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Venerdì, 25 Ottobre 2019 12:38

11 - Nuova direttiva sugli open data

Nel corso del trilogo del 22 gennaio, i negoziatori di Parlamento e Consiglio sono giunti a un accordo definitivo sulla direttiva  relativa al riutilizzo dell'informazione del settore pubblico.

Il testo riguarda espressamente tutti i dati che vengono prodotti dagli enti pubblici durante la loro attività e pertanto influisce anche sui dati di ricerca. Per sottolineare l’interesse che il tema degli open data riveste all’interno della direttiva stessa, il titolo è stato modificato per includerne il riferimento. In breve, la direttiva permette l’accesso ai dati pubblici, in particolare quelli identificati come high-value, a costo zero o marginale per quanti, ad esempio nel settore privato, volessero accedervi. I dati così messi a disposizione devono essere conformi ai noti principi FAIR. Alla soddisfazione di molti osservatori corrisponde però la delusione di quanti speravano in una formula ispirata all’apertura totale: l’introduzione del principio guida “aperto quanto possibile, chiuso quanto necessario” all’interno del testo stesso lascia in realtà ampio margine di manovra ai governi nazionali per introdurre legislazioni più conservatrici sulla materia. Qualche perplessità è stata sollevata anche sull’ambiguità che la direttiva suscita se contrapposta alla stretta tutela dei diritti d’autore contenuta nella direttiva europea sul copyright, in fase di approvazione

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale 25 – febbraio 2019)

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Venerdì, 25 Ottobre 2019 12:37

10 - Le nuove linee guida al Plan S

A fine novembre cOAlition S, l’alleanza di enti finanziatori della ricerca che promuove l’estensione dell’Open Access a tutti i risultati di ricerca finanziati pubblicamente, ha emanato le linee guida al Plan S. Il documento contiene infatti una serie di indirizzi per implementare il Plan S, l’insieme di azioni mirate a favorire l’introduzione graduale dell’approccio Open Access in accademia. Le linee guida, tra l’altro, aprono alle riviste ibride, sotto le clausole dei  trasformative agreements, vale a dire accordi vincolanti per gli editori, costretti a impegnarsi a passare al full Open Access entro tempi prestabiliti.

Si rinnova la pagina web dedicata alla Open Science

La sezione del sito istituzionale dell’Università di Pisa dedicata all’Open Science si rinnova. I contenuti tengono conto dei continui aggiornamenti in questo ambito, anche su impulso della Commissione Europea e del diffondersi dell’innovazione tecnologica. La nuova sezione del sito offre  una panoramica informativa su Open Science, Open Access ed Open data, policy europea e strumenti utili per fare scienza aperta ed illustra l’operato della Commissione di Ateneo sull’accesso aperto alla letteratura scientifica. Sono inoltre evidenziati i legami tra Open Science e Ricerca Responsabile, l’insieme delle pratiche tese a rendere la scienza più attenta alle esigenze e ai bisogni della società.

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale 24 – gennaio 2019)

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Il 23 novembre a Vienna, nel quadro del programma della Presidenza austriaca del Consiglio dell’UE, è stata formalmente lanciata la fase di implementazione dello European Open Science Cloud. L’ambizioso progetto, che mira a mettere a disposizione di un milione e 700 mila ricercatori europei l’accesso condiviso ai dati di ricerca della comunità scientifica europea, è stato oggetto di un enorme sforzo logistico e finanziario negli ultimi anni, e ha ispirato diversi tentativi simili a livello globale. Inizialmente strutturato come un nucleo centrale di infrastrutture digitali connesse, definito EOSC-hub, da ora in avanti il cloud verrà gestito in modo da aggiungere altre e-infrastructures europee, appena diventeranno tecnicamente pronte ad accedervi.

Secondo la roadmap della Commissione, la piena operatività dell’EOSC dovrebbe venire raggiunta entro il 2020, in corrispondenza con la fine di Horizon 2020 e l’avvio del suo successore Horizon Europe. Nelle prossime settimane, invece, verrà aperto e messo a disposizione degli utenti lo EOSC Portal, destinato a diventare il punto unico di accesso per tutto ciò che riguarda il cloud, sia dal punto di vista dello sviluppo e della policy che da quello dei servizi effettivamente erogati. Lo EOSC sposa il principio dei dati FAIR, vale a dire Findable, Accessible Interoperable, Reusable, che secondo la visione Open Science promossa dalla Commissione Europea dovrebbe in futuro diventare lo standard per tutti i dati generati dalla ricerca.

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale 23 – dicembre 2018)

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Venerdì, 25 Ottobre 2019 12:35

8 - I “pilastri” della Open Science

La Commissione europea ha individuato otto “pilastri” o “ambizioni” su cui si fondano i principi della Open Science:

  1. Rewards and Incentives
  2. Research Indicators and Next-Generation Metrics
  3. Future of Scholarly Communication
  4. European Open Science Cloud
  5. FAIR Data
  6. Research Integrity
  7. Skills and Education
  8. Citizen Science

La "Open Science Policy Platform" (OSPP) ha definito ad aprile le raccomandazioni per implementare gli 8 pilastri e ne sta pianificando l’attuazione. 

Tra i fronti sui quali si giocherà la complessa “partita” dell’Open Science, ci sono aspetti strutturali al sistema della ricerca (dalla revisione dei meccanismi di assunzione e promozione di carriera dei ricercatori, alla definizione di nuovi indicatori quantitativi e qualitativi di valutazione e di finanziamento della ricerca), aspetti dalle vaste implicazioni economiche su scala globale (l’evoluzione del mercato editoriale verso l’open access, le sfide tecnologiche del cloud della ricerca e dei dati) ed aspetti che aprono nuove frontiere sul “come“ fare ricerca, rendendola non soltanto più aperta e comunicativa con la società ma anche più “partecipata” e collaborativa, in tutte le fasi.

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale 22 – novembre 2018)

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Il 4 settembre sono stati varati il 'Plan S' e la cOAlition S’, che sanciscono un forte passo in avanti verso l’accesso aperto alla produzione scientifica.

Plan S è stato sviluppato congiuntamente da un gruppo di organismi nazionali di finanziamento della ricerca, guidati da Science Europe, e da Robert-Jan Smits, Senior Advisor on Open Access del Commissario Carlos Moedas.

cOAlition S è la coalizione di 13 enti nazionali finanziatori della ricerca che si sono impegnati ad implementare i principi del PlanS, coordinandosi con la Commissione Europea e l’ERC.

Il principio di fondo sul quale si basa il PlanS è che a partire dal 1°gennaio 2020 le pubblicazioni scientifiche frutto di ricerche finanziate dovrebbero essere pubblicate in riviste ad accesso aperto o su piattaforme ad accesso aperto. Non saranno ammesse pubblicazioni in Open Access ibrido, ovvero su riviste a pagamento che offrono la pubblicazione di singoli articoli in open access, dietro pagamento di una Article Processing Charge (APC).

Tra i 10 i principi sanciti dal Plan S, gli autori manterranno senza restrizioni i diritti sulle proprie pubblicazioni (finora cedute agli editori), sarà stabilito un tetto massimo per le quote di pubblicazioni in open access e tale costo sarà sostenuto dagli enti finanziatori.

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale 21 – ottobre 2018)

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Venerdì, 25 Ottobre 2019 12:33

6 - Open Data e Data Management Plan

Dal 2017 i progetti finanziati da Horizon 2020 hanno l’obbligo di rendere accessibili (Open Access), oltre alle pubblicazioni scaturite dalla ricerca finanziata, anche i dati generati, depositandoli in un archivio di dati per la ricerca (art. 29.3 del Model Grant Agreement).

La Commissione europea riconosce che alcuni dati non possono essere resi accessibili ed applica il principio: 'as open as possible, as closed as necessary'. È per tanto possibile decidere di non renderli disponibili (‘to opt-out’), per motivi di proprietà intellettuale, privacy, sicurezza o perché la ricerca non genera o utilizza dati, senza che questo incida sulla valutazione del progetto. L’Open Access ai dati della ricerca è tuttavia fortemente auspicato dalla Commissione. 

Entro 6 mesi dall’approvazione del progetto va redatto un Data Management Plan (DMP), nel quale si descrivono i dati e le modalità di conservazione e di accesso. Il DMP deve essere aggiornato durante l’arco di vita del progetto. I costi per la gestione dei dati generati dalla ricerca, inclusi i costi del DMP, sono costi eleggibili entro la durata del progetto.

Stanno crescendo gli strumenti di supporto per la creazione e gestione dei DMP, ma diverse questioni restano aperte, come la definizione di research data, metadata e standard, i costi di research data management, le research infrastructures.

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale 20 – settembre 2018)

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Venerdì, 25 Ottobre 2019 12:32

5 - Open Science: pro e contro

La Commissione europea vuole una ricerca sempre più aperta, collaborativa e vicina alla società (la proposta di “Horizon Europe” prevede un ulteriore rafforzamento di Open Science ed Open Access) ma persistono molti ostacoli al “fare scienza aperta”.

Rendere accessibili a tutti i risultati della ricerca porta vantaggi alla stessa scienza, più trasparente, verificabile e riproducibile oltre che più rapida ed efficiente, alle imprese, che accedendo ai risultati della ricerca possono offrire prodotti più innovativi e alla società: cittadini e amministratori possono prendere decisioni più obiettive sulla base dei dati, insegnanti e professionisti possono tenersi aggiornati, operatori sanitari e medici possono curarci meglio. (E. Giglia, Journal of Biomedical Practitioners)

Uno dei maggiori ostacoli all’Open Access resta il forte divario, in termini di impatto sulla valutazione della produzione scientifica (con conseguenze sulle procedure di finanziamento o di avanzamento di carriera dei ricercatori), tra le riviste più prestigiose, su abbonamento e in mano ai grandi editori, e le riviste che pubblicano in Open Access, che raramente raggiungono il livello degli indicatori citazionali che caratterizza le riviste più prestigiose. Tra le altre criticità: i costi dell’Open Access e le problematiche di proprietà intellettuale, privacy e questioni etiche.

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale 19 – luglio/agosto 2018)

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Venerdì, 25 Ottobre 2019 12:31

4 – Open Acces ibrido e double dipping

Negli ultimi anni molti dei grandi editori scientifici si sono aperti alla modalità di pubblicazione nota come open access ibrido, che prevede la possibilità di pubblicare alcuni contenuti gratuitamente, su riviste vendute in abbonamento, a fronte di un contributo iniziale da parte degli autori o di chi li finanzia (l’Article Processing Charge, APC).

Il rischio però è che si duplichino i costi a carico di chi ha pagato alla rivista l’APC per pubblicare l’articolo in forma aperta (il ricercatore) e di chi paga l’abbonamento alla rivista (l’Università), fenomeno noto come double dipping.

Quando l’open access ibrido o il gold open access (nel quale tutti i contenuti sono disponibili gratuitamente, a fronte del pagamento delle APC), comportano costi più elevati, come nel caso del double dipping, resta l’opzione del green open access, ovvero la ri-pubblicazione ad accesso aperto, in archivi istituzionali, degli articoli pubblicati su riviste in abbonamento: in questo caso occorre però attendere il periodo di embargo imposto dagli editori. Per contrastare il fenomeno del double dipping ed a sostegno delle politiche di green open access, si sono pronunciate le più influenti associazioni universitarie europee, da LERU ad EUA, alle Conferenze dei Rettori e agli University Leaders.

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale 18 – giugno 2018)

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Con la pubblicazione da parte della Commissione Europea, lo scorso 25 aprile, delle nuove Raccomandazioni sull’accesso e la conservazione dell’informazione scientifica, si compie un ulteriore passo verso l’adesione degli Stati Membri alla cultura e alla pratica dell’Open Science, che porti alla libera circolazione della conoscenza non appena disponibile, grazie alle tecnologie digitali e collaborative.

Le nuove Raccomandazioni si collocano nell’ambito della più ampia strategia del Digital Single Market e tengono conto degli sviluppi dello European Open Science Cloud e della transizione verso il prossimo programma quadro per la ricerca e l’innovazione, nel quale l’Open Science avrà un ruolo sempre maggiore.

Gli Stati Membri sono invitati ad adottare chiare ed uniformi politiche nazionali che coprano i diversi aspetti dell’Open Science, con l’obiettivo di arrivare all’ “open access as the default by 2020”.

In attuazione delle Linee di Indirizzo dell’Università di Pisa sull’Accesso aperto (art. 4) il Senato Accademico, nella seduta dello scorso 20 aprile, ha deliberato la composizione della Commissione di Ateneo per l’accesso aperto alla letteratura scientifica, il cui compito sarà definire le politiche per l'attuazione del principio dell'accesso aperto ed organizzare iniziative di formazione e sensibilizzazione.

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale 17 - maggio 2018)

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Secondo quanto disposto dall’Art. 29.2 del Model Grant Agreement, i beneficiari di progetti finanziati da Horizon 2020 devono assicurare il libero accesso online alle pubblicazioni scientifiche che scaturiscono dal progetto.

Le pubblicazioni (insieme ad i relativi metadati bibliografici) vanno depositate in un archivio istituzionale, conforme alle linee-guida di OpenAIRE, la piattaforma finanziata dalla Commissione Europea per censire e disseminare i risultati della ricerca. 

Per UNIPI l’archivio istituzionale ad accesso aperto è ARPI, reso conforme alle linee-guida di OpenAIRE.

Due le “vie” all’Open Access: deposito o self-archiving (“green road”), quando l’autore deposita la versione finale del lavoro (già pubblicato su riviste tradizionali) in archivi aperti istituzionali o disciplinari, in accordo con le politiche di copyright degli editori; pubblicazione in riviste o volumi Open Access (“gold road”), quando l’editore pubblica l’articolo, una volta accettato, in maniera aperta, ovvero visibile a tutti gratuitamente.

Per maggiori informazioni visitare  questo link.

(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale n° 16 - aprile 2018)

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