Al via la nuova edizione dei webinars dell’European Master in Official Statistics
Al via il prossimo 25 febbraio la nuova edizione dei webinars dell’European Master in Official Statistics (EMOS) del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa. Il programma affronterà tematiche relative alla produzione ed alla diffusione della statistica ufficiale, in tutto 13 sessione da 60 minuti. Le sessioni si svolgeranno una volta a settimana fino al 9 giugno e saranno tenute da relatori provenienti da Eurostat, corsi di studio EMOS, Istituti Nazionali di Statistica e Banche Centrali. La partecipazione è libera e gratuita previa registrazione per ogni webinar.
Il team EMOS
L’iniziativa rientra in una serie di attività da svolgere nell’ambito dell’European Master in Official Statistics che il Dipartimento di Economia gestirà per conto dalla Commissione Europea sino al 2023, dopo il rinnovo dell’accordo avvenuto lo scorso ottobre 2019.
Sempre nell’ambito dei servizi organizzati per conto della Commissione Europea, il prossimo 19 maggio 2020 l’Università di Pisa ospiterà inoltre il “7° EMOS Workshop”, preceduto dalla riunione annuale dell’EMOS Board. All’evento saranno invitati circa 100 rappresentati di università certificate EMOS, EUROSTAT e Istituti Nazionali di Statistica europei che affronteranno tematiche emergenti per l’insegnamento della statica ufficiale.
Le attività EMOS sono organizzate dai docenti di statistica del Master of Science in Economics, corso di laurea magistrale congiunto fra Ateneo e Scuola Superiore Sant’Anna, e dallo staff amministrativo del Servizio IRO del Dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo, coordinato dai professori Caterina Giusti, Monica Pratesi e Lorenzo Corsini
Samsung Innovation Camp, una palestra per lo sviluppo delle competenze digitali
Il 19 e 20 febbraio 2020 si sono tenute presso il Centro Congressi Le Benedettine le attività di formazione in aula del progetto Samsung Innovation Camp, il progetto di responsabilità sociale sviluppato da Samsung Electronics Italia in collaborazione con Randstad, nato con l’idea di accompagnare gli studenti delle università italiane in un percorso formativo sull’innovazione e lo sviluppo di competenze in ambito digitale e sulle nuove prospettive professionali in questi settori.
“Alle giornate hanno preso parte i migliori 100 studenti, classificati in base al punteggio ottenuto nei test al termine del percorso di formazione on line realizzato da Samsung che ha consentito ai partecipanti di acquisire le competenze di base per lo sviluppo successivo di project work in un ambito multiculturale e multidisciplinare - ha commentato il professor Rossano Massai prorettore per gli studenti con delega al job placement - Siamo particolarmente soddisfatti dell’edizione di quest’anno: oltre 1200 studenti hanno seguito la formazione on line, un numero sicuramente destinato a crescere visto che il corso rimarrà ancora aperto. C’è da sottolineare come i migliori 100 classificati, in termini di tempo di realizzazione del percorso e di punteggio totale riportato nei test, siano distribuiti in tutti i settori disciplinari (economia, informatica, ingegneria, discipline umanistiche, sociali e giuridiche, scienze agrarie) e rappresentati per l’88% da studenti triennali o magistrali e per il 12% da laureati”.
Le attività in aula sono state introdotte da una lezione su “Data-driven innovation” tenuta da Daniele Mazzei, ricercatore del Dipartimento di Informatica esperto di innovazione, cui sono seguiti interventi di professionisti Samsung e Randstad. Nel corso delle giornate sono state coinvolte quattro aziende del territorio, Prose, Tuscany Leather, Saint Gobain e Pacini Editore, che hanno presentato le loro attività e assegnato ciascuna un project work sul tema dell’innovazione nel proprio settore di operatività.
Gli studenti nelle prossime settimane avranno la possibilità di svolgere i project work riuniti in gruppi multidisciplinari, al fine di favorire il lavoro di squadra e la collaborazione tra profili con competenze molto diversificate ma complementari. Alla fine del percorso, è previsto un evento di networking presso l’Unione Industriale Pisana, durante il quale i gruppi che hanno elaborato i project work migliori, presenteranno il proprio lavoro agli altri gruppi partecipanti all’iniziativa, ai rappresentanti di Samsung, di Randstad, di aziende e dell’Ateneo.
L’iniziativa è stata organizzata con il supporto del Career Service dell'Università di Pisa.
Borsa di studio "Analisi funzionale e verifiche del grado di intermodalità delle reti logistiche costituite dai porti e dei relativi retro porti ed interporti nell'ambito della
Incarico presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni sul tema "Progettazione di database tramite software Access"
MEGA Materials, spin off dell’Ateneo, seconda nella sfida “AI & Robotics for climate Change”

Advanced neurotechnologies for the restoration of motor function
The use of advanced technological solutions exploiting robotic systems and electrodes that stimulate the nervous system can increase the efficacy of stroke rehabilitation and the restoration of motor function in patients. However, a possible paradigm shift needs a deeper understanding the mechanisms by which the nervous system performs or learns the different types of movements.
This is the scientific perspective discussed in the article “Advanced neurotechnologies for the restoration of motor function” published in Neuron journal by a group of international scientists: Silvestro Micera, professor at The BioRobotics Institute of Scuola Superiore Sant’Anna and École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL); Matteo Caleo, professor at the Department of Biomedical Sciences (University of Padova), and Institute of Neuroscience, National Research Council (CNR – Pisa); Carmelo Chisari, associate professor at Department of Translational Research and New Technologies in Medicine and Surgery (University of Pisa); Friedhelm C. Hummel, professor at École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL); Alessandra Pedrocchi, associate professor at the Department of Electronics, Information and Bioengineering (Politecnico di Milano).
The review aims to demonstrate how the combination of classical rehabilitation, robotic rehabilitation and advanced neurotechnological solutions can improve the clinical outcomes of post-stroke rehabilitation, compared with those of standard therapies. Stroke is the leading cause of adult long-term disability in Western countries and the second leading cause of death worldwide. In Europe, more than 3.7 million patients suffer from chronic stroke-related and only a small portion of them resume their normal life. Recent studies have shown the therapeutic role of neurostimulation and robotics: the goal is to achieve a new rehabilitative approach, able to customize the therapy with wearable and modular robots according to the patient’s needs. This is an innovative frontier for the effective use of neurotechnologies in stroke survivors, as well as in people with other neurological disorders.
“It’s necessary to increase significantly – says Prof. Micera – the knowledge of neural mechanisms that regulate the motor control and neural plasticity through new neuroscientific studies and advanced computational models. Our aim is to customize the neuro-rehabilitation approach based on innovative technologies.”
Dai mozziconi di sigaretta il substrato inerte per la crescita di piante ornamentali
I mozziconi delle sigarette potrebbero presto essere riutilizzati e servire come substrato inerte per la crescita di piante ornamentali attraverso tecniche di coltura idroponica. È questo l'obiettivo di un progetto di ricerca coordinato dal professor Lorenzo Guglielminetti, del Centro di ricerche agro-ambientali "Enrico Avanzi" dell'Università di Pisa, in collaborazione con il Comune di Capannori e con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Il progetto prevede innanzitutto di selezionare le migliori tecniche di preparazione del materiale inerte. I residui di sigaretta dovranno essere prima separati dalle componenti biodegradabili - carta e tabacco - e poi opportunamente trattati per risultare chimicamente e fisicamente adatti all’uso. Ottenuto il substrato inerte più adatto, saranno condotte prove di germinazione di diverse specie vegetali al fine di individuare quelle che meglio si adattano al sistema. Con queste ultime saranno poi condotte prove di crescita fino al completamento del ciclo vitale e produttivo. Le acque e i residui di pulizia dei mozziconi saranno parallelamente utilizzate in sistemi chiusi di allevamento di alghe monocellulari al fine di ottenere acque decontaminate e biomasse algali utilizzabili come biocombustibile.
I risultati attesi potranno andare in molteplici direzioni. Favorendo la raccolta differenziata dei residui di sigaretta, si raggiungerà il risultato fondamentale di ridurre la quantità di rifiuti abbandonati, mentre con il loro trattamento si riuscirà a produrre materiale vegetale utilizzabile all'interno della stessa comunità. Infine, tramite l'uso di alghe, si riuscirà a decontaminare le acque di lavaggio dei filtri con contestuale produzione di biomassa valorizzabile per produzione di energia.
In fase di sperimentazione i mozziconi di sigaretta saranno raccolti sul territorio comunale di Capannori, che sta installando degli appositi contenitori trasparenti per permettere ai cittadini di valutare la velocità di accumulo dei rifiuti. Nei primi mesi i residui saranno usati essenzialmente per condurre prove di separazione della parte biodegradabile (carta e tabacco) da quella persistente (filtro vero e proprio). Inoltre saranno condotte prove per individuare le metodiche migliori di lavaggio e cardatura dei filtri esausti al fine di pervenire a un materiale ottimale per la successiva coltivazione fuori suolo delle piante. Tale fase sarà condotta dal Centro Avanzi in collaborazione con il dipartimento di Scienze agrarie, alimentarie agro-ambientali dell'Ateneo pisano. Da un lato sarà messa a punto la trasformazione dei mozziconi in materiale inerte atto alla coltivazione; dall'altro, e parallelamente, sarà analizzata la quantità e qualità dei residui solidi e liquidi che si andranno a formare nel processo di pulizia della materia prima. Questi residui saranno poi valutati in relazione a un loro possibile uso in bioreattori algali.
Il gruppo di ricerca pisano (nella foto, in alto da sinistra: Laura Pistelli, Carolina Chiellini, Adriana Ciurli, Maria Di Palma, Lorenzo Mariotti, Otello Malfatti; in basso da sinistra: Thais Huarancca Reyes, Lorenzo Guglielminetti e Nunzio Laurito) vanta una collezione di microalghe già utilizzate per la decontaminazione di diversi reflui ed ha esperienza decennale nella progettazione e costruzione di bioreattori per tale uso. Le diverse specie algali saranno testate sui residui solidi e liquidi prodotti dal processo e, individuate le specie più adatte, sarà messo in opera un sistema di bioreattori in grado di abbattere tutti i residui con concomitante produzione di biomassa algale. La biomassa algale potrà poi essere utilizzata per la produzione di biocarburanti.
In collaborazione con L’Istituto sugli ecosistemi terrestri del CNR, saranno infine condotte prove atte a valutare la risposta di diverse essenze vegetali arbustive e arboree tipiche della zona lucchese alla propagazione fuori suolo. Al Centro Avanzi sono già state effettuate delle prove di germinazione di alcune specie ornamentali su substrato ottenuto da filtri di sigaretta cardati in comparazione con substrati inerti commerciali e i risultati preliminari hanno mostrato come alcune specie ottengano performance addirittura superiori sul nuovo substrato. Individuate le specie più adatte a tale tipo di coltivazione si prevede di concludere il progetto con la produzione massiva di piantine ornamentali che saranno usate per il rinverdimento di diverse aree del comune di Capannori.
"Ogni anno - spiega il professor Guglielminetti - viene prodotto circa un milione di tonnellate di mozziconi (tra il 22% e il 36% di tutti i rifiuti visibili) che, essendo rifiuto tossico non biodegradabile, ha rilevanti effetti negativi sull'ambiente e la salute pubblica, oltre che sull’economia. I metodi utilizzati sinora per minimizzare il problema, con progetti pilota in alcune città statunitensi e nord-europee, sono legati a piccoli incentivi economici per il conferimento differenziato di questo tipo di residuo e al suo utilizzo per la produzione di materiale di riciclo rigido da utilizzare per la comunità, per esempio le panchine nei parchi pubblici. Il nostro progetto mira invece a trasformare i residui in materiale inerte da utilizzare nell'ambito della vivaistica e in biomassa algale, chiudendo in modo virtuoso il ciclo di decontaminazione dei mozziconi raccolti".
Neuroprotesi e robotica per la riabilitazione post-ictus e il ripristino della funzione motoria
L’utilizzo di soluzioni tecnologiche avanzate, che sfruttano sistemi robotici intelligenti ed elettrodi in grado di stimolare il sistema nervoso, può aumentare l’efficacia della riabilitazione post-ictus e favorire un possibile ripristino della funzione motoria nei pazienti. Ma perché ciò sia davvero possibile è necessario comprendere meglio i meccanismi con i quali il sistema nervoso compie o ri-apprende i vari tipi di movimenti.
È questa la tesi proposta nell’articolo “Advanced neurotechnologies for the restoration of motor function” pubblicato sulla rivista Neuron da un gruppo di scienziati internazionali: Silvestro Micera, professore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), Matteo Caleo, professore presso il dipartimento di Scienze Bio-Mediche dell’Università di Padova e presso l’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa, Carmelo Chisari, professore associato presso il dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa, Friedhelm C. Hummel, professore dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), e Alessandra Pedrocchi, professore associato del dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.
Alla base dell’articolo vi è l’idea che attraverso la combinazione tra riabilitazione classica, riabilitazione robotica e soluzioni avanzate di neurotecnologia, sia possibile migliorare i risultati clinici della riabilitazione post-ictus, compiendo di fatto un notevole passo in avanti rispetto alle terapie tradizionali. L’ictus è la principale causa di disabilità nei paesi occidentale e la seconda causa di morte a livello mondiale. in Europa, più di 3,7 milioni di pazienti soffrono di sintomi correlati all'ictus, e solo una piccola parte dei pazienti è in grado di ristabilirsi e tornare a una vita normale, senza problematicità. Recenti studi hanno infatti dimostrato l’importanza delle tecniche di neurostimolazione e robotiche che possono affiancare e potenziare i trattamenti già esistenti. Tutto questo può portare a un nuovo approccio riabilitativo, in grado di personalizzare la terapia a seconda delle necessità del paziente, con robot indossabili e modulabili: una frontiera innovativa che potrebbe essere valida non solo in pazienti colpiti da ictus, ma anche nella riabilitazione di persone affette da disturbi neurologici.
Tuttavia, per imprimere una svolta ai trattamenti riabilitativi, occorre favorire un cambiamento, l’adozione di un nuovo paradigma in grado di comprendere a fondo i meccanismi che regolano la riabilitazione.
“È necessario aumentare in modo consistente – afferma il professor Micera – la conoscenza dei meccanismi neurali che regolano il controllo motorio e la plasticità neurale attraverso nuovi studi neuroscientifici e modelli computazionali avanzati per permettere di personalizzare e rendere più efficace l’approccio neuro-riabilitativo basato sull’uso di tecnologie innovative”.
Surgery 4.0: the first operation guided by augmented reality has been performed
The first surgical operation in the world involving virtual elements was successfully carried out at the Policlinico Universitario S. Orsola of Bologna. During the operation, in a real operating theatre of course, the surgeon could view the virtual elements in front of him which were able to aid and guide him. This was made possible thanks to a visor integrated with Augmented Reality, called VOSTARS, which the surgeon wore during the operation.
“Until this moment,” explains Vincenzo Ferrari, a biomedical engineer from the Department Of Information Engineering at the University of Pisa and coordinator of the European team who designed VOSTARS, “augmented reality has not been fully exploited in the operating theatre. The visors which are currently available on the market project a few digital contents directly into the line of vision of the surgeon, such as, for example, a 3D image of the organ to be operated on. These virtual images captured by the radiological scanners (like CAT and MRI scans) are normally viewed by the surgeon prior to the operation, to aid him during the preparation leading up to the surgery. A visor has never been used before to guide the actual moment of surgery, due to the difficulty the human eye encounters in bringing into focus both real and virtual objects simultaneously.”
The surgical operation at the Policlinico Universitario S. Orsola of Bologna with the VOSTARS visor
Bringing virtual objects into focus actually means that real objects become blurred as the eye perceives them as being at different distances. Obviously, this should not occur at the moment when the surgeon is holding a scalpel, and therefore, so far, it has been impossible to exploit virtual information to guide surgery.
Potential additional information about the patient and the operation must therefore be provided on an external monitor, obliging the surgeon to look away from the patient constantly transferring his concentration to the monitor, which proves to be tiring and at times ineffective.
The VOSTARS visor was developed to overcome these problems. It is the outcome of a European project coordinated by the University of Pisa, which has seen scientists and technicians from four different countries working for three years with the aim of designing a highly innovative wearable surgical visor capable of projecting the patient’s specific information as well as more general information about the organs involved in the operation directly into the line of vision of the user even during the surgery itself.
“In order to do this,” explains Ferrari, ”we had to solve some very complex problems mainly to do with eye-hand coordination and the coherence between the real and the virtual image linked to temporal and spatial issues and the ability to bring objects into focus. It is obvious that if the surgeon needs to follow a virtual cutting line, this must appear in the right place at the right time during the operation, and yet managing to obtain this is no easy task. Furthermore, the surgeon must be able to bring into focus both the virtual image and the patient in order to follow up with the scalpel.
Thanks to a video camera, VOSTARS combines the images in front of the surgeon with the patient’s radiological images, and ensures that both remain perfectly coherent and in focus. In addition, during the phases of the operation where the precise virtual guide is not necessary (for example at the beginning or at the end), the visor can become transparent allowing the surgeon to see the operating field directly with his own eyes. This possibility of passing from a view aided by the video camera – ‘video see-through’ - to a direct view through the transparent visor – ‘optical see-through’ – is the distinctive characteristic of VOSTARS, which stands for ‘Video-Optical See-Through Augmented Reality System’.”
The experimental operation in maxillofacial surgery consisted in resecting and repositioning the patient’s jawbones to restore the function of mastication.
“Thanks to the VOSTARS visor,” comments Dr. Giovanni Badiali who is head of the project at the Policlinico Universitario S.Orsola of Bologna and the surgeon who performed the operation, “we were able to view the facial bone structure, the jaws and the cutting line using augmented reality before the operation. In the next step, during the operation, the device allowed us to visualize a dotted line in 3D directly on the patient’s bones, indicating the path to follow using the surgical instrument. With the help of the visor we were able to cut the jaw with the necessary precision.”
Further experiments are on the agenda at the Policlinico. When fully operational, the system will bring about a reduction in the length of surgery time and an increase in precision.
Dai mozziconi di sigaretta il substrato inerte per la crescita di piante ornamentali
I mozziconi delle sigarette potrebbero presto essere riutilizzati e servire come substrato inerte per la crescita di piante ornamentali attraverso tecniche di coltura idroponica. È questo l'obiettivo di un progetto di ricerca coordinato dal professor Lorenzo Guglielminetti, del Centro di ricerche agro-ambientali "Enrico Avanzi" dell'Università di Pisa, in collaborazione con il Comune di Capannori e con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Il progetto prevede innanzitutto di selezionare le migliori tecniche di preparazione del materiale inerte. I residui di sigaretta dovranno essere prima separati dalle componenti biodegradabili - carta e tabacco - e poi opportunamente trattati per risultare chimicamente e fisicamente adatti all’uso. Ottenuto il substrato inerte più adatto, saranno condotte prove di germinazione di diverse specie vegetali al fine di individuare quelle che meglio si adattano al sistema. Con queste ultime saranno poi condotte prove di crescita fino al completamento del ciclo vitale e produttivo. Le acque e i residui di pulizia dei mozziconi saranno parallelamente utilizzate in sistemi chiusi di allevamento di alghe monocellulari al fine di ottenere acque decontaminate e biomasse algali utilizzabili come biocombustibile.
I risultati attesi potranno andare in molteplici direzioni. Favorendo la raccolta differenziata dei residui di sigaretta, si raggiungerà il risultato fondamentale di ridurre la quantità di rifiuti abbandonati, mentre con il loro trattamento si riuscirà a produrre materiale vegetale utilizzabile all'interno della stessa comunità. Infine, tramite l'uso di alghe, si riuscirà a decontaminare le acque di lavaggio dei filtri con contestuale produzione di biomassa valorizzabile per produzione di energia.
In fase di sperimentazione i mozziconi di sigaretta saranno raccolti sul territorio comunale di Capannori, che sta installando degli appositi contenitori trasparenti per permettere ai cittadini di valutare la velocità di accumulo dei rifiuti. Nei primi mesi i residui saranno usati essenzialmente per condurre prove di separazione della parte biodegradabile (carta e tabacco) da quella persistente (filtro vero e proprio). Inoltre saranno condotte prove per individuare le metodiche migliori di lavaggio e cardatura dei filtri esausti al fine di pervenire a un materiale ottimale per la successiva coltivazione fuori suolo delle piante. Tale fase sarà condotta dal Centro Avanzi in collaborazione con il dipartimento di Scienze agrarie, alimentarie agro-ambientali dell'Ateneo pisano. Da un lato sarà messa a punto la trasformazione dei mozziconi in materiale inerte atto alla coltivazione; dall'altro, e parallelamente, sarà analizzata la quantità e qualità dei residui solidi e liquidi che si andranno a formare nel processo di pulizia della materia prima. Questi residui saranno poi valutati in relazione a un loro possibile uso in bioreattori algali.
Il gruppo di ricerca pisano (nella foto, in alto da sinistra: Laura Pistelli, Carolina Chiellini, Adriana Ciurli, Maria Di Palma, Lorenzo Mariotti, Otello Malfatti; in basso da sinistra: Thais Huarancca Reyes, Lorenzo Guglielminetti e Nunzio Laurito) vanta una collezione di microalghe già utilizzate per la decontaminazione di diversi reflui ed ha esperienza decennale nella progettazione e costruzione di bioreattori per tale uso. Le diverse specie algali saranno testate sui residui solidi e liquidi prodotti dal processo e, individuate le specie più adatte, sarà messo in opera un sistema di bioreattori in grado di abbattere tutti i residui con concomitante produzione di biomassa algale. La biomassa algale potrà poi essere utilizzata per la produzione di biocarburanti.
In collaborazione con L’Istituto sugli ecosistemi terrestri del CNR, saranno infine condotte prove atte a valutare la risposta di diverse essenze vegetali arbustive e arboree tipiche della zona lucchese alla propagazione fuori suolo. Al Centro Avanzi sono già state effettuate delle prove di germinazione di alcune specie ornamentali su substrato ottenuto da filtri di sigaretta cardati in comparazione con substrati inerti commerciali e i risultati preliminari hanno mostrato come alcune specie ottengano performance addirittura superiori sul nuovo substrato. Individuate le specie più adatte a tale tipo di coltivazione si prevede di concludere il progetto con la produzione massiva di piantine ornamentali che saranno usate per il rinverdimento di diverse aree del comune di Capannori.
"Ogni anno - spiega il professor Guglielminetti - viene prodotto circa un milione di tonnellate di mozziconi (tra il 22% e il 36% di tutti i rifiuti visibili) che, essendo rifiuto tossico non biodegradabile, ha rilevanti effetti negativi sull'ambiente e la salute pubblica, oltre che sull’economia. I metodi utilizzati sinora per minimizzare il problema, con progetti pilota in alcune città statunitensi e nord-europee, sono legati a piccoli incentivi economici per il conferimento differenziato di questo tipo di residuo e al suo utilizzo per la produzione di materiale di riciclo rigido da utilizzare per la comunità, per esempio le panchine nei parchi pubblici. Il nostro progetto mira invece a trasformare i residui in materiale inerte da utilizzare nell'ambito della vivaistica e in biomassa algale, chiudendo in modo virtuoso il ciclo di decontaminazione dei mozziconi raccolti”.