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Fare ricerca in un team internazionale grazie a una borsa «Marie Curie»

Lorenzo Guazzelli, laureato e dottorato in Chimica, racconta la sua esperienza a Dublino

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borse Marie CurieNel 2011 Lorenzo Guazzelli, laureato e dottorato in Chimica all'Università di Pisa, è risultato vincitore di una delle borse «Marie Curie Intraeuropee» (IEF) promosse dal programma PEOPLE nell'ambito del settimo programma quadro (7PQ) dell'Unione Europea. Attraverso le azioni Marie Curie, vengono finanziate attività di ricerca mirate alla formazione, alla mobilità geografica e allo sviluppo della carriera dei ricercatori con l'obiettivo strategico di rendere l'Europa più attraente per chi fa ricerca (http://ec.europa.eu/research/mariecurieactions/about-mca/actions/index_it.htm).

Grazie a questa borsa, Lorenzo Guazzelli si è trasferito all'University College di Dublino (UCD) e oggi lavora al Centre for Synthesis and Chemical Biology (CSCB) in un gruppo di ricerca internazionale che riunisce 15 studiosi da tutto il mondo.

In questo articolo, Lorenzo racconta la sua esperienza a Dublino, dove è impegnato nello studio di un vaccino sintetico di natura saccaridica contro il Cryptococcus neoformans, un fungo patogeno in grado di causare il decesso in pazienti con un sistema immunitario indebolito.

 

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GuazzelliLorenzoLa mia esperienza Marie-Curie (IEF) è iniziata quasi per caso. Ho conosciuto il professor Stefan Oscarson, uno dei massimi esperti europei nella chimica dei carboidrati, durante un convegno internazionale. Stavo terminando il dottorato ed ero intenzionato a svolgere un'esperienza post dottorale all'estero, così ho chiesto al professor Oscarson se aveva una posizione nel suo gruppo. Dopo aver visionato il mio curriculum e avermi offerto un contratto di post dottorato, mi ha anche spronato a partecipare al bando per le borse Marie Curie Intraeuropee (IEF). Abbiamo lavorato a lungo sulle diverse parti del progetto e, al termine delle fasi di valutazione, sono risultato uno dei 500 vincitori sulle oltre 2500 proposte arrivate da tutta l'unione europea nelle otto aree tematiche (Chimica, Fisica, Matematica, Scienze Economiche, Scienze della vita, Scienze Ambientali, Scienze Informatiche e Ingegneria, Scienze Umane e Sociali).

Adesso quindi lavoro al Centre for Synthesis and Chemical Biology (CSCB) all'interno del campus dell'University College Dublin (UCD), una struttura nata nel 2005 e completamente dedicata alla sintesi e all'analisi di composti biologicamente attivi. Sono impegnato nello studio di un vaccino sintetico di natura saccaridica contro il Cryptococcus neoformans, un fungo patogeno in grado di causare il decesso in pazienti con un sistema immunitario indebolito quali i malati di HIV, le persone che abbiano subito un trapianto di organi o i malati di tumore sottoposti a chemioterapia. Il progetto si articola in tre fasi: la sintesi della componente saccaridica (presso il laboratorio del professor Oscarson, in Irlanda), la coniugazione degli epitopi con una proteina immunogenica (presso Novartis Vaccine and Diagnostics, a Siena), e i test immunologici dei potenziali vaccini (presso il laboratorio del professor Casadevall all'Albert Einsten College of Medicine di New York).

UniversityCollegeDublinLarga parte del progetto verrà sviluppata all'University College Dublin in un gruppo di ricerca composto da 5 ricercatori post doc e 10 dottorandi. La dimensione numerica del gruppo di ricerca del professor Oscarson non è l'unico aspetto che rende la mia esperienza di ricerca un motivo di crescita professionale e di stimolo; un altro aspetto fondamentale è certamente la diversa provenienza geografica dei miei colleghi. Il gruppo è composto, infatti, da due italiani, un francese, due tedeschi, una tedesco-coreana, una svedese-etiope, una svizzero-brasiliana, cinque irlandesi, una spagnola-brasiliana, un sud africano e dal professor Oscarson, svedese. Ognuno di noi ha una formazione scientifica derivante da ambienti culturali e professionali molto diversi, di conseguenza, vivo non solo un naturale e continuo scambio di esperienze e conoscenze scientifiche ma anche un quotidiano arricchimento dal punto di vista umano e culturale.

Oltre all'esperienza di ricerca, vivere in una capitale europea culturalmente frenetica e tollerante è un'opportunità unica di confronto e crescita. Personalmente non posso che consigliare a tutti i giovani ricercatori di partecipare alle azioni Marie-Curie che consentono, non solo un'esperienza all'estero in centri di eccellenza, ma anche uno scambio culturale che apre nuovi orizzonti e opportunità di creare collaborazioni internazionali, senza dimenticare, poi, la possibilità di ottenere nuovi fondi al termine della borsa per rientrare nel paese di provenienza.

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  • 20 novembre 2012

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