Concorso fotografico "Il mio Erasmus"
Avviso di fabbisogno interno per l' attività di insegnamento nell’ambito del III° Modulo del Master Universitario in Gestione dei Sistemi Logistici a.a. 2017/2018. Scad. 8/06
Storia delle due Indie
Antonella Alimento, professoressa di Storia moderna al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, e Gianluigi Goggi, docente dell'Ateneo, sono i curatori di L’Histoire philosophique et politique des établissements et du commerce des Eiropéens dans les deux Indes, un volume che raccoglie gli atti di una giornata di studio organizzata a Pisa sulla figura dell'abate Guillaume-Thomas Raynal.
Pubblichiamo di seguito una presentazione del volume.
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L’Histoire philosophique et politique des établissements et du commerce des Européens dans les deux Indes (in forma abbreviate: Histoire des deux Indes) è un vasto resoconto delle imprese coloniali e del commercio degli Europei nelle due Indie (cioè Indie orientali e Indie occidentali, o Americhe), a partire dalla fine del Quattrocento (scoperta dell’America) sino agli anni ‘70/’80 del Settecento.
Redatta e coordinata dall’abate Guillaume-Thomas Raynal (1713-1796), sotto il patrocinio dell’onnipotente duca di Choiseul, ministro di Luigi XV, essa diventa il punto di incontro di numerosi intellettuali/philosophes dell’epoca. L’opera nasce quindi come opera filogovernativa, di appoggio alla politica coloniale del regime di Luigi XV e di critica al predominio sui mari che esercita l’Inghilterra del tempo. Fra i collaboratori di Raynal un rilievo particolare assume la figura di Denis Diderot (il direttore ben noto dell’Encyclopédie), che lavora a lungo all’opera.
La prima edizione esce con la data del 1770 (6 vol. in-8°). Altre due edizioni arricchite e ampliate si contano nel giro di poche anni: Nel 1774 esce la seconda edizione (7 vol. in-8°), nel 1780, l’edizione in qualche modo definitiva comprendente 4 vol. in-4° o 10 vol, in.8°.
Passando da un’edizione all’altra, l’opera di Raynal conosce una forte radicalizzazione. Quella che all’inizio era il frutto per così dire di un ‘incarico’ (o di una ‘commessa’) filogovernativa diventa una vera e propria macchina da guerra (machine de guerre) contro l’Ancien Régime.
Da una ventina di anni un gruppo di studiosi di diversi paesi (europei e non) hanno progettato una edizione critica moderna dell’opera dell’abate Raynal. Di tale edizione è uscito per ora il primo volune, il secondo è ormai imminente.
All’interno della cornice di tale edizione si colloca il colloquio sull’abate Raynal che Antonella Alimento e Gianluigi Goggi hanno organizzato a Pisa nel febbraio 2016, con il titolo: Autour de l’abbé Raynal: genèse et enjeux politiques de l’Histoire des deux Indes (Intorno all’abate Raynal: genesi e poste politiche dell’Histoire des deux Indes).
Le relazioni presentate a tale incontro sono raccolte nel volume che viene qui presentato e che è stato pubblicato dal Centre international d’étude du XVIIIesiècle di Ferney-Voltaire, diretto da Andrew Brown, a cui si deve anche la pubblicazione dell’edizione critica moderna dell’opera di Raynal.
Virtual reality e storytelling multimediale: una call per artisti e designer
Fondazione Sistema Toscana e il dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, con il sostegno di SIAE e MiBACT, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, organizzano “Storie dell’altro mondo (virtuale)”, un corso di specializzazione gratuito a numero chiuso incentrato sulle tecniche della Virtual Reality applicata al Web e alla narrazione video, la cui fase finale si svolgerà in occasione dell’edizione 2018 di Internet Festival.
Le tematiche approfondite nel corso saranno: Introduzione al Pensiero Computazionale, Interactive Narrative and Virtual Reality Design Philosophy, Creative Coding, Big Data & Data Science, Internet of Things, 3D Interaction Design/Modellazione 3D, Filmmaking 3D, Sound Design. L’offerta formativa si compone di due momenti chiave: il primo a Firenze presso ZAP, organizzato in moduli, arricchito da un percorso di tutoraggio, prevede una formazione frontale condotta da esperti del mondo creativo ed accademico. La seconda verrà organizzata attraverso il working experience durante Internet Festival 2018: attività laboratoriali e di produzione basate sulle nozioni e concetti appresi durante i moduli didattici.
La call è rivolta a 12 giovani artisti e designer under 35 residenti in Italia interessati a migliorare le proprie capacità artistiche e culturali e sviluppare nuove competenze legate al mondo del digitale. Il percorso formativo si snoda su un totale di 35 giorni (luglio, settembre e ottobre 2018), per un totale di 197 ore di formazione frontale, attività laboratoriali e verifica finale.
Le lezioni e i laboratori saranno tenuti da docenti universitari e esperti del mondo creativo che da anni lavorano nella produzione audio-video.
La domanda di iscrizione dovrà pervenire tramite email entro e non oltre le ore 23.00 del giorno 8 giugno a questo indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per maggiori info si rimanda al Bando ufficiale.
L’assistenza al parto? Una questione femminile non solo negli umani ma anche nei bonobo
L’assistenza al parto, come evento sociale tutto al femminile, non è una caratteristica esclusiva degli umani come sinora ritenuto, ma un comportamento che condividiamo con i bonobo, una specie “cugina” molto vicina a noi dal punto di vista evolutivo. La scoperta arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista americana “Evolution and Human Behavior” e condotta da Elisabetta Palagi dell’Università di Pisa, Elisa Demuru dell’Università di Parma e Pier Francesco Ferrari del CNRS francese.
Le studio etologico è stato realizzato presso il Parco Primati Apenheul nei Paesi Bassi e La Vallée des Singes in Francia dove i ricercatori sono riusciti a filmare tre nascite nel bonobo fin dalle prime fasi del travaglio, un’opportunità eccezionale che ha permesso di documentare non solo il comportamento della mamma, ma anche quello dell’intero gruppo sociale. Mai prima d’ora i comportamenti legati al parto in una grande scimmia erano stati descritti e analizzati in modo così dettagliato.
“Durante il parto di una loro compagna, le femmine di bonobo le si stringono intorno e mettono in atto comportamenti per proteggerla e supportarla in un momento di massima vulnerabilità, fino ad arrivare ad aiutare la partoriente a sorreggere il piccolo durante la fase espulsiva – spiega Elisabetta Palagi – Inoltre, gli scambi di espressioni facciali, vocalizzazioni e gesti raccontano una storia di intensa partecipazione emotiva che i ricercatori non hanno mai registrato in altre situazioni”.
L’assistenza al parto è sempre stata considerata una peculiarità che ci distingue dagli altri animali e la principale ragione è che per le donne il parto è reso estremamente difficoltoso dall’evoluzione che ci ha reso bipedi e “cervelloni”, abbiamo cioè un cranio molto voluminoso che però deve passare da un canale reso angusto per soddisfare le esigenze dettate dalla postura eretta. Queste condizioni però non valgono per le grandi scimmie, bonobo compreso, dove tuttavia il travaglio è comunque un evento sociale ed emotivo. Secondo i ricercatori, le somiglianze nelle dinamiche sociali attorno alla partoriente osservate nel bonobo e nell’uomo sono legate agli alti livelli di coesione femminile che caratterizzano queste due specie “cugine”. I bonobo, infatti sono considerati dagli etologi una specie estremamente tollerante e “femminista” dove il ruolo di comando spetta alle femmine che cooperano e formano forti alleanze e amicizie che vanno al di là dei semplici legami di parentela.
“La nostra ricerca dimostra quindi come l’assistenza al parto nei bonobo sia presente anche se l’evento non risulta particolarmente complicato – conclude Palagi – il che potrebbe suggerire addirittura il ribaltamento di un paradigma evolutivo che ci riguarda direttamente. In altre parole, potrebbe non essere stata la difficoltà dell’evento in sé a determinare l’assistenza al parto ma, al contrario, la socialità nel momento al parto potrebbe aver favorito l’evoluzione di quelle caratteristiche morfo-anatomiche, dalla misura del cranio all’andatura bipede, che hanno reso la nostra specie così peculiare”.
Ferrari Day, l’Università di Pisa ospita il “cavallino rampante”
Mercoledì 6 giugno, a partire dalle 10.30, nell’aula magna “Ulisse Dini” della Scuola di Ingegneria (Largo Lucio Lazzarino), si terrà il Ferrari Day, una giornata dedicata alla casa automobilistica italiana che incontrerà i neolaureati e gli studenti magistrali in Ingegneria prossimi alla laurea.
Un'opportunità unica per avere informazioni di prima mano sull'azienda da parte degli ingegneri Ferrari e per poter partecipare ai colloqui conoscitivi che si svolgeranno nella sessione pomeridiana.
L’evento è organizzato in collaborazione con il Career Service dell’Università di Pisa, che da sempre si occupa di facilitare il contatto diretto tra studenti e aziende.
L’assistenza al parto? Una questione tutta al femminile negli umani e anche nei bonobo
L’assistenza al parto, come evento sociale tutto al femminile, non è una caratteristica esclusiva degli umani come sinora ritenuto, ma un comportamento che condividiamo con i bonobo, una specie “cugina” molto vicina a noi dal punto di vista evolutivo. La scoperta arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista americana “Evolution and Human Behavior” e condotta da Elisabetta Palagi dell’Università di Pisa, Elisa Demuru dell’Università di Parma e Pier Francesco Ferrari del CNRS francese.
Le studio etologico è stato realizzato presso il Parco Primati Apenheul nei Paesi Bassi e La Vallée des Singes in Francia dove i ricercatori sono riusciti a filmare tre nascite nel bonobo fin dalle prime fasi del travaglio, un’opportunità eccezionale che ha permesso di documentare non solo il comportamento della mamma, ma anche quello dell’intero gruppo sociale. Mai prima d’ora i comportamenti legati al parto in una grande scimmia erano stati descritti e analizzati in modo così dettagliato.
La femmina Lucy e la sua piccolina di due giorni (Foto di Elisa Demuru)
“Durante il parto di una loro compagna, le femmine di bonobo le si stringono intorno e mettono in atto comportamenti per proteggerla e supportarla in un momento di massima vulnerabilità, fino ad arrivare ad aiutare la partoriente a sorreggere il piccolo durante la fase espulsiva – spiega Elisabetta Palagi – Inoltre, gli scambi di espressioni facciali, vocalizzazioni e gesti raccontano una storia di intensa partecipazione emotiva che i ricercatori non hanno mai registrato in altre situazioni”.
L’assistenza al parto è sempre stata considerata una peculiarità che ci distingue dagli altri animali e la principale ragione è che per le donne il parto è reso estremamente difficoltoso dall’evoluzione che ci ha reso bipedi e “cervelloni”, abbiamo cioè un cranio molto voluminoso che però deve passare da un canale reso angusto per soddisfare le esigenze dettate dalla postura eretta. Queste condizioni però non valgono per le grandi scimmie, bonobo compreso, dove tuttavia il travaglio è comunque un evento sociale ed emotivo. Secondo i ricercatori, le somiglianze nelle dinamiche sociali attorno alla partoriente osservate nel bonobo e nell’uomo sono legate agli alti livelli di coesione femminile che caratterizzano queste due specie “cugine”. I bonobo, infatti sono considerati dagli etologi una specie estremamente tollerante e “femminista” dove il ruolo di comando spetta alle femmine che cooperano e formano forti alleanze e amicizie che vanno al di là dei semplici legami di parentela.
Da sinistra, Elisabetta Palagi, Elisa Demuru e Pier Francesco Ferrari
“La nostra ricerca dimostra quindi come l’assistenza al parto nei bonobo sia presente anche se l’evento non risulta particolarmente complicato – conclude Palagi – il che potrebbe suggerire addirittura il ribaltamento di un paradigma evolutivo che ci riguarda direttamente. In altre parole, potrebbe non essere stata la difficoltà dell’evento in sé a determinare l’assistenza al parto ma, al contrario, la socialità nel momento al parto potrebbe aver favorito l’evoluzione di quelle caratteristiche morfo-anatomiche, dalla misura del cranio all’andatura bipede, che hanno reso la nostra specie così peculiare”.
L’Università di Pisa taglia le tasse agli studenti
Il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Pisa ha approvato all’unanimità il Regolamento per la Contribuzione degli studenti, relativo al prossimo anno accademico, che evidenzia una significativa riduzione di quanto gli studenti andranno a pagare.
Particolare attenzione è stata prestata agli studenti appartenenti a fasce di Isee basse e medie con due decisioni fondamentali: la prima che fa salire a ben 22.000 euro (a fronte dei 13.000 previsti dalla legge di stabilità e i 18.000 del regolamento dell’anno scorso) la no-tax area, cioè quell’area in cui gli studenti, in regola con il percorso accademico, hanno una contribuzione pari a 0; la seconda prevede anche per le fasce successive di Isee, una riduzione generalizzata della contribuzione, con percentuali più alte nelle fasce di reddito medio-basse.
Per capire la reale portata delle decisioni prese, occorre tenere anche presente che, a differenza di quanto fatto da altri atenei, Pisa mantiene al minimo previsto dalla legge le maggiorazioni per studenti “fuori-corso”, oltre ad abbassare il livello di contribuzione annua per gli studenti part-time (in larga parte studenti lavoratori).
Complessivamente le decisioni prese comporteranno per l’Ateneo una riduzione del gettito relativo alla contribuzione studentesca stimato attorno al milione e settecentomila euro. In una fase d’incertezza relativa al finanziamento ministeriale alle Università, questa è una scelta coraggiosa, che è stata resa possibile dalla situazione positiva dei conti dell’Ateneo che anche l’ultimo bilancio consuntivo approvato ha evidenziato con chiarezza.
Selezione di 20 giovani laureati come tutor per "Orienta il Tuo Futuro"
Bando e dettagli all'indirizzo:
Scadenza 22 giugno 2018
L’Università di Pisa taglia le tasse agli studenti
Il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Pisa ha approvato all’unanimità il Regolamento per la Contribuzione degli studenti, relativo al prossimo anno accademico, che evidenzia una significativa riduzione di quanto gli studenti andranno a pagare.
Particolare attenzione è stata prestata agli studenti appartenenti a fasce di Isee basse e medie con due decisioni fondamentali: la prima che fa salire a ben 22.000 euro (a fronte dei 13.000 previsti dalla legge di stabilità ed i 18.000 del regolamento dell’anno scorso) la no-tax area, cioè quell’area in cui gli studenti, in regola con il percorso accademico, hanno una contribuzione pari a 0; la seconda prevede anche per le fasce successive di Isee, una riduzione generalizzata della contribuzione, con percentuali più alte nelle fasce di reddito medio-basse.
Per capire la reale portata delle decisioni prese, occorre tenere anche presente che, a differenza di quanto fatto da altri atenei, Pisa mantiene al minimo previsto dalla legge le maggiorazioni per studenti “fuori-corso”, oltre ad abbassare il livello di contribuzione annua per gli studenti part-time (in larga parte studenti lavoratori).
Complessivamente le decisioni prese comporteranno per l’Ateneo una riduzione del gettito relativo alla contribuzione studentesca stimato attorno al milione e settecentomila euro. In una fase d’incertezza relativa al finanziamento ministeriale alle Università, questa è una scelta coraggiosa, che è stata resa possibile dalla situazione positiva dei conti dell’Ateneo che anche l’ultimo bilancio consuntivo approvato ha evidenziato con chiarezza.