza approfondita del proprio patrimonio implementando, al contempo, le azioni per la sua salvaguardia.

E’ anche tenendo conto dei risultati di quel convegno che oggi ho l’onore di presentare questo lavoro attento e fecondo che coordina lo sforzo di indagine storico-artistica che in questi anni è stato condotto nella nostra Accademia. Un lavoro puntuale che si è sviluppato con la piena adesione e consapevolezza degli organi accademici a partire dall’attenta convinzione con il quale il Consiglio di Amministrazione ha appoggiato l’iniziativa, la viva adesione del Collegio dei professori e perfino degli studenti che potranno trovare, in queste pagine, alcune risposte alle domande che sorgono a chiunque viva la nostra Accademia, le nostre aule i nostri corridoi così affollati di opere.

E sono proprio le opere scultoree quelle da cui si è deciso di iniziare questa approfondita ricognizione storico artistica perché la loro rilevanza artistica, numerica e la loro presenza materiale è quella che si impone anche al visitatore che, per caso, entrasse nel nostro istituto ed è il fondamento della collezione di cui il Granduca Pietro Leopoldo volle dotare nel 1784 la riformata Accademia di Belle Arti dalla più antica Accademia del Disegno. Questa storia plurisecolare che è storia di Firenze e che vive, ancor oggi, grazie al quotidiano impegno dei docenti è la stessa che ci deve indurre a proseguire questo cammino di ricerca e conservazione per il quale al curatore di questo volume, assieme agli autori che si sono fatti portavoce di una importante eredità del passato, va il mio sincero plauso.

Luciano Modica
Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

Si è conclusa la valutazione dei progetti presentati in risposta alla quinta call del MIT-UNIPI Project, l'iniziativa che dal 2012 promuove collaborazioni tra gruppi di ricerca dell'Università di Pisa e del Massachusetts Institute of Technology (MIT). Tra le 9 proposte arrivate, sono stati selezionati e finanziati 6 progetti che provengono dalle aree di Ingegneria, Chimica ed Economia, per un finanziamento totale di 90.000 euro. Dall’avvio della collaborazione con Boston sono stati finanziati 38 progetti per un totale di circa 263.000 euro, di cui 90.000 stanziati dalla Cassa di Risparmio di San Miniato che ogni anno offre un suo contributo, grazie a una convenzione firmata nel 2014.

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«La collaborazione con il MIT è ormai un’eccellenza per l’Università di Pisa e il numero di progetti finanziati fino ad oggi conferma il suo successo – ha commentato Lisandro Benedetti-Cecchi, prorettore per la ricerca in ambito europeo e internazionale – Boston offre ai nostri ricercatori l’occasione per lavorare in un ambiente internazionale di primissimo livello e ai ricercatori del MIT l’opportunità di conoscere le ricerche di avanguardia del nostro Ateneo. Il MIT-UNIPI Project è una prova concreta del valore dei nostri ricercatori; abbiamo ricevuto apprezzamenti da parte del MIT e inoltre alcune delle collaborazione avviate, grazie al contributo iniziale del progetto, sono poi proseguite indipendentemente e sono occasione di mobilità fondamentale per i nostri giovani ricercatori. Forti di questa esperienza, è nostra intenzione provare a costruire rapporti di collaborazione di questo tipo anche con altri centri di ricerca di eccellenza a livello mondiale».

I ricercatori che hanno ottenuto il finanziamento sono Stefania Zanforlin del dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni, con il progetto “Hybrid Multi-Scale Turbine-to-Ocean Modelling for Efficient and Sustainable Farms of Vertical-Axis Tidal Turbines”; Angelo Pasini del dipartimento di Ingegneria civile e industriale, con “Dynamic Characterization of POGO Instabilities in Cavitating Turbopumps”; Tarita Biver del dipartimento di Chimica e Chimica industriale, con “Electrochemical and Optical Sensors based on Functional Carbon Nanotubes”; Elisa Giuliani del dipartimento di Economia e Management, con “Global Value Chains and the Socio-Environmental Challenges of Local Development Processes”; Serena Danti del dipartimento di Ingegneria civile e industriale, con “Development of Nanocomposite Piezoelectric Materials for Cochlear Sensory-Neural Stimulation (NANO-SPARKS)”; Federico Baronti del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, con “Physics-based Reduced Order Model of Lithium-Ion Batteries for Enhanced Battery Management”. I progetti di Stefania Zanforlin e di Elisa Giuliani sono stati finanziati con il contributo della Cassa di Risparmio di San Miniato.

Le attività dei progetti, coordinate da un Principal Investigator (PI) della nostra Università e da uno del MIT, si svolgeranno da gennaio 2017 ad agosto 2018. Il contributo dell'Ateneo finanzia le spese di viaggio, vitto e alloggio del gruppo di ricerca pisano che si recherà a Boston. Analogamente il MIT finanzia le spese di viaggio, vitto e alloggio del suo gruppo di ricerca che si recherà a Pisa.

Ne hanno parlato:
InToscana.it
PisaToday.it

juspologo 600x400All’Università di Pisa è nato JUSPOblog, il blog che offre aggiornamenti e informazioni sulle collezioni e i servizi delle biblioteche di Giurisprudenza e di Scienze Politiche con particolare riguardo alle nuove acquisizioni, all’uso delle risorse bibliografiche cartacee ed elettroniche e alla segnalazione di fonti e materiale bibliografico disponibile in linea. Ideato e progettato da Mario Vitalone, responsabile del Polo bibliotecario 2, è curato dall’intero staff del Polo, con la collaborazione del Centro Documentazione e del Gruppo sito web del Sistema Bibliotecario di Ateneo, in particolare, per quanto riguarda l’implementazione del software, da Silvia Berti e Gianfranco Castriotta.

«JUSPOblog rientra in un progetto più ampio che si pone come obiettivo una maggiore visibilità e un miglioramento dei servizi offerti dalle biblioteche di Giurisprudenza e Scienze Politiche del Polo 2 – spiega Mario Vitalone – I blog sono essenzialmente strumenti di comunicazione e JUSPOblog vuole essere un canale attraverso cui raggiungere le varie tipologie di utenza. Un’iniziativa che risponde a quella che è la missione stessa delle biblioteche universitarie: fornire a studenti, ricercatori e docenti il più ampio e completo servizio di accesso ai documenti a supporto dello studio e della ricerca scientifica».

Un altro obiettivo di JUSPOblog è diventare un canale di comunicazione attraverso cui facilitare quel processo di aggregazione delle biblioteche di Polo, attualmente sparse in varie sedi sul territorio, che vedrà la sua realizzazione con il prossimo trasferimento delle collezioni nella sede unificata del Palazzo della Sapienza. «È in questa prospettiva che si è giunti alla decisione di elaborare un marchio unico di Polo (JUSPO) che possa trasmettere una identità visiva, e una maggiore riconoscibilità e senso di appartenenza», conclude Vitalone.

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Nel blog avrà una presenza costante la sezione “Nuovi arrivi” e il Bollettino mensile delle novità. Sarà il modo in cui gli utenti, anche iscrivendosi semplicemente al sito con il proprio indirizzo email, riceveranno notifica nella loro casella di posta delle nuove acquisizioni appena saranno disponibili. Particolare attenzione sarà poi riservata alla segnalazione di fonti e materiale bibliografico ad accesso aperto disponibile in linea e all’uso delle risorse elettroniche. A tale proposito saranno periodicamente pubblicati o segnalati corsi e tutorial per un uso più efficiente di tali risorse e in particolare per le banche dati specializzate nelle discipline di interesse del Polo. Attraverso il blog saranno inoltre diffuse informazioni e novità sui servizi delle biblioteche quali accesso e prestito locale, prestito interbibliotecario e fornitura di documenti, fotoriproduzione e stampa da rete.

A JUSPOblog si arriva da questo indirizzo, oppure attraverso le pagine del Polo all’interno del sito del Sistema Bibliotecario di Ateneo. Per ricevere notifica dei post che vengono pubblicati è sufficiente inserire il proprio indirizzo email nella casella “Seguici via email”. Il blog è aperto al contributo di tutti gli utenti che potranno inviare le loro segnalazioni, suggerimenti o commenti attraverso il modulo presente nella pagina Informazioni e Contatti.

parlament insideSono pubblicati e studiati ora per la prima volta gli atti dei Parlamenti di Sardegna dei viceré Angelo de Vilanova (1518-1523 e 1528) e Martino Cabrero (1530), a cura di Laura Galoppini, ricercatrice di storia all’Università di Pisa. I due volumi (981 pp.) fanno parte della collana Acta Curiarum Regni Sardiniae promossa dal Consiglio Regionale della Sardegna.
L’opera sarà presentata il 20 febbraio 2017 (ore 16) a Cagliari nell’aula del Consiglio Regionale, con apertura dei lavori da parte delle autorità, On. Gianfranco Ganau, Presidente del Consiglio Regionale, e On. Michele Cossa, Presidente del Comitato Scientifico; seguiranno le relazioni del Prof. Angelo Torre, Ordinario di Storia moderna presso l’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, e del Prof. Gian Giacomo Ortu, componente del Comitato Scientifico per la pubblicazione degli atti dei Parlamenti sardi.

Pubblichiamo di seguito una breve presentazione dell'opera a firma di Laura Galoppini

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Il progetto scientifico della collana degli Acta Curiarum Regni Sardiniae prevede la pubblicazione di ventidue Parlamenti dal 1355 al 1699 e degli atti stamentari del 1793-1799. Si tratta di un’operazione culturale di grande importanza, motivata – come si legge sul sito del Consiglio Regionale della Sardegna – dalla consapevolezza che «l'esame del peculiare ruolo che i Parlamenti andarono assumendo in rapporto alla società isolana, in quel corso storico plurisecolare, avrebbe consentito di valutare meglio quanto questo istituto trapiantato da una classe dominante esterna seppe divenire strumento di unità amministrativa e territoriale della Sardegna e organo giuridicamente e politicamente rappresentativo. E avrebbe potuto, più in generale, recuperare dall'oblio una fonte straordinaria per la conoscenza della storia sarda nel più ampio contesto europeo, dell'evoluzione del mondo feudale isolano, dei processi di unificazione nazionale, di fusione etnica».

Con lo scopo di far conoscere questa imponente collana i Parlamenti editi sono anche consultabili sul sito del Consiglio Regionale della Sardegna.

I due Parlamenti sardi convocati dal viceré Vilanova nel 1518 e poi nel 1528 e quello convocato dal suo successore Cabrero nel 1530 si svolgono in un periodo particolarmente tumultuoso: quello che vede salire alla ribalta della storia europea Carlo V d’Asburgo e l’inizio del suo scontro con Francesco I di Francia.

Il Regno di Sardegna, che solo un secolo prima, dopo una lunghissima ed aspra resistenza, era stato definitivamente acquisito e ‘pacificato’ dalla Corona di Aragona ed era pervenuto a Carlo V attraverso l’eredità dinastica della madre Giovanna, si trovava ora a far parte dell’enorme complesso territoriale dell’impero. L’isola divenne anche, fra l’altro, terreno di scontro nella guerra con la lega di Cognac (1528), quando le truppe di quest’ultima ne invasero il nord, e costituì una sorta di antemurale, nelle intenzioni e nei piani di Carlo, da opporre all’espansione del mondo ottomano e alle relative incursioni che partivano dalle coste del nord Africa.
L’edizione non contiene, peraltro, soltanto i verbali inediti dei Parlamenti Vilanova e Cabrero: infatti questi ultimi, talora incompleti e in pessimo stato di conservazione, sono stati ampiamente integrati, attraverso una lunga ricerca, dalle più varie fonti archivistiche sarde e catalane.

Si tratta di un lavoro fondamentale per la storia politica, istituzionale, sociale ed economica della Sardegna nel quadro dell’Europa mediterranea fra autunno del Medioevo e albori dell’età moderna.

Laura Galoppini

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