Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

Un itinerario virtuale che permette di valorizzare e di far conoscere, ai turisti come ai cittadini, la storia, la cultura, la natura e le specialità enogastronomiche di quella parte del territorio pisano che segue il corso del fiume Arno: dalla Val Graziosa, dove scorre il torrente Zambra, fino ad attraversare la città di Pisa per poi proseguire verso l’estuario di Bocca d’Arno. È questo anche il percorso lungo il quale si snodano tutti i musei che fanno parte del Sistema Museale di Ateneo (SMA) dell'Università di Pisa.

Immagine Arno Musei 

Il progetto L'Arno racconta Pisa - Navigando tra i musei dell'Ateneo, realizzato dallo SMA con il finanziamento della Regione Toscana, permette con un semplice click sul sito www.arnoraccontapisa.it o scaricando l’app sul proprio smartphone - entrambi realizzati dall’agenzia fiorentina Sowhat - di consultare informazioni relative a musei, palazzi storici e chiese, con la possibilità di scoprire o riscoprire le ricchezze storico artistiche del nostro territorio. Il sito, nella sua doppia versione in italiano e inglese, propone inoltre sette diversi itinerari che mirano ad arricchire le esperienze di visita del turista e del cittadino. Si può scegliere tra una piacevole passeggiata a fianco dei palazzi storici dei Lungarni e il percorso che va dalla Torre pendente al fiume, visitando alcuni dei più interessanti musei dell’Ateneo, così come tra le proposte per chi è in cerca di un itinerario scientifico, naturalistico o anche per chi vuol conoscere Pisa a misura di bambino.

Il progetto è stato presentato alla stampa giovedì 24 novembre, dalla prorettrice vicaria, Nicoletta De Francesco, dal direttore generale, Riccardo Grasso, dalla coordinatrice organizzativa dello SMA, Sabrina Balestri, e dallo staff dello SMA.

Esso sarà illustrato al pubblico sabato 26 novembre, alle ore 16, nella sede del Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, nell'ambito di una giornata in cui i musei dell’Ateneo saranno aperti per raccontarsi attraverso i loro reperti, le attività del personale e le esperienze degli studenti che vi hanno svolto l’alternanza scuola-lavoro. A conclusione della presentazione è inoltre prevista una degustazione gratuita di prodotti tipici pisani e toscani.

arno musei

scarpe rosse 2016In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in programma venerdì 25 novembre, il tavolo di coordinamento dei Comitati Unici di Garanzia di Università di Pisa, Scuola Normale, Scuola Sant’Anna, Comune e Azienza Ospedaliera Universitaria pisana organizza l'incontro Violenza nelle relazioni di genere, con ospite la magistrata e giudice Teresa Angela Camelio. A discutere con lei ci saranno Francesco Spano, direttore dell’Unar (Ufficio anti discriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei ministri) e la professoressa Tiziana Noce, che sul tema della violenza sulle donne ha scritto importanti saggi.

L'iniziativa si terrà alla Scuola Normale, a partire dalle ore 15, nella Sala Stemmi del Palazzo della Carovana. I relatori presenteranno dati e analisi di un fenomeno sempre più intenso e trasversale nella società come testimoniano le cronache quotidiane. 

Il percorso promosso da tavolo di coordinamento dei Comitati Unici di Garanzia continuerà poi nel nuovo anno con un convegno organizzato per il 10 febbraio dal titolo “Pari dignità e pieno sviluppo della persona - Rileggere oggi l’art. 3 della Costituzione”. Il convegno approfondirà, con un approccio insieme storico e giuridico, l’attualità dell’art. 3 della nostra Carta fondamentale e tenterà di evidenziare come anche i CUG, attraverso la loro attività, ne possano essere considerati uno strumento attuativo.

Teresa Angela Camelio è stata designata a rappresentare l’Italia in Eurojust, presso l’Aia, unità cooperativa giudiziaria istituita dalla Comunità Europea per potenziare l’efficienza dell’azione delle autorità nazionali impegnate nella lotta contro gravi forme di criminalità organizzata. Spezzina, ha un lungo percorso nel sistema giudiziario italiano, tra cui anche presso il Tribunale di Pisa.

Francesco Spano, nato a Pisa nel 1977, avvocato, si è occupato di pluralismo religioso e culturale. Tra gli incarichi svolti precedentemente a quello di Direttore dell’Unar, anche quello di responsabile per le politiche per il dialogo interculturale per l’Istituto italiano per l’Asia ed il Mediterraneo (2012-2013), di docente per il Master in Culture e mediazione, dell’Università La Sapienza di Roma (2001-2013) e di Diritto ecclesiastico e Diritto, politica e religioni presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Siena.

Tiziana Noce insegna Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria. Si è occupata del controllo maschile sul corpo femminile e dell’azione politica delle donne. Tra i suoi lavori su questi temi Nella città degli uomini. Donne e pratica della politica a Livorno fra guerra e ricostruzione (2004), La storia politica delle donne in Italia. Un tentativo di ricostruzione, in «Annale IRSIFAR» (2009), Il corpo e il reato. Diritto e violenza sessuale nell’Italia dell’Ottocento (2009), Una vita nel partito: fedeltà e autonomia, in “Di generazione in generazione. Le italiane dall’Unità a oggi”, a cura di A. M. Mori, A. Pescarolo, A. Scattigno, S. Soldani (2014).

********

Intanto, nella mattinata di venerdì 25 novembre, su iniziativa del Consiglio Cittadino e dell'Assessorato per le Pari Opportunità del Comune di Pisa, della Casa della Donna e delle Associazioni del Protocollo antiviolenza (AIED Pisa, DIM, Nuovo Maschile), è stato esposto sul balcone del Palazzo alla Giornata, sede del rettorato dell’Università di Pisa, un drappo rosso, simbolo della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. All’iniziativa erano presenti il rettore Paolo Mancarella, il prorettore vicario Nicoletta De Francesco, il prorettore Ada Carlesi e la delegata per la Comunicazione Alessandra Lischi, che hanno poi accolto nella Sala dei Mappamondi la delegazione guidata dall’assessore comunale Marilù Chiofalo.
Il drappo rosso è stato esposto sulle facciate dei principali palazzi dei Lungarni e del centro di Pisa.

drappo rosso1

drappo rosso4

drappo rosso2

drappo rosso3

 


*********
Guarda il video realizzato dalla Regione Toscana in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

 

 

Minori vibrazioni e più comfort alla guida è quanto promette una nuova tecnologia sviluppata dagli ingegneri dell’Università di Pisa. Il team composto dal professore Leonardo Bertini, responsabile della ricerca, e dagli ingegneri Francesco Bucchi, Bernardo Monelli e Paolo Neri ha condotto lo studio in collaborazione con Letomec, spin-off dell’Ateneo pisano, e l’azienda Global Garden Products di Castelfranco Veneto (Tv). Il focus era sul settore dei macchinari agricoli, ma la tecnologia, assicurano i ricercatori, può essere estesa ad altri tipi di altri veicoli o prodotti che prevedano l’interfaccia uomo-macchina.

“Il nostro obiettivo era la caratterizzazione delle vibrazioni di un mezzo agricolo con operatore – ha spiegato Bernardo Monelli – e così abbiamo sviluppato due differenti modelli per lo studio in fase progettuale della risposta vibratoria del veicolo, essenziali ai fini della valutazione dei parametri di comfort per l’utente”.

monelli_bucchi_neri_inside.jpg

Il progetto, durato quattro mesi, è stata sviluppato nei laboratori della sezione di Meccanica del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Ateneo pisano dove sono state eseguite le prove sperimentali. E appena concluso è già arrivato un primo riconoscimento. Il team dei ricercatori pisani ha infatti ricevuto il “Poster Award” nel corso dell’International CAE Conference 2016 che si è svolta a ottobre a Parma piazzandosi fra i cinque vincitori “ex-aequo” su un totale di cinquantadue lavori presentati.
---
Foto, da sinistra verso destra, Bernardo Monelli, Francesco Bucchi e Paolo Neri.

Un viaggio nelle collezioni uniche degli Orti botanici italiani. A raccontarlo è Gianni Bedini, ricercatore del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, in un saggio nel volume “Orti Botanici, eccellenze italiane”. Il libro, appena pubblicato dall’Associazione Nazionale Nuove Direzioni d'intesa con la Società Botanica Italiana e curato dai botanici Marina Clauser e Pietro Pavone, fa parte di un ampio progetto che ha lo scopo di far conoscere gli orti botanici italiani, proponendo una rassegna a livello nazionale e una visione articolata e approfondita delle loro funzioni.

Orto botanico di Pisa


In particolare, il contributo del ricercatore pisano fa una rassegna su quanto c’è di unico nei principali Orti del nostro Paese. Si parte dai giardini botanici Hanbury, fondati nel 1867 vicino Ventimiglia che vantano la maggiore collezione europea di Agave, sino a passare dal Centro Italia dove ad esempio l’Orto di Pisa conserva la più grande collezione di salvie in Italia, circa 150 specie, arrivando poi sino a Catania dove si trova la raccolta più ampia di palme in Italia, 123 specie in rappresentanza di 48 generi, provenienti da cinque continenti. E fra conservazione della biodiversità come ad esempio a Bergamo o nel Giardino dei Semplici di Firenze, non mancano le curiosità e le assolute rarità, come nel caso degli alberi secolari e monumentali, a volte unici in tutta Europa, protagonisti anche di storie come nel caso dell'esemplare di Chamaerops humilis del 1585 dell’Orto di Padova, meglio noto come “la palma di Goethe” dopo che il letterato tedesco trasse ispirazione dalle sue foglie per elaborare la sua teoria delle metamorfosi delle piante.


aiuola fiorita dell'oto botanico di Pisa

“Gli Orti botanici sono un’eccellenza italiana in continua trasformazione - spiega Gianni Bedini - un patrimonio naturale e storico da Nord a Sud ricchissimo e complesso, conosciuto e visitato da specialisti, appassionati di botanica e studenti, ma soprattutto da tanti turisti e curiosi. Da qui la necessità e l’urgenza di valorizzarli per riuscire a cogliere le sfide ambientali attuali e far svolgere agli Orti italiani anche una funzione educativa sociale e civica”.

---

Nelle foto, alcuni scorci dell'Orto botanico dell'Università di Pisa

Giovedì 17 novembre, l’ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Isaias Rodriguez, è stato ospite all’Università di Pisa, dove ha tenuto una lectio magistralis sulla Costituzione del suo Paese. 

L'ambasciatore del Venezuela accolto in rettorato

Durante l’incontro, organizzato dal dipartimento di Scienze politiche in collaborazione con l’Ambasciata, Rodriguez ha tracciato una panoramica della storia politica del Venezuela, a partire dalla prima Costituzione promulgata nel 1811, fino all’Assemblea nazionale costituente che ha dato origine alla attuale Carta, ratificata con un referendum popolare il 15 dicembre 1999.

All’evento ha inoltre partecipato il professor Maurizio Vernassa, che ha auspicato che il rapporto dell’Italia con l’America latina possa rafforzarsi ancora di più, riconoscendo l’importanza di questa regione, dove risiedono migliaia di italiani. L’evento ha visto la partecipazione di un nutrito gruppo di studenti.

Al fine di incrementare i legami di amicizia e di promuovere gli scambi di cooperazione internazionale del mondo accademico con l’Università di Pisa, l’ambasciatore Isaias Rodriguez ha anche incontrato il rettore Paolo Mancarella, il delegato per l’Internazionalizzazione Francesco Marcelloni e alcuni rappresentanti dell’Ufficio Internazionale.

L’ambasciatore del Venezuela ospite all’Università di Pisa

L’ambasciatore del Venezuela ospite all’Università di Pisa

L’ambasciatore del Venezuela ospite all’Università di Pisa

L’ambasciatore del Venezuela con il rettore Paolo Mancarella

Un momento della lezione dell'ambasciatore del Venezuela a Scienze politiche

L’Università di Pisa, insieme ad altri tre atenei italiani – l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti e Pescara, la Seconda Università di Napoli e l’Università di Sassari – ha superato le due fasi di selezione per partecipare alla competizione Solar Decathlon Middle East che si disputerà negli Emirati Arabi Uniti, a Dubai, nel 2018. I 22 team arrivati alla fase finale, selezionati tra 63 partecipanti provenienti da università di tutto il mondo, sono stati annunciati e presentati a Dubai il 5 ottobre in occasione della cerimonia di apertura del “World Green Economy Summit” alla presenza del Vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti e Sovrano di Dubai, lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktum.

solar decathlon web2

Il Solar Decathlon è una competizione biennale, promossa a partire dal 2002 dall’US Department of Energy, che mette a confronto, nella fase finale, 20 squadre di studenti universitari, supportati da ricercatori universitari e da un network di aziende, per progettare, realizzare e gestire edifici fortemente innovativi. Le case, veri e propri prototipi, sono realizzate non solo per perseguire in via sperimentale l’efficienza energetica e la sostenibilità, considerando che proprio l’edilizia è uno dei punti deboli del fatidico “effetto serra”, ma anche l’integrazione delle tecnologie sperimentali in nuove architetture.

La prestigiosa competizione internazionale che ha celebrato le sue precedenti edizioni negli Stati Uniti, in Europa, America Latina, Caraibi e Cina, nel 2018 avrà luogo a Dubai, a cura della Dubai Electricity and Water Authority con premi in palio per 2.6 milioni di euro. I team provenienti da 15 paesi dovranno confrontarsi nelle dieci categorie (contest) della gara, che sono architettura, ingegneria, gestione dell’energia, comfort, mobilità sostenibile, funzionalità, sostenibilità, arredo e verde, comunicazione, innovazione.

Il progetto proposto sarà sviluppato nei prossimi diciotto mesi da docenti e ricercatori del dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTeC) dell’Università di Pisa rappresentato dal professor Fabio Fantozzi che, coadiuvato dai ricercatori Francesco Leccese e Giacomo Salvadori e da un nutrito gruppo di studenti (circa 70) dell’area edile, si occuperà dello studio degli aspetti energetici, acustici, impiantistici, sismici, comfort e sostenibilità, legata in modo particolare ad un’attenta scelta dei materiali e all’uso di energie rinnovabili che coprano tutte le esigenze della casa. Interverranno nel progetto anche il professor Walter Salvatore e l’ingegner Silvia Caprili, che cureranno gli aspetti strutturali del fabbricato da realizzare. Questa attività sarà svolta in collaborazione con l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara, che funge da capofila del progetto, con il coordinamento del professor Michele Di Sivo; con il dipartimento di Architettura e disegno industriale “Luigi Vanvitelli” della Seconda Università di Napoli, rappresentato dal professor Sergio Rinaldi; con il dipartimento di Architettura, design e urbanistica dell’Università di Sassari, rappresentato dal professor Antonello Monsù Scolaro, che cureranno soprattutto l’architettura del progetto e degli spazi interni.

«Questa competizione è importante per educare gli studenti a un uso consapevole delle tecnologie di energia rinnovabile, della gestione dell'energia e dell'edilizia sostenibile, sfidandoli a pensare in modo creativo e a sviluppare soluzioni innovative – commenta il professor Fantozzi – A Dubai gli studenti sono stati rappresentati da Nicola Spinelli, studente di Ingegneria edile a Pisa, ma proprio in questi giorni, nelle quattro sedi, è stata completata la selezione dei ragazzi che parteciperanno alla fase finale dello studio, quella di ottimizzazione e cantierizzazione del progetto».

Nella foto: la delegazione Pisa-Pescara (da sinistra lo studente Nicola Spinelli e il Prof. Fabio Fantozzi).

spinelli fantozzi

L’ipotesi progettuale proposta intende indagare soluzioni capaci di coniugare le esigenze di benessere e sostenibilità energetica, correlate alle specifiche condizioni climatiche, particolarmente impegnative, con quelle, più generali di fruibilità, accessibilità e sicurezza degli ambienti abitativi. Si intende coniugare gli obiettivi di ottimizzazione dei consumi di risorse materiali ed energetiche durante l'intero ciclo di vita dell'edificio, con la fattibilità finanziaria, la flessibilità costruttiva e la fruibilità degli spazi abitativi. Particolare attenzione sarà posta nella scelta dei materiali (molto legata al loro ciclo di vita - LCA, Life Cycle Assessment) e dei sistemi costruttivi, avendo cura di valorizzare le risorse locali e le caratteristiche tipologiche, tecnologiche e fisiche della tradizione costruttiva, reinterpretata in un'ottica di reversibilità dei processi realizzativi. Molto importante sarà la modularità che consenta di montare in quindici giorni l’edificio progettato e, alla fine della competizione, rismontarlo e riportarlo a casa dove svolgerà funzione di laboratorio per gli studenti.

«Si intuisce come un edificio del genere sia anche un importante test per un’edilizia che, con costi contenuti e assicurando comfort e bassi costi energetici, si riveli anche molto versatile per risolvere emergenze come terremoti o inondazioni che, nel nostro Paese, stanno verificandosi con una drammatica continuità diventando purtroppo un’esigenza fin troppo realistica e necessaria», conclude il professor Fantozzi.

Nella foto: gli studenti delle università selezionate.

solar decathlon web

Ne hanno parlato:
InToscana.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it 
gonews.it

Un nanomateriale intelligente per la cura dell’osteoporosi capace di “ingannare” le cellule ossee invecchiate, ricreando il microambiente tipico di un osso sano. E’ questa la sfida del progetto europeo BOOST a cui collaborano il professore Giovanni Vozzi e l’ingegnere Carmelo De Maria del Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa. Partito nel maggio 2016 e finanziato con circa due milioni di euro, BOOST (Biomimetic trick to re-balance Osteoblast-Osteoclast loop in osteoporoSis treatment: a Topological and materials driven approach) è coordinato dal Politecnico di Torino e, oltre all’Ateneo pisano, coinvolge anche l’Istituto Ortopedico Rizzoli e l’Università Politecnica delle Marche.

Nella foto da sinistra Giovanni Vozzi, Francesca Montemurro, Aurora Deacutis, Carmelo De Maria
L’osteoporosi riguarda decine di milioni di persone in Europa, numero in continuo aumento per l'invecchiamento della popolazione. Una donna su tre e un uomo su cinque, dopo i cinquant’anni, sperimentano una frattura ossea dovuta a questa patologia che causa fragilità per lo squilibrio fra l’azione degli osteoblasti, cellule deputate al rinforzo della struttura ossea, e gli osteoclasti, che invece la distruggono laddove non necessaria. Il progetto BOOST mira a recuperare questo equilibrio attraverso lo sviluppo di uno “scaffold intelligente”, cioè di una struttura polimerica micro e nano fabbricata in grado di riprodurre gli stessi stimoli fisici, chimici, meccanici, topologici e biologici tipici del tessuto osseo sano.

“Si tratta di un approccio completamente differente rispetto al tradizionale apporto farmacologico – spiega Giovanni Vozzi - ma che potrebbe anche integrarsi a questo con l’inserimento di farmaci nella struttura nanoporosa del materiale con il quale è fabbricato lo scaffold”.

macchinario per la crezzione del nanomateriale


In particolare nell’ambito di BOOST, il team coordinato da Vozzi e De Maria contribuirà allo sviluppo di una piattaforma dedicata per la micro e nano fabbricazione degli scaffold mettendo a frutto una lunga esperienza in questo settore. Da anni infatti questo questo gruppo di ricercatori si occupa dello sviluppo di dispositivi bioingegneristici avanzati per la realizzazione di strutture polimeriche in grado di riprodurre le caratteristiche tipiche di un tessuto sano e/o patologico combinando diversi materiali e metodiche di micro e nano fabbricazione.

“La collaborazione col gruppo della professoressa Vitale Brovarone del Politecnico di Torino - commenta Vozzi – dimostra come sia possibile fare ricerca multidisciplinare di eccellenza in Italia anche tra atenei. Inoltre il progetto BOOST permetterà di realizzare per la prima volta una piattaforma bioingegneristica di lavorazione multimateriale e multiscala che potrà in un futuro essere applicata allo sviluppo di modelli in vitro per diverse tipologie di tessuto, non solo quello osseo, e che potranno trovare applicazione nell’ambito della ricerca di base, del testing farmacologico e della personalizzazione di terapie cliniche”.

---

Nella foto da sinistra Giovanni Vozzi, Francesca Montemurro, Aurora Deacutis, Carmelo De Maria

 

cibo copyHa preso il via una importante iniziativa di educazione alimentare attraverso Facebook rivolta a un campione di dipendenti dell'Università di Pisa, nell'ambito delle attività del Progetto "Pisa città che mangia sano", il cui protocollo è stato stipulato da Regione Toscana, Università di Pisa, Azienda ospedaliero-universitaria pisana, Comune di Pisa ed ex Asl 5 di Pisa, con il contributo della Società della Salute di Pisa. Il protocollo ha la finalità di promuovere azioni volte a prevenire l'insorgenza di patologie croniche promovendo stili di vita salutari – in particolare la sana alimentazione – e prevenire i disturbi del comportamento alimentare.

La scorsa settimana si è tenuto il primo incontro per spiegare il progetto ai partecipanti, misurare i dati antropometrici e verificare lo stile di vita e le abitudini alimentari, con particolare riguardo all'aderenza alla dieta mediterranea. Nei prossimi sei mesi, all'interno di un gruppo chiuso su Facebook, i partecipanti riceveranno 2-3 post settimanali con informazioni semplici e pratiche e avranno modo di confrontarsi tra di loro e con dietisti dedicati al progetto, con la finalità di porre in atto semplici modifiche della quotidianità per poter migliorare il proprio stile di vita. Alla fine dei sei mesi verranno nuovamente rilevati i dati iniziali e raccolte le statistiche dei post pubblicati, per verificare i risultati ottenuti.

Molto si discute sull'utilizzo del social network per finalità educative. L'intento dell'iniziativa, coordinata dal professor Piero Marchetti, presidente del corso di laurea in Dietistica, e dalla dottoressa Katia Nardi, dietista dell'Aoup, Servizio Dietetico la cui responsabile è la dottoressa Mojgan Azadegan, è quello di utilizzare e verificare un approccio innovativo al passo coi tempi per aiutare a mettere in pratica alcuni concetti basilari, al fine di migliorare il proprio stato di salute. (Fonte Ufficio stampa AOUP).

 

A Supercomputing 2016, la più importante conferenza mondiale sul calcolo ad alte prestazioni in corso a Salt Lake City, l’IT Center dell’Università di Pisa ha preso parte all’annuncio insieme a Dell e Intel del nuovo prodotto HPC Orchestrator, una personalizzazione di Intel del software open source OpenHPC dedicata a coloro che hanno bisogno di realizzare sistemi di calcolo formati da più server.

L’annuncio si colloca in una collaborazione in via di espansione tra Dell, Intel e l’Ateneo pisano, che da parte sua contribuisce con le proprie competenze al processo di realizzazione di prodotti dei due colossi americani, consentendo allo stesso tempo a studenti, docenti e ricercatori l’accesso alle ultime tecnologie, anche prima del rilascio ufficiale sul mercato. I ricercatori del dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa coinvolti nella collaborazione con Intel sono Antonio Cisternino, recentemente nominato dal rettore delegato all’Informatica, e Maurizio Davini, coordinatore tecnico dell’IT Center, presente a Salt Lake City per il lancio del nuovo prodotto.

Il calcolo ad alte prestazioni è utilizzato dai super computer di tutto il mondo per risolvere problemi così complessi da richiedere migliaia di processori e consentire di progredire nell’avanzamento della conoscenza simulando fenomeni complessi. La scelta da parte dei giganti dell’Information Technology di effettuare le loro attività industriali e di trasferimento tecnologico insieme all’Università di Pisa - e non solo con gli atenei americani - testimonia il grande patrimonio di competenze dell’Ateneo pisano.

Guarda il video di presentazione di Intel HPC Orchestrator e il video con l'intervista ad Antonio Cisternino.

*********

Nella foto Maurizio Davini alla conferenza di Salt Lake City insieme a Figen Ulgen, General Manager, High Performance Computing Platform Software di Intel

Maurizio Davini alla conferenza di Salt Lake City insieme a Figen Ulgen, General Manager, High Performance Computing Platform Software di Intel

 

Ne hanno parlato: 
Tirreno Pisa
Askanews
TirrenoPisa.it
gonews.it

Forbes
NextPlatform

Un prestigioso riconoscimento scientifico e culturale va ad arricchire la biografia di due illustri professori dell'Università di Pisa, Lucia Tomasi Tongiorgi e Giuseppe Di Stefano, che da alcuni giorni sono entrati nel ristretto elenco dei soci corrispondenti dell'Accademia Nazionale dei Lincei, in rappresentanza della classe di Scienze morali, storiche e filologiche. La nomina, approvata già a fine luglio, è stata ufficializzata dal presidente dell’Accademia, Alberto Quadrio Curzio, nella relazione per l'inaugurazione dell’anno accademico che si è tenuta a Roma lo scorso 11 novembre. "Dalla complessa procedura di cooptazione attraverso la quale entrano oggi ufficialmente ai Lincei i nuovi soci italiani e stranieri - ha detto il professor Quadrio Curzio - si rileva la loro eminenza scientifica, ma anche la loro sapienza culturale in modo tale ch’essi esprimono una capacità di visione per cui scienza e cultura sono radicate nella storia e contribuiscono al progresso civile e al bene comune per lo sviluppo umano".

"Ai due illustri amici e colleghi vanno le mie più sentite congratulazioni - ha commentato il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella - per un riconoscimento davvero meritato che contribuisce ad elevare ulteriormente il prestigio della nostra Università".

tongiorgi1Di Stefano1

Lucia Tomasi Tongiorgi è stata per diversi anni professore ordinario di Storia dell’arte moderna nell’Università di Pisa, dopo aver insegnato negli Atenei di Udine e Siena, ricoprendo anche le cariche di direttore del Museo della Grafica, della Scuola di specializzazione nelle arti visive e del dottorato in Storia delle arti visive. Dal 2003 al 2009 è stata prorettore vicario e dal 2010 al 2016 delegata del rettore per le iniziative culturali. Nel 2009 è stata insignita dell’Ordine del Cherubino.

Nelle Motivazioni del riconoscimento, l'Accademia dei Lincei ha sottolineato che "i campi di ricerca della professoressa Lucia Tomasi Tongiorgi insistono nel dominio dell’arte moderna con particolare riguardo ai rapporti tra arte e scienza e allo specifico dell’iconografia naturalistica, argomenti sui quali la sua ricerca ha prodotto oltre centoventi pubblicazioni, tra volumi, saggi e cataloghi di importanti mostre. In questo settore disciplinare, fino a non molto tempo fa poco frequentato in Italia, ha svolto un’attività pionieristica di altissimo livello che le ha riservato il ruolo di punto di riferimento dominante: è infatti accademica ordinaria dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, e accademica corrispondente dell’Accademia dei Georgofili e Fellow della Linnean Society di Londra. Nel 2007 il Ministro dei Beni Culturali l’ha chiamata a far parte del Comitato nazionale per le onoranze a Galileo. Ma l’apprezzamento per il suo standing scientifico si è affermato soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, da tempo più attenti e produttivi in questi settori disciplinari. È stata visiting professor presso il Getty Center di Malibu, poi presso il Department of History of art dell’Università di Oxford (1997), dal 1996 al 2002 senior fellow di Dumbarton Oaks (Harvard University) e dal 1990 a oggi attiva collaboratrice della Oak Spring Garden Library (Mellon Foundation). Le mostre da lei organizzate presso la Biblioteca Estense di Modena, il Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, la National Gallery di Washington e il New York Botanical Garden costituiscono ancora oggi un punto fondante per le ricerche in questi campi di indagine".

Giuseppe Di Stefano è stato professore ordinario di Letteratura spagnola nell’Università di Pisa dal 1975 al 2009 e attualmente è professore emerito. Ha ricoperto vari incarichi nelle istituzioni accademiche, fra cui quello di preside della facoltà di Lingue e letterature straniere dal 1983 al 1989 e dal 1999 al 2007, di direttore del Centro linguistico Interdipartimentale e di delegato del rettore per la comunicazione dal 2006 al 2010.

Nelle Motivazioni del riconoscimento, l'Accademia dei Lincei ha ricordato che "nei suoi lavori, il professor Giuseppe Di Stefano ha sempre saputo coniugare con rara competenza l’indagine diretta sui testi con un’esemplare attenzione al contesto storico-culturale e alla fortuna delle opere e degli autori, proponendosi come una figura di riferimento fondamentale per gli studi ispanici italiani e internazionali. La sua ricerca scientifica, con qualche escursione nella letteratura del Settecento e dell’Ottocento, ha come ambito di specializzazione privilegiata l’epoca medievale e i cosiddetti Secoli d’Oro – dal Trecento a tutto il Seicento –, con studi su alcuni dei principali nodi storico-critici della letteratura spagnola: romancero e poemi epico-lirici medievali (un volume e molti articoli di ricostruzione storica, edizione e analisi, e quattro raccolte commentate, pubblicate tre in Spagna e una in Italia, dal 1967); il trecentesco Libro de buen amor, di Juan Ruiz, con edizione italiana bilingue commentata e numerosi articoli e interventi congressuali (dal 1998); la poesia cancioneril quattrocentesca, con saggi e conferenze (dal 1968); il romanzo cavalleresco del Cinquecento, con edizione critica del Palmerín de Olivia e studi connessi (dal 1965); la letteratura popolare in versi nel Cinquecento e inizi del Seicento, in particolare nei fogli volanti, con inventari, indagini bibliografiche e analisi critiche (dal 1968); il Don Chisciotte cervantino, con saggi e interventi congressuali; il Burlador de Sevilla di Tirso de Molina, con messe a punto testuali e analisi critiche".

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa