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LHF-Connect è il progetto che mette a disposizione delle strutture sanitarie le istruzioni per la costruzione di un robot di telepresenza, guidato tramite un software sviluppato da un team di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) in collaborazione con l’Università di Pisa e rilasciato gratuitamente e open source, disponibile anche sulla piattaforma TechForCare.com recentemente lanciata dall’Istituto per la Robotica e le Macchine Intelligenti (I-Rim) e Maker Faire Rome.

 

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Il primo robot assemblato è ora operativo nelle corsie dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP) di Cisanello (Pisa) e permette al personale sanitario di controllare i pazienti ricoverati affetti da Covid-19 in remoto e di connetterli con le loro famiglie e amici attraverso le video chiamate, per alleviare i lunghi periodi di degenza. Altri test sono stati eseguiti nel Nuovo Ospedale Apuano della Azienda USL Toscana Nordovest. La tecnologia consente inoltre di prestare forme di assistenza di base come la consegna dei farmaci, diminuendo l’esposizione del personale sanitario al virus e riducendo la possibilità di contagio.

In particolare il dispositivo è stato testato, sia in reparti Covid-19 che di terapia intensiva e sub-intensiva, mettendo in comunicazione una paziente ricoverata in corsia e i suoi familiari, che dal momento del ricovero non avevano avuto la possibilità di vedersi. La procedura è avvenuta senza rendere necessaria l’esposizione del personale medico. Durante la sperimentazione si sono valutate anche le procedure per la sanificazione del dispositivo e sono state studiate le modalità per garantire la massima protezione della privacy.

Si sono inoltre sperimentate le potenzialità nel campo della telemedicina effettuando un consulto a distanza in un reparto di terapia intensiva tra il direttore del Dipartimento di Anestesia e rianimazione dell’AOUP Fabio Guarracino e un paziente intubato. Il medico ha osservato i monitor e interloquito con l’infermiere che assisteva il paziente. L’utilizzo di LHF-Connect ha consentito di ridurre sensibilmente i tempi complessivi del consulto, poiché non si è resa necessaria la fase di preparazione e vestizione del medico, e di limitare l’esposizione del personale al rischio di contagio. Inoltre il consulto può avvenire a distanza, anche da una città all’altra, aprendo la strada a molte numerose applicazioni.

Un terzo robot, assemblato autonomamente seguendo le istruzioni del progetto, è invece operativo presso il Centro Polivalente Anziani Asfarm di Induno Olona (Va), un RSA al momento Covid19-free, grazie alle azioni preventive dei gestori della struttura, dove il dispositivo mette in comunicazione gli ospiti con i parenti e, tele-operato dagli operatori della struttura, fornisce assistenza portando quotidiani o medicinali.

Il robot è dotato di una intelligenza artificiale che ne aiuta la navigazione, ma viene supervisionato a distanza da una persona che gli impartisce gli ordini. Al momento il robot viene utilizzato con l’assistenza remota di ricercatori o di operatori sanitari, ma il progetto prevede di istruire i volontari che offriranno alcune ore per guidare a distanza i robot nei reparti Covid-19 che li richiedono, aiutando il personale sanitario già sovraccarico di attività. I volontari possono dare la propria disponibilità sul sito del progetto.

Tecnicamente LHF-Connect è costituito da una base mobile realizzata modificando un’aspirapolvere robotico commerciale, da un piedistallo e due cellulari o tablet. Il software sviluppato dal team IIT e Università di Pisa permette la supervisione del robot da parte di un operatore remoto, rendendolo così in grado di raggiungere i letti dei pazienti ricoverati in isolamento. Quando la connessione tra il paziente e il medico o il parente è stabilita, il pilota volontario abbandona la comunicazione per garantire la privacy.

Il progetto LHF, di cui LHF-Connect è il primo prodotto, prende il nome da “Low Hanging Fruits” cioè quei frutti della ricerca robotica più avanzata svolta negli anni passati, e che sono oggi a portata di mano per una applicazione vasta e immediata. Nell’emergenza Covid-19, i ricercatori del progetto LHF hanno raccolto le necessità delle strutture ospedaliere e pensato a soluzioni rapide e realizzabili con oggetti commerciali di largo consumo, collaudati e disponibili facilmente, in breve tempo e con una spesa ridotta.

Nel caso del robot di telepresenza la spesa complessiva dei componenti necessari si aggira intorno ai 1000 euro, mentre il software viene rilasciato gratuitamente dai ricercatori IIT e reso disponibile, secondo lo spirito Open Source, a tutti i coloro che vogliano utilizzarlo o migliorarne le funzionalità.

Questo progetto ha potuto svilupparsi anche grazie all’azienda iRobot, la casa madre di Roomba - il robot aspirapolvere più diffuso e prodotto in milioni di esemplari – che ha concesso al progetto tutto italiano LHF-Connect di accedere alle proprie librerie software usandole e modificandole. Il progetto LHF è libero da ogni interesse commerciale e aperto all’utilizzo di qualsiasi prodotto possa essere utile.

“Abbiamo parlato molto con i medici ed il personale sanitario, e abbiamo scoperto che non c'era bisogno di “rocket science” per essere veramente utili – oggi e dovunque serva - in questo momento di emergenza. Ci è stato detto che un semplice robot di telepresenza sarebbe stato di grande aiuto per gli operatori, continuamente esposti a rischi di contagio, e per i ricoverati in reparti Covid-19, che rimangono isolati per settimane senza poter avere contatti con le proprie famiglie” racconta Antonio Bicchi, ricercatore IIT, professore all’Università di Pisa e Presidente di I-Rim “Il nostro obiettivo è dare ora il nostro contributo per la gestione delle strutture ospedaliere e un leggero sollievo ai ricoverati e alle loro famiglie. La ricerca italiana in Robotica, che è una delle più forti al mondo, continua intanto a preparare il futuro.” conclude Bicchi.

“Il progetto LHF-Connect offre grandi opportunità ai pazienti affetti da Covid-19, alle persone che vogliono essere loro vicine ed al personale sanitario, duramente impegnato in questa situazione di vera emergenza,” dice Mauro Ferrari, Professore di Chirurgia e Direttore del Centro ENDOCAS dell’Università di Pisa. “Le potenzialità del progetto, tuttavia, si potranno sviluppare oltre i confini di questa fase e saranno utilissime per disegnare una assistenza sanitaria molto più improntata sull’uso della telemedicina. Per questo, sia la Direzione Aziendale, sia i medici già coinvolti nel progetto hanno manifestato interesse e grande disponibilità”.

“Quando si sarà allentata la pressione sui ricoveri per Covid-19, che stiamo già osservando da qualche settimana anche nel nostro ospedale – dichiara il direttore generale dell’Aoup Silvia Briani – è naturale che riprendano gradualmente tutte le attività ma niente potrà più essere replicato con le stesse modalità della fase pre-Covid-19 perché ci saranno nuovi standard di sicurezza cui attenersi. Per cui stiamo già lavorando alla cosiddetta ‘ripartenza’ in accordo con le indicazioni regionali e queste potenzialità offerte dal dispositivo, in particolare sulla telemedicina/teleconsulto sono interessanti e meritano quindi di essere testate”.

"Un progetto concreto che dà un contributo sostanziale nella gestione di questa emergenza che coinvolge ogni ambito della nostra vita, compreso quello affettivo. Ma che soprattutto richiede nuove modalità di intervento in campo assistenziale e medico - commenta il Rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella -. Con LHF-Connect facciamo un passo in più verso la Fase 2 e la nostra Università è fiera di aver fatto parte di questo progetto che nasce da una preziosa collaborazione tra pubblico e privato e che conferma, una volta di più, come il nostro sistema Universitario sia un'eccellenza su cui è necessario investire per il futuro del Paese"

Il progetto rientra nell’iniziativa TechForCare, una piattaforma, recentemente lanciata su iniziativa di I-RIM, l’Istituto per la Robotica e le Macchine Intelligenti che riunisce la ricerca accademica più visionaria e l’industria aperta alle tecnologie avanzate e Maker Faire Rome - The European Edition punto di incontro della community dei makers e degli innovatori.

TechForCare ha il ruolo di raccogliere le esigenze tecnologiche nate in seguito all’emergenza Covid-19 e connetterle con chi tra Istituti di ricerca e Makers può offrire soluzioni pronte in breve tempo.

Qualsiasi struttura sanitaria che abbia bisogno di questa specifica soluzione può collegarsi al sito www.lhfconnect.net dove, oltre a poter vedere il robot in azione, sono disponibili tutti i disegni, il software e le istruzioni per chiunque voglia replicare il dispositivo. Questa e altre iniziative saranno anche presenti sulla piattaforma TechForCare.com e sul sito istituzionale dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).

Parte da un gruppo di ricercatori delle Università di Pisa e di Firenze lo studio “IO CONTO 2020”, che ha l’obiettivo di valutare l’impatto dell’epidemia di Covid-19 sulla popolazione accademica italiana, di quantificare la percezione del rischio e l’utilizzo di misure di protezione personale e di analizzare gli effetti dei provvedimenti di contenimento dell’epidemia sulla loro salute psico-fisica. All’indagine possono partecipare gli studenti e i dipendenti di alcune università italiane, compilando un questionario della durata di circa 15 minuti.

Per gli studenti e i dipendenti dell’Università di Pisa il questionario è disponibile al sito: https://tinyurl.com/IOCONTO2020UNIPI fino al 26 aprile.
Lo studio prevede poi il monitoraggio dei partecipanti nel tempo, con l’invito a una nuova raccolta di dati a distanza di qualche mese. Le informazioni raccolte saranno utilizzate in forma anonima e aggregata.

IoConto2020

La compilazione del questionario è completamente volontaria e non obbliga in alcun modo a rispondere a quelli successivi. Il protocollo dello studio è passato al vaglio del Comitato Bioetico dell’Università di Pisa che si è assicurato che la privacy dei partecipanti sia tutelata in ogni momento della ricerca. Poiché lo studio si propone di misurare gli effetti nel tempo dei provvedimenti di contenimento (componente longitudinale dello studio), per i ricercatori è importante poter metter in relazione i dati forniti in momenti diversi della ricerca. A questo scopo alla fine del questionario sarà chiesto di creare una chiave identificativa partendo da informazioni note solamente al compilatore e che questi dovrà utilizzare in seguito qualora volesse partecipare alle fasi successive della ricerca. In alternativa, il compilatore potrà partecipare in modo completamente anonimo e le informazioni fornite serviranno solamente per una parte dello studio (componente trasversale).

I dati raccolti attraverso il questionario saranno analizzati dagli statistici del gruppo di lavoro e i risultati dello studio saranno pubblicati su riviste scientifiche, oltre a essere disponibili e costantemente aggiornati sulla pagina facebook dello studio https://www.facebook.com/IoConto2020.

Lo studio è coordinato da ricercatori dei dipartimenti di Medicina clinica e sperimentale (Laura Baglietto) e di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica (Carmen Berrocal) dell'Università di Pisa e del dipartimento di Statistica, informatica e applicazioni (Gianluca Severi e Michela Baccini) dell'Università di Firenze.

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The Centro interdipartimentale di Farmacologia marina (MARinePHARMA Center), promoted by the Department of Pharmacy and the Department of Biology of the University of Pisa, has opened.

The Center will deal mainly with research on new molecules in marine organisms which could prove to be useful in the field of therapeutics, but also of nutraceuticals and cosmetics. The Center, directed by associate professor Paola Nieri, includes 55 members of teaching staff who come from the two departments, but it is also open to researchers and academics from other fields.  

The range of marine biodiversity is greater than the range of land biodiversity and there is more diversity in the conditions of life of aquatic organisms. All of this leads to a higher chemodiversity with enormous potential for the discovery of new natural bioactive molecules, from which to select compounds with possible uses in the fields of human and animal health.

With its broad coastal heritage, Italy is an important starting point for this type of research, which could even begin with ecological problems such as the presence of invasive species in the Mediterranean Sea.

Companies operating in the health care sector could benefit greatly from studies dealing with the extraction and recognition of the biomolecules present in marine organisms. This strategy could also represent a good investment for the university through the possibility of creating public-private synergy with companies operating in the national territory and through the creation of new ‘bio-based’ enterprises.

Pisa, 6 aprile 2020 – Si chiama Telemonitoraggio territoriale delle cronicità e si abbrevia in Tel.Te.C. E' un avanzato sistema di monitoraggio dei pazienti affetti da malattie croniche che consente al medico di famiglia di controllare a distanza, in tempo reale, i parametri vitali dei malati (pressione arteriosa, grado di ossigenazione del corpo, la frequenza cardiaca, temperatura corporea), senza recarsi a casa del paziente.

Si tratta di un progetto della Regione Toscana che coinvolge l'Azienda USL Toscana nord ovest e il Dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa, pensato per tenere sotto costante controllo la salute delle persone anziane affette dalle tipiche patologie connesse con l'avanzare dell'età e che non possono uscire da casa, ma che si sta dimostrando drammaticamente utile ai tempi del Coronovirus, dove solo in Toscana sono oltre 15mila le persone in isolamento domiciliare per contenere il contagio da Covid-19.

 

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Avviato in via sperimentale da alcune settimane sul territorio della zona pisana, il sistema Teltec è già utilizzato da una decina di pazienti positivi al coronavirus.

Le persone affette o a rischio Covid-19 che si trovano in isolamento domiciliare vengono dotate di dispositivi come saturimetri, termometri e sfigmomanometri che, grazie ad una applicazione che gira su tablet e ad un sistema di sensori bluetooth, trasmettono i parametri vitali a distanza ed in tempo reale al medico curante, attraverso una piattaforma web.

Il sistema di telemonitoraggio può essere particolarmete utile ai pazienti per gestire meglio l'ansia derivata dalla difficoltà respiratoria, soprattutto la notte, e per rimanere in contatto con il medico.

“Il monitoraggio della temperatura, della saturazione dell’ossigeno e della pressione arteriosa fin dai primi sintomi potrebbe rivelarsi di cruciale importanza per limitare la progressione dell’infezione, aiutandoci a compiere scelte terapeutiche tempestive e mirate” affermano Stefano Barsantini e Luca Puccetti, rispettivamente coordinatori delle aggregazioni funzionali territoriali (Aft) dei medici di base e dei pediatri di Pisa e di Cascina.

“Una volta sopraggiunta l’emergenza Covid-19 -spiega Luca Fanucci, docente di Elettronica al Dipartimento e responsabile del progetto in accordo con ASL Toscana Nord Ovest e Regione Toscana- abbiamo messo in campo il sistema di telemedicina che avevamo inizialmente sviluppato nell’ambito del progetto Tel.Te.C, finanziato dalla Regione Toscana, per il monitoraggio domiciliare dei pazienti fragili, cronici, con scompenso cardiaco e comorbilità multiple”.

“Ai pazienti - prosegue Fanucci - viene fornito un insieme di sensori biomedicali wireless di semplice utilizzo per l’auto-rilevamento dei parametri vitali ed un tablet in grado di comunicare al paziente le attività da effettuare, sulla base di un protocollo di trattamento definito dal curante. Il sistema è dotato di un allarme sonoro per le misurazioni e di un'interfaccia grafica chiara, il cui impiego è intuitivo. Il tablet inoltre gestisce la ricezione dei dati provenienti dai sensori, la loro memorizzazione e visualizzazione locale ed il successivo inoltro alla piattaforma centrale, che permette al medico di tenere sotto controllo l’evoluzione delle condizioni cliniche del paziente in tempo reale”.

“I pazienti Covid-19 necessitano di uno stretto monitoraggio, in particolare della funzionalità respiratoria. Pertanto ho ritenuto fin da subito che la piattaforma di telemedicina sviluppata dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione fosse una risorsa fondamentale per poter seguire i miei pazienti a rischio Covid-19” afferma il dottor Luca Melani della Aft-2 di Pisa. “Per ora abbiamo arruolato una decina di pazienti, con l’intenzione di sfruttare poi tutti i kit disponibili per far arrivare questo servizio di telemedicina al più alto numero possibile di pazienti”.

Anche se ancora presto per poter valutare gli effetti di questo strumento di telemedicina, l'obiettivo è ridurre gli accessi in ospedale per Covid-19.

“Questa esperienza conferma la lungimiranza della Regione Toscana che con il sistema Tel.Te.C. aveva investito nel potenziamento della intensità di cura territoriale rivolta ai pazienti fragili con comorbilità –aggiunge Alessandro Iala, direttore del Dipartimento di staff della Direzione Generale e responsabile per l'innovazione e la telemedicina per l'Azienda USL Toscana nord ovest– e poiché questa piattaforma era già operativa con i medici di medicina generale dell’area pisana, è stato naturale avviare la fase di sperimentazione anche ai pazienti Covid-19”.

Nei giorni dell’emergenza coronavirus e dell’hashtag #UnipiNonSiFerma, arrivano anche le iniziative degli studenti: L'IstaMina, la lista degli studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell'Università di Pisa, ha creato una campagna dal titolo "Fighting panic with information" per aumentare la sensibilizzazione sul tema COVID-19, pubblicata anche sulla loro pagina Facebook.

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“Nella moltitudine di notizie che girano in questi giorni abbiamo deciso di affidarci solo a fonti verificate, per cui abbiamo creato delle infografiche semplificate che trattano alcuni dei temi di maggiore interesse della situazione attuale, poiché siamo convinti che un'informazione chiara e corretta sia un'arma importante durante questa emergenza - spiegano i rappresentanti di L'IstaMina - Quello pubblicato è il primo capitolo dal titolo "Chi è il nostro nemico?", a cui seguiranno altri due capitoli sui quali stiamo ancora lavorando e che pubblicheremo nei prossimi giorni per completare il progetto "COVID-19 Awareness!". Noi, così, facciamo la nostra parte, e speriamo che questo materiale informativo possa essere utile a chiunque abbia voglia di saperne di più sul tema”.

L'evento BioTecnoLogico, per riflettere su OGM e vaccini, è rimandato (in maniera plausibile) a mercoledì 30 settembre e a giovedì primo ottobre 2020, ma le studentesse e gli studenti di Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola Normale Superiore che lo promuovono non hanno rallentato il loro lavoro e, anzi, hanno intensificato le attività di divulgazione scientifica sui social. In particolare, un gruppo costituito in particolare da allieve e allievi di Medicina e Biotecnologie della Scuola Superiore Sant'Anna ha lanciato l’hashtag #stopcovid19, che ha assunto una sua identità e autonomia comunicativa, soprattutto grazie al successo del recente video contraddistinto dall’hashtag  #gimme6challenge, per “far vedere” e per insegnare in maniera divertente i sei movimenti consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per lavarsi in maniera corretta le mani.

Il successo di questo video è stato la scintilla che ha dato vita al gruppo #stopcovid19. La clip accompagnata da questo hashtag doveva essere una rubrica di transizione e invece il gruppo di allieve e allievi ha deciso di continuare a mettere in gioco le proprie conoscenze e la propria fantasia per aiutare a fronteggiare l'emergenza coronavirus e continuare nelle attività di divulgazione scientifica.

Ora il team sta preparando nuovi video, sempre da far circolare sui social per richiamare l'attenzione ora sull'importanza di restare a casa, ora sui suggerimenti per gestire la quarantena, ora sulle “bufale” che rischiano di rendere ancora più difficile la lotta contro il virus. Il gruppo sta dunque proponendo un “manuale social di sopravvivenza” e di debunking di notizie false, come contributo alla battaglia comune per prevenire il contagio da Sars-CoV-2.

La strategia di divulgazione scientifica è semplice: raccogliere le informazioni da fonti autorevoli, come l'OMS, i siti ministeriali, le riviste scientifiche, riassumere i punti fondamentali e raccontarli in maniera accattivante in video pensati su misura per i social. Il team cerca di spiegare la logica e la biologia alla base della lotta al virus e delle misure di sicurezza, sapendo che questo renderà più facile accettarle e metterle in pratica. Non è un caso se la prima clip (visualizzabile a questo link) è dedicata proprio alla necessità di restare a casa, una necessità talvolta difficile da accettare ma che ha un suo fondamento scientifico, per rallentare e poi bloccare il contagio da Sars-CoV-2.

Buona visione e, soprattutto, buona condivisione!

Immagine3Two avant-garde surgical procedures carried out in the last few months have confirmed that the S.D. Laboratory of Hemodynamics in the University Hospital Pisa is the European point of reference for percutaneous treatment – without surgical incisions – of structural cardiac pathologies, and in particular with regard to the valves. The team, led by Anna Sonia Petronio carried out two mitral valve replacements (Tendyne) by inserting a catheter through the left ventricular apex by way of a small incision in the thoracic wall, without interrupting the body’s blood circulation. The patients were discharged after a short period of postoperative convalescence without the need for cardiac rehabilitation.

“There are only a few centres in Italy and Europe which have started to carry out transcatheter mitral valve replacement in collaboration with Cardiac Surgery and Cardiac Anesthesia,” explains Professor Petronio. “This allows us to successfully treat patients who, because of the high risk in Cardiac Surgery, would otherwise not have had treatment.”

 

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Transcatheter mitral valve replacement with the collaboration of the team from Cardiac Surgery and Cardiac Anesthesia.

To date there have been around 1,000 percutaneous transcatheter aortic valve replacements for the treatment of aortic stenosis and more than 200 mitral valve replacements for mitral valve insufficiency. The S.D. of Hemodynamics is one of the pioneers in the percutaneous treatment of tricuspid valves, the new frontier of structural cardiopathy. These results have ensured that the structure continues to be involved in important multicentred studies at international level, and to act as a centre for experiments in new devices and new, innovative techniques in this field.

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The staff of the S.D. of Hemodynamics directed by Professor Anna Sonia Petronio

Training courses have been held in the Centre for some years now given its wide experience in this field. The courses aimed at Italian and foreign professionals, both European and extra European, in this sector, offer the doctors the possibility to intervene actively in the procedures. The Centre has also been involved for two years in the Master programme for structural interventions at Sant’Anna.

“This is a further demonstration of the fact that our professionals in this sector have reached excellence at international level. In order to maintain these levels and go beyond, adequate human financial and logistic resources must be made available to teams like the one coordinated by Professor Petronio, whom I thank on behalf of the entire academic community,” emphasizes the Rector of the University of Pisa, Paolo Mancarella. “Following what is now common practice, the University of Pisa and AOUP will be able to share paths of development in this sector, overcoming all forms of resistance to the concept that merit must prevail, in which I am a firm believer.”

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The Cardiac Surgery team and the Tendyne team

Parte dall'Università di Pisa la proposta di una piattaforma regionale condivisa sulle tematiche della medicina e sanità di precisione, con l'idea di elaborare un documento specifico per evidenziare punti di forza e potenzialità di sviluppo di questi settori da trasmettere ai decisori politici sia a livello regionale che nazionale. È questo il principale risultato del convegno su “Medicina e sanità pubblica di precisione: nuove sfide per una salute efficace e sostenibile”, che si è svolto giovedì 27 febbraio al Polo Congressuale “Le Benedettine” di Pisa, organizzato dall'Ateneo pisano in collaborazione con Toscana Life Sciences e l’Agenzia Regionale di Sanità.
"La medicina di precisione - hanno detto i curatori scientifici dell'incontro, i professori Claudia Martini e Paolo Milazzo - è una delle opportunità più promettenti che abbiamo a disposizione per ottenere trattamenti su misura per il singolo, e quindi più efficaci, attraverso la combinazione dei dati genetici e delle informazioni sanitarie di centinaia di migliaia di persone. L'Università di Pisa, insieme all'AOUP e a Toscana Life Sciences, è fortemente impegnata su questo tema con progetti nei diversi ambiti". 

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L'approccio terapeutico di precisione, ha detto per esempio il professor Filippo Baldacci, è rivoluzionario nel campo delle malattie neurologiche, dalla sclerosi multipla alle malattie neurodegenerative, dall'Alzheimer al Parkinson e alle varie forme di demenza. In campo oncologico, ha evidenziato il professor Romano Danesi, alcune neoplasie permettono una selezione del paziente con indicazioni specifiche per il trattamento personalizzato. Alcuni esempi sono le neoplasie del colon-retto, della mammella e, in particolare, il tumore del polmone, patologia nella quale a Pisa si stanno svolgendo ricerche su mutazioni predittive di resistenza al trattamento farmacologico. Anche per quanto riguarda il diabete, ha sottolineato il professor Piero Marchetti, l'approccio di precisione può giocare un ruolo fondamentale nel definire le cause che portano all'insorgere della malattia e alla sua progressione, fornendo indicazioni preziose per la personalizzazione delle strategie di prevenzione e di cura.

Queste e molte altre competenze cliniche e innovative sono emerse nel corso del convegno, con un particolare rilievo per l'informatica, per i temi dell'intelligenza artificiale e per il trattamento dei dati, tutti settori che caratterizzano il nostro Ateneo.

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In sintesi, come ha detto il rettore Paolo Mancarella, "la medicina di precisione, se opportunamente sviluppata, può aiutare la comunità internazionale a raggiungere l'obiettivo di assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età, sia in termini di cure che di prevenzione". Al rettore ha fatto eco l’assessore al Diritto alla salute della Regione Toscana, Stefania Saccardi, che impossibilitata a partecipare di persona ha inviato un video messaggio in cui si ribadisce che "come Regione Toscana siamo presenti e abbiamo competenze e professionisti tali che, attraverso le Università, possiamo essere all’avanguardia, cogliendo le migliori opportunità offerte dalla medicina di precisione per la cura e l’assistenza ai pazienti e ai cittadini della nostra regione, e non solo".

Hanno iniziato la loro esperienza venerdì 17 gennaio i 63 volontari, giovani dai 18 ai 29 anni, che per un anno svolgeranno il servizio civile regionale nelle diverse sedi dell'Università di Pisa. La prima giornata, al Polo Fibonacci, è stata dedicata alla formazione obbligatoria, curata dal CISP-Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace.

Gli 11 progetti di servizio civile regionale dell'Ateneo, presentati sempre dal CISP e dallo stesso gestiti e coordinati, riguardano il Sistema Museale di Ateneo, il Museo di Calci, l'Orto Botanico, il Sistema Bibliotecario di Ateneo, il Centro Linguistico di Ateneo, il Centro Avanzi, la direzione Didattica, quella Edilizia e Telecomunicazione e quella di Area medica, l'Ufficio comunicazione, i dipartimenti di Farmacia, Filologia, letteratura e linguistica, Ingegneria civile e industriale, Scienze della terra, oltre alla Fondazione Arpa. 

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Durante i prossimi mesi i giovani avranno l'opportunità di vivere, all’interno delle varie realtà universitarie, un percorso di alto valore formativo e di impegno civile, oltre che significativamente professionalizzante, come risulta dal fatto che alcuni giovani volontari, a partire dalla prima esperienza del 2015, hanno colto dopo il servizio civile e grazie a esso, delle interessanti occasioni di lavoro tuttora in essere. L'esperienza si consolida dunque come un importante punto di riferimento per la promozione di valori di impegno civile, solidarietà, partecipazione, inclusione e utilità sociale dei servizi resi dall'Ateneo. Inoltre rafforza l'impegno formativo delle giovani generazioni, potenziandone le capacità professionali e di inserimento lavorativo, con importanti ricadute sul territorio. In questo ambito il CISP si attestata come polo di riferimento nazionale nell’ambito delle attività di documentazione e studio dei processi di pace, anche in relazione al servizio civile sia regionale che nazionale.

Si è conclusa la XVII edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI) 2019, la più partecipata Business Plan Competition italiana, ospitata quest’anno dall’Università di Catania al Monastero dei Benedettini nei giorni 28 e 29 novembre. Circa 3.000 i neoimprenditori canditati e quasi 1.000 le idee d’impresa presentate. Tra queste ultime il progetto “Inta (INTelligent Acoustics) System” si è aggiudicato il Premio “Innovazione Health Care” AIIC, messo a disposizione dall’Associazione Italiana Ingegneri Clinici e rivolto allo sviluppo di soluzioni per l’innovazione tecnologica nell’erogazione dei servizi sanitari. Inta System è nato per sviluppare e commercializzare un dispositivo completamente elettronico, Braiker, che consente di individuare la presenza di traumi cerebrali da analisi del sangue, messo a punto all’interno del Laboratorio NEST di Pisa da Matteo Agostini (a sinistra nella foto), assegnista di ricerca della Normale, e Marco Cecchini, ricercatore dell’Istituto Nano del CNR.

Attraverso il dispositivo Braiker è possibile aiutare la diagnosi dei traumi cerebrali e ridurre al minimo il ricorso ad esami costosi, lenti e invasivi quali la risonanza magnetica e la TAC. Il progetto imprenditoriale Inta System aveva già vinto l’edizione 2019 del PhD+, il programma dell’Università di Pisa finalizzato a promuovere e incoraggiare lo spirito imprenditoriale e di innovazione, e di Start Cup Toscana, la sfida tra idee innovative scaturite dal mondo della ricerca universitaria regionale che si è svolta a fine ottobre presso il Polo Fibonacci a Pisa.

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I vincitori del premio “Innovazione Health Care” AIIC – insieme a Inta System ci sono Bio IMeD (StarCup Friuli-Venezia Giulia), ReVideo (Startcup Piemonte), Tripie (Startcup Sicilia) - beneficeranno di un coach per lo sviluppo del progetto d’impresa, di un supporto per l’individuazione di siti ospedalieri disponibili per la sperimentazione clinica, oltre che della partecipazione con stand al prossimo Convegno Nazionale AIIC.

Matteo Agostini, dopo la laurea all’Università di Roma La Sapienza, ha svolto il corso di Perfezionamento in Biofisica molecolare alla Scuola Normale. Marco Cecchini, laureato all’Università di Pisa, si è perfezionato alla Scuola Normale in Fisica della Materia Condensata.

(fonte: Ufficio Stampa Scuola Normale Superiore)

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