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Da dove viene l'idea dell'Election day in America? E perché, ad esempio, è sempre un martedì? Le risposte a queste e ad altre domande in un post di Arnaldo Testi, professore di Storia americana al dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa, dal suo blog Short Cuts America in cui scrive di politica, della società e della cultura degli Stati Uniti di oggi. 

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Election Day? Che sia all’inizio di novembre, di martedì

La data delle elezioni presidenziali americane non è scritta nella pietra della Costituzione, ma in una legge federale. La legge è antica, del 1845, e dice in poche righe che i grandi elettori che formano l’Electoral College presidenziale, quello che elegge il Presidente e il Vice-presidente degli Stati Uniti, devono essere scelti lo stesso giorno in tutti gli Stati dell’Unione. E che questo giorno è il primo martedì di novembre successivo al primo lunedì di novembre. Quindi, se si fa un rapido calcolo, non può essere il primo del mese, ma un giorno fra il 2 e l’otto. L’8 novembre, come in quest’anno 2016, è la data più tarda possibile.

Il perché di questa bizzarra clausola è tecnico, rinvia a una legge ancora più antica, e richiede un po’ di paziente applicazione. All’alba della repubblica, nel 1792, il Congresso aveva stabilito che i grandi elettori presidenziali dovevano riunirsi ed esprimere i loro voti (ciascuna delegazione nel proprio stato) il primo mercoledì di dicembre. Gli stessi grandi elettori, inoltre, dovevano essere designati dagli stati nei 34 giorni precedenti a quella data. Ora fast forward alla legge del 1845. Nella prima stesura si diceva solo: che la designazione avvenga il primo martedì di novembre. Ma poi qualcuno osservò che in certi anni il periodo fra il primo martedì di novembre (se cade il primo del mese) e il primo mercoledì di dicembre è superiore ai 34 giorni. Il marchingegno adottato evitava questo rischio.*

Già la legge del 1792 aveva messo un po’ di ordine nei tempi delle procedure elettorali. Aveva costretto gli stati ad agire in un periodo definito dell’anno (gli ormai famosi 34 giorni appunto e non, come accadeva per altre elezioni, d’aprile o d’estate o a settembre o quando a loro piacesse). L’inizio di novembre divenne il momento preferito, ma i giorni erano ballerini, variavano da stato a stato. Succedeva così che gli stati che votavano più tardi conoscessero alcuni risultati e ne fossero influenzati. E anche che i partiti organizzassero gruppi di elettori entusiasti e fedeli che attraversavano i confini statali votando di qua e di là, più volte, il loro candidato. Il provvedimento del 1845 pose fine a tutto ciò.

02 county election bingham 1852

Dal 1848 in poi ci sarebbe stato un unico Election Day presidenziale, punto e basta. (Nel 1872 un’altra legge stabilì che in quel giorno dovevano tenersi anche le elezioni per il Congresso federale.)

La scelta di novembre (e inizio dicembre) per simili operazioni era legata a fattori istituzionali e culturali un po’ da antico regime. Era questo il periodo dell’anno in cui le assemblee legislative degli stati erano riunite in sessione; e naturalmente bisogna ricordare che all’inizio della storia i grandi elettori erano designati dalle assemblee statali, non eletti dal popolo. Questo era anche un momento di pausa nel ciclo economico stagionale di una società in gran parte agricola: il raccolto autunnale si era concluso, i rigori dell’inverno non si erano ancora dispiegati, i politici potevano ancora muoversi con qualche conforto nel grande paese.

La scelta del martedì era solo leggermente più moderna. Dagli anni quaranta dell’Ottocento i grandi elettori erano ormai eletti dal popolo, a suffragio universale maschile, da milioni di cittadini. Gli elettori dovevano spesso fare viaggi importanti per raggiungere i seggi aperti nei villaggi, magari nella cittadina capitale di contea. Non potevano certo andare la domenica, che era il giorno del Signore. E neanche il mercoledì, che era il tradizionale giorno di mercato. Martedì era perfetto, consentiva anche a chi veniva da lontano di muoversi il giorno prima, lunedì. L’America era quasi tutta rurale, e l’elettore ideale era un farmer maschio.

La scelta di un unico giorno era invece compiutamente moderna, razionale, efficiente. Acquistò anche un forte significato simbolico. Il voto divenne un atto collettivo sincronizzato in tutto il paese; e grazie alla crescente velocità di comunicazione (le ferrovie, il telegrafo) e al nascente giornalismo popolare (la penny press quotidiana) gli elettori stessi ne divennero consapevoli. Era il popolo sovrano che si riuniva tutto nelle stesse ore per scegliere i propri governanti, a livello nazionale, in una nazione cresciuta a dimensioni continentali. Era insomma, come cantò più tardi con democratico ottimismo Walt Whitman, America’s choosing day:

“Il giorno in cui l’America fa la sua scelta / il senso profondo non nell’eletto – l’atto in se stesso ciò che più conta, la scelta quadriennale.”

* In un ulteriore twist di immaginazione & sfida alla pazienza, il giorno delle riunioni dei grandi elettori fu spostato in avanti nel 1887, al secondo lunedì di gennaio, e poi di nuovo indietro nel 1936 – alla data attuale, e cioè al primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre (quest’anno sarà il 19 dicembre). In entrambi i casi fu cancellata la clausola dei 34 giorni. Ma la data di Election Day è rimasta quella prevista dalla formula del 1845.

 

Arnaldo Testi

Sempre sull'Election day - perché non ci sono ormai più gli Election day di una volta! - potete anche leggere qui un altro post da Short Cut America.

Nel mondo dell’Internet of things sono sempre più diffusi i prodotti programmabili grazie a Zerynth, la startup tecnologica fondata da quattro ricercatori dell’Università di Pisa, che questa volta “sbanca” Kickstarter grazie alla partnership con Redbear, il produttore dei mini chip “Nano 2” e “Blend 2” destinati all’Industria 4.0. In soli tre giorni il prodotto powered by Zerynth ha infatti raggiunto il budget prefissato di 20.000 dollari sulla nota piattaforma di crowdfunding internazionale e andrà in produzione da gennaio. Si tratta di un piccolissimo dispositivo Bluetooth a bassissimo consumo energetico, della grandezza di una moneta da 5 centesimi, che permetterà di sviluppare una vastissima gamma di soluzioni per l’IoT, dai cosiddetti prodotti “wearables" (indossabili, come i braccialetti intelligenti), a soluzioni di monitoraggio e controllo di sistemi per l’industria, il retail e la logistica.

Zerynth and RedBear Kickstarter 2

«L’Industria 4.0 è uno dei temi caldi nel campo del business e della tecnologia a livello internazionale – commenta Gualtiero Fantoni, docente dell’Università di Pisa, tra i fondatori di Zerynth – Negli ultimi mesi se ne è discusso molto anche in Italia: il governo ha previsto un piano nazionale per supportare le aziende che operano secondo i principi dell’Industria 4.0 e che fanno quindi dell’Internet of Things un elemento di valore per il proprio business. La nostra startup è una di quelle aziende le cui tecnologie abilitano alla programmazione di microcontrollori e componenti hardware-software-cloud indispensabili per la realizzazione dei sistemi tipici di quel settore».

Dal suo lancio lo scorso anno, la start up pisana ha collezionato una lunga serie di risultati positivi, tra cui oltre 6000 utenti da tutto il mondo e numerose realizzazioni industriali in collaborazione con grandi player internazionali. Nel caso dell’ultima campagna su Kickstarter, Zerynth è stata scelta da Redbear come partner tecnologico per garantire la programmabilità Python dei prodotti “Nano 2” e “Blend 2”.

Le tecnologie di Zerynth puntano a semplificare e velocizzare lo sviluppo di soluzioni smart attraverso la programmazione di microcontrollori e sensori in Python, uno dei linguaggi di programmazione oggi più diffusi ed efficienti.

Maggiori informazioni sono disponibili al seguente link: https://goo.gl/fZUylE


Nella foto, da sinistra: Giacomo Baldi, Gualtiero Fantoni, Gabriele Montelisciani e Daniele Mazzei, i quattro fondatori di Zerynth.

ZERYNTH Team 2

Per la prima volta un gruppo di etologi e ingegneri dell’Università di Pisa ha misurato la sincronizzazione indotta dalla stimolazione emotiva nell’interazione fra esseri umani e cavalli, mettendo a confronto i rispettivi ritmi cardiaci rilevati grazie ad un sistema indossabile realizzato con un tessuto sensorizzato.

Gli esiti della ricerca sono stati documentati in tre articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali – PlosOne, Electronics e Proceeeding of Engineering in Medicine and Biology Society (EMBC) – e saranno presentati in anteprima alla Fieracavalli di Verona durante il convegno "Clever Hans un secolo dopo" che si svolge sabato 12 novembre alle ore 12,30 nello spazio dibattiti Villaggio Il Mio Cavallo (padiglione 4). All’evento, organizzato in collaborazione con “Addestramento Etologico” e alla rivista “Il Mio Cavallo”, intervengono per l’Università di Pisa gli etologi Elisabetta Palagi del Museo di Storia Naturale e Paolo Baragli, autore del libro, e i bioingegneri Enzo Pasquale Scilingo e Antonio Lanatà del Centro di Ricerca "E. Piaggio".

villaggio del bambinojpg fieracavalli
“Quello che abbiamo realizzato è uno studio pionieristico – spiega Paolo Baragli – che apre importanti prospettive per quanto riguarda ad esempio la Pet Therapy, e più in generale la comprensione dell'interazione emotiva fra cavallo ed essere umano, alla luce delle attuali conoscenze sull'empatia negli animali e delle tecnologie di bioingegneria oggi disponibili. Sembra che durante l’interazione accada “qualcosa” nell’organismo del cavallo e dell’essere umano dovuto proprio alla qualità di tale interazione e che questo “qualcosa” sia misurabile”.

I ricercatori hanno utilizzato un sistema di rilevazione indossabile – una fascia toracica per il cavallo e una maglietta per il soggetto umano realizzati con un tessuto sensorizzato – per raccogliere i dati sull’attività cardiaca in tre situazioni diverse: quando fra cavallo e uomo non c’era alcuna interazione, quando c’era una interazione olfattiva e visiva e infine nel caso di contatto fisico. La “ratio” dello studio è stata quella di considerare la variabilità delle attività cardiache dei due soggetti (uomo e cavallo) come di sistemi complessi, e di andare a vedere come questi si comportano ed evolvono quando cambia sia il tipo che la durata dell’interazione.

“Quello che abbiamo scoperto – ha sottolineato l’ingegnere Antonio Lanatà - è che ogni situazione si caratterizza per una sincronizzazione dei ritmi cardiaci significativamente diversa tanto che siamo stati in grado di riconoscere i tre tipi di interazione uomo-cavallo in modo automatico con una accuratezza superiore al 70 per cento”.

“Dal punto di vista etologico si tratta di un importante spunto di ricerca che riguarda le emozioni condivise tra soggetti appartenenti a specie diverse – ha concluso Elisabetta Palagi - soprattutto quando queste coinvolgono uomini e animali domestici fra cui appunto il cavallo, animale che ha segnato e continua a segnare la storia della vita dell'uomo per cui comprenderlo significa non solo essere più consapevoli per quanto riguarda la sua gestione, ma soprattutto arrivare anche a capire noi stessi nel momento in cui ci relazioniamo con lui”.

Negli ultimi anni le ricerche sul comportamento e la psicologia del cavallo hanno avuto un forte impulso a livello internazionale, con un importante contributo da parte dei ricercatori dell'Università di Pisa. Subito dopo il Convegno (alle ore 14.30 nello stesso spazio dibattiti) si terrà la conferenza stampa di presentazione del libro "Cavalli allo Specchio" di Paolo Baragli e Marco Pagliai (Pisa University Press) dove sono riportate le più innovative conoscenze sul comportamento del cavallo. Un viaggio nella mente di questo meraviglioso animale per conoscerlo, addestrarlo e gestirlo.

Ne hanno parlato:
L'Arena
La Nazione
Cavallo2000.it
GreenReport.it
La Nazione on line
InformazioneVeterinariaOnLine
StampToscana.it
InToscana.it
GoNews
RivistaNatura.it
Quotidiano.net

andrea pucci copyIl professore Andrea Pucci (foto) del dipartimento di Chimica e Chimica e Industriale dell’Università di Pisa è stato insignito del titolo di Fellow della Royal Society of Chemistry (RSC), l’associazione scientifica nel campo della chimica più importante a livello mondiale che ha sede a Londra e a Cambridge.

Andrea Pucci, che si occupa di scienza dei materiali polimerici, ha ricevuto la nomina per le sue pubblicazioni scientifiche nelle riviste della Royal Society of Chemistry e per il servizio svolto per la rivista RSC Advances in qualità di editor associato.

Oltre al prestigio, la carica di Fellow dà la possibilità di accedere ai finanziamenti e ai premi indetti dalla RSC per ottenere fondi per periodi di ricerca all’estero o per la partecipazione a congressi.

Un piano per recuperare l’orto-frutteto del Granduca Leopoldo II di Lorena e per realizzare un giardino delle letture nell’area dell’ex ILVA di Follonica. Autore del progetto è Kun Sang, studente della laurea magistrale del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, che ha illustrato la sua proposta al Museo Magma di Follonica lo scorso 28 ottobre nell’ambito degli “Incontri d'autunno” organizzati dall'Irta Leonardo (Istituto Ricerca sul Territorio e l'Ambiente), un ente di ricerca di cui fanno parte alcuni dipartimenti dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna.

TizianoArrigoni KunSang GiulianaBiagioli

Kun Sang ha svolto il suo lavoro di progettazione paesaggistica nell’ambito del piano di gestione del Museo Magma di cui l’Irta è responsabile e della convenzione con l’Università di Pisa per lo svolgimento di tirocini curriculari. Il suo progetto è partito dal recupero dell'orto del Granduca, uno spazio recintato da un muro dietro la Torre dell'Orologio nel comprensorio ex-Ilva, dove verso il 1835, ai tempi di Leopoldo II, fu creato un orto-frutteto.

 orto granduca copy

“Kun Sang ha utilizzato dei resoconti storici e scientifici dell'epoca per risalire alle piante che vi si trovavano e progettare il recupero in base alle testimonianze storiche – ha spiegato la professoressa Giuliana Biagioli dell’Università di Pisa che ha seguito il progetto come tutor - poco infatti si conosce della storia di questo orto, che soprattutto negli ultimi decenni è rimasto totalmente abbandonato”.

Accanto al recupero di questo spazio storico, lo studio di Kun Sang ha riguardato anche la creazione del giardino di lettura vicino alla Biblioteca della Ghisa. In questo caso il progetto è stato elaborato sulla base dei suggerimenti dei lettori della biblioteca che per tre settimane durante l’estate 2016 hanno risposto ad uno specifico questionario sulla creazione del giardino e sulle caratteristiche desiderate.

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Foto in alto, da sinistra Tiziano Arrigoni, il referente scientifico del Museo MAGMA, Kun Sang, Giuliana Biagioli

Foto a sinsitra, il master plan dell'orto-giardino del Granduca realizzato da Kun Sang

Si è tenuta nell’Auditorium del Palazzo dei Congressi la cerimonia di consegna dei diplomi a 195 allievi dei master organizzati dal dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa nell’ultimo anno accademico. I master sono quelli in Auditing e Controllo Interno, Auditing Finanza e Controllo, Bilancio e Amministrazione Aziendale, Economia Aziendale e Management, Finanza e Controllo di Gestione, Marketing Management, Management delle Aziende Sanitarie e MBA Master in Business Administration. I master hanno un bacino di utenza nazionale e internazionale con la presenza di un master MBA in lingua inglese a cui partecipano studenti provenienti da oltre 20 paesi.

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I master inoltre rientrano nel programma Inps Certificated che prevede borse di studio a copertura totale della quota di iscrizione per studenti meritevoli che rientrano nelle condizioni previste dal bando. La consegna è stata preceduta dai saluti del rettore Massimo Augello e Pier Mario Pacini, direttore del dipartimento di Economia e Management, entrambi negli ultimi giorni del loro mandato.

I master, il primo dei quali è giunto alla 19ma edizione, si caratterizzano per il consolidato rapporto con le imprese, ne sono testimonianza le sinergie con prestigiose associazioni professionali e il supporto di primarie società industriali e finanziarie, per la qualità della formazione che si realizza con il supporto di metodologie e piattaforme tecnologiche avanzate e che si avvale di contributi provenienti dal mondo accademico e di numerosi interventi di manager e professionisti, per la rete di relazioni che si è costituita negli anni tra gli allievi, e infine, per la vocazione all’internazionalizzazione.

Il master in Auditing e Controllo Interno, primo master organizzato dall’Ateneo pisano, è l'unico master italiano e il quarto in Europa che è stato inserito dall’Institute of Internal Auditors nel programma IAEP “International Auditing Education Partnership” che costituisce il principale riconoscimento a livello mondiale dei programmi formativi di eccellenza sulle tematiche di internal auditing.

Sono prossime le scadenze per le iscrizioni alle nuove edizioni dei master: maggiori informazioni sul sito www.masterdea.it. Info 050 2216434, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.masterdea.it.

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Si è insediato martedì 1° novembre il nuovo rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, professore ordinario di Informatica, eletto lo scorso mese di giugno al secondo turno di votazioni. Paolo Mancarella sarà in carica per il sessennio 2016-2022. Il primo giorno il rettore ha rivolto il seguente saluto a tutta la comunità accademica:

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Carissimi,
Mancarella Paoloè iniziato ieri il mio mandato di Rettore della nostra università che mi avete affidato, con larghissimo consenso, il 16 giugno scorso. Da allora ho avuto molte occasioni per incontrare docenti, personale e studenti, con i quali ho discusso dei tanti problemi di cui mi dovrò fare carico insieme ai miei collaboratori, e insieme a tutti voi, nei prossimi sei anni. Ho percepito sempre una grande fiducia verso di me e questo è naturalmente motivo di grande soddisfazione, ma al tempo stesso accresce la consapevolezza dell’enorme responsabilità che ho nei confronti di tutti voi e della nostra istituzione.
Come ho già avuto modo di dire nel giorno della mia elezione, "dedicherò tutte le mie energie a portare a compimento il mio programma, per rendere il nostro Ateneo un posto migliore in cui vivere, lavorare e studiare, per puntare sempre più in alto nella qualità della ricerca e della didattica e per avere un ruolo sempre più incisivo nella società".
La collaborazione di tutti, dai prorettori e delegati, agli organi di governo, all’amministrazione, fino ai singoli membri della comunità accademica, sarà indispensabile per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti.
Colgo l’occasione per dare il benvenuto ai componenti neo-eletti del Senato accademico e ai numerosi colleghi che in questi giorni prendono servizio a seguito delle recenti operazioni portate a termine dalla precedente amministrazione: tra di loro, sono numerosi i ricercatori neo-assunti ai quali va un benvenuto caloroso in questa grande università.
Da ultimo, vi informo che il primo atto formale del mio mandato sarà una seduta congiunta di Senato accademico e Consiglio di Amministrazione il 10 novembre, al termine della quale presenterò ai due organi i prorettori e i delegati che faranno parte della mia squadra.
Ci sarà molto da lavorare: con serenità, per migliorare, tutti insieme.

Il Rettore
Paolo Mancarella 

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Dalla stessa data, sono entrati in funzione anche i nuovi direttori dei 20 dipartimenti dell’Ateneo, in carica per i prossimi quattro anni: Alberto Castelli, dipartimento di Biologia, Maurizio Persico, dipartimento di Chimica e Chimica industriale, Pierluigi Barrotta, dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Silvio Bianchi Martini, del dipartimento di Economia e Management, Federico Da Settimo Passetti, dipartimento di Farmacia, Rolando Ferri, dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, Ettore Vicari, dipartimento di Fisica, Emanuela Navarretta, dipartimento di Giurisprudenza, Gian-Luigi Ferrari, dipartimento di Informatica, Leonardo Tognotti, dipartimento di Ingegneria civile e industriale, Umberto Desideri, dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni, Giuseppe Anastasi, dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Carlo Petronio, dipartimento di Matematica, Corrado Blandizzi, dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, Riccardo Zucchi, dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica, Gaetano Pierpaolo Privitera, dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia, Alberto Pardossi, dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, Alessandro Balestrino, dipartimento di Scienze politiche, Domenico Cerri, dipartimento di Scienze veterinarie, Sergio Rocchi, dipartimento di Scienze della Terra.

Dal 1° novembre si sono insediati anche i nuovi componenti del Senato accademico: Carlo Petronio, Simone Capaccioli, Massimo Caboara, Alberto Castelli, Giacomo Lorenzini, Eleonora Da Pozzo, Corrado Blandizzi, Angelo Gemignani, Rosalba Tognetti, Leonardo Tognotti, Roberto Saletti, Valerio Cutini, Pierluigi Barrotta, Giovanna Marotta, Monica Lupetti, Silvio Bianchi Martini, Francesco Dal Canto, Marco Cini, Andrea Corti, Michele Da Caprile, Chiara Lombardi, Norberto Albano, Roberto D’Alò, Gianmarco Manfreda.

Sono entrati in carica anche i due rappresentanti studenti del Consiglio di amministrazione, Francesco Secoli e Antonella Cicoira.

remo ceseraniÈ scomparso il 31 ottobre il professor Remo Ceserani, uno dei massimi studiosi di Letterature comparate in Italia, a lungo docente alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Pisa. Nominato professore associato di Letteratura italiana nel 1980, nel 1987 si era traferito all'Università di Genova. Nel 1990 era tornato a Pisa, sempre alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere, per ricoprire la cattedra di professore ordinario di "Teoria della letteratura" fino al 1996, anno in cui si è trasferito all'Università di Bologna.

Nato nel 1933 a Soresina (CR), laureatosi a Milano e perfezionatosi all’università di Yale sotto la guida di René Wellek, Ceserani ha insegnato a Pisa, Genova e Bologna, ed è stato visiting professor in atenei di primo livello come Berkeley, Harvard, Zurigo, Tübingen, Stanford. La sua produzione comprende curatele di classici (Boccaccio, Ariosto), volumi di informatissima mediazione culturale attenta a tutte le novità della ricerca letteraria (Guida allo studio della letteratura, Laterza, Il testo narrativo: istruzioni per la lettura e l’interpretazione, il Mulino, con Andrea Bernardelli, Il testo poetico, il Mulino, Convergenze: gli strumenti letterari e le altre discipline, Bruno Mondadori, La letteratura nell’età globale, il Mulino, con Giuliana Benvenuti), e studi di critica tematica come Treni di carta (Marietti) e L’occhio della medusa: fotografia e letteratura (Bollati Boringhieri). Sua era stata anche la prima monografia italiana dedicata al postmoderno (Raccontare il postmoderno, Bollati Boringhieri).

Dal 1994 al 1999 era stato presidente dell'Associazione per lo studio di teoria e storia comparata della letteratura.

Diresse inoltre collane editoriali come "La porta di corno" (Nistri-Lischi), "Il passo del cavallo" (Loescher), "Alfabeto Letterario" (Laterza), "Il gioco delle parti" (Sellerio), "La cifra nel tappeto" (Manni).

La cerimonia di saluto al professor Remo Ceserani si terrà sabato 5 novembre, alle ore 15.00, alla Scuola Normale di Pisa, nella Sala degli Stemmi. Fino ad allora la camera ardente sarà presso la Pubblica assistenza, in via Bargagna 2, dalle 7 alle 19.

Si è tenuta nei giorni scorsi al Dipartimento di Farmacia dell'Ateneo pisano la cerimonia per il conferimento del premio di laurea e della borsa di dottorato in memoria del dottor Giovanni Imperato. Per quanto riguarda il premio di studio è risultata vincitrice la dottoressa Elisa Bertinetto, mentre la borsa di dottorato è stata assegnata al dottor Stefano Becherini. All'iniziativa hanno partecipato, oltre ai familiari e agli amici di Giovanni Imperato, il dottor Giancarlo Gorgoni, dell'Ospedale Negrar, e numerosi docenti e studenti del Dipartimento.

Giovanni Imperato si è laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche a Pisa nel 2002 e ha conseguito nel 2006 il titolo di dottore di ricerca all'Università tedesca di Regensburg, in co-tutela con l'Università di Pisa. Dopo essersi occupato per alcuni anni dello sviluppo di procedure sintetiche automatizzate di radiofarmaci in un'azienda tedesca (Eckert & Ziegler Group) il dottor Imperato è tornato in Italia per operare, sempre nel settore radiofarmaci, all'Ospedale di Negrar (Verona). Venuto a mancare prematuramente, la sua famiglia ha deciso di istituire un premio di studio in ricordo di Giovanni e di supportare il percorso formativo di un giovane neo-laureato finanziando una borsa di dottorato nell'ambito del corso di Scienza del Farmaco e delle Sostanze Bioattive. La professoressa Cinzia Chiappe, relatrice di tesi del dottor Imperato, lo ricorda come "un ricercatore rigoroso, dotato di una creatività che nasceva da una profonda conoscenza della materia e da un marcato desiderio di intraprendere nuove strade".

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Nella foto: il vincitore della borsa di dottorato, Stefano Becherini, e la vincitrice del premio di studio, Elisa Bertinetto

“Presentiamo oggi due progetti che rispondono a fondamentali esigenze interne dell’Università di Pisa, ma che nello stesso tempo segnano un deciso salto di qualità nel rapporto tra Ateneo e città, contribuendo a ridisegnare il futuro di Pisa e in particolare del suo centro storico, a poche decine di metri di distanza da Piazza dei Miracoli”. Con queste parole, il rettore Massimo Augello, giunto all’ultima iniziativa pubblica del suo mandato, ha introdotto la doppia inaugurazione del complesso degli ex Salesiani, lungo il percorso da Piazza Torricelli a Via dei Mille, e della Palazzina delle Conchiglie, all'Orto Botanico, che è stata appena restaurata. Nel corso dell’incontro - a cui hanno preso parte il sindaco Marco Filippeschi, il prorettore per l'Edilizia, Sandro Paci, e gli architetti Agnese Bernardoni, Barbara Billi e Paolo Fiori - è stato inoltre presentato il progetto che nel giro di qualche mese porterà alla realizzazione del nuovo Polo Museale Storico dell'Ateneo, all'interno dell'Orto Botanico.

inaugurazione conchiglie

Il primo intervento ha riguardato il recupero e l’adeguamento funzionale dell’ex complesso dei Salesiani, destinato ora a sede del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e di due nuove grandi biblioteche. L’adiacente chiesa di Sant’Eufrasia ospita, invece, una sala di consultazione, utilizzabile anche per piccola convegnistica. L'ampia area verde circostante rappresenta inoltre un giardino aperto alla cittadinanza, come tradizione dell’Università, oltre che naturalmente un luogo dedicato agli studenti e al personale dell'Ateneo.

La riqualificazione del complesso degli ex Salesiani, che ha dato una prestigiosa risposta alle esigenze dell'area umanistica, va a completare un mosaico di interventi sull'asse viario di Via Santa Maria, che negli ultimi anni ha compreso la profonda ristrutturazione di Palazzo Matteucci e le riqualificazioni di Palazzo della Carità, Palazzo Venera, Palazzo Scala, Palazzo Boilleau e Curini-Galletti e del complesso di Palazzo del Granduca.

Su un altro versante, ma sempre nel cuore del centro storico, è stata inaugurata la Palazzina delle Conchiglie, appena recuperata e destinata ora interamente a sede del nuovo Museo Botanico. La conclusione di questo intervento segue di pochi mesi quella della prima parte di lavori, che hanno portato alla riapertura dello storico ingresso su via Roma e alla riqualificazione dell’orto. Una volta a regime, il progetto generale prevede la realizzazione di un polo museale multidisciplinare, all’interno del quale l’Orto sarà al tempo stesso parte integrante e cornice.

"Le opere che presentiamo oggi - ha concluso il rettore Augello - fanno parte della più generale attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare, che ha costituito uno dei principali indirizzi delle politiche di sviluppo seguite dall'Ateneo. Siamo consapevoli, infatti, che queste realizzazioni resteranno nel tempo, rappresentando un solido pilastro su cui costruire l'Università del futuro. Esse costituiscono anche una base ulteriore per rafforzare la presenza dell'Università nella città, in piena armonia con le istituzioni locali, oltre che per consolidare il suo ruolo come motore di sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio".

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orto vista

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