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È stato assegnato a un allievo del dottorato in Storia delle Arti e dello Spettacolo, Corso dottorale regionale “Pegaso”, il premio “Firenze University Press - Tesi di Dottorato” per il miglior elaborato nel settore delle Scienze umanistiche. Pasquale Focarile ha conseguito la laurea triennale e magistrale a Pisa, ed è stato tra i primi dei due studenti pisani ammessi al dottorato istituito nel 2013 e al quale l’Università di Pisa partecipa insieme all’Università di Firenze e di Siena.

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La tesi di Pasquale Focarile, di cui è stata tutor la professoressa Cinzia Maria Sicca dell’Ateneo pisano, ha avuto come oggetto "I Mannelli di Firenze. Storia, mecenatismo e identità di una famiglia fra cultura mercantile e cultura cortigiana”. La tesi, la cui originalità è stata riconosciuta dalla Commissione Giudicatrice del premio, ricostruisce l’evoluzione del rapporto di una famiglia nobile fiorentina con gli oggetti d’arte, definendo il ruolo che questi ebbero nel rinnovarne l’identità socio-politica e culturale fra XVI e XVIII secolo.

Dismessa, con ritmi diversi, la “veste mercantile”, vari rami della famiglia adottarono uno stile di vita ispirato alla corte medicea, misurando su di esso la distanza dal passato e l’ascrizione alla nobiltà del Principato. Partendo dalla ricostruzione della secolare vicenda storica e architettonica della residenza principale, e proseguendo con l’identificazione e ricostruzione di altre dimore, di città e di campagna, l’analisi degli allestimenti degli oggetti d’arte, condotta su base documentaria e con gli strumenti critici del Display of art, ha restituito le tappe fondamentali del processo di trasformazione e arricchimento delle dimore. La tesi sarà pubblicata in edizione digitale e cartacea entro l’autunno 2017.

Biology, like physics and chemistry, has its fundamental laws. One of these laws – known as allometry – relates the geometry, the mass and the metabolism of living beings, showing their interdependency. New research by Professor Ahluwalia, director of the Center "E. Piaggio" at the University of Pisa and head of the In-Vitro Models group, a research team working on the development of in vitro models of human organs and tissues, has developed a method to apply the same allometric laws on cells that are cultured in-vitro in artificial environments such as Petri dishes and multiwell plates or more 'advanced' bioreactors'. The study was published in the prestigious journal Nature Scientific Reports.

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The specific law in question, Kleiber’s law, is a mathematical formula which relates the metabolism of the whole body, that is, the amount of oxygen consumed, to body mass. As all living beings are made of the same stuff, they follow the same laws. In fact, for all living organisms, from mice to whales, metabolism is proportional to mass to the power of ¾.

The law shows that as an organism grows, its metabolism and lifespan change in a predictable way due to the combined effects of the variation of body surface area and blood velocity.
The above formula can be used for many applications, for example, to calculate the metabolic needs of an individual, or to estimate the correct dosage for humans of a medicinal product that has been tested on mice.

arti Ahluwalia nature"In our research - says Professor Ahluwalia - we develop three-dimensional in-vitro organs like the liver or the lungs, engineered with structural and biochemical characteristics that make them function as the human organ under consideration. Constructing artificial organs that function as natural ones allows us to test for example the absorption of a drug, without having to resort to animal tests".

The predictive value of in-vitro models increases if they obey the same scaling laws as their natural analogues.

The study published in Nature shows that we can engineer tissues in vitro which retain the same scaling laws as in-vivo through experimental design. In particular, the cells have to be grown at high density in three-dimensional structures (3D) with well-controlled levels of oxygen, using, for instance, fluidic systems. “Kleiber's law is considered one of the fundamental laws of biology”. - Concludes Ahluwalia “Being able to design artificial systems that respect this law is another step forward in our understanding of the basic functioning of human tissues and organs, enabling us to better replicate them in the laboratory”.

Last year Centro Piaggio received a donation from the Italian Anti-Vivisection League (LAV) for research and development of new technologies for replacing animal tests in inhalation toxicology.

La biologia, come la fisica e la chimica, ha le sue leggi fondamentali. Una di queste leggi – detta allometria – mette in relazione la geometria, la massa e il metabolismo degli esseri viventi, mostrando come questi siano tra di loro interdipendenti. Una ricerca della professoressa Arti Ahluwalia, direttrice del Centro “E. Piaggio” dell’Università di Pisa e coordinatrice del gruppo “In-Vitro Models”, mette a punto un metodo per applicare la medesima legge allometrica anche a cellule che vengono coltivate in-vitro all’interno di appositi ambienti artificiali come piastre Petri e Multiwell o i più avanzati ‘bioreattori’. Lo studio è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista Scientific Reports, del gruppo Nature.

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La legge in questione, detta legge allometrica di Kleiber, è una formula matematica piuttosto nota, che mette in relazione il metabolismo dell’intero organismo, cioè la quantità di ossigeno consumata, con la massa corporea. Per tutti esseri viventi, dal topo alla balena, il metabolismo è proporzionale alla massa elevata alla potenza di ¾. La legge mostra che via via che un organismo si accresce il suo metabolismo e la durata della sua vita si modificano a velocità prevedibile, per l’effetto combinato della variazione della superficie corporea e della velocità sanguigna.

arti Ahluwalia natureLa suddetta formula si può usare anche per molte altre cose, ad esempio per calcolare il fabbisogno metabolico di un individuo, oppure stimare il dosaggio corretto per gli esseri umani di un medicinale che è stato testato sui topi. “Nella nostra ricerca – afferma la professoressa Ahluwalia – cerchiamo di sviluppare colture tridimensionali in-vitro di cellule di organi come il fegato o i polmoni, per ingegnerizzare dei modelli con caratteristiche strutturali e biochimiche che li facciano funzionare come il corrispettivo organo umano. Costruire organi artificiali che funzionano come quelli naturali permetterebbe di testare per esempio l’assorbimento di un farmaco, senza dover ricorrere a cavie animali”. Il valore predittivo dei modelli in-vitro aumenta se essi rispettano le medesime leggi di scala dei loro analoghi naturali.

Lo studio pubblicato su Scientific Reports dimostra che è possibile ingegnerizzare tessuti in vitro che conservino le leggi di scala dei loro analoghi in-vivo facendo alcuni accorgimenti sperimentali. In particolare, le cellule devono essere coltivate a densità elevate in strutture tri-dimensionali (3D), con livelli di ossigeno ben controllati, usando per esempio sistemi fluidici. “La legge di Kleiber è oggi considerata una delle leggi fondamentali della biologia – conclude Ahluwalia – Riuscire a progettare dei sistemi artificiali che la rispettino è un ulteriore passo avanti nella nostra comprensione del funzionamento di base dei tessuti e organi umani, per poterli meglio replicare in laboratorio”.

Nel 2016, il Centro Piaggio ha anche ricevuto una donazione dalla LAV (Lega Anti-Vivisezione) per proseguire la ricerca di nuove tecnologie che possano sostituire efficacemente la sperimentazione animale nella tossicologia.

Ne hanno parlato:
RepubblicaFirenze.it
InToscana.it
Nazione Pisa
gonews.it 
PisaToday.it

Sono arrivati a Calci negli scorsi giorni, trasportati da sette grandi tir, i 550 esemplari di animali tassidermizzati della "Collezione Giorgio Barbero", che è stata recentemente donata al Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa dagli eredi dell'industriale piemontese e grande appassionato di animali. La donazione comprende soprattutto mammiferi, ma anche un gran numero di uccelli e di pesci: tra gli esemplari di maggior pregio scientifico ci sono le antilopi africane, con individui appartenenti a specie e sottospecie diverse, gli stambecchi e i mufloni di quattro continenti, vari esemplari di orso, da quello polare a quelli europei, cervi di tutto il mondo, grandi felini africani e americani.

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L'intera Collezione Barbero sarà esposta a Calci nell'arco di tre anni e comporterà una ristrutturazione della stessa sede del Museo e una profonda risistemazione delle sue collezioni storiche. Il primo allestimento, previsto già nel corso dell'anno, riguarderà la galleria degli ungulati, che si snoderà all'interno di vetrine lunghe complessivamente 120 metri lineari. Per il prossimo anno è invece previsto il recupero di un altro grande locale destinato ad accogliere i numerosi diorami e gli oltre 20 orsi sia della Collezione Barbero che di quella storica del Museo. Infine, agli inizi del 2019, sarà allestita la sala degli uccelli, contigua a quella dei dinosauri, di cui gli uccelli rappresentano l’evoluzione, e la sala dei pesci, in uno dei locali ricavati nell’ala dedicata ai diorami.

Alla realizzazione del progetto espositivo che riguarda la Collezione Barbero ha contribuito la Fondazione Pisa, con un finanziamento triennale complessivo di 490 mila euro che corrisponde a poco meno della metà del totale delle risorse necessarie. L'acquisizione della Collezione Barbero, il progetto di ampliamento del Museo di Storia Naturale e il contributo della Fondazione Pisa sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa a cui sono intervenuti il rettore Paolo Mancarella, il direttore del Museo, Roberto Barbuti, e il presidente della Fondazione Pisa, Claudio Pugelli.

Nel ringraziare la Fondazione Pisa e il presidente Pugelli per l'attenzione dimostrata verso il progetto di acquisizione e sistemazione della Collezione Barbero, il rettore Mancarella e il professor Barbuti hanno sottolineato come "al termine degli interventi il Museo di Calci potrà essere annoverato a pieno titolo fra le più importanti e ricche sedi espositive di storia naturale non solo in Italia, ma anche in Europa, portando a un ulteriore incremento di visitatori, che già nel corso del 2016 hanno toccato la cifra assai significativa di 65 mila unità, e a una crescita turistica dell'intera area".

Dal canto suo, il presidente Pugelli ha ricordato che "negli ultimi anni la Fondazione Pisa ha sostenuto diverse iniziative culturali ideate e proposte dal Museo di Storia Naturale di Calci, condividendo con il medesimo la positività dei soddisfacenti risultati conseguiti per ciascuna di esse. Partecipiamo ora a questa nuova iniziativa, la cui realizzazione produrrà indubbia valorizzazione della intera struttura museale aumentando la capacità attrattiva del sito, già ora robusta, con evidenti riflessi positivi per il territorio di Calci che lo ospita".

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michelangelo copertina libroPubblicata per la prima volta in edizione critica l’opera poetica di Michelangelo Buonarroti. I curatori del volume sono Giorgio Masi, professore di Letteratura italiana all’Università di Pisa, e Antonio Corsaro dell’Università di Urbino. Il volume edito da Bompiani sarà presentato a Firenze il prossimo 16 febbraio in Casa Buonarroti (Via Ghibellina, 70) alle 16,30. Qui intanto una breve anticipazione a firma di Giorgio Masi.

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In questa nuova edizione critica e commentata delle poesie di Michelangelo il commento e i cappelli introduttivi ai singoli testi si devono a Giorgio Masi, dell’Università di Pisa; la trascrizione dai manoscritti, la nota filologica e l'apparato critico ad Antonio Corsaro, dell’Università di Urbino.

Le poesie sono state ordinate non secondo un criterio unico, come avveniva nelle edizioni precedenti, ma in base a una gerarchia di criteri: in primo luogo, tenendo conto della realtà dei manoscritti. Infatti, laddove risultassero raggruppamenti cui l’autore aveva in qualche modo dato il proprio consenso, sono stati riproposti come tali: è il caso della Silloge e degli Epitaffi. Per il resto sono state distinte le rime pervenuteci in forma frammentaria (Frammenti e abbozzi) da quelle identificabili come forme metriche compiute. Tra queste ultime si è proceduto a una ripartizione tematica, tra Rime liriche e amorose, Rime comiche, d’occasione e di corrispondenza e Rime spirituali e religiose. Il totale dei componimenti raccolti assomma a 353 pezzi: talvolta si tratta di testi commentati per la prima volta, e in generale le annotazioni propongono numerose nuove letture.

Il percorso all’interno della scrittura michelangiolesca, compreso ciò che resta dell’epistolario, nelle intenzioni dei curatori è stato condotto seguendo una direttiva costante: unire l’interpretazione e la ricostruzione del testo per offrire quest’ultimo nella veste più attendibile. Filologia ed esegesi vanno a braccetto, nel caso di Michelangelo poeta, e spesso l’interpretazione è complicata, perché l’autore aveva proprio la complessità quale obiettivo estetico: entrare nel suo mondo poetico significa dunque superare varie difficoltà, riflesso della sua forma mentis; con la consapevolezza che, in fin dei conti, si tratta della testimonianza, ora sublime ora comica, ma autentica nell’essenza, di un destino: «Per fido esemplo alla mia vocazione / nel parto mi fu data la bellezza, / che d’ambo l’arti m’è lucerna e specchio».

Giorgio Masi

È l’Università di Pisa uno dei maggiori promotori in Italia dell’International Credit Mobility KA 107, il programma di mobilità introdotto nel 2015 dall’Erasmus+ che coinvolge i paesi “oltre l’Europa”, dall’America all’Africa, fino al Medioriente e a tutta l’Asia. Nel 2015 e nel 2016 l’Ateneo pisano ha presentato con successo due progetti che prevedevano complessivamente 278 mobilità e nei prossimi giorni si riaprirà il bando riservato a docenti e dottorandi che potranno trascorrere un periodo di studio o di insegnamento in paesi fino adesso rimasti fuori dall’Erasmus.

Grazie alla mobilità KA107 l’Università di Pisa, dal 2015, ha ospitato dottorandi, e studenti provenienti in particolare da paesi dell’Asia Centrale, tra cui Kazakistan, Kirghizistan, Tajikistan e Uzbekistan. Dallo scorso anno accademico Pisa ha ricevuto anche studenti e staff provenienti da Cambogia, Cina, Laos, Mongolia, Vietnam, Egitto, Israele, Marocco e Serbia. Proprio in questi giorni stanno arrivando 17 studenti da Cambogia, Cina, Kirghizistan, Kazakhstan, Tajikistan, Uzbekistan, Mongolia e Serbia.

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Dal 13 al 18 febbraio, inoltre, si terrà all’Università di Pisa una training week – la terza dopo quelle di marzo e maggio 2016 – che vede la partecipazione di otto coordinatori (foto in alto) provenienti dal Royal University of Agriculture, Cambogia; International University of Kyrgyzstan, Kyrgyzstan; University of Novi Sad, Repubblica di Serbia; Tajik State University of Commerce, Tajikistan; Namangan State University, Samarkand Agricultural Institute and Tashkent State Agrarian University, Uzbekistan. I coordinatori ospiti visiteranno vari dipartimenti e presenteranno le loro università durante una riunione con CAI pisani che si terrà il 16 febbraio alle 11, in modo da creare un grado più alto di conoscenza reciproca e per facilitare i rapporti futuri.

La mobilità KA 107 è gestita centralmente da:
Sezione Programmi Internazionali, mobilità e formazione
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Parsifal, coordinated by the University of Pisa, is a research project which has received three million euros in funds from the European Union to develop the PrandtlPlane (PrP), an innovative aircraft capable of facilitating the air transport of the future. The name pays homage to the German physicist and father of aerodynamics, Ludwig Prandtl. “The challenge facing the commercial aviation of the future lies in finding aircraft with a limited wingspan which are more spacious and efficient than those actually in use,“ explains Professor Aldo Frediani, coordinator of Parsifal. “The main objective of our project is to design an aircraft with the same wingspan as an Airbus A320 or Boeing B737 and which has the same cargo capacity as an aircraft of a superior category, such as an Airbus 330 or a Boeing 767, and the fuel consumption of the smaller aircraft. All of this thanks to the PrP wing configuration.”

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The Parsifal project, the acronym of “Prandtlplane ARchitecture for the Sustainable Improvement of Future AirpLane”, will help to implement the scientific, technological and engineering background needed to design these innovative, new generation aircraft . As well as PrandtlPlane (PrP), the configurations which are candidates for the aviation of the future are Blended Wing Body (BWB) and Truss Braced Wings (TBW). These all present advantages and disadvantages, but as has already been seen, only the PrP configuration allows for the design of aircraft with limited wingspan, high load capacity and maximum efficiency: the PrP configuration presents the least induced resistance of all the load-bearing structures with the same weight and wingspan.

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“Over the next twenty years the number of air passengers is expected to double while only a limited expansion of airport territory will be possible especially in Europe,” adds Frediani (in the picture below).

frediani“Among the challenges we aim to face in our study, is the designing of an aircraft which can satisfy the increasing amount of passenger traffic and at the same time drastically reduce noise and harmful emissions while increasing safety and comfort in flight. We will demonstrate that the PrP configuration is flexible and may be used for both the transport of passengers and cargo in a wide range of missions.”

A further aim of the Parsifal project is to develop methods to look into the possibility of applying the Prp configuration to aircraft of all dimensions and load capacity. This also includes the Ultralarge which is much larger than the Airbus A380 and is the aircraft with the largest dimensions (80x80 metres) capable of landing in civilian airports.

The other PARSIFAL partners are SkyBox Engineering, a spin off of the University of Pisa, Onera from Paris (France), DLR from Hamburg (Germany), University of Delft (Holland) and ENSAM fromi Bordeaux (France). As well as Aldo Fredian, the other researchers from Pisa involved in the project come from the University of Pisa and SkyBox Engineering, a spin-off of the University. For the University the professors involved are Aldo Frediani, Mario Chiarelli, Maria Vittoria Salvetti, Simone Camarri, Alessandro Quarta, Daniele Fanteria and Gianpietro Di Rito from the Department of Civil and Industrial Engineering, Aerospace Division, and the professors Giovanna Mariani and Riccardo Giannetti from the Department of Economics and Management. For SkyBox Engineering the participants are Vittorio Cipolla, Vincenzo Binante and Emanuele Rizzo.

BIHO 600 400The Parsifal project is the first grant winner of the BIHO competition
Parsifal has also won a grant from the BIHO, the competition set up by the University of Pisa to increase the number of projects funded in the European sphere and the competitiveness of the University at both national and international level. The project coordinated by Professor Frediani is in fact the first project to hold all the necessary requisites for the grant of 75,000 euros, for the coordinators of funded Horizon projects, to be used to create a post for a young researcher of the winning research team. The University of Pisa has decided to invest 1.5 million euros in the BIHO competition for 2017.

Si chiama Parsifal, è coordinato dall’Università di Pisa ed è un progetto di ricerca che ha ottenuto dall’Unione Europea un finanziamento di tre milioni di euro per sviluppare il PrandtlPlane (PrP), un velivolo innovativo capace di favorire il trasporto aereo del futuro, il cui nome rende omaggio al fisico tedesco, padre dell’aerodinamica, Ludwig Prandtl. «La sfida dell’aviazione commerciale del futuro è quella di volare con macchine di apertura alare limitata, ma molto più capienti ed efficienti dei velivoli attuali – spiega il professor Aldo Frediani, coordinatore di Parsifal – L’obiettivo principale del nostro progetto è studiare un velivolo con la stessa apertura alare di un Airbus A320 o Boeing B737 che abbia le stesse capacità di carico di un aereo di categoria superiore, come un Airbus 330 o un Boeing 767, e il consumo di carburante dei velivoli più piccoli. Tutto questo grazie alla configurazione alare PrP».

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Il progetto Parsifal, il cui acronimo sta per “Prandtlplane ARchitecture for the Sustainable Improvement of Future AirpLane”, consentirà di implementare il background scientifico, tecnologico e ingegneristico per progettare questi velivoli innovativi di nuova generazione. Oltre a PrandtlPlane (PrP), le configurazioni candidate per l’aviazione del futuro sono Blended Wing Body (BWB) e Truss Braced Wings (TBW). Tutte presentano vantaggi e svantaggi ma, come è già noto, solo la configurazione PrP ha la proprietà di poter disegnare aeroplani con apertura alare limitata, elevato carico utile ed elevata efficienza: la configurazione PrP presenta infatti la minima resistenza indotta fra tutti i sistemi portanti con lo stesso peso e la stessa apertura alare.

Qui sotto, da sinistra, le configurazioni alari Blended Wing Body (BWB), Truss Braced Wings (TBW) e PrandtlPlane (PrP).

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«Nei prossimi due decenni si prevede che il numero dei passeggeri raddoppierà rispetto a oggi e, nello stesso tempo, sarà possibile solo una limitata espansione delle aree aeroportuali, specialmente in Europa – aggiunge Frediani (nella foto in basso a destra).

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«Tra le sfide che ci proponiamo di affrontare con il nostro studio c’è appunto quella di progettare un aereo che possa soddisfare l’incremento di traffico di passeggeri e che allo stesso tempo possa ridurre drasticamente rumore ed emissioni nocive, aumentando al contempo la sicurezza e il comfort del volo. Dimostreremo che la configurazione PrP è flessibile e può essere adottata per il trasporto di passeggeri o merci in un ampio spettro di parametri di missione».

Un ulteriore scopo del progetto Parsifal è quello di sviluppare metodi che consentano di verificare la possibilità di applicare la configurazione PrP a velivoli di ogni dimensione e capacità di carico, tra cui gli Ultralarge, ovvero molto più grandi dell’Airbus A380, il velivolo con le massime dimensioni in pianta (80x80 metri) che possa ad oggi atterrare negli aeroporti per aviazione civile.

Gli altri partner di Parsifal sono SkyBox Engineering, spin off dell’Università di Pisa, Onera di Parigi (Francia), DLR di Amburgo (Germania), Università di Delft (Olanda) ed ENSAM di Bordeaux (Francia). Oltre al professor Aldo Frediani, i ricercatori pisani coinvolti nel progetto appartengono all’Università di Pisa e alla SkyBox Engineering, spin off dell’Ateneo. Per l’Ateneo pisano partecipano i professori Aldo Frediani, Mario Chiarelli, Maria Vittoria Salvetti, Simone Camarri, Alessandro Quarta, Daniele Fanteria e Gianpietro Di Rito del dipartimento di Ingegneria civile e industriale, sezione Aerospaziale, e i professori Giovanna Mariani e Riccardo Giannetti del dipartimento di Economia e Management. Per la società SkyBox Engineering partecipano Vittorio Cipolla, Vincenzo Binante ed Emanuele Rizzo.

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Il progetto Parsifal primo vincitore del bando BIHO
Parsifal è risultato vincitore anche di BIHO, il bando emanato dall’Università di Pisa per incrementare il numero di progetti finanziati in ambito europeo e la competitività dell’Ateneo a livello nazionale e internazionale. Il progetto coordinato dal professor Frediani è infatti il primo progetto che presenta i requisiti per l’assegnazione del contributo di 75.000 euro, per i coordinatori di progetti Horizon finanziati, da destinare all’attivazione di una posizione per un giovane ricercatore del gruppo di ricerca vincitore. L'Università di Pisa ha deciso di investire per il 2017 nel bando BIHO 1,5 milioni di euro.


Ne hanno parlato:
InToscana.it
Nazione Pisa 


Esplorare con un dettaglio senza precedenti alcuni degli oggetti astronomici più estremi, come buchi neri stellari e supermassicci, stelle di neutroni e pulsar. L’appuntamento è per la fine del 2020 con la missione IXPE (Imaging X-Ray Polarimetry Explorer), quando la NASA invierà nello spazio tre rivelatori frutto della ricerca scientifica italiana da posizionare al fuoco di tre telescopi satellitari.

Il cuore tecnologico della missione sono infatti i Gas Pixel Detectors (GPD), rivelatori per raggi X sensibili alla polarizzazione, inventati dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) in collaborazione con i fisici dell’Università di Pisa e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). La missione avrà inoltre il supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana che metterà a disposizione la sua base di Malindi per la ricezione dei dati.

team IXPE

“Gli studi che si potranno realizzare grazie alla missione ci permetteranno di rispondere a domande fondamentali circa alcuni degli ambienti più estremi del cosmo – ha spiegato Luca Baldini, ricercatore dell’Ateneo pisano e dell’INFN - e studiare la polarizzazione dei raggi X emessi dallo spazio che circonda buchi neri e stelle di neutroni potrà aiutarci a chiarire la natura di questi oggetti elusivi”.

“Penso possiamo essere tutti giustamente orgogliosi di aver introdotto e sviluppato una nuova tecnologia di rivelazione destinata ad aprire una nuova finestra osservativa sull'Universo”, ha aggiunto Ronaldo Bellazzini, della sezione INFN di Pisa, co-responsabile italiano del progetto e ideatore del concetto di GPD.

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In particolare, i rivelatori GPD saranno realizzati sotto la responsabilità di gruppi INFN delle sezioni di Pisa e Torino. A livello tecnico, il GPD è il primo rivelatore capace di misurare contemporaneamente tutte le proprietà trasportate dai fotoni X emessi da sorgenti celesti. È, infatti, in grado di misurare la direzione di arrivo del fotone (quindi la posizione della sorgente), la sua energia, il tempo di arrivo e, per la prima volta, anche la direzione del campo elettrico associato al fotone assorbito dal rivelatore. Misurando la direzione del campo elettrico di un numero adeguato di fotoni emessi da una sorgente X sarà quindi possibile, per la prima volta, misurare con grande sensibilità la polarizzazione della radiazione emessa, ricavando informazioni uniche e finora inaccessibili sulla geometria delle distribuzioni di massa e dei campi della sorgente stessa.

“La missione IXPE – conclude Luca Baldini – sarà una bellissima opportunità per i nostri studenti di inserirsi e avere visibilità in un filone di ricerca internazionale di altissimo livello”.

energiaParte da Pisa l’impulso per riattivare la sezione italiana della Young Generation Nuclear (YGN) dell’European Nuclear Society. A questo scopo lo scorso 3 febbraio, per iniziativa congiunta dell’Ateneo e dell’Associazione Italiana Nucleare (AIN), si è svolto un webinair, cioè seminario interattivo tenuto su Internet al quale sono intervenuti più di 40 tra studenti e giovani ricercatori. All’evento hanno inoltre partecipato il presidente del Corso di laurea magistrale in Ingegneria Nucleare, professore Walter Ambrosini, Eileen Langegger, chair della ENS-YGN, Antonio Soriero, responsabile della comunicazione dell’AIN, e Luca Capriotti, vicepresidente della International Youth Nuclear Conference, un’altra organizzazione attiva nei contatti con le nuove generazioni nel settore nucleare a livello internazionale.

Durante il webinar sono state proposte numerose iniziative, tra cui l’organizzazione di altri eventi simili rivolti sia agli studenti che al più vasto pubblico. Una prima azione, attualmente in corso per dare vita ad una massa critica di giovani, è la raccolta di adesioni alla sezione italiana in riattivazione, che può essere effettuata semplicemente inviando un messaggio ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., eventualmente proponendo commenti ed iniziative.

“In un periodo in cui sono in atto in Europa e a livello internazionale numerose iniziative per il mantenimento e lo sviluppo delle conoscenze nel settore nucleare, attrarre giovani agli studi, alla ricerca e alle carriere in questo settore è una delle azioni di più urgenti – ha spiegato Walter Ambrosini - Il turnover generazionale nel settore è, infatti, già in atto presso università, centri di ricerca ed industria ed è quindi necessario identificare nuove leve e nuovi talenti per trasmettere le competenze acquisite e progredire nello sviluppo dei sistemi nucleari del futuro”.

Oltre alle reti nelle quali l’Università di Pisa è saldamente inserita, con il suo Corso di Laurea in Ingegneria Nucleare in lingua inglese, tra cui l’European Nuclear Education Network e FuseNet, la European Nuclear Society e, in particolare, la sua Young Generation Nuclear (YGN) svolgono un’azione indispensabile di collegamento e di promozione delle conoscenze nel settore nucleare presso le nuove generazioni.

Una descrizione dell’evento è disponibile sul sito dell’AIN.

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