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Sede
Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia

Requisiti per l'ammissione
Sono ammessi a partecipare alla selezione i candidati, anche cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea, in possesso, alla data di scadenza del Bando, del titolo di: Laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Laurea triennale delle Professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche (L/SNT1), sanitarie della riabilitazione (L/SNT2), sanitarie tecniche (L/SNT3), sanitarie della prevenzione (L/SNT4), Scienze e Tecniche di Psicologia clinica o titolo equivalente conseguito in Italia o all’estero. Il corso è aperto anche a persone che abbiano conseguito titolo di laurea di primo o secondo livello in altre discipline.

Obiettivi
Il corso di perfezionamento si propone di offrire un'analisi approfondita delle dinamiche comunicative nel contesto medico-paziente, mettendo in luce le sfide e le opportunità che la digitalizzazione presenta. Attraverso una serie di moduli articolati, verranno esplorate le competenze essenziali per navigare con successo in questo scenario sempre più digitale. Sarà esaminata in dettaglio l'importanza storica e attuale della comunicazione medicopaziente, con particolare enfasi sull'evoluzione nel tempo e sull'impatto sulle pratiche mediche moderne. Inoltre, saranno analizzati approfonditamente i principi della psicologia della comunicazione al fine di migliorare l'empatia e la comprensione reciproca tra medico e paziente. Sarà dedicata particolare attenzione all'acquisizione di competenze pratiche nell'utilizzo degli strumenti di comunicazione digitale disponibili nel settore sanitario. Oltre alla comunicazione verbale, si approfondirà l'importanza della comunicazione paraverbale, non verbale e scritta, nonché l'uso consapevole della voce e della paralinguistica per migliorare la chiarezza e l'efficacia del messaggio comunicato.

Durata
Il corso inizierà il 5 ottobre 2024 e terminerà il 25 gennaio 2025, per un totale di 50 ore - CFU 6.
I 7 moduli si svolgeranno rispettivamente il 5 ottobre, il 19 ottobre, il 16 novembre, il 30 novembre, il 21 dicembre, l'11 gennaio e il 25 gennaio.

Scadenza domanda di ammissione
16/09/2024

Numero posti disponibili
Massimo 60, minimo 15

Costo
Iscrizione ordinaria 570,00 euro
Ridotta per i dipendenti Unipi, Dipendenti AOUP e dipendenti e convenzionati ATNO 370 euro 

Bando e moduli

 

L’International Mineralogical Association ha dichiarato “Minerale dell’Anno” 2023 la batoniite, studiata da un gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Daniela Mauro del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e referente della Sezione di Mineralogia del Museo di Storia Naturale. È la prima volta che il prestigioso riconoscimento, istituito nel 2014, viene attribuito ad una specie mineralogica scoperta in Italia.

Individuata negli anni Ottanta del secolo scorso da un gruppo di ricercatori, la batoniite era rimasta, fino ad oggi, un vero e proprio rompicapo mineralogico. Solo lo scorso anno gli studiosi dell’Ateneo pisano sono riusciti a definirne la struttura e la complessa cristallochimica. Una scoperta resa possibile anche grazie dalla recente installazione, presso i laboratori pisani, di un diffrattometro a raggi X per cristallo singolo del Centro per l’Integrazione della Strumentazione scientifica dell’Università di Pisa (CISUP).

 

Fig 1 sito

Batoniite, aggregato di cristalli tabulari bianchi associati a un solfato di Al e Fe resinoso, poco cristallino e non identificato. Collezione Museo di Storia Naturale, Università di Pisa. Foto D. Mauro

 

Le indagini condotte dall’equipe guidata dalla dottoressa Mauro hanno così definito la formula chimica di questa nuova specie mineralogica: Al8(SO4)5(OH)14(H2O)18·5H2O, oltre ad averne individuato la struttura, una delle più complesse mai descritte fra i minerali oggi noti e caratterizzata dal poli-oxo-catione [Al8(OH)14(H2O)18]10+. Quest’ultimo era stato finora osservato solo in fasi sintetiche ottenute durante lo studio del comportamento geochimico dell’alluminio in soluzione acquosa.

La scoperta fatta dai ricercatori dell’Università di Pisa, oltre a raccontarci qualcosa in più sul ciclo geochimico dell’alluminio, uno degli elementi più abbondanti del nostro pianeta, ci illumina ancora una volta sulla bellezza della natura che, con gli adeguati mezzi tecnologici, si svela in tutta la sua complessità.

Ritrovato nella miniera abbandonata di Cetine di Cotorniano, in provincia di Siena, il minerale è stato consegnato ai ricercatori pisani dal collezionista Massimo Batoni, nel quadro di una collaborazione fra il Dipartimento di Scienze della Terra e gli appassionati dell’Associazione Mineralogica Fiorentina (AMF) e dell’Associazione Mineralogica Prato e Pistoia (AMPP). E proprio a Massimo Batoni è stata dedicata questa specie, per i suoi contributi alla conoscenza della mineralogia italiana.

 

Fig 2 sito

In azzurro il gruppo di ottaedri centrati dall’alluminio. In rosso e in celeste sono rappresentati, rispettivamente, i gruppi (OH) e (H2O). Questo è l’elemento strutturale caratterizzante della batoniite ovvero il poli-oxo-catione [Al8(OH)14(H2O)18]10+

 

Il premio “Minerale dell’Anno”, finalizzato a riconoscere il minerale di maggior interesse scientifico la cui pubblicazione sia avvenuta nell’anno solare precedente, è stato istituito nel 2014 dall’International Mineralogical Association, un gruppo internazionale rappresentativo delle società mineralogiche nazionali di quasi 40 differenti paesi.

Ogni anno vengono approvate circa 100 nuove specie mineralogiche, le quali passano al vaglio di una commissione di esperti, la Commission on New Minerals, Nomenclature and Classification. Sono poi questi stessi esperti, tramite votazione segreta, a indicare il “Minerale dell’Anno”.

La batoniite è il primo “Minerale dell’Anno” italiano, ed è la quinta nuova specie minerale scoperta nella miniera di Cetine di Cotorniano, dopo brizziite, cetineite, onoratoite e rosenbergite.

La descrizione completa del nuovo minerale è stata pubblicata sull'European Journal of Mineralogy: https://ejm.copernicus.org/articles/35/703/2023/

L’International Mineralogical Association ha dichiarato “Minerale dell’Anno” 2023 la batoniite, studiata da un gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Daniela Mauro del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e referente della Sezione di Mineralogia del Museo di Storia Naturale. È la prima volta che il prestigioso riconoscimento, istituito nel 2014, viene attribuito ad una specie mineralogica scoperta in Italia.

Individuata negli anni Ottanta del secolo scorso da un gruppo di ricercatori, la batoniite era rimasta, fino ad oggi, un vero e proprio rompicapo mineralogico. Solo lo scorso anno gli studiosi dell’Ateneo pisano sono riusciti a definirne la struttura e la complessa cristallochimica. Una scoperta resa possibile anche grazie dalla recente installazione, presso i laboratori pisani, di un diffrattometro a raggi X per cristallo singolo del Centro per l’Integrazione della Strumentazione scientifica dell’Università di Pisa (CISUP).

Le indagini condotte dall’equipe guidata dalla dottoressa Mauro hanno così definito la formula chimica di questa nuova specie mineralogica: Al8(SO4)5(OH)14(H2O)18·5H2O, oltre ad averne individuato la struttura, una delle più complesse mai descritte fra i minerali oggi noti e caratterizzata dal poli-oxo-catione [Al8(OH)14(H2O)18]10+. Quest’ultimo era stato finora osservato solo in fasi sintetiche ottenute durante lo studio del comportamento geochimico dell’alluminio in soluzione acquosa.

La scoperta fatta dai ricercatori dell’Università di Pisa, oltre a raccontarci qualcosa in più sul ciclo geochimico dell’alluminio, uno degli elementi più abbondanti del nostro pianeta, ci illumina ancora una volta sulla bellezza della natura che, con gli adeguati mezzi tecnologici, si svela in tutta la sua complessità.

Ritrovato nella miniera abbandonata di Cetine di Cotorniano, in provincia di Siena, il minerale è stato consegnato ai ricercatori pisani dal collezionista Massimo Batoni, nel quadro di una collaborazione fra il Dipartimento di Scienze della Terra e gli appassionati dell’Associazione Mineralogica Fiorentina (AMF) e dell’Associazione Mineralogica Prato e Pistoia (AMPP). E proprio a Massimo Batoni è stata dedicata questa specie, per i suoi contributi alla conoscenza della mineralogia italiana.

Il premio “Minerale dell’Anno”, finalizzato a riconoscere il minerale di maggior interesse scientifico la cui pubblicazione sia avvenuta nell’anno solare precedente, è stato istituito nel 2014 dall’International Mineralogical Association, un gruppo internazionale rappresentativo delle società mineralogiche nazionali di quasi 40 differenti paesi.

Ogni anno vengono approvate circa 100 nuove specie mineralogiche, le quali passano al vaglio di una commissione di esperti, la Commission on New Minerals, Nomenclature and Classification. Sono poi questi stessi esperti, tramite votazione segreta, a indicare il “Minerale dell’Anno”.

La batoniite è il primo “Minerale dell’Anno” italiano, ed è la quinta nuova specie minerale scoperta nella miniera di Cetine di Cotorniano, dopo brizziite, cetineite, onoratoite e rosenbergite.

La descrizione completa del nuovo minerale è stata pubblicata sull'European Journal of Mineralogy: https://ejm.copernicus.org/articles/35/703/2023/

Bandi

Farmacologia e Tossicologia clinica, Microbiologia e Virologia, Patologia clinica e Biochimica clinica, Statistica sanitaria e biometria
Domande dalle ore 11:00 del 26 luglio alle ore 11:00 del 3 settembre 2024

Farmacia ospedaliera
Domande dalle ore 11:00 del 26 luglio alle ore 11:00 del 10 settembre 2024

Chirurgia orale e Odontoiatria pediatrica
Domande dalle ore 11:00 del 26 luglio alle ore 11:00 del 12 settembre 2024

Fisica medica
Domande dalle ore 11:00 del 26 luglio alle ore 11:00 del 16 settembre 2024

 

 

 

Lunedì, 22 Luglio 2024 13:40

Borse di studio sul paesaggio - X edizione

La Fondazione Benetton Studi Ricerche istituisce annualmente la decima edizione del bando per il conferimento di due borse di studio semestrali destinate a laureati magistrali e dottorandi, ognuna corrispondente a una delle tre aree tematiche Progetto di paesaggio, Teorie e politiche per il paesaggio, Natura e giardino.
Il valore di ciascuna borsa è fissato in euro 10.000 (lordi). Il periodo di svolgimento sarà dal 15 gennaio 2025 al 15 luglio 2025.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande è venerdì 30 agosto 2024.

Il bando è disponibile anche sul sito www.fibsr.it 

Per ulteriori informazioni contattare via email l'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

La qualità dell’aria è migliore se le donne comandano le istituzioni. La notizia arriva da uno studio condotto all’Università di Pisa e pubblicato sull’European Journal of Political Economy. L’analisi ha riguardato 230 regioni di 27 Paesi dell’Unione europea.

“I nostri risultati evidenziano una relazione positiva tra l'empowerment politico delle donne e la qualità dell'aria – spiega una delle autrici dello studio, la professoressa Lisa Gianmoena del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano - Questo suggerisce che le donne, quando occupano posizioni di potere, tendono ad adottare politiche ambientali più rigide e orientate verso la sostenibilità rispetto alle regioni governate da uomini e questo fenomeno può essere attribuito alla loro maggiore sensibilità e al loro impegno sociale”.

In particolare, questa correlazione positiva risulta evidente in numerose regioni del Nord Europa, tra cui Finlandia, Irlanda, Estonia, Svezia e Danimarca, mentre la maglia nera va alla Polonia, Ungheria e Romania. In Italia, la Valle d’Aosta si distingue per la qualità dell’aria migliore, mentre la Lombardia registra i livelli peggiori.

Per realizzare lo studio ricercatori e ricercatrici hanno lavorato alla costruzione di un dataset a livello regionale che integrasse empowerment politico femminile e dati ambientali. Questa impostazione è stata fondamentale anche perché nel contesto europeo le condizioni ambientali e sociali possono variare notevolmente tra le diverse zone e sono poi le autorità sub-nazionali ad essere maggiormente responsabili dell’applicazione di direttive e standard ambientali nazionali e sovranazionali. Per quanto riguarda le donne, è stato utilizzato l’Indice di Empowerment Politico delle Donne (WPEI), considerando la loro presenza a vari livelli di governo (nazionale, regionale e locale).

“Per assicurarci che il rapporto tra empowerment politico femminile e qualità aria non fosse una "correlazione spuria", cioè puramente casuale – conclude Gianmoena - abbiamo testato altre variabili economiche e non economiche come lo sviluppo economico, il livello di istruzione, le innovazioni in tecnologie verdi, l'ideologia politica e la densità di popolazione. Tuttavia la relazione positiva tra empowerment politico femminile e qualità dell’aria è rimasta significativa, confermando la robustezza del risultato”.

Lisa Gianmoena è autrice dell’articolo insieme al collega Vicente Rios, docente del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano. Entrambi collaborano con il centro di ricerca REMARC (Responsible Management Research Center) dell’Università di Pisa. Gli altri autori sono la dottoranda Izaskun Barba e il professore Pedro Pascual entrambi del dipartimento di Economia della Università Pública de Navarra, Spagna.

 

La qualità dell’aria è migliore se le donne comandano le istituzioni. La notizia arriva da uno studio condotto all’Università di Pisa e pubblicato sull’European Journal of Political Economy. L’analisi ha riguardato 230 regioni di 27 Paesi dell’Unione europea.

“I nostri risultati evidenziano una relazione positiva tra l'empowerment politico delle donne e la qualità dell'aria – spiega una delle autrici dello studio, la professoressa Lisa Gianmoena del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano - Questo suggerisce che le donne, quando occupano posizioni di potere, tendono ad adottare politiche ambientali più rigide e orientate verso la sostenibilità rispetto alle regioni governate da uomini e questo fenomeno può essere attribuito alla loro maggiore sensibilità e al loro impegno sociale”.

In particolare, questa correlazione positiva risulta evidente in numerose regioni del Nord Europa, tra cui Finlandia, Irlanda, Estonia, Svezia e Danimarca, mentre la maglia nera va alla Polonia, Ungheria e Romania. In Italia, la Valle d’Aosta si distingue per la qualità dell’aria migliore, mentre la Lombardia registra i livelli peggiori.

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A sinistra la distribuzione geografica della qualità dell'aria, a destra distribuzione geografica del potere politico femminile

Per realizzare lo studio ricercatori e ricercatrici hanno lavorato alla costruzione di un dataset a livello regionale che integrasse empowerment politico femminile e dati ambientali. Questa impostazione è stata fondamentale anche perché nel contesto europeo le condizioni ambientali e sociali possono variare notevolmente tra le diverse zone e sono poi le autorità sub-nazionali ad essere maggiormente responsabili dell’applicazione di direttive e standard ambientali nazionali e sovranazionali. Per quanto riguarda le donne, è stato utilizzato l’Indice di Empowerment Politico delle Donne (WPEI), considerando la loro presenza a vari livelli di governo (nazionale, regionale e locale).

“Per assicurarci che il rapporto tra empowerment politico femminile e qualità aria non fosse una "correlazione spuria", cioè puramente casuale – conclude Gianmoena - abbiamo testato altre variabili economiche e non economiche come lo sviluppo economico, il livello di istruzione, le innovazioni in tecnologie verdi, l'ideologia politica e la densità di popolazione. Tuttavia la relazione positiva tra empowerment politico femminile e qualità dell’aria è rimasta significativa, confermando la robustezza del risultato”.

Lisa Gianmoena è autrice dell’articolo insieme al collega Vicente Rios, docente del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano. Entrambi collaborano con il centro di ricerca REMARC (Responsible Management Research Center) dell’Università di Pisa. Gli altri autori sono la dottoranda Izaskun Barba e il professore Pedro Pascual entrambi del dipartimento di Economia della Università Pública de Navarra, Spagna.

 

EYCA 2024 Albano Press release picÈ Gianluigi Albano, Ricercatore presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, il vincitore della prestigiosa European Young Chemist’s Award 2024 Gold Medal per la categoria Early Career Researcher. La EYCA 2024 Gold Medal – il riconoscimento più importante a livello europeo per giovani chimici - è stata consegnata al ricercatore dell’Ateneo pisano durante la cerimonia conclusiva del 9th EuChemS Chemistry Congress. Albano è risultato vincitore del Premio a fronte di centinaia di candidature provenienti da tutta Europa, grazie alla sua eccellente attività di ricerca nel campo della chimica organica.

L’European Young Chemist’s Award (EYCA), istituito nel 2008 ed assegnato con cadenza biennale, si pone come obiettivo di dare visibilità alla ricerca svolta da giovani scienziati che lavorano in istituzioni europee nel campo delle scienze chimiche. Tale Premio intende onorare ed incoraggiare giovani chimici la cui attività di ricerca mostra un alto livello di eccellenza ed innovazione. L’EYCA prevede due diverse classi di concorso: la categoria PhD, riservata a dottorandi, e la categoria Early Career Researcher, riservata a giovani ricercatori fino ad 8 anni dal conseguimento del Dottorato di Ricerca.

Giunto alla sua nona edizione, il Premio EYCA 2024 è stato assegnato da EuChemS con la sponsorizzazione di Società Chimica Italiana (SCI), Royal Society of Chemistry (RSC) e Chemistry Europe. Il processo di valutazione delle candidature è stato strutturato in due fasi. Nella prima, sono stati valutati il Curriculum Vitae ed il lavoro di ricerca del candidato, sulla base dei seguenti criteri: eccellenza dell’attività di ricerca nel campo delle scienze chimiche; originalità ed indipendenza del contributo del candidato; profonda conoscenza dello stato dell’arte; prospettive future della propria ricerca. Al termine di tale valutazione sono stati selezionati 6 Finalisti per ciascuna categoria, che hanno avuto la possibilità di presentare la propria attività di ricerca davanti alla Giuria Valutatrice durante il 9th EuChemS Chemistry Congress, tenutosi a Dublino (Irlanda) dal 7 all’11 luglio 2024.

È Gianluigi Albano, Ricercatore presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, il vincitore della prestigiosa European Young Chemist’s Award 2024 Gold Medal per la categoria Early Career Researcher. La EYCA 2024 Gold Medal – il riconoscimento più importante a livello europeo per giovani chimici - è stata consegnata al ricercatore dell’Ateneo pisano durante la cerimonia conclusiva del 9th EuChemS Chemistry Congress. Albano è risultato vincitore del Premio a fronte di centinaia di candidature provenienti da tutta Europa, grazie alla sua eccellente attività di ricerca nel campo della chimica organica.

L’European Young Chemist’s Award (EYCA), istituito nel 2008 ed assegnato con cadenza biennale, si pone come obiettivo di dare visibilità alla ricerca svolta da giovani scienziati che lavorano in istituzioni europee nel campo delle scienze chimiche. Tale Premio intende onorare ed incoraggiare giovani chimici la cui attività di ricerca mostra un alto livello di eccellenza ed innovazione. L’EYCA prevede due diverse classi di concorso: la categoria PhD, riservata a dottorandi, e la categoria Early Career Researcher, riservata a giovani ricercatori fino ad 8 anni dal conseguimento del Dottorato di Ricerca.

Giunto alla sua nona edizione, il Premio EYCA 2024 è stato assegnato da EuChemS con la sponsorizzazione di Società Chimica Italiana (SCI), Royal Society of Chemistry (RSC) e Chemistry Europe. Il processo di valutazione delle candidature è stato strutturato in due fasi. Nella prima, sono stati valutati il Curriculum Vitae ed il lavoro di ricerca del candidato, sulla base dei seguenti criteri: eccellenza dell’attività di ricerca nel campo delle scienze chimiche; originalità ed indipendenza del contributo del candidato; profonda conoscenza dello stato dell’arte; prospettive future della propria ricerca. Al termine di tale valutazione sono stati selezionati 6 Finalisti per ciascuna categoria, che hanno avuto la possibilità di presentare la propria attività di ricerca davanti alla Giuria Valutatrice durante il 9th EuChemS Chemistry Congress, tenutosi a Dublino (Irlanda) dal 7 all’11 luglio 2024.

Gli studenti della terza edizione del Master telematico di II livello in Sviluppo Sostenibile e Cambiamento Climatico dell'Università di Pisa hanno partecipato a un hackathon presso il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi" a San Piero a Grado. Questo centro, unico in Europa per dimensioni e diversificazione delle attività, è noto per il suo impegno verso la sostenibilità. Un hackathon è un evento in cui persone con diverse competenze si riuniscono per risolvere problemi in una maratona creativa. In questo contesto, rappresenta una forma di "challenge-based learning", ideale per promuovere il lavoro di squadra e l'innovazione in maniera rapida ed efficace. Gli studenti, attraverso un approccio collaborativo, hanno affrontato sfide complesse, generando soluzioni innovative in un breve lasso di tempo.

master sviluppo sostenibile

L’evento, a cui ha portato i suoi saluti il rettore Riccardo Zucchi, era strutturato per far lavorare in maniera collaborativa studenti sia in presenza che a distanza e si è focalizzato sulla progettazione eco-sostenibile del centro ospitante. I partecipanti, provenienti da 10 regioni italiane e con lauree magistrali in diverse aree, si sono suddivisi in cinque gruppi di lavoro per condurre un'analisi dettagliata del territorio. Attraverso interviste agli operatori del centro, tecnici e cittadini, hanno esplorato la mission del centro e raccolto dati anche tramite una ciclo-escursione. La presenza della Basilica romanica, a pochi passi dal Centro, ha fornito ulteriore valore storico e culturale all’osservazione mirata dei partecipanti.

Guidati da Sonia Massari, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali, e dal professor Alessio Cavicchi afferente allo stesso dipartimento e delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione, gli studenti hanno presentato proposte concrete per miglioramenti a livello sociale, gestionale, comunicativo e digitale del centro.

Tra i progetti e gli outcomes emersi, si segnalano:

  • La creazione di un luogo per le famiglie e i bambini, accessibile e proiettato verso l'educazione agro-alimentare attraverso l'esperienza.
  • Un'attività ibrida di orientamento e ricerca dedicata ai giovani adolescenti e ai nativi digitali, per permettere loro di utilizzare anche strumenti digitali per riappropriarsi del loro spazio nella natura.
  • La trasformazione del centro in un luogo di eccellenza per la ricerca, attrattivo per ricercatori nazionali e internazionali, che include anche soluzioni per il cosiddetto "turismo della ricerca", che offre soluzioni innovative e tasting sul campo, nonché uno spazio di well-being per i ricercatori e le loro famiglie.
  • Un luogo per il training, in particolare per donne innovatrici, per ritrovare fiducia nel lavoro agricolo e nell'impresa agricola, creando un ambiente per il networking e la nascita di ecosistemi rigenerativi.

“I progetti, esposti dai portavoce di ogni gruppo durante l'ultima giornata di lavoro aperta alla cittadinanza, hanno evidenziato nuove potenzialità per il Centro Enrico Avanzi, ponendo le basi per sviluppi futuri in termini di tecnologia, ricerca e innovazione, e promuovendolo come meta turistica complementare alla città di Pisa”, ha commentato il professor Angelo Canale, direttore del Centro di Ricerche Agro-ambientali "E. Avanzi".

“L'evento ha permesso agli studenti di instaurare nuovi rapporti, creare dialogo e collaborazione, esperienze che rimarranno impresse nella loro memoria – ha aggiunto la professoressa Cristina Nali, direttrice del Master - Il management del Centro Enrico Avanzi ora dispone di una preziosa raccolta di idee e proposte da valutare attentamente per il futuro sviluppo del centro”.

Il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi" si distingue per la sua poliedrica natura, che combina didattica, ricerca e produzione agro-zootecnica con un forte impegno verso la sostenibilità. La maratona creativa di giugno ha rappresentato un'opportunità unica per mettere in evidenza questa diversificazione. Questo evento ha dimostrato come l'unione di diverse prospettive possa portare a soluzioni innovative e sostenibili, contribuendo a rendere il Centro un luogo ancora più dinamico e ricco di potenzialità per il futuro.

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