Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Venerdì, 28 Luglio 2017 11:02

Dottorato in cotutela

Informazioni sul titolo doppio o congiunto valido nei paesi sedi delle università partner:

 

http://dottorato.unipi.it/index.php/it/dottorandi/item/49.html

Venerdì, 28 Luglio 2017 10:12

Finanziare progetti di dottorato

 Come avviare una collaborazione, i contatti, i documenti, le informazioni sulle agevolazioni:

 

http://dottorato.unipi.it/index.php/it/enti-esterni.html

Un nuovo riconoscimento per l’Università di Pisa nell’ambito della ricerca. Il progetto “Melanocortin receptor 4 (MC4R) as a novel therapeutic target in glioblastoma (GBM)” del professor Guido Bocci, associato di Farmacologia del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, si è aggiudicato la challenge Discovery Partnerships with Academia (DPAc) promossa dall’azienda farmaceutica Glaxo Smith Kline. Si tratta di un programma che mira a creare una partnership innovativa tra i ricercatori accademici e le ricerche effettuate in azienda.

Bocci_Di_Desidero_Orlandi.jpg
Il professor Guido Bocci con Teresa Di Desidero (a sinistra) e Paola Orlandi (a destra).

Lo studio si pone l’obiettivo di esplorare, per la prima volta, la presenza di un particolare recettore (MC4R) nel gliobastoma, un tumore ad alto grado di malignità e a prognosi infausta. Tramite l’inibizione del recettore attraverso nuovi farmaci da soli o in combinazione chemio e radioterapia, potrebbe essere possibile trovare nuove valide opzioni farmacologiche da percorrere nei pazienti affetti da questo tipo di tumore che, ad oggi, hanno limitate opportunità terapeutiche.

La ricerca, coordinata dal professor Bocci, è il risultato del lavoro di un team formato dalla dottoressa Teresa Di Desidero e Paola Orlandi, con la collaborazione della dottoressa Francesca Vaglini (dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia), e del dottor Francesco Pasqualetti (U.O. Radioterapia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana). Inoltre, si avvarrà della preziosa collaborazione del professor Salvatore Guarini, della professoressa Daniela Giuliani e della dottoressa Alessandra Ottani, dell'Università di Modena e Reggio Emilia, esperti internazionali della farmacologia del recettore MC4R.

La rivista scientifica Molecular Neurobiology ha recentemente pubblicato parte dei dati raccolti durante lo studio.

Gruppo_ricerca_marchetti.jpgDue importanti riconoscimenti sono stati assegnati al gruppo coordinato da Piero Marchetti, professore di Endocrinologia nel Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa e direttore della Sezione dipartimentale di Endocrinologia e metabolismo dei trapianti d’organo e cellulari dell’Aoup. Al congresso dell’American Diabetes Association, tenutosi recentemente a San Diego, California, la dottoressa Lorella Marselli, ricercatrice, e la dottoressa Mara Suleiman, assegnista di ricerca, hanno presentato i risultati di uno studio che dimostra come il danno delle beta cellule pancreatiche, causa principale del diabete, possa essere reversibile, aprendo quindi nuove prospettive nella prevenzione e cura di questa patologia.

“È motivo di soddisfazione – dichiara il professor Marchetti - che al congresso, su oltre 2500 presentazioni, solo tre fossero comunicazioni orali provenienti da gruppi italiani, di cui una proprio la nostra, basata su parte del lavoro che viene svolto dal nostro gruppo”. Inoltre, al 39° congresso della Società Italiana di Endocrinologia, la dottoressa Elena Gianetti, che lavora in Aoup con un contratto libero professionale, è risultata vincitrice del premio per il miglior lavoro pubblicato negli ultimi due anni da giovani ricercatori italiani sulla rivista Journal of Endocrinological Investigation.

Lo studio in questione riguarda la terapia di alcune malattie della tiroide in gravidanza, ed è stato condotto dalla dottoressa Gianetti durante il suo dottorato, in collaborazione, tra gli altri, con il professor Paolo Vitti, il professor Enio Martino e lo stesso professor Tonacchera.

Selezione per un contratto di lavoro a tempo indeterminato cat D presso il Centro dipartimentale di Medicina riabilitativa Sport and anatomy 

 

 

https://www.unipi.it/ateneo/bandi/conc-pub/cat-d/fisioterap/index.htm

rettorato 2016 home oriz

In relazione alle notizie di stampa sull’ipotesi di illegittimità di un concorso a cattedra del nostro ateneo precisiamo che, nel marzo scorso, a quanto ci risulta prima ancora che l’interessata presentasse denuncia, appena ricevuta informazione dell’eventuale irregolarità, abbiamo immediatamente provveduto a trasmettere gli atti in nostro possesso alla Procura della Repubblica e, nel contempo, abbiamo attivato la nostra Commissione Etica. Da allora abbiamo attivamente collaborato con la Magistratura perché sia fatta piena luce.

Il nostro ateneo bandisce centinaia di analoghi concorsi e la percentuale di contenziosi è risibile. Questo tipo di attività, le cui decisioni sono affidate a organismi collegiali molto ampi che vengono poi ratificate dal Consiglio di Amministrazione, è regolata da leggi nazionali che, con le ultime modifiche, sono diventate molto più severe e trasparenti rispetto al passato.

rettorato_2016_home_oriz.jpg

In relazione alle notizie di stampa sull’ipotesi di illegittimità di un concorso a cattedra del nostro ateneo precisiamo che, nel marzo scorso, a quanto ci risulta prima ancora che l’interessata presentasse denuncia, appena ricevuta informazione dell’eventuale irregolarità, abbiamo immediatamente provveduto a trasmettere gli atti in nostro possesso alla Procura della Repubblica e, nel contempo, abbiamo attivato la nostra Commissione Etica. Da allora abbiamo attivamente collaborato con la Magistratura perché sia fatta piena luce.

Il nostro ateneo bandisce centinaia di analoghi concorsi e la percentuale di contenziosi è risibile. Questo tipo di attività, le cui decisioni sono affidate a organismi collegiali molto ampi che vengono poi ratificate dal Consiglio di Amministrazione, è regolata da leggi nazionali che, con le ultime modifiche, sono diventate molto più severe e trasparenti rispetto al passato.

La robotica al servizio dell’uomo: per liberarlo dalle incombenze più faticose, intervenire con estrema precisione e affidabilità sul corpo umano, migliorare la qualità di vita delle persone diversamente abili, contribuire a superare il divario tra il nord e il sud del mondo, scoprire inattese espressioni artistiche. La robotica in tutte le sue declinazioni, riassunte nell’origine stessa di questa parola slava “lavoro forzato, servitù” (a beneficio esclusivo dell’uomo), è la protagonista del primo festival internazionale ospitato in Italia, a Pisa, dal 7 al 13 settembre 2017, nella città che vanta una delle più alte concentrazioni al mondo di addetti e di attività di ricerca, sviluppo, applicazione di sistemi robotici.

1_robot_davinci_3.jpg
Robot chirurgico “da Vinci” (Foto di Enzo Cei, property of ARPA ONLUS).

Pisa, città della scienza, ha fatto fronte comune per garantire il successo a questa prima edizione del Festival internazionale di robotica, promossa da Fondazione Arpa, Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, Comune di Pisa. Tra i co-promotori scientifici figurano Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Irccs Stella Maris, Centro di eccellenza Endocas dell’Università di Pisa. In programma seminari, convegni, dimostrazioni, mostre, esibizioni artistiche, laboratori didattici per gli studenti (a partire dalle scuole elementari) per garantire una panoramica completa e aggiornata sulla ricerca, sulla produzione, sulle applicazioni della robotica che, tenendo fede alla sua missione, si pone a servizio dell’uomo.

Fra i numerosi eventi, che vedono la partecipazione di alcuni tra i leader internazionali della robotica, si segnalano quelli dedicati all’arte e allo spettacolo (9 e 11 settembre); all’insegnamento dei chirurghi, i quali potranno utilizzare sistemi di simulazione per affinare la loro formazione (9 e 11 settembre); allo sport e al superamento delle disabilità (10 e 13 settembre); all’industria e alla quarta rivoluzione industriale che, grazie alla robotica, migliorerà la vita dei lavoratori liberandoli da incombenze pericolose, faticose, usuranti (11 settembre); al rapporto con l’etica e con la regolazione normativa (11 settembre); al miglioramento della logistica farmaceutica (11 settembre); alla cooperazione umanitaria e alla solidarietà, per contribuire a vincere le diseguaglianze (12 e 13 settembre). Una giornata, quella del 12 settembre, sarà dedicata agli investitori, per conoscere le opportunità che Pisa e la Toscana offrono per garantire lo sviluppo di un’eccellenza italiana leader a livello mondiale com’è la robotica. Il festival è ospitato in 12 location, scelte fra le più suggestive del centro storico di Pisa e che, in buona parte, coincidono con alcune sedi delle istituzioni che hanno contribuito a promuovere il festival, come organizzatori o co- promotori scientifici. Per affrontare le tematiche del festival, attraverso una vasta gamma di eventi, è altrettanto ricco il panel dei relatori: scienziati, intellettuali, artisti che presenteranno le sfide più entusiasmanti e presenteranno in anteprima alcuni dei progetti che avranno un alto impatto per migliorare la vita dell’uomo. In occasione della cerimonia inaugurale di mercoledì 7 settembre e dei due concerti in programma al Teatro Verdi di Pisa sabato 9 e martedì 12 settembre è prevista la presenza di robot sul palcoscenico per collaborare con gli artisti e con i direttori dell’orchestra.

4_face_mazzei.jpg
FACE, l’umanoide sociale sviluppato dal Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, in grado di percepire le emozioni dell'interlocutore e adattare il proprio comportamento, stabilendo un dialogo empatico come le persone (Fonte: Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa).

“Il festival nella formula proposta per questo suo primo anno – sottolinea Franco Mosca, presidente della fondazione Arpa, organizzatore e principale sostenitore, professore emerito dell’Università di Pisa e direttore del festival – appare come lo sviluppo di una manifestazione progettata anni addietro da Paolo Dario, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna - e che sostanzialmente si materializza nel programma che sarà ospitato alla Stazione Leopolda , una delle tante sedi della manifestazione, a Pisa. Con la condivisione di tutte le componenti che nell’area Pisana si occupano di robotica è nata l’ampia, articolata e ambiziosa formula attuale. La priorità è stata la cura dell’aspetto scientifico del festival: è ragionevole ritenere che – aggiunge il prof. Franco Mosca –questo scopo sia stato raggiunto, nonostante le difficoltà incontrate nel costruire il budget minimo indispensabile. Superando paure, diffidenze e sospetti il festival mira a trasmettere un convincente messaggio positivo: la robotica si pone al servizio dell’umanità, capace di migliorare la vita delle persone affrancandole da tante incombenze, rendendo per loro praticabili ampi spazi per pensare, ideare, creare un nuovo mondo. ‘Robot’ significa dunque ‘servizio’, decisamente oltre rispetto alle già acquisite evidenze della straordinaria utilità della robotica in area sanitaria: per chirurgia, riabilitazione, handicap. Gli appuntamenti dedicati alla cooperazione umanitaria – conclude il prof. Franco Mosca – vogliono richiamare l’attenzione sulle enormi potenzialità che la tecnologia offre a sostegno delle aree sottosviluppate del pianeta”.

“Una tecnologia avanzata comprensibile ed 'amichevole'. È lunga la genesi dell’ideazione di questo Festival, che risale al 1992 – spiega Paolo Dario, coordinatore del comitato scientifico e direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna - quando organizzammo la prima mostra di robotica nell'aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, su una linea che nel corso dei decenni abbiamo sempre perseguito: essere alla frontiera dell’innovazione tecnologica, ma prestando sempre attenzione - o anticipando - la dimensione sociale ed etica della tecnologia stessa. Facevamo bene: sono in molti oggi a temere i robot non tanto come ‘nemici’ dell’uomo quanto piuttosto come ‘ladri’ di lavoro. Se questo rientra nel novero delle possibilità, io ritengo che una lettura non difensiva e contraria allo sviluppo della tecnologia (sempre difficile, se non impossibile) sia di gran lunga preferibile. Diventare costruttori - e non soltanto utilizzatori - di robot è per il nostro Paese una opportunità concreta per mantenere e persino aumentare i posti di lavoro. Noi i robot li sappiamo ideare, sviluppare e costruire in Italia, e di questo dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi. Abbiamo quindi pensato il nostro festival – continua Paolo Dario - come un’occasione per spiegare, mostrare, raccontare cos’è la robotica oggi, sfatandone timori ingiustificati senza con ciò alimentare miti trionfalistici. Semplicemente, dando a tutti i visitatori il modo di toccare con mano e di confrontarsi direttamente con i protagonisti di questa grande rivoluzione tecnologica, che dobbiamo sapere sfruttare a nostro vantaggio”.

mano_robotica_centro_piaggio_1.jpg
Mano robotica SoftHand sviluppata dal Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa e dall’IIT di Genova. Semplice e robusta, è stata progettata secondo gli stessi principi che governano il funzionamento della mano umana, è quindi in grado di afferrare e manipolare in modo “intelligente” quasi tutti gli oggetti di uso comune. (Fonte: Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa).

“L’idea del festival – commenta la direttrice del Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa, Arti Ahluwalia – è quella di mostrare l’orizzonte della ricerca in robotica oggi e cioè un mondo in cui gli automi possano concretamente migliorare la qualità della vita delle persone attraverso interazioni con l’essere umano, sia fisiche che emotive. Uno scenario che si fonda in modo essenziale sulla conoscenza di come funzionano il nostro corpo, la nostra mente e le nostre emozioni, per poter progettare sistemi, macchine, materiali e tecnologie robotiche bio-ispirate al servizio dell’essere umano, per esempio nuovi dispositivi biomedicali, o robot in grado di muoversi in modo naturale e sicuro, per l’assistenza di pazienti o per lavorare accanto all’uomo. Una ricerca, quindi, che parte dallo studio dell’uomo e passa attraverso l’artificiale, per poi tornare all’uomo”.

“La robotica caratterizza Pisa in Italia e nel mondo –sottolinea il sindaco di Pisa Marco Filippeschi – come una delle realtà dove si è più sviluppata e, grazie ai tanti ricercatori che ogni giorno danno il loro contributo, la città è riconosciuta tra i leader a livello mondiale. Il Festival internazionale della robotica, alla sua prima edizione, presenta già una dimensione di vasto respiro, con approfondimenti sulle evoluzioni delle tecnologie e con il dibattito sulle implicazioni sociali ed economiche di una delle discipline più importanti per il presente e per il futuro. Il Comune di Pisa affianca e sostiene quello che si candida a diventare un altro grande festival che caratterizzerà Pisa. In pochi anni gli eventi ricorrenti della città si sono moltiplicati e questo costituisce un segno di vitalità e di collaborazione fra le diverse istituzioni”.

7_robot_santanna.jpg
Robot per l’assistenza personale, sviluppato nell’ambito del progetto “Robot-Era”, con il coordinamento dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. È uno dei tre robot in grado di interagire con le persone in ambiente domestico e anche fuori casa, garantendo maggiore autonomia e qualità di vita per le persone fragili. (Fonte: Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna).

3_esoscheletre_santanna.jpg
Sistema esoscheletrico “Body Extender” realizzato dal Laboratorio di Robotica Percettiva dell'Istituto TeCIP -Tecnologie della Comunicazione, Informazione e Percezione della Scuola Superiore Sant'Anna (Foto di Enzo Cei, property of ARPA ONLUS).

Il dottorato di Filologia, Letteratura, Linguistica dell'Università di Pisa è stato selezionato come vincitore di una delle cinque borse di studio a sostegno di progetti di ricerca in materie umanistiche messe in palio dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus. La borsa, che ha un importo di 70 mila euro distribuiti in un triennio accademico, avrà come tema di ricerca "La rappresentazione delle relazioni economiche nella letteratura romanzesca europea dagli inizi del XIX agli inizi del XXI secolo", con l'obiettivo di contribuire alla comprensione delle relazioni che gli individui e le società intrattengono con il denaro, il commercio e la finanza.
Il progetto proposto dal corso di dottorato pisano, che è coordinato dal professor Gianni Iotti, ordinario di Letteratura francese, è stato scelto tra i 53 presentati da 25 università, insieme a quelli degli Atenei della Basilicata, di Camerino, di Padova e di Roma Tor Vergata. Tutela del patrimonio architettonico-culturale, legame con il territorio e multidisciplinarietà sono le caratteristiche dei corsi selezionati dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, che per la prima volta ha deliberato l'erogazione delle cinque borse di studio in occasione del decimo anno di attività.
Per l'Università di Pisa si tratta di un risultato di particolare importanza, che permetterà di disporre di una borsa aggiuntiva rispetto a quelle interne già a disposizione del dottorato.
Secondo il Regolamento vigente, l’assegnazione della borsa avverrà tramite concorso riservato a candidati in grado di dimostrare il possesso, oltre che dei requisiti di legge, di un indice ISEE 2017 inferiore a 25 mila euro, di una votazione di 110 e lode e con non più di un anno di iscrizione fuori corso alla laurea magistrale/specialistica o al diploma di laurea vecchio ordinamento o a titolo straniero idoneo; infine, di non aver mai goduto di altra borsa di studio o altra forma di sussidio, né di esserne prossimo assegnatario. Per maggiori informazioni, si può consultare il bando all'indirizzo: www.unipi.it/concorsodottorato.
A commento del risultato ottenuto, il professor Iotti ha dichiarato: "Prima di tutto vorrei ringraziare la Fondazione Intesa Sanpaolo per la sua generosa iniziativa che fornirà ad alcuni giovani meritevoli e bisognosi l’opportunità di intraprendere una ricerca di largo respiro la quale avrà sicuramente ricadute di grande interesse per tutta la comunità scientifica. Anche perché, fra gli obiettivi del progetto presentato dal nostro Dottorato, è previsto l’allestimento di una banca dati che permetterà la pubblica consultabilità dei risultati anche dopo il completamento del percorso di dottorato".
"In secondo luogo - ha continuato il coordinatore del corso di dottorato - terrei a esprimere il mio compiacimento per il fatto che la selezione della Fondazione, insieme ad altri progetti di ricerca nel campo umanistico, ha premiato un progetto di impostazione linguistica e letteraria, cosa niente affatto scontata nel contesto attuale caratterizzato da una certa marginalità delle discipline filologiche. La ricerca, infatti, avrà come oggetto la rappresentazione delle relazioni economiche e della loro influenza sui sentimenti e sui rapporti umani all’interno della produzione romanzesca europea degli ultimi due secoli e, come tale, potrà fornire un utile contributo alla definizione del legame tra letteratura e realtà, legame troppo spesso trascurato o distorto dalle semplificazioni dettate dagli imperativi culturali più diffusi".

Girare la testa, leccarsi il naso, immobilizzarsi, farsi piccoli o sollevare la zampa anteriore: sono questi alcuni dei segnali calmanti che i cani domestici si scambiano fra loro per inibire eventuali comportamenti aggressivi. Ad individuarli in modo specifico attraverso uno studio sperimentale pubblicato sul “Journal of Veterinary Behavior” è stato un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa composto da Chiara Mariti, Caterina Falaschi, Marcella Zilocchi, Claudio Sighieri, Asahi Ogi e Angelo Gazzano.
“Alla fine degli anni ’80 una dog trainer norvegese, Turid Rugaas, ha descritto come segnali calmanti alcuni comportamenti emessi dai cani domestici, in base ad osservazioni da lei effettuate sul campo – spiega Chiara Mariti – ma la nostra ricerca è la prima che studia questi comportamenti secondo una metodologia scientifico-sperimentale per valutarne la funzione comunicativa e calmante”.
La sperimentazione ha coinvolto 24 cani, 12 femmine e 12 maschi, di cui sono stati analizzati i comportamenti durante l’interazione con altri esemplari, cani conosciuti e sconosciuti di entrambe i sessi. In totale i ricercatori hanno osservato 2.130 segnali calmanti, la maggior parte dei quali emessi durante gli incontri fra cani sconosciuti. Girare la testa, leccarsi il naso, immobilizzarsi ed allontanarsi sono risultati i comportamenti più frequenti quando i cani non si conoscevano, mentre leccare la bocca dell’altro si verificava soprattutto con cani conosciuti. In generale, nessuno dei 109 comportamenti aggressivi osservati dai ricercatori è stato preceduto dall’emissione di segnali calmanti e anche nel caso di interazioni ostili l’emissione di segnali calmanti ha quasi sempre portato quasi sempre ad una riduzione dell’aggressività.
“E’ poco frequente che, nel mondo cinofilo, si ricorra al metodo scientifico - sottolinea Chiara Mariti - in questo caso invece, abbiamo testato scientificamente un’ipotesi basata su osservazioni ed aneddoti, il che rappresenta una novità da ripetere al fine di rendere attendibili le teorie su cui ci basiamo per interpretare il comportamento del cane, con tutte le conseguenze pratiche che ne derivano, sia per i proprietari dei cani sia per tutti i professionisti lavorano con i cani”.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa