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Trasformare le vecchie ‘rotonde’ stradali in moderne rotatorie più efficienti e sicure, dove il traffico scorre in modo più fluido, con tempi di ingresso inferiori, file più corte e meno incidenti. Un obiettivo però non sempre raggiungibile senza interventi complessi ed onerosi, almeno sino ad oggi. Dall’Università di Pisa arriva infatti una nuova metodologia capace di ridurre tempi e costi dei lavori rispetto agli approcci attuali. Lo studio condotto dal Antonio Pratelli e Paolo Sechi del dipartimento di Ingegneria civile e industriale in collaborazione con Reginald R. Souleyrette della University of Kentucky è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Traffic & Transportation” e documenta due casi di reale applicazione in Toscana.

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“Abbiamo messo a punto una nuova procedura di conversione delle vecchie rotonde stradali in incroci a rotatoria moderna – spiega il professore Pratelli – la nostra proposta risulta più economica e rapida grazie all’utilizzo di un modello accoppiato dinamico-analitico, i test che abbiamo realizzato su due casi reali, uno a Sesto Fiorentino e l’altro a Lucca, confermano la superiorità della nostra soluzione rispetto ad altri approcci esistenti”.

Secondo gli ingegneri dell’Ateneo pisano ad esempio è possibile ammodernare le vecchie rotatorie senza cambiare troppo l’impianto originario assicurando comunque gran parte dei vantaggi delle rotatorie moderne. Come è accaduto nel caso di Lucca, dove la trasformazione della rotonda posta fuori Porta Santa Maria realizzata nel 2010 si è giocata su una riduzione del diametro dell’isola centrale da 78 a 55 metri. Questo ha consentito un allargamento della carreggiata, sia dell’anello centrale che nelle zone di confluenza, con la possibilità di ricavare 80 nuovi parcheggi che di fatto hanno ripagato l’intervento. Contemporaneamente anche la circolazione è migliorata e le code sono passate da più di 180 metri a 12 e i tempi di attesa da oltre un minuto a pochi secondi.

 

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Da sinistra, Antonio Pratelli, Paolo Sechi e Reginald R. Souleyrette

Le moderne rotatorie sono state introdotte nel Regno Unito negli anni ’60 e si sono diffuse negli anni ’90 rispetto alle vecchie rotonde la differenza è che la precedenza spetta ai veicoli che transitano nell’anello - sottolinea Pratesi - In Italia come negli Stati Uniti esistono oggi molte rotonde stradali, cioè di vecchia generazione, che se convertite permetterebbero di conseguire importanti miglioramenti sia sul piano della sicurezza che su quello dell’efficienza della circolazione. I risultati della nostra ricerca sono un contributo in questo senso che mettono a disposizione uno strumento nuovo tanto per l’impiego tecnico, quanto per scopi di studio”.

 

Martedì 12 giugno, alle 17.30 nell’aula magna di Palazzo Boilleau dell’Università di Pisa (Via Santa Maria 85) si svolgerà la cerimonia di premiazione del Concorso Nazionale di Traduzione “Cinzia Biagiotti”, giunto alla sua seconda edizione. Il premio è riservato a tesi magistrali in traduzione di testi letterari e saggistici ad opera di autori anglo-americani.
Consegnerà il premio la Presidente della giuria, Dacia Maraini. La cerimonia sarà aperta da una conferenza di Norman Gobetti dal titolo: “Il mestiere del traduttore come strategia di resistenza al Totalitarismo della distrazione”.

Sara d’Aleo e Priscilla Farina, pisane e laureate al dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari a Agro-ambientali dell’Università di Pisa, sono state premiate dall’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori (ANVE) nell’ambito della X Giornata Nazionale del Vivaismo Mediterraneo che si è svolta il 1 giugno a Monopoli (BA).

Il riconoscimento, intitolato alla memoria del fondatore di ANVE, Stefano Capitanio, viene assegnato annualmente a giovani e brillanti laureati di primo e secondo livello nelle materie agrarie. Sara d’Aleo ha conseguito il titolo in “Progettazione e Gestione del Verde Urbano e del Paesaggio” con una tesi dal titolo “Orti urbani. Progetto di riqualificazione dell’area verde urbana ‘La Prada’ nel Comune di Carrara”. Priscilla Farina si è laureata “Scienze Agrarie” con un elaborato finale dal titolo “Le specie alloctone recentemente introdotte in Italia: il caso di Popillia japonica (Coleoptera Scarabaeidae)” e attualmente è iscritta alla magistrale in Produzioni Agro-alimentari e Gestione dell’Agroecosistema sempre all’Università di Pisa.

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La premiazione delle due allieve dell’ateneo pisano: a sinistra Sara d’Aleo, a destra Priscilla Farina, al centro il Presidente dell’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori.

Sara d’Aleo e Priscilla Farina, pisane e laureate al dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari a Agro-ambientali dell’Università di Pisa, sono state premiate dall’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori (ANVE) nell’ambito della X Giornata Nazionale del Vivaismo Mediterraneo che si è svolta il 1 giugno a Monopoli (BA). Il riconoscimento, intitolato alla memoria del fondatore di ANVE, Stefano Capitanio, viene assegnato annualmente a giovani e brillanti laureati di primo e secondo livello nelle materie agrarie. Sara d’Aleo ha conseguito il titolo in “Progettazione e Gestione del Verde Urbano e del Paesaggio” con una tesi dal titolo “Orti urbani. Progetto di riqualificazione dell’area verde urbana ‘La Prada’ nel Comune di Carrara”. Priscilla Farina si invece laureata “Scienze Agrarie” con un elaborato finale dal titolo “Le specie alloctone recentemente introdotte in Italia: il caso di Popillia japonica (Coleoptera Scarabaeidae)” e attualmente è iscritta alla magistrale in Produzioni Agro-alimentari e Gestione dell’Agroecosistema sempre all’Università di Pisa.

 

Rovereto/Pisa 8 giugno 2018 - Un innovativo approccio di ricerca sviluppato all’Istituto Italiano di Tecnologia di Rovereto e dall’Università di Pisa potrà aiutare a capire come alterazioni genetiche compromettono la regolare funzione del cervello, aprendo nuove frontiere nella comprensione delle cause dei disturbi dello spettro autistico.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Brain, è stato condotto dal team di ricercatori guidato da Alessandro Gozzi dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Rovereto e dal professore Massimo Pasqualetti del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa in collaborazione con cinque altri gruppi di ricerca distribuiti sul territorio nazionale. La ricerca, interamente italiana, è stata finanziata dalla fondazione statunitense Simons Foundation for Autism Research Initiative (www.sfari.org), un ente che seleziona e premia le ricerche più innovative nel campo dell’autismo a livello mondiale.
“Sebbene sia noto che l’autismo sia altamente ereditario, - spiega Alessandro Gozzi, coordinatore del team di ricerca e ricercatore all’IIT - il ruolo che i geni hanno nel determinare questa sindrome non è ancora chiaro. Questo studio rappresenta un’importante dimostrazione di come specifiche alterazioni del DNA possano compromettere le connessioni cerebrali e la regolare funzione del cervello, causando una delle forme più diffuse di autismo.”
Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, una tecnica di neuroimmagine totalmente non invasiva che permette di ricostruire digitalmente il cervello dei pazienti in tre dimensioni, i ricercatori IIT hanno analizzato le scansioni cerebrali di 30 bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, tutti portatori della stessa mutazione genetica conosciuta con il termine scientifico di “delezione 16p11.2”. L’analisi di questi segnali ha permesso di scoprire che la corteccia prefrontale nei bambini portatori della mutazione oggetto di studio, rimane isolata e non riesce a comunicare efficacemente con il resto del cervello, generando sintomi specifici dell’autismo, come un ridotto interesse ad instaurare relazioni sociali e problemi nella comunicazione.
Lo studio ha previsto una ricerca parallela su modelli animali in cui è stata riprodotta la mutazione 16p11.2. Sempre grazie alla risonanza magnetica, anche nelle cavie sono stati riscontrati gli stessi deficit di connettività e una riduzione del dialogo fra le medesime aree corticali come nei bambini affetti da autismo. I ricercatori dell’Università di Pisa hanno quindi studiato il cervello dei topi portatori della delezione 16p11.2 per cercare di capire se vi fossero alterazioni strutturali capaci di spiegare i deficit di connettività funzionale osservati.
“Grazie a questa analisi parallela – spiega il professore Massimo Pasqualetti – siamo riusciti ad esaminare le connessioni neuronali a livello neuroanatomico fine, cioè con un dettaglio estremo, scoprendo, attraverso lo studio sui modelli animali, quali siano le anomalie strutturali potenzialmente all’origine dei difetti di connettività cerebrale riconducibili allo specifico disturbo dello spettro autistico riscontrato nei bambini portatori della delezione 16p11.2”.
Alla luce di questi risultati i ricercatori stanno ora studiando altri geni per capire come le mutazioni nel DNA associate all’autismo alterino le funzioni del cervello e individuare le diverse categorie che compongono lo spettro dell’autismo.
“Ci aspettiamo che questo tipo di approccio permetta di identificare in maniera oggettiva quante e quali forme di autismo esistano – conclude Alessandro Gozzi - un prerequisito fondamentale per l’identificazione di future terapie mirate”.
Oltre all’IIT e all’Università di Pisa hanno partecipato allo studio le Università di Torino e Verona, il Laboratorio europeo di biologia molecolare a Monterotondo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Catanzaro e il S. Anna Institute and Research in Advanced Neuro-Rehabilitation a Crotone.

 

 

 

 

https://www.unipi.it/index.php/attivita-e-viaggi-studenteschi/item/12612-stenoscopie-socializzazione-lgbtiq-e-spazi-urbani

Venerdì 15 giugno alle 18.30, nell’aula R1 del Palazzo Ricci si terrà l’iniziativa “Stenoscopie. Socializzazione LGBTIQ e spazi urbani”. Saranno presenti: Rosario Murdica (Sociologo ed esperto LGBTIQ), Marialuisa Fagiani (sociologa urbana) e Roberto Funai (Artista Queer).

La socializzazione è un elemento fondamentale per il benessere di ogni essere umano. Nelle comunità discriminante, spesso precluse da una dimensione pubblica, la ricerca di relazioni interpersonali si è spostata dal pubblico al privato delle famiglie, ambienti tutelati in cui per vivere le proprie identità.

L’iniziativa vuole indagare il tema della relazione tra spazi di socializzazione creati da e per persone LGBTIQ e gli spazi urbani.

L’evento, organizzato da “Glauco - Associazione Universitaria Lgbtqi+ Pisa”, è realizzato con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite all'Università di Pisa.

https://www.facebook.com/glaucounipi/

Stetoscopie interno

Un innovativo approccio di ricerca sviluppato all’Istituto Italiano di Tecnologia di Rovereto e dall’Università di Pisa potrà aiutare a capire come alterazioni genetiche compromettono la regolare funzione del cervello, aprendo nuove frontiere nella comprensione delle cause dei disturbi dello spettro autistico.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Brain, è stato condotto dal team di ricercatori guidato da Alessandro Gozzi dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Rovereto e dal professore Massimo Pasqualetti del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa in collaborazione con cinque altri gruppi di ricerca distribuiti sul territorio nazionale. La ricerca, interamente italiana, è stata finanziata dalla fondazione statunitense Simons Foundation for Autism Research Initiative, un ente che seleziona e premia le ricerche più innovative nel campo dell’autismo a livello mondiale.


brain


“Sebbene sia noto che l’autismo sia altamente ereditario, - spiega Alessandro Gozzi, coordinatore del team di ricerca e ricercatore all’IIT - il ruolo che i geni hanno nel determinare questa sindrome non è ancora chiaro. Questo studio rappresenta un’importante dimostrazione di come specifiche alterazioni del DNA possano compromettere le connessioni cerebrali e la regolare funzione del cervello, causando una delle forme più diffuse di autismo.”

Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, una tecnica di neuroimmagine totalmente non invasiva che permette di ricostruire digitalmente il cervello dei pazienti in tre dimensioni, i ricercatori IIT hanno analizzato le scansioni cerebrali di 30 bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, tutti portatori della stessa mutazione genetica conosciuta con il termine scientifico di “delezione 16p11.2”. L’analisi di questi segnali ha permesso di scoprire che la corteccia prefrontale nei bambini portatori della mutazione oggetto di studio, rimane isolata e non riesce a comunicare efficacemente con il resto del cervello, generando sintomi specifici dell’autismo, come un ridotto interesse ad instaurare relazioni sociali e problemi nella comunicazione.

Lo studio ha previsto una ricerca parallela su modelli animali in cui è stata riprodotta la mutazione 16p11.2. Sempre grazie alla risonanza magnetica, anche nelle cavie sono stati riscontrati gli stessi deficit di connettività e una riduzione del dialogo fra le medesime aree corticali come nei bambini affetti da autismo. I ricercatori dell’Università di Pisa hanno quindi studiato il cervello dei topi portatori della delezione 16p11.2 per cercare di capire se vi fossero alterazioni strutturali capaci di spiegare i deficit di connettività funzionale osservati.

“Grazie a questa analisi parallela – spiega il professore Massimo Pasqualetti – siamo riusciti ad esaminare le connessioni neuronali a livello neuroanatomico fine, cioè con un dettaglio estremo, scoprendo, attraverso lo studio sui modelli animali, quali siano le anomalie strutturali potenzialmente all’origine dei difetti di connettività cerebrale riconducibili allo specifico disturbo dello spettro autistico riscontrato nei bambini portatori della delezione 16p11.2”.

massimo pasqualetti

Il professore Massimo Pasqualetti del Dipartimento di Biologia

Alla luce di questi risultati i ricercatori stanno ora studiando altri geni per capire come le mutazioni nel DNA associate all’autismo alterino le funzioni del cervello e individuare le diverse categorie che compongono lo spettro dell’autismo.

“Ci aspettiamo che questo tipo di approccio permetta di identificare in maniera oggettiva quante e quali forme di autismo esistano – conclude Alessandro Gozzi - un prerequisito fondamentale per l’identificazione di future terapie mirate”.

Oltre all’IIT e all’Università di Pisa hanno partecipato allo studio le Università di Torino e Verona, il Laboratorio europeo di biologia molecolare a Monterotondo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Catanzaro e il S. Anna Institute and Research in Advanced Neuro-Rehabilitation a Crotone.

 

 

Lunedì 11 giugno dalle 14.00 alle 19.00 e martedì 12 giugno, dalle 8.30 alle 12.45, alla Scuola di Ingegneria di Pisa, si terrà il tradizionale evento delle Robotics Research Jam Sessions (RRJS) del Centro di Ricerca “Enrico Piaggio”. La prima edizione delle RRJS si è tenuta nel 2011, in occasione della discussione della tesi di dottorato di studenti in Robotica della Scuola di Ingegneria, quando alcuni illustri scienziati sono stati invitati come membri della commissione di valutazione. In quell’occasione, gli scienziati, assieme ad altri ricercatori, hanno presentato elementi di frontiera della loro ricerca, in uno stile informale e in un clima entusiastico di interazione e discussione che ricorda da vicino quello delle “jam session” musicali.
Quest’anno le RRJS verteranno sui temi di “Haptics and advanced human robot-interaction”, con presentazioni di accademici di fama internazionale sugli aspetti legati alla modellazione del senso del tatto e allo sviluppo di interfacce per la restituzione dell’informazione tattile e di forza in ambienti virtuali, per la robotica assistiva, e la tele-operazione. Uno dei temi cardine è rappresentato dallo studio e sviluppo di mani artificiali, sia per la protesica che per la robotica, e di algoritmi di controllo sensori-motorio di questi sistemi. Altro tema cardine è la robotica collaborativa, ovvero l’interazione uomo-macchina mediata da interfacce di input e di restituzione sensoriale.
A intervenire saranno ricercatori italiani da Centro Piaggio dell’Università di Pisa, Istituto Italiano di Tecnologia, Scuola Superiore S.Anna, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Siena, Politecnico di Milano e ricercatori da tutto il mondo, Koc University di Istanbul, Sorbonne Université di Parigi, Max Planck Institute for Intelligent Systems di Stuttgard, Germania, EPFL di Losanna, CNRS di Rennes, Northwestern University, Rice University, University of California Santa Barbara. L’evento è sponsorizzato dal IEEE Robotics and Automation Society Italian Chapter e dal IEEE Robotics and Automation Society Technical Committee on Haptics.

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