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On 11th and 12th May the EU-funded Project PARSIFAL (“Prandtlplane ARchitecture for the Sustainable Improvement of Future AirpLanes”) has moved his first official step towards its final goal: “to lay down the basis for the introduction of such innovation in the present air transport system”.

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The kick-off meeting has been hosted by the Galilei International Airport in Pisa (Italy), where the PARSIFAL Consortium has discussed its vision “to have people flying on PrandtlPlane aircraft in the coming years” together with the Project Officer Dr. Daniele Violato of the European Commission Innovation and Networks Executive Agency, and the Advisory Board members of the project. Dr. Gina Giani, CEO of Tuscany Airports and member of the External Experts Advisory Board, welcoming the participants, has underlined the importance of Parsifal project to support the increment of the future air transport and sustain a greener aviation.

“For the time horizon beyond 2030 Airbus sees the need to seriously consider disruptive configurations which may trigger a step change towards future product ambitions beyond the evolutionary potential of classical configurations” commented Mr. Daniel Reckzeh (Airbus Germany). Moreover, the Advisor from Leonardo Aircraft Division (Italy), Dr. Aurelio Calcedonio Boscarino, underlined how “the project is a great opportunity to investigate the feasibility of technological building blocks for different aircraft categories, ranging from the regional turboprop aircraft to large turbofan airplanes”.

The PrandtlPlane is characterized by a box-wing configuration, which is able to give the innovative aircraft more aerodynamic efficiency and lower fuel consumption, paving the way for a new “family of airplanes” which, for the same size, will be able to carry more passengers and cargo. More information are available on the project website www.parsifalproject.eu. (PARSIFAL Project Press Release).

Un ruolo di primo piano a livello europeo nella gestione e trattamento delle malattie rare, con una leadership nel settore delle malattie muscolo scheletriche e del tessuto connettivo. È quanto ha conquistato l’Aoup nell’ambito degli ERN-European Reference Networks, ossia reti fra centri di eccellenza europei che erogano cure, con laboratori di ricerca e un’organizzazione che supera i confini del singolo Stato. Queste reti sono state create dalla Commissione Europea, in accordo con la Direttiva sul diritto dei malati alle cure transfrontaliere, nell’ambito delle malattie rare e complesse, e hanno ricevuto l’approvazione formale a dicembre 2016 e la certificazione ufficiale a marzo scorso a Vilnius, in una due-giorni di dibattito con 400 membri fra clinici e pazienti.

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Nella foto: la prof.ssa Marta Mosca con Vytenis Andriukaitis, European Commissioner Health Food and Safety durante la cerimonia di premiazione degli ERNs a Vilnius, Lituania.

Un atto che ha sancito l’avvio delle loro attività, orientate il più possibile a condividere le conoscenze e l’esperienza clinico-assistenziale maturata in ogni singolo settore, garantendo a ciascun paziente gli stessi protocolli terapeutici in tutto il territorio dell’Unione Europea ed evitando quindi faticosi e dispendiosi spostamenti da un centro all’altro. Un modus operandi che rappresenta una svolta epocale nel mondo delle malattie rare. In tutta Europa le reti individuate, divise per gruppi di patologie rare, sono 24, di cui solo 2 in Italia, e uno di questi network vede appunto l’Aoup in prima fila. Si chiama ReCONNET e riguarda le malattie muscoloscheletriche e del tessuto connettivo. Coordinatrice è la professoressa Marta Mosca (nella foto), direttore dell’Unità operativa di Reumatologia dell’Aoup e Coordinatrice è la professoressa Marta Mosca, docente del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale.

“Le malattie rare del connettivo – spiega la reumatologa - includono un’ampia gamma di patologie, caratterizzate da coinvolgimento multi organo e andamento cronico che richiedono la collaborazione multidisciplinare di una vasta gamma di professionisti. Si tratta di condizioni che possono avere un importante impatto sulla qualità di vita dei pazienti e associarsi ad alti tassi di morbilità e mortalità se non precocemente trattati”. Di qui l’importanza di un approccio tempestivo e multiprofessionale. Per dare il via alle attività del network “ReCONNET” venerdì 26 maggio, alle 16.30, si terrà un incontro nell’Aula magna della Scuola Medica dell’Università di Pisa. Sarà il Kick-off Meeting inaugurale, cui seguiranno due giorni di lavori, il 27 e 28 maggio, al Grand Hotel Duomo di Pisa. (Fonte Ufficio stampa AOUP).


Migliorare il profilo professionale degli studenti e dare a docenti e imprenditori le competenze che consentano loro di adattarsi tempestivamente ai nuovi trend di sviluppo. È questo l’obiettivo del progetto beFORE, a cui partecipa anche il dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa e che è stato finanziato nell’ambito di Erasmus+ con circa 750 mila euro, di cui 112 mila destinati all’Ateneo pisano. Il progetto beFORE “Becoming Future-Oriented Entrepreneurs” ambisce a trasformare i sistemi di educazione all’imprenditorialità adottati dalle università, quelli di formazione del personale adottati dalle aziende e di creazione di impresa, grazie all’adozione di un’ottica orientata al futuro.

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“Grazie a questo progetto – dichiara il professor Gualtiero Fantoni, docente dell’Ateneo pisano – saranno sviluppati percorsi formativi in modalità e-learning composti da una matrice comune e da approfondimenti specifici focalizzati sulle esigenze tipiche dei target group di riferimento ossia gli studenti, i docenti e gli imprenditori, i quali acquisiranno le metodologie e le abilità (skill) necessarie ad analizzare e comprendere gli scenari futuri che si aprono con lo sviluppo delle nuove tecnologie e connessi agli andamenti di mercato”.

Tra i partner di progetto c’è anche Erre Quadro, spin-off dell’Università di Pisa, la quale contribuisce portando la sua pluriennale esperienza nell’analisi dei brevetti e nel foresight tecnologico. Il progetto, finanziato nell’ambito dell’Erasmus+ Knowledge Alliances, coinvolge università, istituti di ricerca e imprese di quattro paesi: Italia, Germania, Spagna e Polonia. Il capofila è The Institute for Sustainable Technologies - National Research Institute di Radom in Polonia, mentre gli altri partner sono università e aziende che si occupano di entrepreneurship o foresight, nello specifico Università di Mondragon, Libera Università di Berlino, Università di Białystok e le aziende Erre Quadro, Valuedo, Aveniture, Prospektiker e 4CF.

Lo scorso 10 maggio a Seattle, nell’ambito della conferenza internazionale “IEEE Radar Conference”, una delle più importanti del settore, il prestigioso Barry Carlton Award è stato assegnato a una ricerca frutto della collaborazione tra il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Università di Pisa e il Georgia Tech Research Institute (GTRI) di Atlanta, che ha fatto compiere un deciso passo in avanti alla teoria e alle tecnologie delle rilevazioni radar.

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Nella foto, da sinistra: Joe Fabrizio, del DSTG di Adelaide, Australia, e vice-Presidente Esecutivo della IEEE Aerospace and Electronic Systems Society (AESS), che ha consegnato il premio, Fulvio Gini e Maria Sabrina Greco, del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università Pisa, e Jim Sangston, del Georgia Tech Research Institute di Atlanta.

L’articolo premiato, “Coherent radar target detection in heavy-tailed compound-Gaussian clutter”, a firma dei professori Fulvio Gini e Maria Sabrina Greco del DII e al Dr. Jim Sangston del GTRI, propone un metodo innovativo per rilevare e riuscire a distinguere, in un segnale radar, i segnali di disturbo, provenienti dall’ambiente, dai segnali utili allo scopo, per esempio quelli che rilevano la presenza di oggetti, navi o veicoli aerei, nello spazio dove viene inviato il segnale.

“Quando un sistema radar lancia un segnale nell’ambiente – spiega Fulvio Gini – è possibile stabilire dall’analisi del segnale di ritorno quali oggetti ha incontrato sul suo cammino, secondo modelli statistici che però fino ad ora non riuscivano ad avere sempre un grado di accuratezza utile per tutti i possibili scenari operativi. Il nostro gruppo ha iniziato ripensando il modello, in modo che fosse più complesso e aderente alla realtà. Abbiamo poi verificato che gli algoritmi di questo modello sono implementabili su sistemi radar senza aumentarne eccessivamente la complessità, permettendo così una mappatura delle zone coperte del segnale molto più accurata e realistica. Questa ricerca influenzerà sicuramente il progetto dei sistemi radar avionici e satellitari di nuova generazione, ad alta risoluzione”.

Il Barry Carlton award è un premio assegnato annualmente agli autori del miglior articolo di ricerca pubblicato su IEEE Transactions on Aerospace and Electronic Systems, la più rinomata rivista internazionale dedicata ai sistemi radar e aerospaziali.

Un Ateneo fortemente attrattivo, con quasi la metà dei laureati magistrali proveniente da fuori regione, che assicura percentuali occupazionali più alte e maggiori guadagni rispetto sia alla media toscana che a quella nazionale. È questa, in estrema sintesi, la fotografia dell'Università di Pisa che emerge dal XIX Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato a Parma negli scorsi giorni da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario al quale aderiscono 74 atenei.

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I laureati 2016 dell'Università di Pisa coinvolti nel Rapporto sono stati 6.844: si tratta di 3.643 di primo livello, 2.248 magistrali biennali e 924 a ciclo unico; i restanti sono laureati pre-riforma. Più di un terzo di loro (34%) arriva da fuori della Toscana, quota che sale al 44% per quanto riguarda i magistrali biennali, anche se Pisa rispetto al dato regionale e a quello nazionale registra una quota più bassa di laureati con cittadinanza estera. I laureati pisani sono inoltre più bravi dei loro colleghi, avendo un miglior voto medio di laurea, ma più lenti, con una minore percentuale di studenti che riescono ad acquisire il titolo di laurea entro gli anni di corso. Altri aspetti con qualche criticità, soprattutto ai fini della prospettiva occupazionale, riguardano la percentuale di studenti che svolge tirocini curriculari, che si reca all'estero per studiare e che associa allo studio altre esperienze di lavoro.
Sostanzialmente in linea con i dati toscani e italiani, i laureati dell'Ateneo pisano si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria e del rapporto costruito con i docenti, con una percentuale che tocca rispettivamente l’86% e l'83%. Sette su dieci si iscriverebbero di nuovo all’università, confermando sia il corso di studio che l’ateneo (in Toscana tale percentuale è del 69% e in Italia del 68,1%).

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L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 12.362 laureati dell'Università di Pisa. I dati si sono concentrati sull’analisi delle performance dei laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2015 e contattati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati magistrali biennali usciti nel 2011 e coinvolti dopo cinque anni.
Il tasso di occupazione dei laureati triennali a un anno dalla laurea - che comprende anche la quota di coloro che sono in formazione retribuita, secondo le indicazioni dell’Istat - è del 70%, migliore di due punti sulla rilevazione dello scorso anno. Il 30% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti), mentre il 16% svolge un’attività autonoma effettiva (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori e così via). Il dato positivo è che la retribuzione media dei laureati pisani, di 1.123 euro mensili netti, è superiore a quanto guadagnano in media i colleghi della Toscana (1.081 euro) e dell'Italia (1.104 euro). Poco più della metà di questi laureati, considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che viene effettivamente svolto.
Il tasso di occupazione sale al 74% per i laureati magistrali biennali dell'Ateneo pisano, un dato migliore rispetto a quello toscano (73%) e italiano (71%). Più alta è anche la retribuzione media, che per i pisani è di 1.233 euro mensili netti, contro i 1.142 euro della Toscana e i 1.153 euro su base nazionale.
A cinque anni dal conseguimento del titolo, infine, l’86% dei laureati magistrali biennali è occupato: il 58% di questi ultimi è assunto con contratto a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti) e il 18% svolge un lavoro autonomo. Sul piano delle retribuzioni, l'Università di Pisa si conferma come un ottimo investimento, registrando una media di guadagno netto mensile di 1.514 euro, contro i 1.413 euro della Toscana e i 1.405 euro dell'Italia. I settori di maggior impiego sono quelli dei servizi (67%) e dell’industria (30%).

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“Anche quest’ultima indagine - ha dichiarato il professor Rossano Massai, delegato del rettore al Job Placement - mette in evidenza come il conseguimento di un titolo universitario rappresenti un valore aggiunto che può dare un vantaggio lavorativo e retributivo consistente. L’Università di Pisa sta contribuendo ad accrescere il numero di laureati con una buona preparazione. Tuttavia un numero sempre crescente si dichiara propenso ad andare a lavorare all’estero: sta quindi al sistema produttivo italiano fare in modo che l’elevata preparazione dei nostri laureati rimanga nel nostro paese evitando che tante energie e tante competenze vengano assorbite da altre nazioni”.

La scheda completa con il Rapporto 2017 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati dell'Università di Pisa è disponibile sul sito del Job Placement, all'indirizzo: http://goo.gl/UCRuPe.

Si è appena conclusa con successo l’undicesima edizione del FRU 2017, il Festival delle radio universitarie che ha animato la città di Verona dal 18 al 21 maggio. L’evento, organizzato da Fuori Aula Network (Radio dell’Università di Verona), Raduni (Associazione delle radio universitarie italiane) e Università degli Studi di Verona, ha visto anche la partecipazione di Radioeco, radio dell’Università di Pisa, rappresentata da Fabiano Catania e Daniele Moretti. In tutto sono circa 25 le radio universitarie provenienti da tutta Italia, con più di 200 ragazzi, che hanno animato i quattro giorni del festival con eventi istituzionali, dirette radiofoniche condivise e workshop.

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Fabiano Catania durante il panel “Così FAN tutti: la sfida dei social” (foto di Martina Esposito).

Tra i panel del programma, l’Università di Pisa ha partecipato alla tavola rotonda “Così FAN tutti: la sfida dei social”, un confronto sulle buone pratiche di comunicazione social: l’Ateneo pisano, rappresentato da Fabiano Catania ha portato l’esperienza positiva della promozione web di PhD+ 2016, programma finalizzato a promuovere e incoraggiare lo spirito imprenditoriale e di innovazione tra studenti di laurea magistrale, dottorandi, dottori di ricerca e docenti che quest’anno ha registrato un vero e proprio boom di iscrizioni. Un'esperienza curata dal MediaLaB del Dipartimento di Scienze Politiche che ha come responsabile del progetto la Professoressa Roberta Bracciale, docente di Sociologia dei Nuovi Media all'Università di Pisa e coordinatore il dottorando Cesar Crisosto in collaborazione con l'Ufficio Valorizzazione Ricerca dell'Ateneo.  Al confronto hanno partecipato anche Giovanni Cerutti, Social Media Manager, Area Comunicazione Università degli Studi di Verona e Gabriele Stringa, co-founder Ferro13 che hanno contribuito alla discussione con la loro esperienza nel social media management istituzionale e aziendale.

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Da sinistra, Fabiano Catania e Daniele Moretti (foto di Rossella Biagi e Simone Chiovelli).

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Alcuni studenti e docenti dell'Università di Pisa, insieme all'artista Anna Scalfi Eghenter, hanno partecipato a Palermo martedì 23 maggio alle giornate dedicate al XXV anniversario delle stragi di Capaci e di Via D'Amelio. La rappresentanza dell'Ateneo pisano - compresa tra i 19 atenei che hanno aderito al bando nazionale della Fondazione Falcone "Università per la legalità" - ha presentato nell'Aula Magna dell'Università di Palermo il progetto "Disegnare la legalità".

Il 10 e 11 maggio, infatti, al Polo Carmignani (e, più in particolare, nella sua porzione circostante l’edificio e solitamente meno frequentata), che affaccia sulla celebre Piazza dei Cavalieri, è stato ospitato il progetto “Campo da Legalità” dell’artista e sociologa Anna Scalfi Eghenter, ed è stata coordinata dagli studenti dell’Università di Pisa la tavola rotonda “La legalità come intenderla, come realizzarla” con anche la presenza del rettore Paolo Mancarella, del direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Emanuela Navarretta, del professor Giovannangelo De Francesco, ordinario di Diritto penale. Ospiti d'onore sono stati la dottoressa Margherita Cassano, presidente della Corte di Appello di Firenze, e il dottor Francesco Donnici, del Coordinamento provinciale di Pisa di "Libera".

Video di Anna Scalfi Eghenter

 

Il progetto di Anna Scalfi Eghenter è iniziato con un "Sopralluogo per sperimentare la consistenza giuridica degli spazi urbani, per sperimentare cioè la densità di ambiti giuridici compresenti nello spazio in quanto evocati dallo specifico contesto di vincoli di legge presenti, di interventi o reati commessi e di progetti proposti possibili". Gli studenti assieme all’artista hanno potuto ricevere il parere di professori, ricercatori, dottorandi, architetti, ingegneri ed esperti di diversi ambiti dell'Università, del Comune di Pisa e dell'Azienda regionale per il diritto allo studio universitario. Così Anna Scalfi Eghenter, gli studenti e i docenti hanno "tracciato una prima ipotesi del 'Campo da legalità', con la messa a terra provvisoria e removibile di una complessa trama di perimetri colorati, dove l’analisi giuridica, tecnica, urbanistica, amministrativa dialoga con l’esigenza dei ragazzi di reclamare un uso possibile degli spazi".

 

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Un estratto del video di Anna Scalfi Eghenter sull’esperienza di “Campo da Legalità” realizzata a Pisa, è stato presentato e proiettato a Palermo nell’Aula Magna della Scuola di Scienze Giuridiche ed Economico-Sociali, durante la presentazione ufficiale dei progetti realizzati dagli Ateneo aderenti alla Call 2017 “Le Università per la Legalità”. Gli studenti pisani presenti a Palermo sono Federica Castellano, Roberto D'Alò, Alessandro Raffaele, insieme alla prorettrice per gli Studenti ed il Diritto allo studio, Antonella Del Corso, e alla delegata del rettore agli Affari giuridici, Michela Passalacqua.

Il progetto "Disegnare la legalità" è stato ideato e proposto dall'Università di Pisa nell'ambito dell'iniziativa nazionale “Università per la legalità”, promossa dalla Fondazione Falcone, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. L'obiettivo è quello di estendere agli studenti universitari la cultura della memoria, dell'impegno e della legalità.

Serena Molla, Luca Gorreri e Linda Rossi sono i tre studenti dell’Università di Pisa vincitori del contest fotografico indetto dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali.

Il concorso, riservato agli studenti di agraria, quest’anno era dedicato al tema “Piante e animali”. La cerimonia di premiazione si è svolta venerdì 19 maggio al dipartimento di Scienze Agrarie in occasione della “Giornata Internazionale del Fascino delle Piante” celebrata con un convegno in cui si è parlato dei complessi rapporti fra mondo vegetale e animale nel corso di milioni di anni di coevoluzione.

A premiare i tre studenti è stato il maestro di fotografia naturalistica Carlo Delli, presidente della giuria del concorso. Serena, Luca e Linda, che si sono classificati rispettivamente prima, secondo e terza, si sono aggiudicati una fornitura di libri, abbonamenti a periodici tecnico-scientifici e materiale tecnico.

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"Looking forward from a Knautia" di Serena Molla, primo premio

 

"Connubio prezioso" di Luca Gorreri, secondo premio

 

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"Madama Butterfly" di Linda Rossi, terzo premio

Ci sono novità su Homo naledi, il nostro antenato ominine i cui resti fossili sono tornati alla luce in Sudafrica nel settembre 2013. Il 9 maggio sono usciti altri due articoli sulla rivista eLife dove vengono fornite nuove evidenze su questa specie di ominine (Dirks et al., “The age of Homo naledi and associated sediments in the Rising Star Cave, South Africa”, eLife 6:e2423; Hawks et al., “New fossil remains of Homo naledi from the Lesedi Chamber, South Africa”, eLife 6:e24232).
Abbiamo chiesto al professor Damiano Marchi, antropologo dell’Università di Pisa e unico ricercatore italiano del team che si è occupato dello studio dei resti della Camera di Dinaledi e che ha pubblicato recentemente sulla rivista Journal of Human Evolution (“The thigh and leg of Homo naledi”, marzo 2017) la descrizione del materiale fossile relativo all’arto inferiore, di spiegarci l’importanza delle nuove evidenze.

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“I due articoli recentemente pubblicati rivestono una grande importanza per capire Homo naledi in particolare, ma anche per capire meglio le dinamiche evolutive del genere Homo. La data di 236.000-335.000 anni fa proposta dal primo articolo e ottenuta tramite diversi metodi di datazione è molto più recente di quello che credevamo in base all’anatomia della specie, che è abbastanza primitiva. Questo ci dice che in un periodo che grossomodo corrisponde all’apparizione dei primi antenati della nostra specie, in Sudafrica esisteva una specie di Homo molto primitiva e che si arrampicava sugli alberi. Questo ci obbliga a rivedere le nostre idee riguardo alle dinamiche evolutive che hanno portato all’evoluzione del genere Homo. Pensavamo che l’aumento del cranio e della massa corporea avessero guidato la sua evoluzione, in associazione all’abbandono degli alberi. Ma evidentemente la cosa è molto più complessa di quello che pensavamo.


Nell’altro articolo, si rende nota la scoperta di una seconda camera nel sistema di grotte Rising Star, denominata Camera di Lesedi, che contiene un minimo di tre individui di cui uno scheletro semicompleto articolato con un cranio quasi completo. Questo è molto importante perché ci dice che il primo ritrovamento non è un evento unico e fortuito ma che Homo naledi portava i propri morti sistematicamente in quelle grotte. Inoltre, ci ha fornito una prova diretta della validità delle ricostruzioni precedenti effettuate su elementi provenienti da individui diversi”.

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Scheletro parziale articolato dalla Camera di Lesedi, Credits: John Hawks

Nel 2015 la notizia della scoperta di Homo naledi fece il giro del mondo e finì sulle prime pagine dei più importanti quotidiani italiani. La ricerca fece scalpore per il numero di fossili trovati (almeno 15 individui) e per le sue caratteristiche morfologiche, sia primitive come il piccolo cranio e gli adattamenti per arrampicarsi, sia evolute come l’arto inferiore snello e il piede molto simile al nostro. Fece scalpore anche la spiegazione che il team propose per l’accumulo di così tanti fossili: Homo naledi avrebbe deposto intenzionalmente i propri morti in quella Camera nelle profondità della terra. Questa affermazione creò molte controversie nel campo accademico a causa del piccolo cranio che indicherebbe capacità cognitive molto inferiori a Homo sapiens, l’unica specie accertata che sistematicamente seppelliva i propri morti. Un’altra fonte di controversie sulla scoperta era la mancanza di una data per i fossili. La scoperrta di una nuova Camera fornisce supporto all’ipotesi di sepoltura intenzionale dei morti da parte di Homo naledi mentre un’età così recente per i fossili stimolerò la comunità paleoantropologica a rivedere le teorie riguardo all’origine del genere Homo.

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È Notte dei Musei anche all’Università di Pisa, ecco tutte le iniziative organizzate dal Sistema Museale di Ateneo per la serata di sabato 20 maggio.

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A Palazzo Lanfranchi (Lungarno Galilei, 9) il Museo della Grafica aprirà gratuitamente le sale espositive dalle nove sino a mezzanotte e per l’occasione ospiterà l’evento di lancio di “Europeana Photography Thematic Collection”, la nuova piattaforma online dedicata agli appassionati di fotografie storiche, insieme a una mostra fotografica virtuale e dimostrazioni in diretta. Sempre nella stessa giornata sarà inaugurata alle 19 una nuova esposizione intitolata “Anatomia. Realtà e rappresentazione” che resterà aperta al pubblico per i visitatori della Notte insieme all'altra esposizione in corso, “I colori di un mosaico. Acquerelli di Elisa Possenti”.

Apertura dalle 21 alle 24 e ingresso libero anche al Museo degli Strumenti per il Calcolo (Via Bonanno Pisano, 2) dove scienza e fumetti saranno protagonisti. Nel corso della serata sarà presentato in anteprima nazionale il nuovo albo a fumetti della collana Comics&Science realizzato da Alfredo Castelli e Gabriele Peddes e ambientato proprio nelle sale del museo. Alle 21 si svolgerà quindi l’incontro "Una storia da riscoprire. Documenti dalle origini dell’informatica in Italia" per raccontare dei primi calcolatori in Italia e dei suoi protagonisti di quell’avventura a partire dalla metà degli anni Cinquanta.

Sono inoltre aperti per le visite guidate in notturna con ingresso gratuito anche la Gipsoteca di Arte antica (piazza S. Paolo All'Orto, 20) dalle 21 alle 24, le Collezioni egittologiche (via San Frediano 12) dalle 21 alle 23, il Museo botanico (via Roma, 56) dalle 21 alle 23,30 e il Museo di Storia Naturale (via Roma, Calci) dalle 21 alle 24 e in questo caso l’ingresso è gratuito per la collezione permanente e a pagamento per gli acquari e le esposizioni temporanee. Per tutti i musei l’ultimo ingresso è mezzora prima della chiusura.

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