Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

Uomo Virtuale. La fisica esplora il corpo

Dal 22 marzo al via la nuova mostra a Palazzo Blu che resterà aperta sino al 2 luglio

  • Condividi l'articolo su Facebook
  • Condividi su Twitter

Entrare in una “Foresta di neuroni”, un’installazione interattiva e immersiva ispirata al funzionamento del cervello, oppure osservare “Paesaggi di ultrasuoni” o ancora “Fare la tac con la luce ”. Tutto questo (e molto altro ancora) si potrà vedere, osservare e sperimentare da mercoledì 22 marzo a Palazzo Blu a Pisa dove si inaugura ”Uomo Virtuale. La fisica esplora il corpo”, una grande mostra che unisce fisica, medicina e tecnologia.

L'esposizione, che potrà essere visitata sino al 2 luglio, è curata dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), promossa da Fondazione Palazzo Blu, e realizzata in collaborazione con Assobiomedica, Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, Associazione “La Nuova Limonaia”, CNR Area della Ricerca di Pisa e Istituto Nazionale di Ottica, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore S. Anna, IRCSS Stella Maris.

Grazie ad una convenzione tra Palazzo Blu e Università di Pisa, gli studenti e il personale docente e non docente dell’università potranno acquistare biglietti di ingresso ridotti a 4 euro, mostrando in biglietteria la tessera universitaria e un documento.

2.jpg

Uomo Virtuale è un percorso espositivo dedicato all’esplorazione del corpo umano, e alla conoscenza delle tecnologie che, nate dalla ricerca in fisica fondamentale, hanno poi permesso di scrutare con “occhi” artificiali dentro il nostro corpo, cambiando per sempre la medicina e diventando indispensabili nella diagnosi e nella terapia di molte patologie.

La mostra copre una superficie complessiva di 800 mq ed è organizzata in sette tappe: Segnali fisici, Guardare attraverso, Le immagini del corpo, Luce e particelle per curare, Capire il cervello, Diventare bionici, Dalle cellule alle persone. Attraverso queste aree tematiche, si snoda un percorso che, partendo dall’antichità, narra una storia, lunga secoli e scandita dalle scoperte e dalle invenzioni che hanno segnato il progresso in medicina. Un racconto che cambia per sempre con la scoperta dei raggi X e della radioattività. Da quel momento in poi, infatti, fisica e medicina cammineranno insieme, grazie allo sviluppo di tecnologie innovative, di volta in volta più sofisticate e precise, che consentono di raggiungere un’efficacia sempre maggiore, sia nella diagnostica sia nella terapia: così si racconta di tomografia computerizzata, di risonanza magnetica, di Pet ed ecografia 4D, ma anche di adroterapia, bionica, dell’affascinante complessità del nostro cervello. L’allestimento integra strumenti antichi, exhibit interattivi, riproduzioni di macchinari, video di approfondimento, touchscreen collegati a protesi bio-robotiche, infografiche a parete, proiezioni artistiche e in 3D e installazioni multimediali che animano un percorso immersivo, realizzato in collaborazione con esperti di interaction design e video-arte.

 3.jpg

“Questo percorso offre l’opportunità di raccontare una storia che, pur appartenendo al nostro quotidiano, è spesso poco nota”, spiega Fernando Ferroni, presidente dell’INFN. “Per condurre le nostre ricerche in fisica fondamentale, dalle esplorazioni del cosmo allo studio dei costituenti ultimi della materia, dobbiamo spingere le tecnologie oltre i loro limiti. Quando lo facciamo, non abbiamo idea se ciò che sviluppiamo avrà un impatto sulla società e quale sarà. Ma l’esperienza insegna, come viene narrato in questa mostra, appunto, che è questo il modo in cui si realizzano quei salti qualitativi che permettono l’avanzamento della conoscenza e il progresso delle applicazioni tecnologiche: quando Lord Ernest Rutherford di Nelson bombardava un sottilissimo foglio di oro con raggi alfa, mai avrebbe immaginato che un giorno acceleratori di particelle si sarebbero diffusi negli ospedali, impiegati con efficacia nella terapia oncologica”, conclude Ferroni.

uomo1

Il professor Alberto Del Guerra, docente del dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa, che è tra i curatori della mostra insieme a Rino Castaldi e Vincenzo Napolano, ha poi spiegato perché l'esposizione "Uomo virtuale" è nata a Pisa.

"A partire dalla seconda metà degli anni '70, il gruppo pisano di fisica medica - ha detto il professor Del Guerra - è stato il primo in Italia a occuparsi di trasferimento di tecnologie di fisica nucleare al campo medico, dapprima in collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e poi in forma autonoma, diventando negli anni un gruppo di riferimento per la fisica medica in campo nazionale e internazionale. È qui, infatti, che è stato sviluppato il primo prototipo di Mammografo Digitale, che sono state costruite la PET, la SPECT e la TC per studi traslazionali, che sono stati sviluppati rivelatori per la diagnostica oncologica e costruiti con successo rivelatori per l’adroterapia, che sono state sviluppate tecniche avanzate di analisi delle immagini diagnostiche. Infine proprio a Pisa nel 2011 presso la Fondazione IMAGO7 di Calambrone è stato installato il primo (e per ora unico in Italia) Tomografo per la Risonanza Magnetica a 7T. Nell’ambito del corso di laurea magistrale in Fisica a Pisa negli anni 2000 è stato istituito l’indirizzo di Fisica medica (il primo in Italia) che attrae studenti da tutta Italia. Infine le tematiche di ricerca in Fisica medica sono state fin dall’inizio ben presenti nei corsi di dottorato in Fisica. Ed ecco quindi ora l’ultima primogenitura per Pisa e l’Università di Pisa: la prima mostra di Fisica medica in Italia!".

  •  
  • 21 marzo 2017

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa