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Si è conclusa la seconda edizione della summer school dell’Università di Pisa su “Consciousness and Cognition” (https://www.unipi.it/index.php/humanities/item/16643-consciousness-cognition) diretta dal professor Bruno Neri del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, organizzata in collaborazione con l’Istituto Lama Tzong Khapa (ILTK) e con l’Associazione Frontiers of Mind. La scuola ha usufruito di un significativo contributo da parte dell’Unione Buddista Italiana sotto forma di borse di studio destinate agli studenti provenienti da paesi a basso reddito pro capite. 

Nonostante il riacutizzarsi dei problemi sanitari dovuti al Covid, 30 studenti (19 in presenza e 11 a distanza), provenienti da 18 nazioni e quattro continenti, hanno partecipato alla scuola che si è svolta dal 28 agosto al 5 settembre. L’evento ha goduto della impareggiabile cornice dell’ILTK, che ha messo a disposizione una tensostruttura appositamente attrezzata all’interno del parco di sua proprietà. In tal modo gli studenti hanno potuto usufruire anche di un programma integrativo con sessioni di meditazione e yoga guidate, offerto dall’Istituto. 

Parola chiave la multidisciplinarità che ha richiesto il coinvolgimento di ben 16 docenti, interni ed esterni all’Ateneo, con esperienze specifiche che spaziano dalla filosofia alla meccanica quantistica, dalla psicologia/psicanalisi alle neuroscienze, all’intelligenza artificiale, alla biosemiotica, alle tecniche diagnostiche, agli stati non ordinari di coscienza indotti con l’uso di sostanze psicoattive, l’ipnosi, le pratiche contemplative.

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Uno degli obiettivi a cui il progetto è improntato è quello di proporre anche visioni alternative a quella riduzionista imperante nel campo delle neuroscienze, in modo da fornire agli studenti, su un problema che è, di fatto, ancora completamente aperto, gli strumenti per porsi le giuste domande, piuttosto che una serie di risposte preconfezionate.

Venerdi 27 agosto è venuto a mancare il professor Piero Luigi Ipata, professore Emerito di Biochimica dell'Ateneo pisano e insignito dell'ordine del Cherubino. Le esequie si svolgeranno lunedì 30 agosto a Pisa, presso la Chiesa di Santo Stefano.
Pubblichiamo di seguito il ricordo del professor Ipata scritto dai colleghi, allievi e amici che nel Dipartimento di Biologia lo hanno avuto come compagno di viaggio.

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Ipata

Il professor Piero Luigi Ipata, dal 2004 Professore Emerito di Biochimica presso l’Università di Pisa, insignito dell'Ordine del Cherubino nel 1991, il fautore dell’ingresso della Chimica Biologica in quella che è stata la Facoltà di Scienze dell’Ateneo pisano, scienziato di fama internazionale e amante appassionato della didattica della sua disciplina, la sera del 27 agosto 2021 si è spento circondato dall’affetto dei suoi cari.

Nato a Pescara nel 1932, laureatosi in Medicina e Chirurgia a Roma nel 1957, dopo esperienze all’estero e a Pisa, Perugia e Camerino (ateneo di cui era stato Rettore negli anni 1972-73), era tornato a Pisa, per rimanervi, nel 1974. Con lui scompare un pezzo di storia della biochimica italiana, un campione di disponibilità e tifoso sviscerato dell’istituzione a cui apparteneva. Un uomo sempre pronto a stupirsi del nuovo e che ha avuto la virtù di farsi guidare da ciò che l’evidenza del nuovo indicava, senza pregiudizi o forzature. Uno scienziato che ha insegnato ai suoi allievi il culto del controllo nella sperimentazione e la dedizione all’insegnamento.

Con lui scompare un amico di avventure alla ricerca di segreti che la natura centellina, sempre reticente, a chi si è intestardito a studiarla, un fratello maggiore con cui è stato bello condividere ansie, aspettative, successi e delusioni. Piero ha aspettato con trepidazione, insieme ai coautori del suo ultimo lavoro (siamo nel 2019), il verdetto del referaggio, e ha gioito con loro per il successo con fragorosa intensità, come un giovane ricercatore alle prime armi: così vogliamo ricordarlo.

I biochimici che nel Dipartimento di Biologia lo hanno avuto come compagno di viaggio

campo settembrino Feronia 2021

Dopo la sosta dovuta alla pandemia, finalmente ripartono “i campi settembrini” al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa a Calci, organizzati prima dell’inizio della scuola per riabituarsi ad imparare divertendosi. I campi si svolgono in piena sicurezza e sono frutto delle collaborazioni ormai consolidate fra il Museo di Storia Naturale, Feronia aps e Cus Pisa.

 

Con Feronia aps il Museo propone tre settimane di attività già partite dal 23 agosto:

23 – 27 agosto
“Mostri, strane creature e animali spaventosi! Viaggio all’interno della mostra sull’Inferno dantesco.”

30 agosto – 3 settembre
“Chi l’ha “fatta” al Museo? Storie, stranezze e curiosità sull’innominabile.”

6 – 10 settembre
“Tutti sotto terra! Cosa si nasconde sotto i nostri piedi? Scopriamo insieme insetti, fossili, radici, tane e… molto altro!”

 

 

 

campo settembrino Cus 2021Con il Cus Pisa il Museo propone due settimane di attività a partire dal 30 agosto:

30 agosto – 3 settembre
“Mammiferi alla riscossa. Viaggio alla scoperta di carnivori ed erbivori.”

6 – 10 settembre
“La vita subacquea. Conosciamo da vicino rettili, anfibi e cetacei.”

Le settimane sono tutte diverse, ciascuna con un proprio filo conduttore e ci si può iscrivere anche a singole giornate.

I partecipanti potranno vivere una esperienza unica all’aria aperta negli spazi verdi intorno alla Certosa e all’interno del Museo per scoprire i segreti delle sue straordinarie collezioni con attività e laboratori loro dedicati. Gli obiettivi educativi prevedono una graduale preparazione dei bambini al rientro a scuola con divertimento, dedicando molte attività all’osservazione, al problem solving, all’apprendimento tra pari e al recupero del metodo critico e scientifico, fondamentali nello studio, anche elementare.

Il progetto è stato fortemente voluto dal Museo dell’Ateneo pisano ed è inserito dalla Regione Toscana nel più ampio circuito “S-passo al Museo” che prevede attività extrascolastiche di qualità. Si avvale infine delle innovative idee del progetto nazionale "Musei integrati", di cui è capofila il MUSE di Trento e a cui partecipa il Museo di Storia Naturale, progetto di ricerca e sostegno delle buone pratiche in ambito museale per lo sviluppo sostenibile, anche in ambito locale.

Tutte le attività saranno realizzate nel rispetto delle norme anticontagio COVID-19.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito del Museo alle pagine: https://www.msn.unipi.it/it/tornano-i-campi-estivi-al-museo/

Per la prima volta la Medaglia Dirac, uno dei principali premi scientifici internazionali, è stata assegnata a una ricercatrice italiana, Alessandra Buonanno, che lavora in Germania, nell’Istituto Max Planck per la Fisica gravitazionale di Potsdam.

Conferita dal Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam (Ictp), la medaglia Dirac ha premiato la professoressa Buonanno per le sue ricerche teoriche alla base della rilevazione delle onde gravitazionali. Oltre a essere la prima italiana, Buonanno è la seconda donna in assoluto a ricevere la medaglia Dirac.

Alessandra Buonanno è a capo della divisione di Astrofisica e Relatività Cosmologica dell’istituto tedesco Max Planck. Dopo la laurea e il dottorato di ricerca in Fisica all’Università di Pisa, la ricercatrice ha lavorato al Cern di Ginevra e poi in Francia, nell’Institut des Hautes Etudes Scientifiques (Ihes). Ha inoltre lavorato nel Laboratorio di Astrofisica e Cosmologia (APC) di Parigi (2001), nell’Università del Maryland (2005) e nel 2014 è stata nominata co-direttrice dell'Istituto Max Planck per la fisica gravitazionale di Potsdam.

“La Medaglia Dirac 2021 assegnata ad Alessandra Buonanno, che è stata studentessa e dottoranda presso il nostro Dipartimento nel periodo dei suoi studi in Fisica – ha commentato il direttore del Dipartimento di Fisica, professor Dario Pisignano - ci rende felici, e fieri del livello della formazione in Fisica che l’Università di Pisa riesce con continuità, ormai da decenni, ad erogare”.

bonanno"Spero che questo premio possa fornire un messaggio positivo a tutti i giovani, e in particolare alle giovani donne, che desiderano intraprendere la strada della scienza". La professoressa Buonanno in una foto di A. Klaer.

“La Medaglia Dirac premia un lungo e difficile lavoro di studio delle equazioni di Einstein applicate a coppie di buchi neri. I risultati ottenuti con sofisticati metodi matematici da Alessandra Buonanno e Thibault Damour, due dei quattro vincitori, sono la chiave per rilevare e decifrare il segnale portato dalle onde gravitazionali", ha spiegato il professor Francesco Fidecaro del Dipartimento di Fisica, impegnato nella collaborazione internazionale Virgo per la rilevazione delle onde gravitazionali. Masse, distanza, rotazione dei buchi neri osservati da Virgo e dalla collaborazione americana LIGO sono ottenute per buona parte con le formule di Buonanno e Damour. La formazione di Alessandra Buonanno in Fisica Teorica le ha permesso di dare un contributo fondamentale alla comprensione degli interferometri per onde gravitazionali. Nel 2001 ha mostrato (con Yanbei Chen del California Institute of Technology) che la configurazione ottica degli interferometri Virgo e LIGO può aggirare il limite quantistico imposto dal principio di indeterminazione di Heinsenberg su una massa libera. Ciò è dovuto alle correlazioni tra il rumore granulare dei fotoni e il rumore della pressione di radiazione, che fino ad allora erano state erroneamente trascurate. Le loro analisi hanno identificato un nuovo effetto ottico-meccanico (molla ottica), che è stato poi verificato sperimentalmente nell'interferometro da 40 metri di Caltech e negli esperimenti di cavità ottiche da tavolo. La soluzione proposta è ora uno standard per gli interferometri, presenti e futuri.

I notevolissimi risultati scientifici di Alessandra Buonanno sono dunque dovuti soprattutto alla sua capacità di affrontare e risolvere problemi di notevole difficoltà tecnica e concettuale, e i suoi anni pisani (1987-1996) sono stati sicuramente molto importanti per la sua formazione scientifica. Alessandra Buonanno ha beneficiato del clima presente nel corso di laurea in Fisica pisano, ricorda il professor Paolo Rossi, fisico teorico del Dipartimento di Fisica, “caratterizzato dal costante interscambio con i professori e tra i compagni di studi, spesso di alto livello.” In particolare, in quegli anni diversi giovani teorici si riunivano intorno alla figura carismatica di Giuseppe Curci (1950-2006), purtroppo precocemente scomparso, che con notevole visione avviò molti di loro prima verso la conoscenza di raffinate tecniche analitiche e poi verso l’applicazione delle più sofisticate tecniche numeriche ai problemi che non ammettevano una trattazione analitica. Un’altra figura di rilievo nel gruppo teorico era Michele Maggiore, che proprio in quegli anni aveva cominciato a interessarsi alla fisica delle onde gravitazionali. Allieva di Curci per la laurea e di Maggiore per il dottorato, Alessandra Buonanno ha saputo mettere bene a frutto gli insegnamenti pisani ed ottenere gli straordinari risultati che oggi le vengono così autorevolmente riconosciuti.

“Sono molto grata al Dipartimento di Fisica; gli anni di formazione a Pisa sono stati fondamentali per la mia carriera scientifica – ha detto Alessandra Buonanno - Spero che questo premio possa fornire un messaggio positivo a tutti i giovani, e in particolare alle giovani donne, che desiderano intraprendere la strada della scienza”. La professoressa ha aggiunto: “la passione, la determinazione, la fiducia in se stessi e la disciplina sono essenziali per ottenere importanti risultati nella ricerca. È cruciale eliminare le barriere culturali e sociali che non permettono a molte donne di sviluppare pienamente queste qualità, impedendo loro di scegliere o di continuare la carriera scientifica”.

La conferma è arrivata stamani: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prenderà parte alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022 dell’Università di Pisa, che si terrà il 18 ottobre prossimo.

«Già nel 2020 avremmo dovuto inaugurare l’anno accademico alla presenza del Presidente della Repubblica – ha commentato il Rettore, Paolo Mancarella –, poi la Pandemia ha fatto inevitabilmente saltare tutto. La conferma che abbiamo ricevuto oggi è stata una grande emozione. Riaprire l’anno accademico ad ottobre alla presenza del Presidente Mattarella ha per me un valore molto particolare, confidando che sia un ritorno alla tanto desiderata normalità».

La partecipazione del Presidente Mattarella all’inaugurazione del nuovo anno accademico arriva a dieci anni esatti da quella di Giorgio Napolitano, che intervenne alla cerimonia di apertura dell’a.a.2011/2012. Allora ricorreva il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, questa volta, invece, il 75° del “referendum istituzionale” che sancì la nascita della Repubblica e del primo insediamento dell’Assemblea costituente. Due eventi storici a cui l’Università di Pisa ha dato un contributo fondamentale, proprio come lo sta dando adesso in questa delicatissima fase di ripartenza del Paese. La cerimonia del 18 ottobre sarà anche l’occasione per trasformare questa memoria condivisa nell’energia necessaria ad affrontare con spirito unitario e fiducia le sfide del futuro.

galanti copyA un mese dalla scomparsa di Maria Antonella Galanti, ordinaria di Didattica e Pedagogia Speciale al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, il Polo Musicale del Centro per l’Innovazione  e la Diffusione della Cultura (CIDIC) dell’Ateneo, di cui era da alcuni mesi responsabile scientifica, è stato intitolato alla professoressa. Il rettore Paolo Maria Mancarella ha nominato la professoressa Maria Letizia Gualandi come nuova responsabile scientifica del Polo Musicale.
Pubblichiamo di seguito la testimonianza scritta dal Maestro Stefano Barandoni, direttore del Coro dell'Università di Pisa, sull'impegno profuso dalla professoressa Galanti a favore della musica e della sua diffusione.

 

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Dopo aver assistito con curiosità ed interesse ad alcuni concerti del Coro dell’Università in qualità dal 2010 di prorettore per i Rapporti col territorio, Maria Antonella Galanti in occasione del concerto per la 50° Regata Pisa Pavia del maggio 2012 strinse ulteriormente i rapporti col Coro, avendo ricevuto l’incarico di introdurre la serata.

Rotti gli indugi, il primo ottobre dello stesso anno, si presentò insieme ai numerosi aspiranti cantori in fila per l’audizione davanti all’aula 4 di Palazzo Ricci, condividendo con gli altri un po’ di trepidazione. Entrata nella sezione dei soprani, mostrò subito una grande passione per il canto corale con una frequenza pressoché costante, nonostante i suoi numerosi impegni accademici, e intrecciò subito rapporti cordiali con tutti i coristi, in particolare quelli della sua sezione. Il suo “debutto” avvenne al Concerto di Natale 2012 nel quale presentammo il complesso mottetto Lobet den Herrn di Bach, insieme a canti della tradizione natalizia italiana. Seguirono nel 2013 i grandi concerti dei Carmina Burana a Pisa, Calci e Ulm e il primo concerto di Natale al Teatro Verdi con l’esecuzione del secondo atto de La bohème di Puccini: esperienze alle quali prese parte con slancio ed entusiasmo.

Proprio nell’autunno 2013 la professoressa Carolyn Gianturco, fondatrice e coordinatrice del Coro dal lontano 1999 e responsabile del Centro Musicale di Ateneo, lasciò l’incarico, e Antonella Galanti accettò volentieri di prendere il suo posto, con quella generosità e disponibilità che erano tratti salienti della sua persona.

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Da allora il mio rapporto con Antonella si è intensificato sempre più e ho potuto apprezzare anche le sue capacità gestionali e la sua profonda cultura, oltre alla sua simpatia. In tutti questi anni si è adoperata per l’ulteriore crescita del Coro e dell’Orchestra e ha contribuito al loro sempre maggior radicamento nel tessuto urbano, curando i rapporti con le varie istituzioni cittadine e in particolare con il Teatro. Quanto si è adoperata poi per invitare al Coro i colleghi e gli studenti, sentendo questo impegno come una vera e propria missione. Mi piace anche ricordare che in occasione dei Simposi Internazionali dei Cori e delle Orchestre delle Università (Bressanone 2015 e Perugia 2018) Antonella fu invitata come relatrice per alcune conferenze, che hanno dato particolare lustro alla presenza del nostro Ateneo a quei consessi.

Antonella, nonostante il suo ruolo, si è sempre considerata però in primis una corista: amava mescolarsi alle file del Coro e continuare a vivere con semplicità la sua esperienza corale; spesso si faceva portavoce delle istanze dei coristi verso il maestro, alle volte un po’ troppo severo…

A marzo 2021 il Centro Musicale di Ateneo è confluito, come Polo, nel nuovo Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura e naturalmente Antonella è divenuta responsabile scientifico del Polo Musicale, ma la sua malattia si era già presentata, costringendola a non partecipare come avrebbe voluto. Quando il direttore del Centro, professor Saulle Panizza, ci ha proposto di programmare un evento musicale nel cortile della Sapienza in occasione dei 75 anni dalla prima riunione dell’Assemblea Costituente, anche come ripresa in presenza dopo mesi di prove on line, l’entusiasmo di tutti noi è stato grande. L’evento era programmato per il 25 giugno e mi commuovo leggendo il messaggio che Antonella mi mandò dall’ospedale il 26 aprile: “Il 25 giugno secondo te ce la faccio a cantare?”.

Il 25 giugno il Coro era schierato in Sapienza a cantare, attonito e incredulo, intorno al feretro di Antonella avvolto da innumerevoli fiori. Sarà stata sicuramente contenta di riascoltare i suoi amati Gluck e Mozart…e forse avrà cantato insieme a noi!

A un mese dalla scomparsa della nostra amata Antonella, sempre viva nei nostri cuori, plaudo all’ intitolazione a lei del Polo Musicale e auguro alla professoressa Maria Letizia Gualandi, nostra nuova responsabile scientifica, un buon lavoro nel segno della grande musica.

Stefano Barandoni
Maestro direttore del Coro dell’Università di Pisa

Didattica, ricerca applicata e terza missione sono gli ambiti di collaborazione previsti dall’accordo quadro tra l'Università di Pisa e l’Ordine dei Geologi della Toscana che è stato sottoscritto martedì 20 luglio nella Sala dei Mappamondi del rettorato pisano. Alla firma erano presenti il prorettore vicario dell’Ateneo, Carlo Petronio, il presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, Riccardo Martelli, la presidente della Fondazione dei Geologi della Toscana e vicepresidente dello stesso Ordine, Elisa Livi, e i professori Giovanni Zanchetta, vice direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, e Roberto Giannecchini, docente di Geologia applicata.

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Da sinistra: Giannecchini, Zanchetta, Livi, Martelli e Petronio.

La convenzione, di durata triennale, ha come premessa la volontà di integrare le rispettive competenze ed esperienze nei settori di comune interesse per migliorare nello svolgimento delle reciproche attività istituzionali. Le possibilità di collaborazione richiamate nel testo sono svariate. Per quanto riguarda la didattica, si va dallo svolgimento, da parte di personale tecnico qualificato iscritto all’Ordine, di corsi di insegnamento e seminari, attività di laboratorio ed esercitazioni pratiche di terreno, all’effettuazione da parte degli studenti Unipi di tirocini, tesi di laurea e visite tecniche, fino al cofinanziamento di attività formative professionalizzanti, borse di studio e premi finalizzati a valorizzare la figura del geologo.

In relazione agli altri due ambiti, l’accordo cita lo sviluppo di progetti di ricerca e di attività di trasferimento tecnologico congiunti, di corsi di formazione e aggiornamento professionale riservati agli iscritti all’Ordine, di iniziative dedicate all’orientamento e al placement. Un rappresentante dell’Ordine parteciperà infine alle attività dei Comitati di indirizzo per i corsi di studio di sua competenza.

I referenti dell’accordo sono il presidente Martelli per l’Ordine dei Geologi della Toscana e i professori Roberto Giannecchini, associato di Geologia applicata, e Monica Bini, associata di Geografia fisica e Geomorfologia, per l’Ateneo di Pisa.

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"Anche a nome del Rettore - ha detto il professor Petronio - esprimo il mio grande compiacimento per questo accordo, che trova le sue radici nella antichissima tradizione di eccellenza della geologia universitaria pisana e apre la strada a importanti collaborazioni, creando occasioni di crescita sia per i nostri studenti sia per i professionisti che operano sul territorio".

"Si tratta di una grande opportunità per i nostri studenti e per le nostre istituzioni, che vedono in questa convenzione uno strumento per crescere insieme – ha commentato il presidente Martelli - Lo scambio di informazione e formazione permetterà alle università di dotare gli studenti di strumenti nuovi che consentiranno loro di arrivare ad affacciarsi al mondo del lavoro con conoscenze ed esperienze che giungono direttamente dal mondo della professione e dell'impresa, oltre a una maggior consapevolezza dell'importanza del percorso che stanno compiendo. Lo stesso scambio di informazione e formazione permetterà di aggiornare e incrementare il patrimonio di conoscenza tecnico-scientifica degli iscritti al nostro Ordine e questo avrà una positiva ricaduta sulla qualità del lavoro che ogni giorno metteranno a disposizione dei cittadini come professionisti, come dipendenti della pubblica amministrazione o dell'impresa".

"Questo accordo - ha aggiunto la dottoressa Livi - giunge a coronamento di una collaborazione attiva già da diversi anni con il Dipartimento di Scienze della Terra e che auspichiamo possa ora essere estesa anche ad altri dipartimenti".

"La firma odierna - hanno concluso i professori Zanchetta e Giannecchini - completa un percorso di lavoro fatto insieme all'Ordine dei Geologi della Toscana e più in generale alle realtà produttive del territorio, agevolando i rapporti con il mondo della libera professione che rappresenta uno degli sbocchi principali per i laureati di Scienze della Terra".

Sono 342 i pazienti con Covid-19 della Asl Toscana Nord Ovest trattati e monitorati da remoto, senza ricorrere ad accesso in ospedale, a partire da marzo 2020, grazie alla piattaforma di telemedicina TELTECovid19 sviluppata e messa a disposizione dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e dalla sua spin-off Ingeniars. 

I risultati della sperimentazione di questo progetto sono stati illustrati martedì 20 luglio, in Sapienza. Dopo i saluti del prorettore Rossano Massai e della direttrice del Dipartimento di Sanità Territoriale dell’Asl Toscana Nord Ovest Antonella Tomei sono intervenuti: Alessandro Iala, Direttore UOC Transizione al Digitale e coordinamento ammnistrativo dei presidi; Luca Fanucci, ordinario di Elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione; Luca Melani, medico di medicina generale, Aggregazioni Funzionali Territoriali-AFT3 Pisa; Lorenzo Celandroni, paziente Covid-19 seguito con la piattaforma TELTECovid19; Stefano Taddei, direttore della UO Medicina 1 dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.

Guarda il video della presentazione.

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Da sinistra: Fanucci, Taddei, Melani, Tomei, Iala, Massai e Celandroni.

Già all’esplodere della pandemia i medici della Asl Toscana Nord Ovest hanno intravisto le potenzialità della piattaforma di telemedicina TELTECovid19. “Tra fine febbraio e inizio marzo 2020 - ha ricordato il dottor Luca Melani - il Covid-19 ci ha colpito in modo molto duro e io ho perso due miei pazienti storici, marito e moglie poco più che 75enni. Da quel momento ho cercato di far fronte all’emergenza con tutte le mie forze e, con l’aiuto delle nuove tecnologie messe a disposizione dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, ho potuto monitorare da remoto i parametri vitali dei pazienti Covid-19, soprattutto la funzionalità respiratoria, riducendo anche il numero di visite domiciliari e le possibilità di contagio”.

“Il progetto – ha spiegato Luca Fanucci – mira a fornire ai pazienti un insieme di sensori biomedicali (termometro, pulsossimetro e misuratore di pressione) e un tablet per l’auto misurazione dei parametri vitali. Tramite una semplice interfaccia grafica, il tablet ricorda quando le misure devono essere effettuate e, una volta acquisiti i parametri vitali, invia automaticamente i dati alla piattaforma centrale, a cui il medico può accedere monitorando in tempo reale l’evoluzione del quadro clinico”. 

Per i pazienti è fondamentale la semplicità di utilizzo e, come ha sottolineato Lorenzo Celandroni, uno dei pazienti Covid-19 seguiti con la piattaforma, “dopo aver ricevuto il kit, avevo molta paura e facevo più misurazioni di quante erano previste, ma senza poter aggiornare il mio medico di continuo con le auto-misurazioni sarei dovuto andare subito in ospedale”. 

Inoltre, ha evidenziato Stefano Taddei, “la possibilità di monitoraggio remoto, unita alla comunicazione tra ospedale e territorio grazie alla cartella clinica condivisa, ci ha permesso di seguire il decorso clinico dei pazienti, sia in fase di pre-ospedalizzazione che in fase post-dimissione, anticipando anche la dimissione stessa”.

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Da sinistra: Tomei, Massai e Fanucci.

La collaborazione tra l’Università di Pisa e la Asl Toscana Nord Ovest non si è fermata con la prima ondata pandemica. Ai medici di medicina generale si sono aggiunti i medici delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) di tutto il territorio della Asl, mentre la piattaforma di telemedicina è stata ulteriormente potenziata e personalizzata da Ingeniars grazie al progetto SatNav E@syCare, finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea. È stata quindi aggiunta la possibilità di effettuare il monitoraggio dell’attività fisica del paziente, importante per il test del cammino, e di geo-localizzare le misure acquisite dai pazienti, in modo da fornire ai medici delle mappe per analisi epidemiologiche.

Dopo più di un anno di utilizzo, Antonella Tomei ha tirato le somme sui benefici apportati dall’utilizzo della telemedicina: “la recente esperienza ha evidenziato che la tecnologia ha contribuito a rendere più forte la prima linea della sanità sul territorio, riducendo quando possibile l’accesso agli ospedali. In particolare la possibilità di monitoraggio a distanza rappresenta una grande opportunità per la cura delle patologie croniche consentendo la presa in carico dei pazienti mantenendoli al proprio domicilio che, soprattutto per gli anziani, costituisce di per sé una risorsa".

“Nel futuro post-Covid – ha concluso Alessandro Iala - la telemedicina è con certezza uno degli strumenti organizzativi, non solo tecnici, sui quali è indispensabile puntare per garantire una migliore presa in carico della cronicità sul territorio, in modo che si possa avere la massima condivisione delle informazioni sanitarie per ogni paziente, garantendo la continuità tra territorio e ospedale attraverso la stessa interfaccia semplificata”.

Mercoledì 7 luglio la delegazione di Unisport Italia, guidata dal Presidente Paolo Bouquet (Università di Trento) e composta da Marco Gesi (Università di Pisa), Caterina Gozzoli (Università Cattolica del Sacro Cuore) e Maurizio Marano (Università di Bologna), ha incontrato il Direttivo della Commissione Nazionale Atleti del CONI presso la Sala Giunta del CONI al Foro Italico. 

È stata un’occasione per presentare in breve la storia e gli obiettivi di Unisport Italia anche ai nuovi componenti del Direttivo, recentemente rinnovato. Dopo una breve introduzione della Presidente della Commissione, Raffaella Masciadri, il Presidente di UI ha riepilogato il percorso che ha portato alla nascita della rete e ha descritto i gruppi di lavoro interni; ha poi richiamato il Protocollo di Intesa firmato congiuntamente da CONI, CUSI e UI sul tema della dual career. Su questo tema si è aperto un dibattito, con numerosi commenti da parte dei componenti del Direttivo della Commissione Atleti. L’incontro è terminato con la decisione di convocare al più presto il tavolo di lavoro sulla dual career al fine di sviluppare le linee guida nazionali in tema di programmi di dual career e supporto agli studenti-atleti.

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Subito dopo la delegazione ha incontrato una rappresentanza del Centro Sportivo Universitario Italiano (CUSI), composta dal Presidente Antonio Dima, dai componenti del Consiglio federale Giovanni Ippolito e Pompeo Leone e dal Presidente del CUS Milano Alessandro Castelli.

Obiettivo dell’incontro era l’avvio di un confronto franco e aperto sul futuro dello sport universitario in Italia, a fronte dell’evoluzione che esso ha avuto negli ultimi venti anni e dell’aumento considerevole dell’interesse degli atenei italiani per lo sport come strumento formativo, come ambito di ricerca e come veicolo di progetti di terza missione. 

Unisport Italia, sistema sportivo universitario nazionale, è la rete degli atenei italiani che si propone la finalità di valorizzare le potenzialità dello sport universitario come strumento efficace e trasversale di formazione, ricerca, innovazione e di miglioramento del benessere e dell’esperienza universitaria in generale.

(fonte: Unisport Italia)

Marco Del Monaco, studente venticinquenne di Pisa affetto da paralisi cerebrale infantile, che ha limitato gravemente la sua capacità di movimento e di espressione verbale, ha conseguito la laurea triennale in Discipline dello spettacolo e della comunicazione discutendo, lunedì 12 luglio al Polo della Memoria, una tesi dal titolo “Il punto di ripresa sitting”. Alla presenza del rettore Paolo Mancarella e del delegato per la Disabilità e studenti/personale Dsa, Luca Fanucci, lo studente si è laureato con la tutor Sandra Lischi e davanti a una Commissione composta dalla stessa professoressa Lischi e dai professori Maurizio Ambrosini, Elena Marcheschi, Chiara Tognolotti e Giacomo Turbanti, ottenendo la votazione di 110 e lode.

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Un momento della discussione della tesi.

Marco Del Monaco è giunto alla conclusione del suo percorso di studio dopo aver frequentato nell’ultimo anno i laboratori di Ripresa e Montaggio video, che si sono svolti in presenza e che prevedono anche prove pratiche e piccole realizzazioni finali. Ha quindi scelto, fra le varie tipologie possibili, la tesi che prevede un lavoro multimediale accompagnato da una relazione scritta.

Seguito nel suo percorso anche da tutor dell’Ufficio servizi per l'integrazione di studenti con disabilità (USID), Del Monaco ha raccontato in un video la propria esperienza di estrema sensibilità alle condizioni meteo: un “mal di tempo”, come lo ha definito lui stesso, che è riuscito a rendere tramite effetti di colore, elaborazioni dell’immagine e metamorfosi che ben tratteggiano l’idea dei mutamenti di umore e del malessere psicofisico della “meteoropatia”. Il punto di vista è dichiarato fin dal titolo della tesi: quello della posizione seduta, poiché lo studente è costretto sulla sedia a rotelle.

Il lavoro, della durata di dieci minuti circa, si richiama alle ricerche poetiche e linguistiche di Gianni Toti, scrittore e regista, uno dei più importanti videoartisti a livello internazionale, creatore di universi visionari ed evocativi.

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Marco Del Monaco insieme ai professori Luca Fanucci e Sandra Lischi e al rettore Paolo Mancarella.

Lo studente ha unito le competenze acquisite nei laboratori pratici ad altre conoscenze assimilate nel corso degli studi, arrivando a costruire un lavoro ricco di notazioni, spunti anche autoironici, elementi di un’autobiografia del sentire e dello sguardo, e aiutandosi con la “Comunicazione Aumentativa Alternativa”, un linguaggio che usa rinforzi iconici per coadiuvare le persone con limitazioni e difficoltà nell’espressione orale. La relazione scritta ha spiegato e commentato le scelte tecniche ed espressive e presentato un diario di lavoro che attesta sia le difficoltà che la grande determinazione del giovane realizzatore.

"Io, la mia famiglia e i miei educatori - ha dichiarato il neolaureato - vorremmo ringraziare l'USID, i tutor, i docenti e le docenti del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa, perché hanno praticato ascolto, accoglienza e rispetto della diversità, rendendo possibile la pratica di differenti forme di comunicazione. Tutto ciò mi ha permesso di raggiungere questo traguardo. Percorrere insieme a loro questo cammino è stata una esperienza formativa importantissima e insieme uno sprone a continuare nella direzione del superamento di stereotipi e pregiudizi, per una società realmente inclusiva".

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