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Domenica 27 dicembre è scomparso Giancarlo Dell'Amico, corista e punto di riferimento fondamentale per le attività del Coro dell'Università di Pisa. La camera ardente sarà allestita lunedì 28 di pomeriggio alla Pubblica Assistenza di via Bargagna, mentre la cerimonia funebre si terrà martedì 29 alle ore 15 nella Chiesa del Sacro Cuore.

Di seguito pubblichiamo il ricordo scritto dalla professoressa Maria Antonella Galanti, responsabile del Centro musicale dell’Ateneo.
La foto in Homepage è stata scattata al Teatro Verdi dopo il Concerto di Natale del 2016, quando a Giancarlo Dell'Amico è stata dedicata una targa di ringraziamento a conclusione del suo incarico di responsabile organizzativo del Coro.
La foto in basso si riferisce afesteggiamenti in Sapienza per i venti anni del Coro del 2019, nel cui ambito il rettore Paolo Mancarella ha reso omaggio a Giancarlo Dell'Amico con la consegna di una targa.

Giancarlo

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Giancarlo Dell'Amico è morto la mattina del 27 dicembre, in ospedale, per un improvviso aggravamento a causa del Covid. Cantava nel Coro dell’Università fin dal terzo anno della sua costituzione, cioè dal 2001, nella sezione dei bassi. Nella comunità accademica era stato prima tecnico laureato, poi era diventato funzionario EP, nella allora Facoltà di Chimica, ponendosi come punto di riferimento per docenti, personale tecnico e studenti.

Si afferma, giustamente, che in un coro ci si deve sentire una parte del tutto senza che nessuna voce tenti di sovrastare le altre. Giancarlo, però, non è stato solo un corista appassionato e leale, ma fin da subito si è fatto carico anche della complessa macchina organizzativa delle attività del Coro, tanto che nel 2006 ne è stato nominato formalmente responsabile organizzativo e ha mantenuto questa carica fino al 2016. In tale veste, senza risparmiarsi e senza mai sottolineare fatica e impegno, si è prodigato rispetto a tutto quanto era necessario fare, dalle questioni più importanti relative agli eventi da organizzare a quelle di dettaglio.

Non è possibile pensare alla storia del Coro dell’Università di Pisa senza avere nella mente la sua figura affabile e generosa. L’avremmo salutato in altro modo, come coristi, cioè con la musica, se la situazione ce lo avesse permesso, ma cercheremo di farlo, nel suo ricordo, quando sarà di nuovo possibile.

Maria Antonella Galanti
Responsabile del Centro musicale dell’Università

L’European Research Council (ERC) ha assegnato un Consolidator Grant del valore di 1.683.750 euro a Lorenzo Bianchini, ricercatore della Sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e collaboratore del professor Guido Tonelli, docente di Fisica sperimentale all'Università di Pisa, e del professor Luigi Rolandi, docente della Classe di scienze della Scuola Normale Superiore di Pisa. Bianchini si è aggiudicato il prestigioso finanziamento grazie al progetto presentato ASYMOW "Power to the LHC data: an ASYmptotically MOdel-independent measurement of the W boson mass", il cui principale obiettivo è lo sviluppo di una nuova metodologia di analisi dati e di tecniche di calibrazione del rivelatore Compact Muon Solenoid (CMS) volte ad una misura di precisione della massa del bosone W. CMS è uno dei quattro grandi esperimenti di LHC del CERN, che assieme ad ATLAS ha permesso la scoperta del bosone di Higgs. Per la realizzazione del progetto saranno utilizzati tutti i dati già raccolti durante il secondo ciclo di attività di LHC, il cosiddetto Run2, e quelli che saranno prodotti nel corso del prossimo Run3, che è previsto iniziare nel 2022.

Bianchini fa parte della collaborazione CMS di Pisa, un forte gruppo di ricerca formato da INFN, Università e Scuola Normale di Pisa. Come da tradizione, per partecipare ai maggiori esperimenti di fisica in campo internazionale, si uniscono le energie migliori delle tre istituzioni. I gruppi possono così contare su moderni laboratori e infrastrutture di ricerca, finanziamenti adeguati e un flusso continuo di giovani menti brillanti e desiderose di farsi valere in campo internazionale.

Sposato e padre di due bambine, Lorenzo Bianchini è nato a Firenze nel 1985. Dopo la laurea triennale in Fisica all’Università degli Studi di Firenze, ha proseguito gli studi come allievo dell'Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore, ottenendo la licenza e la laurea magistrale in Fisica nel 2009. Ha conseguito il dottorato di ricerca all’Ecole Polytechnique nel 2012 con una tesi sulla ricerca del bosone di Higgs nella via di decadimento in una coppia di leptoni tau, lavoro che ha fornito un contribuito diretto alla scoperta della particella di Higgs da parte di CMS. Ha proseguito il suo lavoro di ricerca come postdoc al Politecnico Federale di Zurigo (ETH Zurich), occupandosi principalmente della misura della sezione d’urto ttH, processo che permette di stabilire l’accoppiamento diretto del bosone di Higgs con il quark top. Dal 2017 è ricercatore a tempo indeterminato presso la Sezione INFN di Pisa, dove ha proseguito il suo impegno nell‘esperimento CMS, sia per quanto riguarda gli aspetti di potenziamento della Fase2 del rivelatore, sia per le analisi di fisica. In quest’ultimo ambito, Bianchini ha focalizzato il suo interesse sulle misure di precisione elettrodebole, in particolare sulla misura della massa del bosone W.

Bianchini Lorenzo2

Il progetto ASYMOW, di durata quinquennale, ha l’obiettivo di realizzare una misura della massa del bosone di gauge W (mW) con una precisione senza precedenti per un singolo esperimento: inferiore, cioè, a 10 Megaelettronvolt (MeV). Questa accuratezza sarà sufficiente per dirimere l’attuale tensione tra la misura sperimentale di mW agli acceleratori e la sua predizione da parte del Modello Standard. Se una nuova, più precisa misura di mW, come quella che ASYMOW si aspetta di ottenere, dovesse confermare la presente anomalia, ciò costituirebbe evidenza di una rottura del Modello Standard e, dunque, dell’esistenza di nuova fisica. La precisione alla quale ASYMOW ambisce permetterà non solo di sondare la teoria elettrodebole più in profondità che mai, ma anche di stabilire una pietra miliare nelle misure di precisione dei processi di interazione protone-protone a LHC, con implicazioni che vanno ben oltre la determinazione di mW. Tutto ciò sarà reso possibile da un nuovo approccio alla misura, che dovrà essere sviluppato in dettaglio nel corso del progetto, e che consentirà di sfruttare al massimo il potere statistico senza precedenti offerto da LHC.

“La cifra del progetto – ha spiegato Bianchini – è dunque quella di dare potere ai dati, permettendo così di superare quei colli di bottiglia che hanno finora limitato la precisione sperimentale di mW. In questo sarò aiutato da un team di ricercatori e studenti che desidero far crescere all’interno dell’area di ricerca delle Alte Energie di Pisa, e che mi accompagneranno in un progetto ambizioso e con un grande potenziale di estendere la nostra conoscenza della fisica delle alte energie”.

Come è andata l’esperienza della DAD che, con il perdurare dell’emergenza, è dovuta proseguire anche a settembre? Ce lo racconta un’indagine della Human Foundation condotta da maggio a ottobre 2020, i cui risultati sono stati presentati giovedì 10 dicembre nel corso di una tavola rotonda online, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. A studenti e professori dell’Ateneo pisano è stato chiesto se fossero soddisfatti del modello di didattica a distanza adottato durante il lockdown e la valutazione complessiva è stata più che favorevole, con un voto che si attesta intorno a 7,5 (su una scala da 1 a 10).

La tavola rotonda, moderata dalla giornalista di Repubblica Valeria Strambi, è stata aperta dall’introduzione del segretario generale di Human Foundation, Francesco Spano. A seguire il rettore Paolo Mancarella ha illustrato le ragioni della scelta di sottoporre a valutazione d’impatto la DAD dell’Università di Pisa. La presidente di Human Foundation, Giovanna Melandri, è poi intervenuta sul tema della valutazione come strumento di management, mentre la prorettrice agli Affari giuridici, Michela Passalacqua, ha illustrato come il successo della programmazione del futuro debba muovere dall’analisi dei bisogni emersa con il percorso di valutazione. Il prorettore all’Informatica Paolo Ferragina e il presidente del Sistema informatico di Ateneo Antonio Cisternino, infine, sono entrati nel merito della strategia digitale e della offerta complessiva di didattica digitale dell’Università di Pisa. L’evento si è chiuso con l’intervento del ministro Gaetano Manfredi.

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L’indagine sull’impatto della DAD affidata alla Human Foundation aveva l’obiettivo di comprendere al meglio e con un metodo di ricerca rigoroso se le risposte ai nuovi bisogni di formazione emersi a seguito della crisi Covid sono state all’altezza delle aspettative, in modo da mettere a punto nuove strategie per usare al meglio questa importante innovazione dell’offerta didattica di Ateneo. Gli studenti coinvolti nella ricerca hanno assegnato un voto medio pari a 7.40 alla capacità dimostrata dall’Università di Pisa nel rispondere all’emergenza assicurando la continuità della didattica. Anche la valutazione del corpo docente è più che positiva, con un voto medio pari a 7,94.

«I dati di questa indagine confermano la bontà delle scelte politiche operate, sia garantendo la continuità didattica durante la pandemia sia favorendo le lezioni in presenza per le matricole – ha commentato il ministro Gaetano Manfredi - Il coinvolgimento di tutta la comunità accademica nella valutazione di questa esperienza ci consentirà di rinnovare l’offerta didattica e di comprendere al meglio le opportunità date dalle nuove tecnologie. In questo modo potremo creare un’università più inclusiva e maggiormente capace di offrire risposte a una comunità di studenti formata ormai per lo più da nativi digitali».

«Ad aprile abbiamo capito come fosse urgente valutare l’efficacia della didattica erogata a distanza e sondare le aspettative di studenti e docenti - ha spiegato il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella - Sapevamo già che quella che stavamo vivendo era una situazione che avremmo dovuto riaffrontare in autunno, con il nuovo anno accademico. Farci valutare per capire quale impatto avessero avuto le nostre scelte era fondamentale perché le risorse impiegate per far fronte alla prima ondata pandemica risultassero anche un investimento strategico per il futuro. Quello che ci ha mossi è stata, infatti, la ferma convinzione che ogni avversità racchiuda in sé delle opportunità.  Le indicazioni emerse dal Rapporto di Human Foundation ci consentono di tracciare una strategia di potenziamento per elaborare un modello innovativo di didattica con una serie di strumenti che, una volta tornati alla normalità, rimarranno attivi a beneficio delle nostre studentesse e dei nostri studenti».

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«Sono anni che lavoriamo sulla valutazione d’impatto, che non è un semplice strumento di rendicontazione degli output, ma lavora sugli outcome, sui reali cambiamenti messi in atto da un progetto o da una policy», ha spiegato Giovanna Melandri, presidente di Human Foundation. «Crediamo nella valutazione come strumento di management. L’Università di Pisa ha avuto grande visione nel voler sottoporre a valutazione la DAD universitaria, ben sapendo che la didattica digitale è ormai parte integrante dell’offerta universitaria di questo Paese e decidendo di lavorare alla sua analisi e al suo perfezionamento da subito. L’attenzione che il ministro Manfredi sta riservando all’iniziativa è riprova che abbiamo scelto una strada utile e innovativa», prosegue Melandri. «Spero che anche altri Atenei seguano questo esempio e che il lavoro di Human Foundation possa essere un vero e proprio prototipo», ha concluso.

Dalla lettura del report emerge anche un altro dato significativo: il 42,6% degli studenti intervistati considera la didattica online come uno strumento utile se integrato a quello in presenza, perché facilità la partecipazione alle attività didattiche e nel medio-lungo termine e determina un aumento della frequenza e un accrescimento dei processi di democratizzazione dell’accesso al sapere, in particolare per gli studenti affetti da disabilità motorie, per gli studenti pendolari e lavoratori. Per quanto riguarda i docenti, la metà di loro (49,0%) vede nella DAD un’opportunità supplementare, un servizio che aggiunge qualcosa senza però sovrapporsi alla didattica normalmente intesa.

runipace149 università che ispirano la propria azione ai principi fondamentali della Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite, dei Trattati istitutivi dell’UE. È questa RUniPace, la Rete delle Università italiane per la Pace promossa dalla CRUI. La Rete è stata presentata giovedì 10 dicembre online in due momenti: un evento nazionale durante la mattina e, nel resto della giornata, una cascata di eventi locali in tutta Italia che hanno portato le comunità accademiche a conoscenza dell’iniziativa.

“Non è un caso che la Rete venga presentata oggi. Il 10 dicembre si celebra la Giornata internazionale per i diritti umani, e la pace deve essere considerata un diritto inalienabile – ha detto Ferruccio Resta, Presidente della CRUI – Nei duri mesi della pandemia abbiamo visto inasprirsi le differenze economiche ed emergere difetti e conflitti delle nostre società. Ciò rende evidente e ancora più necessario il contributo di analisi e progettazione che solo le università e un approccio interdisciplinare possono fornire. La pace è un progetto che va sostenuto con le gambe solide della ricerca, della didattica e della terza missione.”

Una delle principali finalità di RUniPace è infatti lo studio delle disuguaglianze, del sottosviluppo e della povertà che possono essere considerate fra le principali cause dei conflitti. Quindi uno studio non fine a sé stesso ma funzionale all’intervento sulle dinamiche in atto: sono infatti queste le caratteristiche che anche a livello internazionale qualificano i Peace Studies. Fra le altre finalità: il supporto all’educazione alla pace, alla nonviolenza, alla non discriminazione e al dialogo; la valorizzazione del ruolo delle donne nei processi di pace a ogni livello; la creazione delle condizioni favorevoli alla leadership delle giovani generazioni nei processi di pace.

“La crisi pandemica ha posto l’attenzione sul valore della formazione e della ricerca come bene comune e come grande strumento di riduzione dei divari, sia a livello nazionale che a livello globale – ha dichiarato Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca – Una delle strategie del Ministero, in un momento di grande trasformazione tecnologica, è rafforzare il ruolo delle università nella promozione dei valori universali della tolleranza e dell’inclusione. La Rete delle Università italiane per la Pace lavorerà proprio in questa direzione, con proposte ispirate a principi e valori dal forte impatto sociale.”

“Quando abbiamo immaginato la Rete – ha detto Maurizio Tira, Rettore dell’Università Brescia e uno dei promotori – abbiamo pensato che l’azione non dovesse concentrarsi solo sull’esterno ma anche verso l’interno dell’università. Di conseguenza, Runipace nasce anche con l’obiettivo di promuovere la riflessione da parte delle comunità accademiche sulla responsabilità sociale di tutte le discipline. Questo per rafforzare la costruzione e il consolidamento della pace, anche accogliendo e sostenendo chi nel mondo soffre per violazioni dei diritti umani e del diritto alla libertà della ricerca.”

“La costruzione della Rete ha avuto il suo momento più intenso proprio durante i difficili mesi della pandemia, ed è stata resa possibile solo grazie alla passione e alla resilienza dei nostri delegati – ha detto l’altro promotore Paolo Mancarella, Rettore dell’Università di Pisa – RUniPace ha obiettivi ambiziosi che vanno realizzati a partire dal patrimonio di ricerche e competenze che già esiste nelle università, creando coordinamenti tra studiosi e studiose negli atenei e fra gli atenei. Senza però dimenticare il necessario raccordo con la società civile. Lo scopo primario di questa rete è infatti promuovere lo sviluppo, anche a livello territoriale, di una cultura della pace che permetta un approccio non violento alla risoluzione dei conflitti.”

Per informazioni: www.runipace.org

(fonte: Ufficio stampa CRUI)

È iniziata da pochi giorni e si sta concludendo la distribuzione dei circa 700 dispositivi digitali che l’Università di Pisa ha assegnato ai suoi studenti, in comodato d’uso gratuito triennale, per consentire loro di seguire le lezioni e le attività a distanza previste in questa fase di emergenza pandemica e come supporto al loro studio anche nel futuro. In totale sono 436 i laptop e 260 i tablet di qualità consegnati agli studenti in tutta Italia, grazie all’impegno assicurato da parte del personale e degli uffici dell’amministrazione universitaria e alla collaborazione di Poste italiane per quanto riguarda le spedizioni.

Va sottolineato che l’intera operazione di distribuzione dei dispositivi è stata gestita in totale sicurezza: gli studenti hanno ricevuto una firma digitale gratuita con cui sottoscrivere da remoto il contratto di comodato, e si sono visti recapitare il dispositivo all’indirizzo da loro indicato su un apposito form online.

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Il progetto rientra in un programma del Ministero dell’Università e della Ricerca finalizzato a contenere il fenomeno del divario digitale, al quale l’Ateneo pisano ha aderito scegliendo di dotare i propri studenti di validi ed efficienti strumenti di lavoro.

“Acquistare, assegnare e distribuire questi dispositivi è stato un notevole impegno per l’Università di Pisa - dichiara il rettore Paolo Mancarella - ma saremo ripagati dal pensiero di avere aiutato in modo concreto i nostri studenti più bisognosi. Stiamo ricevendo dei bellissimi messaggi di ringraziamento, e questa è per noi la soddisfazione più grande.”

Le foto pubblicate sono puramente esemplificative e non ritraggono studenti beneficiari.

Università di Pisa e Confindustria Livorno Massa Carrara ancora una volta insieme per il futuro delle nuove generazioni: con la firma del rinnovo dell'accordo le due istituzioni consolidano la collaborazione, già avviata con la sottoscrizione della prima edizione della convenzione nel 2017, arricchendola e sviluppandola con una serie di interventi mirati alla crescita formativa ed economica del territorio.

Alla conferenza stampa per la firma della convenzione sono intervenuti il rettore dell'Università di Pisa Paolo Maria Mancarella, il presidente di Confindustria Livorno Massa Carrara, Piero Neri, il prorettore per la Ricerca applicata e il trasferimento tecnologico di Unipi, Marco Raugi, e il direttore generale di Confindustria Livorno Massa Carrara, Umberto Paoletti.

“In questo particolare momento storico, così difficile e delicato – ha commentato il rettore Paolo Mancarella – credo sia fondamentale mettere in campo ogni energia positiva utile al rilancio del nostro Paese e della nostra economia. Il rinnovo della convenzione siglata tre anni fa con Confindustria Livorno Massa Carrara va in questa direzione prevedendo, sul piano formativo, la possibilità di attivare collaborazioni con i nostri singoli dipartimenti e, nell’ambito del trasferimento tecnologico, la promozione per la creazione di spin-off e start-up che valorizzino la ricerca dell'Ateneo, con particolare riferimento ai poli e ai distretti tecnologici del territorio di Livorno e Massa Carrara. Sono convinto che questo tipo di integrazione e collaborazione ricopra, oggi più che mai, un ruolo strategico, creando occasioni di crescita e sviluppo per tutti. Oltre che importanti opportunità per le nostre studentesse e i nostri studenti”.

Oltre al potenziamento delle attività di orientamento, di conoscenza del tessuto industriale di Livorno, Massa e Carrara e di interazione con i vari Dipartimenti su progetti specifici, focus della convenzione, che avrà una durata di tre anni, è l'implementazione della collaborazione per l'alta formazione rivolta ai manager, ai responsabili e ai referenti aziendali, unitamente alla collaborazione nell'ambito dell'internazionalizzazione, del trasferimento tecnologico e della valorizzazione dei risultati della ricerca.

“Il rinnovo della convenzione con l'Ateneo è un obbiettivo al quale tenevamo in modo particolare. Infatti, nel programma di mandato della nuova governance della Confindustria LI e MS che presiedo dallo scorso ottobre, i rapporti con la scuola e con l'università sono centrali nella rubrica delle attività che stiamo coordinando.– ha dichiarato il presidente di Confindustria LI MS, Piero Neri - Sono convinto che questa esperienza che oggi si consolida, rappresenti un modello da replicare anche nei contatti con gli Istituti della scuola media superiore in modo tale che il rapporto tra Industria e Formazione sia sempre più organico. Il coraggio del futuro deve essere alimentato soprattutto verso le nuove generazioni”.

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runipace1Giovedì 10 dicembre, in occasione della giornata internazionale per i diritti umani e nella data dedicata per tradizione alla cerimonia di consegna del Nobel per la Pace, in tutta Italia sarà presentata RUniPace, la Rete delle Università per la Pace, con un evento nazionale e diverse iniziative organizzate a livello locale dai singoli atenei che vedranno Pisa e le sue istituzioni universitarie tra le principali protagoniste.

Il programma sarà aperto alle ore 10 da un incontro promosso dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) a cui parteciperanno tutti i rettori e le rettrici, il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, e la senatrice Paola Binetti, vicepresidente della Commissione straordinaria diritti umani del Senato. All’evento, che potrà essere seguito collegandosi all’indirizzo https://bit.ly/3eqi7Lw, parteciperanno come relatori il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, che è stato tra i promotori di RUniPace, e la professoressa Enza Pellecchia, direttrice del Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace (CISP) dell’Ateneo pisano, che coordina a livello nazionale la rete.

 

Pisa ospiterà nel pomeriggio l’incontro dal titolo “L'impegno delle università per la costruzione della pace”, promosso congiuntamente dall’Università di Pisa, dalla Scuola Normale Superiore, dalla Scuola Superiore Sant'Anna e dalla Scuola IMT Alti Studi Lucca. Aperto dai saluti dei quattro rettori - oltre a Mancarella, Luigi Ambrosio della Scuola Normale, Sabina Nuti della Scuola Sant'Anna e Pietro Pietrini dell’IMT Lucca - e introdotto e moderato dalla professoressa Enza Pellecchia, l’evento potrà essere seguito dalle ore 16,30 collegandosi all’indirizzo: http://call.unipi.it/10dic2020runipace. Al centro dell’iniziativa ci sarà il seminario del professor Mario Pianta, della Scuola Normale, sul tema “Proteste e politiche del movimento per la pace in Italia”.

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La Rete delle Università per la Pace è nata a dicembre del 2018 per iniziativa dei rettori delle Università di Pisa, Paolo Mancarella, e di Brescia, Maurizio Tira, che ne proposero la creazione all'Assemblea della CRUI. Fin dall’inizio, il Centro Scienze per la Pace è stato indicato come struttura nazionale di riferimento e coordinamento, a testimonianza del grande impegno di Pisa sui temi della pace e in particolare come riconoscimento per gli oltre venti anni di attività del CISP.

Attualmente alla rete RUniPace (www.runipace.org/) aderiscono più di cinquanta università che ispirano la propria azione ai principi fondamentali della Costituzione italiana e delle principali Carte a livello europeo e internazionale per contribuire a rafforzare il legame tra pace, diritti umani, democrazia, giustizia e progresso sociale. Attraverso attività all’interno del mondo accademico e il costante dialogo con le organizzazioni della società civile e le scuole, la rete persegue le finalità di promuovere - nella ricerca, nella didattica e nella terza missione - la riflessione sulla responsabilità sociale di tutte le discipline e l’attenzione alla costruzione e al consolidamento della pace con mezzi pacifici; favorire la nonviolenza come approccio alla risoluzione dei conflitti per costruire una cultura del dialogo, del rispetto, dell’inclusione, della solidarietà e della condivisione; promuovere la solidarietà e la comprensione reciproca tra i popoli; favorire l’educazione alla pace, alla nonviolenza, alla non discriminazione e al dialogo; valorizzare il ruolo delle donne nei processi di pace ad ogni livello e creare le condizioni favorevoli alla leadership delle giovani generazioni nei processi di pace. Nel corso della giornata inaugurale verrà anche presentato il programma delle attività per il 2021.

Si è tenuta martedì 1° dicembre la riunione straordinaria del Senato Accademico dell’Università di Pisa nella nuova composizione che è scaturita dalle recenti elezioni e per la prima volta si è registrata una sostanziale parità di genere tra i 27 componenti, con la presenza di 13 donne e 13 uomini a cui si aggiunge il rettore come presidente dell’Organo. Nella riunione telematica sono state affrontate varie questioni e sono stati designati i componenti delle Commissioni permanenti Senato Accademico-Consiglio di Amministrazione.

“È stato per me un grande piacere trovarmi a presiedere il neo-eletto Senato. – ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella - Il maggior orgoglio è che la parità tra la componente femminile e quella maschile si è realizzata non per imposizione di vincoli o prescrizioni, ma spontaneamente, in un ambiente in cui le aspirazioni di ciascuno possono trovare la meritata collocazione. Questo significa che, nell’Università di Pisa, sebbene tanto debba ancora essere fatto, si respira un clima culturale al passo con l’evoluzione della società contemporanea”.

Le elezioni per il rinnovo del Senato Accademico, tenute tra 23 e 26 novembre con procedura di voto digitale, hanno designato i 18 rappresentanti tra professori e ricercatori a tempo indeterminato (tre per ognuno dei sei settori culturali), i due del personale tecnico-amministrativo, quello dei ricercatori a tempo determinato e quello dei dottorandi: questi ultimi due rappresentanti costituiscono una assoluta novità, introdotta dalla modifica di Statuto fortemente voluta dal rettore sin dall’inizio del suo mandato.
I 18 eletti tra professori e ricercatori a tempo indeterminato sono: Luca Pandolfi, Ettore Vicari e Ilaria Del Corso per il Settore 1; Marcello Mele, Federico Da Settimo Passetti e Roberto Giovannoni per il settore 2; Angelo Gemignani, Maria Concetta Morrone e Giovanna Preziuso per il settore 3; Rocco Rizzo, Roberto Saletti e Gabriella Caroti per il Settore 4; Roberta Ferrari, Pierluigi Barrotta e Sonia Maffei per il Settore 5; Carmelo Calabrò, Eleonora Sirsi e Antonella Angelini per il Settore 6. In rappresentanza dei ricercatori junior/senior è stata eletta Serena Danti; per il personale tecnico-amministrativo sono state elette Antonella Magliocchi e Luisa Rappazzo; per i dottorandi di ricerca è stato eletto Fabio Saggese.

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Il mandato dei membri eletti in Senato Accademico dura quattro anni accademici, tranne nei casi dei rappresentanti dei ricercatori a tempo determinato, degli studenti e dei dottorandi per i quali il mandato è di due anni accademici.

Al via da oggi l'azione congiunta dell’Amministrazione Comunale e dell'Università di Pisa per la rimozione delle scritte e affissioni abusive in città. Si parte da via Pasquale Paoli, una strada particolarmente significativa perché è sempre stata per decenni martoriata in tutta la sua lunghezza e superficie da una sequenza ininterrotta di scritte vandaliche, soprattutto sui muri delle sedi universitarie di pregio presenti nella strada, pesantemente deturpate dalle scritte vandaliche. Nei giorni scorsi il Comune di Pisa ha già ripulito buona parte delle scritte presenti e l'Università sta facendo altrettanto, con cantieri allestiti sulle parti di propria competenza: lungo il muro del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere è stato allestito un cantiere esteso per 10 metri di lunghezza e 3,5 metri di altezza.

Il Comune di Pisa tramite AVR sta portando avanti da mesi interventi a tappeto sia in centro storico che in alcune zone dei quartieri periferici, a seguito dello specifico atto di indirizzo approvato nel febbraio 2020 dalla Giunta Comunale, finalizzato a perseguire l’obiettivo del contrasto al fenomeno delle scritte e affissioni abusive. Le attività di ripulitura, nonostante l'emergenza epidemiologica, sono state avviate in modo massiccio: da maggio a novembre l’intervento ha portato a ripulire circa 2500 mq di superfici intonacate, oltre a decine di rimozioni di scritte su superfici in pietra e interventi pilota di stesura di vernici antigraffito su lampioni e altre superfici.

L’Università di Pisa si è sempre adoperata per rimuovere con tempestività scritte che hanno deturpato i propri edifici, anche sulla base di segnalazioni pervenute da parte degli uffici dell’Amministrazione Comunale. A seguito della richiesta da parte dell’assessore Bedini di avviare un’azione congiunta, sinergica per stabilire un piano di collaborazione, l’Ateneo ha deciso di condividere a pieno l’azione del Comune e di attivare un'azione strutturale che porterà al controllo del fenomeno sugli edifici di sua proprietà.

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“Sono veramente molto soddisfatto della collaborazione con l’Università di Pisa, che ringrazio per aver fornito una risposta immediata ed effettiva nell’azione di rimozione di scritte e affissioni abusive – dichiara l’assessore all’ambiente Filippo Bedini -. L’azione congiunta con l’Ateneo, oltre al fatto che aumenterà esponenzialmente i risultati del contrasto al degrado in città, dimostra che questo lavoro è assolutamente necessario e giusto. Restituire decoro al volto di Pisa non è un vezzo della nostra amministrazione, ma un dovere non più rimandabile: i residenti, i fruitori della città e i turisti che ci auguriamo presto possano ritornare hanno diritto a vivere in un ambiente pulito, ordinato, decoroso, in una parola “bello”! Facciate imbrattate, costellate di orribili manifestini strappati, deturpate da adesivi contrastano violentemente con la bellezza di Pisa. Da febbraio scorso come Comune abbiamo intrapreso un percorso lungo e oneroso, reso ancor più difficile dalla presenza nella nostra città di pochi balordi che proprio non si rassegnano a vedere i muri puliti. Ma dovranno rassegnarsi. L’Università è proprietaria di molti e bellissimi edifici, specialmente in centro storico, e l’attivazione di un'azione strutturale, che porterà al controllo del fenomeno anche sugli edifici di sua proprietà, è per noi fondamentale da un punto di vista pratico. Ma c’è di più: il fatto che il rettore Paolo Mancarella e il prorettore Marco Gesi condividano in maniera così convinta l’importanza di un contrasto efficace alle varie azioni di inciviltà che contribuiscono al degrado urbano, da un lato conferma che il nostro è un progetto di affermazione di civiltà, e dall’altro ci motiva ancor di più a proseguire, consapevoli che, grazie alla sinergia con l’Università di Pisa i risultati saranno più rapidi e migliori”.

“Come Università di Pisa – ha dichiarato il prorettore per i Rapporti con gli enti del terrotorio, Marco Gesi - abbiamo aderito con convinzione all’invito lanciato dell’assessore Bedini per dar vita ad un’azione sinergica nel mantenere e restituire una città più civile, più bella, più pulita. Sono convinto che collaborando insieme Comune e Università possano avere una forza incredibile nella gestione della città. Per questo, l’Università non si è fatta perdere l’occasione di abbracciare questa iniziativa, farla propria e dar vita ad una chiara ed evidente collaborazione. Sono sicuro che i cittadini sapranno apprezzare questo lavoro che restituisce bellezza alla città. Insieme al Comune di Pisa ce la metteremo tutta per far tornare i muri della città alla loro originaria bellezza, continuando a ridipingere dove imbratteranno ancora e alla lunga vincerà la civiltà, vinceranno i cittadini che vogliono vedere Pisa di nuovo bella e pronta, speriamo il prima possibile, ad accogliere di nuovo migliaia di turisti che dovranno lasciare Pisa con l’impressione di aver visto una città, bella, pulita, ben tenuta, all’altezza del salotto medievale che custodisce e che molte volte, a causa dell’inciviltà, viene deturpato.”

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Il Comune di Pisa si è inoltre impegnato a sveltire le tempistiche per il rilascio dei permessi di occupazione suolo pubblico per questi cantieri temporanei, al fine di rendere l'azione degli enti impegnati in questa attività rapida ed efficace. È infatti fondamentale che una volta ripulite le scritte vengano effettuati, come sta già facendo il Comune, interventi tempestivi di ripulitura che evitino che le superfici ripristinate possano tornare allo stato in cui sono rimaste negli ultimi anni. L’azione sinergica da parte di Comune e Ateneo di Pisa proseguirà nei prossimi mesi: successivamente i lavori dell’Università si sposteranno in altre palazzi di proprietà in centro storico, in via Collegio Ricci, via Serafini, via Ulivo, mentre gli operai di Avr proseguiranno i loro interventi nelle zone più colpite per arrivare gradualmente a raggiungere l’obiettivo comune di restituire decoro al centro storico cittadino.

Guarda il video della conferenza.

(fonte: Ufficio stampa del Comune di Pisa)

bresciani1Si è spenta domenica 29 novembre, all’età di 90 anni, la professoressa Edda Bresciani, una delle più grandi esperte al mondo di egittologia. Nata a Lucca nel 1930, era Professore Emerito dell’Università di Pisa e socia nazionale dell’Accademia dei Lincei.
Nel 1979 era stata insignita dall'Università di Pisa con l'Ordine del Cherubino e nel 2014 l'Associazione Laureati dell'Ateneo Pisano le aveva assegnato il riconoscimento del "Campano d’Oro" 
(nella foto a destra con il presidente dell'ALAP, Paolo Ghezzi).


In memoria della professoressa Edda Bresciani pubblichiamo il ricordo scritto dalla professoressa Marilina Betrò, sua allieva, e riproponiamo l'intervento tenuto nel 2012 dalla professoressa Lucia Tongiorgi Tomasi, allora delegata dell'Ateneo per la Cultura e anch'essa socia nazionale dell’Accademia dei Lincei, in occasione del conferimento della "Pantera d'oro" a Edda Bresciani da parte della Provincia di Lucca.

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Ricordo di Edda Bresciani
di Marilina Betrò

Il mio cellulare è pieno dei suoi whatsapp, stringhe colorate di immagini, messaggi icastici, divertenti, graffianti, punteggiati di emoj, per lei nuovi geroglifici che combinava e dominava, scriba eccellente anche in questi.
Il vuoto enorme del suo silenzio ora lo sommerge, mi sommerge.

Aveva compiuto 90 anni lo scorso 23 settembre, una delle ultime telefonate con lei che già non stava bene, la festa che avrei voluto farle per quell'occasione rimandata "a quella per i 100", come ci dicemmo.

Per chi l'ha conosciuta e ha studiato alla sua scuola parlarne ora solo come della "egittologa" Edda Bresciani sembra far torto a quello che era il suo spirito multiforme, la cultura immensa, la curiosità versatile, insaziabile.
Egittologa era, certo - e grande: studiosa conosciutissima, ammirata e amata nell'ambiente scientifico internazionale, demotista geniale, archeologa che ha legato il suo nome a siti interi dell'Egitto (la sua Medinet Madi, la Saqqara saitica e persiana, dove con lei ho mosso i miei primi passi, ancora studentessa, Tebe); autrice di libri su cui si sono formate e si formano generazioni di egittologi: Letteratura e poesia dell'antico Egitto. Cultura e società attraverso i testi; Nozioni elementari di grammatica demotica; I testi religiosi dell'antico Egitto; La porta dei sogni. Interpreti e sognatori nell'Egitto antico.

Ed era tantissime altre cose: Accademica dei Lincei, Socia corrispondente dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres di Parigi, medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica per la Cultura e l'Arte, qui a Pisa Professore Emerito, insignita dell'Ordine del Cherubino, del Campano d'Oro e, come amava dire, "lucchese sì ma anche divenuta pisana dopo aver ricevuto, la Benemerenza di San Ranieri, prima donna ad esserne insignita".

Ma soprattutto, al di là dei titoli e delle onorificenze, personalità irripetibile, irridente, irriverente, ironica, soprattutto auto-ironica, maestra unica: la provocazione - a pensare, a guardare il mondo da prospettive inedite, da sentieri mai battuti - era la sua maieutica.

Addio, Edda, ti ricordo qui con uno dei tuoi bellissimi haiku, uno dei pochi malinconici:

Bussa alla porta
portato dal vento -
un ramo secco
(Edda Bresciani, Pisa ETS, 2016)

Marilina Betrò
Professoressa di Egittologia e Civiltà Copta

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Discorso tenuto in occasione della Cerimonia del Conferimento della Pantera d’Oro alla professoressa Edda Bresciani (9 giugno 2012)

di Lucia Tongiorgi Tomasi

Come delegata della Cultura dell’Ateneo Pisano, è per me un onore e un piacere esprimere la mia profonda ammirazione per l’insigne egittologa Edda Bresciani che l’Amministrazione Provinciale di Lucca ha giustamente insignito della prestigiosa onorificenza della “Pantera d’oro”, attribuita annualmente alle personalità che hanno onorato la città.

A ragione Edda Bresciani, “lucchese doc”, è solita definirsi anche un “po’ egiziana”, ed è indubbio che il suo nome è noto alla comunità scientifica di tutto il mondo per le rilevanti scoperte frutto della sua attività di scavo nel paese del Nilo e per le sue pubblicazioni diventate ineludibile materia di studio per chiunque affronti lo studio dell’antico Egitto.

Conosco Edda da molti anni come collega dell’Università di Pisa. Se nella Facoltà di Lettere è stata un vero e proprio ”mito”, il suo nome si impone tra i più autorevoli docenti e le “glorie” dell’Ateneo pisano. Apprezzata per la statura scientifica, è stata molto amata anche per le doti umane e morali e per la carica di vitale simpatia, che hanno fatto sì che divenisse maestra di svariate generazioni di studenti e amica generosa di molti colleghi.
Anche in Egitto ha costantemente rappresentato un punto di riferimento, ottenendo sempre, se pure in complicati contesti politici e culturali, l’appoggio delle autorità e la stima degli archeologi che si sono spesso aggregati alle sue missioni.

Esperienza straordinaria è ascoltare Edda Bresciani, sia che tenga una conferenza per specialisti, sia che racconti ad amici episodi della sua vita avventurosa di studiosa, spesso sapientemente frammisti a gradevoli curiosità aneddotiche e sempre accolti con ammirazione e magari con una punta di benevola invidia da chi ha prudentemente privilegiato lo studio nel chiuso delle biblioteche, perché la sua fine sensibilità l’ha sempre consigliata su come conquistare e catturare le emozioni dell’uditorio. In particolare sa attrarre i giovanissimi, affascinati dai racconti sull’antico Egitto offerti con linguaggio piano e accattivante, ma scientificamente ineccepibile. La sua agile penna sa trattare complessi argomenti storici e letterari (si vedano i saggi dedicati al diritto, ai sogni e all’antica poesia egiziana), e linguistici (di grande significato gli studi sul demotico). Non vanno poi dimenticate i raffinati esercizi poetici suggeriti dall’amata cultura giapponese.

Nell’Ateneo pisano, dove si è formato ed ha insegnato uno dei fondatori dell’egittologia, quell’Ippolito Rosellini compagno di Champollion nella spedizione franco-toscana in Egitto e in Nubia, Edda Bresciani ha raccolto l’eredità di insigni maestri come Giovanni Pugliese Carratelli e Sergio Donadoni, contribuendo ad arricchire l’Università con punte di eccellenza nell’ambito di questi studi (compresa la fondazione nel 1978 della rivista scientifica “Egitto e Vicino Oriente”).
Non a caso le è stato conferito l’Ordine del Cherubino ed è stata nominata Professore Emerito, riconoscimenti dovuti dei numerosi di cui è stata insignita, tra cui quello di membro dell’Accademia dei Lincei, attribuito a pochissime donne.
Anche successivamente all’andata in pensione, l’Università di Pisa ha ritenuto opportuno affidarle la delega a rappresentarla nei progetti da lei diretti in terra d’Egitto. Ma già nel 1994 l’Ateneo aveva voluto promuovere un bel documentario dedicato alle sue scoperte della necropoli del Medio Regno a Khelua nel Fayum, significatamene intitolato “Pisa chiama Fayum”.

Edda Bresciani ha legato dunque il suo nome a prestigiose campagne di scavo e a importanti ritrovamenti cui ha dedicato impegno e fatiche fisiche non indifferenti. È necessario infatti spogliare la figura dell’archeologo dall’aura romantica che spesso l’accompagna agli occhi dei non addetti al mestiere. Accanto ad una solida cultura frutto di impegno indefesso, alla passione per il proprio lavoro e alla presenza di un sottile intuito, non va dimenticato lo sforzo di un lavoro durissimo sul campo, i disagi di un clima spesso avverso, la risolutezza che esige l’addestramento e il coordinamento degli operai con i quali non è facile intendersi anche linguisticamente. Ebbene, l’intelligenza, l’energia, il piglio e la carica umana di Edda hanno sempre avuto ragione su difficoltà di fronte alle quali altri si sarebbero arresi e non pochi, dai funzionari agli studiosi, dai tecnici agli architetti, dagli studenti fino ai semplici operai, la ricordano con affetto.

Impossibile enumerare in breve spazio i rilevanti ritrovamenti frutto delle missioni di scavo da lei dirette in varie regioni egiziane. Ricordo solo quelle condotte tra il 1970 e il 1971 ad Assuan, quelli a Gurna dal 1973 al 1981 dove è stato completato il ritrovamento del tempio funerario di Thutmosi IV, fino ai primi scavi di Saqqara dal 1975, dove emerse una eccezionale tela funeraria dipinta che oggi fa bella mostra di sé al Museo del Cairo. Rivestono poi un particolare significato i più recenti e fortunati scavi condotti a Medinet Madi nel Fayum che hanno consentito di sottrarre alle sabbie desertiche le rovine di una longeva città, un unicum che vanta più di 4000 anni per essere stata faraonica, ellenistica, romana e infine bizantina. Nel sito è stato organizzato uno straordinario parco archeologico giustamente definito dall’archeologo egiziano Zahi Hawass “la Luxor del Fayum”. Un emozionante “romanzo a puntate” hanno costituito i racconti di Edda al ritorno di ogni spedizione che illustravano il ritrovamento del tempio C, dove erano allevati i piccoli coccodrilli da mummificare richiesti dai pellegrini, quello del Castrum romano dotato di un complesso sistema idraulico, e del profondo pozzo sacro, fino alla scoperta di alcune statue leonine, tra cui si impone una naturalistica leonessa, un tocco di “femminilità” molto gratificante.

Non va dimenticato che Edda Bresciani, che ha al suo attivo più di 400 pubblicazioni, tra cui alcuni volumi splendidamente illustrati da grafici, mappe, fotografie, è anche un’estimatrice delle applicazioni informatiche. Con l’ausilio di specialisti ha infatti prodotto alcuni Cdrom multimediali che permettono affascinanti visite virtuali ai siti archeologici a cui ha legato il suo nome.

Ma Edda non è una scienziata esclusivamente coinvolta nello specialismo delle proprie ricerche: la sua sconfinata curiosità l’ha portata a indagare con straordinario acume argomenti molto diversi, non ultimo la cultura e l’arte giapponese, una passione che si concretizzata in una rara e straordinaria collezione di “netsuke”.

Se mi è permesso concludere con un episodio personale, non posso non ricordare il piacere che provo nel leggere di prima mattina le email che Edda sovente mi invia e alle quali affida pensieri, citazioni e immagini spesso riferiti al mondo egiziano cui ha brillantemente dedicato la sua vita affascinante e la sua acuta intelligenza.

Lucia Tongiorgi Tomasi
Accademia Nazionale dei Lincei

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