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enza_pellecchia.pngLa Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI) ha sottoscritto a dicembre un Memorandum of understanding con il Segretariato Permanente dei premi Nobel per la Pace. Si tratta di un importante accordo tramite il quale le Università italiane – già impegnate nella Rete delle Università italiane per la pace (RUniPace) – potranno rafforzare il loro impegno per la Pace e implementare attività di ricerca, didattica e terza missione potendo contare sulla collaborazione autorevole e prestigiosa del Segretariato.

"Dopo la sottoscrizione del Memorandum si apre ora la fase di implementazione, grazie ad accordi specifici che i singoli Atenei potranno concordare con il Segretariato: una importante opportunità che auspichiamo verrà sfruttata anche dal nostro Ateneo", ha detto la professoressa Enza Pellecchia (foto), direttrice del Centro Interdisciplinare “Scienze per la Pace” dell'Università di Pisa (Cisp) e coordinatrice di RUniPace.

L’accordo tra la CRUI e il Segretariato Permanente dei premi Nobel per la Pace è relativo in particolare al programma Leading by Example creato dal Segretariato con l’obiettivo di formare la generazione dei futuri leader nell'arte del peacemaking. Leading by Example sviluppa progetti di Peace education e Peace building dedicati agli studenti universitari con il coinvolgimento dei premi Nobel per la Pace. Più di 7.000 giovani e più di 550 università di ogni parte del mondo hanno partecipato al progetto e hanno parlato di Pace, Diritti Umani, Sostenibilità e Leadership.

Tra le altre forme di collaborazione individuate dal Memorandum si segnalano lo sviluppo di programmi comuni di leadership educativa, l’organizzazione di eventi comuni con la partecipazione dei Premi Nobel per la Pace presso le Università italiane, la individuazione di una delegazione di giovani attivisti, studenti e accademici delle Università e organizzazioni giovanili italiane per la partecipazione al Summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace, l’organizzazione di un workshop o un PeaceLab al Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace.

Il Segretariato Permanente dei Premi Nobel per la Pace, creato nel 2006, è un'organizzazione indipendente, senza scopo di lucro e non governativa, che ha sede a Piacenza e opera su base permanente per rafforzare il pensiero umanitario e non violento a sostegno dei valori umani promuovendo l'eredità, la conoscenza e il lavoro dei Premi Nobel per la Pace. Il Segretariato agisce come Hub per la Pace, un ecosistema che promuove il cammino verso la pace in tutti i Paesi e con tutti i popoli. Promuove dialoghi internazionali su questioni globali e locali e programmi educativi. Suo evento principale è il Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace (WSNPL), giunto alla sua 17a edizione e fondato nel 1999 su iniziativa dell'ex presidente dell'URSS e Premio Nobel per la Pace, Mikhail Gorbaciov.

RUniPace è la più giovane delle reti CRUI, nata nel 2020 su iniziativa del Rettore di Pisa Paolo Mancarella e del Rettore di Brescia Maurizio Tira: ad essa aderiscono 60 Atenei, con l’intento di rafforzare gli Studi per la Pace a partire dalla valorizzazione del patrimonio di competenze e di ricerche sulla costruzione della pace con mezzi pacifici che già esiste nelle Università italiane, dando visibilità e creando coordinamenti tra studiosi e studiose sia all'interno dei singoli Atenei, sia in collaborazione tra più Atenei, sempre in un'ottica interdisciplinare. 

 

 

 

 

 

La geotermia toscana è una risorsa rinnovabile e a zero emissioni di gas serra. La buona notizia arriva da due studi coordinati dai professori Alessandro Sbrana e Paola Marianelli del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e pubblicati sulle riviste “Energies” e “Journal of Volcanology and Geothermal Research”. Le ricerche, presentate in un workshop organizzato da Enel Green Power il 13 e 14 dicembre, hanno riguardato le zone di Larderello e del Monte Amiata dove si trovano buona parte degli impianti toscani.

“Abbiamo ricostruito le emissioni di CO2 precedente alla produzione geotermoelettrica – spiega Sbrana – dai dati appare evidente che le emissioni delle centrali geotermoelettriche abbiano sostituito quelle naturali. La riduzione delle emissioni naturali, che segue l’entrata in esercizio di una centrale geotermoelettrica, è infatti del tutto equivalente alle emissioni della centrale stessa, quindi l’impatto netto è nullo”.

La geotermia toscana conta attualmente 34 centrali gestite da Enel Green Power e con i suoi 6 miliardi di KWh prodotti ogni anno soddisfa il 34% circa del fabbisogno elettrico regionale e rappresenta il 70% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili.

“Lo sviluppo della geotermia può contribuire al contenimento delle emissioni climalteranti e alla transizione ecologica – conclude Sbrana - a maggior ragione se si considera che la geotermia rappresenta una ricchezza anche dal punto di vista termico per l’utilizzo del calore che fornisce riscaldamento ed acqua calda a case, esercizi commerciali, aziende artigianali ed agricole”.

 

Link agli articoli scientifici:

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0377027319303233?via%3Dihub

https://www.mdpi.com/1996-1073/14/15/4692

 

La geotermia toscana è una risorsa rinnovabile e a zero emissioni di gas serra. La buona notizia arriva da due studi coordinati dai professori Alessandro Sbrana e Paola Marianelli del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e pubblicati sulle riviste “Energies” e “Journal of Volcanology and Geothermal Research”. Le ricerche, presentate in un workshop organizzato da Enel Green Power il 13 e 14 dicembre, hanno riguardato le zone di Larderello e del Monte Amiata dove si trovano buona parte degli impianti toscani.

“Abbiamo ricostruito le emissioni di CO2 precedente alla produzione geotermoelettrica – spiega Sbrana – dai dati appare evidente che le emissioni delle centrali geotermoelettriche abbiano sostituito quelle naturali. La riduzione delle emissioni naturali, che segue l’entrata in esercizio di una centrale geotermoelettrica, è infatti del tutto equivalente alle emissioni della centrale stessa, quindi l’impatto netto è nullo”.

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Il professor Sbrana al workshop del 13 e 14 dicembre

La geotermia toscana conta attualmente 34 centrali gestite da Enel Green Power e con i suoi 6 miliardi di KWh prodotti ogni anno soddisfa il 34% circa del fabbisogno elettrico regionale e rappresenta il 70% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili.

“Lo sviluppo della geotermia può contribuire al contenimento delle emissioni climalteranti e alla transizione ecologica – conclude Sbrana - a maggior ragione se si considera che la geotermia rappresenta una ricchezza anche dal punto di vista termico per l’utilizzo del calore che fornisce riscaldamento ed acqua calda a case, esercizi commerciali, aziende artigianali ed agricole”.

 

 

Mercoledì, 15 Dicembre 2021 12:25

Segreteria del Direttore Generale

Le attività

La Segreteria del Direttore Generale si occupa di:

  • gestire le comunicazioni telefoniche ed elettroniche della Direzione generale, provvedendo all’analisi ed alla valutazione dei quesiti di varia natura pervenuti,
  • gestire l’agenda del Direttore Generale
  • supportae il Direttore generale  per la formazione dell’o.d.g. del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, e per la gestione di tutti gli atti istruttori connessi a tali organi
  • gestire le mailing list di ateneo.

Afferiscono alla Segreteria del Direttore Generale:

  • Sezione Protocollo
  • Servizio Posta
  • Servizio Autisti

Sezione Protocollo e Servizio Posta

La sezione si occupa di protocollare e smistare la posta in entrata, assegnare i documenti in entrata agli uffici dell’amministrazione centrale, gestire la casella PEC dell’amministrazione centrale, affrancare la corrispondenza in uscita dall’Amministrazione, ritirare e consegnare dalle/alle strutture decentrate dell’Ateneo la corrispondenza di competenza dell’Amministrazione (con le relative operazioni di registrazione.)

Per informazioni e assistenza: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  Tel.0502212161 (Sezione Protocollo); 0502212258 (Servizio Posta)

La sezione protocollo è aperta all’utenza tutte le mattine dalle ore 9 alle 13 e il martedì e giovedì pomeriggio dalle ore 15 alle 17.
Sede: Palazzo Vitelli, Lungarno Pacinotti, 43- 56126 Pisa

Servizio autisti

Attività inerenti alla prenotazione e all’utilizzo di autovetture per l’Amministrazione con servizio di autista e riguardo alle attività riferite all’Unità di servizi per l’integrazione di studenti disabili (USID)

E’ possibile richiedere informazioni al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Info e contatti

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
tel.050/2212112 -215 -252

Recapiti del personale assegnato alla struttura

 

La distribuzione delle piante vascolari del nostro pianeta si divide in due grandi gruppi a partire dalla Laurasia e dal Gondwana, due antichi continenti risalenti a circa 250 milioni di anni fa. È questo quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “New Phytologist” coordinato da Angelino Carta del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, in collaborazione con Lorenzo Peruzzi dello stesso Dipartimento e Santiago Ramírez-Barahona dell’Universidad Nacional Autónoma de México.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato oltre otto milioni di dati relativi alla distribuzione di 67.000 specie vegetali su scala globale. La divisione Laurasia-Gondwana, due antichi continenti che corrispondono oggi all’incirca alle terre del nostro emisfero settentrionale e meridionale, si rispecchia inoltre in alcune differenze fra i due grandi gruppi di piante. La flora settentrionale, costituita soprattutto da piante erbacee, è infatti a livello evolutivo più recente rispetto a quella meridionale costituita soprattutto piante legnose tropicali e in cui prevalgono linee evolutive più antiche.

“La separazione Laurasia-Gondwana non è mai stata osservata e nemmeno proposta nei precedenti tentativi di studiare le relazioni tra le flore dei continenti – spiega Carta - Eppure questo risultato è perfettamente allineato con le conoscenze relative ai movimenti geologici delle placche terrestri studiate dai colleghi geologi”.

“Questo studio è importantissimo perché rappresenta il passo fondamentale per conoscere la storia evolutiva della vita sulla terra e come le piante convivono nei diversi continenti - conclude Carta - Infatti, associando questi risultati a quelli ottenuti mediante l'analisi della distribuzione degli animali sarà possibile valutare come è avvenuta la separazione delle comunità di organismi nei diversi continenti”.

 

Link all’articolo scientifico:

https://nph.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/nph.17844

 La distribuzione delle piante vascolari del nostro pianeta si divide in due grandi gruppi a partire dalla Laurasia e dal Gondwana, due antichi continenti risalenti a circa 250 milioni di anni fa. È questo quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “New Phytologist” coordinato da Angelino Carta del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, in collaborazione con Lorenzo Peruzzi dello stesso Dipartimento e Santiago Ramírez-Barahona dell’Universidad Nacional Autónoma de México.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato oltre otto milioni di dati relativi alla distribuzione di 67.000 specie vegetali su scala globale. La divisione Laurasia-Gondwana, due antichi continenti che corrispondono oggi all’incirca alle terre del nostro emisfero settentrionale e meridionale, si rispecchia inoltre in alcune differenze fra i due grandi gruppi di piante. La flora settentrionale, costituita soprattutto da piante erbacee, è infatti a livello evolutivo più recente rispetto a quella meridionale costituita soprattutto piante legnose tropicali e in cui prevalgono linee evolutive più antiche.

 

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I tre regni floristici in cui è attualmente suddivisa la terra: un regno olartico che comprende tutte le terre settentrionali, mentre la porzione meridionale del globo è composta dal regno olotropicale e dal regno australe


“La separazione Laurasia-Gondwana non è mai stata osservata e nemmeno proposta nei precedenti tentativi di studiare le relazioni tra le flore dei continenti – spiega Carta - Eppure questo risultato è perfettamente allineato con le conoscenze relative ai movimenti geologici delle placche terrestri studiate dai colleghi geologi”.

“Questo studio è importantissimo perché rappresenta il passo fondamentale per conoscere la storia evolutiva della vita sulla terra e come le piante convivono nei diversi continenti - conclude Carta - Infatti, associando questi risultati a quelli ottenuti mediante l'analisi della distribuzione degli animali sarà possibile valutare come è avvenuta la separazione delle comunità di organismi nei diversi continenti”.



L’E-Team Squadra Corse dell’Università di Pisa è alla ricerca di un nuovo pilota per le prossime competizioni di Formula SAE della stagione 2021/2022.

La Squadra ha bisogno di uno studente o una studentessa dell'Università di Pisa che abbia dimestichezza ed esperienza con la guida di veicoli sportivi, la sola passione non basta.

Se pensi di essere la persona giusta per l’E-Team, invia una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. in cui descrivi le tue competenze e le passate o presenti esperienze di guida. Sarai ricontattato/a per fissare un incontro e avere più informazioni.

Per conoscere gli ultimi successi dell’E-Team, leggi l’articolo su UnipiNews.

L’E-team ti aspetta!

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Il 2021 è stato davvero l’anno di Dante: sono molte le iniziative organizzate per celebrare la figura e l’opera del poeta in occasione del settimo centenario dalla morte. Tra le ultime, non per importanza, la pubblicazione del volume “«A riveder la china»: Dante nei fumetti (e vignette) italiani dal XIX al XXI secolo”, uscito lo scorso 18 novembre. Leonardo Canova, post-doc del Dipartimento di filologia, letteratura e linguistica dell’Università di Pisa, ha curato il libro insieme a Luca Lombardo (Università Ca’ Foscari di Venezia) e Paolo Rigo (Università degli Studi Roma Tre). Il volume è fruibile in open access e scaricabile gratuitamente sul sito di Edizioni Ca’ Foscari a questo link.

Il saggio, nato dalla passione condivisa da curatori e autori per Dante e la cosiddetta “nona arte”, unisce il mondo dei dantisti e quello di fumettisti e illustratori che hanno tratto ispirazione dalla sua opera e dalla sua figura. Il libro è infatti diviso in due parti. 

La prima sezione ripercorre la presenza del poeta nei fumetti italiani dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, fornendo ai lettori una sorta di atlante del fumetto dantesco. La seconda parte, curata da Valentina Rovere (University of Helsinki), accosta la parte artistica a quella scientifica, ospitando una galleria di illustrazioni e scritti inediti realizzati appositamente da artisti emergenti e importanti esponenti del mondo della nona arte.

Il libro s’inserisce nel filone di studi che analizza Dante come fenomeno pop, approfondendone aspetti che, numeri alla mano, risultano ancora poco esplorati: basti pensare che su circa 1400 saggi pubblicati ogni anno sull'opera o sulla vita di Dante, solo una sessantina negli ultimi 20 anni ne ha trattato il rapporto con la nona arte.

Eppure è sufficiente scorrere l’indice del volume per cogliere la ricchezza e varietà del materiale a disposizione: dall’archetipo Gustave Doré alle più recenti realizzazioni per il web, Dante viaggia attraverso i più importanti snodi della storia del fumetto in Italia, al fianco di alcuni tra i più famosi protagonisti di questi albi.

“Che si trovi a sostituire Lucifero in chiave di tormentatore - commenta Leonardo Canova - come accade nel celebre Inferno di Topolino firmato da Guido Martina, o ad interpretare una versione ipermoderna di se stesso, come nella straordinaria opera di Marcello Toninelli o ancora che sia ridotto ad un vecchietto scappato dall’ospizio, come in Cattivik, o ad un cantautorucolo squattrinato, come in Geppo, Dante è sempre Dante”.

Infatti, per quante possano essere le reinterpretazioni, la “faccia” del sommo poeta resta sempre la stessa: naso sporgente, abito e cappello rossi, eventuale corona d’alloro. In queste vesti il poeta diventa una vera icona pop. E il fumetto, lungi dall’essere un mezzo basso e lontano dalla Commedia su un’ipotetica scala della cultura, condivide anzi con l’opera dantesca la capacità di trattare qualunque aspetto della realtà.

“Dante volle essere popolare, decidendo in maniera quasi rivoluzionaria di scrivere in volgare, e di fatto lo fu fin da subito: imparato a memoria, trascritto, commentato come nessun altro autore al mondo - conclude Leonardo Canova (nella foto a destra) - Abbattendo l’innegabile barriera linguistica che oggi allontana l’opera del poeta dai lettori, il fumetto può restituire alla Commedia quella popolarità della quale ha sempre goduto.”

Il libro esce grazie ai contributi delle Università di Pisa, nell'ambito del progetto PRIN Hypermedia Dante Network, Ca’Foscari di Venezia, nell'ambito del progetto Vertexcult, e Roma Tre.

Il 2021 è stato davvero l’anno di Dante: sono molte le iniziative organizzate per celebrare la figura e l’opera del poeta in occasione del settimo centenario dalla morte. Tra le ultime, non per importanza, la pubblicazione del volume “«A riveder la china»: Dante nei fumetti (e vignette) italiani dal XIX al XXI secolo”, uscito lo scorso 18 novembre. Leonardo Canova, post-doc del Dipartimento di filologia, letteratura e linguistica dell’Università di Pisa, ha curato il libro insieme a Luca Lombardo (Università Ca’ Foscari di Venezia) e Paolo Rigo (Università degli Studi Roma Tre). Il volume è fruibile in open access e scaricabile gratuitamente sul sito di Edizioni Ca’ Foscari a questo link.

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Cattivik in Purgatorio, 63-4

Il saggio, nato dalla passione condivisa da curatori e autori per Dante e la cosiddetta “nona arte”, unisce il mondo dei dantisti e quello di fumettisti e illustratori che hanno tratto ispirazione dalla sua opera e dalla sua figura. Il libro è infatti diviso in due parti. 

La prima sezione ripercorre la presenza del poeta nei fumetti italiani dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, fornendo ai lettori una sorta di atlante del fumetto dantesco. La seconda parte, curata da Valentina Rovere (University of Helsinki), accosta la parte artistica a quella scientifica, ospitando una galleria di illustrazioni e scritti inediti realizzati appositamente da artisti emergenti e importanti esponenti del mondo della nona arte.

 Diario degli amici di Topolino 1948
Diario degli amici di Topolino, 1948

Il libro s’inserisce nel filone di studi che analizza Dante come fenomeno pop, approfondendone aspetti che, numeri alla mano, risultano ancora poco esplorati: basti pensare che su circa 1400 saggi pubblicati ogni anno sull'opera o sulla vita di Dante, solo una sessantina negli ultimi 20 anni ne ha trattato il rapporto con la nona arte.

Eppure è sufficiente scorrere l’indice del volume per cogliere la ricchezza e varietà del materiale a disposizione: dall’archetipo Gustave Doré alle più recenti realizzazioni per il web, Dante viaggia attraverso i più importanti snodi della storia del fumetto in Italia, al fianco di alcuni tra i più famosi protagonisti di questi albi.

geppo
Copertine di Geppo, 116, luglio 1984 e di Geppo Inferno 2000, Leggeri editore, 2011

“Che si trovi a sostituire Lucifero in chiave di tormentatore - commenta Leonardo Canova - come accade nel celebre Inferno di Topolino firmato da Guido Martina, o ad interpretare una versione ipermoderna di se stesso, come nella straordinaria opera di Marcello Toninelli o ancora che sia ridotto ad un vecchietto scappato dall’ospizio, come in Cattivik, o ad un cantautorucolo squattrinato, come in Geppo, Dante è sempre Dante”.

Leonardo Canova

Infatti, per quante possano essere le reinterpretazioni, la “faccia” del sommo poeta resta sempre la stessa: naso sporgente, abito e cappello rossi, eventuale corona d’alloro. In queste vesti il poeta diventa una vera icona pop. E il fumetto, lungi dall’essere un mezzo basso e lontano dalla Commedia su un’ipotetica scala della cultura, condivide anzi con l’opera dantesca la capacità di trattare qualunque aspetto della realtà.

“Dante volle essere popolare, decidendo in maniera quasi rivoluzionaria di scrivere in volgare, e di fatto lo fu fin da subito: imparato a memoria, trascritto, commentato come nessun altro autore al mondo - conclude Leonardo Canova (nella foto a destra) - Abbattendo l’innegabile barriera linguistica che oggi allontana l’opera del poeta dai lettori, il fumetto può restituire alla Commedia quella popolarità della quale ha sempre goduto.”

Il libro esce grazie ai contributi delle Università di Pisa, nell'ambito del progetto PRIN Hypermedia Dante Network, Ca’Foscari di Venezia, nell'ambito del progetto Vertexcult, e Roma Tre.

Lunedì, 13 Dicembre 2021 13:52

Italia superpotenza dell’uva e del vino

Prima al mondo per numero di vitigni, ben 545, prima per produzione enologica, posto che si contende annualmente con la Francia, terza per produzione di uva e quarta per superficie vitata. Questi numeri mettono l’Italia fra le superpotenze dell’uva e del vino insieme a Francia e Spagna, titolo insidiato sempre più da Paesi extraeuropei emergenti, come Cina, Cile, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Sudafrica. E’ questo lo scenario generale che traccia il libro “Geografia della Vite, IV: la viticoltura italiana” scritto dal professore Riccardo Mazzanti dell’Università di Pisa e pubblicato dalla Pisa University Press.

Ricchissimo di dati e informazioni il volume inquadra il nostro Paese in una prospettiva internazionale scendendo poi nel dettaglio regione per regione. Scopriamo così che quasi la metà dei vigneti si trova nel Mezzogiorno, in particolare in Puglia e in Sicilia, secondo il Settentrione con il 36%, soprattutto il Veneto, e il resto nel Centro Italia dove primeggia la Toscana con l’8%. Una ripartizione della superficie vitata, come spiega lo studio, certo riconducibile a fattori di carattere geografico-ambientale, ma anche socioeconomico e culturali.

Per quanto riguarda poi la produzione enologica nazionale, complessivamente si aggira, con variazioni annuali talvolta notevoli, sui 55 milioni di ettolitri, oltre la metà dei quali riferibili a vini bianchi. Come etichette l'Italia può vantare oltre 400 vini a Denominazione d'Origine Protetta, 73 dei quali DOCG, e 118 vini a Indicazione Geografica Tipica: Piemonte e Toscana ne accolgono il maggior numero (58 ognuna), seguite da Veneto e Lombardia. Va infine sottolineato che quasi un quinto della produzione nazionale proviene da viticoltura biologica.

Ma il libro analizza il paesaggio vitivinicolo anche dal punto di vista turistico, culturale ed economico. Oggi si contano in Italia circa 170 Strade del Vino, concentrate in prevalenza a Nord e al centro (17 in Toscana, 16 in Veneto, 13 in Emilia-Romagna, 9 in Lombardia), ma diffuse anche nel resto della Penisola (17 in Sicilia, 11 in Puglia e 10 in Calabria, ad esempio). Nel 2017 una ventina di esse si sono organizzate nel Coordinamento Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, e oggi sono 79 che raggruppano per un totale di oltre 1.000 aziende vitivinicole, 500 ristoranti, 450 strutture ricettive e 320 agriturismi.

Dal punto di vista economico, un limite sostanziale della viticoltura italiana è però secondo lo studio la piccola dimensione delle aziende viticole, in media solo 1,71 ettari. Questo infatti comporta una cronica scarsità di capitali e di investimenti, problema che, secondo l’autore, può essere affrontato efficacemente soltanto attraverso l'associazionismo e la cooperazione.

“Resta in ogni caso il primato di regioni come Piemonte, la Toscana, il Veneto, il Trentino-Alto Adige o il Friuli – conclude Riccardo Mazzanti - che costituiscono un modello per la viticoltura e l’enologia mondiale grazie al loro un ruolo-guida a livello produttivo, organizzativo e di presenza sui mercati”.

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