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Un momento della presentazioneUn percorso, insieme formativo e pratico, che favorisca la diffusione dello spirito imprenditoriale tra i giovani studiosi e la valorizzazione commerciale delle idee innovative. È quanto l’Università di Pisa propone ai suoi dottorandi con “Phd plus. Il dottorato si fa strada”, prima iniziativa del genere in Italia e tra le più avanzate in campo europeo. Il progetto è stato presentato lunedì 31 gennaio 2011, nella Sala dei Mappamondi di Palazzo alla Giornata, dal rettore Massimo Mario Augello; dal prorettore vicario, Nicoletta De Francesco; dal prorettore per la Ricerca applicata e l’innovazione, Paolo Ferragina; dal direttore amministrativo, Riccardo Grasso; dai dirigenti Elena Perini e Mauro Bellandi.
I percorsi formativi, che inizieranno il prossimo aprile per concludersi a novembre, saranno rivolti ai dottorandi, saranno extra-curriculari e facoltativi, e potranno prevedere una preselezione in ingresso. Si baseranno su una serie di seminari tenuti da prestigiosi speaker nazionali e internazionali, oltre che sulla redazione di un progetto imprenditoriale che potrà interessare la creazione di una azienda spin-off, la brevettazione di un’idea o la sua industrializzazione, la creazione di servizi.
L’iniziativa avrà tre obiettivi principali. Innanzitutto, quello di trasmettere ai dottorandi delle competenze di base per la definizione e la realizzazione di progetti di ricerca applicata o industriale, stimolando così le loro capacità imprenditoriali, come auspicato dall’Unione Europea nell’ambito della Strategia Europa 2020 e dalla Regione Toscana nella sua recente proposta per la “riqualificazione della spesa per la ricerca”. In secondo luogo, quello di favorire la creazione di nuove imprese ad alto contenuto di innovazione tecnologica, attraverso la valorizzazione commerciale delle idee nate durante gli anni del dottorato. Infine, quello di creare una rete di relazioni per far conoscere al mondo industriale e degli investitori, istituzionali e non, alcune delle ricerche più promettenti condotte dai giovani studiosi dell’Ateneo pisano. Ciò consentirà di potenziare le sinergie accademia-industria e di facilitare la collocazione lavorativa in ambito industriale dei giovani dottori di ricerca.
I percorsi si svolgeranno in quattro fasi. La prima sarà di carattere motivazionale e comprenderà la presentazione di varie esperienze di start-up di successo. Al termine sarà richiesto agli allievi di descrivere un’idea da valorizzare, sulla quale si concentrerà il loro percorso successivo. La seconda mirerà a trasmettere le competenze imprenditoriali di base, fornendo informazioni sulla protezione della proprietà intellettuale, sulle forme di impresa, sulla gestione di un gruppo di lavoro, sul business planning, sulla comunicazione dei risultati, sul fund raising, sul rapporto tra territorio e imprese, con specifica attenzione al ruolo dei Poli e Incubatori tecnologici. Alla fine di questo percorso, grazie alle competenze acquisite, ogni allievo o team potrà proporre un progetto di impresa, brevettazione o industrializzazione di un prodotto, o di creazione di servizi. Le idee più interessanti saranno selezionate e procederanno oltre.
Durante la terza fase, i dottorandi saranno supportati nella definizione del loro progetto, attraverso attività di coaching. L’ultima fase porterà alla valutazione delle proposte da parte di una commissione che ne giudicherà gli aspetti di originalità e innovatività, ma soprattutto le loro potenziali ricadute imprenditoriali. Nella commissione ci saranno rappresentanti dei Poli tecnologici e incubatori toscani, di Confindustria, dello European Patent office, dell’investitore americano bcap.bzip, di banche e fondi istituzionali e non, quali i maggiori Business Angel e Venture Capitalist italiani. I progetti ritenuti meritevoli riceveranno un premio composto da una quota in denaro e da una serie di benefit per valorizzare le idee vincitrici. Il tutto si svolgerà con il patrocinio della Camera di Commercio di Pisa. L’Università sta anche cercando altri partner, istituzionali e non, che possano sostenere e far crescere l’iniziativa.

Luciano GallinoL’Università di Pisa ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Sociologia al professor Luciano Gallino, tra gli studiosi italiani più eminenti della disciplina, che ha contribuito a istituzionalizzare nel dopoguerra, e tra i massimi esperti delle tematiche legate alla sociologia dei processi economici, dell’impresa e del lavoro. La cerimonia si è svolta mercoledì 19 gennaio 2011, alle ore 16.30, nell’Aula Magna Storica della Sapienza. È stata aperta dai saluti del rettore Massimo Mario Augello, cui sono seguiti la “Lettura della motivazione” da parte del preside della facoltà di Scienze politiche,
Claudio Palazzolo, e la “Laudatio” tenuta dal professor Mario Aldo Toscano, ordinario di Storia e teoria sociologica dell’Ateneo pisano ed ex presidente dell’Associazione italiana di sociologia. Dopo la consegna del riconoscimento, c’è stata la “Lectio Magistralis” del professor Gallino, dal titolo “La responsabilità sociale dell’impresa. Attualità della ‘fabbrica’ Olivetti”.

Luciano Gallino, nato a Torino nel 1927, è professore emerito di Sociologia all’Università di Torino.

Chiamato a Ivrea da Adriano Olivetti a metà degli anni Cinquanta, tra il 1958 e il 1970 ha compiuto il proprio apprendistato sociologico sul campo, organizzando e dirigendo l’Ufficio studi e ricerche sociologiche di quella società, il primo del suo genere in Italia. Dopo aver condotto studi di specializzazione in vari istituti superiori, ha poi iniziato la carriera universitaria come docente di Sociologia dell’educazione dell’Ateneo torinese. Entrato in ruolo nella stessa Università nel 1971, vi è rimasto fino alla fine del 2002, diventandone successivamente professore emerito.

In ambito universitario, Luciano Gallino ha fondato e diretto, dal 1970 al 1980, uno dei primi istituti di Sociologia italiani, dove si è formato un folto gruppo di giovani studiosi orientati in prevalenza alla sociologia dell’organizzazione e del lavoro. Accanto alle ricerche sociologiche, il professore si è progressivamente interessato al rapporto tra nuove tecnologie e formazione.

Il professor Gallino ha fatto parte tra il 1966 e il 1983 del comitato editoriale dell’Einaudi, frequentando personalità del calibro di Norberto Bobbio, Cesare Cases, Ruggero Romano e Franco Venturi. Dal 1979 al 1988 è stato presidente del Consiglio italiano delle scienze sociali, carica in cui è succeduto a Luigi Firpo, e dal 1987 al 1992 ha rivestito la carica di presidente dell’Associazione italiana di sociologia, l’ente di cui fa parte la quasi totalità dei sociologi universitari italiani. Dirige dal 1968 i “Quaderni di Sociologia”, testata trasmessagli da Nicola Abbagnano che li aveva fondati con Franco Ferrarotti. Luciano Gallino ha anche collaborato, come editorialista, con diversi quotidiani, scrivendo dal 1970 al 1975 su “Il Giorno”, dal 1983 al 2001 su “La Stampa” e dopo tale data su “la Repubblica”.

Autore di ampi studi di sociologia generale, di sociologia economica e industriale, il professor Gallino ha concentrato i suoi interessi prevalenti, in ideale collegamento con gli inizi della sua carriera scientifica, al modo in cui le tecnologie, in specie quelle info-telematiche, stanno trasformando campi e modalità delle azioni individuali e collettive; alla sociologia dell’impresa e del lavoro; alla sociologia della conoscenza tecnologica e scientifica.










locandinaPartirà lunedì 7 marzo 2010 la settima edizione di “Perché Nobel?”, il ciclo di incontri organizzati dall'Università di Pisa per spiegare a un pubblico di non esperti il significato e l'importanza del lavoro dei vincitori del Premio Nobel 2010, oltre che di premi analoghi assegnati per la matematica e per l'informatica.

È noto a tutti, infatti, che i premi Nobel sono il riconoscimento più importante nel mondo in campo scientifico, letterario, economico e sociale. Molti meno ricordano invece chi abbia effettivamente vinto il premio ciascun anno e, esclusi gli esperti del settore, veramente pochi conoscono il lavoro dei vincitori e sanno cosa hanno fatto di così importante da meritare l’ambito premio. Per colmare questa lacuna, l’Ateneo pisano, con il coordinamento dei professori Marco Abate e Umberto Mura e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Pisa, organizza da sette anni il ciclo di incontri divulgativi rivolti in particolar modo agli studenti universitari e delle scuole medie superiori di Pisa e della provincia.

Il primo appuntamento è in programma lunedì 7 marzo, alle ore 21, nell’Aula Magna della facoltà di Scienze MFN in via Buonarroti 4. Il professor Fabio Bellina, dell’Università di Pisa, risponderà alla domanda “Perché Richard F. Heck, Ei-ichi Negishi e Akira Suzuki hanno vinto il Premio Nobel 2010 per la Chimica?”. Subito dopo, il professor Paolo Giovanni Artini, sempre dell’Ateneo pisano, motiverà l’assegnazione del Premio Nobel per la Medicina a Robert G. Edwards.
Il secondo incontro si svolgerà mercoledì 9 marzo, sempre alle ore 21 nell’Aula Magna della facoltà di Scienze MFN. Il professor Marco Polini della Scuola Normale di Pisa, risponderà al quesito “Perché Andre Geim e Konstantin Novoselov hanno vinto il Premio Nobel 2010 per la Fisica?”, mentre la professoressa Enza Pellecchia, dell’Ateneo pisano, spiegherà “Perché Liu Xiaobo ha vinto il Premio Nobel 2010 per la Pace?”.

I due ultimi appuntamenti del ciclo si terranno lunedì 14 e mercoledì 16 marzo. Per informazioni è possibile contattare il professor Marco Abate (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), o il professor Umberto Mura (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

la monoposto nel circuitoMartedì 15 febbraio, presso la facoltà di Ingegneria, il rettore Massimo Augello e il prorettore vicario Nicoletta De Francesco hanno fatto visita ai box dell’E-team, la Squadra corse Formula Student dell'Università di Pisa, che per l’occasione ha organizzato nel piazzale esterno della facoltà un'esibizione dinamica delle due ultime monoposto, la ET2ev e la ET3.  

Fin dal mattino, è stato possibile visitare uno stand espositivo in cui la Formula Student ha presentato la propria attività dal 2008 a oggi, con illustrazione dei contenuti scientifici e tecnologici che hanno portato alla progettazione e alla realizzazione delle monoposto dell'E-Team. Inoltre, durante tutta la giornata, FormulaGuidaSicura, sponsor del team, ha messo a disposizione le proprie automobili per un saggio gratuito dei corsi di guida offerti, sotto la direzione di istruttori professionisti.

Il progetto dell’E-team è nato nel 2007 ad opera di un gruppo di studenti e dottorandi di Ingegneria sotto la supervisione del professore Emilio Vitale, preside della facoltà di Ingegneria, e del professore Massimo Guiggiani, presidente del corso di laurea di Ingegneria dei Veicoli Terrestri.

Oltre agli elementi provenienti dalla facoltà di Ingegneria, l’E-team si è sempre avvalso del contributo di studenti delle facoltà di Economia, Scienza politiche, Lingue e Giurisprudenza, impegnandosi non soltanto sotto il profilo della progettazione e della costruzione, ma anche sul fronte del marketing, delle pubbliche relazioni e della ricerca e gestione delle risorse economiche. Oggi la squadra conta ben 41 membri attivi più 8 membri di supporto e un supervisore.

Dal debutto in pista - che risale al 2008 in una gara sul circuito di Fiorano in cui il team si è classificato primo tra i debuttanti - la monoposto ha partecipato a importanti competizioni italiane ed europee, prendendo parte alla Formula Student Germany sul circuito di Hockenheim, e partecipando alla Formula SAE Italy, presso l’autodromo di Varano de' Melegari, ottenendo ottimi risultati.

Nel 2010 la squadra si è ripresentata alle competizioni italiana e tedesca, nelle stesse location dell’anno precedente, conseguendo esiti che la proiettano al vertice tra le squadre italiane, e al nono posto della classifica mondiale, dove compaiono gli atenei più prestigiosi del mondo. Attualmente la squadra corse dell’Università è impegnata nello sviluppo della nuova ET-4 e si prepara per una nuova stagione di gare.

Il video dell'evento

locandina eventoProseguendo sulla strada della collaborazione più volte ribadita negli ultimi mesi, i rettori delle Università e degli Istituti superiori della Toscana hanno organizzato, mercoledì 23 febbraio 2011 a Siena, un workshop dedicato alla presentazione dei programmi di dottorato, anche con l’obiettivo di verificare concrete ipotesi di collaborazione.

Si è trattato di una giornata di confronto che ha visto la partecipazione attiva di direttori di dipartimento, presidi di facoltà, direttori delle scuole di dottorato, prorettori alla ricerca e alla didattica, nella quale sono stati evidenziati i punti di forza e di eccellenza dell'attuale organizzazione dei dottorati, per arrivare a individuare strategie di sviluppo condivise, a partire dalla necessità di proseguire nel processo di cooperazione fra atenei e di internazionalizzazione, e volte a considerare il dottorato come livello formativo adeguato a creare esperti di ricerca, non solo per il mondo accademico, ma anche per il mondo delle imprese.

L’incontro fa parte di un percorso più ampio di collaborazione fra gli atenei toscani, che riguarda anche l’attività formativa, i progetti di ricerca, il trasferimento tecnologico, la sanità e le questioni amministrative e gestionali.

Stella Targetti, vicepresidente della Regione Toscana, con delega all'Università, ha assicurato il sostegno attivo e investimenti della Regione nella costruzione di un “progetto condiviso di un sistema toscano di alta formazione”.

Anche l'intervento di Alessandro Schiesaro, responsabile della segreteria tecnica per l'università e la ricerca del Miur, ha evidenziato l'importanza del percorso avviato dagli atenei per la definizione di nuovi modelli di formazione, proprio a partire dalla riconosciuta qualità della ricerca e della didattica in Toscana, testimoniata dalla valutazione nazionale e internazionale.

“L'incontro di lavoro sui dottorati – ha detto il rettore dell'Università di Siena, Angelo Riccaboni - ha segnato un momento significativo e concreto nel percorso di condivisione tra gli atenei in Toscana, che ha ora la consapevolezza del fondamentale sostegno della Regione. Siamo soddisfatti per la posizione espressa dall'assessore Targetti che, avvalorando positivamente l'impegno delle università promotrici del cambiamento, costituisce un prezioso stimolo al proseguimento del lavoro intrapreso. Il coordinamento e la collaborazione deve rappresentare dunque un'opportunità per la valorizzazione e lo sviluppo dei punti di forza specifici di ciascun ateneo. Il successo dell’iniziativa ci spinge con ancor maggior motivazione a ulteriori momenti di confronto, di cui il prossimo è già stato programmato nel mese di marzo all’Università di Pisa sul tema delle lauree magistrali”.

un momento della conferenza stampaCon un ricco programma di eventi, conferenze e laboratori didattici alle facoltà di Scienze e di Ingegneria e al Museo degli strumenti per il calcolo, l’Università di Pisa celebra la “rete” e la prima connessione a internet d’Italia avvenuta a Pisa 25 anni fa. In occasione della prima edizione dell’Internet Festival, che si è svolto nel mese di maggio a Pisa, l’Ateneo ha promosso una serie di iniziative che riguardano i settori più importanti della ricerca in informatica, quali i motori di ricerca, le reti sociali, la robotica, la comprensione del linguaggio naturale e le applicazioni di rete innovative, senza trascurare altre aree quali la medicina, l’umanistica, l’economia e le scienze naturali che, grazie all’informatica, hanno potuto sviluppare nuovi ambiti di ricerca.

“Pisa è considerata da sempre culla dell’informatica”, ricorda Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell’Università di Pisa. “È qui infatti che nella seconda metà degli anni Cinquanta venne progettato e realizzato il primo calcolatore elettronico d’Italia ed è all’Università di Pisa che nel 1969 venne istituito il primo corso di laurea in Scienze dell’Informazione e successivamente, nel 1983, il primo dottorato in Informatica insieme alle università di Genova e Udine. Inoltre nel 1986 venne sperimentata proprio a Pisa la prima connessione internet in Italia, la terza d’Europa dopo Norvegia e Inghilterra. In questi anni il nostro Ateneo ha saputo mantenere una leadership nella ricerca in informatica e networking, con un ruolo propositivo e innovativo testimoniato anche dagli eventi che abbiamo curato in questa occasione”.

Gli eventi scientifici promossi dall’Università di Pisa sono stati pensati per raccontare la storia della rivoluzione digitale attraverso i suoi protagonisti, illustrare le nuove applicazioni in settori come la medicina e divulgare la frontiera della ricerca in informatica.
Nell’ambito dell’Internet Festival, inoltre, l’Università di Pisa sarà protagonista di una tavola rotonda in cui si discuterà della creazione dell’Agenda digitale toscana, uno strumento che potrà aiutare a sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e il progresso.

“Questa prima edizione del Festival di Internet vuole assolvere a un compito di educazione scientifica non limitato solamente agli studi universitari, ai laboratori di ricerca e all’innovazione tecnologica”, dichiara Gian Luigi Ferrari, docente di Informatica e referente dell’Università di Pisa per l’Internet festival. “Cimentarsi con la divulgazione e diffusione del sapere scientifico dell’informatica significa fare comprendere al vasto pubblico le sfide culturali che accompagnano l’adozione di una particolare soluzione tecnologica”.

Ray Garcia con gli studentiSono stati inaugurati ad aprile al dipartimento di Informatica i seminari del progetto “Phd plus”, il nuovo percorso insieme formativo e pratico che l’Università di Pisa ha destinato agli allievi del dottorato con l’obiettivo di favorire la diffusione dello spirito imprenditoriale tra giovani studiosi e la valorizzazione commerciale delle idee innovative. Primo speaker è stato il professor Ray Garcia, già docente e mentor di imprenditorialità al MIT Media Lab e attualmente docente al Baruch College di New York City. Il professor Garcia, che con la sua attività ha aiutato la creazione di più di 30 start-up nel settore di internet, ha tenuto la prima di sei lezioni sul tema “New venture entrepreneurship for innovators and inventors”.

Al progetto “Phd plus” hanno aderito 111 studenti, provenienti da tutte le scuole di dottorato, con prevalenza di quelle scientifiche e tecnologiche. Quasi tutti sono dotati di elevate qualificazioni professionali: la gran parte di loro parla due o tre lingue, ha trascorso periodi all’estero e può vantare pubblicazioni di rilievo internazionale. Più della metà ha avuto esperienze di lavoro in aziende italiane o internazionali e una decina di loro ha alle spalle percorsi di brevettazione e spin-off.

Il progetto “Phd plus”, ideato dal prorettore per la Ricerca applicata e l’innovazione, Paolo Ferragina, è la prima iniziativa del genere in Italia e tra le più avanzate in campo europeo. Avrà tre obiettivi principali. Innanzitutto, quello di trasmettere ai dottorandi delle competenze di base per la definizione e la realizzazione di progetti di ricerca applicata o industriale, stimolando così le loro capacità imprenditoriali, come auspicato dall’Unione Europea nell’ambito della Strategia Europa 2020 e dalla Regione Toscana nella sua recente proposta per la “riqualificazione della spesa per la ricerca”.

In secondo luogo, quello di favorire la creazione di nuove imprese ad alto contenuto di innovazione tecnologica, attraverso la valorizzazione commerciale delle idee nate durante gli anni del dottorato. Infine, quello di creare una rete di relazioni per far conoscere al mondo industriale e degli investitori, istituzionali e non, alcune delle ricerche più promettenti condotte dai giovani studiosi dell’Ateneo pisano. Obiettivi del progetto sono il potenziamento delle sinergie accademia-industria e promuovere la collocazione lavorativa in ambito industriale dei giovani dottori di ricerca.

Il rettore Massimo Mario AugelloRinnovando una tradizione che risale al 1843, l’Università di Pisa ha conferito a dieci suoi docenti l’Ordine del Cherubino, il riconoscimento assegnato agli studiosi che hanno contribuito ad accrescere il prestigio dell'Ateneo per i loro particolari meriti scientifici e culturali o per il contributo alla vita e al funzionamento dell'istituzione. I docenti, chiamati a ricevere l’insegna e il diploma secondo l’anzianità di nomina, sono Aldo Balestrino, della facoltà di Ingegneria, Giovanni Umberto Corsini, della facoltà di Medicina e chirurgia, Marcello Giorgi, della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Roberto Dvornicich, della facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, Carlo Bartolozzi, della facoltà di Medicina e chirurgia, Giuliano Massimo Barale, della facoltà di Lettere e filosofia, Francesco Tolari, della facoltà di Medicina Veterinaria, Franco Bonsignori, della facoltà di Giurisprudenza, Bruno Neri, della facoltà di Ingegneria, Gian Mario Cazzaniga, della facoltà di Lingue e letterature straniere.

La mattinata è stata aperta dai saluti del rettore Massimo Mario Augello che, dopo aver ricordato le origini antiche dell’onorificenza, si è soffermato sul significato più profondo dell’incontro. “Quello di oggi – ha detto – non deve essere considerato solamente un appuntamento ricco di storia e di tradizione: esso è piuttosto la rappresentazione di una realtà di eccellenza che ha caratterizzato e caratterizza tuttora il nostro Ateneo in ambito scientifico ed è anche proiettato nel futuro, fornendo ai giovani che hanno intrapreso la faticosa, ma affascinante strada della ricerca, un esempio da tenere presente, un obiettivo da raggiungere”. Subito dopo, rivolgendosi direttamente ai premiati, ha affermato che “i vostri percorsi scientifici sono quindi un chiaro esempio della ricchezza e complessità della ricerca che si svolge all’Università di Pisa, e che fa sì che il nostro Ateneo sia stabilmente considerato tra i migliori d’Italia nelle classifiche nazionali e internazionali con alcune discipline che sono ai vertici delle graduatorie europee e mondiali”.

Nel suo discorso il rettore ha sviluppato una riflessione sul momento vissuto dall’Università di Pisa e più in generale dal sistema universitario italiano e, pur cosciente delle persistenti difficoltà, ha voluto inviare un segnale di coesione e ottimismo. “L’Università di Pisa, così come l’intero sistema universitario italiano, sta attraversando una fase particolarmente delicata, di cui non si intravedono, almeno nel breve periodo, possibili sbocchi positivi. Non dobbiamo farci scoraggiare da questo dato di fatto, ma dobbiamo anzi trovare nell’orgoglio legato alla nostra storia e al nostro presente, solide motivazioni per costruire un futuro all’altezza delle nostre tradizioni.”

Dopo aver sintetizzato alcune delle linee strategiche della governance dell’Ateneo, il professor Augello ha concluso ricordando che, nel viaggio verso la costruzione del futuro, coloro che operano all’interno dell’istituzione devono “dimostrare di saper attingere al patrimonio di idee, valori e principi, presenti nella nostra gloriosa tradizione, sulla base dei quali guardare al futuro con rinnovato ottimismo”.

Ricostruzioni di protistiDue nuove sale didattico-espositive, dedicate ai minerali del territorio toscano e al mondo invisibile dei protisti, vanno ad arricchire la vasta collezione scientifica del Museo di storia naturale e del territorio dell’Università di Pisa, che ha sede nella Certosa di Calci. I nuovi spazi sono stati inaugurati nell’ambito di una giornata di studi a cui sono intervenuti i professori Paolo Orlandi, del dipartimento di Scienze della terra, che ha tenuto una relazione su “Le ricchezze minerarie della Toscana: 2000 anni tra storia e scienza”, e Graziano Di Giuseppe, del dipartimento di Biologia, che ha parlato di “Microrganismi al Museo: i protisti in una nuova dimensione della divulgazione scientifica”. Dopo le relazioni inaugurali si è svolta la visita guidata alle nuove sale e successivamente il workshop dal titolo “Un progetto pilota per la divulgazione scientifica della conoscenza dei protisti”, organizzato dalla Società italiana di protistologia onlus.

L’apertura delle nuove sale si inserisce nell’ambito della politica didattica del Museo, in continua evoluzione ed espansione, che propone progetti e percorsi di educazione ambientale e scientifica rivolti innanzitutto alle scuole, ma anche a tutto il pubblico interessato ad approfondimenti culturali e scientifici.

Quanti minerali servono per fare un cellulare o un’automobile? Quanti minerali incontriamo tutti i giorni, anche nelle nostre case? E quanti ne utilizziamo grazie agli strumenti che la tecnologia, vecchia e nuova, costruisce per renderci la vita più semplice? L’esposizione dal titolo “La ricchezza mineraria della Toscana”, dedicata ai “minerali utili”, vuole rispondere anche a queste domande, partendo dalla storia estrattiva millenaria della nostra regione attraverso le sue emergenze più significative. Le mineralizzazioni a pirite della Toscana meridionale, le miniere di ematite dell’Isola d’Elba, i filoni argentiferi delle Alpi Apuane sono alcuni esempi di questa storia, testimoniata dai campioni esposti nelle vetrine.

Questi minerali hanno favorito lo sviluppo delle grandi civiltà etrusca e romana e fino alla metà del XX secolo hanno rappresentato un’importante risorsa per il nostro territorio. Oggi, venuto meno l’interesse economico per queste mineralizzazioni, permane l’importante patrimonio storico, scientifico e museologico da studiare e valorizzare.

La mostra è stata curata dal dipartimento di Scienze della terra, in particolare dai professori Paolo Orlandi, Massimo D’Orazio, Cristian Biagioni ed Elena Bonaccorsi, e dal Museo con Massimo Cerri.

Teca nella sala dei mineraliAnche la nuova sala didattico-espositiva di Protistologia parte da alcuni quesiti: Chi sono i protisti? Qual è la loro importanza evolutiva e quale il loro interesse in campo ecologico e sanitario? Questi microorganismi unicellulari per primi hanno acquisito una struttura simile a quella delle nostre cellule e, per questo, sono considerati gli artefici del più grande salto evolutivo nella storia degli organismi viventi. Come indicatori di qualità dell’ambiente sono inoltre considerati di enorme interesse sanitario e rivestono grande importanza negli interventi istituzionali di sanità pubblica. Tra di loro, infatti, troviamo gli agenti infettivi di malattie come la malaria, la toxoplasmosi e la leishmaniosi.

La sala è stata realizzata nell’ambito di un progetto finanziato dal MIUR, che ha come partner esecutivi, oltre al Museo, la Società italiana di protistologia onlus e l’Associazione nazionale insegnanti di scienze naturali.

copertina libroDagli anni post unitari alla controversa fase della riforma Gentile, dalla ricostruzione democratica del secondo dopo guerra alla stagione della contestazione del Sessantotto, dagli studi più antichi e radicati a quelli più innovativi e di recente introduzione: è un racconto che arriva quasi ai giorni nostri quello contenuto nel volume “Per una storia dell’Università di Pisa”, a cura di Romano Paolo Coppini e Alessandro Breccia (Bologna, Clueb, 2010), che è stato presentato a fine marzo nell’Aula magna storica della Sapienza. Il volume, oltre a dare un contributo significativo per la conoscenza, fino a oggi non ancora sistematizzata, della storia dell’Ateneo in età contemporanea, offre un quadro generale dell’Università di Pisa e del suo ruolo di centro di elaborazione scientifica tra i più importanti del Paese, e luogo privilegiato di formazione civile, sociale e politica.

Dopo gli interventi del professor Marco Guidi, che ha portato i saluti del rettore dell’Università di Pisa, e di Lucia Tomasi Tongiorgi, delegato alla cultura del rettore, sono intervenuti all’incontro Sandro Rogari dell’Università di Firenze, Antonio Cardini dell’Università di Siena e Marco Collareta dell’Università di Pisa. L’evento è stato introdotto e coordinato da Gian Paolo Brizzi dell’Università di Bologna.

I saggi contenuti nel volume presentano criticamente le linee evolutive dell’Ateneo dopo l’Unità d’Italia toccando sia i temi dell’evoluzione normativa e istituzionale, sia quelli relativi al rapporto con la città di Pisa, con il territorio toscano, con gli altri atenei pisani e con la società civile nel suo articolato complesso. Interessante per la sua ampiezza e per la complessità delle ricostruzioni è anche la sezione sulle linee di studio e di ricerca, sulle scuole di pensiero e sulle personalità che ne hanno caratterizzato gli ultimi centocinquanta anni di vita, da cui emerge una straordinaria varietà di eccellenze che ha caratterizzato la vita dell’Università in ogni campo, dagli studi umanistici a quelli scientifici, a quelli delle scienze sociali.

Il volume è l’inserto monografico dedicato alla storia degli atenei italiani ospitati dagli “Annali di storia delle università italiane”, una pubblicazione periodica a cadenza annuale, che si propone come punto d’incontro, discussione e informazione sul mondo dell’università in Italia.

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