Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

Creating a public digital space where European citizens may access information available in different languages and cultures, in order to allow greater integration and inclusion among the various populations. This is what the EBU (European Broadcasting Union), the most important and widespread alliance of public television worldwide, aims to reach in the near future by winning back the ‘digital leadership’ it is losing to the giants of the web. The EBU has 703 active members in 56 countries throughout Europe, North Africa and the Middle East, who operate in 96 languages with an audience of more than a billion people.

It is with this prospect in mind that the collaboration agreement signed by the University of Pisa was conceived. Through the work of the university’s researchers, the convention aims to contribute to the development of the EuroVOX platform which will make any content produced by European televisions and public media available in all languages. In this way, it will be possible for Italians, for example, to follow German, French, Turkish… news broadcasts directly in Italian.

The agreement was presented on Wednesday 19 February in the University Administrative Offices in the presence of the Rector of the University of Pisa, Paolo Mancarella, the Vice Rector for Information Technology Paolo Ferragina, the CTO of the EBU, Antonio Arcidiacono, and the CTO RAI, Stefano Ciccotti. The collaboration agreement will last for three years and the initial phase involves the creation of three two-year research contracts to be awarded to young students from the University of Pisa who will work alongside members of the EBU T&I team in a new model of integrated development which includes regular periods of training in the Geneva headquarters. With this operation, the EBU wishes to make the public service a centre of learning and sharing of news, documentaries and information which are authoritative, objective and of a high standard and make them available to EU citizens.

DSCN6262.jpeg

“This is an enormous project,” commented Paolo Mancarella, rector of the University of Pisa. “Linguistic diversity is a heritage which must be safeguarded, but it is also a barrier which denies millions of people access to news and information. It is a great honour for our university to play a key role in overcoming this obstacle and is proof of our excellence at international level with regard to research on algorithms and artificial intelligence applied to Big data.”  

The project will also be valuable in terms of spreading culture, as it will ‘open up’ the vast documentary heritage of the European public media to spectators throughout Europe and beyond. “In fact, in the world of information production, distribution and fruition, the digital platforms used by citizens, authorities and institutes are increasingly private platforms and often not even European. They are ‘hazy’ in their choice of algorithms that select one piece of news over another, or personalize the visualization of certain contents rather than others, and they are led by the logics of the ‘market’,” explains Professor Paolo Ferragina. “In this project the university will develop algorithms and artificial intelligence techniques which will be of public domain and which will offer translations which are as accurate as possible, a balanced selection of contents guaranteeing the diversity of opinions, mechanisms of transparent customization, as well as the means to identify fake news.”

DSCN6269.jpeg

“With the launch of this collaboration agreement with the University of Pisa,” says engineer Antonio Arcidiacono, CTO of the EBU, “we aim to create a new reference model for the research and development of new ideas and new technology in Europe. The idea is to promote the great expertise that the best universities are able to provide, starting with the areas of artificial intelligence and data science, and structuring them to the needs of the industrial sectors and public services, initially the field of the media where the EBU represents public broadcasters. The development in the field of the EuroVox project is only the first of a series of collaborations with the University of Pisa which could spread to other sectors from telecommunications engineering to social science.” 

Stefano Ciccotti, CTO RAI, underlines how the RAI interprets the role of public service as the mainstay of innovation, fully integrated in the circles of research and development and an integral part of the technological-industrial system of the country: “Big data and artificial intelligence are now at the centre of a transformation of the media which creates intelligent digital ecosystems. A connection with the universities is essential to the implementation of this vision of the future: the link between research, development and industry must be strengthened in order to reach a continuous synergy, maximize the use of resources and guarantee prospects to the many fields of excellence our country boasts, especially among young people.”  

Costruire uno spazio digitale pubblico dove i cittadini europei possano attingere a informazioni fruibili nelle varie lingue e culture, così da consentire una maggiore integrazione e inclusione tra i vari popoli. È questo l’obiettivo che EBU (European Broadcasting Union), la più importante ed estesa alleanza di operatori pubblici televisivi nel mondo, vuole raggiungere nel prossimo futuro riconquistando una “leadership digitale” che sta perdendo a favore dei colossi del web. L’EBU conta 703 membri attivi in 56 paesi in Europa, Nord Africa e Medio Oriente, che operano in 96 lingue e con una audience di più di un miliardo di persone. 

Nasce in questa prospettiva la convenzione firmata con l’Università di Pisa che, attraverso il lavoro dei suoi ricercatori, avrà il compito di contribuire allo sviluppo della piattaforma EuroVOX che consentirà di fruire in tutte le lingue i contenuti prodotti da televisioni e media pubblici europei. Agli italiani sarà possibile, per esempio, seguire telegiornali tedeschi, francesi, turchi… direttamente in italiano. 

L’accordo è stato presentato mercoledì 19 febbraio in rettorato alla presenza del rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, del prorettore all’Informatica, Paolo Ferragina, del CTO di EBU, Antonio Arcidiacono, e del CTO RAI, Stefano Ciccotti. La convenzione, della durata di tre anni, prevede nella sua fase iniziale tre assegni di ricerca biennale da assegnare a giovani studiosi dell’Università di Pisa che lavoreranno in stretto contatto con il personale tecnico di EBU sperimentando un nuovo modello di sviluppo integrato che preveda regolari periodi di stage presso la loro sede di Ginevra. 

DSCN6262.jpeg

Con questa operazione EBU vuole rendere il servizio pubblico un centro di apprendimento e condivisione di notizie, documentari e informazioni che siano autorevoli, obiettivi, di qualità e fruibili dai cittadini dei paesi membri. 

«La portata di questo progetto è immensa – ha commentato il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – La diversità linguistica è un patrimonio da tutelare, ma anche una barriera che oggi limita a milioni di persone l'accesso a notizie e informazioni. Far parte da protagonisti del gruppo di lavoro che porterà al suo superamento è un grande onore per il nostro Ateneo. Oltre che un riconoscimento della nostra eccellenza, a livello internazionale, nel campo della ricerca sugli algoritmi e sull'intelligenza artificiale applicata ai Big data».

Questo sarà un valore anche a livello di diffusione della cultura perché sarà possibile “aprire” l’enorme patrimonio documentario dei media pubblici europei agli spettatori di tutta Europa e oltre. «Infatti, nel mondo della produzione, distribuzione e fruizione dell’informazione, ogni giorno di più, le piattaforme digitali utilizzate da cittadini, autorità e istituzioni sono private e spesso non europee, “opache" nelle loro scelte algoritmiche che preferiscono una news all’altra, o che personalizzano la visualizzazione di certi contenuti rispetto ad altri, e comunque guidate da logiche di “mercato” - spiega il professor Paolo Ferragina. In questo progetto l’Ateneo andrà a sviluppare algoritmi e tecniche di intelligenza artificiale che saranno di pubblico dominio, garantiranno traduzioni che siano il più possibilmente fedeli, un’offerta bilanciata di contenuti a garanzia del pluralismo delle opinioni, meccanismi di personalizzazione trasparenti, come anche strumenti per l’identificazione di fake news».

DSCN6269.jpeg

«Con il lancio di questa collaborazione con l’Università di Pisa - dice l’ingegner Antonio Arcidiacono, CTO dell’EBU - vogliamo creare un nuovo modello di riferimento in Europa per la ricerca e lo sviluppo di nuove idee e nuove tecnologie. L’idea è quella di valorizzare le grandi competenze che le migliori università sono in grado di formare, cominciando dai settori dell’intelligenza artificiale e della data science, combinandole strutturalmente con i bisogni dell’industria e dei servizi pubblici, partendo dal settore dei media nel quale EBU rappresenta i broadcaster pubblici. Lo sviluppo nell’ambito del progetto EuroVox è solo il primo di una serie di collaborazioni con l’Università di Pisa che potrà allargarsi ad altri settori dall’ingegneria delle telecomunicazioni alle scienze sociali».

Stefano Ciccotti, CTO RAI, ricorda come la Rai interpreti il ruolo di servizio pubblico come architrave dell’innovazione, pienamente integrato nei circuiti della ricerca e dello sviluppo e parte vitale del sistema tecnologico-industriale del Paese: «Big data e intelligenza artificiale sono ormai al centro di una trasformazione dei media che crea ecosistemi digitali intelligenti. Il rapporto con le università è essenziale per concretizzare questa visione del futuro: si deve rafforzare il circuito tra ricerca, sviluppo e industria per raggiungere sinergie continue, utilizzare al meglio le risorse, garantire una prospettiva alle tante eccellenze, soprattutto giovani, di cui il nostro Paese dispone».

Costruire uno spazio digitale pubblico dove i cittadini europei possano attingere a informazioni fruibili nelle varie lingue e culture, così da consentire una maggiore integrazione e inclusione tra i vari popoli. È questo l’obiettivo che EBU (European Broadcasting Union), la più importante ed estesa alleanza di operatori pubblici televisivi nel mondo, vuole raggiungere nel prossimo futuro riconquistando una “leadership digitale” che sta perdendo a favore dei colossi del web. L’EBU conta 703 membri attivi in 56 paesi in Europa, Nord Africa e Medio Oriente, che operano in 96 lingue e con una audience di più di un miliardo di persone.
Nasce in questa prospettiva la convenzione firmata con l’Università di Pisa che, attraverso il lavoro dei suoi ricercatori, avrà il compito di contribuire allo sviluppo della piattaforma EuroVOX che consentirà di fruire in tutte le lingue i contenuti prodotti da televisioni e media pubblici europei. Agli italiani sarà possibile, per esempio, seguire telegiornali tedeschi, francesi, turchi… direttamente in italiano.
L’accordo è stato presentato mercoledì 19 febbraio in rettorato alla presenza del rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, del prorettore all’Informatica, Paolo Ferragina, del CTO di EBU, Antonio Arcidiacono, e del CTO RAI, Stefano Ciccotti. La convenzione, della durata di tre anni, prevede nella sua fase iniziale tre assegni di ricerca biennale da assegnare a giovani studiosi dell’Università di Pisa che lavoreranno in stretto contatto con il personale tecnico di EBU sperimentando un nuovo modello di sviluppo integrato che preveda regolari periodi di stage presso la loro sede di Ginevra.
Con questa operazione EBU vuole rendere il servizio pubblico un centro di apprendimento e condivisione di notizie, documentari e informazioni che siano autorevoli, obiettivi, di qualità e fruibili dai cittadini dei paesi membri.
«La portata di questo progetto è immensa – ha commentato il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – La diversità linguistica è un patrimonio da tutelare, ma anche una barriera che oggi limita a milioni di persone l'accesso a notizie e informazioni. Far parte da protagonisti del gruppo di lavoro che porterà al suo superamento è un grande onore per il nostro Ateneo. Oltre che un riconoscimento della nostra eccellenza, a livello internazionale, nel campo della ricerca sugli algoritmi e sull'intelligenza artificiale applicata ai Big data».
Questo sarà un valore anche a livello di diffusione della cultura perché sarà possibile “aprire” l’enorme patrimonio documentario dei media pubblici europei agli spettatori di tutta Europa e oltre. «Infatti, nel mondo della produzione, distribuzione e fruizione dell’informazione, ogni giorno di più, le piattaforme digitali utilizzate da cittadini, autorità e istituzioni sono private e spesso non europee, “opache" nelle loro scelte algoritmiche che preferiscono una news all’altra, o che personalizzano la visualizzazione di certi contenuti rispetto ad altri, e comunque guidate da logiche di “mercato” - spiega il professor Paolo Ferragina. In questo progetto l’Ateneo andrà a sviluppare algoritmi e tecniche di intelligenza artificiale che saranno di pubblico dominio, garantiranno traduzioni che siano il più possibilmente fedeli, un’offerta bilanciata di contenuti a garanzia del pluralismo delle opinioni, meccanismi di personalizzazione trasparenti, come anche strumenti per l’identificazione di fake news».
«Con il lancio di questa collaborazione con l’Università di Pisa - dice l’ingegner Antonio Arcidiacono, CTO dell’EBU - vogliamo creare un nuovo modello di riferimento in Europa per la ricerca e lo sviluppo di nuove idee e nuove tecnologie. L’idea è quella di valorizzare le grandi competenze che le migliori università sono in grado di formare, cominciando dai settori dell’intelligenza artificiale e della data science, combinandole strutturalmente con i bisogni dell’industria e dei servizi pubblici, partendo dal settore dei media nel quale EBU rappresenta i broadcaster pubblici. Lo sviluppo nell’ambito del progetto EuroVox è solo il primo di una serie di collaborazioni con l’Università di Pisa che potrà allargarsi ad altri settori dall’ingegneria delle telecomunicazioni alle scienze sociali».
Stefano Ciccotti, CTO RAI, ricorda come la Rai interpreti il ruolo di servizio pubblico come architrave dell’innovazione, pienamente integrato nei circuiti della ricerca e dello sviluppo e parte vitale del sistema tecnologico-industriale del Paese: «Big data e intelligenza artificiale sono ormai al centro di una trasformazione dei media che crea ecosistemi digitali intelligenti. Il rapporto con le università è essenziale per concretizzare questa visione del futuro: si deve rafforzare il circuito tra ricerca, sviluppo e industria per raggiungere sinergie continue, utilizzare al meglio le risorse, garantire una prospettiva alle tante eccellenze, soprattutto giovani, di cui il nostro Paese dispone».

Mercoledì 19 febbraio, alle ore 11.30, in Sala Mappamondi del Rettorato, in Lungarno Pacinotti 43, si terrà la presentazione dell’accordo tra Università di Pisa ed EBU (European Broadcasting Union) per sviluppare EuroVOX, la piattaforma digitale che consentirà di fruire in tutte le lingue le informazioni prodotte da televisioni e media pubblici europei. L’Università di Pisa partecipa al progetto mettendo a disposizione le sue competenze nel campo della ricerca sugli algoritmi e sull'intelligenza artificiale applicata ai Big data.
Saranno presenti il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, il prorettore all’Informatica, Paolo Ferragina, il CTO di EBU, Antonio Arcidiacono, e il CTO RAI, Stefano Ciccotti.

L’obiettivo è costruire uno spazio digitale pubblico dove i cittadini europei possano attingere a informazioni fruibili nelle varie lingue e culture, così da consentire una maggiore integrazione e inclusione tra i vari popoli.

EBU (European Broadcasting Union) è la più importante ed estesa alleanza di operatori pubblici televisivi nel mondo, conta 703 membri attivi in 56 paesi in Europa, Nord Africa e Medio Oriente, che operano in 96 lingue e con una audience di più di un miliardo di persone.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa