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Piero VillaggioIl 4 gennaio scorso è scomparso Piero Villaggio, professore emerito di Scienza delle costruzioni all'Università di Pisa e Accademico dei Lincei. I colleghi e gli allievi lo ricordano per il suo amore per la scienza, la sua dedizione al lavoro e la sua rettitudine, che sono stati, e saranno, un esempio per tutti.

La cerimonia funebre avrà luogo martedì 7 gennaio, alle ore 11.45, presso la Chiesa di Santa Teresa di Albaro (Genova). La salma sarà tumulata presso il cimitero monumentale di Staglieno (Genova).

Piero Villaggio si era laureato all'Università di Genova, dove discusse la laurea in Ingegneria civile nel 1957, affiancando una parallela attività di ricerca in matematica applicata sotto la guida del matematico Guido Stampacchia. È stato professore ordinario di Scienza delle costruzioni presso la facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa dal 1966, presso la quale fu poi nominato professore emerito. Dal 1982 ha tenuto regolarmente un corso di Equazioni differenziali della Fisica matematica, prima nell'ambito del locale dottorato di ricerca in Ingegneria delle Strutture, poi della Scuola di dottorato in Ingegneria "Leonardo da Vinci". Per anni ha tenuto un corso di Meccanica dei Continui nell'ambito dei corsi di specializzazione della Scuola Normale Superiore. Dal 2000 ha insegnato Calcolo delle Variazioni per il corso di laurea in Ingegneria Aerospaziale. Era membro dell'Accademia dei Lincei dal 1998 e da moltissimi anni socio del Club Alpino Accademico.

Piero Villaggio è stato visiting professor presso la Johns Hopkins University di Baltimora, la Herriot-Watt University di Edimburgo e, più volte, presso la Minnesota University di Minneapolis. Membro del comitato di redazione di diverse riviste internazionali come Meccanica, Journal of Elasticity, Mathematics and Mechanics of Solids, ha lasciato oltre 100 pubblicazioni, la maggior parte delle quali nelle riviste più note del settore. Sotto pressione di Luigi Arialdo Radicati di Brozolo, curò il commento storico-critico dell'opera meccanica di Johann Bernoulli, della quale era editore, col patrocinio del governo svizzero e della casa editrice Birkhauser. Da molti anni era ritenuto uno dei maggiori esperti internazionali di teoria classica dell'elasticità.

Piero Villaggio ha avuto al suo attivo anche una vasta attività divulgativa, tra l'altro sviluppando una propria visione del modello di conoscenza di tipo scientifico-matematico. I suoi studi sono testimoniati dalle numerose pubblicazioni grazie alle quali è divenuto molto noto a livello internazionale.



 

Ben 18 interventi prescritti con carattere di urgenza, più diversi altri come misure di miglioramento sismico, da potersi programmare in un piano di lavori a più lungo termine. Sono queste le conclusioni cui è giunto lo studio sulla sicurezza statica e l'analisi della vulnerabilità sismica del Palazzo della Sapienza, presentati a Roma ai ministri per i Beni e le Attività Culturali, Massimo Bray, e dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, alla presenza del rettore Massimo Augello, dell'assessore Dario Danti, della professoressa Chiara Frugoni e di dirigenti e funzionari del MIBACT e dell'Ateneo.

Le conclusioni dei due periti – il professor Walter Salvatore dell'Ateneo pisano e l'ingegner Paolo Iannelli del MIBACT – segnalano innanzitutto una serie di interventi necessari per far fronte a criticità "la cui risoluzione è da ritenersi urgente, in quanto più strettamente connesse alla pubblica incolumità", e dunque alla stessa sicurezza della struttura. Questi interventi riguardano le diverse parti dell'edificio, dai solai alle volte fino alla copertura del porticato, al sottotetto e alle stesse fondazioni del Palazzo.

Per quanto riguarda le misure urgenti nella zona che ospita la Biblioteca Universitaria, oltre a interventi specifici sulle scaffalature, la perizia indica in "oltre il 30% del totale (che ammonta a circa 10.000 metri lineari di scaffali attualmente presenti) il materiale librario da rimuovere", posto soprattutto al secondo livello dei soppalchi metallici e nelle zone centrali di alcune sale. In questi spazi si prescrive il divieto di apporre alcun nuovo carico. "Nelle sale destinate a deposito librario – continua lo studio – i carichi, dopo la suddetta rimozione, non potranno essere in alcun modo incrementati nel futuro; nel resto delle sale (ad esempio, sala lettura/ingresso, uffici e così via) il sovraccarico complessivo massimo non deve in ogni caso superare i 300 chilogrammi per metro quadrato".

Si sottolinea che durante l'incontro della scorsa settimana, le istituzioni coinvolte hanno preso atto che lo spostamento dei volumi della Biblioteca risulta prioritario e preliminare all'avvio dei lavori di messa in sicurezza e sistemazione dell'intero complesso della Sapienza.

Per quanto riguarda gli altri locali, la perizia prescrive di provvedere al consolidamento dei solai in alcune sale al primo e al secondo piano. In varie parti del Palazzo dovranno essere eseguite opere di consolidamento delle strutture: solai, sistemi di copertura, porticati, volte del loggiato e dell'Aula Magna Nuova e così via. Andrà inoltre predisposto un sistema di regimentazione e smaltimento delle acque piovane dal cortile ed effettuata una manutenzione straordinaria del manto di copertura e del sistema di raccolta delle stesse acque. Lo studio evidenzia infine la necessità di installare "un sistema di monitoraggio topografico per la misura dei movimenti delle diverse porzioni del corpo di fabbrica e il mantenimento del sistema di monitoraggio continuo del quadro fessurativo".

Nella riunione al MIBACT è stato inoltre concordato l'insediamento di una nuova Commissione tecnica per pianificare e portare a termine, entro il mese di maggio 2014, il completamento dei lavori di adeguamento strutturale e funzionale del compendio di San Matteo, sede aggiuntiva della Biblioteca Universitaria. Le ulteriori determinazioni e le necessarie risorse economiche per l'intero Palazzo della Sapienza saranno individuate dalle istituzioni interessate.

ects labelL'Università di Pisa ha ottenuto dalla Commissione europea l'ECTS Label, il marchio che certifica la corretta applicazione del Sistema europeo di trasferimento dei crediti (ECTS - European Credit Transfer System) in tutti i corsi di studio di primo e secondo livello. Per l'Ateneo pisano è un prestigioso riconoscimento che accredita l'istituzione come partner trasparente e affidabile nella cooperazione europea e internazionale. Quest'anno sono due in Italia le università ad aver ottenuto il marchio, Pisa e Perugia.

Per ottenere il marchio l'Università di Pisa ha dovuto rispettare alcuni criteri, tra cui la pubblicazione on line di un ECTS Course Catalogue interamente in inglese, con la descrizione dettagliata dei corsi di studio – dai corsi di laurea, ai dottorati, fino ai master – e informazioni sulle strutture e sui servizi.

«Desidero manifestare a tutti i presidenti dei corsi di laurea e ai docenti dell'Ateneo la mia riconoscenza per il fondamentale contributo dato per il raggiungimento di questo difficile traguardo – ha commentato la professoressa Alessandra Guidi, prorettore per l'Internazionalizzazione - Il lavoro e l'impegno necessari per la sua realizzazione sono stati decisamente elevati ma, adesso, possiamo vantarci di un risultato importantissimo e concreto che ci inserisce nella lista degli Atenei accreditati in ambito europeo e internazionale. Sono veramente felice di vedere premiati così la fatica, la serietà e la cura con la quale ci siamo dedicati a questo progetto per buona parte dell'intero anno».

Ne hanno parlato: 
Tirreno Pisa 
Stamp Toscana
TirrenoPisa.it 
Pisa Today 

Raccontare Pisa fuori dallo schematismo delle guide o dall'erudizione dei saggi, con ventitré interviste e ritratti fotografici a figure che rappresentano bene una delle caratteristiche fondamentali della città. È questo l'obiettivo a cui mira il volume Pisa nell'anima, di Cristina Barsantini, con fotografie di Nicola Ughi, edito da ETS.
Dai ricordi legati ai luoghi d'infanzia, fino ai problemi e alle novità che la città attraversa e affronta, il libro offre una rosa di punti di vista – provocati anche da piccole incursioni di due aiutanti speciali, Dante e Leopardi – per conoscere Pisa attraverso i vissuti, i sapori, le delusioni e le speranze che emergono da ventitré storie diverse. Proponiamo di seguito l'intervista fatta al rettore Massimo Augello, con le foto di Nicola Ughi.

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AugelloRettore Augello, una breve descrizione di Pisa
Da Virgilio a Petrarca, da Leopardi a Dickens, fino a Pasolini: sono tantissimi i viaggiatori e i grandtourists illustri che hanno lasciato belle descrizioni di Pisa. Io sono particolarmente legato a quella di Lord Byron che riporta una conversazione con Shelley: "Fermati sul ponte di marmo, posa lo sguardo, se non sei abbagliato, sul fiume che risplende quasi fosse infuocato; segui poi la curva aggraziata dei palazzi sul lungarno, fin dove l'arco ha come perno quella massiccia torre adibita a prigione (erroneamente detta di Ugolino), che spicca, come in rilievo, e dimmi se c'è niente che possa superare un tramonto di Pisa".

Un luogo, una strada, un monumento a cui è particolarmente legato e perché
Voglio innanzitutto ricordare il Palazzo della Sapienza, che per molti anni è stato sede dei miei studi e delle mie ricerche. La sua chiusura ha aperto una ferita profonda per l'Ateneo e per l'intera città; una ferita che sento viva anche sul piano personale, perché mi colpisce come studioso prima che come rettore.
Mi fa piacere citare inoltre piazza Giusti, in cui ho abitato per diverso tempo da studente e da giovane che si affacciava alla carriera universitaria: in quegli anni era il centro di un quartiere a sé, quasi fuori dal resto della città, con una sua forte identità e una sua peculiare vita sociale.

Un angolo nascosto o poco valorizzato
Forse lo conoscono in pochi, ma il cortile sul retro di Palazzo alla Giornata rappresenta uno degli angoli medievali più affascinanti di Pisa, seppure fortemente segnato dal tempo. Oltre alle vestigia di nobili case torri e quelle dell'antica Chiesa di San Biagio alle Catene, in questo luogo si può ammirare la torre detta "dei Lanfreducci" in tutta la sua elegante potenza. Magnifico è lo stesso Palazzo alla Giornata, uno degli esempi più rappresentativi dell'edilizia signorile cinque-seicentesca della città.

Un capolavoro
Pisa è piena di capolavori, che spaziano da piazza dei Miracoli ad angoli meno noti della città, fino a "perle" situate nel territorio fuori le mura, quali la Basilica di San Piero a Grado e la Certosa di Calci.
Per rimanere a piazza dei Miracoli mi ha sempre colpito il fascino dell'antico Camposanto, non solo per l'atmosfera di malinconica pace che vi si respira, ma anche per il ruolo avuto nei secoli di antico famedio cittadino, quando vi furono eretti numerosi sepolcri di celebri docenti dell'Ateneo, a partire da quello del medico trecentesco Ligo Ammannati. La drammatica distruzione subita durante l'ultimo evento bellico ci induce poi, superando ogni distanza temporale, a una profonda meditazione sul dovere che ogni generazione ha di trasmettere il patrimonio culturale del passato alle generazioni future.

Nel XXXIII Canto dell'Inferno Dante scrisse:
"Ahi Pisa, vituperio delle genti
del bel paese là dove 'l sì sona,
poi che i vicini a te punir son lenti,
muovasi la Capraia e la Gorgona,
e faccian siepe ad Arno in su la foce.
sì ch'elli annieghi in te ogni persona!..."
Quanto c'è di vero e cosa ci portiamo dietro di questa invettiva?
A mio parere, si tratta di versi abusati, di un "luogo comune", che finisce per provocare un certo fastidio in ogni pisano. Allora preferisco cavarmela con un sorrisino di circostanza...

Un sapore che associa a Pisa
Come non ricordare la cecina e la pizza alla pisana del "Montino", un luogo che ho frequentato spesso da studente e a cui mi capita ancor oggi di rivolgermi quando consumo un pranzo frugale al Rettorato continuando a lavorare con i miei collaboratori.

Un sogno che vorrebbe vedere realizzato a Pisa
Se la vocazione più propria di Pisa è di essere città della cultura e della ricerca, come sono convinto, vorrei veder realizzato presto, nell'area dei Vecchi Macelli, il progetto della Cittadella Galileiana, a cui stiamo lavorando con grande impegno insieme all'amministrazione comunale. Mi piacerebbe inoltre che questa sede diventasse parte essenziale di un sistema integrato dei musei pisani, per invogliare sempre più i turisti a non limitarsi alla sola visita della Torre, ma a "godere" delle tante bellezze scientifiche, storiche e artistiche di cui questa città è ricca.

Da cosa si riconosce un "pisano doc"?
In genere, un "pisano doc" di fronte a un problema o a un impegno particolarmente gravoso, sbotta in una delle classiche espressioni pessimistiche: "è un lavorone!", oppure "è un momentaccio!". Subito dopo, però, si dedica a risolvere la questione.

Il più bel ricordo legato a questa città
Quando si passa gran parte del proprio percorso in un luogo, è difficile estrapolare un episodio o un ricordo particolare. In realtà, tutta la mia vita è intimamente legata a Pisa: le vicende personali, familiari e professionali; le emozioni, con gioie e dispiaceri; le vittorie e le sconfitte; ciò che sono riuscito a costruire in anni di lavoro, passione e sacrificio...

LungarnoLeopardi ha scritto: "l'aspetto di Pisa mi piace assai più di quello di Firenze. Questo lungarno è uno spettacolo così bello, così ampio, così magnifico, così ridente che innamora (...) e non so se in tutta Europa si trovino vedute di questa sorta". Cosa ne pensa e cosa rappresenta il fiume per lei, come corso d'acqua a differenza del mare, e cosa le evoca?
L'Arno è specchio e memoria di Pisa, perché lungo il suo corso si è dipanata la storia cittadina fin dalle origini. Oggi è elemento di riferimento insostituibile della vita quotidiana, già a partire dal rimando spaziale di essere "al di qua" o "al di là" d'Arno.
Su un piano scientifico, il ruolo decisivo dell'Arno è stato splendidamente testimoniato e discusso in tutta la sua complessità economica, culturale e umana nella splendida mostra "Pisa e il Mediterraneo", curata dieci anni fa da Marco Tangheroni, uno dei più apprezzati medievisti italiani e un compianto collega dell'Ateneo.

Dall'Università di Pisa escono da sempre personaggi di grande spessore, esserne Rettore cosa rappresenta per lei?
Ricoprire una carica così importante, rappresentando circa 3.000 tra docenti, amministrativi e tecnici e una popolazione di oltre 50.000 studenti, è insieme un grande onore e una grande responsabilità.
Un onore perché l'Università di Pisa è tra le più antiche in Europa, vantando una storia plurisecolare di assoluto prestigio. Oggi è la principale istituzione universitaria della Toscana ed è giudicata tra le migliori in Italia dai più autorevoli ranking internazionali; ha docenti, scuole e settori disciplinari di riconosciuta eccellenza internazionale. Costituisce inoltre una comunità di persone dinamiche e altamente motivate, che affrontano le sfide della quotidianità con competenza, entusiasmo e passione. Con uno slogan, potrei sintetizzare che a Pisa la tradizione si coniuga perfettamente con l'innovazione.
D'altro canto, è anche una responsabilità, perché, riprendendo un'espressione che ho già utilizzato in precedenza, dobbiamo dimostrarci capaci di "custodire" per le future generazioni l'immenso patrimonio culturale ed economico che ci è stato affidato; un patrimonio da salvaguardare, valorizzare e trasmettere a chi verrà dopo di noi.

Come è cambiata, se è cambiata, l'Università da quando lei è approdato nella nostra città?
Solo considerando gli ultimi anni, le università italiane hanno conosciuto modifiche radicali nei loro assetti statutari e organizzativi, simboleggiate dalla sparizione delle facoltà, le strutture con cui da secoli esse stesse si identificavano.
L'università attuale è dunque molto diversa da quella che io ho conosciuto come studente, più di 40 anni fa. A volte i cambiamenti sono avvenuti sulla base di un serio disegno riformatore o sotto la spinta di lotte civili per rendere più democratiche e aperte le nostre istituzioni, più spesso per impulso di esigenze contingenti e di interventi legislativi frammentari e non di rado contraddittori.
Guardando al passato con uno sguardo d'insieme, si può concludere che l'università è molto cambiata nel tempo attraverso un processo lento e profondo, che ha seguito nel bene e nel male l'evoluzione della società.

L'Università si coniuga bene con la città? I pisani sono consapevoli, a suo parere, dell'eccellenza che rappresenta in Italia e nel mondo?
Non sempre i cittadini pisani sono consapevoli dell'enorme potenziale di ricchezza rappresentato dall'Ateneo, finendo piuttosto per accentuare gli aspetti negativi che inevitabilmente si creano nella convivenza tra residenti e studenti. Del resto, anche molti docenti tornano dalle missioni all'estero sorpresi per l'interesse e l'ammirazione che l'Università di Pisa suscita nel mondo.
Per quanto riguarda la prima parte della domanda, negli ultimi anni abbiamo fatto grandi passi in avanti sia nella collaborazione con l'amministrazione comunale, che nell'integrazione tra città e Università. Lo testimoniano, per esempio, il ruolo dell'Ateneo come principale industria del territorio e motore di sviluppo dell'economia locale, il suo contributo essenziale nell'ambito dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana ai fini dell'assistenza sanitaria, la sua centralità nei campi della cultura, della ricerca e dell'innovazione. Un capitolo a parte merita, inoltre, la valorizzazione del patrimonio edilizio, settore all'interno del quale stiamo operando in stretta sinergia con il Comune per ridisegnare il volto della Pisa futura, in particolare per quanto riguarda il centro storico.

Esprima istintivamente una parola con la quale identifica la città, come se fosse un sinonimo
Rispondo citando un aneddoto: quando mi sono candidato alla carica di rettore, nel 2010, ho sentito l'esigenza forte di rivolgermi non solo alla comunità universitaria pisana, ma anche all'intera città. Da qui è nata l'idea, insieme all'amico Davide Guadagni, di una lettera aperta il cui testo iniziava con le parole "Cara Pisa".
Ecco, ancora oggi mi sento di sintetizzare ciò che questa città ha rappresentato e rappresenta per me con le stesse due parole utilizzate allora: "Cara Pisa".

Antonio_PossentiNell'anno internazionale della cooperazione per l'acqua, sabato 21 dicembre alle 12,00 il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi in lungarno Galilei a Pisa inaugura la mostra "Dolce Acqua" che resterà aperta sino al 30 marzo 2014.

Promossa e realizzata in collaborazione con il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa e all'interno di un articolato progetto supportato dalla Regione Toscana, "Dolce Acqua" è immaginata come un contenitore, quasi un acquario che accoglie il visitatore invitandolo a riflettere sull'acqua come valore universale, attraverso molteplici sollecitazioni visive. In uno scenografico allestimento, le sale del Museo della Grafica accolgono oltre 100 opere tra preziose incisioni giapponesi, inedite creazioni di artisti contemporanei, documenti che percorrono la storia della grafica del '900, istallazioni ed elaborazioni fotografiche, il tutto articolato in cinque sezioni.

Dolce Acqua - 淡水. Paesaggi fluviali e personaggi tratti dalla vita quotidiana affollano le opere di Hokusai e Hiroshige, protagonisti della storia dell'Ukiyo-e "immagini del mondo fluttuante". Dedicata al tema dell'acqua nella cultura giapponese, la preziosa selezione di stampe accompagna lo spettatore lungo le rive malinconiche di Hiroshige o nelle risaie affollate di Hokusai.

Antonio Possenti. Storie d'acqua. Già allestita nel suggestivo scenario della galleria delle balene del Museo di Storia Naturale. La mostra presenta opere del celebre maestro lucchese sul tema dell'acqua. Ironico e grottesco come un divertito cronista sulle rotte della nave dei folli, fiabesco come un nonno affettuoso e presente, attento classificatore della meraviglia come un naturalista cinquecentesco, Antonio Possenti riesce ad affidare all'acqua le sue sorprendenti storie di pescatore miracoloso dalle rive della fantasia. L'esposizione delle opere di Antonio Possenti sarà accompagnata dalla prima assoluta di Storie di Altromare - omaggio a Antonio Possenti, videoistallazione di Lorenzo Garzella (2013 - 7'30") prodotta dal Museo della Grafica e dall'Acquario della Memoria (Pisa).Carlo_Delli_14-Vallegrande_45-_2001

Jean Constantin. Rivages. Una serie di delicati e poetici acquerelli di Jean Constantin (1924-2009), letterato e artista francese che ha dedicato al tema della "riva" uno splendido inventario visivo per rivelarne il fascino assoluto come punto d'incontro tra acqua, cielo e terra.

Paesaggi d'acqua. Una selezione di opere grafiche proveniente dalle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe dell'Università di Pisa dedicate al tema dell'acqua, tra bagnanti e lavandaie, ponti e imbarcazioni, ruscelli, laghi e fiumi, con alcuni grandi interpreti dell'incisione moderna come Giovanni Fattori, Carlo Raffaelli, Honoré Daumier, Carlo Coppedè, Giovanni Barbisan, Lino Bianchi Barriviera e Luigi Bartolini;

Dell'acqua e della luce. Fotografie di Carlo Delli. Una spettacolare ed emozionante rassegna di fotografie e video con cui Carlo Delli propone un itinerario sentimentale, intellettuale e sensoriale che tocca e unisce, nel segno dell'acqua, frammenti di paesaggi del Monte Pisano, di San Rossore e dell'Alta Versilia.

Nello stesso periodo al Museo della Grafica sarà possibile visitare anche la mostra "Franco Anichini. Pisa all'acquaforte", dieci stampe all'acquaforte a morsura unica realizzate nel 2012 dall'artista lucchese, raffiguranti alcuni luoghi simbolo della città di Pisa rivisitati in chiave fiabesca e visionaria, con un effetto di grande impatto e di forte suggestione.

 

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SCHEDA TECNICA MOSTRA

"Dolce Acqua"
Museo della Grafica – Palazzo Lanfranchi
21 dicembre 2013– 30 marzo 2014

Ideazione: Alessandro Tosi, con la collaborazione di Roberto Barbuti
Realizzazione: Museo della Grafica, con la collaborazione del Museo di Storia Naturale
Coordinamento: Sabrina Balestri

Sezioni:
Dolce Acqua – 淡 水,a cura di Monica Zampetti
Antonio Possenti. Storie d'Acqua
Storie di Altromare, a cura di Lorenzo Garzella
Jean Constantin. Rivages, a cura di Alessandro Tosi
Paesaggi d'Acqua, a cura di Alice Tavoni
Dell'acqua e della luce. Carlo Delli, a cura di Carlo Alberto Arzelà

Con la collaborazione di Sabrina Balestri, Antonella Capitanio, Maria Cioni, François Constantin, Valentina Diara, Marianna Saliba, Lucia Tongiorgi Tomasi, Nicola Trabucco, Yukako Yoshida
Elaborazioni grafiche: Simona Bellandi, Elda Chericoni, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere
Allestimento: Carlo Alberto Arzelà, Elisabetta Cardella, Museo della Grafica
Ringraziamenti: Floridia Benedettini, Sandra Borghini, Rodolfo Cozzani, Gianluca Della Noce,Erica Dighero, Flaminio Farnesi, Diego Fiorini, Vincenzo Letta, Nicole Pelosini,
Benedetta Poggetti, Carlotta Santi, Daniele Seghetti.

Con il contributo della Regione Toscana

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Ne hanno parlato:
Il Tirreno Pisa
La Nazione Pisa
Kinzica.it
PisaUnicaTerra.it
Fiaf.it
PisaInformaFlash.it
PisaNews.it
ViviPisa.it

In data 20 dicembre 2013, su invito e alla presenza dell'On.le Ministro Massimo Bray, si è tenuto un incontro presso il MIBACT per fare il punto sulle iniziative e sugli interventi di sistemazione in atto della Biblioteca Universitaria di Pisa.

All'incontro erano presenti l'On.le Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, il Rettore dell'Università di Pisa, Prof. Massimo Augello, in rappresentanza del Sindaco di Pisa, l'Assessore alla cultura del Comune di Pisa, dott. Dario Danti, la Prof.ssa Chiara Frugoni, Presidente dell'Associazione Amici della Biblioteca e i dirigenti e i funzionari del MIBACT e dell'Università che seguono gli aspetti tecnici ed amministrativi della questione.

Le parti hanno concordato sulla correttezza dei percorsi istituzionali seguiti dal MIBACT, dall'Università e dal Comune di Pisa dal momento della chiusura del Palazzo della Sapienza.

Durante l'incontro è stato preso atto delle conclusioni dello studio tecnico assai complesso, realizzato dall'Università di Pisa in collaborazione con i tecnici del MIBACT, finalizzato a monitorare e a certificare lo stato di sicurezza e di vulnerabilità del Palazzo della Sapienza. I risultati presentati nel corso della riunione e che riguardano l'intero edificio, hanno evidenziato, oltre ad interventi strutturali sul Complesso, la necessità, per i locali occupati dalla Biblioteca, di un significativo alleggerimento dei carichi. Si è concordato che lo spostamento dei volumi risulta prioritario per avviare i lavori di messa in sicurezza e sistemazione dell'intero complesso della Sapienza.

È stato, inoltre, concordato l'insediamento di una Commissione tecnica mista per pianificare e portare a termine, entro il mese di maggio 2014, il completamento dei lavori di adeguamento strutturale e funzionale del compendio di San Matteo, sede aggiuntiva della Biblioteca, che ospiterà un nucleo significativo della collezione dei periodici, valorizzando in tal modo anche l'intera sede museale.

Le ulteriori determinazioni e le necessarie risorse economiche per l'intero Palazzo della Sapienza saranno individuate dalle Istituzioni interessate.

macchine_addizionatrici__inizio_900Il Museo degli strumenti per il calcolo dell'Università di Pisa si arricchisce di un nuova sala. L'inaugurazione è prevista venerdì 20 dicembre alle 17,30 in via Bonanno Pisano e sarà preceduta, dalle 14,00, da un convegno su "Divulgazione, didattica e studio dell'Informatica" realizzato con il contributo del Consiglio della regione Toscana nell'ambito del progetto "Pianeta Galileo" 2013.

La nuova sala, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Galileo Galilei, presenta un percorso lungo quasi due secoli e mostra come dall'aritmometro ottocentesco si sia poi arrivati ai personal e agli home computer degli anni '80. Un racconto originale e unico nel panorama museale italiano attraverso il quale è possibile scoprire le eccellenze della storia tecnologica nazionale con personaggi, come Adriano Olivetti, che hanno legato il loro nome anche alla città di Pisa. Il nuovo allestimento mette in mostra oltre 50 pezzi e fa perno proprio sulla Olivetti Programma 101, un calcolatore da scrivania che segna il passaggio dall'epoca delle calcolatrici a quella dei calcolatori personali. Visivamente, la vicinanza dei pezzi disegna una specie di skyline continuo che mostra l'evoluzione dei materiali e del design, sottolineando ora le continuità, ora i balzi dello sviluppo tecnologico: prima calcolatrici poi calcolatori, prima decimali poi binari, prima meccanici poi elettronici, prima legno e metallo poi plastica e silicio.aritmometro

"Il Museo degli Strumenti per il Calcolo – ha detto Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell'Università di Pisa e presidente della Fondazione Galileo Galilei – è una realtà che si colloca all'interno di un piano più ampio di riqualificazione e valorizzazione dell'area dei Vecchi Macelli di Pisa, progetto che vede coinvolti l'Ateneo e il Comune di Pisa. In questo contesto, il Museo, la prima struttura già attiva nell'area, con le sue collezioni, le attività di ricerca storica e l'offerta didattica e divulgativa, uniche in Italia, ha i numeri per diventare il fulcro di una 'Cittadella Galileiana' dedicata alla diffusione sempre più ampia della cultura scientifica e tecnologica"

apple_1977Alla giornata di inaugurazione sono attese Nicoletta De Francesco, Marilina Betrò, presidente del Sistema museale di Ateneo, e per il Comune di Pisa l'assessore Maria Luisa Chiofalo. L'apertura della sala sarà preceduta da un convegno dedicato alla "Divulgazione, didattica e studio dell'Informatica" e ai progetti futuri del Museo. Fra questi ultimi spicca in particolare l'allestimento di una nuova area per i laboratori didattici con ricostruzioni di calcolatori d'epoca che sarà realizzata dal Dipartimento di Informatica dell'Ateneo grazie al contributo della Fondazione Pisa e alla collaborazione della sezione pisana dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Nel corso della giornata, in collaborazione con l'Associazione italiana calcolo automatico (AICA), saranno inoltre premiate quattro giovani promesse dell'informatica del futuro.

Ne hanno parlato:
Il Tirreno Pisa
La Nazione Pisa
Kinzica.it
50canale.tv
Agenziaimpress.it
ToscanaNotizie.it
Controcampus.it
PisaInformaFlash.it
LiberoQuotidiano.it (AdnKronos)

Giovanni Vannacci Giovanni Vannacci, docente del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, è stato eletto presidente della Società italiana di Patologia vegetale per il triennio 2014-2016. La Società raccoglie circa 200 patologi vegetali che operano nelle università, in istituzioni di ricerca pubbliche e centri di ricerca privati. La S.I.Pa.V. ha tra i suoi scopi preminenti la promozione degli studi e delle ricerche sui vari aspetti o settori della Patologia vegetale, la diffusione delle conoscenze relative alle malattie delle piante e ai loro agenti biotici e abiotici. In tal senso promuove e favorisce anche le attività didattiche nel settore fitopatologico in ambito accademico e scolastico, la promozione di collaborazioni e di scambi tra studiosi di istituzioni operanti nel campo fitopatologico, nonché di rapporti interdisciplinari in settori di ricerca fondamentale e applicata.

La Società Italiana di Patologia Vegetale (S.I.Pa.V.) è stata fondata nel 1992, a seguito dello scioglimento della Società Italiana di Fitoiatria (S.I.F.) e della Associazione Fitopatologica Italiana (A.F.I.), con il determinante contributo del professore emerito Giovanni Scaramuzzi, già prorettore dell'Università di Pisa. Per ricordare l'opera del professor Scaramuzzi, ogni anno la Società conferisce un premio a un giovane patologo vegetale che si è distinto per le sue ricerche. Il premio viene consegnato in occasione del convegno annuale, che nel 2014 si terrà a Pisa nei giorni 22, 23 e 24 settembre.

In attesa di conoscere i risultati della perizia tecnica effettuata sul Palazzo della Sapienza, numerosi docenti, dottorandi, personale amministrativo, tecnico e bibliotecario e studenti di Giurisprudenza hanno sottoscritto una lettera che parte dalla considerazione che quel luogo è stato per secoli sede dei corsi di diritto, per accogliere i quali fu anzi costruito il Palazzo.
Pubblichiamo di seguito il testo dell'intervento.

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Di fronte al perpetrarsi della chiusura della Sapienza, come personale docente e non docente e come studenti di Giurisprudenza – di cui il Palazzo è sempre stato la sede – intendiamo porre alcune questioni.

Tra qualche giorno sarà resa pubblica la perizia relativa alle condizioni di stabilità del palazzo della Sapienza. Finalmente si potrà cominciare a ragionare del suo futuro su una base concreta: un futuro che, ovviamente, non potrà ignorare ciò che la Sapienza è stata per secoli, ossia la sede dei corsi di diritto, per accogliere i quali fu appositamente costruita.

Il dibattito pubblico seguìto alla chiusura del palazzo sembra averne ignorato o sottovalutato l'esito forse più drammatico: vale a dire lo smembramento della comunità scientifica e umana che si raccoglie intorno agli studi giuridici pisani, forte di oltre 5000 studenti, 2500 dei quali frequentavano quotidianamente quel Palazzo, per non dire del centinaio di laureati iscritti alla Scuola di specializzazione per le professioni legali, più altrettanti studenti e dottorandi – anche stranieri - provenienti da una dozzina di paesi europei ed extraeuropei, più varie decine di avvocati e magistrati, senza dimenticare il personale docente e tecnico-amministrativo.

Questa comunità – che nella Sapienza occupava l'intero piano terra, buona parte del primo e una discreta parte del secondo piano, con 11 aule per più di 1000 posti a sedere complessivi, 3 salette per seminari ed esercitazioni, un laboratorio informatico, due sale di lettura per studenti, una sala professori, tre (ex)dipartimenti con le rispettive cospicue biblioteche – ha vissuto le traversie di tutti gli sfollati, con il concreto rischio di ricadute, tra l'altro, sulle iscrizioni degli studenti.

L'Ateneo ha cercato e tempestivamente attivato le migliori soluzioni per fare fronte all'emergenza: nonostante ciò, oggi questa comunità umana, scientifica e didattica, si trova frammentata tra poli didattici variamente dislocati, uffici amministrativi e studi dei docenti sparpagliati in vari palazzi. Gli studenti mancano di aule studio e luoghi di riferimento unitari e tutti siamo quotidianamente mortificati dall'impossibilità di accedere all'enorme patrimonio di riviste e libri giuridici che erano custoditi nel palazzo e che attualmente si trovano in larghissima parte ancora in deposito presso l'archivio di Montacchiello.

Nei mesi trascorsi dalla dichiarazione di inagibilità della Sapienza la nostra comunità – tra difficoltà inimmaginabili e forse proprio per questo sottovalutate – ha affrontato l'emergenza quotidiana con grande decoro, senza sterili lamentele o recriminazioni, impegnandosi per cercare di contenere nella misura del possibile i disagi e le disfunzioni inevitabili, anche nei momenti in cui la dignità stessa del lavorare e dello studiare era seriamente compromessa da una logistica da "sfollati".

Tuttavia l'emergenza non è ancora finita e la realtà non si presta ad interpretazioni: Giurisprudenza non ha una sede e la mancanza di una sede costituisce una ferita gravissima per un'istituzione, perché ne compromette l'identità prima ancora che l'efficienza. Le persone - studenti, docenti, personale amministrativo – e le attività che la fanno vivere sono disperse e la fisionomia di una parte importante del tessuto urbano ed economico della città ne risulta gravemente menomata.

Siamo perciò convinti che lo sforzo da intraprendere per disegnare il futuro della Sapienza non possa ignorare, né lasciare in secondo piano, le esigenze vitali di quella che è stata la Facoltà ed è oggi il Dipartimento di Giurisprudenza, le cui attività sono state da sempre ospitate in Sapienza. E siamo fiduciosi che questa sia anche la convinzione del nostro Ateneo.

Numerosi docenti, dottorandi, personale amministrativo, tecnico e bibliotecario, studenti di Giurisprudenza

cover ScienceLa rivista Science ha dedicato alla notizia la copertina dell'ultimo numero e un dettagliato reportage ricco di foto e approfondimenti: si tratta degli scavi di Badia Pozzeveri condotti dalla Divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa insieme alla Ohio State University nell'area intorno all'antica Abbazia di San Pietro, vicino ad Altopascio, lungo l'antica Via Francigena. Gli scavi sono realizzati nell'ambito della Field School in Archeologia Medievale e Bioarcheologia, diretta da Gino Fornaciari e Clark Spencer Larsen, che ormai da tre anni vede impegnati sul campo studenti e ricercatori internazionali.

L'articolo di Science documenta la campagna di scavo e l'importanza delle sepolture riportate alla luce nelle quattro aree adiacenti alla chiesa. In particolare vengono illustrati i numerosi reperti, gli spunti storici e architettonici e la serie di dati che serviranno a migliorare le informazioni anche sulle pratiche mediche medievali, come ad esempio l'analisi di scheletri sottoposti ad autopsia.

Per il 2014 è già prevista la nuova edizione della Field School, che si terrà dal 23 giugno al 1° agosto. Sul cantiere di scavo saranno allestiti quattro laboratori: laboratorio per lo studio della cultura materiale (ceramica, metallo, vetro ecc.); laboratorio bioarcheologico (restauro e studio dei resti umani); laboratorio informatico per la gestione del GIS di scavo; laboratorio di restauro dei reperti non osteologici. Allo scavo e all'attività di laboratorio si accompagneranno un ciclo di lezioni teoriche e alcune lectures svolte dai direttori. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.paleopatologia.it.

Leggi l'articolo di Science

Leggi i nostri articoli: 
Riparte la Field School di archeologia a Badia Pozzeveri
Gli studenti-archeologi che riportano ala luce i resti del passato
Giovani archeologi nell'abbazia medievale 
Scavi e misteri nell'antica abbazia 


Ne hanno parlato:
Sole24ore 
Tirreno Lucca
Nazione Lucca 



 

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