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Le profonde modifiche nel sistema produttivo legate a Industria 4.0 faranno emergere la necessità di disporre di nuove competenze e di figure professionali oggi scarsamente presenti, e per molti aspetti del tutto assenti, nel mercato del lavoro, richiedendo soprattutto un nuovo modo di lavorare integrato e interconnesso tra le varie specializzazioni aziendali. Consapevoli che nell'attuale scenario sarà fondamentale consolidare il rapporto tra realtà accademiche e mondo dell'industria, l'Università di Pisa e l’Unione Industriale Pisana hanno sottoscritto una convenzione che ha lo scopo di favorire la collaborazione nell'ambito dei reciproci programmi di formazione.

La firma della convenzione è avvenuta in Rettorato, mercoledì 29 marzo, tra il rettore Paolo Mancarella e la presidente dell'Unione Industriale Pisana, Patrizia Alma Pacini, alla presenza del direttore dell'UIP, Mario Levrini.

L'accordo, che avrà durata biennale, prevede che l'Università di Pisa e l’Unione Industriale Pisana collaborino nella stesura e nell'aggiornamento dei programmi formativi. Le esigenze delle imprese, espresse attraverso l'Unione, potranno essere recepite dall'Ateneo all'interno dei suoi programmi formativi ai vari livelli. Sono previste anche partecipazioni di docenti universitari nei programmi seminariali dell’Unione, così come di rappresentanti delle aziende disponibili a illustrare attività specifiche d'impresa.

Un centro di programma paritetico, con due rappresentanti dell'Ateneo e due dell'Unione, raccoglierà le istanze delle parti contraenti, con il comune intento di facilitare e sviluppare il trasferimento tecnologico per migliorare la competitività del tessuto imprenditoriale del territorio.

Il protocollo appena firmato rappresenta un modello e una prima sperimentazione di un rapporto integrato, che mancava da lungo tempo, tra università e industria.

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"L'accordo odierno - ha detto il rettore Paolo Mancarella - va nella direzione di apertura dell'Ateneo verso la città e le sue multiformi realtà, secondo una linea strategica di sviluppo su cui stiamo insistendo con convinzione. L'Ateneo dovrà essere capace di costruire collaborazioni più solide con le istituzioni presenti nella nostra area e di progettare insieme con loro, ottimizzando le risorse. In questo compito, l'Unione Industriale e il mondo imprenditoriale saranno interlocutori di primo piano, con l'obiettivo di promuovere i processi formativi, l'innovazione e il trasferimento tecnologico, contribuendo così a rafforzare la competitività economica, sociale e culturale del territorio pisano, e a favorire percorsi di inserimento lavorativo per i nostri laureati".

"Densità tecnologica e innovazione sono leve strategiche per la crescita delle imprese del territorio - ha aggiunto la presidente Patrizia Alma Pacini - quindi la sinergia e la collaborazione con l’Università di Pisa sono elementi fondamentali. Siamo particolarmente soddisfatti oggi di sottoscrivere questa convenzione e ringraziamo il rettore e l’Università per questa opportunità”.

Fiorenzo ArtoniNascerà una nuova protesi bionica di mano, particolarmente innovativa, robusta e affidabile, grazie al progetto “BIREHAB: Increasing the robustness and neural integration of BIdirectional prostheses for REHABilitation with robust and real time Independent Component Analysis”, presentato da Fiorenzo Artoni, laureato dell’Università di Pisa, oggi post-doc dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, che si è aggiudicato un importante finanziamento, un grant, nell'ambito del programma europeo Marie Curie. Il grant avrà durata biennale e consentirà a Fiorenzo Artoni di svolgere la sua attività di ricerca all’estero, presso il Translational Neural Engineering Lab dell'EPFL (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne), sotto la supervisione del bioingegnere e neuroscienziato Silvestro Micera.

Fiorenzo Artoni ha conseguito la laurea triennale in Ingegneria biomedica e la laurea ppecialistica in Ingegneria dell’Automazione all’Università di Pisa rispettivamente nel 2009 e nel 2011 sotto la guida del professo Alberto Landi. Parallelamente ha conseguito il diploma di licenza triennale e il diploma di licenza magistrale in Ingegneria industriale e dell’Informazione alla Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna come allievo ordinario sotto la guida della professoressa Maria Chiara Carrozza.

Il progetto di Fiorenzo Artoni nasce da un studio che punta a migliorare la robustezza e l’integrazione neurale di protesi bidirezionali, attraverso innovative tecniche di "data mining" e di intelligenza artificiale. L’obiettivo non è soltanto restituire le percezioni tattili ma anche offrire un controllo protesico naturale, sfruttando opportune sinergie muscolari.

L’innovazione del progetto è data dall’analisi elettroencefalografica (EEG) delle risposte corticali e dallo sviluppo di tecniche di Blind Source Separation (ICA) in real time, applicate a elettromiografia di alta densità (HD-EMG), che permettono di selezionare le combinazioni più significative per un determinato compito motorio. Queste tecniche saranno applicate anche agli arti inferiori per migliorare i percorsi riabilitativi del cammino, attraverso un esoscheletro, un sistema robotico indossabile.

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cuore cervello 2È un potenziale indicatore di salute fisiologica in grado di individuare la presenza di una patologia cardiovascolare, neurologica o psichiatrica... osservando il cuore. Un team internazionale di scienziati, di cui fa parte anche Gaetano Valenza, ricercatore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, è riuscito a definire un nuovo “biomarker” capace di dare informazioni sulla salute di pazienti specifici partendo da un’analisi matematica avanzata dell’elettrocardiogramma. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista di Nature, Scientific Reports.

«Proprio come il termometro indica stati febbrili associati genericamente a patologie collegate a diversi sistemi e apparati fisiologici (quindi a infezioni in genere), così questa nuova ricerca descrive un indicatore a carattere generale, derivato dalla teoria del caos applicata al semplice elettrocardiogramma, in grado di aiutare l'identificazione di stati generali di benessere e di malattia cardiovascolare e mentale».

Con la collaborazione di diverse prestigiose istituzioni straniere, tra cui la Harvard Medical School, Massachusetts Institute of Technology, la Emory University, la University of Essex e istituzioni italiane tra cui l'Università di Roma "Tor Vergata" (professor Nicola Toschi) e il Politecnico di Milano (professor Riccardo Barbieri), questa ricerca ha testato per la prima volta le potenzialità di questa nuova diagnosi in diverse patologie come l’infarto del miocardio, il morbo di Parkinson, la depressione maggiore e il disturbo post-traumatico da stress. La ricerca è stata anche selezionata tra le nuove pubblicazioni rilevanti del Massachusetts General Hospital (l'ospedale di riferimento della Harvard Medical School).

Lo studio metodologico è stato applicato su un totale di circa 100 pazienti e altrettanti controlli sani: in principio, dall’analisi della variazione della frequenza cardiaca nel tempo e, dopo l’applicazione di modelli probabilistici cosiddetti “complessi” di sistemi cardiovascolari, si ottiene un indicatore che, rispetto a valori rilevati su soggetti sani, risulta alterato nel caso delle suddette patologie della mente».

«Questa ricerca rientra nell’ampia indagine del cosiddetto “asse cuore-cervello” su cui lavoriamo da diversi anni – specifica Valenza – In particolare, questa ricerca ha come obiettivo ultimo l’inferenza di dinamiche neuronali/cerebrali a partire dalle dinamiche cardiovascolari, oltre che al loro studio congiunto. Dato che, al giorno d’oggi, è possibile ottenere informazioni sull’attività del nostro cuore attraverso un semplice braccialetto, smartphone ecc., i nuovi modelli matematici e algoritmi sviluppati da bioingegneri dell’Università di Pisa possono avere notevoli ripercussioni in campo medico-scientifico, aprendo le porte (e la mente!) a nuove tecniche diagnostiche e prognostiche su larghissima scala».

Ha avuto grande successo di pubblico l'apertura straordinaria di Palazzo alla Giornata in occasione della XXV edizione delle Giornate di primavera del FAI, il Fondo Ambiente Italiano. Sabato 25 e domenica 26 marzo la sede del Rettorato dell'Università di Pisa è stata visitata da alcune migliaia di cittadini, turisti, famiglie con bambini al seguito, membri ed ex membri della comunità accademica pisana. Tutti sono stati affascinati dalle tante bellezze e dalle storie misteriose che hanno come protagonista l'antico Palazzo Lanfreducci, spiegate con grande bravura ed entusiasmo dalle giovanissime guide, studenti del Liceo artistico Russoli, del Liceo statale Carducci di Pisa e dell'Istituto superiore statale Pesenti di Cascina.

Ad allietare i visitatori del pomeriggio, in momenti attesi e ampiamente partecipati, sono stati sabato il Coro dell'Università, diretto dal Maestro Stefano Barandoni, che ha offerto un intermezzo musicale con opere di Giuseppe Verdi, e domenica l'Orchestra dell'Ateneo, diretta dal Maestro Manfred Giampietro, che ha eseguito musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Ottorino Respighi e Johann Sebastian Bach.

“Siamo felici dell’interesse che l’apertura di Palazzo alla Giornata ha suscitato tra i cittadini – è stato il primo commento del rettore Paolo Maria Mancarella – Abbiamo accolto l’invito del FAI anche per dare un segnale tangibile della volontà di apertura dell’Università di Pisa verso la città e la grande partecipazione di questi giorni stimola in questa direzione. Ringrazio la delegazione del FAI di Pisa e i suoi volontari per il grande impegno profuso".

Guarda la photogallery del 25 marzo.

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Al MECSPE, la fiera Italiana dell’industria manifatturiera che si è appena conclusa a Parma, quest’anno è sbarcato Jobot, un robot pensato e progettato per trasportare autonomamente oggetti in diversi punti di ambienti, come gli uffici, o le fabbriche, che sono complessi per la presenza in uno spazio relativamente ristretto, di tante cose e persone. Lo scopo è supportare e agevolare il lavoro dell’uomo, con il conseguente miglioramento dell’efficienza produttiva. Il robot è il risultato di più di un anno di ricerca e lavoro tra il Centro Piaggio dell’Università di Pisa ed Eutronica, start up innovativa di Percorsi Erratici, la rete di imprese nata con l’obiettivo di costituire un ambiente attraverso il quale favorire la generazione di business fortemente innovativi.

Il robot – spiega Lucia Pallottino, vicedirettrice del Centro Piaggio e docente di robotica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – è provvisto di un sistema di navigazione che mappa l’ambiente in cui si trova a operare e lo rende in grado, in modo autonomo, di calcolare i percorsi ottimali, evitare ostacoli imprevisti, riconoscere situazioni di potenziale pericolo ed elaborare di conseguenza, in tempo reale, le azioni più idonee, dall’arresto a percorsi alternativi”.

I ricercatori del Centro Piaggio hanno messo a punto il sofisticato sistema di guida e navigazione del robot, oltre a metterlo in grado di lavorare “in gruppo”, con una flotta di altri Jobot, che portano avanti ciascuno la propria missione lavorando in contemporanea. Nel prossimo futuro, i robot comunicheranno tra loro per la gestione di possibili collisioni.

“Il Centro Piaggio – prosegue Lucia Pallottino – lavora da molti anni allo studio e alla ricerca della cooperazione tra i robot basata su comunicazione V2V (Vehicle to Vehicle), cioè alle metodologie e i servizi che permettono il coordinamento autonomo dei veicoli senza l’intervento dell’uomo. Nel caso di Jobot, la contemporanea richiesta di più missioni in grandi ambienti di lavoro viene gestita da un server attraverso una logica in grado di ottimizzare gli spostamenti ed i tempi di utilizzo di tutte le unità disponibili”.

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Nella foto: Jobot con il team del Centro Piaggio che l’ha progettato. Da sinistra Alessandro Settimi, Lucia Pallottino, Anna Mannucci e Andrea Timpani.

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Federico_MazzagliaÈ l’unico italiano selezionato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per il progetto “Fly a Rocket!”. Federico Mazzaglia, studente dell’Università di Pisa iscritto al primo anno del corso di laurea in Ingegneria aerospaziale, dal 26 marzo al 1 aprile sarà in trasferta all’Andøya Space Center in Norvegia per partecipare alla campagna di lancio di un razzo sonda insieme a venti ragazze e ragazzi provenienti da tutta Europa.

Federico, classe 1997, originario di Catania, si è trasferito a Pisa per frequentare l’Università e all’inizio di questo anno accademico si è candidato per “Fly a Rocket!”.

“Il progetto – spiega la professoressa Maria Vittoria Salvetti, presidente del corso di laurea in Ingegneria aerospaziale - si sviluppa in due fasi: un corso online, che Federico ha già portato a termine e la campagna di lancio vera e propria”.

In questo ambito, Federico fa parte del gruppo “Science”, che sarà impegnato nello studio della aerodinamica esterna del razzo e nel rilevamento delle condizioni meteorologiche nel giorno del lancio tramite palloni aerostatici”.

“Insieme agli altri partecipanti al progetto abbiamo aperto una pagina Facebook per raccontare la campagna di lancio nel suo svolgimento – conclude Federico Mazzaglia – e a breve inoltre pubblicherò un sito internet dove cercherò di approfondire questa esperienza dal mio punto di vista e condividerla”.

Intanto per chi volesse seguire l’avventura spaziale di Federico su Facebook l’indirizzo è www.facebook.com/FlyaRocket/


marco scarselli Sono farmaci di nuova generazione, si chiamano super-selettivi e la loro particolarità è quella di unire massimo beneficio e minimi effetti collaterali. E’ questa la nuova frontiera della farmacologia su cui sta lavorando un gruppo di ricercatori dei tre dipartimenti di Medicina dell’Università di Pisa che su questo argomento ha appena pubblicato uno studio sulla rivista “European Neuropsychopharmacology”.

“Oggi, grazie a questo nuovo concetto di farmaco super-selettivo (“biased agonist”), introdotto da Robert Lefkowitz, Premio Nobel per la Chimica nel 2012, è possibile sintetizzare nuovi composti che siano attivi solamente su alcune funzioni recettoriali responsabili dell’effetto benefico ma non su altre dello stesso recettore da cui dipendono invece le reazioni avverse”, spiega il farmacologo Marco Scarselli (foto) dell’Università di Pisa.

La ricerca pisana, durata tre anni e finanziata dalla Fondazione Arpa, ha riguardato in particolare i meccanismi con cui agisce la Clozapina, un antipsicotico di seconda generazione caratterizzato da una maggior efficacia clinica e da minori effetti collaterali di tipo motorio rispetto agli altri farmaci antipsicotici.

“La Clozapina è un composto super-selettivo sul recettore della serotonina 5-HT2A – spiega ancora Marco Scarselli – ma lo stesso principio si potrebbe applicare a una classe di farmaci molto utilizzata nell’ipertensione e nello scompenso cardiaco come i beta-bloccanti. Alcuni di questi, come ad esempio il Carvedilolo, non bloccano infatti completamente il recettore beta adrenergico ma attivano alcune funzioni che potrebbero essere responsabili della cardioprotezione”.

I tre dipartimenti dell’area medica coinvolti nella ricerca sono quelli di “Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia”, di “Medicina Clinica e Sperimentale” e di “Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare dell'Area Critica”; i ricercatori che vi hanno partecipato sono stati undici: Stefano Aringhieri, Shivakumar Kolachalam, Claudio Gerace, Marco Carli, Valeria Verdesca, Maria Giulia Brunacci, Chiara Rossi, Chiara Ippolito, Anna Solini, Giovanni U. Corsini, Marco Scarselli.

 

Entrare in una “Foresta di neuroni”, un’installazione interattiva e immersiva ispirata al funzionamento del cervello, oppure osservare “Paesaggi di ultrasuoni” o ancora “Fare la tac con la luce ”. Tutto questo (e molto altro ancora) si potrà vedere, osservare e sperimentare da mercoledì 22 marzo a Palazzo Blu a Pisa dove si inaugura ”Uomo Virtuale. La fisica esplora il corpo”, una grande mostra che unisce fisica, medicina e tecnologia.

L'esposizione, che potrà essere visitata sino al 2 luglio, è curata dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), promossa da Fondazione Palazzo Blu, e realizzata in collaborazione con Assobiomedica, Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, Associazione “La Nuova Limonaia”, CNR Area della Ricerca di Pisa e Istituto Nazionale di Ottica, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore S. Anna, IRCSS Stella Maris.

Grazie ad una convenzione tra Palazzo Blu e Università di Pisa, gli studenti e il personale docente e non docente dell’università potranno acquistare biglietti di ingresso ridotti a 4 euro, mostrando in biglietteria la tessera universitaria e un documento.

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Uomo Virtuale è un percorso espositivo dedicato all’esplorazione del corpo umano, e alla conoscenza delle tecnologie che, nate dalla ricerca in fisica fondamentale, hanno poi permesso di scrutare con “occhi” artificiali dentro il nostro corpo, cambiando per sempre la medicina e diventando indispensabili nella diagnosi e nella terapia di molte patologie.

La mostra copre una superficie complessiva di 800 mq ed è organizzata in sette tappe: Segnali fisici, Guardare attraverso, Le immagini del corpo, Luce e particelle per curare, Capire il cervello, Diventare bionici, Dalle cellule alle persone. Attraverso queste aree tematiche, si snoda un percorso che, partendo dall’antichità, narra una storia, lunga secoli e scandita dalle scoperte e dalle invenzioni che hanno segnato il progresso in medicina. Un racconto che cambia per sempre con la scoperta dei raggi X e della radioattività. Da quel momento in poi, infatti, fisica e medicina cammineranno insieme, grazie allo sviluppo di tecnologie innovative, di volta in volta più sofisticate e precise, che consentono di raggiungere un’efficacia sempre maggiore, sia nella diagnostica sia nella terapia: così si racconta di tomografia computerizzata, di risonanza magnetica, di Pet ed ecografia 4D, ma anche di adroterapia, bionica, dell’affascinante complessità del nostro cervello. L’allestimento integra strumenti antichi, exhibit interattivi, riproduzioni di macchinari, video di approfondimento, touchscreen collegati a protesi bio-robotiche, infografiche a parete, proiezioni artistiche e in 3D e installazioni multimediali che animano un percorso immersivo, realizzato in collaborazione con esperti di interaction design e video-arte.

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“Questo percorso offre l’opportunità di raccontare una storia che, pur appartenendo al nostro quotidiano, è spesso poco nota”, spiega Fernando Ferroni, presidente dell’INFN. “Per condurre le nostre ricerche in fisica fondamentale, dalle esplorazioni del cosmo allo studio dei costituenti ultimi della materia, dobbiamo spingere le tecnologie oltre i loro limiti. Quando lo facciamo, non abbiamo idea se ciò che sviluppiamo avrà un impatto sulla società e quale sarà. Ma l’esperienza insegna, come viene narrato in questa mostra, appunto, che è questo il modo in cui si realizzano quei salti qualitativi che permettono l’avanzamento della conoscenza e il progresso delle applicazioni tecnologiche: quando Lord Ernest Rutherford di Nelson bombardava un sottilissimo foglio di oro con raggi alfa, mai avrebbe immaginato che un giorno acceleratori di particelle si sarebbero diffusi negli ospedali, impiegati con efficacia nella terapia oncologica”, conclude Ferroni.

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Il professor Alberto Del Guerra, docente del dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa, che è tra i curatori della mostra insieme a Rino Castaldi e Vincenzo Napolano, ha poi spiegato perché l'esposizione "Uomo virtuale" è nata a Pisa.

"A partire dalla seconda metà degli anni '70, il gruppo pisano di fisica medica - ha detto il professor Del Guerra - è stato il primo in Italia a occuparsi di trasferimento di tecnologie di fisica nucleare al campo medico, dapprima in collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e poi in forma autonoma, diventando negli anni un gruppo di riferimento per la fisica medica in campo nazionale e internazionale. È qui, infatti, che è stato sviluppato il primo prototipo di Mammografo Digitale, che sono state costruite la PET, la SPECT e la TC per studi traslazionali, che sono stati sviluppati rivelatori per la diagnostica oncologica e costruiti con successo rivelatori per l’adroterapia, che sono state sviluppate tecniche avanzate di analisi delle immagini diagnostiche. Infine proprio a Pisa nel 2011 presso la Fondazione IMAGO7 di Calambrone è stato installato il primo (e per ora unico in Italia) Tomografo per la Risonanza Magnetica a 7T. Nell’ambito del corso di laurea magistrale in Fisica a Pisa negli anni 2000 è stato istituito l’indirizzo di Fisica medica (il primo in Italia) che attrae studenti da tutta Italia. Infine le tematiche di ricerca in Fisica medica sono state fin dall’inizio ben presenti nei corsi di dottorato in Fisica. Ed ecco quindi ora l’ultima primogenitura per Pisa e l’Università di Pisa: la prima mostra di Fisica medica in Italia!".

Lunedì 20 marzo, i referenti per la disabilità e DSA nominati dai dipartimenti si sono incontrati in sala Cherubini di Palazzo alla Giornata alla presenza del rettore Paolo Mancarella e del delegato all’integrazione degli studenti e del personale con disabilità e DSA, professor Luca Fanucci. L'iniziativa è stata promossa dal delegato per favorire una maggior collaborazione tra gli uffici e i dipartimenti nell'ottica di migliorare ulteriormente la comunicazione fra le diverse strutture. Lo scopo ultimo è quello di potenziare e migliorare i servizi rivolti agli studenti con bisogni specifici, anche favorendo una rapida soluzione alle più varie necessità.

L’Usid ha descritto i servizi dedicati agli studenti con disabilità e DSA, facendo un quadro della situazione all’Università di Pisa, come illustrato in questa presentazione.

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L'Università di Pisa si unisce al ricordo delle sette studentesse italiane scomparse lo scorso anno in un incidente stradale in Spagna durante il loro periodo di studio Erasmus: Valentina Gallo, Lucrezia Borghi, Elena Maestrini dell’Università di Firenze, Serena Saracino dell’Università di Torino, Elisa Valent dell’Università di Padova, Elisa Scarascia Mugnozza dell’Università La Sapienza di Roma e Francesca Bonello dell’Università di Genova. 

La perdita di quelle giovani vite è un evento che ha colpito molto anche la nostra comunità accademica, che da sempre sostiene l’Erasmus come una delle esperienze di formazione e di crescita fondamentali per i nostri studenti.

Qui di seguito riportiamo il comunicato del MIUR, in cui il ministro Valeria Fedeli annuncia ai genitori delle vittime l’impegno del Governo per una maggiore sicurezza e regole condivise a livello europeo per tutte le giovani e i giovani che prendono parte al programma di studio e mobilità all’estero.

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Erasmus, Fedeli: “Doveroso incontrare famiglie ragazze scomparse un anno fa in Spagna"

L’impegno del Governo è per maggiore sicurezza e regole condivise in Europa

"Era doveroso e importante aprire il Ministero, anche in una giornata non lavorativa, per incontrare le famiglie delle ragazze italiane tragicamente scomparse un anno fa in un incidente stradale in Catalogna durante il periodo dell'Erasmus. Da parte del Governo c'è il massimo dell'impegno affinché le studentesse e gli studenti che vivono una esperienza importante come l'Erasmus possano farlo sempre in sicurezza". Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli che oggi pomeriggio ha incontrato al Miur i familiari delle sette ragazze italiane che un anno fa persero la vita in Spagna a causa di un incidente mentre partecipavano al progetto Erasmus.

La Ministra ha incontrato le famiglie a nome del Governo e ha ascoltato le richieste dei genitori delle ragazze che si sono costituiti nell'associazione "Genitori Generazione Erasmus": maggiore sicurezza e regole condivise a livello europeo per tutte le giovani e i giovani che prendono parte al programma di studio e mobilità all'estero. All'incontro era presente anche il Presidente di Indire, Giovanni Biondi.

"Porrò al Consiglio europeo dell'Istruzione di maggio il tema di come dotarci di regole di sicurezza condivise, comuni per tutte le Università che ospitano l'Erasmus. Quando permettiamo alle nostre figlie e ai nostri figli di partecipare a questo progetto, li affidiamo alle istituzioni estere anche quando vivono fuori dall'università. Sono necessarie regole stringenti affinché quanto avvenuto un anno fa non avvenga mai più", ha concluso la Ministra. (Comunicato MIUR)

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