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Muoversi ErasmusA delegation of Erasmus students from the University of Pisa attended a meeting with President Enrico Rossi on Tuesday 4 December. The event was organised as a special day entitled "Muoversi" [Move], promoted by the Giovanisì [YouthYes] project of the Tuscany Region, to provide a forum for information, discussion and debate while underlining the Region's decision to give new support to the European mobility programme. During the meeting, Enrico Rossi announced that, starting in 2013, 1 million euros of regional funds will be devoted to topping up the mobility grants Tuscan students receive to participate in Erasmus.

Many university students decide to 'go on Erasmus' (1.173 young people in Tuscany, almost 20.000 in Italy in the academic year 2010-2011). They choose to spend a part their study period in a higher education institution in another European country. The Regional government will help those students who because of their economic situation would not otherwise be able to take advantage of this opportunity. With extra support from the Region, they will be able to attend courses, take exams and work on their dissertations, with the guarantee their work will be recognised when they return. The grant provided by the European Commission for the Erasmus scheme is not a full scholarship, but rather a 'mobility grant', a contribution to help defray the extra expense of going abroad, and it amounts only to around 230 euros a month for Erasmus for study, and 500 euros a month for Erasmus Placement.

In the course of the meeting Enrico Rossi presented a new plan for collaboration with the Tuscan universities and institutions of higher education that participate in Erasmus. A protocol will soon be signed setting up a permanent 'table' where the Universities and the Region can discuss and decide on ways to promote international mobility. Furthermore, during the "Muoversi" event, the GaragErasmus Foundation (www.garagerasmus.org), supported by the Tuscany Region, launched its «Check-in Europe» application, which has the aim of putting as many ex-Erasmus students as possible into communication with one another. On 5 November a beta-version of the application was presented at the European Parliament in Brussels, and it obtained the support of the European Commission and of the European Parliament. At the end of the meeting President Rossi became the first person to "check in" to Europe, becoming an honorary member of the Network.

The delegation from Pisa included 16 people: researchers and young professionals who had an Erasmus experience; Erasmus students from other countries who are studying in Pisa this year, and Pisan students who will start their Erasmus study or placement experience in 2013. The University of Pisa was also represented by the Pro-Rector for Internationalisation, Alessandra Guidi, and Katherine Isaacs, professor at the University and Erasmus Ambassador for Italy, who 'checked-in' after President Rossi, as the first of the 66 Ambassadors representing the 33 Erasmus countries.

Muoversi_ErasmusC'era anche una delegazione di studenti Erasmus dell'Università di Pisa all'incontro con il presidente Enrico Rossi organizzato martedì 4 dicembre nell'ambito della giornata "Muoversi", promossa dal progetto Giovanisì della Regione Toscana come momento di confronto e occasione per sottolineare gli impegni che la Regione Toscana vuole assumersi in relazione al programma di mobilità europea. Nel corso dell'incontro Enrico Rossi ha annunciato la decisione di impegnare circa 1 milione di fondi regionali per arricchire le borse di studio dei giovani toscani che parteciperanno all'Erasmus a partire dal 2013.

Sono moltissimi (1.173 giovani in Toscana, quasi 20.000 in Italia nell'anno accademico 2010-2011) gli studenti universitari che chiedono di "andare in Erasmus", ossia di trascorrere una parte del loro periodo di studio in un istituto di istruzione superiore di un altro paese. La Regione si è impegnata ad aiutare gli studenti che per le loro condizioni economiche non possono permettersi questa avventura, dando loro la possibilità di seguire corsi e preparare la laurea all'estero, con la garanzia del riconoscimento del periodo di studio e degli esami sostenuti. Questo perché il contributo UE previsto per la mobilità di studio è esiguo, 230 euro mensili che salgono a 500 euro nel caso della mobilità per tirocinio.

Nel corso dell'incontro si è anche parlato di una nuova collaborazione con le istituzioni che in Toscana partecipano al Programma, attraverso la prossima firma di un protocollo per l'istituzione di un tavolo permanente volto a promuovere il tema della mobilità tra i giovani. Inoltre la Fondazione GaragErasmus (www.garagerasmus.org) ha lanciato l'applicazione web «Check-in Europe», che ha l'obiettivo di riunire il maggior numero di ex Erasmus in Europa. L'applicazione in versione beta è stata presentata al Parlamento Europeo il 5 novembre scorso e ha ottenuto il supporto della Commssione Europea e del Parlamento Europeo. Il presidente Rossi è stato il primo a fare il "check-in" e quindi ad aderire alla rete.

La delegazione pisana era formata da 16 persone, fra le quali alcuni giovani professionisti e ricercatori che hanno fatto un'esperienza Erasmus in passato, studenti Erasmus stranieri che studiano a Pisa quest'anno, e studenti pisani che hanno già fatto o che faranno in primavera un'esperienza Erasmus di studio o di tirocinio. Hanno partecipato anche la prorettrice per l'Internazionalizzazione Alessandra Guidi, e Katherine Isaacs, docente dell'Università di Pisa e ambasciatrice Erasmus per l'Italia, che si è iscritta all'applicazione come prima tra i suoi "colleghi" europei.

Il Banco Nutraceutico Se è vero che "siamo quello che mangiamo", è altrettanto vero che alcuni alimenti possono avere un effetto benefico sul nostro organismo ed essere presentati (quasi) come farmaci. La "nutraceutica", termine coniato dalla contrazione fra "nutrizione" e "farmaceutica", è la disciplina scientifica, molto giovane, che si occupa di approfondire la positiva relazione, il gradito e ricercato "effetto collaterale" di alcuni alimenti sulla nostra salute. Proprio alla nutraceutica sarà dedicato l'evento alla Scuola Superiore Sant'Anna il 5 (inizio ore 14.30 in aula magna) e il 6 dicembre intitolato "Il Banco Nutraceutico. Opportunità di crescita ed innovazione per l'economia toscana", promosso nell'ambito delle attività del Polo di Innovazione "Life Sciences", finanziato dalla Regione Toscana, e organizzato in maniera congiunta dall'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna, diretto da Enrico Bonari, dall'Università di Pisa, dal Distretto Toscano "Scienze della Vita", dal Cnr, dalla Scuola Normale Superiore. La "due giorni" servirà anche a sostenere la candidatura di Pisa come sede strategica del "Polo di Ricerca di Eccellenza sulla Nutraceutica" in Toscana, supportata in maniera sinergica e condivisa da tutte queste istituzioni.

"L'evento – anticipa Vincenzo Lionetti, Ricercatore dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna – affronterà tematiche di grande attualità. I relatori si interrogheranno sulla salute della terra, dell'uomo e sullo sviluppo del territorio, da intendere come basi di un percorso scientifico trasversale che si riassume nella nutraceutica, nella scienza che studia gli alimenti che hanno una funzione benefica sulla salute umana. Come poi rivela l'utilizzo della parola 'banco'- aggiunge Lionetti - l'evento offrirà anche servizi informativi, destinati tanto ai cittadini desiderosi di saperne di più sulla nutraceutica, quanto ad altri interlocutori, compresi il mondo accademico, le Organizzazioni governative e non al servizio del territorio, locale o nazionale, le imprese". "Con questa iniziativa, le quattro realtà che a Pisa fanno ricerca d'eccellenza, Università, Sant'Anna, Normale e Cnr, investono - commenta Marco Macchia, docente dell'Università di Pisa e membro del Comitato d'indirizzo del Distretto Toscano "Scienze della Vita - competenze comuni per rappresentare sul territorio il proprio impegno nella promozione e nello sviluppo della nutraceutica. L'Ateneo pisano ha particolari esperienze nei suoi vari ambiti, da quello nutrizionale allo sviluppo di prodotti per la salute.

La sinergia delle realtà accademiche e di ricerca con il mondo del lavoro è un punto di riferimento fondamentale per definire le strategie e gli obiettivi futuri nelle scienze della vita".

Per la sua giovane età, la nutraceutica è in costante evoluzione, avvolta in una nebulosa di teorie che devono essere oggetto di una più seria e approfondita riflessione scientifica, che richiede competenze interdisciplinari e trasversali. Alla Scuola Superiore Sant'Anna interverranno medici, uomini d'impresa, giornalisti, personaggi dello showbiz (il 6 dicembre alle ore 15.00 l'attore Riccardo Scamarcio racconterà la sua esperienza di agricoltore biologico) per fare chiarezza su questa disciplina e provare a sfatare qualche mito. In maniera parallela al confronto e all'incontro fra scienza e alimentazione si analizzeranno i sistemi attraverso i quali la nutraceutica può diventare un veicolo di crescita e di innovazione eco-sostenibile, a tutto vantaggio dell'economia.

La presenza di Scamarcio come testimonial può apparire insolita in un contesto accademico: è sempre il Ricercatore Vincenzo Lionetti a spiegarne le ragioni. "La decisione di proporre, durante quest'intenso lavoro di approfondimento sulla relazione terra, uomo, salute, il coinvolgimento dell'attore, impegnato ogni giorno in attività di comunicazione, deriva dalla convinzione che, anche nel settore della prevenzione, la personalizzazione del rapporto della informazione può rappresentare un aiuto in termini di sensibilizzazione e di promozione di stili di vita più rispettosi dell'ambiente biologico e del benessere".

Sono numerose le personalità che interverranno all'apertura del convegno, in programma il 5 dicembre alle ore 14.30. Tra esse si segnalano Maria Chiara Carrozza, rettore della Scuola Superiore Sant'Anna; Roberto Barale, prorettore per la Ricerca dell'Università di Pisa; Paolo Ghezzi, vice sindaco di Pisa; Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa; Luigi Marroni, Assessore alla sanità della Regione Toscana, a cui saranno affidate anche le conclusioni, nel pomeriggio del 6 dicembre.

Sono finalmente arrivati a destinazione i tre ricercatori dell'Università di Pisa partiti martedì 20 novembre 2012 per una missione in Antartide alla ricerca di meteoriti. Gli studiosi pisani sono stati inseriti nella XXVIII missione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziata dal MIUR.

Ecco gli ultimi aggiornamenti dal diario di viaggio:

"Ciao a tutti,antartide

ieri mattina, come tutte le mattine precedenti, ci siamo preparati aspettando notizie sul GO o NO-GO. Finalmente è cambiata musica: GO! Abbiamo fatto il check-in alle 7:30 e alle 9 siamo decollati a bordo del C-130 della SAFAIR. Il volo durato 8 ore è stato alquanto rumoroso (nonostante i tappi per le orecchie), ma lo spettacolo che si è presentato ai nostri occhi a circa 2 ore dall'arrivo non ha eguali. I primi segnali dell'avvicinamento al continente antartico sono stati i frammenti ghiaccio marino, che in questo periodo inizia a rompersi per poi riformarsi durante l'inverno australe. Procedendo con l'avvicinamento e la discesa abbiamo potuto ammirare le cime delle montagne che 'sbucano' dal ghiaccio.

Alle 17 atterriamo sul pack (ghiaccio marino) e veniamo accompagnati alla base tramite un vecchio Ducato. In base prendiamo possesso delle nostre stanze, ritroviamo gli amici conosciuti al campo d'addestramento e iniziamo a conoscere i vari locali della base. Il cibo è veramente ottimo!

Oggi abbiamo iniziato a lavorare per organizzare le escursioni giornaliere e il campo, sia per quanto riguarda i materiali e le attrezzatura, sia per la logistica (sala operativa). La cosa si fa interessante. Non vi nascondiamo che non vediamo l'ora di andare sul campo e portare a casa i primi risultati.

A presto
Agnese e Maurizio "

Tutti gli aggiornamenti sulla spedizone nel diario di viaggio su Facebook

Mario SelliIn occasione del decennale della morte, giovedì 29 novembre, nell'Aula Magna della Scuola Medica in via Roma 55, sarà inaugurata una lapide in memoria del professor Mario Selli, maestro di chirurgia, per oltre vent'anni direttore della Clinica di Chirurgia generale dell'Università di Pisa che, nel 1972, eseguì a Pisa il primo trapianto di rene. Alla cerimonia interverranno Massimo Augello, rettore dell'Università di Pisa, Marco Filippeschi, sindaco di Pisa, Carlo Rinaldo Tomassini, direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, Eugenio Santoro, già presidente della Società Italiana di Chirurgia, Achille Sicari, decano degli Allievi ospedalieri, Enrico Cavina, decano degli Allievi universitari, Arnaldo Stefanini, Lello, collega e amico, Carla Vergalli, infermiera strumentista, Cesare Selli per la famiglia. L'iniziativa è curata dal professor Franco Mosca.

Considerato il punto di riferimento di un'intera scuola medica che ha formato una generazione di chirurghi che oggi dirigono reparti ospedalieri e ricoprono prestigiose cattedre universitarie, Selli ha costruito le basi della moderna chirurgia accademica pisana. Il Professor Selli ha creato la Chirurgia toracica e l'Urologia; ha introdotto la Cardiochirurgia e la Chirurgia d'urgenza, aprendo, tra i primi in Italia, la strada del trapianto renale. Come ricordato in un articolo scritto da Giuseppe Meucci su «La Nazione» nel 2002, in occasione della scomparsa, "sorprendeva la sua capacità di occuparsi di tutte le branche della chirurgia con eguale competenza ed efficienza. Dalla chirurgia toracica e a quella vascolare, dall'urologia alla chirurgia dell'apparato digerente, Mario Selli impugnava il bisturi con il piglio e l'autorevolezza di un maestro senza eguali".

Mario Selli nasce il 25 febbraio 1917 all'Aquila e si laurea a Roma in Medicina e Chirurgia nel luglio 1941. Nel 1943 il professor Paride Stefanini, primario chirurgico dell'ospedale dell'Aquila, lo vuole accanto a sé e il 1° marzo 1946 entra nell'Università di Perugia, iniziando la carriera accademica prima come assistente di Patologia speciale chirurgica, poi di Chirurgia generale nella Clinica diretta da Paride Stefanini. Nel maggio 1958 ottiene la cattedra di Urologia all'Università di Pisa e vengono a lui affidati i corsi di Anatomia, Embriologia e Fisiologia del sistema urinario, di Clinica urologica, di Chirurgia infantile, di Clinica chirurgica, di Chirurgia toracica e di Tecnica operatoria.

Nel 1959 ottiene la libera docenza in Patologia chirurgica e nel 1960 in quella di Clinica chirurgica generale e di Terapia chirurgica. Nel 1964 viene chiamato a dirigere la Clinica chirurgica generale dell'Università di Pisa. Nel 1987 termina la carriera accademica. Muore a Pisa il 3 ottobre 2002.

La lapide a lui dedicata recita:

 

 

 

La Facoltà di Medicina e Chirurgia

Al Professor

MARIO SELLI

1917 – 2002

Medico Insigne, Maestro di Chirurgia,

costruì le basi della moderna

Chirurgia Accademica Pisana.

La Fondazione Arpa pose nel decennale della morte

Jimenez DerediaL'incontro inaspettato tra lo scultore costaricano Jorge Jiménez Deredia e l'ecostoria, un metodo di ricerca che si applica da qualche decennio presso l'Università di Pisa. L'ecostoria, ossia la storia dell'abitare, consente di studiare la civiltà di tutti: anche delle civiltà definite "senza storia" ma in realtà dimenticate dalla storia ufficiale. La scultura di Deredia riprende – non solo nelle forme – la cultura dei nativi del suo Paese, i Boruca, e la attualizza in una proposta contemporanea di pacificazione globale.

Su questi temi si è verificato l'incontro che si è tradotto nel libro La Ruta de la Paz un progetto ecostorico di Jiménez Deredia di Sonia Gomiero, pubblicato nella collana Quaderni di Ecostoria diretta da Denise Ulivieri, edita da Pisa University Press

Il volume sarà presentato venerdì 23 novembre in occasione della X edizione del Pisa Book Festival in un incontro a cui parteciperà anche lo scultore Jiménez Deredia. L'appuntamento è alle 16.30 nella Sala Pacinotti, nell'occasione interverranno anche Ada Carlesi, presidente della Pisa University Press, e Denise Ulivieri, docente di Storia dell'Architettura dell'Università di Pisa



Che cos'è la Ruta de la Paz?
La Ruta de la Paz. Progetto Costa Rica, Museo della Genesi nel paesaggio, ricostruzione grafica, 2011, studio di architettura Bertani & Vezzali.La Ruta de la Paz è un progetto ecostorico, architettonico, scultoreo. Si tratta di nove spazi che saranno costruiti in altrettanti Paesi americani, dal Canada, passando per Stati Uniti, Messico, Yucatán, Costa Rica, Colombia, Perù, Cile, fino all'Argentina. L'arte, con la sua forza di convincimento intuitivo, ricrea i luoghi rituali in cui riecheggiano, rinnovati, gli antichi simboli della convivenza appartenuti alle civiltà precolombiane.

"Nella mia visione della vita, penso che noi stiamo facendo un viaggio insieme a tutto il cosmo, che siamo materia soggetta al fluire del tempo, polvere di stelle che si trasmuta".

La proposta trae i suoi contenuti dalla tradizione di società non aggressive, non gerarchiche, neppure ierocratiche. La pace cui si riferisce Deredia non è l'intervallo fra due conflitti. Si rovescia un percorso ideologico: i tradizionali "esportatori di civiltà" ricercano nella cultura dei nativi gli anticorpi necessari per evitare la propria autodistruzione. La Ruta de la Paz è un viaggio iniziatico senza tempo verso il radicale cambiamento spirituale e, come un labirinto interiore, diventa luogo di fusione per tradizioni mitiche, esoteriche, alchemiche.

La Ruta de la Paz non è utopia. È anzi l'unica proposta di pace praticabile, conciliabile con la pace degli altri, non firmata col sangue, l'unica col sorriso negli occhi: la pace dentro.
 

Sonia Gomiero intervista il maestro Jimenez Deredia

Gomiero: "L'ecostoria si occupa di civiltà statiche, di civiltà primarie, analizzandone forme costruttive, modalità d'insediamento e simbologia. La civiltà Boruca rientra tra quelle civiltà che non hanno lasciato fonti scritte o documenti ma solo manufatti che testimoniano la loro presenza. In che modo la storia di questa civiltà diventa il punto di partenza della "Ruta de la Paz"?"

Ricordo Profondo, 2004, marmo bianco di Carrara, cm 170 x 220 x 150, piazza del Colosseo, Roma.

Deredia: "Io sono convinto che dietro ad un manufatto ci sia la storia di un popolo. In questo caso, il manufatto che per me è stato determinante è stata la sfera di pietra realizzata dagli antichi Boruca. Apparentemente questa sfera è soltanto un semplice oggetto, in realtà sintetizza tutta una visione del mondo e tutta una comprensione della vita. Attraverso la sfera ho cominciato a capire il mondo delle civiltà che raccontano la mia storia profonda, tra le quali la Boruca. Inoltre la grande illuminazione che ho avuto osservando attentamente la sfera è quella di poter associare questo elemento geometrico alla nostra struttura come esseri umani, al nostro "discorso ontologico", alla nostra struttura psichica e fisica costituita da contrari, perché noi non siamo un elemento unico ma siamo un connubio di contrari che generano l'essere. La sfera mi racconta tutto questo con la sua luce con la sua ombra, essa diventa l'oggetto geometrico che da solo racconta la visione del mondo del popolo precolombiano che abitò le terre del Costa Rica, per cui, data l'importanza di questo oggetto, il suo messaggio non può essere letto in senso marginale ma in senso sostanziale ed essenziale.

Il guardare alle culture vernacolari non è un modo per fare un "revival" ma è un modo per comprendere come si può percorrere il cammino della nostra esistenza accompagnati; per cui la cultura alla quale ognuno di noi appartiene diventa un riferimento importante ed un solo oggetto, creato da essa, può essere sufficiente per comprendere la complessità e la visione del mondo che c'è dietro."

Gomiero: "Il cerchio è il simbolo che meglio rappresenta la cosmologia boruca; ma il cerchio è anche il simbolo per eccellenza di tantissime culture vernacolari nel mondo; inoltre è il simbolo più frequente che si incontra lungo la "Ruta de la Paz". Qual è la funzione dell'archetipo circolare, oggi, in un'opera contemporanea?"

(da sinistra) L’alba, Il volo, Il risveglio, La notte. 2008, marmo bianco di Carrara, cm 527 x 140 x 140, Foro Romano, Roma, 2009Deredia: "Una volta capita l'importanza delle mie radici culturali, ho voluto fare un'indagine per scoprire un "momento di luce" comune nelle civiltà primarie e il risultato è stato che questi momenti di partecipazione cosmica sono strettamente vincolati alla forma circolare; approfondendo ulteriormente sul modo in cui queste culture si sono identificate col cerchio, ho potuto capire un po' meglio la struttura dell'uomo e l'esigenza che molti popoli hanno avuto di rappresentare questa struttura attraverso l'elemento circolare.

Sono partito dalla Costa Rica, dalle sue sfere, per poi compiere un'indagine sull'elemento circolare lungo tutto il continente americano.

Lo scopo della "Ruta de la Paz" sta nel prendere come punto di partenza la sfera, simbolo che lega assieme le culture dei diversi paesi americani, per poi rinnovarla, perché i simboli se non vengono rinnovati diventano un dato storico e diventando un dato storico non partecipano alla dinamica della società.

I simboli possono essere rinnovati completamente pur mantenendo la loro essenza e il loro significato, creando, così, le condizioni per far si che la società contemporanea possa viverli come propri, come elementi contemporanei.

Proyecto Perú, 2009, sviluppo architettonico, marmo bianco di Grecia e granito nero del Sudafrica, cm 20 x 149 x 149, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2009. L'esempio del mio lavoro, e mi scuso per dover attingere spesso a me stesso, consiste nel partire dalla sfera boruca per poi creare la Genesi; la Genesi è un'evoluzione, un rinnovamento di tutto il contenuto della sfera: non è la sfera ma parte dalla sfera e racconta la sfera. Da quell'unico elemento circolare si originano quattro elementi che raccontano la stessa cosa che racconta la sfera da sola.

Questa trasmutazione che viene raccontata nella Genesi è lo stesso senso di trasmutazione che viene raccontata nella sfera, così come si trasmuta tutto nella vita e così come ci stiamo trasmutando noi, per cui il senso profondo di saper rinnovare la sfera è ciò che rende il simbolo attivo.

La sfera così rinnovata può essere letta anche dall'uomo del terzo millennio; portando il simbolo nel nostro tempo, essa potrà dire le stesse cose anche se in maniera diversa, adatta al modo di pensare e di vedere la vita che abbiamo oggi".

Gomiero: "Tutti questi aspetti legano le grandi culture vernacolari al tuo progetto; fanno si che, tramite i simboli, la tua opera si possa leggere in chiave ecostorica. Ma c'è anche un altro aspetto che lega la "Ruta de la Paz" all'ecostoria, ossia il fatto che i tuoi spazi architettonici andranno a costituire, nei nove paesi dove saranno realizzati, un "paesaggio culturale". Che cosa significa questo per te?"

Deredia: "Questo è per me un aspetto essenziale che è divenuto sempre più importante a mano a mano che il progetto prendeva forma; perché anche la "Ruta" ha avuto la sua "genesi", il suo percorso artistico che si è arricchito col tempo, la sua trasmutazione.

Genesi - Perú, 2008, marmo bianco di Carrara, cm 180 x 1084 x 170, Foro Romano, Roma, 2009 Nel mio ultimo viaggio, in Cina, ho visitato il Tempio del Cielo: esso non è un semplice edificio ma un complesso architettonico che può essere considerato ecostorico, in quanto esso è inserito dentro un grande polmone verde, dove il rapporto tra l'architettura, i microspazi, che loro hanno creato e questi migliaia di alberi che vivono intorno, rendono magico lo spazio.

Questo Tempio è stato un riferimento per la "Ruta de la Paz": vorrei che i nove progetti non fossero delle semplici piazze ma degli spazi che possiedano il senso dell'ecostoria e cioè vorrei creare degli spazi architettonici che integrino la natura agli elementi scultorei e architettonici, in modo tale che tutto questo grande complesso ecologico, architettonico e scultoreo fosse come una grande "clinica dello spirito", dove tu quando percorrerai questi spazi ritroverai te stesso, non soltanto attraverso la scultura ma attraverso spazi architettonici che ti rapporteranno con le costellazioni, col movimento del sole, con gli alberi o con le montagne.

Lo scopo è di creare dei grandi spazi dove scultura, architettura, natura, astronomia e antropologia, convergano in una visione olistica della vita, spazi capaci di riunirti con il tutto".

borse Marie CurieNel 2011 Lorenzo Guazzelli, laureato e dottorato in Chimica all'Università di Pisa, è risultato vincitore di una delle borse «Marie Curie Intraeuropee» (IEF) promosse dal programma PEOPLE nell'ambito del settimo programma quadro (7PQ) dell'Unione Europea. Attraverso le azioni Marie Curie, vengono finanziate attività di ricerca mirate alla formazione, alla mobilità geografica e allo sviluppo della carriera dei ricercatori con l'obiettivo strategico di rendere l'Europa più attraente per chi fa ricerca (http://ec.europa.eu/research/mariecurieactions/about-mca/actions/index_it.htm).

Grazie a questa borsa, Lorenzo Guazzelli si è trasferito all'University College di Dublino (UCD) e oggi lavora al Centre for Synthesis and Chemical Biology (CSCB) in un gruppo di ricerca internazionale che riunisce 15 studiosi da tutto il mondo.

In questo articolo, Lorenzo racconta la sua esperienza a Dublino, dove è impegnato nello studio di un vaccino sintetico di natura saccaridica contro il Cryptococcus neoformans, un fungo patogeno in grado di causare il decesso in pazienti con un sistema immunitario indebolito.

 

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GuazzelliLorenzoLa mia esperienza Marie-Curie (IEF) è iniziata quasi per caso. Ho conosciuto il professor Stefan Oscarson, uno dei massimi esperti europei nella chimica dei carboidrati, durante un convegno internazionale. Stavo terminando il dottorato ed ero intenzionato a svolgere un'esperienza post dottorale all'estero, così ho chiesto al professor Oscarson se aveva una posizione nel suo gruppo. Dopo aver visionato il mio curriculum e avermi offerto un contratto di post dottorato, mi ha anche spronato a partecipare al bando per le borse Marie Curie Intraeuropee (IEF). Abbiamo lavorato a lungo sulle diverse parti del progetto e, al termine delle fasi di valutazione, sono risultato uno dei 500 vincitori sulle oltre 2500 proposte arrivate da tutta l'unione europea nelle otto aree tematiche (Chimica, Fisica, Matematica, Scienze Economiche, Scienze della vita, Scienze Ambientali, Scienze Informatiche e Ingegneria, Scienze Umane e Sociali).

Adesso quindi lavoro al Centre for Synthesis and Chemical Biology (CSCB) all'interno del campus dell'University College Dublin (UCD), una struttura nata nel 2005 e completamente dedicata alla sintesi e all'analisi di composti biologicamente attivi. Sono impegnato nello studio di un vaccino sintetico di natura saccaridica contro il Cryptococcus neoformans, un fungo patogeno in grado di causare il decesso in pazienti con un sistema immunitario indebolito quali i malati di HIV, le persone che abbiano subito un trapianto di organi o i malati di tumore sottoposti a chemioterapia. Il progetto si articola in tre fasi: la sintesi della componente saccaridica (presso il laboratorio del professor Oscarson, in Irlanda), la coniugazione degli epitopi con una proteina immunogenica (presso Novartis Vaccine and Diagnostics, a Siena), e i test immunologici dei potenziali vaccini (presso il laboratorio del professor Casadevall all'Albert Einsten College of Medicine di New York).

UniversityCollegeDublinLarga parte del progetto verrà sviluppata all'University College Dublin in un gruppo di ricerca composto da 5 ricercatori post doc e 10 dottorandi. La dimensione numerica del gruppo di ricerca del professor Oscarson non è l'unico aspetto che rende la mia esperienza di ricerca un motivo di crescita professionale e di stimolo; un altro aspetto fondamentale è certamente la diversa provenienza geografica dei miei colleghi. Il gruppo è composto, infatti, da due italiani, un francese, due tedeschi, una tedesco-coreana, una svedese-etiope, una svizzero-brasiliana, cinque irlandesi, una spagnola-brasiliana, un sud africano e dal professor Oscarson, svedese. Ognuno di noi ha una formazione scientifica derivante da ambienti culturali e professionali molto diversi, di conseguenza, vivo non solo un naturale e continuo scambio di esperienze e conoscenze scientifiche ma anche un quotidiano arricchimento dal punto di vista umano e culturale.

Oltre all'esperienza di ricerca, vivere in una capitale europea culturalmente frenetica e tollerante è un'opportunità unica di confronto e crescita. Personalmente non posso che consigliare a tutti i giovani ricercatori di partecipare alle azioni Marie-Curie che consentono, non solo un'esperienza all'estero in centri di eccellenza, ma anche uno scambio culturale che apre nuovi orizzonti e opportunità di creare collaborazioni internazionali, senza dimenticare, poi, la possibilità di ottenere nuovi fondi al termine della borsa per rientrare nel paese di provenienza.

lhcIl 20 novembre 2012 presso la Limonaia Scienza Viva alle ore 16:00, nell'ambito delle iniziative di "Pianeta Galileo", si svolgeranno due incontri, in cui sarà presentato lo stato di avanzamento e le prospettive delle ricerche di fisica fondamentale presso l'acceleratore LHC del CERN, il più potente strumento di indagine a livello microscopico mai costruito. I fisici pisani hanno dato e stanno dando un contributo rilevante ai due esperimenti più importanti di LHC: ATLAS e CMS.

Al seminario interverranno due ricercatori di fama internazionale: il professor Gian Francesco Giudice, fisico teorico del CERN,  e il professor Iacopo Vivarelli, fisico sperimentale dell'Università Albert Ludwigs di Friburgo (Germania) e laureato dell'Ateneo pisano. I due relatori presenteranno i risultati delle ricerche a LHC; in particolare sarà discussa la recente scoperta della nuova particella che, con tutta probabilità, potrà essere identificata con il bosone di Higgs. LHC sarà fermato negli anni 2013-2014 per permetterne un potenziamento, sia per l'intensità, che per l'energia.

Pubblichiamo di seguito la sintesi dei due interventi.

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Intervento del professor Gian Francesco Giudice

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L'esistenza del bosone di Higgs trova le sue radici nelle proprietà della forza debole − la forza che permette le reazioni termonucleari che alimentano il sole. Questa forza mostra la strana caratteristica di comportarsi in modo diverso se vista attraverso uno specchio (o, più precisamente, se si considera un processo in cui s'invertono le tre coordinate spaziali). Poiché la massa risulta identica in un mondo speculare, esiste un'apparente incompatibilità tra le proprietà di simmetria della forza debole e le masse di alcune particelle elementari, un fenomeno detto "rottura di simmetria". Per riconciliare questi due aspetti contrastanti, i fisici già da tempo sapevano che doveva esistere un nuovo elemento in natura associato alla rottura di simmetria e il bosone di Higgs era laspiegazione più plausibile.
Già prima della scoperta, molti fisici erano pronti a scommettere sull'esistenza del bosone di Higgs. Eppure nessuno si sarebbe stupito se le proprietà della nuova particella si fossero rivelate molto diverse da quanto misurato dagli esperimenti dell'LHC. La teoria del bosone di Higgs, infatti, può essere deformata in modo abbastanza arbitrario, al contrario di quanto avviene per le altre particelle fondamentali. Nello schema rigoroso ed elegante del Modello Standard − la teoria che descrive le particelle elementari e le forzecon cui interagiscono − il bosone di Higgs è un elemento aggiuntivo necessario, ma precario e insoddisfacente. È la nota stonata in un concerto sublime.
I fisici teorici sono convinti che il bosone di Higgs non possa essere la fine dellastoria, ma solo una prima manifestazione di un mondo ancora sommerso. Per conoscere cosa si nasconde dietro il bosone di Higgs è necessario misurarne le proprietà con grande precisione. L'intensa fase di presa dati nelle collisioni tra protoni all'LHC, che durerà fino al dicembre 2012, ci permetterà di indagare le caratteristiche della nuova particella. L'intento è capire se le predizioni del modello più semplice di bosone di Higgs sono perfettamente azzeccate o se segnali di nuovi fenomeni cominciano a manifestarsi.
La scoperta del bosone di Higgs ha fornito alcune risposte, ma ha aperto un grannumero di domande. La questione sul bosone di Higgs che più ha fatto meditare i fisici negli ultimi decenni è il cosiddetto "principio di naturalezza". In soldoni, questo principio decreta che una teoria fisica valida in un certo intervallo di distanze non può essere sensibile in modo critico ai dettagli del comportamento della natura fino a distanze arbitrariamente piccole. In pratica, questa separazione tra diverse scale di distanza ci permette di trovare equazioni che descrivono le orbite dei pianeti, anche senza conoscere il moto di ogni singola molecola dentro Giove o Venere; ci permette di formulare unateoria atomica anche senza le equazioni che descrivono la struttura interna dei quark; e così via. Per quanto ne sappiamo, questo principio sembra rispettato nel nostro universo. Se continuasse a valere anche alle distanze ora esplorate dall'LHC, il principio di naturalezza avrebbe profonde implicazioni sulla natura del bosone di Higgs.
Il bosone di Higgs ha la particolarità di subire effetti quantistici che lo rendonovulnerabile al comportamento della teoria fino a distanze arbitrariamente piccole. Questa estrema sensibilità contraddice il principio di naturalezza, creando un ostacolo concettuale che si può aggirare solo se il bosone di Higgs è accompagnato da opportuni fenomeni capaci di smorzare gli effetti quantistici. Per questa ragione molti fisici teorici sono convinti che il bosone di Higgs faccia parte di una struttura più complessa, ancora sconosciuta.
Il filo logico suggerito dal principio di naturalezza ha guidato i fisici teorici lungo un affascinante percorso di idee, portandoli a immaginare che il bosone di Higgs sia solo l'araldo di nuove strutture nascoste dello spazio-tempo. Nel profondo della materia potrebbero esistere nuove dimensioni spaziali, nuovi tipi di forze, o addirittura una nuova concezione di spazio, come previsto dalla supersimmetria. Al momento non ci sono prove tangibili dell'esistenza di queste ipotetiche strutture, ma i fisici tengono il fiato sospesonell'attesa che l'LHC potenzi la sua capacità esplorativa, raddoppiando l'energia dei fascidi protoni, in una fase prevista a partire dalla fine del 2014.
I risultati in nostro possesso ci stanno già fornendo dei primi indizi interessanti. I dati sperimentali mostrano che la massa del bosone di Higgs è tra 125 e 126 GeV, cioè circa quanto un intero nucleo di cesio. Recenti calcoli teorici hanno messo in luce una sorprendente coincidenza. Se il Modello Standard fosse valido anche a distanze ben più piccole di quelle finora esplorate, una massa del bosone di Higgs tra 125 e 126 GeV corrisponderebbe esattamente al minimo valore necessario per evitare che il nostro universo collassi in un enorme grumo massiccio. In altre parole, la massa del bosone di Higgs ha proprio il valore giusto per mantenerci in bilico sull'orlo di un'apocalisse cosmica. Secondo alcuni fisici teorici, questa singolare coincidenza potrebbe essere lamanifestazione dell'esistenza di una moltitudine di universi paralleli, il cosiddetto"multiverso" (contrapposto cioè all'universo). Nel multiverso è raro trovare un universo che permette le caratteristiche necessarie alla vita e quindi, per motivi statistici, quelle caratteristiche sono soddisfatte nel nostro universo solo marginalmente. Questa potrebbe essere la spiegazione del perché la massa del bosone di Higgs è prossima a quel valore critico oltre al quale il nostro universo è condannato a una catastrofica transizione di fase.
Non c'è dubbio che la scoperta del bosone di Higgs sia stata una tappa fondamentale nel nostro cammino verso la conoscenza dei principi fisici che governano il nostro universo. Tuttavia, questa scoperta non ha dato tutte le risposte che cercavamo per comprendere il fenomeno della rottura di simmetria. Il bosone di Higgs fornisce solo una spiegazione rozza e incompleta, che non possiede l'eleganza presente nel resto del Modello Standard. Tutto sembra far credere che oggi i fisici siano nella stessa situazione dell'archeologo che festeggia il ritrovamento di alcune pietre, non sapendo ancora che sotto c'è un'intera piramide.

Gian Francesco Giudice

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Intervento del professor Iacopo Vivarelli

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Dalla scoperta delle prime particelle non ordinarie fino alla formalizzazione del cosiddetto Modello Standard delle particelle elementari: un percorso durato mezzo secolo, attraversointuizioni geniali, errori, ripensamenti. Ma, alla fine, il secolo scorso ci ha lasciato in ereditàuna teoria estremamente precisa e predittiva. Gli esperimenti effettuati negli ultimi trentaanni ai collider negli stati uniti e al CERN hanno confermato qualunque predizione del Modello Standard, tranne una: lʼesistenza del bosone di Higgs, la particella teorizzata perfar sì che le masse di tutte le particelle fossero incluse in maniera consistente nella teoria.

Ma, nel tempo, la straripante evidenza della sostanziale correttezza del Modello Standard nel descrivere lʼinfinitamente piccolo ha cominciato a stridere in maniera sempre piùviolenta con la sua assoluta inadeguatezza nel rendere conto delle osservazionidellʼinfinitamente grande. Le misure della radiazione di fondo dellʼuniverso, della velocitàdi rotazione delle galassie, etc. hanno col tempo stabilito il Modello Standard è in grado dispiegare lʼesistenza di una piccola parte della massa ed energia totale dellʼuniverso.
Un bel dilemma, dunque. Da una parte, lʼevidenza cosmologica della necessità disuperare il Modello Standard, dallʼaltra, la strabiliante precisione delle sue previsioni alivello microscopico.
Per riconciliare questi due aspetti, bisogna riuscire a superare il Modello Standard a livellomicroscopico. E, per andare oltre il Modello Standard, bisogna prima di tutto individuarne una crepa, cioè testarlo in dettaglio in tutte le sue predizioni ad energie mai raggiunteprima, cercare il più possibile di metterlo in difficoltà. Ovviamente, in cima alla lista delle priorità si trova il bosone di Higgs, lʼelemento mancante.
Questi, in poche parole, i motivi per cui il Large Hadron Collider è stato costruito. Dopo una lunga fase di preparazione e di attesa, nel 2009 LHC ha finalmente iniziato a farcollidere fasci di protoni ad energie mai raggiunte prima artificialmente. E il cammino deifisici in un nuovo territorio finora sostanzialmente inesplorato è cominciato. LHC sta al momento utilizzando circa la metà del suo potenziale, sia in termini di energia,sia in termini del numero di collisioni al secondo in grado di produrre. Nonostante questo, irisultati di LHC hanno già un impatto fortissimo nel dibattito della fisica delle particelle.
Fino a questo momento il Modello Standard ha retto in maniera eccellente allʼimpatto dellenuove misure. Nessuna delle misure effettuate ha mostrato discrepanze significative dalleprevisioni teoriche.
Inoltre, come ormai arcinoto, è stata scoperta una nuova particella, con proprietà compatibili con quelle attese per il bosone di Higgs.
La prudenza è dʼobbligo, in attesa diulteriori misure e conferme. È possibile (in un certo senso auspicabile) che sia proprio lanuova particella a darci precise indicazioni su come superare il Modello Standard. Quelche è certo, è che la scoperta ha messo in luce le grandi potenzialità di LHC, che, dopo una pausa di un paio dʼanni tra il 2013 e il 2015, riprenderà le sue attività, stavolta a piena potenza. Lʼesplorazione del nuovo territorio sarà rinnovata, in cerca di manifestazioni di fenomeni fisici che il Modello Standard non sia in grado di spiegare.

Iacopo Vivarelli

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Venticinque opportunità di tirocinio all'estero per gli studenti dell'Università di Pisa. Nell'ambito del Programma LLP/Erasmus Consortia Placement - Erasmus Student Mobility for Placement, l'Ateneo pisano ha emanato un bando che permetterà agli studenti universitari di realizzare un periodo di tirocinio formativo o stage professionalizzante presso un Paese dell'Unione Europea.

Il bando è stato emanato nell'ambito di un "Erasmus Consortia Placement", un consorzio di 4 atenei di cui è entrata a far parte l'Università di Pisa insieme alle università di Padova, Venezia e Catania, per promuovere insieme i tirocini lavorativi dei propri studenti.

Le borse finanziate per l'anno accademico in corso sono 25 e sono attribuibili per attività all'estero della durata minima di 3 mesi e massima di 9 mesi. L'Ateneo finanzierà tre mensilità per studente, per un importo totale di 1.500 €, in modo da dare la possibilità al maggior numero di ragazzi di beneficiare del contributo. Eventuali periodi di stage svolti e non coperti dalla borsa iniziale potranno essere sovvenzionati a fine progetto in caso di finanziamenti residui.

Gli studenti potranno svolgere il loro tirocinio presso aziende, associazioni, fondazioni, laboratori, musei o centri di ricerca in uno dei Paesi appartenenti all'Unione Europea. I tirocini avranno una durata minima di 3 mesi e massima di 9 mesi continuativi e dovranno concludersi improrogabilmente entro il 30 settembre 2013. Per presentare la domanda c'è tempo fino al 5 dicembre 2012 e il bando è disponibile a questo link.

Studieranno tecniche conservative per le opere d'arte, biosensori per applicazioni mediche ed equazioni matematiche capaci si spiegare alcuni fenomeni della fisica. Per tre ricercatori dell'Università di Pisa arrivano i finanziamenti che ogni anno il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca destina ai progetti FIRB (Futuro in ricerca 2012) coordinati da giovani ricercatori italiani. I tre studiosi dell'Ateneo pisano che si sono aggiudicati il finanziamento sono Mattia Patti del dipartimento di Civiltà e forme del sapere, che ha ottenuto 882.645 euro, Giuseppe Barillaro del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, che ha avuto 908.100 euro, e Nicola Visciglia del dipartimento di Matematica, con un contributo di 776.250 euro.
 

Mattia PattiMattia Patti, ricercatore di Storia dell'arte contemporanea, coordinerà il progetto "Tecniche pittoriche, critica delle varianti e problemi conservativi. Tra Futurismo e ritorno al classico (1910-1922)". Durante i tre anni di ricerca sarà condotto un approfondito studio delle tecniche pittoriche delle avanguardie artistiche italiane di inizio Novecento, Futurismo e Metafisica, e del cosiddetto "ritorno al classico". All'analisi delle fonti testuali si affiancheranno indagini direttamente compiute sulle opere: analisi scientifiche non invasive che permetteranno di far luce su materiali, tecniche esecutive e problemi conservativi dei dipinti oggetto di studio. 

Le ricerche saranno condotte all'interno di alcuni prestigiosi musei, italiani e stranieri, tra i quali la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, la Pinacoteca di Brera e il Museo del Novecento di Milano, il Museo Civico di Palazzo della Penna di Perugia, l'Estorick Collection di Londra, la Narodni Galerie di Praga e l'Hermitage di San Pietroburgo. Il progetto di ricerca, fortemente multidisciplinare, vede coinvolte quattro unità di ricerca: l'Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore di Pisa per quanto riguarda la storia dell'arte, l'Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari del CNR di Perugia per quanto riguarda la chimica e l'Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del CNR di Milano per la fisica. Il gruppo di lavoro si gioverà inoltre dell'importante contributo dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
 

Giuseppe BarillaroGiuseppe Barillaro, ricercatore di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e attualmente docente del corso di "Elettronica Biomedica 1", coordinerà il progetto "Microrisonatori optofluidici ultra-sensibili di tipo flow-through per applicazioni biosensoristiche" finalizzato allo sviluppo di una nuova generazione di biosensori ottici risonanti ultra-sensibili, proponendo architetture miniaturizzate che sfruttano il concetto del flow-through, nuovo paradigma dell'optofluidica, e nuovi schemi di funzionalizzazione, basati su recettori polimerici sintetici e su nanoparticelle, per il miglioramento delle prestazioni del biosensore. 

L'obiettivo finale del progetto è l'utilizzo dei microrisonatori sviluppati per la rivelazione ottica di specifici biomarcatori della sepsi (infezione batterica o virale), quali procalcitonina (PCT) e neopterina (NPT), aprendo così nuove opportunità nel campo dei biosensori e dei Lab-on-Chip e, dunque, nelle applicazioni mediche di tipo point-of-care, in grado di eseguire analisi in modo veloce e affidabile vicino al paziente, consentendo quindi una diagnosi e una conseguente terapia rapida ed efficace. Altre unità che collaborano al progetto sono l'IFAC-CNR Firenze, IFC- CNR Pisa, DISTEBA-Università del Salento, IREA-CNR Napoli.
 

Nicola ViscigliaNicola Visciglia, ricercatore di Analisi matematica al dipartimento di Matematica, coordinerà il progetto "Dinamiche dispersive: analisi di Fourier e metodi variazionali" finalizzato allo studio delle equazioni nonlineari dispersive, che appaiono in svariati contesti della fisica matematica. Una delle equazioni più note in tale contesto è l'equazione di Schroedinger nonlineare (NLS) che è stata oggetto di costante interesse da parte della comunità matematica a partire dagli anni '70. Altri modelli di equazioni nonlineari dispersive sono l'equazione di KdV e di Benjamin-Ono che sono modelli asintotici utili per la descrizione della superficie di un fluido. Anche l'equazione di Dirac nonlineare è un importante modello dispersivo che ha suscitato l'interesse della comunità scientifica.

Visciglia studierà il comportamento asinotico delle soluzioni di tali modelli sotto vari punti di vista, occupandosi sia di risultati deterministici (ossia proprietà qualitative delle singole soluzioni), sia di risultati probabilistici, usando la tecnica delle misure di Gibbs in combinazione con tecniche di scattering inverso. Le equazioni nonlineari dispersive menzionate sopra sono intensamente studiate dalla comunità matematica e sorprendentemente molte questioni fondamentali non sono state ancora comprese e il progetto si propone di ottenere risultati importanti e matematicamente rigorosi sulla dinamica di equazioni nonlineari dispersive nella speranza di svelare nuove, importanti e ancora inesplorate proprietà.

Ne hanno parlato:
TirrenoPisa.it
Nazione Pisa
InToscana.it
PisaInformaFlash.it

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