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sonia_petronio.jpgIl 13 luglio l'équipe della sezione dipartimentale Emodinamica dell'Aoup, diretta dalla professoressa Anna Sonia Petronio, docente di Malattie dell'apparato cardiovascolare all'Università di Pisa, ha compiuto con successo un innovativo intervento di correzione dell'insufficienza della valvola tricuspide con tecnica mini-invasiva, cioè senza aprire chirurgicamente il torace e il cuore, ma inserendo degli strumenti attraverso dei cateteri posizionati nella vena giugulare. Si tratta della terza operazione del genere a livello europeo.

L'insufficienza della valvola tricuspide è una patologia frequente che causa gravi disturbi ai pazienti (affanno, marcato edema degli arti inferiori, ascite, sofferenza epatica), ma che raramente viene trattata per via chirurgica tradizionale per il rischio operatorio elevato. L'intervento realizzato dalla professoressa Petronio consiste nell'applicazione di alcuni punti di sutura sull'anello della valvola posta tra l'atrio destro e il ventricolo destro, allo scopo di restringere l'anello valvolare e quindi ridurre il grado di insufficienza della valvola.

Si tratta del terzo intervento in Europa, realizzato all'interno di uno studio clinico finalizzato all'ottenimento del marchio CE per la metodica. La procedura è durata circa cinque ore e la paziente si è potuta alzare già in prima giornata post-intervento. Con questa importante novità, l'Emodinamica dell'Aoup conferma il suo ruolo di punto di riferimento a livello nazionale ed europeo per il trattamento percutaneo (non chirurgico) delle patologie delle valvole cardiache.

"Per il paziente - ha detto la professoressa Petronio - i vantaggi sono nella riduzione dell'affanno e con il tempo della terapia; quindi una migliore qualità della vita. Ci sono inoltre vantaggi per la spesa pubblica, con un prevedibile risparmio in termini di dimunuzione dei ricoveri per scompensi cardiaci".

"Mi congratulo con la professoressa Petronio e la sua équipe - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - per questo intervento innovativo, che ci pone all'avanguardia in Italia e in Europa. Il merito va a un gruppo di lavoro molto preparato ed esperto, che ha saputo inserirsi con pieno successo all'interno di una  collaborazione scientifica di rilievo internazionale".

Il Conservatorio di Livorno “Istituto Superiore di Studi Musicali Pietro Mascagni” in convenzione con l’Università di Pisa ha lanciato un master AFAM biennale di primo livello in “Musicoterapia”. Il corso partirà nell’anno accademico 2017/2018 e le iscrizioni sono già aperte.

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Qual è la rilevanza di questa iniziativa? «Nell’ultimo ventennio il panorama nazionale della musicoterapia è profondamente mutato e tale disciplina è divenuta una pratica conosciuta e accreditata, diffusa in tutto il territorio – spiega il professor Marco Luise, presidente del Conservatorio di Musica e docente dell’Ateneo pisano – La ritroviamo come materia di studio nell’iter formativo delle lauree in Logopedia e Riabilitazione psichiatrica, mentre la figura del musicoterapeuta è sempre maggiormente presente all’interno delle diverse équipe riabilitative».

Il processo di sistematizzazione della cultura musicoterapica è già in atto da svariati anni in diversi paesi: negli Stati Uniti, dove è attiva e riconosciuta sin dal 1975, in Europa (Inghilterra, Danimarca, Paesi Scandinavi, Olanda, Austria), ove sono riconosciute sia la formazione, sia il profilo professionale del “music therapist”. Riconoscimento che ha trovato sul piano politico-burocratico un giusto bilanciamento fra i Ministeri della Sanità e dell’Istruzione, individuando nella musicoterapia uno strumento validamente collocabile tra lo psicopedagogico e il riabilitativo. «L’istituzione di un master di I livello in Musicoterapia (MAMUT) – conclude il professor Luise – è dunque più che motivata da questo riconoscimento, che dovrà sperabilmente compiersi anche in Italia, magari con la futura istituzione di uno specifico corso di laurea. Il master che qui si propone rappresenta un passo intermedio ma fondamentale verso questo scopo».

Il master biennale di I livello è organizzato in due anni di corso, in entrambi i quali lo studente deve ottenere 60 CFU, per un totale di 120 CFU sui due anni. I 120 crediti sono ripartiti in 23 di area musicale erogati dall’Istituto Mascagni, 43 di area Medica e Psicologica erogati dall’Università di Pisa, in particolare dal dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica (corso di laura in Scienze e tecniche di Psicologia clinica e della salute); seguiranno 34 CFU di area musicoterapica erogati ancora dall’Istituto Mascagni, e 20 di tirocinio da svolgersi presso le ASL del territorio (Livorno e Pisa). I 16 crediti di tirocinio del II anno comprendono anche la preparazione di una tesi di master e l’effettuazione della prova finale. L’elenco completo degli insegnamenti è consultabile a questo link. Una volta superato l’esame finale, agli allievi verrà rilasciato il titolo di “Master AFAM di I livello in Musicoterapia”.

Maggiori informazioni si trovano nel documento di istituzione del master oppure presso la segreteria dell’Istituto Mascagni (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) o si possono ottenere contattando direttamente il direttore del master Stefano Guidi (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Le iscrizioni all’esame di ammissione sono aperte dal 10 luglio e saranno accettate fino all’8 settembre 2017, www.istitutomascagni.it.

Accogliendo la proposta del rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella, la CRUI aderisce all’appello internazionale a sostegno del trattato per la messa al bando delle armi nucleari approvato il 7 luglio 2017 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Di seguito, il testo approvato dalla CRUI.

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A dicembre 2016 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deliberato di avviare negoziati per un Trattato Internazionale per il divieto delle armi nucleari, convocando per il 2017 – rispettivamente, marzo e giugno - le sessioni di lavoro.
La comunità scientifica mondiale - nella consapevolezza del ruolo cruciale che le scienze possono avere nella costruzione di società pacifiche e nella consapevolezza, altresì, della responsabilità sociale delle scienziate e degli scienziati – si è mobilitata a sostegno dei negoziati e del Trattato.

Migliaia di scienziate e scienziati, ricercatori e ricercatrici, di ogni disciplina, e numerosi premi Nobel, hanno sottoscritto l’appello promosso dal FLI-The Future of Life Institute . Nella “lettera aperta” si sottolineano la inaccettabilità – dal punto di vista umanitario – delle armi nucleari, la vastità ed incontrollabilità delle conseguenze di una loro esplosione anche accidentale, gli effetti sul clima (c.d. inverno nucleare) e sull’agricoltura (c.d. fame nucleare), i rischi di terrorismo nucleare, la vulnerabilità – dei sistemi di controllo - ai falsi allarmi (come riscontrato in numerosi episodi).

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Nella riunione del 18 maggio 2017, l’Assemblea generale della CRUI – previa adesione dei Rettori che ne fanno parte - ha espresso il proprio sostegno all’appello del The Future of Life Institute.

Il 7 luglio 2017, a distanza di quasi 72 anni dalle esplosioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato – con il voto favorevole di 122 Paesi su 124 che hanno partecipato ai negoziati - il Trattato che finalmente mette al bando le armi nucleari, le uniche armi di distruzione di massa per le quali non esisteva ancora una chiara dichiarazione di illegalità.

L’approvazione del Trattato – un evento di portata storica, alla cui realizzazione hanno dato un contributo decisivo la società civile e la comunità scientifica di tutto il mondo – rappresenta un risultato importantissimo. Ma il cammino verso un mondo libero da armi nucleari non è concluso: il Trattato deve infatti essere ratificato, deve entrare in vigore e deve essere applicato. E l’auspicio è che ciò avvenga anche con il coinvolgimento di tutti gli Stati nucleari e dei loro alleati.

La CRUI intende sostenere con convinzione questo processo ed invita a sottoscrivere l’appello del The Future of Life Institute, all’indirizzo futureoflife.org/nuclear-open-letter

Ci sarà anche l’Università di Pisa a Campus Party l’evento internazionale più grande al mondo sul talento e sull’innovazione promosso in Italia dalla CRUI e dal MIUR dedicato ai giovani talenti dai 18 ai 28 anni. Dal 20 al 23 luglio, alla Fiera Milano Congressi (MiCo) oltre 2.000 “campuseros" (così vengono chiamati tutti i partecipanti di Campus Party) sono attesi alla prima edizione italiana del festival internazionale dedicato a business, coding, creativity, entertainment, technologies, science.

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Tra loro ci saranno circa 120 studenti dell’Ateneo pisano, partner dell’iniziativa, che saranno impegnati in hackathon, in call for ideas e workshop in programma nei quattro giorni della manifestazione. In particolare saranno impegnati in 7 CPHack, gare di innovazione il cui obiettivo è selezionare le idee più brillanti e progetti innovativi per risolvere dei problemi reali e quindi migliorare la qualità dei servizi. CPHack è dunque la somma di una call for idea (che si svolge online) e una hackathon per sviluppare il prototipo dall’idea (durante l’evento). Alcuni degli studenti Unipi che partecipano alle hackathon provengono dal PhD+ 2017, programma interamente promosso dall’Ateneo pisano sui temi dell’innovazione e della creazione di impresa.

Inoltre, alle 16 di sabato 22 luglio, la professoressa Maurizia Seggiani, docente di Chimica industriale e tecnologica del dipartimento di Ingegneria civile e industriale, terrà una conferenza dal titolo "Poliidrossialcanoati? Sì, grazie!”.

Unico nel suo genere, sia per caratteristiche dell’evento stesso, sia per la varietà dei protagonisti interessati, Campus Party coinvolge non solo giovani talenti, ma anche università, aziende, istituzioni e community. Quattro giorni, 24 ore su 24, oltre 400 ore di contenuti: speech e workshop con relatori di spicco del panorama nazionale e internazionale fra i quali Federico Faggin (fisico, inventore del Microchip, del Touchpad e del Touchscreen), Roberto Saviano (scrittore), Neil Harbisson e Moon Ribas (primi cyborg al mondo), Chance Glasco (co-fondatore di Doghead Simulations, ex co-fondatore di Infinity Ward - Call of Duty), Anna Frosi (ingegnere spaziale) e CPHack, esclusivo format per gli hackathon e le call for ideas di Campus Party. Non mancherà, inoltre, la possibilità di provare le nuove tecnologie in un’area dedicata.

Campus Party nel mondo
Format nato nel 1997 in Spagna, ad oggi Campus Party conta 61 edizioni organizzate in 11 Paesi (Argentina, Brasile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Germania, Gran Bretagna, Messico, Paesi Bassi, Spagna). Presente ovunque con edizioni annuali, nel 2017 Campus Party ha lanciato nuove edizioni in Portogallo, Italia, Sud Africa, Singapore e Brasile. Campus Party nel mondo conta inoltre di numerosi successi: 1 Guinness World Record per il più grande hackathon sociale, + 1 Mln di followers sui social network, +500.000 profili in Campuse.ro - piattaforma ufficiale di Campus Party - centinaia di Aziende, Istituzioni, Media, Università e Community Partner dell’evento.

Canali ufficiali di Campus Party
Sito Web: italia.campus-party.org | Facebook: @campuspartyitalia | Twitter: @campuspartyIT | Instagram: @campuspartyit

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Nell'ambito della collana "Genere, soggettività, diritti", promossa dal Comitato Unico di Garanzia dell'Università di Pisa, è stato pubblicato l'e-book "Gender studies all'Università di Pisa". 

Il lavoro è stato condotto da due laureati dell’Università di Pisa, Alice Fazzi e Daniele Filipetto, sotto la supervisione delle tutor Elisa Cacelli, del Sistema Bibliotecario d’Ateneo, e Cristina Moro, docente di Bibliologia e Storia della stampa e dell’editoria nella nostra università.

L'e-book è scaricabile gratuitamente a questo link.

Qui di seguito pubblichiamo la prefazione a cura della professoressa Laura Savelli, docente di Storia Contemporanea e Storia di Genere, ex presidente del Cug e responsabile della collana "Genere, soggettività, diritti", in cui illustra contenuti e obiettivi dello studio.

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cover gender studiesCon questa pubblicazione l’Università di Pisa si dota di uno strumento importante ed utile. Importante perché mostra l’interesse di docenti e studenti del nostro ateneo per le tematiche che riguardano, genere, pari opportunità, politiche di parificazione o discriminazione: utile perché porta a conoscenza di studiosi e studiose e di studenti/esse un ampio numero di lavori, in cui il genere è indagato come oggetto di pensieri e pratiche, soggetto di azioni, polo di una relazione.

Gli ambiti disciplinari prevalenti sono quelli medico, letterario-linguistico, storico, filosofico, sociologico, antropologico e giuridico. Se nelle scienze umane e sociali gli studi di genere sono una novità non più recentissima, per gli ambiti medico e giuridico ci troviamo di fronte ad approcci molto nuovi. Se per questi ambiti, infatti, la donna come oggetto d’indagine non è certo una novità di questi ultimi anni, il discorso sulla donna dei medici e dei giuristi è nato con lo stato e con la legge, la novità sta in un approccio, che non dà per scontate le differenze come mero fatto biologico, ma da una parte ne indaga le conseguenze sulla salute e sulla cura dei disturbi del corpo e della mente, dall’altra storicizza il rapporto con le formazioni sociali e statuali, a partire dal variare delle definizioni di ciò che è maschile e femminile. Per non dire, poi, e non lo diremo per manifesta incompetenza, quale influsso inizi ad avere sugli statuti stessi di queste discipline.

In ambito medico-biologico ci troviamo di fronte a indagini che non prendono più in esame soltanto le specificità femminili, il parto o la menopausa, ma portano l’attenzione sulla diversa reazione femminile agli interventi di cura, conseguenza della biologia e fisiologia del corpo femminile ma anche della costruzione storica e culturale del corpo, con la conseguente manifestazione di un disturbo o un disagio fisico e psichico.

Se poi portiamo l’attenzione sui lavori di tesi che fanno riferimento all’ambito umanistico, delle scienze sociali, giuridico ed economico, ci troviamo di fronte, schematizzando a due filoni: il discorso sul genere e il discorso prodotto dalle donne. Se parliamo di discorso sul genere, che è soprattutto ancora un discorso sulla donna – ma troviamo anche lavori sulla mascolinità, sull’omosessualità, sul transgender – le ricerche si interrogano sulla definizione di maschile e femminile, e sulla connessa normazione di comportamenti, attraverso le leggi, le pratiche sociali, la trasmissione dei valori, l’attribuzione di compiti e di professioni e mestieri.

Ma la normazione discende da un nocciolo più duro e di più lunga durata, meno legato ai passaggi d’epoca e più a religioni e culture, ambiti geopolitici continentali e subcontinentali, valorizzati da una tradizione di studi e insegnamenti “extraeuropei” presente nell’Università di Pisa.

Non meno interessante si presenta l’esame del linguaggio e dei linguaggi, influenzati ancora da un’identificazione polarizzata tra uomo/pensiero/responsabilità e donna/emotività, sensibilità/fragilità che si esprime attraverso espressioni idiomatiche di uso ancora comune.

Il discorso della donna ci è restituito attraverso l’esame della produzione letteraria e filosofica, femminile, attraverso l’esame di figure socialmente e culturalmente rilevanti – scienziate, nobildonne, artiste –, meno purtroppo attraverso l’esame di figure o gruppi femminili economicamente rilevanti.

Le donne non si sono espresse e non si esprimono solo attraverso i loro scritti, lettere, romanzi- e non solo attraverso l’oralità, ma anche attraverso l’analisi del loro lavoro produttivo, sia esso quello dell’operaia, dell’impiegata, della contadina e della giornalista.

La pubblicazione di questo “censimento” offre anche un’occasione per riflettere sulla formazione alle professionalità che i nostri studenti si spera potranno esercitare e per le quali li stiamo preparando.

A conclusione del nostro breve discorso, ci preme rilevare il Cug e il Comitato scientifico della Collana mettono intenzionalmente a disposizione questa pubblicazione non solo degli addetti ai lavori, ma anche di coloro che per mestiere o per responsabilità istituzionali operano sul nostro territorio, fornendo spunti di riflessioni e analisi sia pure acerbe, ma che possono essere loro utili nello svolgimento dei loro compiti e dei loro uffici.

Uno strumento, che con tutti i suoi limiti, può contribuire allo svolgimento della terza missione dell’università, quella di fornire all’esterno maggiore consapevolezza culturale e sociale, strumenti di analisi della realtà e sollecitazioni per interventi che migliorino la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini. È dunque con piacere che presentiamo questo e-book in apertura di un nuova collana “Genere, soggettività, diritti”, promossa dal Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa.

Una collana che vuole essere strumento di lavoro nel senso scientificamente più accurato, e che si propone di pubblicare testi di servizio e testi a carattere più strettamente scientifico. Questo e-book risponde ad entrambe le esigenze. Il lavoro è stato condotto da due laureati dell’Università di Pisa, Alice Fazzi e Daniele Filipetto, sotto la supervisione dei tutors Elisa Cacelli, del Sistema Bibliotecario d’Ateneo, e Cristina Moro, docente di Bibliologia e Storia della stampa e dell’editoria nella nostra università.

Laura Savelli

Afferrare il carrello, lasciarlo scivolare fino all’ingresso del supermercato, fermarsi per un attimo per pensare a quali oggetti comprare. E se in questa situazione ci fosse qualcuno in grado di suggerirci che cosa mettere nel carrello?

A partire anche da questa suggestione un gruppo di ricercatori del KDD Lab, laboratorio congiunto di Università di Pisa e ISTI-CNR, ha sviluppato TX-means, un algoritmo in grado di analizzare il comportamento di un gran numero di clienti di un supermercato fino a capire quale sarà la loro prossima spesa.

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“Ogni cliente ha le proprie caratteristiche. C’è chi acquista sempre le stesse cose, chi differenzia, chi fa una spesa più importante in un determinato giorno della settimana e così via - racconta Riccardo Guidotti, ricercatore presso il KDD. Riuscire a interpretare questa complessità rappresenta una sfida interessante”.

Così Guidotti e colleghi hanno messo a punto l’algoritmo e l'hanno testato sui dati dei supermercati di UniCoop Tirreno, la cooperativa della galassia Coop che gestisce i negozi di buona parte della costa tirrenica, fra cui il supermercato di Livorno Sud che compare nel video.

“TX-means in modo completamente automatico è riuscito a interpretare i dati della spesa di decine di migliaia di clienti, per un totale di oltre 2 milioni di carrelli della spesa”, prosegue - Per capire di quali oggetti hanno bisogni i diversi clienti, il sistema raggruppa i carrelli con caratteristiche simili e per ogni gruppo individua una spesa-tipo".

Questo tipo di algoritmi può rivelarsi strategico in una grandissima varietà di campi. “Con lo stesso metodo si possono analizzare le terapie farmacologiche dei pazienti di un ospedale o le pagine visitate a partire da un motore di ricerca”, conclude Guidotti, che il mese prossimo volerà ad Halifax, in Canada, per presentare Tx-means alla prestigiosa conferenza internazionale KDD2017.

Gli autori del paper, che compaiono anche nel video divulgativo che racconta che cos’è e come funziona TX-means in 3 minuti, sono Riccardo Guidotti, Anna Monreale, Mirco Nanni, Fosca Giannotti e Dino Pedreschi.

Alla conferenza KDD2017, una giuria assegnerà il "best video award" scegliendo fra i video più popolari. Per sostenere il video dei nostri ricercatori basta mettere un “mi piace” su Youtube e condividerlo attraverso i social.

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Alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa i rappresentanti di alcune tra le principali imprese in ambito ICT incontrano il mondo della ricerca sulle tecnologie IoT per dialogare e discutere di Industria 4.0, alla presenza dei rappresentanti della Regione Toscana che stanno seguendo più da vicino il processo verso il nuovo modello di produzione industriale.

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Il 21 luglio, al “IoT Industry Special Day” STMicroelectronics, TIM, Anritsu, Keysight, LFoundry, IDS, PurePowerControl, Zerynth, Cubit illustreranno i nuovi trend tecnologici e formativi nei settori dell’Elettronica e dell’ICT per l’Internet of Things, le reti di oggetti interconnessi, che acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati e accedere ad informazioni, e che sono una delle principali tecnologie abilitanti per la nuova rivoluzione industriale.

Il 25 luglio sarà la volta di “INTEL IoT Functional Safety Day”, incentrato sulla sicurezza e affidabilità per le reti di oggetti, un tema chiave, dato che, secondo le stime della multinazionale INTEL, entro il 2020 200 miliardi di oggetti smart entreranno a far parte dell’Internet of Things, rendendo il mondo che ci circonda sempre più intelligente e connesso. Questo nuovo scenario aprirà la strada a modi innovativi di fare business e porterà nuove esperienze nella vita quotidiana. Una delle sfide più importanti sarà quella della sicurezza di questi nuovi sistemi, in contesti in cui un errore può mettere a rischio la vita umana.

“Sia la Scuola che i due Workshop – afferma Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – si inquadrano nelle azioni del dipartimento per Industria 4.0, un lavoro iniziato lo scorso 4 maggio con una intera giornata in cui abbiamo messo a confronto istituzioni, mondo della ricerca e imprese su alcune delle competenze e tecnologie cruciali per la nuova rivoluzione industriale. È necessario trovare un linguaggio comune in cui declinare le esigenze di innovazione dell’industria in modo che trovino risposta in ciò che la ricerca mette a disposizione. Per questo, la formazione, condotta in modo il più possibile congiunto, è una chiave imprescindibile”.

Non a caso i due eventi si collocano nell’ambito della Summer School “Enabling Technologies for the Internet of Things”, che ha preso il via ieri e fino al 28 luglio vedrà impegnati una quarantina di studenti da tutto il mondo.

“Su tecnologie chiave sia il mondo accademico che quello dell’impresa devono convergere nella formazione degli studenti – commentano gli organizzatori della Scuola Sergio Saponara e Giuliano Manara, docenti di Elettronica e Campi Elettromagnetici al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – La Scuola vede infatti il supporto sia dell’Università di Pisa, sia dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), la più grande società di ingegneri e scienziati nel campo dell’Ingegneria elettrica ed elettronica, ma anche della multinazionale INTEL, perché è necessario anche per le imprese poter formare i giovani sulle tecnologie del futuro, scegliendo i maggiori esperti del settore a livello internazionale. Il corso vede infatti tenuto da docenti provenienti da Università di tutto il mondo: Pisa, Kiel, Pavia, Grenoble, Modena, Tarragona”.

L’Università di Pisa torna sulle piste della Formula SAE con l’E-Team, la squadra corse dell’Ateneo che quest’anno festeggia i 10 anni dalla sua nascita. È stata presentata in Piazza del Duomo, sotto un improvviso temporale estivo, la nuova monoposto Kerub X, che sarà in pista a Varano de' Melegari (FSAE Italy) dal 19 al 23 luglio e a Hockenheim (FSC Germany) dall’8 al 14 agosto. Nell’occasione erano presenti la prorettrice agli Studenti Antonella Del Corso, il presidente della Scuola di Ingegneria Alberto Landi e Giovanni Garzella, consigliere comunale che ha portato i saluti del sindaco Marco Filippeschi.

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«Il progetto che l’E-team porta avanti da 10 anni con un ricambio continuo di ragazzi è un fiore all’occhiello dell’Università di Pisa - ha commentato la professoressa Antonella Del Corso, porrtando i saluti del rettore Paolo Mancarella - Per gli studenti è una grande occasione di crescita professionale e umana, tanto che l'esperienza maturata in Formula SAE ha permesso a molti di loro di entrare a far parte di alcune delle migliori aziende del motorsport italiano e mondiale. Come Ateneo continueremo a sostenerlo, sperando di coinvolgere sempre più sponsor privati, che devono imparare a riconoscere l’E-team come una realtà di eccellenza del territorio».

In occasione del decennale dalla sua fondazione, l’E-Team ha sviluppato una vettura con telaio a traliccio in acciaio AISI 4130, motore Honda CBR 600 cc, sistema di aspirazione a doppio cilindro rotante, pacchetto aerodinamico e volante in fibra di carbonio, il tutto per ottenere migliori prestazioni e affidabilità.

Il team, fondato nel 2007 da un ristretto gruppo di studenti e docenti di Ingegneria, conta oggi su un gruppo di 60 membri, di cui circa il 15% ragazze, provenienti da discipline diverse, dai vari dipartimenti di ingegneria a economia. Dalla nascita, il team ha progettato e costruito diverse monoposto da competizione, che hanno partecipato ad alcune tappe del campionato di Formula Student (FSAE), misurandosi in prove che valutano sia l’abilità tecnica (test dinamici del veicolo) che quella gestionale (business plan e presentazione dell’attività), con ottimi risultati. Tra i traguardi4 più importanti raggiunti si ricorda la vittoria della classe 3 a Varano nel 2015 e nel 2016 la vittoria nell'evento Business Plan nella gara di Varano e in quella di Gyor (Ungheria) in cui il team si è piazzato davanti a oltre 70 squadre provenienti da tutto il mondo.

Il progetto, che ha permesso a molti ex membri di lavorare nelle più importanti aziende del settore, conta, oltre all’Ateneo Pisano, su un ampio numero di sponsor locali e nazionali.

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È stato firmato in Rettorato, l’accordo di collaborazione tra l'Università di Pisa e la Corte dei Conti europea, il primo sottoscritto dall'Istituzione europea con una università, che consentirà ai dottorandi, ricercatori e professori dell’Ateneo pisano di svolgere ricerche mirate presso la Corte, nonché di sviluppare progetti di comune interesse. Il documento è stato sottoscritto dal rettore Paolo Mancarella e dal segretario generale della Corte dei Conti europea, Eduardo Ruiz Garcìa, alla presenza della professoressa Giovanna Colombini, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico dell'Università di Pisa e membro del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti italiana, e di alcuni rappresentanti delle aree disciplinari di Giurisprudenza, Scienze politiche ed Economia.

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Nella foto, da sinistra: la professoressa Giovanna Colombini, la prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco, il rettore Paolo Mancarella, Pietro Russo, membro italiano della Corte dei Conti europea, e Eduardo Ruiz Garcìa, segretario generale della Corte dei Conti europea.  

In particolare, l'accordo prevede un partenariato permanente per attività di studio, ricerca e formazione in ambiti di comune interesse, quali le finanze e la contabilità del settore pubblico e il diritto dell’Unione Europea. La cooperazione riguarderà l’organizzazione di seminari, corsi di formazione e conferenze, e interessare disposizioni volte ad agevolare la ricerca da entrambe le parti. A tal fine, la Corte dei Conti europea e l’Università di Pisa si impegnano, nel rispetto della normativa in vigore, a promuovere lo scambio di informazioni e l’accesso ai documenti prodotti suscettibili di rivestire interesse per le due istituzioni nel contesto di attività di audit, di ricerca o accademiche.

Dopo la presentazione della collaborazione, in Rettorato si è svolto il convegno dal titolo "La Corte dei Conti europea, funzioni e prospettive future". Dopo i saluti del rettore Paolo Mancarella e l'introduzione della professoressa Giovanna Colombini, sono intervenuti Pietro Russo, membro italiano della Corte dei Conti europea, e Maria Teresa Polito, della Corte dei Conti italiana. Le conclusioni sono state affidate al segretario generale della Corte dei Conti europea, Eduardo Ruiz Garcìa.

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A partire dalla prossima settimana, writers di fama internazionale faranno di alcuni edifici di Porta a Mare la loro superficie di disegno. Un’ondata di colori, diffusa per tutto il quartiere, darà un nuovo volto a una delle aree urbane più dinamiche della città con il primo festival di street art "Welcome to Pisa".

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«Un'iniziativa pienamente inserita nelle linee di politica culturale che stiamo perseguendo, in costante dialogo col territorio, che lascerà in un quartiere ricco di storia e di futuro delle vere e proprie testimonianze monumentali: un contributo alla costruzione di una nuova identità e di ulteriori vocazioni – dichiara l’assessore alla cultura Andrea Ferrante - Pisa può vantare la presenza di "Tuttomondo" e reiterando questa nuova esperienza può costruire in pochi anni un vero e proprio percorso di arte urbana, che certamente potrà sviluppare nel tempo una sua propria attrattività. Un ringraziamento a curatore e ad artisti, che hanno accettato di realizzare questo progetto con spirito di gratuità, e ai sostenitori».

Dal canale mediceo, alle grandi fabbriche della Pisa industriale che furono distrutte dai bombardamenti, alle lotte operaie, Porta a Mare è testimone di parti decisive della storia pisana remota e recente e rappresenta uno dei principali accessi alla città. Oggi, con la ripresa della cantieristica ai Navicelli, l'abbattimento dell'incile e la dislocazione di nuove funzioni urbane, il quartiere è nel pieno di una riqualificazione urbanistica. “Welcome to Pisa” vuole essere un ulteriore passo nel percorso di rinnovamento.

Lo scopo è quello di trasformare il quartiere di Porta a Mare in un distretto di arte contemporanea al fine di promuoverne la diffusione urbana, condividerla e viverla, attraverso 4 obiettivi principali: city beautification (arte come espressione pubblica di bellezza al servizio di tutti), riqualificazione urbana (vincere il degrado e l’anonimato del quartiere), partecipazione attiva della comunità e attrazione turistica. Proprio queste finalità bene innestano il festival nel contesto della città, segnando un collegamento diretto Proprio queste finalità bene innestano il festival nel contesto storico, culturale, artistico e religioso della città, dialogando con l’arte e l’architettura romanica e gotica, “bibbie a cielo aperto”, e segnando un collegamento diretto con la grande scultura in acciaio corten “Stele” di mauro staccioli del 2007 e, a maggior ragione, con il murale “Tuttomondo” di Keith Haring del 1989; da questo luogo ormai iconografico sarà costruito negli anni un percorso artistico che, sulle tracce delle antiche mura e del “trammino”, condurrà all’interno del quartiere per permettere alla comunità e a quei “venticinque visitatori” di manzoniana memoria di riscoprirne l’identità.

Il festival “Welcome to Pisa” è ideato e promosso dal Comune di Pisa, in collaborazione con il curatore Gian Guido Maria Grassi e l'associazione Casa della città Leopolda. La direzione esecutiva dei lavori è affidata a Roberto Pasqualetti, dirigente alla qualità e al restauro dei beni storico artistici. “Welcome to Pisa” ha un partner di primo livello nell’Università di Pisa, che permetterà ai suoi studenti di effettuare tirocini formativi presso l’organizzazione del festival. L'iniziativa gode anche di un entusiastico e rilevante contributo di sponsor e sostenitori privati (Saint Gobain, Caparol) che promette di accrescersi ulteriormente.

«Dando il suo contributo a questa iniziativa, L’Università adempie alle sue funzioni formative, permettendo agli studenti del corso di laurea in Discipline dello Spettacolo di effettuare tirocini formatici curriculari – spiega la prorettrice agli studenti Antonella Del Corso - Inoltre, l’Università dimostra di essere una risorsa per la città può e deve cogliere. Noi siamo sempre pronti a promuovere la collaborazione tra gli studenti e le realtà del territorio, perciò siamo fieri di partecipare a quest’iniziativa».

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Il percorso partecipativo si è avviato con il confronto con i residenti, il Ctp2, le imprese e le associazioni del quartiere. La presentazione ufficiale del progetto al quartiere di Porta a Mare è avvenuta il 10 giugno, durante le celebrazioni di “Porta a Mare in festa”. «Il quartiere ha accolto fin da subito con entusiasmo il progetto – dichiara Bendetta di Gaddo, presidente del Ctp 2 - Dopo aver visto i bozzetti preparatori possiamo dire che i soggetti delle opere saranno coerenti con la storia del nostro quartiere e questo ci rende ancora più interessati e felici dell’iniziativa»

Sono stati individuati i primi edifici che ospiteranno su facciate o muri perimetrali esterni le opere dei writers; gli artisti, tutti giovanissimi, nati tra il 1975 e il 1989, sono riconosciuti a livello internazionale e hanno già lasciato il segno in altre città con le loro opere di street art. I murales saranno realizzati grazie al consenso dei privati che hanno deciso di concedere una parete del proprio edificio per ospitare le opere dei writers. Interventi a cura degli stessi artisti saranno inoltre realizzati nell'area dei Navicelli, col sostegno di Navicelli S.p.A., dove i pilastri del raccordo A12 diverranno una vera e propria galleria a cielo aperto, “il corridoio vasariano della modernità”! Infine, la partecipazione dei residenti, durante le fasi di lavoro, si realizzerà eventi specifici e informali che daranno modo ai writers di relazionarsi con la cittadinanza.

Sarà garantita una continua informazione sui social sulla pagina facebook stART – Welcome to Pisa e sarà realizzato un video-documentario dell'intero percorso. e sarà realizzato un documentario dell'intero percorso dal titolo “Welcome to Pisa: radici di una nuova identità” che è già stato ammesso a partecipare ad importanti concorsi cinematografici come il LFFEC 2018. Il Festival andrà avanti per tutta l’estate e terminerà alla fine di settembre con una festa-vernissage, momento di sintesi delle due anime della manifestazione: comunità e arte.

«L’idea è nata dall’incontro con l’assessore Andrea Ferrante e dall’amicizia con l’artista Teo Pirisi, dall’unione della volontà politica di una riqualificazione urbana, culturale e sociale del quartiere di Porta a mare con una visione pubblica dell’arte – spiega il curatore Gianguido Maria Grassi - È così iniziato un percorso che ha portato alla scelta delle superfici su cui intervenire e alla selezione di alcuni artisti, italiani e stranieri, figurativi e astratti, che raggiungessero sensibilità eterogenee. Di fondamentale aiuto è stata stART, gruppo di giovani ragazzi che hanno sostenuto con entusiasmo e varie competenze l’iniziativa. Come diceva Victor Hugo: “ci sono due cose in un edificio, il suo uso e la sua bellezza; l’uso appartiene al proprietario, la bellezza a tutti: distruggerlo è dunque oltrepassare i propri diritti”».

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