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iammagine copertinaTra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento la filosofia fece ritorno in Italia dopo un’eclissi durata più di settecento anni. Decisiva fu l’apertura a Bologna dei nuovi corsi di logica e filosofia per gli studenti di medicina. "La filosofia in Italia al tempo di Dante” (il Mulino, 2016) racconta la storia di questa straordinaria e fortunata stagione culturale, ricostruendo il mondo intellettuale di filosofi, medici, letterati e predicatori che agivano in un paesaggio cittadino vivace e complesso, tra aule universitarie, corti signorili e biblioteche conventuali.

Curatori del volume sono Gianfranco Fioravanti, professore all’Università di Pisa insignito dell'Ordine del Cherubino, e Carla Casagrande professoressa di Storia della filosofia medievale all’Università di Pavia. Anticipiamo qui un estratto a loro firma della prefazione.

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In questo volume non si parla di una filosofia ‘italiana’. Anche a voler accettare i criteri con cui oggi si ripresenta la non nuova tesi dell’esistenza di uno o più caratteri peculiari del pensiero italico, tali da differenziarlo dalle grandi correnti del pensiero europeo nell’età moderna, essi non sarebbero applicabili al periodo di tempo, peraltro piuttosto limitato, di cui qui si tratta. Esso prende comunque in considerazione un fatto di assoluta novità: il ritorno in Italia della filosofia entro coordinate spazio temporalmente determinate dopo una assenza durata più di sette secoli. E poiché, anche aderendo alla idea della impersonalità del pensiero bisogna ammettere che la attività del filosofare comporta l’esistenza di attori storicamente identificabili ne deriva che nel nostro caso il ritorno della filosofia si è tradotto nell’apparizione sulla scena storico culturale italiana di una figura, quella del filosofo che fino ad allora era rimasta nelle pagine di enciclopedisti altomedievali come reperto ‘archeologico’ di un passato senza ritorno.

Il libro individua l’inizio della vicenda nel passaggio ad un insegnamento bolognese, avvenuto nel 1295, di un maestro laureato a Parigi: Gentile da Cingoli. Questo piccolo evento è effettivamente iniziale (il corso di Gentile è il primo corso specifico di filosofia tenuto nello Studio bolognese) ma è anche fortemente emblematico della storia che inaugura. La fiducia nella capacità della ragione, l’autonomia di un lavoro filosofico mai subordinato né propedeutico ad altri saperi, l’uso di rigorose procedure dimostrative: questa l’idea di filosofia che Gentile porta con sé da Parigi e che resterà, pur con accenti diversi quella cui si ispireranno i filosofi bolognesi che nei decenni seguenti formeranno una vera e propria scuola e si definiranno orgogliosamente nei confronti della teologia come “layci et seculares.” Di questo gruppo di ‘intellettuali’ strutturato sulla relazione maestro-allievo, del loro rapportarsi alle altre figure del contesto universitario e cittadino (medici e giuristi), del loro modo particolare di fare filosofia, dei problemi fondamentali per loro e da loro affrontati parla appunto questo libro.

Carla Casagrande e Gianfranco Fioravanti

La morte improvvisa di Marcello Marini, 41 anni, tecnico di laboratorio del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale - scomparso alcuni giorni fa sul luogo di lavoro davanti ai colleghi, che hanno fatto di tutto per salvargli la vita - ha gettato nel dolore la comunità accademica dell'Università di Pisa, che si stringe tutta intorno alla moglie e ai due figli. "Alle esequie di Marcello - ha detto il rettore Paolo Mancarella - ho constatato quanto fossero profondi i sentimenti di partecipazione e commozione per questa perdita assurda, che colpisce così gravemente la nostra collettività". Pisano e grande tifoso della squadra della sua città, Marcello Marini si era distinto per il costante impegno nel sociale, come volontario nei Vigili del Fuoco e alla Misericordia.
Pubblichiamo di seguito il Ricordo di Marcello, scritto dai colleghi del Dipartimento, che condividevano con lui il lavoro e la frequentazione quotidiana.

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marini marcelloMarcello Marini ci ha lasciati lo scorso 3 gennaio improvvisamente dal suo posto di lavoro, il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale. Una perdita improvvisa e devastante considerata la sua giovane età. Marcello era un collega conosciuto per il suo impegno nel volontariato, per le competenze maturate proprio durante il suo costante impegno civile nelle associazioni di volontariato e come ausiliario dei Vigili del Fuoco. Impegno che più e più volte lo ha visto coinvolto nelle situazioni di emergenza e nelle catastrofi naturali. Impegno e disponibilità a trasferire le sue competenze e la sua attenzione che ha sempre manifestato a chi lo ha conosciuto da vicino.

In questa drammatica circostanza i colleghi di Marcello, oltre al dolore e alla costernazione, si stringono in un abbraccio alla famiglia, alla moglie e ai piccoli figli per la perdita incommensurabile che hanno dovuto patire.

I colleghi del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale

Graziano Arrighetti 2Il 10 gennaio è scomparso Graziano Arrighetti, professore emerito di Letteratura greca dell’Università di Pisa.

Nato a Firenze nel 1928, tra il 1947 e il 1951 ha studiato presso l'Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore. È stato allievo di Giorgio Pasquali. Tra il 1951 e il 1953 si è perfezionato presso l’Istituto italiano per gli studi storici. Dal 1956 ha insegnato presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa, prima come assistente in Grammatica greca e latina, poi dal 1969 come professore ordinario di Letteratura greca, fino al pensionamento nel 2001.

Nell’anno accademico 2006/2007 è stato nominato Professore emerito. È stato direttore dell'ex Istituto di Filologia greca dal 1976 al 1978 e direttore del dipartimento di Filologia classica dal 1986 al 1988. Nel 1981 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino.

Tra le sue edizioni più volte ristampate si ricordano quella delle Opere di Epicuro e di Esiodo. Tra i suoi principali interessi scientifici c'era anche la Papirologia, materia che per lui era una passione, oltre che un insegnamento a cui si è dedicato per molti anni.

Nel 1998 è stato nominato socio dell’Accademia delle Scienze di Göttingen e membro dell’Institute for Advanced Study di Princeton.

La salma del defunto sarà esposta alla Misericordia in via Pietrasantina (dalle 8 alle 19.45) fino al giorno dei funerali, che si terranno venerdì 13 gennaio, alle ore 10.30, presso lo stesso cimitero della Misericordia di via Pietrasantina.

Qui di seguito pubblichiamo un ricordo di Mauro Tulli, professore di Lingua e Letteratura greca del nostro Ateneo.

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È scomparso il 10 gennaio Graziano Arrighetti, allievo di Giorgio Pasquali, ascoltato nei seminari della Scuola Normale, professore di Letteratura Greca nel nostro Ateneo, membro dell’Accademia di Göttingen, emerito presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica. Il suo nome per lo più è ricordato per l'edizione di Epicuro presso Einaudi, del 1960 e del 1973, l'edizione che ancor oggi costituisce la base canonica, in ogni paese, per la ricerca su Epicuro. Palese risultato di tecnica impeccabile nel rapporto con tradizione antica e tradizione indiretta, l'edizione consente di uscire dal materiale assemblato da Usener per capire la produzione di Epicuro senza l'ombra spesso deformante proiettata nei secoli dalla scuola e dalla tradizione ostile. La vasta bibliografia su Epicuro ne dipende in modo sistematico e le pur non poche scoperte posteriori vi trovano la trama ineludibile di riferimento. La produzione di Epicuro ha stimolato la ricerca di Graziano Arrighetti anche nel periodo ultimo. Ne deriva più di un fondamentale saggio sul Peri Physeos e la militanza nel CISPE, il Centro di Napoli che gestisce il prezioso patrimonio di Ercolano ha spesso alimentato la ricostruzione del pensiero di Filodemo, nella tensione fra ortodossia e adeguamento al contesto culturale.

Ma il magistero di Giorgio Pasquali doveva dare frutti ben più grandi: filologia e storia. L'edizione di Satiro, la Vita di Euripide, è del 1964, volume XIII degli “Studi Classici e Orientali”. Corredata da un ampio commento, l'edizione costituisce l'inizio del rapporto di Graziano Arrighetti con la biografia greca, in particolare con la biografia del Peripato. Il gusto di Satiro e già di Cameleonte o di Ermippo per il possibile rispecchiamento della biografia di un autore nelle opere che offre, l’immagine di Euripide vestito di stracci perché vestito di stracci è il suo Telefo, nasce dalla concezione della mimesis, che ha spazio in Aristotele, che affiora già in Platone, che si annida nella commedia di Aristofane, che forse ha origine proprio nella svolta impressa da Esiodo al maturare della poetica, dopo l’Odissea, con il proemio della Teogonia, con la scena dell'investitura.

Un cammino verso la produzione arcaica, percorso per intero da Graziano Arrighetti con decine di contributi, con la rivendicazione ai protagonisti della tradizione classica di un impegno creativo sviluppato con fiera coscienza in funzione paideutica: contributi che alimentano il manuale sulla letteratura greca pubblicato nel 1989 da Laterza e che permettono di scorgere nella voce di Graziano Arrighetti un’espressione matura del neoumanesimo europeo. Il suo primo volume per la collana da lui diretta, pubblicato nel 1987, ne offre la rielaborazione critica, non certo la raccolta, e qui produzione poetica, erudizione, biografia s’intrecciano, per un panorama organico quanto esteso nel tempo, che da Omero giunge al commento di Didimo su Demostene. Ma, di nuovo verso la produzione arcaica: del 1998 è l'Esiodo, l'edizione per la "Pléiade" di Einaudi e Gallimard, con commento e saggi di valore imprescindibile, frutti di un lungo impegno che delinea di Esiodo il profilo di un autore pensoso, lontano da ogni tecnica d'improvvisazione, pronto invece per la riflessione sul testo di Omero, raffinatissima e decisiva per la produzione greca.

In palese, naturale intervallo con la ricerca su Epicuro, su Esiodo, sulla biografia e sulla mimesis, il confronto con la storia della filologia, le pagine su Wilamowitz, Schwartz, Usener, Jacoby, Comparetti, Gigante: al culmine il congresso di Roma, organizzato nel 1985 presso il CNR, con interventi di protagonisti assoluti della filologia mondiale. Nel periodo ultimo la ricerca di Graziano Arrighetti ci ha donato contributi con ritmo, se possibile, più serrato. Campo forse per eccellenza la concezione della storia, la ricerca sul rapporto fra la produzione poetica e il mito, nella prassi e nella teoria. Pindaro, il Pindaro frequentato per capire la dialettica fra la forza innovativa e il peso della convenzione. Ma soprattutto Platone, il Platone del Timeo e del Crizia, o la concezione di Aristotele nella Poetica, la concezione che guida nell'Athenaion Politeia la ricostruzione del passato.

Di nuovo decine di contributi costellano il cammino di Graziano Arrighetti e il suo secondo volume per la collana da lui diretta, pubblicato nel 2007, ne offre la rielaborazione critica, non certo la raccolta. È un'eredità intellettuale di altissimo profilo che senza dubbio lascerà un'ampia traccia nella storia degli studi e resterà per generazioni di allievi quale nutrimento di vita.
Mauro Tulli

 

 

Il 18 dicembre del 1961 l’Università di Pisa conferiva la prima laurea in Ingegneria elettronica a Bruno Pellegrini, diventato successivamente ordinario di Elettronica presso la facoltà di Ingegneria dell’Ateneo pisano e attualmente professore emerito presso il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. In occasione della ricorrenza del 55esimo anniversario dell’evento, la prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco ha consegnato al professor Pellegrini un attestato del rettore durante una cerimonia organizzata per l’occasione presso il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. All’incontro hanno partecipato numerosi docenti del dipartimento, colleghi ed ex allievi del professor Pellegrini.

Dopo la consegna dell’attestato, il direttore del dipartimento, Giuseppe Anastasi, ha invitato il professor Pellegrini a tenere una breve lectio magistralis. Bruno Pellegrini si è detto onorato di ricevere il riconoscimento da parte del rettore e ha ripercorso le sue esperienze di docente e ricercatore durante i cinquantaquattro anni trascorsi presso il dipartimento, al quale si è detto “fiero di appartenere ancora”.

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L’Innovation Award ECSEL premia per il secondo anno consecutivo un progetto di ricerca nel settore dell’elettronica per Industria 4.0 a cui partecipa l’Università di Pisa, attraverso il laboratorio SEED del Centro Servizi Logistici di Livorno e il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. ECSEL, il partenariato pubblico-privato per la leadership europea nel settore dell’elettronica (Joint Undertaking on Electronic Components and Systems for European Leadership), ha annunciato il premio a Roma, durante l’ultimo European Nanoelectronics Forum.

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Il progetto premiato LAB4MEMS è dedicato alla prossima generazione di sistemi MEMS (micro-elettro meccanici) avanzati, che integrano materiali piezoelettrici e magnetici per la microfabbricazione in tre dimensioni e per lo sviluppo una nuova generazione di sensori e attuatori intelligenti. “La motivazione del premio riconosce l’importanza di queste tecnologie per applicazioni nel settore dei controlli industriali, dell’industria dell’automobile, degli edifici intelligenti”, spiega Francesco Pieri, docente del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione.

Il progetto LAB4MEMS è coordinato da STMicroelectronics e include 20 partner industriali e accademici. L’Università di Pisa partecipa attraverso il consorzio interuniversitario per la nanoelettronica IUNET e ha responsabilità delle attività di progettazione di cristalli fononici ad attuazione piezoelettrica per la realizzazione di sensori di massa risonanti, per i quali ha recentemente sviluppato un metodo di progettazione presentato da Luca Luschi e coautori in un articolo sulla rivista IEEE Transactions on Electron Devices.

“C’è un legame tra LAB4MEMS e il progetto Energy to Smart Grid che ha ricevuto lo stesso premio l’anno scorso. Si tratta in entrambi i casi di tecnologie abilitanti per la trasformazione digitale dell’industria, la cosiddetta Industria 4.0 – sottolinea Giuseppe Iannaccone, docente del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – In entrambi i casi l’Università di Pisa riesce a essere presente nei progetti più innovativi e insieme ai maggiori gruppi industriali europei nel settore dell’elettronica”.

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Ne hanno parlato:
inToscana.it
Nazione Pisa
gonews.it

foto Morelli Peru

Il 2016 si è chiuso con un tris di riconoscimenti per i professionisti della Sezione dipartimentale di Chirurgia generale universitaria dell'Aoup (diretta dal professor Giulio Di Candio), in particolare per gli interventi mini invasivi con tecnica robotica e tecnologie ultra-moderne.
Al 27° congresso nazionale di Chirurgia dell'apparato digerente tenutosi a Roma, infatti, il dottor Simone Guadagni è stato premiato dalla commissione scientifica per un video di un intervento multi-organo e multi-quadrante effettuato a Pisa con il nuovo robot Da Vinci Xi ed il nuovo lettino operatorio wireless integrato.

Inoltre, in Corea, all'VIII Congresso mondiale della Clinical Robotic Surgery Association, il gruppo di ricerca guidato da Luca Morelli, professore associato di Chirurgia generale all'Università di Pisa e in forze nella medesima Sezione, è stato premiato per un lavoro sull'utilizzo delle ultimissime novità in tema di aggiornamento tecnologico, applicate alla resezione del retto per cancro.

Infine in Perù, al X Congresso internazionale di Chirurgia endoscopica a Lima, sempre il professor Morelli (nella foto) ha tenuto due Letture magistrali proprio sull'utilizzo delle nuove tecnologie in chirurgia colo-rettale e sulla formazione dei chirurghi attraverso l'utilizzo dei simulatori, venendo nominato, nell'occasione, anche membro onorario della società. L'occasione è stata utile anche per consolidare il gemellaggio attivo da anni tra l'Università di Pisa e l'Università Ricardo Palma di Lima, una delle più prestigiose dell'America Latina e per porre le basi per portare lo sviluppo tecnologico offerto dalla chirurgia robotica anche in Perù, dove da anni è attivo un impegno da parte del gruppo pisano, grazie anche al supporto della Fondazione Arpa (www.fondazionearpa.it) presieduta dal professor Franco Mosca

"Polvere cosmica: una visione cosmochimica dell'origine e dell'evoluzione del sistema solare" è titolo del progetto coordinato dal dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa che ha l'obiettivo di contribuire alla definizione della composizione del complesso di polveri interplanetarie presenti nella spazio vicino alla Terra. Analisi cosmochimiche di micrometeoriti, raccolte sulle Montagne Transantartiche, e di polveri cosmiche, campionate nella stratosfera sopra l'Antartide mediante sonde stratosferiche, permetteranno infatti di stabilire la natura di tutti i corpi celesti del sistema solare in grado di produrre polveri come asteroidi e comete - forse pianeti e loro satelliti - nonché di studiare il contributo della materia extraterrestre al budget geochimico della Terra.

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La Terra "ingrassa" di oltre 40.000 tonnellate ogni anno grazie a un continuo flusso di materia extraterrestre, costituito principalmente da polveri cosmiche. Decelerando dalle velocità cosmiche negli strati alti della atmosfera, cadono sulla superficie del nostro pianeta dove possono essere identificate per le loro proprietà composizionali uniche. Le polveri cosmiche sono minuscoli frammenti di roccia (1-2000 micrometri) prodotti principalmente da collisioni tra asteroidi o dalla evaporazione e disintegrazione di comete. Si tratta quindi di campioni dei materiali più primitivi del sistema solare da cui si sono formati i pianeti rocciosi, ivi inclusa la Terra.

Il progetto, finanziato dal MIUR nell'ambito dei Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) 2015, è coordinato dal professor Luigi Folco, associato di Petrologia e Petrografia dell'Ateneo pisano, e sarà svolto in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica di Roma.

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Nella foto in alto: una sezione sottile di una sferula cosmica fotografata al microscopio ottico polarizzatore. Nella foto in basso: Luigi Folco.

Nell’ambito della convenzione di collaborazione scientifica tra l’Università di Pisa e l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, una delegazione di docenti dell’Ateneo è stata invitata dal Dalai Lama a seguire i lavori dello Emory-Tibet Symposium che si è tenuto a Mundgod, in India, dal 18 al 20 dicembre. Al simposio sono intervenuti esperti di livello internazionale nelle discipline che riguardano la scienza della mente, come la filosofia, la psicologia, la biologia e le neuroscienze.

Nell’occasione il Dalai Lama ha voluto incontrare personalmente i professori Angelo Gemignani e Bruno Neri, membri insieme ad Alfonso Maurizio Iacono del comitato scientifico che presiede la convenzione, per discutere dello sviluppo e della prosecuzione delle iniziative già avviate nell’ambito degli accordi. Prima fra tutte il master dell’Università di Pisa in “Neuroscienze, mindfulness e pratiche contemplative” al quale già collaborano alcuni insigni studiosi dell’ILTK. Altro argomento del colloquio è stato l’organizzazione a Pisa nel 2017 di una conferenza internazionale, multidisciplinare, sulle principali tematiche legate allo studio della mente, che vedrà come ospite d’onore lo stesso Dalai Lama.

I rappresentanti della Convenzione UniPi-ILTK insieme al Dalai Lama. Da sinistra: il direttore dell'ILTK Filppo Scianna, il Ven. Massimo Stordi, Fabrizio Pallotti, interprete personale del Dalai Lama; alla sinistra del Dalai Lama i professori Angelo Gemignani e Bruno Neri.
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L’Istituto Lama Tzong Khapa è uno dei principali centri in Occidente della Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahaiana (FPMT), sviluppatasi in Tibet a partire dal IX secolo. Al suo interno si svolgono attività di studio, formazione e approfondimento indirizzati a una migliore comprensione della natura interiore e dei processi mentali, attraverso lo studio della filosofia e della psicologia buddiste.

La convenzione tra Università di Pisa e l’ILTK ha lo scopo di promuovere un approccio multidisciplinare allo studio della coscienza e dell’interazione mente-corpo. Tale approccio si avvarrà, da una parte, dei metodi, degli strumenti e delle acquisizioni delle scienze occidentali (biofisica, neuroscienze, psicologia, psicofisiologia, filosofia della mente) dall’altra dell’enorme bagaglio di conoscenze accumulate, in oltre 2500 anni di storia, dalla tradizione buddista nel campo dell’analisi in prima persona dei processi mentali, introspezione, concentrazione, meditazione, mindfulness.

Il professor Bruno Neri (a destra) consegna al Dalai Lama una medaglia col simbolo del Cherubino. Con loro Fabrizio Pallotti, interprete personale del Dalai Lama.
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Dal 23 dicembre il  Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi ospita un'esposizione dedicata all'artista pisano Giuseppe Viviani, a cinquant’anni dalla grande mostra, postuma, che gli fu dedicata nel 1966 al Giardino Scotto. In mostra una trentina di incisioni, provenienti dal “Gabinetto disegni e stampe” dell’Università.

A gennaio, invece, un’altra porzione dell’allestimento sarà aperta presso la Chiesa della Spina, lungo un immaginario percorso alla scoperta di Viviani e della città. All’interno della piccola chiesa gotica sarà possibile ammirare alcune tele del Viviani pittore.

Giuseppe Viviani I dittatori  acquatinta, 1954

«Offriamo ai viaggiatori contemporanei un tracciato lungo il quale riscoprire le opere del pittore, e assaporare le bellezze della nostra città, permettendo loro di ammirare i nostri Lungarni – dichiara l’assessore alla Cultura Andrea Ferrante -. Siamo convinti che il potenziale di Pisa non si esaurisca nei suoi monumenti più famosi, ma si propaghi anche nel suo bellissimo paesaggio urbano».

Viviani, nasce a San Giuliano nel 1898, e vive la sua vita a Pisa. Nei suoi quadri sono rappresentati: «La topografia e il paesaggio campestre e urbano di Marina di Pisa, e in estensione lungocosta le più rade ambientazioni da Boccadarno a San Rossore a Tombolo e Viareggio, ambienti poi battuti certo con maggiore frequenza da Viviani cacciatore» spiega Nicola Micieli. Proprio la caccia fu all’origine della sua passione per i cani, raffigurati ripetutamente dall’artista. Viviani ha anche rappresentato la città, seppur in maniera particolare, come ci racconta Stefano Renzoni: «La Pisa ritratta da Viviani – non Marina, non la campagna indecifrata, ma la città – è sempre stata quella contratta nello spazio fisico e simbolico dei monumenti di piazza del Duomo. ( ... ) Qualche muro, con la bicicletta con i freni a bacchetta appoggiata e in agguato, e uomini che verrebbe voglia di chiamare come spaesati». La critica, in maniera unanime, ha rimarcato il profondo pessimismo esistenziale che s’inferisce dalle opere dell’autore, una visione della vita influenzata dalla biografia dell’autore che perse il padre all’età di due anni. Al pessimismo si aggiungeva una certa timidezza, tantoché lui stesso si definiva “timido come i bovi”. Quando arrivò il successo nel dopoguerra, non si scompose; anzi, la conquistata stabilità economica, gli permise di dedicarsi solamente alla sua arte e alla caccia. Nel 1948 ottenne la cattedra di Incisione presso l’Accademia di belle Arti di Firenze e quando morì, nel 1965, le sue opere avevano ormai acquisito fama nazionale.

Giuseppe Viviani, Monumento ai caduti di Viareggio  acquatinta, 1956

L’organizzazione di “Viviani” è sostenuta anche da Palazzo Blu che vanta un’ampia collezione di litografie dell’artista pisano, e quindi incoraggia manifestazioni che approfondiscano la conoscenza di quest’artista. Inoltre, Palazzo Blu e Palazzo Lanfranchi costituiscono i due grandi poli culturali di Mezzogiorno e perciò lavorano in stratta collaborazione. L’organizzazione dell’allestimento “Viviani” è supportata anche da Fondazione Arpa.

L’allestimento è fortemente voluto da Comune di Pisa e Università di Pisa. Gli ultimi due enti gestiscono assieme Palazzo Lanfranchi, che è divenuto negli anni il punto d’incontro della cultura cittadina con quella universitaria. Proprio il Museo della Grafica, ospitato a Palazzo Lanfranchi, ospita le esposizioni personali di altri due artisti, nativi di Pisa e legati indissolubilmente alla città. La prima è “Quotidiane Rarefazioni” che raccoglie trenta acqueforti di Fabrizio Pizzanelli; la seconda, “Senza clamore e dissonanze”, è dedicata all’architetto Roberto Mariani. A queste si aggiungerà “Viviani”, andando a creare un trittico sull’arte pisana che abbraccia molteplici espressioni figurative: l’architettura, l’incisione e la pittura.

Sul legame tra l’allestimento odierno e la mostra del 1966, Alessandro Tosi, direttore scientifico del Museo della Grafica, afferma: «L’evocazione di quel ritrovato e corale abbraccio, commosso e consapevole, tra Pisa e il mondo vivianesco ha il valore di una memoria condivisa su cui provare a immaginare e proporre, negli spazi di maggiore valenza simbolica, ulteriori percorsi».

L'inquinamento atmosferico provoca un danno al DNA, seppur modesto, e ciò costituisce un fattore di rischio per la salute futura dei bambini. Su questo versante, inoltre, emerge l'utilità di effettuare indagini precoci, che possano far conoscere e dunque prevenire gli eventuali pericoli. Sono questi i principali risultati raggiunti dal progetto MAPEC_LIFE ("Monitoring Air Pollution Effects on Children for supporting public health policy”), approvato nel 2013 dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+2012, Environment Policy and Governance. Il progetto è il primo grande studio multicentrico sugli effetti biologici precoci degli inquinanti aerei sulle cellule buccali dei bambini di 6-8 anni, residenti in cinque città italiane - oltre a Pisa, Brescia, Lecce, Perugia e Torino -, in relazione alla concentrazione di alcuni inquinanti atmosferici e alle caratteristiche socio-demografiche e agli stili di vita dei bambini.

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I dati del progetto MAPEC_LIFE sono stati presentati in Rettorato da Annalaura Carducci, docente responsabile dell'unità di ricerca dell'Ateneo pisano; da Lisandro Benedetti-Cecchi, prorettore per la Ricerca in ambito europeo e internazionale; da Alberto Castelli, direttore del Dipartimento di Biologia; da Maria Luisa Chiofalo, assessore comunale alle Politiche socioeducative e scolastiche; da Marco Redini, dirigente comunale all’Ambiente; da Liliana Cori, del CNR; da Germana Delle Canne, in rappresentanza delle scuole coinvolte nel progetto.

Nel progetto, di durata triennale, è stato coinvolto il Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa che, oltre ad effettuare l’indagine biologica, ha sviluppato insieme alle scuole ausili didattici sui temi dell'inquinamento e sugli stili di vita sani.
A livello operativo, nella città di Pisa sono stati reclutati 210 bambini frequentanti cinque scuole primarie (Newbery, Collodi, Filzi, De Sanctis e Gereschi), situate in zone diverse della città. E’ stato richiesto il consenso dei genitori e dei bambini stessi ed è stato somministrato un questionario per rilevare la caratteristiche socio-demografiche e comportamentali che potevano avere effetti sui risultati dello studio. Per ogni bambino sono stati raccolti 2 campioni di cellule della mucosa buccale, uno nel periodo invernale ed uno nel periodo primaverile. Su questi campioni è stata determinato il numero di micronuclei, che sono un indicatore di effetto biologico sul DNA (piccoli nuclei accessori rilevabili in cellule che hanno subito un danno al DNA). Contemporaneamente al campionamento biologico è stata rilevata nell’aria la presenza di inquinanti (PM10, PM0.5, IPA, Nitro-IPA). Altri dati di inquinamento dell’aria (PM2.5, SO2, Ozono) sono stati ottenuti dalle centraline ARPAT esistenti. Per alcune città erano disponibili anche le concentrazioni di benzene, non per Pisa perché le centraline ARPAT non lo rilevano.

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Risultati
A livello nazionale l’effetto biologico precoce evidenziato nelle cellule dei bambini come presenza di micronuclei è mediamente basso. Si evidenzia comunque una significativa differenza stagionale: il 52,7% dei bambini in inverno ed il 35,9% in primavera presenta almeno un micronucleo, con una media in inverno di 0,44 MN/1000 cellule e in primavera di 0,22 MN/1000 cellule. La frequenza di micronuclei risulta inoltre moderatamente influenzata dalle concentrazioni di benzene, PM2.5, SO2, e Ozono nell’aria e di IPA nel particolato ultrafine (PM0.5). L’effetto biologico precoce appare attenuato da un’alimentazione sana e aggravato da esposizione a fumo passivo e sovrappeso.

Fra le città coinvolte nello studio si sono rilevate differenze. Rispetto alle altre città, Pisa si colloca al secondo posto dopo Brescia per frequenza di micronuclei nelle cellule buccali dei bambini. La concentrazione dei micronuclei (MN) rilevata nella campagna invernale è stata di 0.5 MN/1000 cellule, nella campagna primaverile di 0.23 MN/1000 cellule, con una diminuzione significativa, come riscontrato nelle altre città. La riduzione del numero di micronuclei osservata nelle due campagne effettuate sugli stessi bambini indica la reversibilità di questo effetto biologico.

A Pisa i valori di PM10 misurati nelle scuole coinvolte sono risultati sempre inferiori al limite giornaliero di 50 µg/m3 e in linea con i dati derivanti dal monitoraggio delle 2 centraline ARPAT (Borghetto e Passi). Questo indica che anche livelli di inquinamento non molto elevati possono essere associati ad effetti biologici precoci sul DNA delle cellule buccali dei bambini.

Lo studio condotto è il più ampio nel suo genere a livello mondiale per numero di bambini coinvolti, tuttavia i dati raccolti nelle singole città riguardano un numero di soggetti troppo piccolo per poter fare analisi specifiche.

Complessivamente si può concludere che una danno al DNA, seppure modesto, è stato rilevato e che questo può indicare un rischio di futuri effetti nocivi sulla salute. Tali indagini possono avere l’utilità di mostrare gli effetti dell’inquinamento atmosferico più precocemente della rilevazione delle malattie ad esso correlate. La frequenza dei micronuclei tuttavia non può essere considerato un indicatore di rischio individuale, ma solo a livello di popolazione.

I contatti con le scuole sono stati anche l’occasione per sviluppare un progetto didattico mirato alla spiegazione dei concetti fondamentali alla base del progetto (inquinamento atmosferico, effetti sulla salute e sulle cellule, strategie di prevenzione e stili di vita sani). Sono stati prodotti ausili didattici (schede informative per gli adulti, cartone animato e video games), validati mediante uno studio pilota su 266 bambini frequentanti 7 classi degli istituti scolastici che hanno aderito al progetto. I risultati hanno mostrato una buona efficacia per l’aumento delle conoscenze dei bambini, soprattutto per gli alunni delle seconde classi. A seguito di questo studio gli ausili didattici sono stati diffusi a 140 docenti del Comune di Pisa mediante incontri formativi sulle tematiche del progetto. I docenti hanno espresso giudizio positivo sull’intervento formativo e sull’efficacia degli ausili utilizzati.

Per approfondimenti sul progetto si può consultare il sito web del progetto (www.mapec-life.eu), dove è disponibile il "Layman’s report" con i risultati conclusivi.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
Greenreport
PisaInformaFlash.it 
Controradio 
gonews.it

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