Incarico presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale avrà ad oggetto l’attività di “Supporto Piano Strategico e AQ DICI- Didattica “
Incarico presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale: “ Modellazione ed analisi, lineari e non lineari, di edifici esistenti in calcestruzzo armato o misti muratura-calcestruzzo;
Avviso di fabbisogno interno "Progettazione del database di archivio e del sito web, nell’ambito del progetto di ricerca “ArchiVico Digitale”
Le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere
Il volume “Le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere” raccoglie gli atti dell’omonimo convegno organizzato a Pisa nel gennaio 2019 dalla Conferenza nazionale degli organismi di parità delle Università italiane e dal Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa, in collaborazione con il Progetto Universitrans.
Il libro curato dalla professoressa Elettra Stradella dell’Ateneo pisano ed edito dalla Pisa University Press è tra le opere finaliste del Premio Nabakov.
Pubblichiamo di seguito alcuni passidalla prefazione di Elettra Stradella.
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Che l’Università rappresenti una delle istituzioni chiamate a dare attuazione ai valori costituzionali, tra cui in particolare quello dell’eguaglianza, formale e sostanziale, è dato pressoché ovvio.
Meno ovvie, però, sono le forme con le quali la differenza, sessuale in particolare, è pensata ed agita nel contesto universitario.
Il Convegno i cui Atti sono raccolti in questo Volume ha costituito uno snodo cruciale nell’impegno dell’Università di Pisa per far crescere la riflessione scientifica e l’azione degli Atenei, ben rappresentati dalla Conferenza nazionale degli organismi di parità delle Università italiane, che è stata promotrice dell’iniziativa, intorno alle questioni LGBTQI+, alla complessità dell’identità di genere e alle misure concrete che gli Atenei sono chiamati a mettere in campo per offrire autentica cittadinanza a tutte le studenti e tutti gli studenti in vario modo non conformi al paradigma eteronormativo.
A seguito di questa iniziativa, ma comunque in continuità con quanto già fatto nel 2018 e nel 2017, nel maggio scorso il CUG ha approvato una mozione di sostegno al documento politico del Toscana Pride 2019, con particolare riferimento alle parti relative all’“Educazione alle differenze” e all’“Autodeterminazione”, che rappresentano due ambiti fondamentali di azione dell’Università, sul fronte culturale-formativo da un lato, su quello delle politiche per l’inclusione dall’altro: parte centrale della riflessione che si è sviluppata nel convegno e che segna le pagine di questo volume è proprio quella degli strumenti per l’autodeterminazione delle persone trans nelle comunità universitarie attraverso il riconoscimento dell’identità di elezione. Va ricordato, come sottolinea anche Patrizia Tomio nella sua postfazione, che da questo convegno è sfociata una mozione collettiva rivolta alla Conferenza dei rettori grazie alla quale, con il lavoro incessante del Progetto indipendente Universitrans, si stanno oggi diffondendo negli Atenei italiani buone pratiche orientate alla piena tutela del diritto all’autodeterminazione di genere.
Pensare e agire la differenza sessuale e le differenze di genere all’interno dell’Università comporta necessariamente il tentativo di costruire un terreno comune, a partire da visioni anche profondamente diverse del significato della differenza sessuale in primis, e di quanto il dato biologico e il dato simbolico incidano sulla costruzione della soggettività e sulle relazioni di potere che si instaurano all’interno della società e nella cristallizzazione che ne operano gli ordinamenti giuridici.
Avviso di fabbisogno interno "Sviluppo sito web e gestione del database di archivio, nell’ambito del progetto di ricerca “ArchiVico Digitale”
Borsa di Ricerca di durata pari a 7 mesi per lo svolgimento di una attività di ricerca consistente in “Percorsi di studio e di analisi quanti-qualitativi della rete di relazioni sociali di particolari attori, pubblici e privati”.
Elementi medici e giuridici per il riconoscimento di una malattia psichica di origine occupazionale nel contenzioso medico-legale
Sede
Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia
Obbiettivo del corso
Il corso ha come obiettivo le acquisizioni di competenze necessarie per effettuare consulenze tecniche (CTU/CTP) in ambito giudiziario sulle problematiche connesse ai rischi psicosociali ed in particolare allo stress lavoro-correlato. Si tratta di un percorso teorico-pratico multidisciplinare che descrive ed approfondisce il tema dei lavoratori affetti da danni di tipo psichico potenzialmente di tipo occupazionale. Verranno illustrati i presupposti normativi, le tutele assicurative ed i principali elementi di valutazione psicodiagnostica del lavoratore, indispensabile nell’iter giuridico di riconoscimento di una malattia psichica di origine occupazionale. Verranno inoltre forniti elementi pratici per comprendere l’excursus medico-legale dei lavoratori ed i punti di maggior criticità.
Requisiti per l'ammissione
Sono ammessi a partecipare alla selezione i candidati, anche cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea, in possesso, alla data di scadenza del Bando, di uno tra i seguenti Diplomi di Laurea o titolo equivalente conseguito in Italia o all’estero:
- laurea di Medicina e chirurgia
- laurea Magistrale in Psicologia
- laurea in Giurisprudenza
Scadenza domanda di ammissione
27 aprile 2022
Costo
€ 390
Bando e moduli
Si ricorda che, come previsto dall’articolo 7 del bando Prot. 2214 del 10/02/2022, la quota d’iscrizione, pari a € 390 (trecentonovanta/00), deve essere versata in un’unica soluzione entro martedì 3 maggio 2022 attraverso pagoPA collegandosi a questo link e indicando nel campo causale “Cognome e nome – CdP in “Elementi medici e giuridici per il riconoscimento di malattia psichica di origine occupazionale nel contenzioso medico-legale”.
Contatti
Rudy Foddis Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Scoperto un meccanismo con il quale le piante si difendono dalla troppa luce
Uno studio italo-francese ha identificato uno dei meccanismi attraverso il quale le piante si proteggono dall’eccessiva esposizione solare trasformando l’energia in calore. La ricerca delle Università di Pisa e Nantes è stata pubblicato sulla rivista Nature Communications Condotto principalmente al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano, lo studio apre la strada a nuove strategie genetiche per adattare le piante ad ambienti sfavorevoli e per ottimizzare la produttività delle colture anche in risposta agli attuali cambiamenti climatici.
“I meccanismi con cui le piante si difendono dall’eccesso di luce che può danneggiarle provocando la distruzione delle cellule sono molteplici e ancora oggi non completamente chiariti – racconta la professoressa Benedetta Mennucci dell’Università di Pisa - attraverso simulazioni al computer basate su calcoli quantomeccanici, in questo studio per la prima volta abbiamo identificato un meccanismo molecolare di dissipamento dell’energia che coinvolge particolari proteine chiamate ‘antenne’”.
Modello molecolare delle proteine antenna all’interno di una membrana; in basso i due pigmenti coinvolti nel meccanismo di dissipazione.
I ricercatori hanno dimostrato che le proteine “antenne” utilizzano una coppia di particolari pigmenti, una clorofilla ed un derivato del carotene, detto luteina. E’ infatti proprio quest’ultimo che, donando un elettrone alla clorofilla, “spegne” velocemente il suo stato elettronico eccitato e quindi dissipa l’energia sotto forma di calore.
“Per sopravvivere, le piante hanno bisogno di dissipare l’energia in eccesso, ma così facendo riducono l’efficienza della fotosintesi – spiega il dottor Lorenzo Cupellini ricercatore dell’Università di Pisa - i nostri calcoli indicano come le proteine possono controllare con precisione il meccanismo di dissipazione. Infatti, generando campi elettrici e modificando impercettibilmente le posizioni dei pigmenti, le proteine riescono ad attivare o a disattivare completamente tale meccanismo, lasciando quindi catturare ai pigmenti tutta l’energia disponibile”.
Lorenzo Cupellini e Benedetta Mennucci
Il gruppo di ricerca della professoressa Mennucci da anni si occupa di studiare con tecniche computazionali i processi di cattura della luce in sistemi fotosintetici. Questa ricerca pubblicata su Nature Communications è stata finanziata dal progetto europeo ERC Advanced Grant LIFETimeS coordinato dalla professoressa Benedetta Mennucci, progetto che si occupa di spiegare, con modelli molecolari e simulazioni al computer, quali sono i meccanismi attraverso i quali le proteine percepiscono, usano e rispondono alla luce. Hanno inoltre partecipato allo studio Dario Calvani, all’epoca laureando magistrale del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa e Denis Jacquemin, professore dell’Università di Nantes.
Scoperto un meccanismo con il quale le piante si difendono dalla troppa luce
Uno studio italo-francese ha identificato uno dei meccanismi attraverso il quale le piante si proteggono dall’eccessiva esposizione solare trasformando l’energia in calore. La ricerca delle Università di Pisa e Nantes è stata pubblicato sulla rivista Nature Communications Condotto principalmente al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano, lo studio apre la strada a nuove strategie genetiche per adattare le piante ad ambienti sfavorevoli e per ottimizzare la produttività delle colture anche in risposta agli attuali cambiamenti climatici.
“I meccanismi con cui le piante si difendono dall’eccesso di luce che può danneggiarle provocando la distruzione delle cellule sono molteplici e ancora oggi non completamente chiariti – racconta la professoressa Benedetta Mennucci dell’Università di Pisa - attraverso simulazioni al computer basate su calcoli quantomeccanici, in questo studio per la prima volta abbiamo identificato un meccanismo molecolare di dissipamento dell’energia che coinvolge particolari proteine chiamate ‘antenne’”.
I ricercatori hanno dimostrato che le proteine “antenne” utilizzano una coppia di particolari pigmenti, una clorofilla ed un derivato del carotene, detto luteina. E’ infatti proprio quest’ultimo che, donando un elettrone alla clorofilla, “spegne” velocemente il suo stato elettronico eccitato e quindi dissipa l’energia sotto forma di calore.
“Per sopravvivere, le piante hanno bisogno di dissipare l’energia in eccesso, ma così facendo riducono l’efficienza della fotosintesi – spiega il dottor Lorenzo Cupellini ricercatore dell’Università di Pisa - i nostri calcoli indicano come le proteine possono controllare con precisione il meccanismo di dissipazione. Infatti, generando campi elettrici e modificando impercettibilmente le posizioni dei pigmenti, le proteine riescono ad attivare o a disattivare completamente tale meccanismo, lasciando quindi catturare ai pigmenti tutta l’energia disponibile”.
Il gruppo di ricerca della professoressa Mennucci da anni si occupa di studiare con tecniche computazionali i processi di cattura della luce in sistemi fotosintetici.
Questa ricerca pubblicata su Nature Communications è stata finanziata dal progetto europeo ERC Advanced Grant LIFETimeS coordinato dalla professoressa Benedetta Mennucci, progetto che si occupa di spiegare, con modelli molecolari e simulazioni al computer, quali sono i meccanismi attraverso i quali le proteine percepiscono, usano e rispondono alla luce. Hanno inoltre partecipato allo studio Dario Calvani, all’epoca laureando magistrale del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa e Denis Jacquemin, professore dell’Università di Nantes.
L'Ateneo pisano diventa sempre più “Green”
Un brindisi con acqua pubblica per dire addio alla plastica. Così il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, ha dato il via lunedì 10 febbraio a una nuova stagione per la vita dell’Ateneo, proiettata verso una sempre maggior sostenibilità ambientale. "Oggi – ha commentato il rettore – abbiamo inaugurato sette nuovi erogatori di acqua pubblica che, assieme alla distribuzione delle borracce, ci aiuteranno ad abbattere le bottigliette di plastica consumate nel nostro Ateneo. Circa 2.000 al giorno solo nel Polo Piagge e 350.000 all'anno in tutto l'Ateneo, pari a 7 tonnellate di PET per la cui produzione vengono emesse nell’atmosfera quasi 16 tonnellate di CO2. Senza contare l’impatto del trasporto e del loro smaltimento. È solo un primo passo, ma grazie anche alla neo-costituita Commissione di Ateneo, daremo rapidamente un contributo incisivo allo sviluppo sostenibile e al miglioramento della qualità di vita di tutta Pisa".
Dopo le circa 10.000 borracce distribuite agli immatricolati (presto disponibili per la comunità universitaria a un prezzo simbolico) e l’eliminazione della plastica monouso in occasione di riunioni, eventi e momenti istituzionali, prosegue così la conversione dell’Università di Pisa in “Ateneo sostenibile”. Tante le novità presentate: dai sette nuovi erogatori di acqua pubblica nei poli Piagge (3), Fibonacci (2) e Guidotti (2), alla costituzione della Commissione di Ateneo per lo sviluppo sostenibile. Presieduta dal prorettore Marco Raugi, nominato anche come referente all’interno della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), la Commissione avrà il compito di guidare l’Università in questo cammino, dettando obiettivi e strategie e misurando i risultati. La Commissione, composta in modo paritetico da docenti, rappresentanti del personale tecnico-amministrativo e studenti, è formata dai seguenti 18 membri: Marco Raugi (presidente), Daniele Antichi, Sabrina Arras, Leonardo Baldacci, Federico Boggia, Carlo Carminati, Cristina Cruciano, Michela Gesualdi, Lisa Ghezzi, Elisa Giuliani, Camilla Guerrero Molano, Luca Lanini, Valentino Liberto, Marina Caterina Magnani, Elena Menchetti, Elena Perini, Giovanna Pizzanelli, Andrea Somma.
Le iniziative presentate al Polo Piagge sono solo le ultime, in ordine di tempo, messe in atto dall’Università di Pisa per supportare l’affermazione di una vera e propria cultura della sostenibilità ambientale. Già da qualche anno, infatti, l’Ateneo ha inserito questo impegno nel suo Statuto e, più recentemente, nel suo Piano Strategico, facendone un elemento centrale della propria attività.
Alla fine dello scorso anno all’Orto e Museo Botanico è stato aperto un erogatore di acqua potabile, che nelle prime settimane di funzionamento è stato utilizzato da un gran numero di studenti, personale universitario e visitatori.
Attualmente sono tre i centri interdipartimentali di ricerca che hanno un richiamo evidente agli obiettivi di sviluppo sostenibile enunciati dall’ONU: quello sulla Nutraceutica e alimentazione per la salute; quello sull’Energia per lo sviluppo sostenibile (CIRESS) e quello per lo studio degli effetti del cambiamento climatico (CIRSEC). Da quasi quattro anni, infine, è attivo il Green Data Center di Ateneo, che è stato progettato seguendo criteri di sostenibilità e per ottenere una riduzione dei consumi e delle emissioni.