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Al via al dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa il progetto “FRAMELOG” (European framework for ‘knowledge Triangle’ in the logistic sector), un partenariato strategico il cui scopo è contribuire a favorire la cooperazione tra formazione istituzionale, ricerca e aziende nel settore logistico. Il 26 e 27 settembre si è svolto a Pisa il primo meeting di FRAMELOG, che avrà una durata di 36 mesi e che sarà coordinato dal dipartimento stesso sotto la supervisione del professor Marco Giannini. Al progetto, che recentemente ha avuto l’approvazione della commissione europea, partecipano numerosi partner italiani e stranieri: EFFEBI (Finance & Banking - Association for Organizational Development and Human Resources, Italy); AILOG (Italian Association of Logistics and Supply Chain Management, Italy); ELA (The European Logistics Association, Belgium); UNWE (University of National and World Economy, Bulgaria); Bulgarian Logistics Association, Bulgaria; University of Transilvania, Romania.

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«I cambiamenti che hanno interessato la logistica implicano necessariamente mutamenti nelle professionalità richieste – commenta il professor Marco Giannini – Il settore avverte mai come oggi la necessità di rivedere e aggiornare il proprio know how: le esperienze già consolidate in diversi paesi europei dimostrano che l’evoluzione della logistica richiede la progettazione di interventi formativi ad hoc, rivolti alla preparazione sia delle risorse professionali presenti, sia di quelle da inserire nelle diverse organizzazioni interessate. Con riferimento a quest’ultimo aspetto si tratta di riflettere sui contenuti e sulle metodologie di una formazione di base diretta ai giovani, per fornire loro gli strumenti indispensabili per potersi inserire positivamente nel mondo del lavoro».

In una prima fase, il piano di lavoro del progetto FRAMELOG si baserà sulla costruzione di una mappa della formazione istituzionale che interessa il settore della logistica. Si dovrà quindi definire un sistema di individuazione e valutazione delle varie competenze di chi opera nel settore, dalle competenze tecnico-logistiche, a quelle giuridiche, commerciali, economico-amministrative, organizzative, di gestione del personale e sistemiche, in un quadro molto più arricchito rispetto al passato. Infine si passerà alla valutazione delle possibilità di ridurre i gap conoscitivi, per favorire da un lato l’ingresso dei giovani nel modo del lavoro e dall’altro il miglioramento per le organizzazioni dei propri livelli di performance.

«Dobbiamo pensare a un percorso formativo in grado di fornire non solo le conoscenze specifiche legate alla logistica, ma anche di favorire la capacità di non limitare lo sguardo al contesto in cui si opera – aggiunge il professor Giannini – Fondamentale in questo campo è inoltre la predisposizione a lavorare in team, a confrontarsi e coordinarsi con altre aziende, a gestire situazioni e persone in ogni condizione, anche la più imprevista».

La necessità di ripensare i percorsi formativi istituzionali richiederà continui momenti di interazione tra istituzioni formative e realtà aziendali: uno degli obiettivi principali dal progetto è infatti costruire una strada che possa favorire l’accesso al mondo della logistica per i giovani, valorizzando ad esempio lo strumento dello stage e altri percorsi di interazione azienda-università.

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Ne hanno parlato:
gonews.it

Il 7 ottobre scorso, a conclusione della prima edizione del master in “Food Quality Management and Communication” dell’Università di Pisa, i 14 allievi del corso si sono misurati in un business game. Lo scopo era dimostrare il proprio impegno e l’originalità nell’ideazione e realizzazione di progetti che hanno richiesto la messa a sistema delle competenze e delle abilità acquisite nel percorso di studi. I team di lavoro creati avevano il compito di presentare un progetto sulla creazione e valorizzazione di un prodotto alimentare di qualità a partire da un input iniziale di categoria di prodotto.

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Al termine delle presentazioni la società QTA Consulting, partner del master, ha premiato il team che ha brillato di più per l’approfondimento e per le capacità di elaborazione. Il gruppo vincitore, costituito da Beatrice Duranti, Veronica Ferrerio, Arianna Giuseppini, Paola Ianni e Giulia Pignataro, ha presentato il lavoro relativo a un piatto pronto. Il titolo del progetto era “Orticoletti, la pungente ricetta del piacere”, che ha coniugato la ricerca della qualità degli ingredienti, l’analisi economica e di marketing oltre a un sapiente racconto del proprio impegno che ha consentito alle vincitrici di emergere sugli altri progetti che sono stati altrettanto apprezzati. Nel corso della mattinata Elisabetta Tolomeo, Training Manager di SGS Italia S.p.A., ha consegnato gli attestati di “Lead Auditor sui Sistemi della Qualità ISO 9001:2015” a tutti gli allievi del master che hanno superato gli esami previsti.

La seconda edizione del Master, che prenderà avvio a novembre 2016, rafforzerà la visone innovativa del programma didattico e vedrà protagoniste nuove e importanti realtà aziendali di eccellenza che contribuiranno all’arricchimento delle competenze degli allievi. Sono aperte le iscrizioni al MasterFood con scadenza il 28 ottobre 2016.

Guarda il video promo del Master.

Per maggiori informazioni consultare il sito http://www.masterfoodmanagement.ec.unipi.it, contattare la segreteria al numero 388 4278297 o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. È possibile seguire gli eventi sulla pagina Facebook MasterFoodPisa.

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Il progetto parte da un’idea molto semplice, quella di concepire l’aereo come un grande corpo con una struttura alare capace di modificare attivamente la sua forma aerodinamica per adattarsi alle condizioni di volo, ottimizzando consumi e prestazioni. Come? Con materiali intelligenti in grado di trasformare le ali e le code degli aerei in una sorta di “tessuto vivente”, facilitando il controllo dell’aeromobile mediante la modifica delle sue superfici aerodinamiche. Coordinato dall’Unità di Ingegneria Aerospaziale del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa, il progetto “FutureWings: Wings of the Future” si è concluso lo scorso anno con la realizzazione di un prototipo di una sezione alare costruito con laminati compositi in carbonio su cui sono state applicate alcune patches piezoelettriche con capacità deformativa unidirezionale.

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«Durante le prove di deformazione statica – ha spiegato il professor Mario Chiarelli, coordinatore del progetto – le lamine realizzate in materiale composito ibrido sono risultate flessibili, durevoli e facilmente integrabili nelle superfici di comando d’alta velocità di un velivolo». Il principio di funzionamento è relativamente semplice: comandando le patches piezoelettriche, la curvatura delle lamine ibride varia modificando localmente la forma aerodinamica dei profili alari. Il gruppo di ricerca ha anche eseguito simulazioni di volo durante le quali è stato confrontato il comportamento aeromeccanico di un velivolo dotato di alettoni non convenzionali con un modello di velivolo convenzionale. Tali simulazioni hanno dimostrato la validità dello studio ed evidenziato le potenzialità del concetto innovativo di laminato composito ibrido. Al progetto hanno partecipato anche Piaggio Aerospace (Italia), Smart Material GmbH (Germania), iChrome Ltd (Regno Unito).

Il lavoro dei ricercatori non si è fermato: nel laboratorio strutturale di Ingegneria Aerospaziale di Pisa sono tuttora in corso prove per lo studio del comportamento dinamico dei laminati ibridi inoltre e in corso di definizione una collaborazione di ricerca con una impresa italiana produttrice di velivoli ad ala fissa a comando remoto (UAV) per lo sviluppo di un modello volante di velivolo dotato di alettoni adattativi.

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Foto Partenariato FW

 

Ne hanno parlato: 
Toscana24 - Il Sole 24 Ore
InToscana.it
NazionePisa.it
PisaToday.it 
QuiNewsPisa.it
gonews.it 
StampToscana.it

Settecento mila euro di finanziamento e una rete di oltre quaranta partner per favorire l’inserimento e l’integrazione lavorativa dei disabili e persone alle prese con disturbi mentali. Tutto questo è molto altro ancora è “Anche Noi”, il progetto della Società della Salute della Zona Pisana finanziato dalla Regione nell’ambito dei finanziamenti europei POR-FSE per il periodo 2014-2020, che nei prossimi mesi entrerà pienamente nella fase attuativa.

Il progetto è stato presentato venerdì 7 agosto alla presenza della Presidente e del Direttore della Società della Salute della Zona Pisana, rispettivamente, Sandra Capuzzi e Alessandro Campani, della professoressa Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell’Università di Pisa e del professor Luca Fanucci, delegato per l'USID, l'Unità di Servizi per l'Integrazione degli studenti con Disabilità dell'Ateneo pisano.

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“È un finanziamento particolarmente importante perché queste risorse non sono dedicate solo per assistere ma anche per sostenere percorsi di autonomia attraverso l’inserimento occupazionale – ha spiegato la Presidente della SdS della Zona Pisana Sandra Capuzzi –: concretamente, infatti, realizzeremo interventi di formazione professionale per cento persone in condizione di disabilità o alle prese con problemi di salute mentale e almeno i quattro quinti di essi effettueranno laboratori ed esperienze formative in azienda di durata semestrale”. Per quest’ultime è prevista un’indennità di partecipazione di circa duecento euro.

“Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito a far parte del network di enti, associazioni e realtà del territorio che oggi si impegnano a realizzare il progetto "Anche noi" – ha dichiarato la professoressa Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell’Università di Pisa - Di fatto mettiamo a disposizione la nostra esperienza nell’assistenza alle persone con disabilità maturata in molti anni attraverso gli uffici dell’USID, lavorando in particolare sui servizi di orientamento universitario, accoglienza e supporto nelle attività che caratterizzano la vita di ogni studente, dalle lezioni in aula, allo studio a casa, allo sport. Il risultato è che, insieme a tutte le altre realtà del territorio, riusciremo a fornire un servizio ancora più integrato ed efficiente”.

“Siamo ben contenti di offrire la nostra collaborazione al progetto “Anche Noi” – ha spiegato il professor Emanuele Rossi - Il contributo della Scuola “Sant’Anna” sarà soprattutto di tipo tecnico-scientifico e finalizzato a classificare nel modo più corretto possibile il livello e la condizione di disabilità in modo da consentire d’impostare fin da subito un progetto individualizzato il più possibile adeguato alle condizioni della persona. Per questo ci avvarremo della cosiddetta “Icf”, la classificazione internazionale del funzionamento e delle disabilità che dal 2001 è stata adottata anche dall’Organizzazione mondale della Sanità”.

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Sono destinatari del progetto, che entrerà nella sua fase operativa all’inizio del 2017, i disabili iscritti negli elenchi della legge 68/1999, ossia persone con disabilità fisiche e sensoriali fino al 100% o in condizione di “gravità” e soggetti con disabilità intellettive, di media o alta gravità e con valutazione d’invalidità compresa fra il 75 e il 100%. Nella salute mentale, invece, saranno inseriti sia soggetti a rischio di marginalità sociale che persone con disturbi dello spettro autistico.

Tre le filiere produttive coinvolte nel progetto: all’agricoltura sociale vanno aggiunti il settore dei servizi, manifatturiero-artigianale e informatica, e quello del turismo e della ristorazione. Per ciascuna delle persone coinvolte nel progetto saranno realizzati i cosiddetti “piani attuativi personalizzati”, veri e propri progetti calati sui bisogni e le necessità del singolo, con tanto di monitoraggio e accompagnamento da parte di operatori qualificati.

Ricchissima la rete dei partner: oltre a SdS Zona Pisana, Università di Pisa e Scuola Sant’Anna, infatti, ci sono le cooperative sociali Agape, Il Melograno, Alzaia, Arnera, Axiis, Copernico, L’Opportunità, Paim, Ponteverde e Aforisma; l’Agenzia italiana per la Campagna e l'agricoltura responsabile ed etica, associazioni Spes, Dinsi Une Man, Persone Down, L'Alba, Anmic e Autismo Pisa, Centro di ricerche agroalimentari “Avanzi” dell’Università di Pisa, Cia, Coldiretti, CIF Vicopisano, Circolo Scherma Navacchio Polisportiva Dilettantistica, Cna, Ente Nazionale Sordi, Fondazioni Dopo Di Noi a Pisa e Stella Maris, Im.O.For. Toscana, Ipssar G. Matteotti, Liceo Artistico Russoli, società agricola Natura Nakupenda Soc. Agricola Srl, Performat, Istruzione Superiore “Santoni”, Uildm Pisa, Unione italiana ciechi, Unitalsi Toscana, e Azienda Usl Toscana Nord Ovest.

Per ulteriori informazioni sul progetto è possibile contattare il numero verde gratuito di “InformareComunicando”: 800.086540.

Sono ben nove i laureati in Ingegneria Nucleare dell’Università di Pisa che nel 2016 hanno ottenuto l’European Master of Science in Nuclear Engineering (EMSNE) rilasciato dalla European Nuclear Education Network (ENEN).

La certificazione, che viene assegnata ai laureati che hanno seguito un preciso iter di studi e che hanno svolto un periodo di studio o di tesi all’estero presso un ente membro di ENEN, rappresenta un “quality label” in campo europeo ed internazionale. I nuovi “EMSNE Alumni” che hanno ricevuto il diploma lo scorso 29 settembre in occasione della 60ma Conferenza Generale della International Atomic Energy Agency a Vienna, sono gli ingegneri Gianluca Artini, Gervasio Parente, Alessandro Venturini, Alessio Nebbia-Colomba, Giulia Morresi, Alessio Parisi, Fulvio Bertocchi, Lorenzo Stefanini e Francesco Pedretti. Quest’ultimo non ha potuto partecipare alla cerimonia, ma riceverà comunque il certificato tramite posta. Nella fotografia qui sotto, gli otto ex-allievi pisani che hanno ricevuto il riconoscimento durante la cerimonia di Vienna appaiono insieme a una collega del Politecnico di Torino, Gisella Marzari, anch’essa insignita dell’award. Questi giovani vanno ad aggiungersi ai numerosi altri laureati pisani che in passato hanno ricevuto la stessa certificazione e che popolano il mondo del nucleare e dell’industria in Italia e all’estero, spesso in posizioni di grande rilievo.

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“Il conseguimento della certificazione EMSNE da parte dei nove laureati pisani testimonia l’ottimo livello raggiunto dalla nostra laurea magistrale in Ingegneria Nucleare - ha detto il professore Walter Ambrosini dell’Università di Pisa - l’introduzione dell’insegnamento dei corsi in lingua inglese ha reso ancora più attrattiva l offerta didattica in questo settore, permettendo ai nostri laureati di inserirsi immediatamente nel contesto internazionale che caratterizza le discipline nucleari”.

Nelle scorse settimane, sulla pagina Facebook Studiare Ingegneria Nucleare a Pisa, sono apparsi i post di alcuni degli ex-studenti Unipi, tra cui alcuni dei nove EMSNE-Alumni 2016, che hanno indicato la loro attuale posizione lavorativa, allo scopo di rendere possibile la verifica delle potenzialità del corso in termini di job placement.

"Gli studi nel settore nucleare a Pisa, infatti, oltre a coinvolgere materie affascinanti - ha aggiunto Walter Ambrosini - costituiscono anche in questo periodo un buon investimento per intraprendere carriere remunerative e soddisfacenti nel settore nucleare e in quello industriale più in generale".

Per incentivare ulteriormente le iscrizioni, lo scorso agosto è stata pubblicizzata l’iniziativa dell’assegnazione di dieci contributi da 1.000 euro per laureati che si iscrivano entro il 31 dicembre 2016 al corso di laurea magistrale in Ingegneria nucleare.

Non resta quindi che augurare intanto ai nove nuovi “EMSNE Alumni”, che si aggiungeranno ai moltissimi “testimonial” del corso di laurea magistrale in Ingegneria Nucleare, i nostri migliori auguri per la loro carriera e la loro vita.

Si aprirà il prossimo 8 ottobre alla Swiss Arena di Zurigo la prima edizione del Cybathlon, la competizione in cui atleti con disabilità potranno gareggiare con dispositivi e tecnologie all’avanguardia, come gambe e braccia elettroniche, esoscheletri e sedie a rotelle intelligenti, dispositivi che ancora non possono essere usati in gare quali le paraolimpiadi. Tra i concorrenti, ci sarà la squadra “Softhand PRO”, composta da un gruppo di ricercatori del Centro “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e di QBrobotics, spin off dell’Università di Pisa e dell’IIT, che attualmente lavora allo sviluppo e alla commercializzazione della Softhand.

Obiettivo della manifestazione, organizzata dal Politecnico federale (ETH) di Zurigo in collaborazione con il centro di competenza nazionale sulla ricerca in robotica (NCCR Robotics), non è premiare il solo risultato sportivo, ma anche incoraggiare ricercatori e produttori a realizzare dispositivi tecnologici in grado di aiutare meglio e più efficacemente le persone con disabilità fisica nelle loro attività quotidiane.

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“Il progetto SoftHand – racconta Sasha Blue Godfrey, ricercatrice all’IIT di origine statunitense che guiderà il team italiano durante la competizione – nasce tra i laboratori di Pisa e Genova dal gruppo di ricerca di Antonio Bicchi, con l’obiettivo di costruire una mano robotica antropomorfa semplice, robusta e altamente funzionale. La Softhand Pro è stata testata su molti pazienti nei migliori centri prostetici, dall’Italia agli Stati Uniti, inclusa la prestigiosa Mayo Clinic del Minnesota. Tra poche settimane la SoftHand Pro sarà disponibile anche per i pazienti del Rehabilitation Institute of Chicago, ma anche negli ospedali di Houston e di Miami”.

La Softhand PRO concorrerà nella sezione della gara dedicata alle protesi degli arti superiori. La gara consisterà nell’eseguire i compiti della vita quotidiana, semplici per molti ma difficili per chi non ha le proprie mani, quali cambiare una lampadina o apparecchiare la tavola.

Il pilota del team italiano è Clint Olson, 28 anni, proveniente dal Minnesota (USA), che ha provato per la prima volta mano robotica SoftHand Pro durante alcune prove presso la Mayo Clinic in USA, apprezzando i vantaggi che otteneva. Dopo averlo visto usare la nuova mano con grande destrezza dopo pochissimi minuti, i ricercatori italiani gli hanno chiesto di gareggiare al Cybathlon. “Partecipare al Cybathlon” – afferma Olson – è un’opportunità unica per contribuire a far compiere un passo avanti alla tecnologia protesica, cimentandosi in un ambiente competitivo, su azioni quotidiane, come appendere un vestito o aprire un barattolo, che però possono essere molto difficili da compiere per persone con disabilità”.

Per il progetto di mano robotica il Consiglio Europeo delle Ricerche ha conferito nel 2012 al professor Antonio Bicchi un ERC Advanced Grant, uno dei maggiori riconoscimenti all’eccellenza e all’innovatività della ricerca. Successivamente, grazie al finanziamento europeo per il progetto SoftPRO nel 2015, la mano è stata studiata e sviluppata per un uso protesico.

La Squadra:
Sasha Blue Godfrey, Ricercatrice a IIT, Cybatlhon Team Leader.
Manuel G. Catalano, Ricercatore a IIT, Sviluppo Hardware.
Matteo Rossi, Dottorando a IIT, Controllo e test.
Cristina Piazza, Dottoranda a Università di Pisa, Sviluppo di Meccanica e Controllo.
Alessandro Raugi, Ingegnere a QBrobotics, controllo e sviluppo software
Clint Olson, Pilota.
Maria Rosalie Bellin, Secondo Pilota e fotografo del team.
Antonio Bicchi, Senior Researcher a IIT e professore ordinario all’Università di PISA, Supervisore.

Nelle foto Clint Olsen (credits: ETH Zurich / Alessandro Della Bella).

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CareToy, la “palestrina intelligente” messa a punto dall’IRCCS Stella Maris insieme all’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, entra nella sua fase più importante. E lo fa oggi, in occasione della Giornata Mondiale per la Paralisi Cerebrale. Una data dal forte valore simbolico. Dopo una prima e positiva sperimentazione su 50 bambini nati fortemente prematuri, ora l’esperienza di CareToy viene estesa ad altri 50 bambini nati pretermine o a termine ma con lesioni cerebrali. Si tratta della fase cruciale del progetto che, grazie a questa “palestrina intelligente” composta di giocattoli sensorizzati e controllati a distanza, consente di curare a casa i bambini a rischio di paralisi cerebrale.

La paralisi cerebrale è la disabilità fisica più frequente tra i bambini ed è dovuta a una lesione cerebrale avvenuta prima della nascita o subito dopo. Questa condizione ne ostacola i movimenti per tutta la vita. I numeri sono eloquenti. Nei paesi più sviluppati colpisce circa 1 bambino ogni 500 nati e in quelli in via di sviluppo più del doppio. In Italia sono 2 mila i nuovi casi di paralisi cerebrali che vengono diagnosticati ogni anno. Ogni 8 ore nasce un bambino con paralisi cerebrale. Si stima nel mondo siano circa 17 milioni nel mondo le persone affette da questo disturbo e oltre 90 mila nel nostro Paese.

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Chi ne è colpito ha difficoltà a camminare, nei casi più gravi si muove in carrozzina, ha un uso difficoltoso delle mani e presenta problemi quali il dolore, deficit di linguaggio, intellettivi, epilessia. Il costo di questa patologia in termini di qualità della vita è altissimo, così come elevatissimo è il costo sociale per assistere queste persone. Il conto economico poi in termini di mancata produttività è astronomico. Si calcola un costo per le cure di circa 40.000 euro l’anno per persona e, sempre per persona e per anno, includendo tutti i costi diretti e indiretti circa 100.000 euro. Sempre approssimativamente si può dire che i due terzi di questi costi siano a carico della famiglia e un terzo a carico dello stato. Per queste persone c’è moltissimo da fare in termine sanitari, educativi, sociali.

Per questo il 5 ottobre in tutto il mondo si svolge la Giornata Mondiale per la Paralisi Cerebrale, il cui motto è “We are here” (noi siamo qui). Più di 50 nazioni sono associate a questa iniziativa. Le aree cruciali che si vogliono promuovere sono la consapevolezza pubblica su questo disturbo, i diritti civili di queste persone, la qualità della vita, l’educazione, la possibilità di offrire un contributo alla vita del nostro pianeta, ed infine la diagnosi e la terapia che devono essere sempre più precoci di queste patologie.

G CioniÈ qui che si innesta CareToy. Il progetto di ricerca si rivolge ai bambini molto piccoli a rischio per paralisi cerebrale. “Se il cervello di un bambino viene stimolato nel modo giusto nei primi mesi di vita, quando il cervello è più plastico - spiega il professor Giovanni Cioni, ordinario di neuropsichiatria infantile dell’Università di Pisa (a destra nella foto), Direttore Scientifico della Fondazione Stella Maris e responsabile del progetto - grazie a neurormoni ed altri fattori può “ripararsi” e ridurre o cancellare i danni prodotti da una lesione, una di quelle che inducono lo sviluppo delle paralisi cerebrali infantili. Ma la stimolazione deve essere precoce, e quindi avvenire a partire dalle prime settimane di vita, deve essere attiva (e non passiva), deve essere piacevole (come un gioco), deve essere intensiva (molti minuti al giorno), deve coinvolgere la famiglia e pertanto deve essere fatta a casa nell’ambiente del bambino e deve essere continuamente monitorata da parte degli specialisti. Fare tutto questo è molto difficile e quindi purtroppo non viene quasi mai fatto”.

Con questo obiettivo la Fondazione Stella Maris, insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna, ha inventato e sperimentato il sistema “CareToy” (letteralmente “giocattoli per la cura”). CareToy è una palestrina intelligente con moltissimi giocattoli sensorizzati simili in tutto a quelli con cui i bambini piccoli giocano quando sono in culla o in box. “Il valore aggiunto di questa palestrina e dei suoi giochi - spiega il professor Paolo Dario, Direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola - sta nella tecnologia che racchiudono. La sfida che abbiamo raccolto era quella di utilizzare componenti high-tech altamente innovativi e integrarli all’interno di un sistema rivolto ad una tipologia di utenza molto delicata. Grande attenzione è stata posta quindi sull’usabilità e l’accettabilità del sistema mettendo sempre al centro durante le fasi di progettazione il genitore e il suo bambino. Siamo molto contenti della possibilità di estendere la nostra ricerca anche ai bambini con lesione e dimostrare quanto il sistema CareToy possa adattarsi ai bisogni dei piccoli pazienti”.

Oltre 2000 sensori monitorano parametri della postura e della manipolazione fondamentale per lo sviluppo dei bambini. Questi dati vengono trasmessi attraverso la rete al centro clinico dove medici e terapisti seguono il loro andamento, sostenendo le attività di gioco più adeguate al loro sviluppo che i genitori potranno svolgere quotidianamente con il bambino. In questo modo a casa e semplicemente giocando con i genitori è possibile per i bambini nati con dei problemi contribuire ad allontanare il rischio di sviluppo nel tempo di disturbi neurologici, o quantomeno ridurne la gravità.

La palestrina, nel corso di un progetto europeo triennale appena concluso, è stata sperimentata in 50 bambini, nati fortemente prematuri a Pisa e a Copenaghen e grazie all’uso a casa per un mese (un uso sempre monitorato via internet dagli specialisti), questi bambini hanno dimostrato uno sviluppo più rapido nella capacità di muoversi e di vedere, e i loro genitori erano più tranquilli e meno ansiosi.

Forti di questi risultati, due anni fa la Stella Maris insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna e alla Neonatologia AOUP di Pisa, ha presentato un nuovo progetto per sperimentare CareToy in un gruppo di bambini con lesioni cerebrali gravi. In questo caso CareToy verrà utilizzato dalle famiglie a casa per 8 settimane nei primi mesi di vita, verificando poi a 12 mesi se lo sviluppo motorio in questi bambini, tutti purtroppo destinatati a sviluppare una paralisi cerebrale, sarà migliore e, quindi, con migliori speranze per il loro futuro.

Per il bando del Ministero della Salute, che prevedeva 74 milioni di euro totali di finanziamento, sono stati presentati dalle Università, Ospedali ed Enti di ricerca italiani quasi 3000 progetti. I progetti sono stati sottoposti a un processo di valutazione molto rigoroso coordinato dal Ministero attraverso oltre 13.000 revisori internazionali facenti parti di avanzati Centri di ricerca nel mondo. Solo 220 (circa il 7%) dei progetti presentati sono stati ammessi al finanziamento.

Il progetto CareToy che ha come investigatore principale il professor Giovanni Cioni è risultato il primo nella sua categoria. Il nuovo progetto CareToy parte proprio in questi giorni e durerà 3 anni. “Si spera di utilizzare il sistema CareToy non solo per i neonati che nasceranno a Pisa con lesioni cerebrali, ma anche per quelli che nasceranno presso la neonatologia dell’Ospedale Meyer di Firenze” è l’augurio del professor Cioni. Il primo anno del progetto sarà dedicato alla revisione tecnologica della palestrina a cura dei bioingegneri del Sant’Anna e prima dell’estate 2017 ci sarà la consegna e la sperimentazione dello studio con le famiglie.

Nasce quindi oggi una grande speranza frutto della ricerca pisana, del rapporto fra tre istituzioni di eccellenza, tra medici e bioingegneri per assicurare un miglior futuro a questi bambini. L’inizio di questo progetto è un bellissimo modo di celebrare l’International Cerebral Palsy Day 2016 “We are here” per migliorare il futuro di queste persone.

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rettorato 2016 home orizSi sono svolte il 29 e 30 settembre le elezioni del Senato Accademico e delle Commissioni scientifiche d’area.

I docenti e il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario sono stati chiamati a eleggere 20 componenti del Senato Accademico per il quadriennio accademico 2016/2020.

Inoltre i docenti hanno votato per scegliere i componenti delle 14 commissioni scientifiche d’area, 11 per ciascuna commissione in rappresentanza delle varie categorie del personale docente, per il biennio accademico 2016/2018.

A questo link sono disponibili i risultati delle elezioni dei rappresentanti in Senato Accademico.

A questo link sono disponibili i risultati elettorali per le Commissioni scientifiche di area.

A questo link sono disponibili i dati sull’affluenza al voto.

L’etica robotica e il mondo del lavoro; lo stalking in rete e i migranti 2.0; la sicurezza informatica e la mobilità smart nelle città; lo sport, la salute e le innovazioni digitali; il mondo del game e la rete usata dai più piccoli passando dagli anni ’80 a oggi per capire il prossimo 2048 con un omaggio ai 30 anni dall’invio del primo segnale digitale.

Corre alla velocità della luce l’Internet Festival del 2016 dal titolo “Tessuti digitali” intercettando il viaggio nel tempo di una generazione, quella nata tra i fili e i tubi catodici, che oggi utilizzano gli smartphone, comunicano via facebook, gestiscono le relazioni internazionali in rete tra sicurezza e strategie mondiali, dal 6 al 9 ottobre a Pisa con oltre 200 eventi per 18 location in giro per la città, a ingresso libero.

Il programma di quest’anno traccia il viaggio veloce dell’evoluzione della rete raccontandoci il futuro prossimo. Saranno quattro giorni di dibattiti, incontri, workshop e laboratori, suddivisi in più sezioni - Media Digitali, Economia e Startup, Gaming, T-Tour, Scena Digitale, Visioni, Trame, Cibo Divino, Sport - e focus tematici dedicati all’innovazione in vari ambiti: dalla cultura con Future Museum alla sicurezza informatica con Cybersecurity, dal fenomeno immigrazione con (E)migranti al mondo del lavoro con Etica e Robotica, dalla mobilità di domani con Muoversincittà alla fantascienza letteraria con Star Trek.

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Inaugurazione 
A inaugurare il festival, giovedì 6 ottobre alle ore 17 al Teatro Verdi, un evento che ha come protagonista la timeline “in base 16”. Un “come eravamo” tra anni ’80, attualità e futuro prossimo venturo, per raccontare il contesto politico, economico e tecnologico che ha permesso il decollo della rivoluzione digitale così come la conosciamo oggi. Tra gli ospiti del dibattito, che avrà intermezzi musicali e live sketching, Lucia Annunziata, Antonella Di Lazzaro, Dino Amenduni, Andrea Di Benedetto, Massimo Giacon, Cecilia Laschi, Valerio Pagliarino. Conduce Matteo Bordone con playlist musicale a cura di Ernesto Assante e Gino Castaldo.

Ai 30 anni della prima connessione italiana a Internet - avvenuta proprio a Pisa grazie ai ricercatori del CNUCE CNR - sarà dedicato anche l'evento “30 anni da 30 e lode: come Internet ci ha cambiato la vita e come ce la cambierà ancora”, organizzato da Riccardo Luna, con Carlo Ratti, Stefano Quintarelli, Joshua Held, Anna Masera, Davide D'Atri, Federico Bastiani, Benedetta Arese Lucini e Ivana Pais; a cui seguirà la proiezione del documentario di Alice Tomassini e Riccardo Luna “Login. Il giorno in cui l’Italia scoprì Internet” (8/10).

Al tema della Cybersecurity saranno dedicati una serie di interventi: a partire dal convegno “Sicurezza e privacy ai tempi dell’Internet delle cose” (7/10); ai due incontri con Franco Gabrielli e Marco Carrai, condotti dalla giornalista Claudia Fusani (7/10); e all’intervento su “Hacker e spionaggio” di Raoul Chiesa, l’hacker ‘buono’ (8/10). Le trasformazioni del mondo del lavoro e i progressi della robotica saranno al centro dell’incontro “Etica e Lavoro” con ospiti, tra gli altri, Maria Chiara Carrozza, Susanna Camusso, Riccardo Staglianò e Robin Hanson (8/10). A proposito di start up il festival ospita la quinta edizione di .itCup organizzata da Registro .it del Cnr di Pisa, una vera e propria competizione con una finalissima tra 10 competitor (7/10), e Bootstrap, a cura di Startupitalia e Registro .it. (8/10).

Tra gli eventi clou del programma si segnala il seminario sul progetto RONDA, coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna, con i robot indossabili ideati per aiutare i pazienti colpiti da ictus a riabilitare gli arti superiori (7/10); la presentazione di Gomorra 360, progetto di Virtual Reality ambientato nelle location della seconda serie di Gomorra e nato a Firenze da Think Cattleya grazie alla collaborazione tra Sky e Cattleya (7/10); la tavola rotonda sui risultati dello studio europeo #SilenceHate sull’odio in rete promosso da Cospe (9/10); la testimonianza dell’ingegnere pisano Enrico Dini sulla ricostruzione dell’arco di Palmira in 3D, un successo nato dalla collaborazione tra le toscane TorArt e D-Shape (9/10).

Novità di quest’anno il focus sui migranti che si aprirà con la testimonianza di Sami Ben Gharbia, blogger tunisino e cofondatore della piattaforma “Global Voices”, e l’incontro con Donatella della Ratta sulla primavera araba (9/10). Da non perdere “L’immigrazione è un’impresa” con Loredana Lipperini e Suleman Diara. Sempre all’interno della stessa sessione interverranno: Bashkim Sejdiu, albanese che si è trasferito in Italia da venti anni, che presenterà Infostranieri la app che ha progettato per aiutare gli stranieri nel mondo della burocrazia (9/10); i responsabili del progetto Refugees Welcome (un airbnb per gli immigrati); e gli ideatori della ong Emergenza Sorrisi. Tra gli ospiti della sezione Pietro Bartolo, il medico simbolo dell’emergenza migranti a Lampedusa (in collegamento dall’isola); il prefetto Mario Morcone; il sindaco di Riace Domenico Lucano e l’assessore ai Sistemi informativi e alla Partecipazione della Regione Toscana, Vittorio Bugli.

La Regione Toscana sarà presente a Pisa con un programma di appuntamenti focalizzati sul tema degli Open Data tra cui un workshop dedicato ai percorsi di accessibilità digitale, promosso dal progetto regionale Giovanisì in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana e Cooperativa Sociolab (7/10); e l’incontro “Open Data: materia prima per lo sviluppo”, in cui saranno analizzate le nuove modalità di interazione con i cittadini per rendere più efficienti i servizi pubblici (8/10). Tra gli altri, da segnalare anche “Open Toscana, guida pratica per l’uso”, un’occasione per fare il punto sulla piattaforma regionale di servizi, uno spazio sempre più a disposizione di start up e cittadini (8/10).

E poi un focus con tra i protagonisti la città di Pisa dal titolo Muoversincittà (9/10): come ci muoveremo nelle città di domani? Le auto si guideranno da sole e ci porteranno la spesa dal supermercato fino a casa? Sarà un modello di mobilità sostenibile? Queste le domande al centro della sessione in domenica 9 al Teatro Verdi (ore 10-13), che si aprirà con la presentazione del progetto Pisa Smart Mobility, a cura dell’assessore alla mobilità del Comune di Pisa, Giuseppe Forte.

Riflettori puntati anche sul mondo dello sport e le conseguenze dell’avvento della tecnologia nella pratica sportiva, in particolare nel ciclismo, nella pallavolo, nella scherma, nel tennis e nel calcio. Tra gli ospiti ci saranno sportivi come Gianni Clerici, Andrea Giani, Salvatore Sanzo, Andrea Cipressa, ricercatori, giornalisti e responsabili di aziende che producono tecnologia wearable o legate al settore del data science (8/10). Sport e innovazione si intrecceranno nella corsa notturna City Track Run (7/10): una app monitorerà la posizione dei partecipanti e proietterà in tempo reale le linee di corsa delle squadre su un maxischermo.

Per l’area cultura, l’attenzione sarà rivolta ai musei: strutture sempre più open e che, grazie all’innovazione tecnologica, rinnovano il dialogo tra visitatore e arte. Tra i protagonisti della sessione Future Museum (9/10): Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta; l’ingegnere Enrico Dini, tra gli artefici della ricostruzione dell’arco di Palmira in 3D; l’urban storyteller Biancoshock e Claudio Germak, coordinatore del progetto Virgil 2, robot guida del Castello di Racconigi.

Editoria e media digitali saranno al centro di vari panel dedicati alle nuove sfide del giornalismo, tra vecchie e nuove competenze (7/10) e alla rivoluzione prodotta dalle community online, sempre più determinanti nella diffusione e produzione di contenuti cinematografici, televisivi e persino nell’informazione giornalistica. Affronteranno il tema, tra gli altri, Geert Lovink e Donatella Della Ratta (“Dai dati ai dati. Un approccio innovativo per internet”), Mario Calabresi (“La vita e la morte in Rete. La responsabilità di chi fa informazione”), e l’attore Fabio De Caro (Malamore in Gomorra) insieme a Francesco Bernabei (7/10). Tra gli ospiti di un panel sul tema “comunità online e tessuto sociale” (8/10) anche Ilaria Cucchi. Le responsabilità di provider e media e le iniziative educative delle scuole saranno i temi affrontati nella tavola rotonda “#SilenceHate. Quando l’odio corre sul web”, promossa da COSPE. Un incontro per analizzare i risultati di una ricerca sul rapporto giornalismo e migrazioni, inserita nel progetto europeo BRICKS, che ha coinvolto una serie di scuole in Italia, Germania, Repubblica Ceca e Belgio. Interverranno: Giovanni Ziccardi, Martin Hoffmann, Klara Kalibova, Daniel Bonvoisin, Martina Chichi, Sara Cerretelli, e Marco Pratellesi nel ruolo di moderatore (9/10).

All’innovazione in ambito alimentare sarà dedicata la sezione Cibo Divino (7 e 8/10): un programma di appuntamenti pensati per far conoscere gli strumenti che fanno la differenza nel racconto del cibo, presentati dalla voce di alcuni protagonisti della food photography e del food blogging. Ritornano poi gli appuntamenti dell’area Gaming, con la quarta edizione di IF Game Jam (7/10) e la novità della Kids Game Jam, una maratona per giovani programmatori impegnati a creare un videogioco per bambini in difficoltà (8/10) e quelli di T-Tour, dedicati alle attività educative sulla cultura digitale. Focus anche sull’Agenda digitale, un autentico “stato dell’arte” con i protagonisti istituzionali nazionali.

Tra gli ospiti di #IF2016: Lucia Annunziata, Geert Lovink, Mario Calabresi, Matteo Bordone, Donatella Della Ratta, Robin Hanson, Carlo Ratti, Mauro Felicori, Domenico Lucano, Ester Viola, Stefano Quintarelli, Joshua Held, Riccardo Luna, Grazia Verasani, Steven Le Comber, Biancoshock, Raoul Chiesa, Gianni Clerici, Andrea Giani, Massimiliano Allegri, Susanna Camusso, Ilaria Cucchi, David Gerrold, Francesco Strazzari, Pietro Bartolo, Mario Morcone, Loredana Lipperini, Daniele Ciprì, Marco Carrai, Iaia Forte, Milena Vukotic, Anna Meacci, Raul Pelaéz, Marco Pratellesi, Franco Gabrielli, Maria Chiara Carrozza, Giulio Giorello, Marino Sinibaldi, Carola Frediani, Umberto Rapetto, Fabio De Caro, Jacob Collier.

Protagonista di #IF2016 anche la città di Pisa con ben 18 location: Teatro Verdi, Scuola Normale Superiore, Cineclub Arsenale, Palazzo Franchetti, Teatro Sant’Andrea, Scuola Superiore Sant’Anna, Camera di Commercio, Cittadella Galileiana, Cinema Teatro Lumière, MixArt, Ponte di Mezzo, Logge dei Banchi, Libreria Orsa Minore, Libreria Ghibellina, Libreria Feltrinelli, Libreria Fogola, Libreria dei Ragazzi, Gipsoteca di Arte Antica.

Internet Festival si conferma il più importante evento nazionale sulla Rete e l’innovazione. Un’occasione unica per sperimentare connessioni e tracciare rotte in grado di disegnare nuove geografie e delineare spazi sempre più complessi da governare. Un viaggio che da Pisa continua a esplorare il mondo delle tecnologie più innovative, delle nuove forme di comunicazione, della digitalizzazione e dei suoi effetti nei più svariati ambiti (dal food alla musica, dalla cultura ai conflitti internazionali, dal marketing alle imprese, dai big data alla Pubblica Amministrazione, dal teatro allo sport), senza dimenticare il tema dell’innovazione sociale, le giovani generazioni e l’ecosistema delle startup.

Internet Festival è promosso da Regione Toscana, Comune di Pisa, Registro.it e Istituto di Informatica e Telematica del Cnr, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola Normale Superiore insieme a Camera di Commercio di Pisa, Provincia di Pisa e Associazione Festival della Scienza. Il direttore del Festival è Claudio Giua, presidente di Fondazione Sistema Toscana. L’organizzazione è affidata ad Adriana De Cesare per Fondazione Sistema Toscana. Anna Vaccarelli (IIT-CNR) e Gianluigi Ferrari (Università di Pisa) coordinano rispettivamente il comitato esecutivo e scientifico.

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Un focus sulle iniziative dell'Università di Pisa

dalla o alla a campano smargini 1cmAnche quest’anno il contributo dell’Università di Pisa corre lungo tutto il programma dell’Internet Festival, a partire dal coordinamento del comitato scientifico da parte del professor Gianluigi Ferrari, docente del dipartimento di Informatica.

Protagonisti dei T-Tour alla Cittadella Galileiana saranno numerosi docenti dell’Ateneo, dai ricercatori del Centro di Ricerca "E. Piaggio", a quelli del laboratorio SoBigData, fino a Chiara Bodei, Stefano Chessa, Paolo Ferragina, Linda Pagli, Dino Pedreschi, Susanna Pelagatti del dipartimento di Informatica e Stefano Giordano del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione. Ai T-tour sarà possibile incontrare anche Davide Morelli dello spin off BioBeats nello spazio relax “Hear and Now”, dedicato alla app gratuita che guida il respiro e mostra come il cuore batte e risponde all’esercizio.

Come ogni anno il Museo degli Strumenti per il Calcolo dà un contributo importante al festival: realizza il contest “Clicca se hai coraggio”, per diffondere la conoscenza dei virus informatici, coinvolgendo i negozi del centro città; cura gli eventi dedicati a Star Trek, la serie che più di ogni altra ha contribuito a rendere la scienza affascinante presso il grande pubblico; porta alla scoperta delle collezioni del Museo con i T-Tour; infine, organizza Dalla O alla A, una giornata di approfondimenti sulla storia del “calcolo personale”, invitando protagonisti della stagione Olivetti, esperti del mondo Apple e appassionati di retrocomputing, e mostrando in funzione alcune macchine del passato.

Il master in Internet Ecosystem, Governance e Diritti del dipartimento di Giurisprudenza, diretto dalla professoressa Dianora Poletti, promuove due giornate di studi dal titolo “Nodi virtuali, legami informali: Internet alla ricerca di regole”, che si terrà il 7 e l'8 ottobre, alla Gipsoteca di Arte antica in Piazza San Paolo all’Orto. L’incontro, connesso all’Internet Festival si propone di stilare un bilancio dell’impatto che il web ha avuto sul fenomeno giuridico, con particolare riguardo alla produzione di regole e modelli di comportamento. Ospite speciale Antonello Soro, Presidente Autorità Garante Protezione Dati Personali.

Alle Logge dei Banchi, per tutta la durata del Festival, sarà possibile visitare l’installazione “Una mappa interattiva della mobilità di Pisa”, curata da WineMa Lab, IIT-CNR, in collaborazione con MIT Senseable City Lab e KDD Lab, a cui partecipa anche l’Università di Pisa con il gruppo di ricerca guidato dal professor Dino Pedreschi.

Sempre sul fronte della mobilità, domenica 9, al Teatro Verdi (dalle ore 10 alle 13), si terrà un incontro dal titolo #MobilitandoPisa in cui verranno presentati i risultati del progetto a cui ha contribuito il nostro Ateneo con i professori Dino Pedreschi, Giuseppe Anastasi e Francesco Marcelloni. Nella sessione “Cosa raccontano i BigData della mobilità di Pisa e dintorni”, gli ospiti proveranno a rispondere a queste domande: come ci muoveremo nelle città di domani? Le auto si guideranno da sole e ci porteranno la spesa dal supermercato fino a casa? Sarà un modello di mobilità sostenibile?

Significativo è stato anche il contributo di molti docenti dell’Ateneo nella pianificazione degli eventi delle singole aree tematiche, tra cui la “Cybersecurity” (Gianluca Dini), “La riorganizzazione del sistema dell’innovazione” (Gianluigi Ferrari e Paolo Ferragina) e anche per la parte dello sport, ovvero nell’uso di tecnologie di supporto alle prestazioni sportive.

prova dinamicaL’ente di ricerca giapponese JAMSTEC (Japan Agency for Marine-Earth Science and Technology) ha attivato un accordo di collaborazione scientifica con il dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa per testare gli elementi tubolari di perforazione che utilizza per effettuare le indagini geologiche sottomarine.

Ciro Santus Tomoya InoueDa quest’anno, nel laboratorio di prove meccaniche dell’Ateneo pisano i ricercatori coordinati dal professore Ciro Santus, con il supporto dello spin off ACTA Srl, testano le attrezzature che servono per eseguire i carotaggi della crosta terrestre fino a 7.500-10.000 metri di profondità. JAMSTEC conduce questa attività allo scopo di investigare la consistenza dei diversi strati geologici per poi dedurre, ad esempio, importanti informazioni sulla meccanica dei terremoti. Le perforazioni esplorative si svolgono a bordo della nave “Chikyu” (termine che in giapponese significa “Alla scoperta della Terra”) e le attrezzature utilizzate, aste di perforazione “leggere” (Drill Pipe) e “pesanti” (Drill Collar), sono le stesse impiegate per la perforazione estrattiva petrolifera e di gas naturale.nave Chikyu copy

“Il nostro laboratorio è un unicum a livello internazionale – ha spiegato Ciro Santus – a Pisa siamo in grado di testare queste attrezzature in piena scala, fino a 240 mm di diametro, e di fornire dati di resistenza di primario interesse per gli ingegneri della perforazione di JAMSTEC”.

Le macchine del laboratorio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale sono state inizialmente ideate e sviluppate per motivi di ricerca dai professori Leonardo Bertini e Marco Beghini per conto della multinazionale italiana Eni, e successivamente per altre aziende del settore, quali la francese Vallourec - VAM Drilling.

Il loro principio di funzionamento è basato sul fenomeno della risonanza e le frequenze operative (25-30 Hz) permettono tempi di prova accettabili per il raggiungimento di vari milioni di cicli, che rappresentano l’ordine di grandezza della vita utile delle attrezzature di perforazione.

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nei video le macchine del laboratorio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale:

https://www.youtube.com/watch?v=JK3ADADOkfA

https://www.youtube.com/watch?v=69p_CmxLS5c

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Foto:

In alto a destra, una prova dinamica in cui la zona di connessione al centro, oggetto del test, è sollecitata fino al raggiungimento della frattura a fatica

In alto a sinistra, il professore Ciro Santus a fianco dell’Ingegnere Tomoya Inoue dell’ente nazionale giapponese JAMSTEC

In basso a destra, la nave giapponese Chikyu per perforazioni Deep See a scopo scientifico

 

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