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Andrea BonaccorsiNegli scorsi giorni, il professor Andrea Bonaccorsi è stato nominato dal Commissario Europeo alla Ricerca, Carlos Moedas, nel ristretto gruppo di esperti che supporterà le politiche europee per la ricerca. Il gruppo, denominato "Research, Innovation and Science Policy Experts" (RISE), lavorerà a diretto contatto con il Commissario e il suo gabinetto, occupandosi di quattro aree tematiche: Open Science, Open Innovation, Open to the World e Economics of Knowledge Markets. Oltre al professor Bonaccorsi, del gruppo fa parte solo un altro docente italiano, il professor Roberto Verganti del Politecnico di Milano.

Nel primo incontro con il gruppo di esperti, il Commissario Moedas ha chiesto loro di supportare lo sforzo che la sua Direzione sta facendo per dimostrare l'impatto del finanziamento comunitario alla ricerca per lo sviluppo della società e la crescita economica in Europa. In particolare, si punta a valorizzare il contributo che la ricerca potrà dare alla soluzione di problemi irrisolti della società, dal cambiamento climatico alla sostenibilità energetica, dalla integrazione degli immigrati alla sicurezza.

Come detto, il Gruppo RISE si occuperà di quattro tematiche specifiche. Riguardo alla scienza aperta, sarà sviluppata la riflessione su argomenti quali la scienza 2.0, l'Open Access, gli Open Data e la integrità della ricerca. Per quanto concerne l'innovazione aperta, gli esperti si concentreranno sulla riforma della regolazione dei mercati, sugli strumenti per aumentare il finanziamento privato alla ricerca e sull'idea di lanciare l'European Innovation Council. Il gruppo approfondirà, infine, l'analisi delle relazioni internazionali dell'Europa e la valutazione dell'impatto della ricerca sull'innovazione, l'economia e la società in Europa.

Il professor Andrea Bonaccorsi, ordinario di Ingegneria gestionale all'Università di Pisa, si occupa di economia della scienza e dell'innovazione, temi sui quali vanta numerose pubblicazioni sulle principali riviste internazionali. Collabora con l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e con la Commissione Europea. Nel 2014 ha pubblicato per la casa editrice Edward Elgar il primo studio quantitativo sulle università in Europa e nel 2015 per Il Mulino il volume su La valutazione possibile. Teoria e pratica nel mondo della ricerca, che viene presentato in questi mesi in varie città italiane. Tra il 2011 e il 2015 ha fatto parte del Consiglio Direttivo dell'Anvur, l'Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.

mit logoSi è conclusa la valutazione dei progetti presentati in risposta alla quarta call del MIT-UNIPI Project, l’iniziativa che dal 2012 promuove collaborazioni tra gruppi di ricerca dell’Università di Pisa e del Massachusetts Institute of Technology (MIT). Tra le 13 proposte presentate, sono stati selezionati e finanziati 8 progetti che provengono dalle aree di Ingegneria, Biologia e Fisica, per un finanziamento totale di circa 70.000 euro. Nella cifra è compreso anche il contributo di 30.000 euro della Cassa di Risparmio di San Miniato che, in base a una convenzione triennale firmata nel 2014 con l’Ateneo pisano, sostiene a fondo perduto i progetti di ricerca sviluppati con il MIT che fanno riferimento all’area tematica delle Scienze economico-aziendali, sociali e ambientali.

«Un risultato che dimostra quanto, nel corso di questi anni, si sia consolidata la collaborazione tra il nostro Ateneo e il MIT – commenta il professor Paolo Ferragina, prorettore per la ricerca applicata e l’innovazione dell’Ateneo pisano – Dall’avvio dell’accordo sono stati sottomessi 56 progetti – tutti molto interessanti – e ne sono stati finanziati 32, per un totale di circa 214.200 euro. L’aspetto interessante di questa iniziativa è che alcune collaborazioni avviate grazie ai finanziamenti delle scorse call stanno proseguendo indipendentemente, con ottimi risultati e riconoscimenti ottenuti dai nostri studenti e ricercatori che si recano al MIT».

Il presidente della Carismi, Alessandro Bandini, esprime così la sua soddisfazione per aver partecipato, con la sua banca, al progetto: «Il sostegno triennale della Cassa di Risparmio di San Miniato per la collaborazione tra l’Università di Pisa e il Massachusetts Institute of Technology è un concreto esempio di sinergia fra pubblico e privato. Siamo orgogliosi di aver potuto contribuire in qualche modo alla realizzazione di questa importante iniziativa universitaria internazionale».

I progetti finanziati

MIT Building webTra gli 8 progetti finanziati nell’ultima call c’è quello di Fabio Bulleri del dipartimento di Biologia “From Micro to Macro: The Role of Microbial Biofilms in Regulating the Fitness and Competitive Ability of Subtidal Habitat-Forming Macroalgae”, che investigherà come i batteri influenzano il benessere delle alghe e i relativi processi ecologici. Nello stesso dipartimento è stata premiata anche Arianna Tavanti, per lo studio "Application of CRISPR/Cas9 Technology to Dissect the Role of Multi-Gene Families in Candida Parapsilosis Virulence”, che ha l’obiettivo di utilizzare uno strumento innovativo per “riscrivere il gene” nella Candida parapsilosis, la seconda principale causa della candidemia. Un’altra vincitrice è Maria Luisa Chiofalo, del dipartimento di Fisica, per il progetto "Generation of Spin-Squeezed States for Fundamental Physics Tests by Atom Interferometry”, che vuole sviluppare le attività teoriche per l’ottimizzazione degli schemi della generazione degli stati dei quanti “più luminosi”, prima del loro decadimento.

Tutti di ingegneria gli altri progetti selezionati: del dipartimento di Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni ci sono il progetto di Paolo Di Marco “Development of Advanced Micro-Engineered Surfaces to Improve Heat Transfer in Space Applications”, che studierà il trasferimento e lo scambio di calore sulle superfici la cui “wettability” (bagnabilità) è stata modificata da tecniche attive o passive, e quello di Davide Aloini, “Creating Collaborative Innovation Networks in Healthcare”, che ha l’obiettivo di utilizzare badge sociometrici in un contesto ospedaliero per testare e sviluppare l’analisi di reti sociali microscopiche come strumento per innovare i processi di healthcare.

ricerca internoDel dipartimento di Ingegneria civile e industriale hanno ricevuto il finanziamento Walter Ambrosini con il progetto “A Novel Physical Representation for Boiling in CFD”, che ha l’obiettivo di sviluppare l’applicabilità di una tecnica (CFD) per la previsione del trasferimento del calore, con uno studio che riveste grande importanza nel progetto di reattori nucleari e nella loro sicurezza, e Marco Gabiccini con “Fast Multi-Contact Dynamic Planning”, che studierà in che misura i recenti sviluppi nell’ottimizzazione polinomiale, chiamata metodo sums-of-squares (SOS), e il controllo dei modelli non lineari possono essere applicati al controllo e alle verifiche di sistemi robotici complessi, come i robot umanoidi. Infine Giovanni Vozzi, del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, con il progetto “Design and Realization of a 3-D Multi-scale in Vitro Model of Breast Tumor Microenvironment”, che mira a sviluppare nuovi strumenti in vitro per investigare gli effetti dei segnali meccanici sull’aggressività delle cellule del cancro al seno e della sensibilità alle droghe.

Le attività dei progetti, coordinate da un Principal Investigator (PI) della nostra Università e da uno del MIT, si svolgeranno da gennaio 2016 ad agosto 2017. Il contributo dell'Ateneo finanzia le spese di viaggio, vitto e alloggio del gruppo di ricerca pisano che si recherà a Boston. Analogamente il MIT, per i progetti sostenuti dal MIT-UNIPI Project, finanzia le spese di viaggio, vitto e alloggio del suo gruppo di ricerca che si recherà a Pisa. I progetti presentati da Fabio Bulleri e da Giovanni Vozzi saranno finanziati con il budget che la Cassa di Risparmio di San Miniato ha stanziato per sostenere l’iniziativa.

Ne hanno parlato:
Nazione Pisa 
Pianeta Universitario 
NazionePisa.it

Logo CUS HDI certificati di idoneità alla pratica sportiva non agonistica per tutti i tesserandi/tesserati Cus (Centro sportivo universitario) potranno essere ottenuti all’Ospedale Santa Chiara grazie a una convenzione siglata fra il direttore generale dell’Aoup Carlo Rinaldo Tomassini e il presidente del Cus Antonio Gallo. Una nuova e importante opportunità, a tariffe agevolate, per poter usufruire dell’offerta sportiva dell’ateneo che tiene conto delle esigenze degli studenti universitari (e non solo) anche alla luce delle recenti modifiche legislative in materia di certificazione medico-sportiva che prevedono – fra le altre cose – il tracciato dell’elettrocardiogramma basale.

Copia di GreenVolley

“Si tratta di un decisivo passo avanti nella promozione dell’attività sportiva e della tutela della salute – dichiara il presidente del Cus Pisa, medico nel settore della prevenzione – Un accordo perseguito grazie alla sinergica collaborazione fra l’Aoup, l’Università e il Cus nell’ambito dei rispettivi mandati istituzionali, e all’impegno dei prorettori che da anni seguono il Cus per conto del rettore (i docenti Rosalba Tognetti e Sandro Paci) e il professor Gino Santoro, nella sua doppia veste di prorettore e responsabile della Sezione dipartimentale di Medicina dello sport dell’Aoup”.

Per effettuare la prenotazione della visita è sufficiente inviare una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. indicando i propri dati anagrafici, il numero di telefono, il tipo di idoneità richiesta (in questo caso non agonistica) specificando che il certificato serve per l’iscrizione al Cus Pisa.

Successivamente bisogna recarsi agli impianti Cus muniti di documento d’identità per ottenere la documentazione necessaria ad usufruire della convenzione.

La visita si terrà, come detto, allo stabilimento ospedaliero di Santa Chiara (Medicina dello sport, edificio 8 - ingressi da via Bonanno e via Roma). Per effettuarla occorrono un documento d’identità, la tessera sanitaria e i documenti rilasciati dal Cus. L’iscrizione al Cus, gratuita per gli studenti dell’Università di Pisa, potrà avvenire a partire dal lunedì successivo alla visita.

Maggiori informazioni sono disponibili a questo link.

logo lavCon una donazione di 17.000 euro la LAV finanzierà una borsa di studio per sostenere la ricerca senza l’uso di animali. Lunedì 1 febbraio, Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione, accompagnato dalla biologa Michela Kuan, responsabile del settore Vivisezione, ha consegnato al direttore del Centro Piaggio, Andrea Caiti, e al gruppo di ricerca di Arti Ahluwalia un contributo destinato a sviluppare un bioreattore che riproduca l’ambiente dinamico dell’alveolo polmonare e che sia in grado di testare la tossicità di sostanze chimiche inalate. Il tutto senza ricorrere alla sperimentazione animale.

LAV centro piaggioIl progetto prevede la realizzazione di un prototipo, nominato MALI (Moving Air-Liquid Interface) per l’esposizione di areosol su colture di cellule epiteliali alveolari, capace di simulare le azioni di inspirazione, espirazione, flusso sanguigno e deposizione biomimetica di aerosol. Tale sistema permetterà il superamento del ricorso ad animali anche dal punto di vista normativo: «Già da tempo il nostro gruppo di ricerca sviluppa modelli di organi e di sistemi in vitro in grado di mimare la fisiologia e le patologie umane – commenta la professoressa Ahluwalia – Come bioingegneri lavoriamo per il benessere dell’uomo e queste tecnologie ci permettono di sviluppare metodi più sicuri e scientificamente più esatti per il raggiungimento dei nostri obiettivi».

“Questa borsa di studio è l’ennesima dimostrazione che non solo è possibile, ma è doveroso fare una ricerca senza vivisezione – afferma Michela Kuan – il modello animale appartiene al passato e ognuno di noi deve impegnarsi per il suo superamento affinché venga realmente tutelata la salute umana. I fondi pubblici e privati devono essere indirizzati verso lo sviluppo dei metodi sostitutivi e questo contributo è la prova più concreta dell’applicazione di tali metodi, in risposta a chi ci attacca negando l'esistenza della ricerca senza animali: innovativa, scientificamente affidabile e utile”.

LAV centro piaggio2Al momento, la valutazione della tossicità delle sostanze chimiche inalate prevede l’uso di un elevato numero di animali da sottoporre a inalazione forzata, che comporta morte, dolore e agonia. «I risultati di questi test sono inaffidabili, in quanto correlano la mortalità della cavia con la concentrazione della sostanza a cui è esposta, senza prendere in considerazione i meccanismi che portano a tale effetto. A tutto questo va aggiunta la necessità di estrapolare i dati e correlare il modello animale con la risposta umana. Sono quindi necessari test più diretti, semplici ed efficaci che non richiedano la sperimentazione animale, sia per ragioni etiche ed economiche, che per ragioni scientifiche».
Il finanziamento è stato reso possibile grazie al contributo dei cittadini che hanno scelto di devolvere alla LAV il 5x1000.

Ne hanno parlato: 
ADNkronos
Nazione Pisa 
Pisa Today 
gonews 
Quotidiano.net

mani centro piaggioIl Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa ha compiuto i suoi primi 50 anni. Le celebrazioni, alla presenza del rettore dell’Università di Pisa, Massimo Augello, e del sindaco del Comune di Pisa, Marco Filippeschi, si svolgeranno martedì 2 febbraio, alle ore 15.00, nell’Aula Magna di Ingegneria, in Largo Lucio Lazzarino.

Leggi il programma.

Fondato alla fine del 1965, il Centro venne intitolato a Enrico Piaggio, che aveva sostenuto lo sviluppo degli studi di ingegneria meccanica all’Università di Pisa. Da allora, porta avanti una ricerca ampiamente multidisciplinare nei settori della robotica e della bioingegneria, prima come Centro Interdipartimentale, affiliando i dipartimenti di dipartimenti di ingegneria aerospaziale, sistemi elettrici e automazione, ingegneria dell'informazione, matematica, ingegneria meccanica, nucleare e della produzione, chimica e ingegneria chimica, e gli istituti del CNR di fisiologia clinica e per le applicazioni del calcolo e, dal 2012, come Centro di Ricerca di Ateneo.

Face“Proprio questa vocazione interdisciplinare è il nostro punto di forza – afferma il direttore Andrea Caiti – il Centro vede infatti l’incontro e il lavoro congiunto di scienziati di diverse discipline, sia scientifiche che umanistiche, dall’ingegneria alle scienze matematiche, mediche, psicologiche e filosofiche. Attualmente, vi operano circa 100 ricercatori provenienti da diverse aree dell’Università di Pisa e da diverse università internazionali ed europee (Giappone, Cina, India, Francia, Stati Uniti, Norvegia, Messico, Iran, Spagna).”

Il Centro “E. Piaggio” ha dato vita a diversi progetti di spin-off di successo, ha aperto laboratori e attività convenzionate con enti del territorio circostante e con il Polo scientifico-tecnologico di Navacchio, dando vita a collaborazioni con diverse aziende pubbliche e private, oltre che con università e centri di ricerca italiani e internazionali.

walkman“Oltre all’importante ricaduta sul territorio, la nostra vocazione è internazionale – prosegue il professor Caiti – grazie alla collaborazione con diversi enti, tra cui il MIT a Boston e l’Agenzia Aereospaziale Tedesca, e alla partecipazione a diversi progetti europei”.

Dalla sua fondazione, il Centro “E. Piaggio” ha gestito 73 progetti europei, nazionali e regionali. Nel 2015 ha ricevuto finanziamenti da progetti per circa 4 milioni di euro, partecipando a diversi programmi finanziati dall’Europa per la ricerca e l’innovazione. Sono attualmente attivi presso il Centro 14 progetti di ricerca europei, nell’ambito dei settori della soft robotics, interazione fisica uomo-robot, aptica e mani artificiali, metodi di controllo avanzato per i sistemi complessi, robotica sottomarina, sistemi indossabili, neuroingegneria socio-cognitiva, biometria, analisi dei segnali biomedici, sistemi muscolari artificiali, modelli sistemici in vitro.

giovanni vannacciCon la sua nomina sono tre i docente del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Agro-ambientali dell’Università di Pisa chiamati dalla Regione Puglia per contrastare la Xylella. A metà gennaio il professore Giovanni Vannacci (foto), ordinario di Patologia Vegetale e presidente della Società Italiana di Patologia Vegetale (SiPaV), è stato invitato a far parte della task force che dovrà fornire indicazioni sulle azioni da intraprendere per il contenimento del disseccamento rapido dell’olivo associato al batterio Xylella fastidiosa. La sua nomina avviene dopo quelle, a novembre scorso, dei professori Riccardo Gucci e Giacomo Lorenzini.

La questione Xylella è balzata di recente all’attenzione della cronaca dopo il decreto della procura di Lecce con il quale sono stati incriminati alcuni ricercatori impegnati nelle ricerche sulla malattia e sono stati posti sotto sequestro gli olivi destinati, nel quadro delle azioni volte a contenere l’epidemia stessa, all’abbattimento.

“La devastazione degli oliveti nel Salento non è solamente un problema di ordinaria gestione della produzione agraria, ma ha anche importanti risvolti sociali – ha commentato Giovanni Vannacci – e l’olivicoltura in Puglia, e non soltanto in Puglia, ha radici profonde nella storia dei territori ed importanti ricadute anche in altri in settori, quale quello turistico, di grande importanza economica”.

On the 21st January 2016, 36 students from Taylor University in Indiana, USA, visited The University of Pisa for a detailed tour. Our visitors consisted of a group of scholarship students who are extremely high achievers at their university in Indiana. Their study-abroad trip focused on “The history of education” and for this motive, the International Office were pleased to welcome them to our institution of excellence here in Pisa.

The tour presented the areas of excellence available at The University of Pisa, and gave the students a taste of life here in Pisa. The presentation displayed the variety of courses available to study in English and informed them about the summer schools that take place. The students were welcomed in Palazzo Matteucci, before being taken to the rectory where they could admire the 18th Century original copy of “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” by Galileo Galilei, which is preserved in the “Sala dei Mappamondi”.

The students were accompanied by Scott Moeschberget (Associate Dean of Honors Programme and Associate Professor of Psychology), Dannie Stanley (Assistant Professor of Computer Science and Engineering) and two graduate assistants; Jennifer Moeschberger and Amy Peterson. Our visitors had visited Rome and Florence and wanted to visit a prestigious Italian University, selecting Pisa as their destination. They were especially interested in hearing about our Summer Schools, PhD and Masters programmes, and said they all felt incredibly “inspired” on their return to America.

studenti indiana

Giornata della memoriaIn occasione della Giornata della Memoria pubblichiamo un intervento di Maria Antonella Galanti, prorettore per i Rapporti con il territorio e docente del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo.

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Il 27 gennaio 1945 fu il giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Le immagini dei pochi superstiti, dei luoghi e degli strumenti di tortura e di morte hanno fatto il giro del mondo e non ci sarebbe bisogno di celebrare una giornata della memoria per ricordarcele. Sono impresse nella nostra mente, sono parte integrante del nostro immaginario e ci hanno commosso o generato raccapriccio molte volte, nel corso del tempo, indelebili metafore di ogni insensatezza umana. Sono immagini terribili perché testimoniano l'esistenza, negli esseri umani, anche di una tensione a distruggere e a misurare il proprio valore in termini di rapporti di forza e di potere attraverso la sopraffazione ai danni di chi si trovi in condizione di maggiore fragilità sociale o debolezza contrattuale.

Non servirebbe a niente, perciò, questa giornata, se la intendessimo come una sorta di rituale risarcimento morale nei confronti degli ebrei e insieme a loro di tutte quelle comunità o insiemi di persone che sono state oggetto della violenza nazista, fino allo sterminio di massa: i dissidenti politici comunisti, socialisti e social-democratici, le persone omosessuali, i Rom, i malati psichici, i soggetti con disabilità e gli appartenenti, in generale, a religioni diverse da quella cattolica. Si tratta, invece, di conservare memoria e consapevolezza della storia che coinvolge noi tutti, cioè di ciò che è stato possibile accadesse in Europa, nello spazio nero delle dittature che collega i due profondi abissi delle guerre mondiali.

Memoria e oblio sono due esperienze strettamente intrecciate. È l'oblio che rende possibile la memoria come strumento vivo e attivo di lettura del presente e di progettualità rispetto al futuro. È l'oblio, cioè, che mettendo in ombra il resto permette di dirigere la luce sulla specifica esperienza che in una determinata circostanza si vuole rendere attuale. Non per farne testimonianza di un passato ibernato nella distanza storica, ma per rendere quel passato metafora viva del presente, capace di lasciare emergere il filo di paura e di speranza progettuale che lega l'ieri all'oggi ed entrambi al futuro.

I campi di concentramento possono apparire, a un primo sguardo, un'esperienza lontana nel tempo, ma altrettanto non si può dire, purtroppo, dell'idea che li sorreggeva e che rappresenta un pericolo sempre attuale. Un pericolo subdolo, strisciante, spesso invisibile: l'omologazione degli individui gli uni agli altri, l'eliminazione di ogni differenza così da rendere le persone passivo oggetto di controllo e di dominio. Oggi assistiamo, infatti, all'emergere di nuovi razzismi, non di rado suffragati da riedizioni di semplificanti riduzionismi di tipo biologico, mentre l'enfatizzazione della dimensione tecnica rischia di trasformarla in fine delle nostre scelte anziché in mezzo per migliorare la qualità delle relazioni umane e in generale della nostra vita.

Maria Antonella Galanti

dime chirurgicheArriveranno presto sul mercato le innovative dime chirurgiche sviluppate da un gruppo di ricerca dell’Università di Pisa e recentemente usate per un intervento di chirurgia spinale. La soluzione, sviluppata presso EndoCAS - il Centro di eccellenza per la Chirurgia assistita al calcolatore diretto dal professor Mauro Ferrari – e brevettata dall’Università di Pisa, sarà commercializzata tramite e-SPres3D, la spin off creata dai ricercatori dell’Ateneo pisano e della Scuola Sant’Anna.

Le dime sono ausili clinici che permettono il posizionamento preciso degli impianti durante le operazioni chirurgiche. Quelle sviluppate dal gruppo di ricerca pisano permettono di guidare le viti nell’intervento di fusione spinale con estrema precisione: «In questo tipo di intervento, decisamente frequente sia in Italia che nel resto del mondo, la precisione nell’impianto delle viti è l’aspetto cruciale per il buon esito della procedura chirurgica e per questo motivo sul mercato sono appena uscite anche complesse soluzioni robotiche – commenta Vincenzo Ferrari, ricercatore di ingegneria biomedica di EndoCAS - Le dime chirurgiche ideate presso l’Università di Pisa sono una più efficiente ed economica alternativa per gli interventi eseguiti in chirurgia aperta. Il brevetto pisano descrive come realizzare e adattare, sulla base delle immagini radiologiche del paziente, una dima chirurgica dotata di cannule di foratura da adagiare sulle vertebre del paziente per poi procedere con precisione e sicurezza alla fase di cruciale foratura e inserimento delle viti».

Le origini di questa ricerca risalgono al 2011 quando, Vincenzo Ferrari e Paolo Parchi, medico della Clinica Ortopedica I Universitaria diretta dal professor Michele Lisanti, presentarono a Londra i risultati di un lavoro sviluppato presso EndoCAS, in occasione del congresso mondiale CAOS (Computer Assisted Orthopedic Surgery). Da allora il gruppo di ricerca ha ottimizzato la soluzione per la chirurgia spinale grazie al lavoro di Sara Condino e Marina Carbone, entrambe ingengeri postdoc di EndoCAS, e lo scorso luglio è stato operato il primo paziente. Nei giorni scorsi i clinici hanno verificato l’ottimo esito dell’intervento, eseguito dal dottor Paolo Parchi, ottenuto anche grazie all’utilizzo delle innovative dime chirurgiche che permettono di guidare le viti nell’intervento di fusione spinale con estrema precisione.

Giovedì 21 gennaio, quaranta studenti provenienti dalla Taylor University, nello Stato dell’Indiana in USA, sono stati ospiti dell’Università di Pisa. I ragazzi sono stati accolti dallo staff dell’International Office prima a Palazzo Matteucci, poi al rettorato dove hanno visitato le sale storiche e ammirato la copia settecentesca del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei, conservata nella Sala dei Mappamondi.

I ragazzi, iscritti al primo anno di università, erano studenti eccellenti del corso di “Storia dell’educazione”, arrivati in Italia per svolgere il loro periodo curriculare di studio all’estero con scopi sia educativi sia di conoscenza delle possibilità offerte a livello universitario. Dopo aver visitato Roma e Firenze, il gruppo ha voluto conoscere da vicino anche una prestigiosa università italiana, scegliendo Pisa come meta. Lo staff dell’International Office ha illustrato loro il funzionamento il sistema universitario italiano, citando poi le aree di eccellenza dell’Ateneo pisano e l’offerta formativa in termini di lauree magistrali, PhD e Summer School.

Gli studenti erano accompagnati dai professori Scott Moeschberget, Associate Dean of Honors Programme and Associate Professor of Psychology/Higher Education, Dannie Stanley, Assistant Professor of Computer Science and Engineering e due graduate assistants, Jennifer Moeschberger and Amy Peterson.

studenti indiana

Ne hanno parlato:
Nazione Pisa 
StampToscana.it

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