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Numero 14
Dicembre 2005

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di Walter Ambrosini, Giuseppe Forasassi, Marino Mazzini, Francesco Oriolo, Giuseppe Pilonei

Ingegneria nucleare a Pisa
di Walter Ambrosini, Giuseppe Forasassi, Marino Mazzini, Francesco Oriolo, Giuseppe Pilonei

Energia nucleare e pace

Il nucleare è un problema politico

L’umanista e il bit
di Giuliana Guidotti

STmoderna.it
Intervista a Elena Guarini Fasano
di Barbara Grossi


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L’umanista e il bit
Nuovi strumenti di analisi linguistico-letteraria

Gli umanisti oggi si avvalgono del mezzo informatico per effettuare le loro ricerche con maggior comodità e guadagno di tempo. L’informatica ha permesso di accostarsi al testo in modo più consapevole, svolgendo indagini linguistiche e letterarie più accurate.

gIn occasione del convegno “Scienze umane, Storia e Informatica: ricerca e didattica, esperienze e prospettive”, che si è tenuto all’Università di Pisa il 28 e 29 Settembre, abbiamo intervistato il professore Mirko Tavoni, docente di Lingua italiana e presidente del corso di laurea in Informatica umanistica del nostro Ateneo, perché ci illustrasse il rapporto informatica-scienze umane, con particolare attenzione all’importanza del calcolatore come strumento di analisi linguistico-letteraria.
Il computer diventa oggi una fonte di informazione e uno strumento di comunicazione, compiendo analisi molto rigorose e consentendo la padronanza di una documentazione più estesa. Questo, ritiene il professor Tavoni, ha permesso di passare dalla produzione di concordanze a stampa, cioè l’elenco delle parole contenute in un testo che lo studioso avrebbe utilizzato per le sue analisi linguistico-letterarie, alla fase più matura dei risultati digitali dell’elaborazione. Il mezzo informatico svolge una funzione importante sia nell’ambito linguistico che letterario: è utilizzato per problemi di attribuzione testuale e per indagini linguistiche, cosa, quest’ultima, che ha visto applicazioni industriali con importanti ricadute economiche.
Il calcolatore consente di effettuare analisi stilometriche, indagini sinonimiche, linguistiche e morfologiche: misura la lunghezza di parole e di frasi e la frequenza d’uso di sinonimi, riconosce la funzione sintattica di vocaboli, segmenta il testo in unità di costituenti non ricorsive e identifica gruppi di parole semanticamente coese. Rende inoltre possibili analisi più profonde delle strutture documentarie, ricavando associazioni rilevanti basate non solo sulla semplice distribuzione delle occorrenze di parole, ma anche su correlazioni semantico-concettuali o sull’analisi avanzata della struttura sintattico-testuale.
Si può dunque parlare di una “matematicizzazione” dell’ambito umanistico, operazione che consiste nell’approntare e ordinare una grande quantità di dati e nello studiare il testo in modo statistico. “Statistica non significa contare i fenomeni, ma saperli elaborare secondo delle griglie concettuali. Statistica non è un rozzo trattamento di dati, ma appartiene ad un livello superiore”, afferma Tavoni.
gSi entra ora nella dimensione della web intelligence, dell’accesso intelligente: si effettuano ricerche di contenuti nel web che non siano meccanicamente espressi su stringhe di carattere: Google ad esempio ci offre risultati straordinari poiché opera in modo meccanico e ricorre ad artifici interni di tipo intelligente. Si estrae conoscenza da un’enorme quantità di dati, mediante operazioni di data mining, web mining, text mining che estrapolano informazioni dal testo in modo intelligente.
Il computer diventa uno strumento filologico, permette di osservare gli “strati compositivi” di un’opera e di comparare testi e relative stesure, come “I Ricordi” di Guicciardini, la “Vita Nova” di Dante o “Il Cortigiano” di Castiglione: il testo informatico è un ipertesto, ovvero un documento di partenza a cui sono collegati altri documenti mediante legami (links) definiti in vario modo dall’autore. “L’ipertesto non ucciderà il libro tradizionale”, spiega Tavoni, poiché esso non corre il rischio di essere soppiantato dalla comunicazione digitale; esempio banale è l’esplosione delle e-mail che ha determinato un aumento delle comunicazioni postali e non una diminuzione delle stesse.
Se da un lato l’autenticità del testo in rete è problematica, non essendo garantita come nelle edizioni a stampa dal testo stesso, dall’altro si garantisce un approccio linguistico-letterario più oggettivo, offrendo una molteplicità di punti di vista.
Pertanto, nelle edizioni cartacee il filologo aveva la responsabilità intellettuale di selezionare un testo, “un vincolo, ma anche un vantaggio”, secondo il professor Tavoni, poiché doveva rispettare i limiti di spazio della pagina stampa e garantiva con la sua scelta un “valore aggiunto”, mentre nel web lo spazio è illimitato e si possono analizzare simultaneamente più edizioni critiche.
L’umanista può effettuare una vasta gamma di analisi con maggior comodità e guadagno di tempo, e per tale motivo deve aprirsi tecnicamente e culturalmente al trattamento dell’informazione e alle tecnologie della comunicazione, allo stesso tempo l’informatico, disponibile ad un confronto intellettuale, compie un parallelo gesto di apertura nei confronti dell’umanista.
Mirko Tavoni ribadisce che l’umanista necessita del computer, in quanto potente mezzo di ricerca e di verifica, e l’informatico desidera confrontarsi con i problemi degli umanisti; da questa sinergia nasce una nuova figura, l’informatico umanista e la relativa scienza, l’informatica umanistica, che nutre l’ambizione di portare gli studiosi di entrambe le parti a dialogare.
Gli umanisti e gli informatici mirano, infatti, a rappresentare il campo del sapere, problema ontologico in cui la conoscenza dei contenuti, la capacità di formalizzare questa conoscenza e l’uso della tecnologia informatica è un unicum che rappresenta un progresso intellettuale.
In conclusione, l’umanista possiede oggi un sapere tecnologico, padroneggiando una progettazione di tipo informatico, “non uno strumento - secondo il professor Tavoni - ma una cultura che tradizionalmente non gli appartiene”, e mediante tale mezzo è in grado di accostarsi al testo in modo più consapevole, effettuando accurate analisi sinonimiche, morfologiche, stilometriche e linguistiche.
I campi di applicazione del calcolatore sono dunque il settore tecnico-informatico, elemento necessario per effettuare analisi linguistico-letterarie, e gli ambiti umanistico e linguistico, che infine hanno permesso di affrontare i problemi relativi alla traduzione automatica, ovvero la capacità di produrre, mediante il computer, un testo in un dato linguaggio naturale a partire da un testo in linguaggio differente.

Giuliana Guidotti



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