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Domenica 31 maggio è scomparso, dopo pochi mesi di malattia, il professor Franco Mosca, chirurgo di fama internazionale. Uomo dal carattere vulcanico - era nato a Biella nel 1942 – aveva portato a Pisa i trapianti d’organo, fornendo le competenze e la spinta necessaria per l’apertura dei centri trapianti di fegato e di pancreas e per lo sviluppo di quello di rene, per quest’ultimo, proseguendo l’attività che aveva già iniziato insieme al suo Maestro, il professor Mario Selli. Aveva quindi guidato i rispettivi centri trapianti, dove oggi vengono a curarsi pazienti da tutt'Italia, raggiungendo numerosi primati e portandoli ai vertici nazionali e interazionali per volumi di attività, risultati e reputazione scientifica. Professore Emerito di Chirurgia Generale dell’Università di Pisa, chirurgo e clinico formidabile, era famoso per la sua caparbietà ed instancabilità nel perseguire gli obiettivi.

Sempre un passo avanti agli altri, alla sua lungimiranza, determinazione ed energia, l’Ospedale e l’Università di Pisa devono anche la presenza oggi di altri poli di attrazione chirurgica di altissimo livello, quali i reparti di Chirurgia Generale con indirizzo oncologico maggiore e di Chirurgia Vascolare, il Centro Senologico, il Centro di ricerca e formazione EndoCAS.

Uomo carismatico, dal carattere forte, definito da alcuni come “titanico”, ma al tempo stesso persona attenta agli altri e capace di occuparsi anche dei meno fortunati. Da ricordare, a questo proposito, l’impegno instancabile con la sua Fondazione Arpa, per contribuire con fondi privati a sostenere la ricerca, la formazione in ambito medico e aiutare i più bisognosi, con numerosi interventi in Paesi in via di sviluppo in tutto il Mondo. Non si contano, infatti, gli operatori sanitari formati in decine di Paesi in via di sviluppo, grazie al sostegno della Fondazione Arpa; con ciascuno di loro, l’impegno preso era che rimanesse poi lì, per aiutare la propria gente. 

Straordinario il suo impegno per i giovani studenti universitari, anche attraverso l’Associazione ex Allievi della Scuola Superiore Sant’Anna - di cui è stato coordinatore, Presidente e poi Presidente Onorario – e l’Associazione Laureati Ateneo Pisano, di cui è stato a lungo consigliere. Un vero “luminare”, è stato indiscutibilmente punto di riferimento per molte generazioni di studenti, infermieri, specializzandi, chirurghi, accademici, pazienti, ma anche di politici, imprenditori, personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo.

Prima di essere collocato a riposo nel 2012, presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana è stato Direttore delle Unità operative di Chirurgia Generale e Sperimentale, Chirurgia Generale e Trapianti, Chirurgia Generale 1 Universitaria, del centro EndoCAS e del Dipartimento di Chirurgia Generale. Dal punto di vista accademico, invece, è stato nominato Professore Ordinario di Chirurgia Generale all’Università di Pisa nel 1986 e, nel corso della sua carriera, è stato vicepreside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Direttore del Dipartimento di Oncologia dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, oltre che di diverse Scuole di Specializzazione e di Dottorato.

Franco Mosca

Dopo il pensionamento, da persona instancabile quale era, ha continuato a mettere a disposizione la sua saggezza ed esperienza per la comunità, per Università e per l’Ospedale, oltre che per chiunque lo abbia individualmente cercato. Così, nel 2017 e nel 2018, aveva anche voluto impegnare molte delle sue energie nell’organizzazione dei due Festival Internazionali della Robotica, grazie ai quali tutto il Mondo ha acceso i riflettori sulla città di Pisa.
Per la sua straordinaria attività, il Prof. Mosca è stato insignito di prestigiosi riconoscimenti: medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica, Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Ordine del Cherubino e Campano d’Oro dall’Università di Pisa, Membro onorario della Croce Rossa Italiana.
Nel 2018 il Professor Mosca era entrato nell’olimpo mondiale della chirurgia, con il conferimento dell’onorificenza massima per un chirurgo, venendo nominato “Honorary Fellow” dall’American College of Surgeons, la più grande e prestigiosa società scientifica di chirurghi al Mondo.

La sua scomparsa lascia un enorme vuoto nella comunità medica e scientifica e tra i tanti colleghi, allievi ed amici che lo hanno avuto fino all’ultimo come punto di riferimento. 

“Ci ha lasciato un uomo di rara integrità e levatura eccezionale, che ha dedicato tutta la sua vita agli altri, ai suoi pazienti, ai suoi allievi, ai suoi studenti, alle persone deboli – ha detto il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Maria Mancarella - Lo ha fatto veramente fino all'ultimo, se penso che solo poche settimane fa eravamo insieme, sebbene a distanza, all’inaugurazione del progetto RainboWifi, fortemente voluto da Franco e dalla sua Fondazione ARPA per dare un po' di sollievo ai pazienti Covid-19. La scuola chirurgica pisana e mondiale gli devono molto, per i suoi contributi fondamentali e per le sue idee spesso visionarie. Così come il nostro Ateneo, al quale non ha mai smesso di dare il suo apporto di idee e iniziative. Ricorderò sempre i nostri incontri in rettorato. Arrivava con la sua consueta flemma, sorridente, estraeva dalla tasca un fogliettino stropicciato, dove si era appuntato le ‘poche cose che ti devo dire’: quei fogliettini erano pozzi senza fondo, pieni di idee e progetti per la sua Università, che oggi più che mai si stringe commossa intorno alla moglie Giusy, alle figlie Marta, Elena e Irene e agli amati nipoti”.

"Con lui - ha dichiarato il direttore generale dell'Aoup, Silvia Briani - se ne va un pilastro della chirurgia generale, un chirurgo che ha creato una scuola e a cui dobbiamo tanto. Sono convinta di esprimere il pensiero anche dei direttori generali che mi hanno preceduta quando dico che l'Azienda ospedaliero-universitaria pisana è diventata grande anche grazie a lui, non solo per aver portato avanti con tenacia e sviluppato - fino a farne uno dei fiori all’occhiello dell’ospedale e un punto di riferimento nazionale - il programma dei trapianti d’organo avviato a Pisa sin dagli anni ‘70, raccogliendo a pieno titolo l’eredità del professor Mario Selli, ma per aver saputo sempre spingere sull’acceleratore dell’innovazione tecnologica, della ricerca e del connubio costante con l’assistenza che è proprio il valore aggiunto delle aziende ospedaliere integrate con l’Università. Un chirurgo eccellente, un accademico esigente, una figura carismatica, un maestro che sicuramente ci mancherà molto. A tutta la sua famiglia, alla figlia Marta che lavora al nostro fianco in ospedale, giungano le più sentite condoglianze da parte della Direzione aziendale e di tutta l’Aoup”.

Le pandemie, l’alimentazione, il linguaggio, l’intelligenza, il controllo, le parole dell’economia ma anche l’ipotesi di vita su altri pianeti: partono venerdì 22 maggio, alle 18, gli incontri del progetto “Pensiamo insieme il futuro” in cui ogni volta quattro docenti dell’Università di Pisa dialogano con i giovani e con tutti gli interessati su temi di rilievo per la società.

Il primo appuntamento, dal titolo “Tra disastri e sfide epocali: le pandemie e la costruzione del futuro”, mira ad affrontare questo argomento di stretta attualità con un respiro più ampio di quello imposto dalla cronaca e con approfondimenti di taglio multidisciplinare, che spaziano dalla medicina alla farmacologia, dalla psicologia al taglio storico. Francesco Menichetti, docente di malattie infettive che con il suo gruppo di ricerca è recentemente salito alla ribalta come capofila nazionale degli studi sul plasma per curare il covid-19, si confronta con i docenti Eleonora Da Pozzo di biochimica, Angelo Gemignani di psicobiologia e psicologia fisiologica, e Valentina Giuffra di storia della medicina.

Dalle ore 18 segui la diretta su YouTube e Facebook.

Lunedì 25, sempre alle 18, segue il secondo incontro su “Cibo, salute e fake news” in cui, a cura del Centro Nutrafood dell’Ateneo, discutono e rispondono alle domande di ragazzi e cittadini i professori Lucia Guidi di chimica agraria, Rossella Di Stefano della scuola di specializzazione di Medicina dello sport e dell’esercizio fisico, Ferruccio Santini di Endocrinologia e Angela Tarabella del master in Food Quality and Management.

Nelle settimane successive gli incontri già in programma hanno per titolo: “Le parole che usiamo parlando, scrivendo, online” (29 maggio), “Cos’è l’intelligenza, non solo artificiale” (4 giugno), “La vita sugli altri pianeti” (11 giugno), “Più connessi, più sicuri? La Cybersecurity nella società e nell’economia dei dati” (18 giugno), “Le parole dell’economia: Spread, MES, rating, default” (26 giugno).

Dopo l’esordio della scorsa settimana, entrano nel vivo gli appuntamenti di “Pensiamo insieme il futuro”, il progetto che l’Università di Pisa dedica ai giovani, alla loro formazione e alla costruzione del loro futuro attraverso attività in rete di crescita, conoscenza, orientamento e approfondimento culturale.

Proseguono innanzitutto le lezioni tenute da docenti dell’Ateneo pisano di “Verso la maturità”, pensate per accompagnare gli studenti verso gli esami del quinto anno delle scuole superiori. L’appuntamento di questa settimana è per mercoledì 20 maggio, a partire dalle 14.30, con i seguenti temi: “Difendere le verità inutili. Pirandello e l’umorismo” (Raffaele Donnarumma), “Biochimica: destinazione cervello” (Eleonora Da Pozzo) e “Le avanguardie del ‘900” (Mattia Patti). Durante le lezioni online, i ragazzi hanno la possibilità di interagire con i professori e fare domande.

Debuttano gli incontri della sezione “Parliamone”, in cui i giovani dialogano con docenti dell’Università di Pisa su temi di rilievo per la società. Il primo appuntamento è per venerdì 22 maggio, alle 18, con il titolo “Tra disastri e sfide epocali: le pandemie e la costruzione del futuro”. La diffusione di un contagio virale è argomento di quotidiana attualità, ma in questa occasione viene affrontato con un respiro più ampio di quello imposto dalla cronaca e con approfondimenti di taglio multidisciplinare, che spaziano dalla medicina alla farmacologia, dalla psicologia al taglio storico. Il professor Francesco Menichetti, docente di malattie infettive che con il suo gruppo di ricerca è recentemente salito alla ribalta come capofila nazionale degli studi sul plasma per curare il covid-19, si confronta con i docenti Eleonora Da Pozzo di biochimica, Angelo Gemignani di psicobiologia e psicologia fisiologica, e Valentina Giuffra di storia della medicina.

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Partono subito da martedì 19, con molteplici appuntamenti giornalieri, gli incontri di orientamento di “Piacere, UniPi!”, gli “open days” a distanza in cui ragazzi e ragazze avranno l'occasione di conoscere o approfondire l'offerta didattica dell’Università di Pisa, i servizi proposti agli studenti e le opportunità che l’Ateneo e la città mettono a loro disposizione per accoglierli e aiutarli nel percorso di crescita. Il calendario completo, dettagliato giorno per giorno, è disponibile alla pagina: http://pensiamoilfuturo.unipi.it/piacere-unipi/

Due incontri, rigorosamente online, per combattere stress, insonnia, ansia e depressione da quarantena. È quanto propongono ai dipendenti dell'Università di Pisa, il professor Angelo Gemignani, direttore del dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica dell'Ateneo, e il dottor Ciro Conversano, specialista in Psicologia clinica e docente di Psicologia Generale presso la nostra Università. Il tutto con l’obiettivo di insegnare ad abbassare il livello di stress, a "funzionare" e sentirsi al meglio anche in queste fasi di emergenza dovute al Covid-19.

"Inutile nascondersi – ha spiegato il rettore Paolo Mancarella, tra i principali sostenitori di questa iniziativa –, queste settimane di lockdown hanno messo a dura prova la nostra salute mentale. In pochissimo tempo ci siamo dovuti adattare a nuove condizioni di vita e di lavoro, abbiamo affrontato difficoltà organizzative inedite, preoccupazioni economiche, per la salute, per le famiglie e per il futuro che l'emergenza Covid-19 ha portato con sé. Offrire un aiuto ai nostri dipendenti, che in questi mesi hanno fatto tantissimo affinché il nostro Ateneo non si fermasse neanche un secondo, mi è sembrata non solo un'ottima idea, ma anche un dovere da parte nostra".

Le due lezioni online si terranno nel mese di maggio, in date che verranno presto comunicate, e ai partecipanti sarà fornita una brochure con semplici esercizi meditativi (file audio inclusi) e materiale di supporto alla pratica giornaliera.

Nel primo appuntamento il professor Gemignani, ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica, descriverà gli effetti negativi dello stress sulle funzioni cerebrali e somatiche, enfatizzando il ruolo dello stress cronico come elemento di aumentata vulnerabilità allo sviluppo di disturbi del sonno, d’ansia e dell’umore. Inoltre, spiegherà come le esperienze mentali indotte dalle pratiche meditative siano in grado di modificare profondamente la struttura e la funzione di circuiti cerebrali coinvolti nel controllo dell’attenzione, nel management emotivo e nell’autoconsapevolezza corporea.

A questo proposito, durante la seconda lezione, il dottor Conversano affronterà la tematica delle pratiche meditative e di mindfulness, fornendo basi teoriche e pratiche per l’utilizzo di alcune strategie anti-stress. Queste pratiche hanno dimostrato notevole efficacia nel ridurre l’impatto negativo dello stress prolungato e nel fornire strumenti utili alla gestione delle situazioni difficili. L’obiettivo è, infatti, quello di aumentare la consapevolezza delle risorse personali, mantenendo alta la motivazione alla proattività; è sufficiente possedere la volontà di praticare per creare una percezione diversa degli eventi avversi e modificare il comportamento.

Un'iniziativa, quella proposta dal professor Gemignani e dal dottor Conversano, che si inserisce in una ormai consolidata tradizione dell'Università di Pisa, la prima in Europa – è bene ricordarlo – ad aver dato vita in modo strutturato a un approccio multidisciplinare allo studio dei processi mentali.
Approccio che si avvale, da una parte, dei metodi, degli strumenti e delle acquisizioni delle moderne scienze occidentali, dall’altra dell’enorme bagaglio di conoscenze accumulate, in oltre 2500 anni di storia, dalla tradizione Buddista nel campo dell’analisi in prima persona dei processi mentali, dell’introspezione, della concentrazione, della meditazione e della mindfulness.
Tanto che nel 2017, in occasione della visita del Dalai Lama a Pisa, è stata siglata un’importante convenzione di collaborazione scientifica tra l’Università di Pisa e l’Istituto Lama Tzong Khapa, da cui sono nate varie iniziative di grande importanza: dal convegno scientifico internazionale “The Mindscience of Reality” (2017) al master universitario di primo livello in “Neuroscienze, Mindfulness e Pratiche Contemplative”, che ha riscosso un enorme successo accademico.
Si aggiungono ai frutti della collaborazione numerosi studi di psicofisiologia della meditazione applicati sia sulla popolazione generale che su campioni selezionati di pazienti, grazie alla collaborazione universitaria con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.

Lunedì 18 maggio è la Giornata Internazionale dei Musei: l’emergenza del Covid-19 non impedisce di celebrare comunque questa ricorrenza, grazie a tanti appuntamenti digitali e online. Il Sistema Museale di Ateneo (SMA) sarà attivo con numerose iniziative, per ricordare al pubblico che scienza e cultura non si fermano, anzi, trovano nuovi modi per continuare la loro diffusione.

Il ricco programma di incontri digitali, moderato dal presidente dello SMA, Chiara Bodei, si concluderà alle ore 21 con l’iniziativa "Restart360", una visita guidata virtuale del Museo degli Strumenti per il Calcolo: un tour immersivo su quanto presente prima della ristrutturazione attuale, che diviene dunque strumento di memoria. Oltre alla collezione permanente, sarà possibile apprezzare la mostra "Congetture Isomorfe" dell’artista Francesco Zavattari, curata da Cláudia Almeida e prodotta da Cromology Italia, che dal 10 giugno 2017 per ben 808 giorni è stata ospitata nei locali museali collezionando migliaia di visitatori e importantissime recensioni, tra cui quella di Marcus du Sautoy, professore di matematica a Oxford. A condurre il pubblico in questo viaggio il direttore del Museo, Fabio Gadducci, il CEO di Cromology Massimiliano Bianchi, Zavattari stesso e Gaetano Spagnuolo e Tommaso Buquicchio di OnVision, che ha curato la realizzazione tecnica della visita virtuale.

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Molti altri appuntamenti sono però previsti per la giornata. Si comincia alle 17:45 con una breve introduzione alla giornata da parte della professoressa Bodei, per proseguire alle 18 con la premiazione di Fi/oTO 2020, il Concorso fotografico a tema botanico, organizzato dall’Orto e Museo Botanico di Pisa, alla presenza del suo direttore Lorenzo Peruzzi. Nei giorni scorsi sono state selezionate trenta immagini fra le molte inviate, che sono poi  state pubblicate sulla pagina Facebook del museo. L’autore della foto con più like riceverà in premio una copia del volume "Flora d’Italia" di Sandro Pignatti. Le dodici foto più votate (inclusa quella vincitrice) saranno in seguito utilizzate per il calendario 2021 dell’Orto e Museo Botanico di Pisa.

Infine, alle ore 19 sono previsti due webinar, che illustrano le attività e approfondiscono la storia di due importanti realtà espositive legate al Sistema Museale di Ateneo.
Un intervento su "Il congresso dei dotti e la nascita del Museo di Anatomia Umana" sarà tenuto da Gianfranco Natale, direttore del Museo: sebbene una prima raccolta museale fosse stata già organizzata agli inizi dell’Ottocento nei nuovi Stabilimenti Anatomici, inaugurati nel corso del 1832, l’apertura al pubblico importante fu proprio in occasione della Prima Riunione degli Scienziati Italiani, tenutasi a Pisa nell’ottobre 1839.
Un ulteriore incontro sarà condotto da Sergio Giudici, direttore del Museo degli Strumenti di Fisica, su "Il Museo Scientifico: quale fruizione possibile? L'esempio della Fisica nel Sistema Museale dell'Università di Pisa". Il museo scientifico pone la sfida di coniugare conservazione e fruizione. Le idee e i concetti che dimorano nei reperti devono poter uscire dalle teche nei quali sono custoditi. Come rendere parlante uno strumento scientifico musealizzato?

"È in momenti di crisi come quello attuale che tutti noi sentiamo il bisogno di trovare nella cultura le risorse e le energie per resistere - ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella - Far sentire la nostra presenza anche attraverso il nostro Sistema Museale d'Ateneo è fondamentale. Per questo, seppur chiusi, i nostri musei si apriranno virtualmente al pubblico, in attesa di poter tornare ad accogliere, in tutta sicurezza, i nostri visitatori".

"Stiamo lavorando alacremente per la riapertura, in piena sicurezza, di tutti gli spazi espositivi - ha commentato la professoressa Chiara Bodei -  ma nel frattempo desideriamo dare un segnale forte e concreto attraverso i tanti contenuti digitali proposti al pubblico in questo periodo e quelli ancora in preparazione. Il Sistema Museale dell’Ateneo di Pisa c’è e costituisce un punto di riferimento, aperto a tutti coloro che vorranno fruire delle nostre iniziative. Da qui il concept 'Restart360': non solo una visione tridimensionale degli spazi, ma un coinvolgimento a tutto tondo di persone, musei, dipartimenti e discipline differenti, riuniti sotto l’unico fine di divulgare bellezza e conoscenza".

L’Università di Pisa lancia il progetto “Pensiamo insieme il futuro, con oltre cento iniziative programmate dal 13 maggio fino a luglio, accessibili online da tutta Italia e dall’estero, che intendono contribuire al rilancio del Paese, all’investimento in cultura e formazione e alla costruzione del futuro dei giovani attraverso attività in rete di crescita, conoscenza, orientamento e approfondimento per tutti i ragazzi, per i futuri studenti universitari, e per la società in genere.

"È il tempo di dimostrare quanto crediamo nel futuro - ha detto il rettore Paolo Mancarella - dando alle nuove generazioni strumenti e possibilità perché possano esserne i veri protagonisti. Mai come oggi il nostro Paese ha bisogno dei suoi giovani. Il progetto nasce con questo intento: fornire loro strumenti e suggerimenti per aiutarli nelle scelte che si accingono a fare, stimolando la loro curiosità e aprendo loro le porte ‘virtuali’ di UniPi, in attesa di poterli accogliere di persona".


Il rettore Paolo Mancarella presenta il progetto "Pensiamo insieme il futuro".


Il progetto (http://unipi.it/pensiamoilfuturo) si articola in tre sezioni. La prima, dal titolo “Parliamone”, consiste in una serie di incontri online in cui giovani dialogano su attualità e futuro con docenti dell’Università di Pisa. In ognuno di essi, quattro docenti si confrontano esaminando da angolature diverse un tema di rilievo per la società moderna in ambito culturale, scientifico, tecnologico, medico, sociale. Lo fanno con un linguaggio accessibile anche agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e rispondendo in diretta agli stimoli provenienti dal pubblico. Si inizia venerdì 22 maggio con l’incontro dal titolo “Tra disastri e sfide epocali: le pandemie e la costruzione del futuro” e si continua nelle settimane successive parlando di “Cibo, salute e fake news” (25 maggio), “Le parole che usiamo parlando, scrivendo, online” (29 maggio), “Cos'è l'intelligenza (non solo artificiale)” (4 giugno), “La vita sugli altri pianeti” (11 giugno) e “Più connessi, più sicuri? La Cybersecurity nella società e nell'economia dei dati” (18 giugno). L’ultimo appuntamento attualmente in programma è per il 26 giugno, quando in discussione ci sono “Le parole dell'economia: Spread, MES, rating, default…”. Incontri successivi saranno fissati su temi richiesti dal pubblico tramite form disponibile sul sito. Chiunque può partecipare agli incontri e proporne di nuovi.

La seconda sezione del programma ha in calendario una serie di lezioni dal titolo “Verso la maturità. Avviciniamoci insieme” per accompagnare gli studenti che stanno per affrontare un appuntamento anche simbolicamente molto rilevante del loro percorso formativo, in una situazione particolare e difficile. Le lezioni saranno incentrate su temi tipicamente affrontati al quinto anno dei vari istituti secondari di secondo grado, con la possibilità di interagire e porre le proprie domande ai docenti universitari. In questo caso, il primo appuntamento è mercoledì 13, dalle 14:30 alle 17:15, con Roberto Gronda che interviene sul rapporto tra “Filosofia e Scienza”, seguito da Saulle Panizza che illustra il tema “Il principio personalista nella Costituzione italiana” e poi Lucia Pallottino, che discute di “La robotica di oggi e di domani”. Le lezioni proseguiranno, a cadenza settimanale, il 20 maggio con i seguenti temi: “Difendere le verità inutili. Pirandello e l’umorismo” (Raffaele Donnarumma), “Biochimica: destinazione cervello” (Eleonora Da Pozzo) e “Le avanguardie del ‘900” (Mattia Patti). La terza e ultima giornata sarà il 27 maggio, quando si parlerà di “Calcolabilità e algoritmi” (Fabrizio Luccio), “Guerra, guerra totale, guerra civile: il secondo conflitto mondiale e la storia del Novecento” (Gianluca Fulvetti) e “I cristalli intorno a noi” (Elena Bonaccorsi).

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La terza sezione, dal titolo “Piacere, UniPi! L’Ateneo si presenta ai futuri studenti”, riguarda le attività di orientamento dedicate ai giovani che nell’attuale situazione di emergenza sono chiamati a fare una scelta, informata e consapevole, sull’opportunità di proseguire la propria formazione e sul percorso universitario più adatto alle loro aspirazioni. Attraverso oltre cento incontri a distanza che saranno man mano pubblicizzati sul sito del progetto, gli studenti e le loro famiglie avranno l’opportunità di vedere e ascoltare dal vivo, in maniera interattiva, il racconto degli studi universitari e di tutto quanto l’Università e la città di Pisa mettono a disposizione per accoglierli e farli crescere sentendosi a casa loro.

A completare il progetto “Pensiamo insieme il futuro”, sul sito sarà possibile trovare anche i 23 video della raccolta “Raccontare la ricerca”, che descrivono alcuni dei principali progetti sviluppati all’Università di Pisa, e i programmi televisivi in corso di realizzazione grazie alla collaborazione con l’emittente “50 Canale” su argomenti legati alla vita durante e dopo l’emergenza coronavirus, oltre che su aspetti, momenti e luoghi dell’Ateneo e della città di Pisa.

L'Unità operativa di Farmaceutica – Politiche del farmaco dell'Aoup ha realizzato, in collaborazione con l'Università di Pisa, una formula galenica liquida (sciroppo) dell'antivirale lopinavir/ritonavir a partire dalla forma solida del medicinale (in compresse), per ovviare alla temporanea mancanza del prodotto commerciale liquido (medicinale estero) durante le fasi di importazione.
La formula galenica magistrale messa a punto supera il limite di indisponibilità delle semplici dispersioni in acqua e permette di ottenere un farmaco galenico con disponibilità paragonabile alle forme liquide commerciali.

Il risultato ottenuto deriva dalla collaborazione con il Laboratorio NMR del dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell'Ateneo pisano, diretto dalla professoressa Gloria Uccello Barretta, con cui è stato possibile, in tempo reale, studiare i profili di disponibilità di formule magistrali alternative e definire la migliore per disponibilità e stabilità (https://www.dcci.unipi.it/764-farmaci-antiretrovirali.html)

L'istruzione operativa per l'allestimento galenico di questo farmaco è stata pubblicata sul sito della Associazione Europea di Farmacia Ospedaliera (EAHP, https://www.eahp.eu).

I dati dello studio condotto saranno a breve sottomessi per la loro pubblicazione.

(fonte: Ufficio stampa AOUP)

Si racconta che in punto di morte a Lev Landau, uno dei più geniali fisici russi di tutti i tempi, sia servito un ventilatore polmonare e che uno dei suoi colleghi abbia proposto di costruirlo seduta stante. Chissà se Cristian Galbiati o i suoi collaboratori del progetto Milano Ventilatore Meccanico (MVM, http://mvm.care/it) conoscono questa storia, o se abbiano avuto il tempo di pensarci durante le poche settimane che hanno impiegato per sviluppare un innovativo ventilatore polmonare per supportare i pazienti Covid-19 ricoverati nelle terapie intensive di tutto il mondo.

Basato su una tecnologia di facile uso ma sicura ed efficiente, MVM ha un sistema di controllo avanzato che consente le diverse modalità di ventilazione con un costo complessivo dei componenti di poche centinaia di euro. Fondamentale è la semplicità del design, che include solo componenti di facile reperibilità sul mercato per poter permettere una produzione rapida e su vasta scala nei diversi Paesi. E l’obiettivo infatti è quello di avviare rapidamente la produzione di 1000 unità in ognuno dei tre Paesi che hanno fatto nascere il progetto: Italia, Stati Uniti e Canada.

DiFrancesco Fabio

Nata da un’idea di ricercatori impegnati in attività di ricerca sulla materia oscura nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e nei laboratori canadesi di SNOLAB e TRIUMF, che hanno messo a disposizione la loro esperienza sui sistemi di controllo gas, la collaborazione MVM opera in un ambiente di innovazione aperta (open hardware). Questo approccio, basato sulla condivisione continua di informazioni, schemi tecnici e risultati ottenuti, ha consentito il rapido avanzamento del progetto, la costruzione di una serie di prototipi funzionanti e portato ora a ottenere la certificazione di emergenza (EUA, Emergency Use Authorization) per l’uso clinico del dispositivo da parte della Food and Drug Administration (FDA), l’ente certificatore statunitense che rappresenta un riferimento a livello mondiale.

Biagini ridPer raggiungere quest’ultimo ma decisivo obiettivo, alcuni ricercatori del dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa (Tommaso Lomonaco, Denise Biagini e Fabio Di Francesco) e dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (Pietro Salvo), supportati dal personale della Fondazione Toscana “Gabriele Monasterio” ed in collaborazione con la ditta SRA Instruments (Andrea Carretta), hanno prestato l’esperienza maturata in molti anni di ricerca nel campo dell’analisi dei gas espirati per verificare l’assenza di rilasci di composti volatili dannosi per i pazienti che dovranno utilizzare MVM. La collaborazione MVM si propone ora di ottenere sia la certificazione definitiva da parte di FDA che le analoghe certificazioni nazionali ovunque il dispositivo debba essere usato, e di avviare quindi la produzione.

Il mondo scientifico italiano ed internazionale sta dando prova di reagire con prontezza alla sfida globale posta da COVID-19, dimostrando che le conoscenze scientifiche generate dalla ricerca di base anche in campi apparentemente lontani dalla vita di tutti i giorni possono essere molto utili per raggiungere con rapidità obiettivi drammaticamente concreti. MVM è infatti un progetto nato dal basso nella comunità scientifica che si è propagato rapidamente fino ad includere ricercatori di sette nazioni (Italia, USA, Canada, Francia, Spagna, Regno Unito e Polonia), che hanno abbandonato all’improvviso le proprie attività di ricerca per prestare gratuitamente a tutti noi le proprie conoscenze e renderne disponibili i frutti senza fini di lucro. Una bella storia, un atto d’amore verso l’umanità.

Nella foto in alto: da sinistra Di Francesco, Lomonaco e Salvo.
Nella foto in basso: Biagini.

Siamo studenti del sesto anno di Medicina e Chirurgia dell'Università di Pisa, canale AK, e precisamente mercoledì 22 aprile abbiamo terminato le ultime lezioni del nostro ultimo anno. L'emergenza ha in minima parte colpito anche noi, che ci siamo trovati a dover seguire i corsi online, senza poterci salutare con la solita convivialità che caratterizza questa occasione al termine di sei faticosi anni. L'ultimo giorno infatti si fa festa stappando spumante nel giardino di Cisanello, ci si scambiano saluti e auguri di buona fortuna e si scatta la foto ricordo, tutti insieme con il camice insieme al nostro professore di clinica medica, Stefano Taddei.

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Al pensiero di non potere avere nemmeno la foto ricordo ci siamo detti: non ci stiamo! Così è maturato in noi il pensiero di ricrearla in maniera alternativa con Photoshop, cercando un risultato quanto più verosimile possibile, grazie anche ai preziosi consigli tecnici di Iacopo Casalini, studente di ingegneria appassionato di fotografia.

La mente e il braccio del lavoro sono stati i nostri rappresentanti di corso: Irene Cocciaro e Federico Ferri. Si è partiti pensando alla logistica, era fondamentale dare delle direttive precise e univoche per ciascuno su come scattare la propria foto: provenienza della luce, altezza della fotocamera, ecc. Dettagli importanti sui quali non si poteva soprassedere per evitare che il fotomontaggio finale risultasse troppo posticcio.

Federico, il nostro rappresentante di corso fin dal primo anno, ha poi colto l'occasione una mattina in cui aveva già preso appuntamento per recarsi a donare il sangue per scattare la foto che sarebbe diventata il nostro sfondo. Dopodiché ha ritagliato, unito e modificato ogni singola foto inviata, ben 119, tra le quali non poteva ovviamente mancare quella del nostro professore: tutto il corso ha infatti voluto far parte del progetto, entusiasti e compatti, proprio come se fossimo stati tutti insieme su quel prato al momento dello scatto.

Giorni di lavoro (e nottate, per poterlo concludere entro il mercoledì pomeriggio) per riuscire a ricreare un istante, un bellissimo ricordo al quale siamo già affezionati e che ci permetterà di ripensare ai nostri anni nell'Università di Pisa con orgoglio.

Non ci siamo fatti mancare neanche il brindisi finale! Online, al termine della lezione, quello che doveva essere un anonimo pomeriggio passato in ciabatte davanti a un computer si è trasformato in un'occasione fatta di risate e saluti, virtuali ma pur sempre commoventi, per darci la carica a vicenda verso il traguardo finale, insomma, un ultimo giorno un po' "alternativo" ma che abbiamo saputo trasformare in qualcosa di memorabile!

La scorsa settimana abbiamo chiuso un percorso nel quale sono molte le figure che ci hanno guidato. Vogliamo quindi qui ringraziare i nostri professori per tutto quello che ci hanno trasmesso, tutti i medici e gli infermieri dai quali abbiamo avuto modo di imparare tanto a tirocinio e il nostro rettore, che da marzo non ha mancato occasione per farci sentire la sua vicinanza in questa situazione.

Concludiamo ringraziando noi stessi, per essere stati sempre pronti ad aiutarci l'un l'altro; più che colleghi, amici.

Gli studenti del sesto anno, canale AK, del corso di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa

Nuovo importante riconoscimento della ricerca pisana nella lotta al Covid-19. L'Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ha infatti autorizzato lo studio multicentrico sul Baricitinib, guidato dallo staff del professor Francesco Menichetti, professore ordinario dell’Università di Pisa e primario del reparto di malattie infettive dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Si tratta di un farmaco impiegato per la cura dell'artrite reumatoide, di cui adesso si vuole valutare l'efficacia, la sicurezza e la tollerabilità per un possibile utilizzo nel trattamento dei pazienti Covid-19.

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«La notizia dell'autorizzazione dell'Aifa per questo nuovo importante studio clinico - ha commentato il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella - arriva a pochi giorni da quello della Regione per la sperimentazione della plasmaterapia nei pazienti critici affetti da Coronavirus. Due riconoscimenti importanti che confermano l'alto livello della ricerca condotta dalla nostra Università. Il contributo che sta dando l’AOUP alla lotta contro il Covid-19 – ha aggiunto Mancarella - è anche la prova di quanto sia fondamentale per l'Italia investire di più nel nostro sistema sanitario e in quello della ricerca pubblica».

«La malattia da Coronavirus ha due fasi – ha spiegato il professor Francesco Menichetti -. Una legata all'aggressione virale, che causa l'iniziale danno polmonare, e una seconda causata dall'eccessiva risposta infiammatoria di difesa da parte del sistema immunitario del paziente colpito. Quest'ultima è la responsabile dell'aggravamento della polmonite».

«Il farmaco al centro del nostro studio, il Baricitinib -  prosegue il primario del reparto di malattie infettive dell’AOUP -, è normalmente utilizzato per il trattamento dei pazienti con artrite reumatoide, ma è potenzialmente utile anche nei pazienti con Covid-19, per una sua duplice azione di mitigazione della cascata infiammatoria e di riduzione dell’ingresso del virus nelle cellule polmonari».

«Nella nostra Azienda Ospedaliera - informa Menichetti – lo abbiamo già impiegato in un piccolo gruppo di pazienti (circa 30) con Covid-19 e polmonite severa. Dopo un trattamento con 4 mg al di’ per via orale per 10-14 giorni, è stato osservato un miglioramento dei parametri clinici nell’ 83% dei casi e la maggior parte dei pazienti trattati non ha avuto necessità di ventilazione invasiva».

«Adesso – conclude - è il momento di armonizzare i tempi concitati di un'epidemia con il necessario rigore della ricerca scientifica e il protocollo di cui siamo capofila ha proprio l’obiettivo, partendo da questi primi risultati positivi, di verificare l'efficacia, la sicurezza e tollerabilità del Baricitinib nei pazienti con polmonite  da SARS-CoV2».

Nasce così lo studio multicentrico, prospettico e randomizzato disegnato dal professor Francesco Menichetti e dai suoi collaboratori, il dottor Marco Falcone e la dottoressa Giusy Tiseo, con l'importante contributo della professoressa Marta Mosca, valutato positivamente dal Comitato tecnico scientifico di Aifa e definitivamente approvato dal Comitato etico dell'Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani.

Già operativo il centro promotore di Pisa, che sarà rapidamente affiancato dal Niguarda a Milano e dagli Ospedali di Bergamo, Pavia e Brescia.

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