Medicina Veterinaria a.a. 2024/2025
Il bando di ammissione ad anni successivi al primo per la riassegnazione di eventuali posti vacanti a.a. 2025/2026 per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina Veterinaria sarà pubblicato a partire da fine giugno 2025.
Sotto sono consultabili il bando e i dettagli relativi alla selezione dell'a.a. 2024/2025.
Chi può fare domanda
Per presentare la domanda di iscrizione lo studente deve essere in possesso di uno dei seguenti requisiti:
- studenti iscritti nell’a.a. precedente allo stesso corso di laurea in altro ateneo italiano che richiedano il trasferimento di ateneo;
- studenti iscritti nell’a.a. precedente ad un corso di laurea diverso dell’Università di Pisa che richiedano il passaggio di corso;
- studenti iscritti nell’a.a. precedente ad un corso di laurea diverso ad altro ateneo italiano o estero che richiedano il trasferimento di ateneo;
- studenti laureati in altro ateneo italiano o estero, che intendano chiedere l’iscrizione con abbreviazione di corso;
- studenti iscritti allo stesso corso di ordinamenti precedenti al d.m. 270/04, che intendano passare al nuovo chiedendo una ricongiunzione.
Quando e dove presentare la richiesta
Apertura delle iscrizioni: dal 27 giugno 2024 all'11 luglio 2024.
A fini della presentazione della domanda di partecipazione al concorso, il candidato deve:
1. effettuare la registrazione e l'iscrizione al concorso di ammissione entro l'11 luglio 2024 al portale di ateneo Alice: www.studenti.unipi.it
Effettuare il log-in sul portale e scegliere dal menu a destra la voce “Segreterie” – “Iscrizione concorsi” e il relativo concorso di ammissione "SER - Medicina Veterinaria anni successivi al primo a.a. 2024/2025".
Al termine della procedura, il sistema rilascia una ricevuta di “avvenuta iscrizione al concorso”. Tale ricevuta, contraddistinta da un progressivo univoco, costituisce l’unico documento comprovante la corretta iscrizione al concorso: in caso di contestazione, è ammesso a partecipare solo il candidato in grado di esibirla.
2. caricare sul portale Alice, in fase di iscrizione al concorso, sempre entro la scadenza prevista:
a. Modulo di ammissione scaricabile dalla presente pagina
b. Certificato con il dettaglio delle attività formative sostenute, il relativo voto e il numero di crediti conseguiti (in caso di studenti iscritti); certificato di laurea con il dettaglio delle attività formative sostenute, il relativo voto e il numero di crediti conseguiti (in caso di studenti laureati)
c. un documento di riconoscimento in corso di validità.
Gli studenti iscritti o laureati in un'università straniera devono essere in possesso dei requisiti pubblicati alla pagina https://www.studiare-in-italia.it/studentistranieri/. Sono inoltre tenuti a produrre i seguenti documenti tradotti e legalizzati:
a. certificato degli esami sostenuti con relativi crediti ECTS, tradotto e legalizzato rilasciato dall'università straniera;
b. sistema di valutazione del sistema universitario dell'ateneo al quale lo studente è iscritto;
c. conversione in ECTS degli esami sostenuti, rilasciato dall'università di provenienza, nel caso in cui gli stessi non siano espressi in crediti;
d. programmi degli esami sostenuti.
Non saranno prese in considerazione domande presentate con modalità diverse rispetto a quelle sopra descritte.
Tassa concorsuale
La tassa concorsuale è di 60 euro.
La tassa di trova nella sezione tasse dal portale Alice una volta completata la procedura di iscrizione al concorso.
La tassa deve essere pagata entro l'11 luglio 2024.
ESITI
Per effettuare un passaggio di corso sarà necessario effettuare la richiesta dal portale Gepaco.
Per effettuare una immatricolazione per abbreviazione di carriera, è necessario collegarsi alla pagina personale del portale Alice. Dal menù è necessario selezionare "Scelta del corso/immatricolazione" e selezionare il corso di interesse. Alla fine della procedura compariranno: il FORIM (da stampare, firmare e ricaricare sul portale) e la tassa di iscrizione da pagare per completare l'immatricolazione.
Per effettuare un trasferimento, è necessario collegarsi alla pagina personale del portale Alice. Dal menù è necessario selezionare "Scelta del corso/immatricolazione", selezionare "immatricolazione pre trasferimento in ingresso" e selezionare il corso di interesse. Alla fine della procedura comparirà la tassa di iscrizione da pagare a meno che non si sia fatta richiesta di borsa di studio DSU. Una volta pagata la tassa di iscrizione è necessario scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (in caso si sia invece fatta richiesta di borsa di studio DSU, allegare la ricevuta) per ricevere il nullaosta. Il nullaosta deve essere consegnato all'università di provenienza contestualmente alla domanda di trasferimento. Una volta che l'Università di Pisa riceverà il foglio di congedo dall'ateneo di provenienza, l'immatricolazione sarà perfezionata.
Informazioni a cura di:
Direzione Didattica, Studenti e Internazionalizzazione
Largo Bruno Pontecorvo n. 3 - Pisa
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La tentazione dell'Altro
Stefano Brugnolo, professore di Critica Letteraria e Letterature Comparate del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica del nostro Ateneo, è autore del volume "La tentazione dell'Altro. Avventure dell'identità occidentale da Conrad a Coetzee" (Carocci, 2017). Il volume ricostruisce le trame che autori come Melville, Conrad, Stevenson, Malraux, Flaiano, Vargas Llosa, Coetzee e tanti altri hanno concepito per raccontarci la tentazione di essere altri-da-sé, il sogno impossibile di perdersi oltre il confine della cosiddetta civiltà, di sradicarsi dalle proprie origini e appartenenze.
Pubblichiamo di seguito una presentazione a firma dell'autore.
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Si tratta di una ricerca incentrata sul tema, profondamente radicato nella letteratura coloniale e post-coloniale otto-novecentesca, del going native. In altre parole, è un'indagine incentrata sulle trame di molti romanzi in cui un soggetto occidentale che oltrepassa un certo confine (culturale oltre che geografico) entra in contatto con ambienti e popolazioni ‘altri’ e lì si perde, cambia identità, si ammala, impazzisce, si converte, diventa uno di ‘loro’, ecc. Il caso più emblematico è quello del Kurtz di Cuore di tenebra, ma il panorama è significativamente più vasto e articolato. Per quanto si tratti di un tema pressoché popolare di esso allo stato attuale questo è finora l’unico studio di carattere generale e sistematico.
La tesi centrale del saggio è questa: che la nascita e il fiorire di questo tipo di topos nella letteratura di un certo giro di anni – quelli dell’affermazione definitiva dell’identità occidentale su scala planetaria – possa rivelarci qualcosa circa le mutazioni che avvenivano (e avvengono) invece dentro i confini della nostra civiltà. In altre parole ancora: prendendo in esame quelle trame coloniali si possono comprendere alcuni sommovimenti e mutamenti che stavano avvenendo a livello di identità occidentale (per esempio, le ‘possessioni’ coloniali prefigurano le novecentesche possessioni europee).
Per quanto il titolo del saggio possa a prima vista suggerire l’idea di una prospettiva che è tipica di quelli che attualmente vengono definiti post-colonial studies, l’assunto centrale mira a ribaltare quella prospettiva; quei critici infatti studiano la letteratura con tematica coloniale per denunciare una presunta (e a volte reale) complicità di alcuni grandi scrittori (Conrad, Kipling, Stevenson etc.) con l’ideologia imperialistica ed eurocentrica del loro tempo, mentre l’operazione che qui si tenta mira a dimostrare come quegli stessi autori, anche quando partivano da assunti filo-occidentali, hanno poi contraddetto felicemente quei loro assunti, scrivendo storie che in definitiva problematizzano qualsiasi pratica di discriminazione e dominio, da chiunque essa sia portata avanti.
Uno degli obiettivi di questo studio riguarda proprio la scuola (professori e studenti): esso infatti rivendica la ‘leggibilità’ di alcuni grandissimi testi e autori che hanno scontato negli scorsi decenni il pregiudizio di essere legati a doppio filo con un’ideologia coloniale che deve essere giustamente archiviata. Il tentativo è quello di provare a interpretare questi autori e a dire con dovizia di esempi come in realtà essi siano ‘per tutti e di tutti’, e che possano e debbano essere letti e studiati proprio in scuole e università sempre più multiculturali. E questo proprio perché ci dicono verità importanti sulle dinamiche di violenza e dominio, di integrazione o segregazione, di incontro o scontro con un’alterità che se è sicuramente fuori di noi – inscritta nella diversità degli altri popoli e culture – poi è anche sempre dentro di noi.
A grandi linee il libro funziona così: dopo una introduzione sul problema dell’Altro in letteratura, seguono i capitoli che prendono in esame le varianti principali del tema. Si va dai capostipiti del mio topos (Shakespeare e Defoe) ai vari classici otto e novecenteschi di tutte le letterature europee: Melville, Conrad, Kipling, Stevenson, Malraux, Céline, Gide, Loti, Mann, Zweig, Faulkner, Flaiano, Borges, Golding, Vargas Llosa, Naipaul, ecc. fino ai più recenti Coetzee e Houellebecq (il cui controverso Sottomissione è l’ultima, originale declinazione del tema, a dimostrazione della vitalità di esso). Non manca qualche incursione nella pittura (Gauguin), nella musica (Puccini), nel mondo del film (Coppola) e nell’antropologia (Lévi-Strauss). Il libro si pone certo l’obiettivo di essere quanto più possibile esaustivo e rigoroso, ma anche chiaro, comprensibile e di scorrevole lettura.
Stefano Brugnolo
“Cavalli allo specchio”
E’ il primo manuale italiano sull'addestramento dei cavalli che unisce approfondite conoscenze scientifiche e pratica. Si tratta di “Cavalli allo specchio” edito dalla Pisa University Press e di cui sono autori Paolo Baragli del dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa e Marco Pagliai, libero professionista, che si occupa di addestramento e recupero di cavalli problematici nella sua struttura di San Marcello Pistoiese.
“Il nostro obiettivo era di spiegare il funzionamento della mente dei cavalli per aiutare professionisti o semplici appassionati a comunicare, in maniera scientificamente corretta, con il proprio cavallo ed improntare l’addestramento sulle regole psicologiche dell'apprendimento animale” racconta Paolo Baragli.
L’idea di base del libro è che un efficace scambio comunicativo sia fondamentale per un buon addestramento e che non sia possibile ottenere risultati soddisfacenti senza conoscere i meccanismi etologici che stanno alla base del processo di apprendimento.
“Ai cavalli non servono persone infarcite di concetti teorici, se poi la pratica è fatta di approssimazione e ignoranza, ai cavalli servono persone che conoscano la loro mente e sappiano cosa fanno quando gli stanno vicino o gli salgono in groppa – sottolinea Paolo Baragli - per questo ho chiesto a Marco Pagliai di partecipare a questo progetto, serviva la sua conoscenza e la sua esperienza per tradurre in atti pratici ciò che troviamo scritto negli articoli scientifici”.
Il risultato è stata proprio la realizzazione di “Cavalli allo specchio”, un manuale dove i concetti teorici sul funzionamento della mente del cavallo e la loro applicazione pratica vanno di pari passo anche grazie ai video didattici che accompagnano il testo e che accessibili sul web con un codice che si trova nel libro.
Il sogno di una copia è quello di essere un originale?
Qual è il sogno di una copia se non quello di voler essere un originale? E' questa una delle domande da cui parte il volume "Il sogno di una copia. Del doppio, del dubbio, della malinconia" (Guerini scientifica) di Alfonso Maurizio Iacono, professore ordinario di Storia della filosofia al dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. I capitoli che formano il libro ruotano attorno al tema della rappresentazione a partire da problemi, domande, dubbi, ambivalenze della nostra epoca.
Pubblichiamo di seguito uno stralcio dell'Introduzione al libro a firma dell'autore.
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Una copia può sostituirsi all’originale? Se copia e originale sono identici, è proprio l’assenza di una differenza fra loro che rende la copia falsa nello stesso momento in cui la verità che trova in se stessa è la medesima di quella dell’originale.
Ma una copia che si differenzia è vera nella misura in cui può rivendicare una propria autonomia anche se vincolata alla relazione con l’originale. Il sogno di una copia è sì quella di prendere il posto dell’originale ma trovando, nello stesso tempo, la propria differenza e la propria autonomia. Da Solaris a Blade Runner, a The Island le copie soffrono e lottano in modo diverso per uscire da ciò che a Platone appariva come il peggiore degli incubi: la confusione falsificante tra copia e originale. [...]
L’incubo di Platone della copia che prende il posto dell’originale oggi si realizza soltanto nella produzione in serie delle merci dello stesso tipo, cioè in quel detersivo che deve essere identico a quello che gli sta a fianco nello scaffale del supermercato e ai milioni di copie che hanno lo stesso peso, la stessa forma, le stesse immagini e lo stesso prezzo. Come nella notte in cui tutte le vacche sono nere, qui non essendoci differenza non vi è conoscenza. Per tutto il resto emerge lo scarto che segna la differenza tra l’imitazione e l’originale. I bambini non copiano gli adulti, li imitano e così facendo agiscono creativamente.
Ma poi, diventati adulti, lo scarto e il senso di perdita prenderanno il sopravvento e allora la malinconia si accompagnerà alla coscienza di una lacerazione che non si può più ricomporre. Ma come aveva ricordato Immanuel Kant il mondo è pieno di tutori disposti a farci restare bambini anche e soprattutto quando non lo siamo più e quel famoso fanciullo che è in noi può venire fuori soltanto dopo che la scissione e la riflessione si sono compiute. [...]
Il sogno di una copia che vuole sostituirsi all’originale deve accompagnarsi alla coscienza dello scarto che si produce e che segnala la sua diversità. Il bambino che gioca a cavallo di un manico di scopa sa che quello è un bastone di legno e non un cavallo. Sta imitando il cavaliere e facendolo attiva la sua creatività. Non lo sta copiando. I bambini che giocano trasformando foglie e conchiglie in barche imitano, non copiano. Il sogno di una copia è di non essere più copia ma non annullandosi nell’originale, bensì segnando uno scarto e divenendo un’imitazione, cioè qualcosa di simile e di diverso, come un figlio rispetto al padre.
Alfonso Maurizio Iacono
Filosofia e riabilitazione neurocognitiva, storia di una strana coppia
"Storie di mondi intermedi" (Edizioni Ets, 2017) raccoglie i risultati di una collaborazione teorica, che va avanti da più di trent’anni, tra i componenti di una strana coppia: la filosofia e la riabilitazione neurocognitiva. Autore del volume è Alfonso Maurizio Iacono è professore ordinario di Storia della filosofia al dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa.
Pubblichiamo di seguito una la prefazione del volume a firma dell'autore.
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Raccolgo qui parte dei risultati di una collaborazione teorica che è iniziata ormai più di trent’anni fa con il prof. Carlo Perfetti e con il suo numeroso gruppo di riabilitatori.
Sono stati anni di continue riflessioni e autointerrogazioni in seno a una disciplina che, come ogni sapere scientifico, ha bisogno di ripensare metodologicamente e concettualmente se stessa e i modi delle sue pratiche terapeutiche. Il fascino conoscitivo della riabilitazione consiste per me in particolare nel fatto che corpo e mente, movimento e pensiero, mostrano la loro unità ancor più se e quando si presentano delle patologie. Se come aveva rilevato lo storico della scienza Georges Canguilhem, riecheggiando quel che Nietzsche ebbe a osservare a proposito di Claude Bernard, uno dei padri della fisiologia, il patologico non è qualcosa d’altro dal normale perché vi troviamo amplificati tutti i suoi elementi, ciò trova conferma nella riabilitazione neurocognitiva.
Ritengo che la definizione data da Carlo Perfetti della riabilitazione come apprendimento in condizioni patologiche, sia un importante punto di riferimento per la riflessione teorica e si attaglia assai bene al tema dei mondi intermedi intesi come costruzioni comunicative di relazioni che si creano nei processi di apprendimento dati dal gioco e dall’arte.
I gattini che giocano alla guerra e la Montagna Sainte-Victoire di Paul Cézanne, a cui faccio riferimento nelle pagine di questo libro, mondi apparentemente così lontani tra loro, trovano il loro punto in comune proprio nei modi di costruire mondi che nascono da altri mondi e se ne rendono autonomi pur mantenendo con essi una relazione. Anche apprendere in condizioni patologiche è un costruire mondi nelle relazioni che vanno a instaurarsi tra terapisti e pazienti. È qui che riabilitazione neurocognitiva e filosofia si sono incontrate. Una strana coppia, verrebbe da dire, ma spesso le strane coppie funzionano assai meglio di quelle cosiddette normali.
Dedico questo libro a Carlo Perfetti, vero maestro della riabilitazione neurocognitiva.
Nel corso di questi anni ho conosciuto molti riabilitatori con i quali, in vario modo, ho collaborato sia attraverso incontri, seminari, lezioni, convegni, sia scrivendo sulla rivista Riabilitazione Neurocognitiva. Tra essi desidero ricordare, ben sapendo che non esaurisco l’elenco, Sonia Fornari, Valter Noccioli, Franca Panté, Aldo Pieroni, Paola Puccini, Carla Rizziello, Vincenzo Saraceni, Alessandra Vecoli, Angela Veronese, Sergio Vinciguerra, Marina Zernitz. Un grazie inoltre a Luca Mori, che ha condiviso con me, arricchendola, la parte filosofica di questa storia, a Silvia Baglini e a Giacomo Brucciani per le loro preziose osservazioni e a Marina Campolmi, che ha condiviso con Carlo la parte riabilitativa. Infine, un pensiero a Silvia Bizzarri e a Marcella D’Ambrosio che non ci sono più.
Alfonso Maurizio Iacono
Uno studente dell’Unipi selezionato per le Universiadi estive di Taipei
Gabriele Cimini, studente del secondo anno di Scienze motorie dell’Università di Pisa e atleta del Gruppo Sportivo Esercito nella sezione scherma, specialità spada, è stato scelto dalla Federazione Italiana Scherma per far parte della squadra italiana che parteciperà alle prossime Universiadi estive che si terranno a Taipei (Taiwan) dal 19 al 30 agosto. Gabriele, che rappresenterà l’Ateneo pisano, sarà impegnato il 21 agosto nella gara individuale e il 24 nella gara a squadre insieme a Lorenzo Buzzi del Politecnico di Torino, Federico Vismara dell’Università Bocconi di Milano e Valerio Cuomo dell’Università Federico II di Napoli.
Gabriele Cimini (foto di Augusto Bizzi, fotografo della Federazione internazionale Scherma).
Nato a Pisa nel 1994, Gabriele Cimini ha iniziato a tirare di scherma nel 2004 sotto la guida del Maestro Antonio Di Ciolo, che ancora lo allena, e nell’ottobre 2014 è entrato a far parte del Gruppo Sportivo Esercito. Il suo medagliere è già molto ricco, tra i risultati più significativi raggiunti ricordiamo l’oro individuale al Campionato Italiano Cadetti nel 2010; l’oro a squadre al Campionato Europeo Cadetti e il bronzo individuale al Campionato del Mondo Cadetti nel 2011; l’oro a squadre al Campionato Europeo Giovani e al Campionato del Mondo Giovani nel 2013; l’argento individuale al Campionato Italiano Giovani nel 2014; l’oro individuale al Campionato Italiano Under 23 e l’oro a squadre al Campionato Europeo Under 23 nel 2015; il bronzo a squadre ai Giochi Olimpici Europei nel 2015; il bronzo individuale al Campionato Italiano Under 23 e il bronzo a squadre al Campionato Europeo Under 23 nel 2016; l’argento a squadre al Campionato Europeo Under 23 nel 2017. Negli anni ha poi partecipato a numerose gare di Coppa del Mondo Assoluti dove è più volte giunto alle fasi finali.
Come membro della Nazionale italiana Assoluta di Spada guidata dal CT Sandro Cuomo, Gabriele partecipa regolarmente ai ritiri collegiali presso il Centro CONI di Formia. Durante l’ultimo ritiro del mese di luglio il CT Cuomo ha deciso di convocarlo per le Universiadi Estive di Taipei 2017 in quanto appartenente ai giovani atleti della Nazionale Italiana Assoluta di Spada.
«Sono molto soddisfatto per la convocazione – dichiara Gabriele - la ritengo un'ulteriore conferma del lavoro svolto con il mio maestro e mi fa piacere rappresentare la mia università a questi giochi. Come atleta professionista e studente universitario posso dire che il "segreto" è riuscire a fare ciò che più ti piace. Portare avanti una carriera sportiva e una carriera da studente può sembrare difficile, e infatti lo è, ma posso garantire che, con la passione e la disciplina, si riesce a portare avanti tutto quello che si vuole. Mi risuonano spesso in testa le parole di Alessandro Puccini, campione olimpico ad Atlanta 1996 non che maestro nella mia società e mio mentore come atleta: "Si può". Ogni volta che affronto una gara o un esame all'università penso sempre a queste parole. Dico quindi ai miei colleghi studenti e amici del mondo sportivo: "Si può, basta solo volerlo"».
Gabriele Cimini (foto di Augusto Bizzi, fotografo della Federazione internazionale Scherma).
Gabriele Cimini (foto di Augusto Bizzi, fotografo della Federazione internazionale Scherma).
Spettacolo "Il Negozio di Altalene"
Giovedì 27 luglio alle 19, alla Stazione Leopolda, va in scena lo spettacolo teatrale "Il Negozio di Altalene", scritto ed interpretato da Luca Oldani con musiche a cura di Bernardo Sommani.
Lo spettacolo è stato realizzato dall'associazione 120g, con il contributo dei fondi di ateneo per le attività studentesche.
Info: Giulia Grassi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il Negozio di Altalene
Giovedì 27 luglio alle 19, alla Stazione Leopolda, va in scena lo spettacolo teatrale "Il Negozio di Altalene", scritto ed interpretato da Luca Oldani con musiche a cura di Bernardo Sommani.
Lo spettacolo è stato realizzato dall'associazione 120g, con il contributo dei fondi di ateneo per le attività studentesche.
Info: Giulia Grassi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Innovativo intervento al cuore eseguito dall'équipe della professoressa Anna Sonia Petronio
Il 13 luglio l'équipe della sezione dipartimentale Emodinamica dell'Aoup, diretta dalla professoressa Anna Sonia Petronio, docente di Malattie dell'apparato cardiovascolare all'Università di Pisa, ha compiuto con successo un innovativo intervento di correzione dell'insufficienza della valvola tricuspide con tecnica mini-invasiva, cioè senza aprire chirurgicamente il torace e il cuore, ma inserendo degli strumenti attraverso dei cateteri posizionati nella vena giugulare. Si tratta della terza operazione del genere a livello europeo.
L'insufficienza della valvola tricuspide è una patologia frequente che causa gravi disturbi ai pazienti (affanno, marcato edema degli arti inferiori, ascite, sofferenza epatica), ma che raramente viene trattata per via chirurgica tradizionale per il rischio operatorio elevato. L'intervento realizzato dalla professoressa Petronio consiste nell'applicazione di alcuni punti di sutura sull'anello della valvola posta tra l'atrio destro e il ventricolo destro, allo scopo di restringere l'anello valvolare e quindi ridurre il grado di insufficienza della valvola.
Si tratta del terzo intervento in Europa, realizzato all'interno di uno studio clinico finalizzato all'ottenimento del marchio CE per la metodica. La procedura è durata circa cinque ore e la paziente si è potuta alzare già in prima giornata post-intervento. Con questa importante novità, l'Emodinamica dell'Aoup conferma il suo ruolo di punto di riferimento a livello nazionale ed europeo per il trattamento percutaneo (non chirurgico) delle patologie delle valvole cardiache.
"Per il paziente - ha detto la professoressa Petronio - i vantaggi sono nella riduzione dell'affanno e con il tempo della terapia; quindi una migliore qualità della vita. Ci sono inoltre vantaggi per la spesa pubblica, con un prevedibile risparmio in termini di dimunuzione dei ricoveri per scompensi cardiaci".
"Mi congratulo con la professoressa Petronio e la sua équipe - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - per questo intervento innovativo, che ci pone all'avanguardia in Italia e in Europa. Il merito va a un gruppo di lavoro molto preparato ed esperto, che ha saputo inserirsi con pieno successo all'interno di una collaborazione scientifica di rilievo internazionale".
Al via al Conservatorio di Livorno il master in “Musicoterapia”
Il Conservatorio di Livorno “Istituto Superiore di Studi Musicali Pietro Mascagni”, in convenzione con l’Università di Pisa, ha lanciato un master AFAM biennale di primo livello in “Musicoterapia”. Il corso partirà nell’anno accademico 2017/2018 e le iscrizioni sono già aperte.
Qual è la rilevanza di questa iniziativa? «Nell’ultimo ventennio il panorama nazionale della musicoterapia è profondamente mutato e tale disciplina è divenuta una pratica conosciuta e accreditata, diffusa in tutto il territorio – spiega il professor Marco Luise, presidente del Conservatorio di Musica e docente dell’Ateneo pisano – La ritroviamo come materia di studio nell’iter formativo delle lauree in Logopedia e Riabilitazione psichiatrica, mentre la figura del musicoterapeuta è sempre maggiormente presente all’interno delle diverse équipe riabilitative».
Il processo di sistematizzazione della cultura musicoterapica è già in atto da svariati anni in diversi paesi: negli Stati Uniti, dove è attiva e riconosciuta sin dal 1975, in Europa (Inghilterra, Danimarca, Paesi Scandinavi, Olanda, Austria), ove sono riconosciute sia la formazione, sia il profilo professionale del “music therapist”. Riconoscimento che ha trovato sul piano politico-burocratico un giusto bilanciamento fra i Ministeri della Sanità e dell’Istruzione, individuando nella musicoterapia uno strumento validamente collocabile tra lo psicopedagogico e il riabilitativo. «L’istituzione di un master di I livello in Musicoterapia (MAMUT) – conclude il professor Luise – è dunque più che motivata da questo riconoscimento, che dovrà sperabilmente compiersi anche in Italia, magari con la futura istituzione di uno specifico corso di laurea. Il master che qui si propone rappresenta un passo intermedio ma fondamentale verso questo scopo».
Il master biennale di I livello è organizzato in due anni di corso, in entrambi i quali lo studente deve ottenere 60 CFU, per un totale di 120 CFU sui due anni. I 120 crediti sono ripartiti in 23 di area musicale erogati dall’Istituto Mascagni, 43 di area medica e psicologica erogati dall’Università di Pisa, in particolare dal dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica (corso di laura in Scienze e tecniche di Psicologia clinica e della salute); seguiranno 34 CFU di area musicoterapica erogati ancora dall’Istituto Mascagni, e 20 di tirocinio da svolgersi presso le ASL del territorio (Livorno e Pisa). I 16 crediti di tirocinio del II anno comprendono anche la preparazione di una tesi di master e l’effettuazione della prova finale. Una volta superato l’esame finale, agli allievi verrà rilasciato il titolo di “Master AFAM di I livello in Musicoterapia”.
Per maggiori informazioni: www.istitutomascagni.it, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Oppure contattare il direttore del master Stefano Guidi (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Le iscrizioni all’esame di ammissione sono aperte dal 10 luglio e saranno accettate fino all’8 settembre 2017.