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Nei giorni scorsi l’azienda americana Mimic, leader mondiale nella simulazione in chirurgia robotica, per mano del suo direttore in Europa, Andreas Koch, ha consegnato al centro EndoCAS dell’Università di Pisa il modulo software per la procedura di prostatectomia su realtà aumentata eseguito con l’ultima versione del sistema robotico da Vinci. La procedura è eseguita dall’urologo Vipul Patel, che opera presso il Florida Hospital nei pressi di Orlando e che in carriera ha eseguito oltre 8 mila prostatectomie in chirurgia robotica. Il pacchetto software simula le fasi più importanti dell’intervento, aumentando i video della procedura chirurgica reale con modelli virtuali dei bracci del robot. Offre inoltre esercizi sviluppati ad hoc.

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Andreas Koch ha spiegato all’Ing. Andrea Moglia, autore di studi di ricerca sulla simulazione in chirurgia robotica presso EndoCAS, che il motivo della donazione risiede nel lavoro svolto nell’ultimo anno dal centro pisano. Già in passato EndoCAS aveva beneficiato di simili donazioni da Mimic per i risultati conseguiti, ma in questo caso la ricerca svolta a Pisa è stata utile per lo sviluppo di una nuova versione del software, a breve disponibile.

Ricordiamo che il centro EndoCAS, nato per iniziativa del professor Franco Mosca e ora diretto dal professor Mauro Ferrari, si occupa di ricerca in vari ambiti della chirurgia assistita al calcolatore, tra cui la simulazione, potendo contare su simulatori di ultimissima generazione nel campo della chirurgia robotica, laparoscopica ed endovascolare, generosamente donati della Fondazione Arpa.

L'Associazione dei Laureati dell'Ateneo Pisano (ALAP) compie 50 anni, essendo stata fondata ufficialmente il 28 maggio del 1967 come atto formale e il 29 come prima riunione, nell'anniversario della battaglia risorgimentale di Curtatone e Montanara, in cui il battaglione universitario pisano si distinse conquistando la medaglia d'oro al valor militare della Repubblica Italiana. Tradizione, gloria e prestigio sono i tratti distintivi che, passando per l'eroico episodio della prima guerra d'indipendenza, uniscono la storia dell'Università di Pisa e quella dell'ALAP, costituendo un legame indissolubile che è stato sottolineato dal rettore Paolo Mancarella e dal presidente dell'ALAP, Paolo Ghezzi, intervenuti in rettorato insieme ad alcuni consiglieri dell'ALAP e alla delegazione del Senato Accademico dell'Ateneo, composta da Monica Lupetti, Massimo Caboara e Michele da Caprile, che sabato 27 maggio ha partecipato a Mantova alle celebrazioni di Curtatone e Montanara. Graditissima ospite è stata la bandiera tricolore, oggi custodita da privati, che dalla Sapienza si mosse per andare sui campi di battaglia a seguito degli studenti e dei docenti pisani.

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L'idea dell'ALAP nacque più di un anno prima della fondazione ufficiale, nel febbraio del 1966, durante una rimpatriata a Viareggio del Crocchio Goliardi Spensierati. In quella occasione, come riportato in occasione del trentennale dell'associazione, "tra un 'Bimbe di Pisa', intonato dall'autore Beppe del Genovese, e l'Inno goliardico, i partecipanti nominarono il Comitato promotore del raduno universitario per la costituzione dell'Associazione Laureati Ateneo Pisano. Ne fecero parte: Antoni, Bertellotti, Benedetti, Bicci, Da Cascina, Degli Innocenti, Frediani, Guccerelli, Socini Guelfi, Giovannini, Vallesi, Vatteroni e Volponi. Amorevolmente curato, il seme germogliò il 29 maggio dell'anno dopo in Sapienza, nel giorno storico del nostro Ateneo". L'Albo d'Oro riporta i nomi di 160 soci fondatori.

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Il primo presidente è stato Vincenzo Palazzolo (1967-1970), seguito da Ranieri Favilli (1970-1975), Fabio Tronchetti (1975-1990), Bruno Carlucci (1990-1992), Piero Puntoni (1992-1995), Guido Gelli (1995-2002), Attilio Salvetti (2002-2011), fino all'attuale Paolo Ghezzi, entrato in carica nel 2011.
L'ALAP costituisce la rete dei laureati pisani, con il suo straordinario insieme di eccellenze nei diversi campi delle istituzioni, delle professioni e della ricerca. Dal 1971, con l'assegnazione allo storico Roberto Ridolfi, a uno di essi viene annualmente conferito il "Campano d’Oro". Sono tante le figure di prestigio che hanno ricevuto nel tempo il prestigioso riconoscimento, nel campo delle istituzioni, della cultura e delle scienze, tra le quali si possono ricordare quelle dell'ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, del Premio Nobel, Carlo Rubbia, e del tenore Andrea Bocelli, oltre a studiosi e intellettuali della statura di Franco Rasetti, Enrico Avanzi, Mario Tobino, Tristano Bolelli, Giuliano Amato, Tiziano Terzani e Remo Bodei. Nelle ultime tre edizioni il Campano è stato assegnato all'egittologa Edda Bresciani, all'ingegner Paolo Dario e al chirurgo Franco Mosca.

Tra i soci onorari, accanto agli insigniti del "Campano d'Oro", figura l'illustre giornalista Indro Montanelli, che così rispose il 4 dicembre del 1979 alle richieste dell'ALAP: "Cercherò in tutti i modi di trovare il tempo per venire alla cerimonia dell'assegnazione, ma temo che non troverò quello di scrivere un articolo per il vostro numero unico: sono un povero forzato già costretto dal mio giornale a un lavoro che supera le mie forze, e sempre in arretrato col medesimo".

Un'altra attività che caratterizza l'ALAP è la pubblicazione della rivista "Il Rintocco del Campano", che ha l'obiettivo primario di trasmettere la realtà presente e la memoria dell’Università di Pisa, dei suoi principali personaggi e dei maestri che hanno fatto grande la scuola pisana. I direttori responsabili della rivista sono stati Rodolfo Bernardini fino al 1989, Guido Gelli dal 1990 al 2008, Brunello Passaponti dal 2009 al 2015, e dallo scorso anno Maurizio Vaglini.
Oltre a diversi eventi e manifestazioni, l'ALAP organizza ogni anno, in collaborazione con l'Ateneo, le "Nozze d'oro e d'argento con la laurea", un appuntamento in cui vengono festeggiati coloro che raggiungono il venticinquesimo e il cinquantesimo anniversario della loro laurea.

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"Oggi ricordiamo una ricorrenza importante nella vita della nostra comunità accademica - ha detto il rettore Paolo Mancarella - perché l'ALAP, con le sue diverse iniziative, contribuisce in maniera significativa a rafforzare i sentimenti di appartenenza e condivisione alla nostra Istituzione, favorendo nello stesso tempo lo scambio di esperienze e il trasferimento di conoscenze dai più anziani ai più giovani. Per questo, voglio esprimere un sincero ringraziamento al presidente Ghezzi e a tutti coloro che quotidianamente si impegnano per consolidare e sviluppare questa realtà".
"È un onore per me - ha concluso il presidente Paolo Ghezzi - poter presiedere l'ALAP nel suo cinquantesimo anniversario dalla costituzione. Cercheremo di caratterizzare questo appuntamento dando prospettiva futura all'associazione e formalizzando accordi di collaborazione con gli ex allievi della Scuola Normale Superiore e della Scuola Sant'Anna. Sono tre università prestigiose, cui ciascun laureato dovrebbe guardare con riconoscenza, e che hanno formato molte eccellenze del nostro Paese".

Nella foto al centro: il professor Vincenzo Palazzolo, primo presidente dell'ALAP, il professor Giovanni Polvani, presidente emerito del CNR e primo presidente onorario dell'ALAP, e il professor Alessandro Faedo, rettore dell'Università di Pisa, al tavolo della presidenza in occasione della fondazione dell'ALAP.

Nella foto in basso: la copertina del numero de "Il Rintocco del Campano" di gennaio-aprile 1998 dedicato al 150° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara.

Sabato 27 maggio, una delegazione dell'Università di Pisa ha partecipato alle celebrazioni per il 169° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara, organizzate dalla Città di Curtatone. Per l'Ateneo erano presenti i senatori Monica Lupetti, Massimo Caboara e Michele da Caprile, accompagnati da Roberto Picchetti. La cerimonia, davvero sentita e partecipata, si è svolta presso il monumento ai caduti, a Curtatone. Erano presenti, oltre al sindaco del comune mantovano e alle autorità civili e militari, i rappresentanti di molte associazioni culturali, nonché il sindaco del comune di Venafro, dove nacque Leopoldo Pilla. Per l'Università di Pisa è intervenuto Michele da Caprile, portando il saluto del rettore e della nostra comunità accademica.

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Il sacrario è collocato in uno dei luoghi dove, maggiormente, si concentrò la battaglia accanita e cruenta, tra il Canale Osone, il borgo di Curtatone e il Mincio. A difesa del ponte sull'Osone, i volontari toscani comandati dal De Laugier – e tra essi i professori e gli studenti riuniti nel Battaglione Universitario - scrissero una delle pagine più belle del nostro Risorgimento, resistendo molte ore ai reggimenti austriaci, ben superiori nel numero e nell'artiglieria. I professori e gli “scolari” pisani colmarono con il coraggio e con il sacrificio personale, la loro inesperienza militare. Molti caddero sul campo, come il valentissimo geologo Leopoldo Pilla, e molti altri furono feriti, come per esempio Giuseppe Montanelli, preso prigioniero al termine della strenua resistenza che, insieme ad altri, aveva opposto all'interno del mulino di Curtatone. Tutti loro avevano lasciato lo studio, le amate ricerche, l'allegria goliardica, per scrivere una pagina nuova, quella di una nazione finalmente unita.

La battaglia di Curtatone e Montanara ha lasciato una traccia indelebile in terra mantovana – basti pensare alle numerose strade dedicate ai volontari toscani – e, naturalmente, nel patrimonio ideale e culturale dell'Università di Pisa, nelle sue tradizioni più sentite.
Com'è noto, l'antico goliardo che indossano i nostri studenti, reca la punta mozzata a ricordo di quell'evento; mentre la bandiera tricolore di combattimento che il Battaglione Universitario ricevette a Reggio Emilia, poche settimane prima dello scontro finale, è conservata nel rettorato ed è stata recentemente restaurata.
Proprio partendo da questo legame profondo, la nostra delegazione ha preso parte alle celebrazioni, per esprimere la volontà dell'Ateneo pisano, non solo di mantenere viva e salda la memoria di quegli eventi e di chi vi ha partecipato, ma anche di concordare con il comune di Curtatone le modalità con cui continuare a preservare e a mantenere il sacrario. Il monumento, infatti, necessita di lavori di restauro che ne blocchino il degrado e ne salvaguardino le strutture, anche in vista dell'importante appuntamento del 170° anniversario della battaglia, nel 2018.

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L'Associazione Battaglione Universitario, costituita alcuni anni fa proprio a quello scopo, è purtroppo in via di scioglimento, poiché gli altri atenei fondatori hanno recentemente manifestato la volontà di non proseguire in questa esperienza. Un peccato. Per questo motivo, il rettore Paolo Mancarella e il Senato Accademico hanno recentemente deciso, invece, di mantenere saldo e continuare il nostro impegno: i caduti non devono morire due volte. Inoltre, il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali si è offerto di predisporre un progetto per la manutenzione, ordinaria e straordinaria, delle aree a verde del monumento.

Sono numerose le idee di impresa nate dalla settima edizione del PhD+, il programma dell’Università di Pisa che, attraverso seminari, attività di coaching e incontri con mentors, insegna a valorizzare la propria ricerca scientifica, fare innovazione e sviluppare lo spirito imprenditoriale tra i giovani. Degli allievi iscritti a questa edizione del PhD+, 22 hanno presentato i loro progetti nel corso dell’evento conclusivo, tenutosi il 25 maggio nell’Aula Gerace del dipartimento di Informatica, dove ha portato i suoi saluti il professor Marco Raugi, prorettore per la Ricerca applicata e il trasferimento tecnologico dell’Ateneo pisano.

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I primi quattro classificati, selezionati dopo un pitch di 5 minuti, avranno ora l’opportunità, offerta dall’Università di Pisa, di perfezionare la propria idea imprenditoriale prendendo parte a un prestigioso corso di accelerazione d’impresa, che si terrà il prossimo luglio nella Silicon Valley. Tutti i finalisti potranno invece presentare il proprio progetto nato dal PhD+ al Campus Party, il festival promosso da CRUI e MIUR che si svolgerà dal 20 al 23 luglio a Milano. Festival in cui talenti, istituzioni, aziende, università e communities collaborano per promuovere l’innovazione e il cambiamento.

Grazie alle competenze acquisite durante il corso e alle loro idee imprenditoriali, i giovani hanno ideato progetti originali e innovativi che, nel caso dei primi quattro classificati, riguardano: un dispositivo medico, un sistema di videosorveglianza, un circuito monetario integrato e uno spray per la produzione di condimenti dolci e salati. I 22 progetti presentati provengono dalle aree disciplinari più diverse, quali Life science (5), Economics (2), Computer Science (2), ICT (8), Humanities (3), Agrifood (1) ed Energy (1).

I quattro vincitori:

Virginia Bacchereti, laureata in Ingegneria biomedica, è stata selezionata per il progetto “Medical devices for cool therapy”. L'idea consiste in dispositivi per la terapia utilizzata in ambito post-traumatico e post-chirurgico, costituiti da una fascia regolabile in tessuto traspirante e ipoallergenico all'interno del quale sono inseriti elementi di raffreddamento precedentemente solidificati. Questi dispositivi sono previsti per diverse parti anatomiche (spalla, gomito, polso, ginocchio e caviglia ecc.).

Pietro Carra ed Elisa Ferrari, laureandi di Fisica, hanno vinto con il progetto "Smart panopticon", che propone la realizzazione di sistemi di videosorveglianza basati su reti neurali ottenute tramite algoritmi di apprendimento automatico implementati attraverso "Array Field Programmable Gate Arrays" (FPGA). Questi algoritmi hanno raggiunto ad oggi prestazioni molto elevate, consentendo la realizzazione di sistemi di sorveglianza in grado di riconoscere comportamenti a rischio sulla base delle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza. Un sistema di videosorveglianza così progettato è rivolto alle aziende interessate ad aumentare la sicurezza, alle pubbliche amministrazioni ma anche a privati cittadini e a tutti coloro che abbiano necessità di sorvegliare grandi aree.

Gianluca Biggi, laureato di Economia ha presentato il progetto Pagoinlire.it, un circuito monetario integrato, una comunità di imprese, persone ed enti pubblici basata su una moneta complementare: i crediti Lire. Attraverso il circuito, gli acquisti sono ripagati con l’offerta di propri prodotti o servizi, consentendo di risparmiare liquidità in cassa e di ridurre gli oneri finanziari. La piattaforma del circuito offre, oltre al tradizionale home banking per la visualizzazione del proprio saldo in Crediti, la possibilità di effettuare pagamenti tramite SMS, mobile App ed apposite API, con le quali è possibile inserire il pagamento in Crediti nel proprio E-commerce. La piattaforma prevede inoltre un marketplace attraverso cui ricercare attività che accettino crediti come pagamento e pubblicare offerte di vendita.

Anita Nari, dottoranda di Scienze agrarie, è stata selezionata per il progetto "Innovative sprays to the aromas of the Earth”. L'idea è quella di creare spray che trasformino cibi particolari in un prodotto schiumoso per proporre una nuova gamma di condimenti con qualità salate e dolci, attraverso un piccolo contenitore in grado di montare istantaneamente un liquido e ottenere un composto schiumoso da lanciare sul mercato internazionale grazie alla sua comodità e resistenza. Sebbene si tratti di una tecnologia già nota sul mercato, innovativa è l’applicazione che ne viene proposta.

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Ne hanno parlato: 
Corriere Imprese Toscana 
InToscana.it
PisaInformaFlash.it 
gonews.it  
PisaToday.it

Si sono svolti lo scorso week end a Genova, sul campo di gara di Prà, i Campionati Nazionali Universitari di Canottagio 2017. Un’edizione che ha visto grandi protagonisti il CUS Genova e il CUS Pavia che per la prima volta non ha dominato le gare universitarie cedendo il primo posto nella classifica generale proprio ai padroni di casa.

La selezione del Cus Pisa torna da Genova con 4 medaglie: 2 bronzi per Gianluca Manfredini (Singolo maschile 500 e 2000 m) e 2 medaglie d'argento per Emma Torre (singolo femminile 500 m. e 2000 m.). Una sfortunata Arianna Mazzoni non riesce a salire sul podio, conquistando per ben due volte il 4° posto, nel singolo femminile 500 m e nel doppio in coppia con Emma Torre. “Complimenti agli atleti – dichiara Mario Gioli, responsabile della sezione Canottaggio del Cus Pisa – che si sono fatti valere nelle acque di Genova. Quattro medaglie sono un buon risultato se si tiene conto che tanti nostri big hanno deciso di non partecipare perché impegnati con il ritiro della Nazionale in preparazione degli Europei e delle altre gare internazionali in programma”. (Fonte Ufficio stampa e comunicazione CUS).

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Emma Torre con Antonio Giuntini, consigliere federale FIC Pisa

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Gianluca Manfredini con il vicepresidente del CUSI Eugenio Meschi.

Damiano Marchi e Giovanni Boschian, docenti del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, in collaborazione con antropologi della Sapienza Università di Roma, tra cui Giorgio Manzi, e dell’Università di Firenze, hanno ottenuto un finanziamento di 398.361 euro per il progetto “Rediscovering Altamura: advanced multidisciplinary investigations on the skeleton from the Lamalunga cave, Italy. The KARST project (Knowing the Altamura man thRough Science & Technology)”. L’obiettivo è studiare il fossile scoperto nel 1993 in una cavità carsica dell’Alta Murgia, presso Altamura (BA), conosciuto come l’“Uomo di Altamura”, che potrebbe essere il più completo scheletro di Neanderthal mai scoperto e il più antico esemplare da cui DNA endogeno sia stato estratto. Nonostante l’importanza di questo reperto, esso si trova tutt’ora nella grotta dove è stato rinvenuto ed è largamente incorporato in concrezione calcaree. Recentemente è stato possibile stabilire la cronologia del reperto che è compresa tra 172.000 ± 15.000 a 130.000 ± 2.000 anni fa.

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Il fossile avvolto nelle concrezioni calcaree.

Il progetto ha una durata di tre anni, unisce le competenze dell’Università di Pisa, della Sapienza Università di Roma e dell’Università di Firenze, oltre a collaboratori esterni che operano sia in Italia che all’estero e in piena sinergia con la Soprintenenza Archeologia pugliesee intende effettuare un’indagine multidisciplinare che includa cronologia, biologia scheletrica, tafonomia ed ecologia. “La maggior parte delle ossa dello scheletro sono visibili sotto la concrezione calcarea, rendendo l’esemplare di Altamura uno dei rari esempi di scheletro ominino virtualmente completo prima dell’avvento delle sepolture intenzionali”, ha spiegato il professor Damiano Marchi, coordinatore del gruppo di Pisa.

Questo progetto utilizza un approccio multidisciplinare allo studio dell’“Uomo di Altamura” in modo da aumentare le nostre conoscenze dell’evoluzione umana in Europa durante il Peistocene Medio e Superiore. Il progetto ha anche l’importante scopo di promuovere la conservazione e la futura musealizzazione di questo importante reperto fossile.

La prima fase della ricerca consisterà in un periodo di monitoraggio della grotta di Lamalunga per determinarne il microclima. In seguito, si effettuerà uno studio preliminare in-situ delle ossa per acquisire i primi dati e determinare la fattibilità dell’estrazione delle varie ossa. Una volta pianificata e portata a termine l’estrazione, in laboratorio i reperti verranno sottoposti ad acquisizioni digitali ad alta risoluzione (micro-TAC, sincrotrone) a cui seguirà un dettagliato studio morfologico e funzionale. Verranno effettuate anche analisi del DNA antico, isotopiche e della morfologia dentale. L’ultima fase del progetto prevede la creazione delle condizioni ideali per la coservazione e la musealizzazione del reperto.

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Territorio sopra la grotta di Lamalunga.

 

Il professor Tommaso Simoncini, professore di Ginecologia e Ostetricia al dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa e direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia 1 dell’Aoup, è stato eletto presidente della Emas-European menopause and andropause society durante l’11º congresso tenutosi recentemente ad Amsterdam, che ha radunato oltre mille partecipanti da oltre 70 Paesi del mondo.

La Emas è la principale società scientifica europea che si occupa della salute della donna, ed in particolare dei problemi legati alla menopausa e all’invecchiamento. È particolarmente attiva nel promuovere la ricerca e l’aggiornamento professionale in questa area attraverso innovativi canali digitali e multimediali e ha lanciato programmi di educazione medica avanzata nel campo della salute della donna per i principali paesi europei. Emas è anche particolarmente attenta allo sviluppo dei giovani ricercatori, per i quali ha creato un programma di tutoraggio a distanza chiamato Jump-Junior mentorship program. La società scientifica promuove anche campagne di sensibilizzazione mirate allo sviluppo di una moderna medicina di genere e a creare strumenti per abbattere gli ostacoli in campo sociale e professionale che interessano il sesso femminile, collaborando con gruppi di interesse in tutta Europa. (Fonte Ufficio Stampa AOUP).

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Nella foto: il professor Simoncini insieme al past-president, la professoressa Irene Lambrinoudaki, dell’Università di Atene.

Cosa hanno in comune un gruppo di giovani studenti dell’Università di Pisa, recentemente protagonisti di un esperimento scientifico nella base spaziale di Kiruna in Svezia, e Kristian Ghedina, il discesista italiano più premiato nella storia della Coppa del Mondo di sci alpino? La risposta è la “passione”, quella che è stata raccontata il 25 maggio al Polo Fibonacci, nel corso dell’evento intitolato “Follow your Passion” in cui i protagonisti sono stati proprio i ragazzi dell’U-PHOS team e lo sciatore Ghedina. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’azienda Dainese, leader nella protezione e sicurezza nel mondo degli sport dinamici e main sponsor di U-PHOS.

L’incontro è nato per divulgare i risultati dell’esperimento svedese: il filo conduttore della mattinata è stata la “passione” con cui si affrontano le sfide più imponenti e si raggiungono traguardi ritenuti impossibili. Nell’occasione sono intervenuti anche la professoressa Antonella Del Corso, prorettrice per gli studenti che ha portato i saluti del rettore Paolo Mancarella, Marcello Bencini di Dainese e Kristian Ghedina, che ha raccontato la sua esperienza di campione sportivo.

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L'U-PHOS team
Per la seconda volta consecutiva, un gruppo di studenti dell’Università di Pisa ha partecipato al programma REXUS/BEXUS montando il proprio esperimento sul razzo sonda che è volato lo scorso 16 marzo dalla base Spaziale Esrange di Kiruna, al nord della Svezia. Gli studenti del team U-PHOS hanno lavorato intensamente per due anni e, al momento del lancio, hanno ottenuto un risultato “100% successful”. L’esperimento voleva dimostrare il funzionamento in condizioni di milligravità di una PHP (Pulsating Heat Pipe), un tubo di diametro millimetrico ripiegato con, all’interno, un fluido bifase. Questo dispositivo di scambio termico, caratterizzato da una grande semplicità produttiva e quindi un basso costo che determina poi un coefficiente prestazioni-costo molto alto, si è dimostrato funzionante anche se il team sta ancora analizzando i dati ottenuti.

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Il team U-PHOS dell’Università di Pisa è l’unico italiano a essere stato selezionato nella categoria “Rocket” dall’ESA, ramo Educational e ad aver partecipato alla Campagna di lancio a marzo 2017. Inoltre, dalle statistiche del programma REXUS/BEXUS, i gruppi studenteschi italiani che nella storia hanno lanciato un esperimento sul razzo sonda sono stati cinque, due dei quali sviluppati all’Università di Pisa (PHOS e U-PHOS), segno di un forte interesse dell’Ateneo a partecipare a progetti di ricerca scientifica spaziale.

I componenti del team pisano, supportato dal dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC), dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) e dal Dipartimento di Ingegneria civile e industriale (DICI), sono 19: Pietro Nannipieri, Giulia Becatti, Alessandro Viglione, Eugenio Ferrato, Andrea Catarsi, Paolo Di Giorgio, Lorenzo Quadrelli, Lorenzo Barsocchi, Pietro Guardati, Federico Nesti, Francesco Zanaboni, Martina Anichini, Stefano Piacquadio, Gabriele Meoni, Paolo Fattibene, Edoardo Pratelli, Luca Buoni, Edoardo Mancini, Federico Celi. I professori a supporto del progetto sono Sauro Filippeschi, Luca Fanucci, Federico Baronti, Paolo Di Marco, Salvo Marcuccio, Carlo Bartoli.

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Per altre informazioni su U-PHOS:

https://www.facebook.com/events/1881796002037440/?fref=ts
https://www.facebook.com/uphosproject/
http://www.uphos.ing.unipi.it/it/

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copertina libroA sette anni dalla scomparsa, esce per Einaudi un inedito di Francesco Orlando, grande teorico della letteratura e illustre docente dell'ateneo pisano.
Francesco Orlando ha insegnato a Pisa dal 1982 al 2006, ottenendo nel 1995  il conferimento della prima cattedra italiana di teoria della letteratura. A curare il volume Il soprannaturale letterario. Storia logica forme sono i suoi allievi Stefano Brugnolo, anche lui professore all'Università di Pisa, e Luciano Pellegrini insieme a Valentina Sturli.

Pubblichiamo di seguito una presentazione del volume a firma di Stefano Brugnolo.

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È uscito il due maggio presso Einaudi un nuovo libro di Francesco Orlando Il soprannaturale letterario. Storia logica forme. È il primo inedito, che viene pubblicato a sette anni dalla morte dello studioso.

Per vent'anni Orlando ha studiato e tenuto corsi su questo tema, ma a parte un breve testo apparso nel primo volume dell'opera collettiva Il romanzo, a cura di Franco Moretti (Einaudi, 2001), non era rimasta altra traccia scritta ed edita di quel suolavoro che pure aveva lasciato tanti vividi ricordi in generazioni di studenti pisani. I curatori del volume (Stefano Brugnolo, Luciano Pellegrini, Valentina Sturli) hanno lavorato per riportare alla luce e proporre ai lettori una ricerca che era giunta ad un punto notevole e pressoché conclusivo di elaborazione. Lo hanno fatto lavorando prima di tutto sulle registrazioni di un corso dell’anno accademico 2005-2006, audioregistrato da Giuseppe Zaccagnini, ma anche su altro materiale (scalette, appunti, ecc.).

Come è noto Orlando preparava con estrema cura i suoi corsi che si basavano su uno schema assolutamente chiaro e ben articolato. Non solo: questo schema costituiva già in nuce l’indice di quello che poi sarebbe diventato un libro, concepito e articolato, come gli altri, prima di tutto nei corsi universitari. Il volume che esce ora per Einaudi può essere pensato come il primo tentativo di proporre una teoria sistematica del soprannaturale dopo quella di Tzvetan Todorov nel suo libro La letteratura fantastica (1970). A distanza di 47 anni esce dunque un saggio che rimette in discussione certe assunzioni di Todorov e comunque dialoga da pari a pari con lui. Ci piace pensare che da questo momento in poi saranno molti gli studiosi di quella enorme galassia che passa sotto il nome generico di fantastico che potranno avvalersi utilmente di questo nuovo studio orlandiano così pieno di spunti pratici.

Ma va subito aggiunto che anche in questo caso Orlando non si limita a fare teoria ma propone singole e serrate analisi di opere e autori capitali della nostra tradizione: da Dante a Ariosto, fino a James e Kafka, passando per Goethe e i fratelli Grimm. I testi sono riconsiderati secondo la nuova prospettiva teorica proposta che si dimostra capace di rivelare imprevisti livelli di significato. Vale infine la pena di ricordare un ultimo aspetto che rende questo libro speciale: proprio perché è ricavato dai corsi di Orlando esso reca testimonianza delle sue capacità di didatta e oratore. I lettori pisani che l'hanno conosciuto e frequentato potranno perciò apprezzare più e meglio degli altri la straordinarietà di una voce che ancora rimpiangiamo di non poter più ascoltare.

Stefano Brugnolo

Ci sono anche i bioingegneri dell’Università di Pisa fra i padri dell’Homo Creatus che da maggio fa ufficialmente parte dell’esposizione permanente del “Museon”, il Museo della Cultura e della Scienza de L’Aia nei Paesi Bassi. 

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Accanto ai modelli dell’Homo Neanderthalensis, dell’Homo erectus, dell’Homo habilis e di Lucy, l’Homo Creatus rappresenta l’ultimo step dell’evoluzione umana e mostra tutte le parti del corpo che possono essere ricostruite e rigenerate grazie alle più recenti tecniche di biofabbricazione e stampa tridimensionale bio-inspirata come ad esempio strutture ossee, cartilagini o condotti vascolari. A svilupparlo è stato un pool di venti istituti di ricerca europei selezionati dal Ministero della Cultura e della Scienza olandese che rappresentano l’eccellenza del settore. E fra questi anche il gruppo di Biofabrication diretto dal professore Giovanni Vozzi del Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa che ha realizzato e donato le costole in resina biocompatibile.

“Devo ammettere che inizialmente la richiesta da parte del Museon di partecipare alla realizzazione di Homo Creatus - racconta Giovanni Vozzi- mi lasciò un po’ interdetto. Infatti , riuscire a trasmettere al pubblico senso dell’evoluzione umana e della scienza applicata alla salute dell’uomo semplicemente tramite l’esposizione di parti anatomiche ricostruite tridimensionalmente con materiali similari biocompatibili mi sembrava di difficile lettura per un pubblico non sempre avvezzo alle nuove scoperte scientifiche”.homo creatus


La scelta concordata con i partner europei è stata quindi quella di realizzare accanto all’Homo Creatus un vero e proprio percorso interattivo per mostrare il grande lavoro che c’è dietro la realizzazione di ogni singola protesi, ma anche tutti i limiti delle attuali tecnologie biomedicali. Grazie a dei touch-screen, i visitatori possono così toccare le varie parti del corpo che sono riproducibili, vedere come si realizzano le protesi e persino stamparne in diretta alcune in 3D.

“Per me ed il mio gruppo è stato emozionante partecipare a questo progetto perché abbiamo cercato per quanto di nostra competenza di rendere più facilmente comprensibile il nostro lavoro di ricerca e di sperimentazione - ha concluso Vozzi - il Centro Piaggio dell’Ateneo è uno dei pochi in Italia che porta avanti la ricerca nell’ambito della Biofabrication e posso anche affermare con certezza che è stato anche il primo ad aver aperto la strada a questa nuova branca della ricerca, dal momento che nel 2010 fui l’unico ricercatore italiano a partecipare attivamente in qualità di socio fondatore alla istituzione della International Society for Biofabrication”.

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