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E’ nato un nuovo un materiale intelligente, un polimero “soffice” che può essere usato nel campo della robotica e della medicina per realizzare oggetti 3D. A crearlo un team internazionale composto dalla dottoressa Valentina Domenici del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa e dal gruppo di ricerca del professor Bostjan Zalar del dipartimento di Fisica della Materia Condensata del Josef Stefan Institute di Lubiana in Slovenia. La realizzazione del PDLCE, questo il nome in breve del materiale che sta per “dispersione di elastomeri liquido cristallini in una matrice polimerica”, è stata descritta in un articolo apparso sulla rivista “Nature Communications”.

PDLCE

“E’ un nuovo materiale che consente di creare oggetti di qualsiasi forma e dimensioni, in grado di modificare la geometria in modo riproducibile e reversibile – ha spiegato Valentina Domenici dell’Ateneo pisano - Le applicazioni più immediate riguardano la produzione di oggetti 3D a memoria di forma e a forma programmabile, anche su scala macroscopica”.

A livello tecnico, il PDLCE è un materiale composito costituito da due componenti “soffici“: un polimero amorfo, come il polidimetilsilossano (PDMS), nel quale sono disperse delle microparticelle di elastomeri liquido cristallini (ELC) in grado di allinearsi.

Il contributo di Valentina Domenici alla ricerca è legato soprattutto alla progettazione e realizzazione dei compositi PDLCE “bimodali”, in cui il materiale varia la propria forma in due step successivi e in modo reversibile. Il tutto è reso possibile grazie alla particolare combinazione di microparticelle ELC che hanno un ordine liquido-cristallino diverso: microparticelle nematiche, in cui le molecole si allineano lungo una direzione, e microparticelle smettiche, in cui le molecole oltre ad allinearsi lungo una direzione si distribuiscono in piani paralleli.

Conoscere le abitudini alimentari degli studenti e aiutarli a seguire una corretta alimentazione. E' questo l'obiettivo del progetto Rasupea (Mensana) promosso dall'Università di Pisa e dalla Scuola Superiore Sant'Anna in collaborazione con l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana e Pharmanutra.

rasupea

Da venerdì 21 ottobre sarà disponibile per gli studenti universitari pisani un’applicazione per PC, tablet e smartphone che permetterà loro di autodiagnosticarsi eventuali disturbi oro-gastroenterici e di conoscere allo stesso tempo il proprio indice di massa corporea (BMI). Il sistema farà quindi vedere i cibi presenti giornalmente nel menù delle mense di Pisa con l’indicazione di quelli che sono più congeniali al suo stato per avviarlo ad una dieta personalizzata. Gli studenti potranno così apprendere corretti atteggiamenti alimentari nella fase critica di uscita dall'ambiente famigliare. Attraverso questo stesso sistema sarà inoltre possibile tracciare il regime alimentare degli studenti mettendo in relazione le abitudini alimentari e la presenza di disturbi o patologie.

Gli studenti possono partecipare all'iniziativa utilizzando le credenziali di ateneo per registrarsi ed accedere al sistema e nel caso di situazioni particolari sarà possibile consultare gratuitamente un gruppo di gastroenterologi che seguirà l’evoluzione dei disturbi e valuterà il da farsi.

“Vogliamo fornire agli studenti una costante informazione, direi giornaliera, sui corretti regimi alimentari e personalizzati - ha spiegato il professor Roberto Barale coordinatore del progetto - sia per mantenere un BMI ottimale (oggi grande problema emergente) che per eventuali disturbi, e comunque, per un corretto regime alimentare. Sviluppata maggior consapevolezza di sé, speriamo che gli studenti utilizzino le indicazioni ricevute anche per i pasti fuori mensa, e addirittura le riportino tra amici e famigliari contando su una diffusione "virale" di queste informazioni. Credo che la Regione abbia l'intenzione, una volta sperimentato positivamente questo modello, di esportarlo ad ogni tipo di mensa, non solo universitaria"

Entusiasta della collaborazione con l'Università per ospitare nelle mense del DSU Toscana la sperimentazione del progetto Rasupea il presidente dell'Azienda Regionale Marco Moretti: "uno dei nostri principali obiettivi nell'ambito della ristorazione collettiva è quello di offrire un menù differenziato e qualitativamente di livello alla moltitudine di studenti che frequentano le nostre mense, cercando di tutelare la loro salute attraverso la scelta di ingredienti genuini e rigidamente controllati. Questo progetto ci permette di andare oltre riscontrando attraverso una verifica incrociata quanta sia alta la compatibilità fra la nostra offerta alimentare e la tolleranza dei consumatori, in maniera tale che possiamo ottimizzarla e renderla sempre più appetibile."

Il progetto Rasupea è coordinato dal professor Roberto Barale, genetista del dipartimento di Biologia dell'Ateneo pisano, in tandem col professor Giuseppe Turchetti, economista sanitario della Scuola Sant'Anna, con la fondamentale collaborazione di ricercatori di stomatologia, gastroenterologia,informatici, statistici dell'Ateneo e del CNR, e particolarmante di tre assegnisti (un gastroenterologo e due statistici-informatici) specificamente finanziati da questo progetto oltre che del supporto di Pharmanutra. Il progetto è sostenuto dalla Regione Toscana nell'ambito dei finanziamenti destinati ai progetti più interessanti per i settori agricoltura, salute e sicurezza alimentare.

Mattei2Giorgio Mattei, ricercatore del Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa nel gruppo della professoressa Arti Ahluwalia, si è aggiudicato una borsa Marie Skłodowska-Curie Individual Fellowship, che viene conferita dalla Commissione Europea a progetti individuali giudicati all’avanguardia e scritti da ricercatori esperti che desiderano migliorare le proprie prospettive professionali lavorando all’estero.

Il progetto di Mattei, denominato “ENDYVE” (ENgineering DYnamic ViscoElasticity to study cell response), nasce dalle ricerche su “soft and smart materials” condotte al Centro di Ricerca “E. Piaggio”, ed è finalizzato a caratterizzare la variazione temporale delle proprietà viscoelastiche del tessuto cardiaco, sia durante lo sviluppo da feto all’età adulta che dopo un infarto, per studiare la loro influenza sul comportamento delle cellule. L’evoluzione di queste proprietà meccaniche sarà riprodotta usando biomateriali intelligenti, che saranno poi utilizzati come supporto (scaffold) per la coltura di cellule staminali in-vitro allo scopo di valutarne i meccanismi di risposta, detti meccanismi di meccano-trasduzione.

La ricerca verrà svolta presso l’azienda Optics11, una spin-off high-tech della Vrije Universiteit di Amsterdam specializzata in strumentazione per la caratterizzazione meccanica di tessuti e biomateriali in ingegneria tissutale e medicina rigenerativa sotto la supervisione del professor Davide Iannuzzi e presso il dipartimento di Anatomia ed Embriologia del Leiden University Medical Centre sotto la supervisione della professoressa Christine Mummery.

“Questo lavoro – commenta Mattei – permetterà di avere una comprensione migliore dell’interazione e dei meccanismi di meccano-trasduzione tra le cellule e l’ambiente extracellulare circostante su cui esse si innestano, al fine di mettere a punto nuove strategie di controllo del comportamento cellulare. Le potenziali ricadute sono molto rilevanti sia in applicazioni di ingegneria tissutale e modelli fisiopatologici in-vitro, come ad esempio guidare il differenziamento di cellule staminali verso cardiomiociti maturi, che in ambito clinico, come la possibilità di limitare, se non addirittura di prevenire, l’insorgere e la progressione di fibrosi e tumori”.

ricerca biomateriali

Etichette, qualità del cibo e corretta informazione ai consumatori. Sono questi i temi sviluppati nel volume “Aware Food Choices: Bridging the Gap Between Consumer Knowledge About Nutritional Requirements and Nutritional Information” appena pubblicato dalla Springer di cui sono autrici la professoressa Angela Tarabella e la dottoressa Barbara Burchi del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa.
etichetteIl consumatore è da sempre l’anello debole della catena alimentare, e il nostro auspicio è che arrivi a compiere scelte di acquisto più razionali e meno influenzabili dai messaggi innovativi dell’industria alimentare”, ha spiegato Angela Tarabella che da anni si occupa di questi temi anche come direttrice del master in "Food Quality Management and Communication" di cui a novembre partirà la seconda edizione.

Il volume “Aware Food Choices” - in italiano “Scelte alimentari consapevoli” - si inserisce nel dibattito internazionale incentrato sulla necessità di colmare il divario tra la conoscenza del consumatore sui principi nutrizionali e il sistema di etichettatura attualmente in vigore.

aware food choiceCi siamo particolarmente soffermate sui modelli di etichettatura europea e statunitense per evidenziarne le principali caratteristiche, le differenze e limiti informativi – ha specificato Angela Tarabella – e alla luce dei recenti sviluppi nella letteratura internazionale, abbiamo anche analizzano le nuove proposte di etichettatura alimentare per rendere più immediata e semplice la lettura e la comprensione della qualità degli alimenti”.

Negli ultimi anni infatti sono comparsi sulla nostra tavola cibi sempre più complessi ed elaborati veicolati da messaggi promozionali volti a decantarne peculiarità salutistiche. Rispetto a questa evoluzione, lo studio mette in luce come le scelte dei consumatori non sempre rispondano alle reali necessità di una dieta ideale, ma siano piuttosto basate sui condizionamenti più vari - familiari, mediatici, di emulazione, di stile di vita, di ricerca del benessere e dell’immagine.

“Familiarizzare con concetti come fabbisogno energetico, dispendio e apporto non è sempre facile – conclude la professoressa Tarabella - e per questo pensiamo che il libro possa essere un valido supporto e aiuto per gli studiosi del settore”.

La mano robotica SoftHand del Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell'Università di Pisa e dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova si aggiudica il primo posto nella competizione internazionale "Grasping Manipulation Challenge", che si è svolta a inizio ottobre in Corea, nell’ambito della conferenza IROS (International Conference of INtelligent Robots and Systems). Le regole della competizione prevedevano che un operatore umano, selezionato tra il pubblico, utilizzasse la mano robotica per eseguire compiti di presa e manipolazione di oggetti seguendo esclusivamente delle istruzioni fornite in modo automatico.

IROS challenge1

La gara era suddivisa in due parti: nella prima fase veniva richiesto all’operatore di afferrare dieci oggetti collocati in modo casuale all’interno di un contenitore ed estrarli nel minor tempo possibile. Nella seconda parte l’operatore doveva eseguire compiti più complessi come utilizzare un martello, una forbice o azionare una siringa. La SoftHand, guidata dal team italiano composto dai ricercatori dell’Università di Pisa, della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia e dagli ingegneri della società QBrobotics (spin-off di IIT e Università di Pisa) si è classificata al primo posto conseguendo il punteggio massimo.

Dopo il buon piazzamento ottenuto nella recente competizione Cybathlon 2016 a Zurigo, la Pisa/IIT SoftHand si conferma ancora una volta un ottimo risultato della ricerca italiana. Il team era composto da Manuel Bonilla, Emanuele Luberto, Alessio Rocchi, Edoardo Farnioli, Gaspare Santaera. Nella foto, al centro, la persona del pubblico che è stata scelta casualmente per usare la mano.

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Nelle foto:
In alto il gruppo vincitore: da sinistra Manuel Bonilla, Emanuele Luberto, Alessio Rocchi, Edoardo Farnioli, Gaspare Santaera e al centro, la persona del pubblico che è stata scelta casualmente per usare la mano.
Qui sotto un momento della premiazione.

IROS challenge2

MASTER EAS Depliant 22 08 2016 11 inside

Progettare sistemi subacquei di nuova generazione da utilizzare per il controllo dell’ambiente e per le attività connesse all’installazione e alla manutenzione di condotte per idrocarburi e telecomunicazioni, sino allo sviluppo di apparati di sorveglianza e difesa delle acque. E’ con questi obiettivi che nasce a Pisa il master EAS sui sistemi sonar gestito dal dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con l'Accademia Navale di Livorno con il Centro di Sperimentazione e Supporto Navale (CSSN) e il Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) di La Spezia a cui si aggiunge il sostegno di aziende come Leonardo-Finmeccanica, Calzoni L3 e Kongsberg Maritime.

“Il master intende formare professionisti con competenze tecnico-scientifiche tali da poter svolgere compiti di pianificazione e gestione di sistemi ed impianti elettroacustici subacquei - ha spiegato Fulvio Gini, direttore del master e professore dell’Ateneo pisano - i principali sbocchi occupazionali sono nelle aziende si occupano di monitoraggio ambientale o di sistemi off-shore, quali impianti per energie rinnovabili o per l’estrazione di gas naturale, nell’industria petrolifera e nella difesa”.

Il termine di scadenza per le domande di ammissione è il 28 ottobre 2016 con inizio delle lezioni il 28 novembre. Il piano formativo prevede, oltre a 480 ore di lezioni ed esercitazioni tenute da esperti provenienti dal mondo universitario, aziende private e centri di ricerca, un periodo di tirocinio di 200 ore presso. La quota di iscrizione è di 1.500 euro, che sarà però rimborsata nella misura del 70%, ai partecipanti che concluderanno positivamente il corso.

stele 30 m webUna stele tetraelicoidale multifunzionale di 7 metri in acciaio e vetro. Si chiama HYGLASS – smart tetraheilcoidal HYbrid GLAss-Steel  il progetto di ricerca finalizzato alla realizzazione di un prototipo turriforme di stele che può svolgere numerose funzioni: da quella puramente architettonica e iconica fino alla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, immagazzinabile e utilizzabile per illuminazione e comunicazione. La stele può essere inoltre realizzata in varie dimensioni a partire da una altezza di 3 metri fino a raggiungere 30 metri, assumendo in questo caso la connotazione di una vera e propria torre.

Il progetto è stato presentato venerdì 14 ottobre presso la Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa dal professor Maurizio Froli, docente di Tecnica delle Costruzioni dell’Ateneo, ideatore della Stele e coordinatore del team multidisciplinare di esperti che ha esposto al pubblico le caratteristiche e potenzialità tecnologiche innovative: "Questa iniziativa – ha dichiarato il professor Froli - ha come finalità la costruzione di un oggetto che rappresenti in modo tangibile il frutto di una ricerca applicata alla quale concorrano in sinergia esperti di tutte e tre le branche della Ingegneria Pisana, simboleggiate dalla ricorrente presenza del numero tre nella stele tetraelicoidale che ho concepito. Inoltre, l’installazione del prototipo in posizione antistante la Scuola, oltre a caratterizzare fortemente il luogo, costituirebbe un messaggio di contemporaneità e di speranza nel futuro per studenti e visitatori”.

Alla conferenza sono intervenuti il professor Paolo Ferragina, Prorettore alla Ricerca Applicata e all'Innovazione dell’Università di Pisa, e il professor Massimo Ceraolo, presidente della Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa e parte del gruppo di ricerca. Il manufatto si basa sulla collaborazione meccanica ibrida vetro-acciaio e sulla composizione modulare di pannelli di vetro ad alto contenuto tecnologico (celle fotovoltaiche di ultima generazione, sistemi luminescenti, sensori, O-Leds, tutte apparecchiature "embedded”), in grado di produrre energia, illuminare e trasmettere interattivamente o in modo programmato testi e immagini.

La manifestazione, che ha ricevuto il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Pisa e della Camera di Commercio di Pisa, ha avuto lo scopo di divulgare le innovazioni tecnologiche del progetto e suscitare interesse adesioni, puntando a dar vita a un consorzio di Aziende e di Enti Pubblici per costruire un primo prototipo alto 7 metri da installare nel piazzale antistante la Scuola di Ingegneria di Pisa e favorire il trasferimento tecnologico del prodotto.

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Nella foto, da sinistra: Roberto Saletti, Massimo Ceraolo, Maurizio Froli, Paolo Ferragina.

presentazione stele

 

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Una ricerca rivela per la prima volta le proprietà antibatteriche degli oli essenziali di prezzemolo e di basilico. Lo studio condotto dalle Università di Pisa e di Pavia e da due istituzioni Tunisine, la University of Monastir e il Water Research and Technologies Center, è stato pubblicato sulla rivista Microbial Pathogenesis.

I ricercatori hanno analizzato l’attività antimicrobica dei oli essenziali di prezzemolo (Petroselinum crispum) e di basilico (Ocimum basilicum) nei confronti di alcuni ceppi batterici patogeni del genere Vibrio isolati da acqua di mare o da frutti di mare crudi o poco cotti. Le proprietà antibatteriche sono state valutate sia rispetto ai microorganismi in quanto tali che alla capacità di disgregare o di impedire la formazione di un biofilm batterico che una volta sviluppatosi rende il microorganismo più virulento e più difficilmente aggredibile dagli antibiotici.

prezzemollo basilico

“Entrambi gli oli essenziali si sono dimostrati capaci di inibire la crescita dei microorganismi coltivati in vitro, con il basilico che ha mostrato un'attività leggermente maggiore – ha spiegato il professore Guido Flamini del Dipartimento di Farmacia dell’Ateneo pisano – ma non solo, nel caso di 18 ceppi di Vibrio su 41 abbiamo verificato la capacità degli oli di inibire o di provocare la disgregazione del biofilm”.

Nell’ambito dello studio, il professore Flamini si è occupato in particolare delle analisi chimiche per caratterizzare la composizione dei due oli essenziali, identificando 26 composti (corrispondenti al 98.3% sul totale) in quello di prezzemolo e 48 (corrispondenti al 99.1% sul totale) in quello di basilico.

“Ovviamente le proprietà antibatteriche si riferiscono ad oli che abbiano una composizione chimica come quella riportata nell'articolo – ha concluso Guido Flamini – per cercare di ottenere in futuro oli simili sarà necessario stabilire un protocollo colturale e, per le specie che lo permettono, partire da piante propagate vegetativamente”.

Sono due neolaureati dell’Università di Pisa i vincitori del primo premio dell’Innovation Design Contest, il concorso nazionale di progettazione organizzato dalla rivista “Selezione di Elettronica”, con la collaborazione di NXP Semiconductor, azienda leader nel campo delle soluzioni di connettività protetta per le applicazioni embedded. Giovedì 6 ottobre, nell’ambito dell’Innovation Day che si è svolto a Milano, Alessandro Frigerio e Pietro Nannipieri, entrambi 25 anni e appena laureati alla magistrale di Ingegneria Elettronica, sono stati premiati per un progetto che ha per tema lo sviluppo di un’applicazione nel campo dell’Internet of Things, nello specifico per la gestione dei “parcheggi intelligenti”. Il premio consiste in un viaggio comprensivo di volo e soggiorno, ad Austin in Texas, in occasione dell’NXP Technology Forum che si terrà nella primavera del 2017.

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L’Innovation Design Contest ha l’obiettivo di stimolare i laureati e laureandi dei corsi di studio in Ingegneria Elettronica di tutti gli Atenei italiani a coltivare i propri talenti e a sviluppare la propria creatività progettuale, individuando e premiando le eccellenze progettuali on-chip, off-chip e l’uso creativo di piattaforme e strumenti di progettazione, validazione e sviluppo. Sono stati circa 20 i progetti pervenuti alla redazione della rivista, che ha selezionato i dieci più interessanti e li ha poi sottoposti alla valutazione della giuria. Giuria che, dopo attenta valutazione, ha selezionato i tre progetti più innovativi, aggiudicando il primo premio ai due ragazzi dell’Università di Pisa. Secondi classificati due studenti dell’Università degli Studi di Firenze, terzo un ragazzo dell’Università degli Studi di Brescia.

Il progetto di Frigerio e Nannipieri, dal titolo “Implementazione su FPGA di una Smart Sensor Network per la gestione dei parcheggi per automobili”, è stato realizzato utilizzando una scheda di sviluppo Altera DE2 che monta al suo interno una FPGA Cyclone II. Il lavoro è stato svolto durante il loro secondo anno di laurea magistrale nell'ambito del corso di “Sistemi Embedded” del professor Federico Baronti. L’obiettivo del sistema è di andare a comunicare a un utente remoto, connesso alla scheda DE2 via Ethernet, lo stato di occupazione di alcuni parcheggi per automobili ed eventualmente andare a segnalare il parcheggio disponibile più vicino all’utente stesso. Lo stato di occupazione di un parcheggio viene acquisito mediante dei sensori di prossimità ad ultrasuoni, in grado di valutare con buona accuratezza la distanza di un oggetto posto davanti a loro.

Freschi di laurea, i due vincitori stanno continuando il loro percorso di formazione in ambito accademico: Alessandro Frigerio, originario di Livorno, si è laureato a luglio e adesso si è iscritto a un dottorato alla Technische Universiteit Eindhoven (TU/e) in Olanda. Pietro Nannipieri, di Pisa, si è appena laureato e ha fatto il concorso per il dottorato in Ingegneria dell’Informazione.

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Ne hanno parlato:
Nazione Pisa
QuiNewsPisa.it 
elettronicanews.it 
gonews.it
 

 

Al via a Pisa la prima edizione del Festival nazionale dei cori e delle orchestre delle Università. L’appuntamento è con un grande concerto gratuito offerto alla cittadinanza che si svolgerà sabato 15 ottobre alle 21 al Palazzo dei Congressi (Via Giacomo Matteotti, 1).

La kermesse è organizzata dal Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell'Ateneo pisano in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Pisa. L’iniziativa è stata presentata mercoledì 12 ottobre in Rettorato dalla professoressa Nicoletta De Francesco, prorettore vicario, dall’assessore del Comune di Pisa Andrea Serfogli che ha sottolineato come l’offerta culturale di Pisa si arricchisca di un altro festival e dalla professoressa Maria Antonella Galanti, prorettore per i rapporti con il territorio e coordinatrice del Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell'Ateneo.

presentazione festival


“Il nostro Ateneo sostiene con entusiasmo questa nuova iniziativa, destinata a ripetersi ogni anno, oltre alle consuete attività del Coro e dell’Orchestra, nell’intento di offrire un’occasione formativa importante e trasversale ai diversi percorsi di studio e ai differenti ruoli accademici e professionali”, ha affermato Nicoletta De Francesco.

“L’obiettivo principale del Festival è quello di fare incontrare, alternandole negli anni, le diverse compagini musicali universitarie italiane, creando un'occasione di scambio di esperienze e di confronto che avrà il suo clou in un evento musicale da offrire alla comunità accademica e alla cittadinanza tutta”, ha quindi spiegato Maria Antonella Galanti.

A questa prima edizione del Festival, insieme al coro e all’orchestra dell’Ateneo, diretti rispettivamente dai maestri Stefano Barandoni e Manfred Giampietro, partecipano il coro “Claudio Casini” dell'Università di Roma Tor Vergata, il coro dell'Università di Modena e Reggio Emilia e il coro polifonico dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria. Il programma del concerto di sabato sera a Palazzo dei Congressi si preannuncia molto ricco, con esibizioni dei singoli gruppi e un'esecuzione collettiva finale, spaziando in un repertorio di varie epoche, da Gershwin a Moricone a Bach.

“Il Festival sarà l’occasione per un confronto inedito fra i cori universitari, compagini che, lo voglio ricordare, sono composte trasversalmente da docenti, studenti e tecnici amministrativi – ha concluso Stefano Barandoni – sul palco a Pisa ci saranno oltre duecento persone, metà del nostro coro e metà dalle altre università”.

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Nella foto da sinistra Manfred Giampietro, Maria Antonella Galanti, Nicoletta De Francesco, Stefano Barandoni, Andrea Serfogli

 

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