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La legalità vista e riletta attraverso lo spazio urbano e uno sguardo artistico: è questa l'originalità del progetto ideato e proposto dall'Ateneo di Pisa nell'ambito dell'iniziativa nazionale “Università per la legalità”, promossa dalla Fondazione Falcone, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari.

Nelle due giornate di mercoledì 10 e giovedì 11 maggio, sono in programma una performance artistica di Anna Scalfi Eghenter, accompagnata dagli studenti dell’Ateneo e dell'Istituto superiore per le industrie artistiche di Urbino, e una tavola rotonda su “La legalità: come intenderla, come realizzarla”, a cui parteciperanno giuristi e rappresentanti delle associazioni contro le mafie. Sede e protagonista di questi eventi sarà il Polo Carmignani, a pochi metri da Piazza dei Cavalieri, che ospiterà il convegno e che, nella sua porzione circostante l’edificio e solitamente meno frequentata, accoglierà l’artista trentina, gli studenti e vari esperti multidisciplinari per dare vita tutti insieme a un’esperienza artistica di “Campo da legalità”.

L’iniziativa dal titolo “Disegnare la legalità” prevede in particolare per mercoledì 10 maggio, alle ore 15, il progetto di Anna Scalfi Eghenter "Sopralluogo per sperimentare la consistenza giuridica degli spazi urbani". Un sopralluogo come pratica artistica a cui, oltre all'artista con gli studenti dell'Ateneo pisano e dell'Istituto di Urbino, interverranno professori, ricercatori, dottorandi, architetti e ingegneri dell'Università, del Comune di Pisa, dell'Azienda regionale per il diritto allo studio universitario e della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno. Le conclusioni della giornata saranno affidate a un workshop a Palazzo alla Giornata, nell'ambito del quale saranno costruite le mappe degli spazi e studiato un possibile uso dei beni comuni urbani.

Nella mattinata di giovedì 11, con inizio alle ore 10, Anna Scalfi Eghenter traccerà una prima ipotesi del “Campo da legalità”, mediante un lavoro di ricerca attraverso la pratica artistica orientato ad “ad attivare di intenzioni gli spazi, informare il raggio della propria condotta legittima pur non attesa, consapevoli del valore dato ai posti nel pensarli, spazio che siamo noi a generare nel comportamento, a poterlo cambiare nelle regole”.

Nel pomeriggio, con inizio alle ore 17, nell'Aula 2 del Polo Carmignani si terrà la tavola rotonda su "La legalità: come intenderla, come realizzarla", coordinata dagli studenti dell'Università di Pisa. All'incontro interverranno il rettore Paolo Mancarella, il direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Emanuela Navarretta, e il professor Giovannangelo De Francesco, ordinario di Diritto penale. Ospiti d'onore saranno la dottoressa Margherita Cassano, presidente della Corte di Appello di Firenze, e il dottor Francesco Donnici, del Coordinamento provinciale di Pisa di "Libera".

Gli studenti dell'Università di Pisa, insieme ad Anna Scalfi Eghenter e ad alcuni docenti pisani, parteciperanno il 23 maggio a Palermo alle iniziative in ricordo del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presentando il progetto e i risultati dell'esperienza pisana.

Anna Scalfi Eghenter (1965) usa la pratica artistica come uno strumento per intervenire nel laboratorio del reale. La formazione sociologica orienta la sua ricerca verso una sperimentazione organizzativa che incrocia le regole del campo con i confini dell'agire concesso. Artista indipendente, include nel lavoro l'intero processo di costruzione, rapportandosi al territorio, alla produzione e alle istituzioni come elementi costitutivi del progetto stesso.

PhD Studi Manageriali alla Essex Business School, MSc Sociologia all'Università di Trento, MFA all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" e all'Accademia di Belle Arti di Brera.

I suoi lavori sono stati presentati anche a: 16° Quadriennale d'Arte di Roma, MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, MAMBO Museo d'Arte Moderna di Bologna, Biennale Democrazia Torino, MAG Museo Alto Garda, Kadist Art Fondation Paris, Reale Accademia di Spagna a Roma, Palais de la Bourse a Bruxelles, Fondazione Galleria Civica di Trento, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Guarene, MART - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Manifesta7 parallelevents. E all'Università degli Studi di Torino, Libera Università di Bolzano, FBK Fondazione Bruno Kessler, Università di Venezia Ca' Foscari, Akademia Pedagogiczna Krakow, Freie Universität Berlin, ESCP-EAP Paris, Università degli Studi di Trento. Per maggiori informazioni: www.scalfiandeghenter.com.

Giovedì 4 maggio, nell’Aula Magna storica della Scuola di Ingegneria di Pisa, si è svolto il convegno “ICT e industria 4.0, sfide e opportunità”, organizzato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con la Regione Toscana con lo scopo di mettere a confronto istituzioni, mondo della ricerca e imprese su alcune delle competenze e tecnologie cruciali per la nuova rivoluzione industriale. Il convegno, a cui ha portato i saluti il rettore Paolo Mancarella, ha visto la presentazione della Piattaforma Regionale Toscana su Industria 4.0 e, a seguire, un confronto sul ruolo delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione nella realizzazione della fabbrica del futuro, a partire dalle esigenze di innovazione del mondo industriale, con gli interventi chiave di Leonardo e ST Microelectronics.

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Nella foto sopra, da destra: Marco Raugi (prorettore per la Ricerca applicata e il trasferimento tecnologico dell’Università di Pisa), Albino Caporale (direttore Sviluppo e Attività Produttive, Regione Toscana), Antonio Mazzeo (presidente della Commissione regionale per la ripresa economico-sociale della Toscana costiera), Silvia Burzagli (dirigente del Settore Promozione Economica, Regione Toscana) Giuseppe Anastasi (direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e organizzatore dell’evento). 

“L’esigenza di ottimizzare i processi produttivi e supportare i processi di automazione industriale – commenta Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e organizzatore del convegno – va declinata in modo da poter trovare una risposta nelle nuove tecnologie che la ricerca mette a disposizione. L’Università di Pisa è un’eccellenza nel campo dell’ICT (Information and Communication Technology), cioè l'insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni. Su queste tecnologie, che offrono la possibilità di un vero e proprio cambio di paradigma, si deve fondare l’innovazione nell’industria”.

Le principali tecnologie ICT sviluppate al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano appartengono ad aree chiave per industria 4.0, e includono:

Internet of Things, reti di oggetti interconnessi, che si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati e accedere a informazioni. Questi “oggetti” possono essere robot, veicoli autonomi o droni che comunicano tra loro, per ottimizzare il processo produttivo e migliorare la logistica interna, ma anche oggetti di uso comune dotati di sensori di nuova generazione, vere e proprie etichette elettroniche, in grado di memorizzare dati e comunicarli, per dare un forte contributo sia nel campo della sicurezza dei lavoratori, sia per il monitoraggio e la tracciabilità dei prodotti.
CoBOT: automi “sicuri”, in grado di lavorare gomito a gomito con l’essere umano senza metterlo in pericolo; robot teleguidati per operazioni di manutenzione pericolose, per esempio lo svuotamento di cisterne.
Realtà Aumentata, sistemi indossabili e interfacce uomo-macchina per l’aumento della percezione sensoriale e per il monitoraggio dei segnali fisiologici.
Metodi analitici per Big Data, cioè raccolte di dati così estese in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi specifici per l’estrazione di valore, con l’obiettivo di ottenere informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si potrebbero avere analizzando piccole serie. Ad esempio, l’analisi per sondare gli “umori” dei mercati e del commercio, e quindi del trend complessivo della società e del fiume di informazioni che viaggiano e transitano attraverso Internet.
Tecnologie di Cloud Computing, che permettono di realizzare strumenti avanzati di gestione e analisi dei processi industriali sfruttando un coordinamento capillare all’interno della catena produttiva. In particolare, il Fog Computing, che integra l'Internet of Things con i sistemi Cloud tradizionali attraverso l’installazione di micro data-center all’interno delle fabbriche, permetterà di supportare al meglio i processi di automazione industriale abilitando la realizzazione di applicazioni di controllo avanzato direttamente in loco.
Tecnologie di comunicazione per l’Industrial Internet, che permettono di creare reti di calcolatori ad alta affidabilità ed efficienza, cruciali per l’implementazione di sistemi di controllo remoto e raccolta di dati in tempo reale. In particolare, la recente definizione di nuovi standard di comunicazione wireless sta permettendo la riduzione dei costi di implementazione dei sistemi industriali, minimizzando il tempo per la loro realizzazione.

“Oggi – conclude Anastasi – le tecnologie dell'informazione, l’Internet of Things e la nuova robotica sono i pilastri su cui si regge la rivoluzione dei processi produttivi delle imprese. Costituiscono un potenziale nuovo e finora poco sfruttato in grado di mutare in modo profondo gli stessi modelli di impresa. In ultima istanza si tratta di ripensare il business model delle aziende con la chiave abilitante del digitale”.

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Con una giornata di anticipo rispetto alla fine del campionato, il CUS Pisa è campione d'Italia nella disciplina dell’hockey su prato femminile, per la stagione 2016/17. È il primo, storico, titolo outdoor per le universitarie pisane, che si va ad aggiungere a quello vinto a febbraio nella specialità indoor. La sicurezza matematica dello scudetto è arrivata mercoledì in tarda serata, quando la Federazione Italiana Hockey ha rigettato il ricorso presentato dall’HCU Catania, penalizzato di 2 punti a causa di gravi problematiche al campo di gioco, più volte segnalate e mai risolte dalla società siciliana, e perdente a tavolino contro l’Hockey Cernusco proprio a causa dell’inagibilità del campo.

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Ancora imbattute in tutte le partite del campionato, le atlete pisane mantengono così i 5 punti di vantaggio che avevano sulle rivali catanesi, rendendo del tutto ininfluente l’incontro di questa domenica contro il San Saba, attualmente terzultimo in classifica. «Sono più di venti anni che lavoriamo per questo risultato – commenta il responsabile della sezione hockey Riccardo Vanni – Nel 95-96 abbiamo rifondato l’hockey pisano con queste ragazze che avevano 6 anni o poco più. Adesso in gran parte frequentano l’università e sono campionesse d’Italia».

Tutte le atlete sono infatti pisane eccetto la naturalizzata italiana Agata Wyberlaska, da molti anni asse portante della formazione gialloblu oltre che della nazionale azzurra, e quattro straniere acquistate dalla società hockeystica appositamente per questo campionato. «Quest’anno avevamo la netta percezione che le ragazze fossero degne del titolo – continua Vanni – ma c’era bisogno di rinforzare centrocampo e attacco per cui abbiamo chiamato tre atlete argentine e una inglese (Carolina Pereyra, Daiana Reboredo, Agustina Iturraspe e Charlotte Tait, ndr)».Ottima scelta se si pensa che le prime due argentine e l’inglese hanno segnato vari goal sia in indoor che su prato, anche se l’altra atleta è stata ritenuta non all’altezza della squadra dal mister Nicola Giorgi e quindi relegata in panchina.

«È la conclusione di un bellissimo percorso che abbiamo fatto con tutte le ragazze – spiega Giorgi – anche se sarebbe stato molto più bello vederle vincere una domenica sul campo invece che un mercoledì attorno a un tavolino. Grande merito comunque a tutte le atlete e adesso mente ai campionati giovanili». Il Cus Pisa Hockey si è infatti classificato alle finali giovanili di tutte le categorie, dall’under 14 all’under 21. Soffre maggiormente la sezione maschile, dove per il momento solo gli under 16 hanno conquistato l’accesso agli spareggi (siamo in attesa della fina campionato under 14), mentre la formazione senior lotta per salvarsi dalla retrocessione dalla serie A1 così duramente conquistata lo scorso anno. «La squadra maschile è finalmente al completo, al netto di infortuni o assenze per altri motivi – dice Vanni – e mancano ancora 4 partite al termine del campionato per cui sono fiducioso, credo che ce la faremo. Un mio personale ringraziamento va senza dubbio anche al Cus e all’Università di Pisa, una parte del merito è sicuramente da attribuire a loro». (Fonte: Ufficio Stampa e Comunicazione CUS Pisa)

Formazione:
Chirico Martina, Bendinelli Francesca, Chirico Chiara, Galligani Giulia, Taglioli Giulia, Wyberlaska Agata, Puglisi Sara, Lecchini Martina, Tiralongo Evelina, Betti Alessia, Casciani Matilde, Reboredo Daiana, Pereyra Carolina, Tait Charlotte, Falcitelli Irene, Ciucci Claudia, Menconi Ottavia, Rovini Margherita

Allenatore:
Nicola Giorgi

Dirigente:
Lucia Anita Dambra

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ipnosiLe persone più suscettibili all’ipnosi possono ridurre della metà l’intensità del dolore percepito. E’ questa una delle conclusioni di un complesso studio realizzato da una equipe di ricercatori delle Università di Pisa e di Siena, del Cnr e del GIFT Institute of Integrative Medicine di Pisa che è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica Physiology and Behavior.

L’esperimento, che conferma e arricchisce quanto si conosce sul controllo del dolore è il primo che confronta l’effetto di tecniche fisiche (analgesia condizionata) e cognitive (suggestioni esplicite di analgesia) in soggetti con diverso grado di ipnotizzabilità.

“Lo studio ha prodotto risultati che aprono interessanti prospettiva sul possibile utilizzo generalizzato di tecniche cognitive, per ridurre ad esempio, senza impiego di farmaci, il dolore “da procedura” che i pazienti sperimentano durante la fisioterapia che segue immobilizzazioni e interventi ortopedici, varie procedure strumentali”, spiega la professoressa Enrica Santarcangelo dell’Ateneo pisano responsabile della ricerca. “All’estero- ha aggiunto - contrariamente a quanto avviene nel nostro Paese, l’uso di tecniche cognitive per il controllo del dolore acuto, cronico e ‘da procedura’ (compreso alcuni interventi chirurgici) è ampiamente diffuso”.

Lo studio dei ricercatori toscani ha coinvolto sessanta soggetti sani di entrambi i sessi con una suscettibilità all’ipnosi alta, media e bassa. Senza che fosse alterato il loro stato ordinario di coscienza, cioè in assenza di induzione ipnotica, le persone venivano sottoposte a scariche elettriche ad una mano alle quali in alcuni casi si associava una suggestione verbale di analgesia o in altri tecniche fisiche note come analgesia condizionata. I ricercatori hanno quindi rilevato che, indipendentemente dall’aver ricevuto suggestioni di analgesia o induzione di analgesia condizionata, i soggetti con alti punteggi di ipnotizzabilità (alti) riferivano una riduzione media del dolore di circa il 50%, quelli con punteggi bassi (bassi) di circa il 20% e quelli con punteggi intermedi (medi) di circa il 30%.

“In base a considerazioni cliniche, si considera rilevante una riduzione del dolore quando questa è almeno del 25-30% – ha concluso Enrica Santarcangelo – quindi gli ‘alti’ riducono benissimo il dolore, alcuni ‘medi’ possono farlo, i ‘bassi’ non ci riescono quasi per niente. Comunque, considerato che, secondo le stime più accreditate, il 15% della popolazione ha una suscettibilità all’ipnosi bassa, il 70% media e il 15% alta, questo significa che gran parte della popolazione (gli alti e parte dei medi) riesce a controllare abbastanza bene il dolore attraverso strategie cognitive senza l’uso di farmaci”.

Lo studio conferma quindi l’interesse che la valutazione della suscettibilità all’ipnosi può avere nella pratica clinica perché conoscere il grado di ipnotizzabilità può incoraggiare l’uso di metodi di controllo cognitivo del dolore alternativi ai farmaci, economici e privi di effetti collaterali. Inoltre, la consapevolezza della propria capacità di controllare autonomamente il dolore può migliorare significativamente la qualità della vita di molti pazienti.

professore LoretiNella mattina di ieri, 1° maggio, è arrivata la triste comunicazione che il professor Filiberto Loreti, illustre membro di questo Ateneo sino al 2007, insignito dell’Ordine del Cherubino nell’87, si era spento la sera precedente a causa di una lunga malattia contro cui stava lottando con tutte le sue forze ormai da alcuni anni ma che non gli ha mai impedito, fino a poche settimane fa, di portare il suo prezioso contributo di esperienza, idee e proposte al mondo scientifico nazionale attraverso le iniziative della Sezione Centro Ovest dell’Accademia dei Georgofili, da lui diretta fino alla scomparsa. I funerali si terranno oggi, 2 maggio, alle ore 11 presso la Chiesa di Santo Stefano, in Via Santo Stefano a Pisa.

Il professor Filiberto Loreti, nato a Tarquinia (VT) il 26 maggio 1935, si è laureato in Scienze Agrarie nel 1959 con il massimo dei voti e la lode. Nel 1960, grazie ad una borsa di studio del CNR, ha iniziato la propria attività di studio e di ricerca presso l’Istituto di Coltivazioni Arboree della Università di Pisa. Nel 1967 ha conseguito la libera docenza e nel 1971 ha vinto il concorso per la omonima cattedra presso l'Università di Pisa. Ordinario di Coltivazioni Arboree dal '74 e di Arboricoltura Generale dal '86, è stato Direttore dell'Istituto di Coltivazioni Arboree dal '71 all '86 e del Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose “G. Scaramuzzi” dal 1989 al 1998.

Il professor Loreti dal '68 al '72 è stato membro del Comitato Scienze Agrarie del CNR, dal '76 all'88 Direttore della Sezione di Agraria della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e dall'80 all'87 membro del Comitato Consultivo per la ricerca scientifica del CUN. Ha trascorso diversi periodi di studio e ricerca all’estero, tra i quali un anno presso l’Università di California (Davis), dove ha condotto importanti e ancora validi studi e ricerche, come “post doctoral researcher”, con i proff. H.T.Hartmann e R.M. Sachs.

La carriera didattica ha riguardato lo svolgimento dei corsi di Frutticoltura, dal '67 al '69, di Coltivazioni Arboree, dal ‘69 e di Arboricoltura Generale dall’86, mentre l’attività scientifica è documentata da oltre 350 pubblicazioni a stampa. E’ stato co-autore del volume "Monografia delle principali cultivar di nettarine" (Ed. CNR) e di capitoli dei volumi: collana "Frutticoltura anni '80" (Ed. Reda), "La Toscana nella storia dell'olivo e dell'olio" (Ed. ARSIA), “Manuale di Peschicoltura” (Ed. Il Sole 24Ore-Edagricole”), "Le Nuove Frontiere dell'Arboricoltura"(Ed. Perdisa), “Il Pesco” (Ed. ART-Servizi Editoria), "The Peach" (Ed. CAB International).

Ha partecipato con contributi personali a numerosi congressi, convegni e simposi nazionali ed internazionali ed ha compiuto missioni di studio in Paesi europei ed extraeuropei. Ha organizzato e collaborato attivamente all'organizzazione di congressi, convegni e simposi nazionali ed internazionali su problemi di fisiologia e biologia applicata agli alberi da frutto ed ha svolto incarichi per il CNR, MiPAAF e MIUR. Dal 1982 al 1998 è stato coordinatore del Dottorato di Ricerca in Ortoflorofrutticoltura.

Il professor Filiberto Loreti, Ordine del Cherubino della Università di Pisa, ha ricevuto il premio internazionale “The Carroll R. Miller Award dall’American Society for Horticultural Science e il premio “Antico Fattore” dall’Accademia dei Georgofili. Il professor Loreti era socio e accademico di alcune Società e Accademie, tra le quali l'Accademia dei Georgofili, di cui era Presidente della Sezione Centro-Ovest e Accademico Emerito dal 2002, l'Accademia Nazionale di Agricoltura, l'Accademia Italiana della Vite e del Vino, l'Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’ Olio, l’Accademia di Agricoltura di Torino, la Società Orticola Italiana, l'International Society Horticultural Science, l'American Society of Plant Physiology, l'International Plant Propagator, l’American Pomological Society.

Il professor Loreti è stato sin dall’inizio della sua carriera un punto di riferimento importante per tutti i colleghi delle Scienze Agrarie e per l’Ateneo pisano. Stimato e apprezzato docente da generazioni e generazioni di studenti, ha lasciato sempre un ricordo indelebile nei suoi discenti per la instancabile e genuina passione con cui ha svolto la sua attività didattica e scientifica, senza mai dimenticare il profondo attaccamento alla famiglia e alla sua terra di origine, Tarquinia, a cui era legato da un amore profondo e che ora lo accoglierà per sempre.

Alla moglie Ida e alle figlie Stefania e Elena, apprezzate ricercatrici, va l’abbraccio affettuoso di tutta l’Università di Pisa.

copertina libroMarcella Aglietti e Carmelo Calabrò sono i due curatori del libro “Cittadinanze nella storia dello Stato contemporaneo” (Milano, 2017) recentemente pubblicato da Franco Angeli con licenza Creative Commons nella collana peer reviewed "Temi di storia - Open Access". Il libro, che raccoglie dodici saggi dedicati ai possibili modi in cui la cittadinanza ha preso forma durante l’età contemporanea, può essere scaricato gratuitamente sul sito dell’editore.

Marcella Aglietti insegna Storia delle istituzioni politiche all’Università di Pisa e come argomenti di ricerca si occupa di costruzione delle élite, delle istituzioni rappresentative e parlamentari spagnole e di riforme in materia di cittadinanza e naturalizzazione in età moderna e contemporanea. Carmelo Calabrò è professore a Pisa di Storia delle dottrine politiche e si interessa in particolare della storia della cultura socialista nel Novecento.

Pubblichiamo di seguito una breve presentazione del libro a loro firma.


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Il volume raccoglie il frutto delle ricerche effettuate da un gruppo di ricercatori provenienti dai Dipartimenti di Scienze politiche e di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa, grazie al finanziamento erogato dall’Ateneo con il bando PRA 2015 (Progetti di Ricerca di Ateneo).

Il progetto ha riguardato l’evoluzione del concetto di cittadinanza in una prospettiva comparata e nella sua rilevanza per lo studio dei meccanismi di costruzione dello Stato contemporaneo, avvalendosi degli strumenti epistemologici di discipline storico-politiche affini, ma dotate di metodologie di analisi proprie e, come tali, capaci di rappresentare la complessità della dimensione della cittadinanza.

Tra la fine del Settecento, poi più compiutamente durante la Restaurazione e fino alla crisi del sistema politico liberale, si avviò infatti un dibattito acceso su quali fossero le caratteristiche determinanti per fare un cittadino, chi dovesse essere riconosciuto membro effettivo della comunità nazionale di riferimento e, di conseguenza, potenzialmente dotato della capacità di partecipare alla politica e al governo del proprio Stato. Il discorso sulla cittadinanza ha risentito delle trasformazioni sociali, culturali ed economiche che hanno costretto gli Stati a fare i conti con il delinearsi delle società di massa. L’allargamento dei diritti politici appare insufficiente a governare le spinte provenienti dal mondo del lavoro e della contemporaneità globalizzata. Nei diversi contributi del volume, articolato in tre sezioni tematiche, attraverso un percorso tutt’altro che lineare dentro e fuori dai parlamenti, attraverso gli scritti di Paine o dei romanzi di Orwell, dalla Rivoluzione francese sino ad arrivare alle diseguaglianze del digital divide, si mettono in luce alcune delle congiunture giudicate più utili a stabilire inediti elementi di confronto.



Marcella Aglietti e Carmelo Calabrò

Giovedì 27 aprile nell'Aula Magna di Palazzo Matteucci si è tenuto un incontro finalizzato alla presentazione dell'archivio istituzionale dei prodotti della ricerca ARPI, quale strumento a disposizione della comunità accademica per raccogliere, valorizzare e conservare la produzione scientifica dell'Università di Pisa, incrementando al tempo stesso la visibilità dei ricercatori.

Tale piattaforma, adottata da oltre 60 Atenei italiani, rappresenta uno strumento centrale per i suddetti fini e per lo svolgimento di tutte le procedure di valutazione della ricerca, quali ASN, VQR, ecc. essendo interoperabile con il sito docenti del MIUR.

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L’incontro era rivolto a tutto il personale docente, con particolare riferimento ai professori di seconda fascia e ai ricercatori, per i quali sono state fornite indicazioni in materia dei finanziamenti per l’attività base di ricerca, secondo quanto previsto dalla legge di Bilancio 2017 n. 232 dell’11.12.16, art. 1 commi 295-305. L’incontro era inoltre rivolto a tutto il personale che nei dipartimenti svolge funzioni di referente e di supporto alle attività di ricerca.

Sono intervenuti il prorettore per la Ricerca nazionale, Claudia Martini, che ha aperto l’incontro con una breve introduzione sui temi riguardanti i finanziamenti per l’attività base di ricerca e sull’importanza di un utilizzo consapevole e corretto della piattaforma ARPI per la visibilità e la valorizzazione della produzione scientifica dell’Ateneo. A seguire, sono intervenute Gabriella Benedetti, che ha introdotto brevemente il tema dell’Open Access con alcuni cenni storici sul suo sviluppo e e sulle azioni concrete messe in atto nel tempo dall’Università di Pisa a sostegno dell’accesso aperto, e Simona Turbanti che si è soffermata sulle tematiche relative all’evoluzione in atto nella diffusione delle informazioni scientifiche, anche grazie alle nuove tecnologie e agli strumenti “social” evidenziando le caratteristiche di questi ultimi a confronto con la valenza e le funzioni degli archivi istituzionali.

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Nell’intervento dello staff Arpi, composto da Francesca Cecconi , Sandra Faita, Chiara Letta, Raffaella Sprugnoli, Simona Turbanti, sono state introdotte, con un approccio molto operativo, le caratteristiche della piattaforma Arpi e sono state descritte le procedure di deposito dei prodotti della ricerca e di caricamento degli eventuali allegati, nonché le complesse problematiche relative alla gestione delle licenze d’uso.

L’intervento conclusivo tenuto da Michele Padrone del Settore ricerca, composto fra gli altri dalla responsabile Cristiana Barghini e da Stefania Pasqualetti, ha evidenziato le disposizioni relative all’Open Access in relazione ai programmi Horizon 2020 e alla normativa che regola la diffusione dei risultati della ricerca finanziata per una quota pari o superiore al 50 per cento con fondi pubblici.

Guarda le slide di presentazione su "IRIS-ARPI l'archivio della ricerca dell'Università di Pisa"

Guarda il programma della giornata

Si è tenuta giovedì 27 aprile, al Polo di Porta Nuova, la Lectio Magistralis del professor Charles Eastman, ideatore, oltre che massimo esperto conosciuto e riconosciuto a livello mondiale, del rivoluzionario metodo Building Information Modeling (BIM), la metodologia innovativa per la filiera delle costruzioni, attualmente adottata, addirittura per legge, in diversi Paesi e divenuta da alcuni anni d’interesse strategico anche per l’Italia, poiché consente un notevole risparmio di costi e tempi di realizzazione rispetto a qualunque altro metodo tradizionale.

L’Università di Pisa diviene così il primo ateneo italiano a offrire un’occasione di tale risonanza internazionale nel settore delle costruzioni, promuovendo dall’interno della sua capacità formativa e di rapporto con il territorio e il mondo del lavoro, la lezione di un master come un’occasione aperta a tutti di conoscenza e incontro con un personaggio che, per il settore, ha il significato del padre della più importante innovazione a livello mondiale degli ultimi trent’anni.
Preceduto dai saluti delle istituzioni accademiche e cittadine, tra i quali quelli dei professori Alberto Landi, presidente della Scuola interdipartimentale di Ingegneria, e Umberto Desideri, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, l’intervento del “guru” mondiale del BIM è stato introdotto dal professor Paolo Fiamma, uno dei primi studiosi nell’università italiana del metodo del BIM e oggi direttore del master di secondo livello dell’Università di Pisa in “Building Information Modeling e BIM Manager”. A seguire la Lectio Magistralis sono state centinaia di persone, a dimostrazione dell’estremo interesse di questa nuova tendenza nel mondo delle costruzioni e non solo, molte delle quali provenienti anche da diverse parti d’Italia: rappresentanti della filiera delle costruzioni, accademici, studenti, aziende, professionisti e interessati richiamati dall’eccezionalità dell’evento.

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Proprio in un momento nel quale vi è grande attesa per il rilancio dell’economia del settore, assume un significato fondamentale la possibilità di comprendere, direttamente dal suo ideatore, cosa sia veramente il BIM e come possa essere adottato efficacemente anche in Italia. L’università di Pisa, rendendo pubblico l’incontro con Charles Eastman, intende offrire un contributo anche in questo senso all’attuale dibattito, riaffermando la centralità di un approccio culturale e scientifico al BIM, necessario, inoltre, per una sua adozione congruente, cioè indirizzata a vantaggio di tutti. Un tema tanto più attuale poiché il BIM è già oggi, secondo le norme dettate dall’Unione Europea, lo standard di progettazione e di modellazione per le nuove infrastrutture e quello da adottare per i nuovi appalti pubblici, e perché proprio in questi mesi è in corso il dibattito a livello nazionale su come e con quali modalità introdurre questa rivoluzione nel mondo degli appalti, delle costruzioni e della manutenzione degli edifici. A livello ministeriale è, infatti, insediata un’apposita Commissione per la digitalizzazione degli appalti pubblici, di cui il professor Fiamma è membro esperto di BIM.

L’approccio corretto per l’introduzione del BIM riguarda tutti gli aspetti della progettazione-costruzione-gestione di un manufatto, senza dare accenti particolari a una delle discipline o professionalità coinvolte, rispetto alle altre. Il vantaggio del BIM è appunto quello di considerarli secondo un approccio olistico, pur attivando ogni volta diverse e specifiche competenze integrate fra loro. Nel BIM, ogni processo o procedura è sempre strettamente correlato al cosiddetto modello tridimensionale orientato a oggetti, che rappresenta il contenitore di conoscenza. Non si può dunque fare l’operazione di ridurre il BIM a un semplice processo scritto in forma procedurale.

Il Bim è una ricerca in divenire, aperto a contributi diversi, che interessa sempre più ambiti di applicazione. Il BIM è una direzione e non un punto di approdo. Il BIM, che può valorizzare anche altri ambiti del settore industriale e manifatturiero, è considerato quindi una risorsa per le nuove realizzazioni ma anche per la manutenzione dell’esistente. Inoltre, è diffuso l’orientamento che l’Italia possa divenire anche il luogo di frontiera per studiare applicazioni del BIM ai beni culturali: ambiti di ricerca, dunque favorevoli per start up applicativi.
Per il nostro Paese, se applicato in modo corretto e congruente, il BIM può divenire non solo l’occasione di rilancio del settore delle costruzioni, ma anche una soluzione anti deficit in grado di permettere una radicale riduzione del debito pubblico. I risparmi ottenibili sulle opere e infrastrutture, quando il BIM è applicato da tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione di un intervento, può arrivare fino al 30%, poiché riduce gli sprechi, elimina gli errori progettuali prima della fase di cantiere, limita drasticamente le costose varianti in corso d'opera, offre certezza di controllo dei tempi e dei costi mantenendo costantemente aperta l’accessibilità dei dati a tutti gli operatori coinvolti.

Il Cus Pisa vola alle fasi finali dei Campionati Nazionali Universitari, in programma a Catania dal 9 al 18 giugno 2017. Per il secondo anno consecutivo le formazioni di calcio a 11 e calcio a 5 centrano l’obiettivo della qualificazione al prestigioso campionato, battendo nelle fasi di qualificazione avversari temibili come Cagliari, Perugia, Ferrara.

La squadra di calcio a 11 ha staccato il biglietto per Catania in terra sarda, al termine di una sfida equilibrata contro un avversario blasonato come il Cus Cagliari: allo stadio Sa Duchessa i tempi regolamentari sono finiti sul punteggio di 1-1, stesso risultato della gara di andata disputata a San Giuliano Terme e quindi il passaggio del turno è stato affidato alla lotteria dei calci di rigore (nei CNU non sono previsti tempi supplementari). C’è voluto un rigore ad oltranza per chiudere la doppia sfida a favore dei ragazzi di mister Timpani consegnando la vittoria ai pisani. “È un’emozione bellissima – ha commentato Luca Schittone, responsabile del calcio a 11 del Cus Pisa – aver vinto ma soprattutto essere riusciti a qualificarsi per il secondo anno consecutivo alla fase finale dei CNU. Abbiamo sfatato anche la maledizione dei calci di rigore che ci hanno visto sempre soccombere nelle ultime edizioni, quindi adesso festeggiamo pensando però già al prossimo obiettivo”.

Una qualificazione meritata anche per i ragazzi del Cus Pisa calcio a 5, che ha dimostrato tutto il proprio valore vincendo prima con il Cus Perugia e prevalendo poi per 4-2 con il Cus Ferrara sia nella gara d’andata che in quella di ritorno al Palacus. Una squadra molto affiatata che a Catania potrà schierare calciatori di qualità che consolideranno il già forte gruppo basato sugli atleti federali del Cus.

Non ce l’hanno fatta invece i ragazzi della selezione del rugby, pur avendo ben figurato al “concentramento” di Parma dove in unica giornata si sono disputate le gare che hanno deciso le formazioni per le finali. Adesso tutta l’attenzione e il tifo gialloblù si sposta sui “Cherubs” la selezione di basket del Cus Pisa che in gara 1 ha perso di misura a Torino (73-67), ottimo risultato in chiave qualificazione, aspettando il ritorno che si disputerà lunedi 15 maggio, alle ore 14.30, presso la struttura geodetica del Cus Pisa.

(fonte: Ufficio stampa CUS Pisa)

 

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CUS Pisa CALCIO A 5 (nella foto): Giacomo Bertoldi, Emilio Capozza, Luca Dodaro, Samuele Montorzi, Edoardo Taddeini, Francesco Gadducci, Andrea Nannicini, Alberto Pagano, Diego Randazzo, Andrea Bruni, Vito Scannapieco.
Dirigente: Guido Colonna; Allenatore: Valerio Vasile. 

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CUS Pisa CALCIO A 11 (nella foto): Filippo Aquinati, Marco Baglini, Filippo Bertelli, Nicola Burgalassi, Mattia Cicalini, Alexander De Luca, Enrico Del Gratta, Giorgio Dughetti, Francesco Giacovelli, Filippo Diti Laniyonu, Niscola Lusci Gemignani, Niccolò Meliani, Mattia Rizzato, Simone Scarpa, Federico Timpano, Lorenzo Russo.
Dirigente: Luca Schittone; Allenatore: Andrea Timpani; Massaggiatore: Ceccarini Bruno.

"Elio Toaff / (1915-2015) / Rabbino Capo di Roma / maestro e studioso / combattente per la libertà / uomo di pace e di dialogo / si è laureato all'Università di Pisa / il 5 luglio 1939". Recita così la targa apposta mercoledì 26 aprile nel Complesso ex Salesiani, all’interno del campus umanistico che si affaccia su via Santa Maria tra i dipartimenti di Civiltà e forme del Sapere e di Filologia, Letteratura e Linguistica. Alla cerimonia di intitolazione a Elio Toaff di una porzione del giardino – che ha compreso, come da tradizione ebraica, anche la collocazione di un albero, in questo caso un melograno - sono intervenuti Sandra Lischi, delegata del rettore per la Comunicazione e la diffusione della cultura; Pierluigi Barrotta, direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere; Fabrizio Franceschini, in rappresentanza del Dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica; Alessandra Veronese, direttore del Centro interdipartimentale di studi ebraici “Michele Luzzati”; i familiari di Elio Toaff, tra i quali il figlio Ariel Toaff, professore emerito dell’Università Bar-Ilan di Ramat Gan (Tel Aviv).

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Nella foto sopra, da sinistra: Pierluigi Barrotta, Alessandra Veronese, Ariel Toaff, Fabrizio Franceschini, Sandra Lischi

Oltre a sintetizzare gli aspetti peculiari della luminosa biografia e della straordinaria personalità di Elio Toaff, che è stato tra i principali punti di riferimento dell’ebraismo italiano contemporaneo, improntando tutta la sua vita al dialogo tra i popoli e le religioni, nonché all’affermazione della pace, la targa ricorda il rapporto che l’ex Rabbino Capo di Roma aveva con l’Ateneo pisano. Egli si era infatti laureato in Giurisprudenza all'Università di Pisa nel 1939, nel clima introdotto dalle leggi razziali, e aveva ricevuto nel 2006 il "Campano d'Oro", il prestigioso riconoscimento dell'Associazione dei Laureati dell'Ateneo Pisano (ALAP).

Proprio in quest’ultima occasione, accompagnato dall’ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e dalla sua consorte Franca (nella foto in basso), Elio Toaff aveva voluto sottolineare i legami che lo univano all’Ateneo “in cui ho passato momenti felici e anche momenti dolorosi, rivivendo l’atmosfera indefinibile che nell’Università di Pisa si sente, che è ancora qualche cosa di vivo, qualche cosa che mi sorprende per la profondità del sentimento”. Subito dopo, Toaff aveva rievocato le vicende che gli consentirono di arrivare alla laurea, nonostante le leggi razziali, grazie al supporto del professor Lorenzo Mossa: “nel 1938 nessuno voleva assegnarmi la tesi di laurea e quindi non avrei potuto laurearmi. Allora il professor Mossa mi invitò a casa sua e mi chiese: ‘lei ha abbastanza coraggio?’. Risposi: ‘penso di sì’. Allora Mossa propose: ‘guardi, potrebbe fare una tesi sul conflitto legislativo in Palestina fra la legislazione ottomana, quella inglese e quella ebraica’. Io accettai e così feci la mia tesi di laurea. Alla discussione, con Mossa, c’erano un altro professore di cui non ricordo il nome e il presidente della commissione Cesarini Sforza. Mossa mi presentò dicendo che avrei parlato di un paese che si stava avviando ad avere un destino felice e continuò su questo tono. A un certo punto, Cesarini Sforza si tolse la toga, la gettò sul tavolo e se ne andò. Io guardai stupito Mossa, non sapendo come si potesse procedere, e lui reagì a quello sguardo dicendo: ‘vabbé, si farà in due, è lo stesso’. Così continuammo la discussione della tesi di laurea e alla fine lui mi propose: ‘guardi 110 non glielo posso dare, si accontenta di 105?’. ‘Anche troppo’, replicai io. E lui: ‘allora le darò 103!’. Accettai felice”.
“Questi - concluse Elio Toaff - sono ricordi che non si possono cancellare e che si conservano per tutta la vita, finendo per far parte della stessa personalità di un individuo”.

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