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Si è spento dopo una lunga malattia Tiziano Raffaelli, 66 anni, professore di Storia del pensiero economico all'Università di Pisa. Qui di seguito pubblichiamo un ricordo del rettore Massimo Augello e del professor Alfonso M. Iacono, che ne ripercorrono la carriera e il valore di studioso impegnato e conosciuto a livello internazionale.

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tiziano raffaelli 2

L'Università di Pisa si stringe attorno alla professoressa Manuela Giovannetti e alla sua famiglia in questo momento di profondo dolore per la perdita del professor Tiziano Raffaelli. Oltre a una solida amicizia, ho avuto l'onore di condividere con il professor Raffaelli una vicinanza scientifica e lunghe discussioni su comuni temi di ricerca. Dopo la formazione da filosofo con Nicola Badaloni, infatti, il professor Raffaelli aveva ricoperto la cattedra di 'Storia del pensiero economico' prima alla Facoltà di Economia dell'Università di Cagliari e poi, dal 2002, alla Facoltà di Lettere e Filosofia del nostro Ateneo.

Il professor Raffaelli si era affermato come studioso di fama internazionale, approfondendo in particolare la riflessione sull'economia politica tra XVIII e XIX secolo e su grandi pensatori quali Adam Smith e Alfred Marshall. Era anche docente rigoroso e molto impegnato, sempre attento alle esigenze e al confronto con gli studenti, e nel tempo aveva dimostrato una particolare capacità di formare e guidare giovani ricercatori e allievi. Pur sommando all'insegnamento e alla ricerca accademica, vari altri interessi e un concreto impegno civile nella società, era sempre rimasto uno studioso di eccezionale livello, il cui contributo alla vita istituzionale dell'Università è stato solo limitato dal progressivo incedere della malattia.
Massimo M. Augello


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Conoscevo Tiziano Raffaelli sin da quando eravamo studenti all’università. Studiavamo con Nicola Badaloni. Tiziano, peraltro di famiglia politicamente avvertita, si formò in una scuola dove ricerca scientifica e passione civile andavano insieme, non nel senso che si confondevano fra loro, ma nel senso che, pur mantenendo la loro reciproca autonomia, facevano parte della vita di un intellettuale che per molto tempo non rimase chiuso nelle biblioteche e nei dipartimenti, né si sentì protetto dai libri che lo circondavano e che egli amava.

Era un illustre studioso di Storia del pensiero economico. Si era formato a Pisa e alla London School of Economics, e considerò sempre la ricerca e l’insegnamento come le sue attività fondamentali. Ma non si limitò a questo. Tiziano Raffaelli dette un contributo decisivo tra gli anni ’70 e gli anni ’80 su un tema che sarebbe diventato drammaticamente centrale nella riflessione e nella discussione politica negli anni successivi fino ad oggi: l’ambiente. Tiziano fu assessore provinciale all’ambiente e poi presidente del Parco di Migliarino-S. Rossore-Massaciuccoli in anni in cui lottizzazioni e cementificazioni stavano allungando le mani sul territorio a lui particolarmente caro della zona di Vecchiano. Fondò la Lega Ambiente in Toscana. Fu sempre contrario al Porto di Marina ed io e molti altri irriducibili eravamo con lui. Poi smise l’attività politica e istituzionale e si dedicò completamente agli studi e all’insegnamento con il suo solito, esemplare senso della misura e della sobrietà.

Perché questo era Tiziano. Uomo colto e competente, attento alle cose del mondo. Lo sentivo nello stesso tempo toscano radicato nella sua terra, la campagna di Avane, il paese dove è nato e cresciuto con Manuela, un luogo dove ciascuno impara silenziosamente la dignità del vivere. Poi lo prese una malattia autoimmune, lentamente ma inesorabilmente. Cercai di convincerlo una prima volta a non andare in pensione anticipata perché pensavo e speravo che l’attività lo avrebbe aiutato a vivere. Forse fu così, ma non per molto. Le cose peggioravano. È morto serenamente con la penna in mano mentre stava correggendo le bozze. Lo voglio ricordare così, come studioso che ha lavorato fino alla fine, ma anche come uomo che visse la politica come partecipazione, consapevole, intellettualmente e moralmente, che la passione per lo studio, per la ricerca e per la critica avrebbe impedito alla passione civile di trasformarsi in mestiere senza ideali.
Alfonso M. Iacono

 

Diritto e identità digitale” è il titolo del nuovo video di “Raccontare la ricerca”, il progetto comunicativo promosso dall’Università di Pisa in collaborazione con il corso di laurea in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione, che racconta per immagini i principali progetti scientifici promossi all’Università di Pisa.

Protagonista dell’ultimo video è Dianora Poletti, docente di Diritto privato e direttore del master di secondo livello in “Internet Ecosystem: governance e diritti" che, insieme al gruppo di ricercatori del dipartimento di Giurisprudenza, spiega gli studi sulla funzione delle norme giuridiche nell’era di internet attraverso le tematiche del diritto all’identità, all’anonimato, all’oblio.

 

“Raccontare la ricerca” è una serie di video che affrontano, in modo semplice, ma scientificamente rigoroso, grandi temi di interesse generale su cui l'Università di Pisa sta sviluppando importanti ricerche, mostrando i volti e le parole di chi quotidianamente si impegna nell'attività di studio e avvicinando i cittadini ad argomenti spesso ostici o molto specialistici.
Gli altri video già pubblicati hanno come protagonisti Dino Pedreschi e Fosca Giannotti; Fabrizio Franceschini, Marco Santagata e Mirko Tavoni; Giuseppe Iannaccone; Ugo Boggi; Massimiliano Andretta; Maria Concetta Morrone.
L’intera serie è visibile a questo link.

il gruppo pisano con Angela VincentChe a Pisa ci fosse un centro di rilevanza nazionale per la cura della miastenia gravis con un percorso integrato sia chirurgico che farmacologico era noto, tanto che da diversi anni ormai vengono a curarsi qui pazienti da tutt’Italia. Adesso la validazione definitiva sull’efficacia del percorso assistenziale praticato in Aoup è arrivata dalla comunità scientifica internazionale nel corso del recente congresso a Oxford, promosso dalla professoressa Angela Vincent e da tutti i principali ricercatori di tutto il mondo dedicati allo studio e alla cura di questa patologia.

Al convegno sono stati infatti riportati gli attesissimi e fondamentali esiti del Trial (studio clinico controllato), durato circa un decennio, dedicato all’analisi dei risultati inerenti l’efficacia della timectomia (asportazione della ghiandola del timo) nella miastenia gravis. Questo trial ha non solo confermato l’efficacia della procedura chirurgica nei pazienti affetti da miastenia, ma ha anche validato il ruolo fondamentale della timectomia radicale.

È stato quindi ampiamente convalidato quanto sostenuto da molti anni anche dalla scuola pisana sia neurologica che chirurgica. Il lavoro scientifico, intitolato “Thymectomy as a strategic intervention in "Myasthenia Gravis: the long–term experience in our centre”, presentato a Oxford dalla dottoressa Roberta Ricciardi (a sinistra nella foto) e dal dottor Michelangelo Maestri, riguardava proprio i positivi risultati clinici ottenuti su circa 450 pazienti sottoposti a timectomia da Alfredo Mussi e Marco Lucchi (docenti dell'Università di Pisa) e dalla dottoressa Franca Melfi, della Chirurgia toracica dell’Aoup.

miasteniaI dati della scuola pisana hanno quindi ulteriormente confermato quanto emerso dal trial e hanno destato l’interesse di tutti i partecipanti anche per i grandi numeri presentati. L’importanza fondamentale di associare poi alla timectomia anche una corretta terapia neurologica a lungo termine, in molti casi personalizzata ossia adattata al paziente e alla sua particolare condizione clinica - associazione ritenuta un cardine del successo terapeutico nella cura della miastenia dalla scuola pisana - è stata poi ampiamente confermata dal trial e dagli esperti partecipanti al convegno.

Per i neurologi pisani presenti, che hanno creduto da più di venticinque anni incondizionatamente nell’importanza strategica di questo intervento nel paziente affetto da miastenia, l’annuncio di questo atteso risultato è stato davvero molto emozionante e tutti i colleghi presenti hanno ringraziato simbolicamente, in un brindisi alla memoria, i due promotori di questo studio: il chirurgo toracico americano Alfred Jaretzki e il neurologo inglese John Newsom-Devis che straordinariamente continuano a vivere in tutti gli studiosi specialisti di miastenia attraverso il loro indimenticabile spirito e i loro insegnamenti. Alla professoressa Angela Vincent, di Oxford, a cui si deve non solo l’organizzazione del convegno ma anche un impegno straordinario nello studio e nella ricerca per la miastenia gravis, è andato poi l’incondizionato grazie di tutti i partecipanti (fonte Ufficio stampa AOUP).

premio crocerossa webÈ stato assegnato a Virginia Bertuccelli, 24 anni, originaria di Viareggio, il premio di studio “Il valore della solidarietà”, promosso dall’Università di Pisa in collaborazione con la Croce Verde di Pietrasanta. Il concorso, istituito in occasione del Centocinquantesimo anno della fondazione della Croce Verde di Pietrasanta, era rivolto ai laureati dei corsi di laurea triennale o magistrale dell’Università di Pisa che hanno conseguito il titolo di studio nel periodo 1° ottobre 2014 - 1° ottobre 2015 discutendo la prova finale o la tesi su argomenti inerenti la solidarietà.

Il premio, consistente in tremila euro, era riservato ai laureati residenti in uno dei sette comuni della Versilia (Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Viareggio).

virginia bertuccelliVirginia Bertuccelli ha discusso una tesi su “Sviluppo e trattamento del disturbo post-traumatico da stress in bambini e adolescenti sopravvissuti” del corso di laurea triennale in Scienze per la pace: cooperazione internazionale e trasformazione dei conflitti. La commissione giudicatrice - composta da Dianora Poletti ed Eleonora Sirsi, docenti dell’Ateneo pisano, e da Giuliano Rebechi, in rappresentanza della Croce Verde - ha stabilito alla unanimità di assegnare il premio a Virginia Bertuccelli ritenendo l'elaborato congruente alle finalità del concorso e giudicando lo stesso, «per l'originalità della ricerca, la capacità analitica, la completezza della documentazione e per il contributo fornito alla conoscenza dell'argomento, meritevole dell'assegnazione del premio».

energy managementSchermature solari al polo didattico di via Giunta Pisano, lampade a LED all’archivio universitario di Montacchiello, regolazione di locale al polo didattico di Palazzo Curini: questi sono alcuni tra gli interventi volti al risparmio energetico avviati quest’anno nell’Ateneo pisano.

Da gennaio 2014 il settore energia è confluito nella Direzione Edilizia e Telecomunicazione dell’Università di Pisa portando la valutazione degli aspetti energetici all’interno dei procedimenti di ristrutturazione e di manutenzione del patrimonio edilizio.

“Partendo dall’analisi dei consumi, abbiamo sviluppato un processo volto alla razionalizzazione delle spese energetiche – ha spiegato l’ingegnere Elena Menchetti, Energy manager dell’Ateneo – monitorando anche gli impianti a fonti rinnovabili attualmente esistenti”.

Se dunque il primo passo è stato quello di individuare i consumi energetici delle diverse strutture e stabilire delle priorità, la sfida maggiore sarà agire sul patrimonio esistente, sensibilizzando nello stesso tempo gli utenti finali che, ognuno secondo le proprie potenzialità, giocano un ruolo fondamentale nella riduzione dei consumi. Nell’ambito di questo processo, il settore energia sta procedendo all’adempimento normativo relativo alla redazione degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) degli immobili di proprietà dell’Università. All’ingresso di alcuni edifici verrà a breve affisso il cosiddetto “poster performance”, ovvero un documento che riassume i principali risultati del calcolo del fabbisogno energetico dell’edificio, ipotizzato nel suo uso standard, includendo la classe energetica, i rendimenti dell’impianto ad uso riscaldamento e i reali consumi energetici per i singoli vettori (gas metano e elettricità).

team pisano inside copyFor the third year, the Bioengineering Group of the Research Center E. Piaggio (University of Pisa), FabLab Pisa and the ABEC consortium have organized an intensive course in Biomedical Engineering: this time focused on applications of Mobile technologies in healthcare.

The one week course will be held during the Innovators Summer School, sponsored by UNECA, at Addis Ababa University in Addis Ababa in Ethiopia, from 11th to 15th January.
The Summer School, in its fourth edition, is dedicated to new students in Biomedical Engineering from the 10 African Universities (7 countries involved, Ethiopia, Tanzania, Uganda, Malawi, Zambia, Kenya and Egypt) of ABEC.

“The philosophy underpinning this and all the previous Summer Schools, is that the Open Source design of biomedical devices and capacity building are the foundations for improving African healthcare” says Arti Ahluwalia the coordinator of the team made up of Carmelo De Maria (also the President of FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. “In this context, the topic of the next Summer School will be to exploit the potential of smartphones (connectivity, visualization, sensors, storage) for creating new biomedical products or smartfying existing objects of relevance to healthcare”.
Thanks to the collaboration of local experts from Afmobi, students will learn how to create new biomedical- relevant apps for Androids. At the end of the Summer School they will be able to to connect smartphones to external bio-sensors using electronic rapid prototyping supported by Arduino and Viper, an idea stemming from FabLab Pisa.

As always, students present their own projects on the theme of “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases”. Through team work and the lessons learnt during the Summer School the projects will be built upon and improved . The University of Pisa will be represented by Licia Di Pietro, from the MSc. in Biomedical Engineering. Thanks to an Erasmus training fellowship, Lica will also spend 4 weeks at Kyambogo University (Kampala, Uganda) training technicians together with hospital engineers from the UK based charity Amalthea Trust.

team pisano Continua la collaborazione tra i ricercatori di ricercatori di bioingegeneria del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, il Fablab Pisa ed il consorzio di università africane ABEC, che per il terzo anno consecutivo propongono un corso intensivo di ingegneria biomedica, questa volta incentrato sulle applicazioni delle mobile technologies nello sviluppo di prodotti biomedicali e servizi legati l’assistenza sanitaria.
Il corso, della durata di una settimana, sponsorizzato in parte dall’United Nations Economic Commission for Africa (UNECA), si svolge durante l’Innovators Summer School della Addis Ababa University in Etiopia, dall’11 al 15 gennaio. La Summer School, giunta alla sua quarta edizione, è destinata a studenti iscritti ai nuovi corsi di ingegneria biomedica in nove università africane provenienti da sette diversi paesi (Kenia, Tanzania, Etiopia, Uganda, Malawi, Zambia e recentemente anche Egitto), che fanno parte del consorzio ABEC.

“La filosofia di fondo che collega tutte le Summer School organizzate negli anni è che l’open source design dei dispositivi biomedicali e lo sviluppo di capacità umane sono i due requisiti per migliorare l’assistenza sanitaria in Africa”, ha spiegato la professoressa Arti Ahluwalia che coordina il team formato da Carmelo De Maria (anche presidente del FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. In quest’ottica, la prossima Summer School ha lo scopo di insegnare come sfruttare le potenzialità dagli smartphone (connettività, visualizzazione, sensori, storage) per creare nuovi prodotti biomedicali e/o servizi o per potenziare quelli esistenti.

Con l’importante collaborazione di un’azienda locale, la Afmobi, gli studenti saranno guidati fin dai primi passi allo sviluppo di nuove app per i sistemi Android. Inoltre impareranno a connettere i loro smartphone a bio-sensori e dispositivi biomedici esterni, grazie anche all’utilizzo di VIPER, un’idea nata all’interno del Fablab Pisa. Come ogni anno, l’ammissione alla scuola è legata alla sottomissione di un progetto nell’ambito del “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases” che dovrà essere migliorato/perfezionato dagli stessi studenti, lavorando in gruppi e applicando quanto appreso durante la Summer School. Fra i partecipanti anche Licia Di Pietro, studentessa di Ingegneria biomedica dell’Università di Pisa, che grazie ad una borsa di training Erasmus lavorerà all’Università di Kyambogo (Kampala, Uganda) per 4 settimane ad aprile insieme con gli ingegneri inglesi della la fondazione Amalthea Trust.

Play Bow by Giada Cordoni insideUno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha dimostrato per la prima volta che anche i cani provano empatia. Il "contagio emotivo" non è quindi una prerogativa esclusiva degli esseri umani o delle scimmie antropomorfe, ma anche i cani, proprio come noi, sperimentano una reazione involontaria e automatica, nonché rapidissima (richiede meno di un secondo), alla mimica facciale dei propri simili, tanto più se hanno di fronte un “amico”.

La ricerca degli etologi del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pisano, Elisabetta Palagi, Velia Nicotra e Giada Cordoni, è stata appena pubblicata sulla “Royal Society Open Science”, la rivista della Royal Society britannica, e si basa sull’analisi del comportamento dei cani (Canis lupus familiaris) durante il gioco, prendendo in considerazione sia la mimica facciale (bocca socchiusa e rilassata) sia quella corporea (inchino giocoso).

“La risposta involontaria del cane alla gestualità facciale e corporea di un proprio simile esiste ed è rapida quanto quella umana – ha spiegato Elisabetta Palagi – ma non solo: le sessioni di gioco in cui la mimica facciale e corporea erano più frequenti erano anche quelle di maggior durata e se a giocare erano cani ‘amici’ la mimica facciale era ancora più marcata. La capacità di leggere attraverso il corpo e la ‘faccia’ le emozioni altrui e di rispondere in modo appropriato è alla base dell'evoluzione del comportamento prosociale e dell'altruismo, alla base cioè di quei comportamenti che vengono catalogati come empatici".

I dati per lo studio sono stati raccolti nell’agosto del 2012 nel giardino pubblico “Vincenzo Florio Junior” del Parco della Favorita a Palermo. Con il permesso dei proprietari, i ricercatori hanno filmato 49 cani domestici di razza e non, 26 femmine e 23 maschi dai 3 ai 72 mesi di età. Le riprese si sono svolte dalle sei alle nove di sera per un totale di 50 ore di video. Dopo un raffinato lavoro di video-analisi, i ricercatori hanno finalmente avuto modo di verificare la loro ipotesi.

"Insomma, ancora una volta potremmo trovarci di fronte alla scoperta che siamo più simili ad altri animali sociali di quanto non vorremmo credere – ha concluso Elisabetta Palagi - e numerosi sono i potenziali sviluppi di questo studio. In futuro speriamo di poter studiare la mimica anche nel lupo per capire quanto questo fenomeno sia frutto del processo di domesticazione o sia invece radicato nell'evoluzione della comunicazione emotiva dei carnivori sociali. Se così fosse si aprirebbero infinite linee di ricerca e di sicuro le risposte potrebbero farci scoprire molto sulla capacità di condivisione delle emozioni negli altri animali, oltre che sulle nostre”.

Ne hanno parlato:
Il Tirreno
Il Tirreno Pisa
La Nazione Pisa
La Gazzetta di Mantova
La Nuova Ferrara
NationalGeographicItalia
QN
Repubblica.it
Focus.it
Panorama.it
CorriereFiorentino.it
AdnKronos.it
GreenReport.it
TgRegione.it
InToscana.it
AskaNews.it

pa1L’Università di Pisa è tra i trecento enti pubblici più virtuosi in Italia per il pagamento puntuale delle fatture e al secondo posto tra tutti gli atenei per tempi medi di pagamento. Sono questi i dati maggiormente significativi che si ricavano dalla piattaforma per il monitoraggio dei crediti commerciali verso le pubbliche amministrazioni, realizzata e gestita per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dal dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.

L’analisi, pubblicata per la prima volta, ha riguardato i circa 6.400 enti pubblici italiani che sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento, sugli oltre 20.000 enti registrati nella piattaforma, e ha preso in considerazione il periodo compreso tra il 1° luglio 2014 e il 31 ottobre 2015, fondamentale per il passaggio all’obbligatorietà delle fatture elettroniche, che è avvenuto dal giugno 2014 per i Ministeri e dal marzo 2015 per tutti gli altri enti pubblici.

Per quanto riguarda il pagamento delle fatture entro il tetto di 30 giorni dalla data di emissione, con alcune eccezioni che consentono il pagamento entro 60 giorni, l’Ateneo pisano con il 73% si piazza tra i trecento enti pubblici più virtuosi del Paese, in un elenco che comprende solo altre nove università virtuose. Ancora migliore è il dato riferito al tempo medio di pagamento, che vede l’Università di Pisa al secondo posto tra tutti gli atenei con 15,67 giorni medi per il pagamento, dietro solo all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese (13,61) e davanti a quelle di Cassino e del Lazio Meridionale (16,51), di Torino (19,63), del Piemonte Orientale (22,09) e di Roma “Tor Vergata” (23,13), quasi tutti atenei di minori dimensioni rispetto all’Università di Pisa.

“L’analisi del Ministero – ha commentato il direttore generale dell’Ateneo, Riccardo Grasso – conferma che la nostra Università riesce a pagare le fatture con ottima puntualità, ribadendo nello stesso tempo che in molti ambiti dell’amministrazione siamo un punto di riferimento nel panorama nazionale universitario e, più in generale, delle pubbliche amministrazioni. Questo risultato - su impulso del rettore Massimo Augello, che ha fatto dell'efficienza e della produttività delle azioni amministrative una linea strategica dell'Ateneo - è innanzitutto il frutto dell'impegno messo negli scorsi mesi dagli uffici e dal personale preposti alla gestione della fatturazione elettronica e alla implementazione della Piattaforma Certificazione Crediti ed è poi merito dell’amministrazione tutta, direzioni, dipartimenti e strutture che hanno collaborato fattivamente alla gestione della complessa filiera dei pagamenti”.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
TirrenoPisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
QuiNewsPisa.it
Controcampus.it

Team Photo Hyperloop Team Pisa web

Ha un sogno Elon Musk, fondatore dell’azienda spaziale “SpaceX” e amministratore delegato della casa automobilistica statunitense Tesla Motors, specializzata in veicoli elettrici ad alte prestazioni e incoronata ad agosto 2015 l’azienda più innovativa al mondo dalla rivista “Forbes”: realizzare “Hyperloop”, il mezzo di trasporto di massa del futuro, una navicella che permetterà di coprire una distanza come quella tra Roma e Milano in poco più di 30 minuti, al costo di circa 20 euro a viaggiatore. Se questo sogno si avvicinerà alla realtà, il merito potrà essere attribuito anche a un gruppo di allievi ordinari di ingegneria della Scuola Superiore Sant’Anna e studenti dell’Università di Pisa i quali, unici in Italia e tra i pochi in Europa, sono stati selezionati nell’ambito della “SpaceX Hyperloop Pod Competition” lanciata da Elon Musk per attirare menti brillanti (fondamentali per il rapido sviluppo del progetto) e garantire visibilità dinanzi a potenziali investitori.

“Hyperloop” è il nome scelto per la navicella che sfreccerà alla velocità del suono, all’interno di un tubo dove l’aria sarà mantenuta a bassissima pressione, per ridurre al minimo la resistenza al movimento. Uno degli elementi fondamentali per la sicurezza e per il confort dei passeggeri che saliranno sulla navicella è rappresentato dal sistema delle sospensioni. Il gruppo italiano ha superato l’esame di una commissione internazionale composta da accademici e tecnici del settore dei trasporti proprio con il progetto di sistema delle sospensioni. Grazie a questo successo nella “SpaceX Hyperloop Pod Competition”, che nella prima parte ha visto la partecipazione di mille team di tutto il mondo, gli allievi ordinari della Sant’Anna e studenti dell’Università di Pisa sono stati convocati ad Austin (Texas), per illustrare il progetto, alla Texas A&M University, la quarta università più grande degli Stati Uniti, in occasione del “Design Weekend” del 29 e 30 gennaio 2016.

Rendering Hyperloop web

In questa occasione Luca Cesaretti, Lorenzo Andrea Parrotta, Emanuele Raffaele, Tommaso Sartor, Giorgio Valsecchi, Sandro Okutuga, Giulio De Simone – questi i nomi dei componenti del team italiano – presenteranno la loro soluzione innovativa, per la quale hanno trovato ispirazione in concezioni finora adottate in Formula1, in veicoli militari e nel mercato automobilistico di fascia più alta. Lo studio si è focalizzato sull’analisi delle performance del sistema di sospensioni in termini di confort e di sicurezza dei passeggeri, indagando dapprima le prestazioni ottenibili con un tradizionale sistema passivo, e implementando in seguito soluzioni tecnologiche innovative di tipo semi-attivo e attivo. Tali tecnologie, integrate nell’architettura del sistema, grazie a opportune strategie di controllo, permettono di migliorare in misura notevole le prestazioni ottenute.

“Ci riteniamo molto soddisfatti del lavoro svolto sinora e dei risultati che abbiamo ottenuto – commenta Luca Cesaretti, team leader del gruppo di allievi ordinari di ingegneria della Scuola Superiore Sant’Anna e studenti dell’Università di Pisa – e confidiamo di presentare in Texas un progetto all’avanguardia, anche se il nostro gruppo è composto soltanto da studenti. Siamo felici dell’opportunità di illustrare il progetto in un contesto internazionale e di elevatissimo livello tecnologico. Saremo sotto i riflettori del mondo scientifico e questo per noi rappresenta un ulteriore stimolo per ripagare la fiducia che la Commissione di esperti ci ha accordato. Il bello della sfida inizierà dalla fine di gennaio”.

“Sono felicissimo – sottolinea Marco Beghini, docente di progettazione meccanica e costruzione di macchine all’Università di Pisa, nonché faculty advisor del progetto - di aver accompagnato questi giovani in una impresa veramente sfidante per la quale hanno dimostrato coraggio, fantasia e solide conoscenze e competenze scientifiche e tecniche. Il lavoro è stato svolto in completa autonomia e non posso che sentirmi orgoglioso constatando che sono stati tutti miei allievi in corsi di costruzioni e progettazione meccanica. La bravura di questi giovani è già stata premiata dal raggiungimento di un prestigioso traguardo ma sono convinto che questo sia solo il punto di partenza per la loro carriera professionale”.

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