Avviso di fabbisogno interno attività di ricerca nell’ambito del progetto “Reluis” Wp4 dal titolo “Analisi del comportamento strutturale di costruzioni civili esistenti”
incarico di lavoro autonomo per il restauro, conservazione e messa in sicurezza dei preparati anatomici e paleopatologici al Museo di Anatomia Patologica
Incarico di lavoro autonomo per la realizzazione di n. 12 postazioni didattiche da esterno di forma floreale per l’Orto Botanico
Borsa di approfondimento trimestrale – “Applicazione di metodi Monte Carlo (Geant 4) per il calcolo dei coefficienti DGN-DBT per strumentazione commerciale in situazioni cliniche”
bando
“Sport and Anatomy” confermato come centro riabilitativo del Pisa Sporting Club
Il Pisa Sporting Club comunica che per la stagione agonistica 2020-2021 l’equipe medica sarà composta dal dottor Cataldo Graci (Responsabile Sanitario della Prima Squadra) e dal dottor Virgilio Di Legge (Medico Addetto alla Prima squadra). Lo staff medico nerazzurro si avvarrà poi della preziosa collaborazione del dottor Alberto Guardoli, ortopedico di livello nazionale facente parte del gruppo OTB di Borgo Val di Taro, in qualità di consulente responsabile della Prima Squadra.
Il dottor Giuseppe Lioci sarà il Responsabile medico del settore giovanile. La gestione del recupero infortunati sarà curata dal dottor Gian Nicola Bisciotti assieme alla sua equipe.
Il Centro riabilitativo di riferimento sarà ancora il Centro di Medicina Riabilitativa “Sport and Anatomy” dell’Università di Pisa diretto dal professor Marco Gesi.
(fonte: pisachannel.tv)
Nella foto: il professor Marco Gesi e il presidente del Pisa Sporting Club, Giuseppe Corrado.
Mobilità orizzontale con requisiti al 31 dicembre 2019
Da mercoledì 30 settembre aprono in sicurezza le prime tre aule studio al chiuso
Dopo aule didattiche e laboratori, all’Università di Pisa riaprono anche le prime aule studio all’interno dei Poli Porta Nuova, Piagge e Pacinotti. Tre quelle che torneranno in funzione da mercoledì 30 settembre, per un totale di 148 posti disponibili esclusivamente su prenotazione solo nelle 24 ore precedenti l'utilizzo.
I link per prenotarsi alle tre aule studio sono:
- aula studio Polo Piagge: https://agende.unipi.it/bno-irb-rbh
- aula studio Porta Nuova: https://agende.unipi.it/pxk-vrp-qrs
- aula studio Pacinotti: https://agende.unipi.it/lfm-snn-wpj
Ogni studente potrà occupare una postazione al giorno, usufruendo di due slot: 8.30-13.30 e 14.00-19.00, con mezz’ora di pausa per consentire la sanificazione e il ricambio degli utenti tra mattina e pomeriggio.
Come per le aule didattiche, anche in questo caso gli studenti avranno a disposizione i QR Code del sistema Signs per sapere se una postazione è già stata occupata, nella stessa mezza giornata, da qualcun altro e quindi non più utilizzabile fino alla sanificazione successiva.
Come per le aule studio dei poli, anche per quelle all'aperto la prenotazione potrà avvenire solo nelle 24 ore precedenti l'utilizzo. In questo caso i relativi link sono:
- aula studio 'Verde' Pacinotti: https://agende.unipi.it/gqp-qim-hmn
- aula studio 'Verde' ex Salesiani-Carità: https://agende.unipi.it/oqy-cwl-wqu
- aula studio 'Verde' Veterinaria: https://agende.unipi.it/wbq-dlv-vwr
- aula studio 'Verde' Chimica: https://agende.unipi.it/ntw-llc-hay
- aula studio 'Verde' Polo Piagge: https://agende.unipi.it/rhk-okx-rff
«Con la riapertura di queste prime aule studio all’interno dei nostri Poli didattici l’Università di Pisa compie un ulteriore passo nel ritornare a una cauta normalità – ha commentato il Rettore Paolo Mancarella – Mentre monitoravamo l’inizio delle lezioni “in presenza”, allestivamo le riaperture delle aule studio al chiuso, con una particolare attenzione alla possibilità di ricambi d’aria. So che gli studenti sono impazienti ed è forse il tratto migliore della loro giovane età, ma l’emergenza non è ancora passata e dobbiamo continuare a essere prudenti. Confido nel senso di responsabilità delle nostre studentesse e dei nostri studenti, ai quali raccomando l’uso di Signs».
Assieme alle tre aule studio al coperto, l’Ateneo pisano aprirà anche una nuova 'aula studio verde' nell'area Polo Piagge-Economia-Agraria (di fronte e a fianco dell'aula 7 di agraria) con una capienza di 100 posti che, sommati a quelli già esistenti, porta a 365 le postazioni di studio all’aperto ad oggi disponibili.
Alla professoressa Rita Pardini il premio "Luigi Tartufari" per la Matematica dell'Accademia Nazionale dei Lincei
Rita Pardini, professoressa ordinaria di Geometria presso il Dipartimento di Matematica dell'Università di Pisa, ha vinto il premio internazionale "Luigi Tartufari" per la Matematica edizione 2020 dell'Accademia Nazionale dei Lincei, ex-aequo con Valentino Tosatti della Northwestern University (USA).
“Il gusto algebrico, il rigore e l’eleganza caratterizzano la sua pregevolissima produzione” è il giudizio che emerge dalla motivazione della giuria che ha assegnato il premio alla professoressa, documento che integralmente recita così: “La professoressa Rita Pardini, della Università di Pisa, ha lavorato su un ampio spettro di temi della geometria algebrica, fornendo fondamentali contributi alla teoria delle superficie algebriche, alla geometria in caratteristica positiva, alla teoria dei rivestimenti ed alla topologia delle varietà algebriche, e, specialmente, alla teoria delle varietà irregolari. Quest’ultimo tema ha rappresentato per decenni il nodo irrisolto della geometria algebrica italiana classica, ed ha segnato il passaggio alla geometria moderna.
Da segnalare la sua brillante soluzione di varie congetture aperte da tempo, in particolare nel 2005 della congettura di Severi, un difficile problema aperto dal 1932, ed anche il suo prosieguo, con una serie di lavori tecnicamente difficili sulla estensione di disuguaglianze ‘di tipo Severi’ al caso di dimensione superiore a due, che hanno aperto importanti nuovi filoni di ricerca”.
Rita Pardini (foto a destra) ha studiato a Pisa dove è ritornata dopo aver lavorato per alcuni anni presso l'Università di Udine. E' stata coordinatrice del dottorato in Matematica dell'Università di Pisa, membro della commissione scientifica della fondazione CIME e attualmente ricopre incarichi di responsabile editoriale per riviste scientifiche di rilevanza internazionale.
Rita Pardini ha dato importanti e originali contributi nel campo della Geometria Algebrica. La sua ricerca si colloca nel solco della scuola italiana di geometria e coniuga l'idea di bellezza e armonia proprie della geometria con il rigore e il formalismo delle più moderne tecniche algebriche. I suoi interessi di ricerca sono stati rivolti principalmente verso la teoria delle superfici algebriche e delle varietà irregolari, ottenendo fondamentali risultati universalmente riconosciuti.
Ha inoltre collaborato con importanti ricercatori italiani e stranieri, scrivendo numerose pubblicazioni di grande importanza scientifica e partecipando attivamente, come organizzatrice e come oratrice, a numerose attività congressuali che caratterizzano il mondo della matematica.
3D bioprinting per migliorare la produzione in vitro di embrioni
L’efficacia delle terapie per la fertilizzazione in vitro è attualmente limitata dall’organizzazione bidimensionale delle colture cellulari che mal si adatta a strutture sferoidali come l’ovocita, il follicolo ovarico e l’embrione, riducendone le potenzialità di sviluppo. Uno studio pubblicato sulla rivista internazionale PLOS ONE ha sviluppato un innovativo approccio bioingegneristico, in cui cellule uovo di un modello animale sono state incapsulate in microsfere di idrogel mediante tecnologia bioprinting per ottenere strutture 3D per la coltura in vitro.
La Dott.ssa Antonella Mastrorocco dell'Università di Bari, una delle ricercatrici del Dottorato in Genomica e Proteomica Funzionale e Applicata che ha condotto lo studio.
Il lavoro è coordinato dal gruppo di ricerca di Biotecnologie riproduttive del Dipartimento di Bioscienze Biotecnologie e Biofarmaceutica dell’Università di Bari, sotto la direzione della professoressa Maria Elena Dell’Aquila, in collaborazione con il Centro di Ricerca “Enrico Piaggio” dell’Università di Pisa (Prof. Arti Ahluwalia), il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa (Prof. Francesco Camillo) e il Dept. Clinical Sciences, Embryology, Anatomy and Physiology della Faculty of Veterinary Medicine alla Utrecht University (Prof. Bernard A.J. Roelen) e l'azienda IVTech, ex spin-off dell'Ateneo pisano.
La tecnologia di bioprinting ha migliorato la vitalità e il potenziale di sviluppo delle cellule uovo microincapsulate rispetto a quelle coltivate con i metodi convenzionali 2D. Lo studio interdisciplinare ha importanti applicazioni e ricadute nella produzione di embrioni in vitro sia per la procreazione medicalmente assistita, per l’industria delle produzioni animali, per la propagazione di specie a rischio di estinzione e per la valutazione del rischio da agenti chimici sulla fertilità femminile.
Con il progetto AUTENS l’Università di Pisa scommette sulle comunità energetiche sostenibili
Un progetto per rivoluzionare il paradigma della domanda/offerta di energia. È questo l’ambizioso scopo del progetto AUTENS (Autarchia Energetica Sostenibile), totalmente finanziato dall’Università di Pisa nell’ambito del programma PRA 2020, e che punta alla creazione di comunità energetiche autonome, in cui l’approvvigionamento energetico è garantito da fonti totalmente rinnovabili, ma, soprattutto, la domanda di energia si deve adattare alle risorse disponibili al momento.
“Nel paradigma attuale – spiega Giuseppe Anastasi, docente di Ingegneria informatica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e responsabile scientifico del progetto – a fronte di un fabbisogno di energia (ad esempio, produzione oraria di acqua calda a una certa temperatura), si progetta un sistema energetico che lo soddisfi, cercando al tempo stesso di massimizzare le cosiddette 4E, ovvero le prestazioni energetiche, exergetiche (quanto dell’energia prodotta è effettivamente convertibile in lavoro meccanico), economiche e ambientali. Quindi il fabbisogno di energia costituisce un vincolo da rispettare per il fornitore, che metterà a punto delle soluzioni per soddisfarlo. Nella prospettiva dell’autonomia energetica è necessario invece rovesciare questo paradigma e prevedere uno scenario in cui sarà necessario adattare le richieste di energia degli utilizzatori (anche negoziando i consumi per usi civili con quelli per uso industriale) con le risorse energetiche disponibili, in termini sia di consumi complessivi che di distribuzione oraria”.
Per fare questo, il progetto prevede la formazione di “comunità energeticamente autarchiche”, che aggreghino gruppi di edifici di vario tipo (abitazioni, edifici commerciali e industriali) e siano provviste di sistemi elettrici e termici alimentati da sole fonti rinnovabili prodotte localmente e che lavorano in sinergia. Questo richiede una stretta integrazione di tecnologie ICT, intelligenza artificiale e scienze sociali.
“Intendiamo esaminare situazioni in cui non è possibile, o sostenibile, fruire della rete elettrica e del gas – aggiunge Marco Raugi, professore ordinario di Elettrotecnica presso il Dipartimento dell’Energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni e presidente del Centro interdipartimentale di ricerca sull'energia per lo sviluppo sostenibile (CIRESS) dell'Università di Pisa - e quindi l’utilizzazione di energia di una “comunità energetica” deve essere realizzata con sole fonti rinnovabili da produrre in loco attraverso energia solare, eolica, geotermica e da biomasse. Il progetto si propone anche la realizzazione di alcuni dimostratori per misurare le prestazioni di componenti come i pannelli solari ibridi termici/fotovoltaici, gli impianti a pompa di calore geotermica, gli accumuli a cambiamento di fase, e l’implementazione di un sistema di monitoraggio e controllo con algoritmi di machine learning”.
“Siamo consapevoli delle grosse implicazioni culturali di questo progetto – conclude Raugi – che esige un cambio di ottica e stile di vita radicali, e l’accettazione che l’energia non può più essere disponibile in ogni momento e per tutti, ma la domanda si deve adattare alla produzione attuale e a tutte e richieste della propria “comunità”. Tuttavia, dobbiamo fare i conti con il fatto che le risorse del pianeta non sono infinite, e modelli di sviluppo basati su una disponibilità sempre crescente di energia non sono compatibili con le risorse limitate del pianeta. La formazione di comunità energetiche che in modo autosufficiente soddisfino ai propri bisogni può aiutare a superare questa contraddizione. La sfida è quella di modificare le abitudini di consumo degli appartenenti alle comunità in modo radicale in nome della sostenibilità e dell’adattamento alle disponibilità del pianeta. Per questo motivo, AUTENS avvierà anche una indagine socio-economica per tracciare vari profili di esigenze energetiche elettriche e termiche e comprendere l'accettabilità sociale degli scenari di autarchia energetica prefigurati, inclusa la disponibilità a cambiamenti negli stili di consumo energetico a fronte di una disponibilità di energia limitata e della negoziazione con i consumi per le attività produttive”.
Il team di ricerca di AUTENS è composto da docenti dell’Università di Pisa ed è ampiamente interdisciplinare, includendo docenti e ricercatori di Ingegneria dell’Energia, Ingegneria dell’Informazione, e poi di Informatica, Economia, Farmacia e Giurisprudenza.