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Sono stati selezionati i vincitori del bando di concorso 2021 promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. In Toscana sono stati finanziati tre progetti di ricerca che hanno ottenuto fondi per un totale di 340mila euro. I ricercatori che hanno meritato il finanziamento sono Massimiliano Andreazzoli dell’Università di Pisa, Simone Ciofi-Baffoni dell’Università di Firenze e Filippo Maria Santorelli della Fondazione Stella Maris di Calambrone (PI). In tutto il territorio nazionale sono stati finanziati 24 progetti, per un totale di 5,7 milioni di euro.

Il gruppo guidato da Massimiliano Andreazzoli studierà nelle cellule del cervello il ruolo del gene PRR12, la cui inattivazione parziale porta allo sviluppo di alterazioni dello sviluppo neurologico e dell’occhio. L’obiettivo è identificare i meccanismi molecolari, ad oggi sconosciuti, coinvolti in queste patologie. I risultati ottenuti forniranno preziose informazioni per comprendere ulteriormente questa classe di patologie e, in futuro, contribuire alla progettazione di nuovi interventi terapeutici. La ricerca verrà eseguita in collaborazione con il gruppo di Vania Broccoli dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Milano.

Andreazzoli

Il gruppo di ricerca pisano con, da sinistra, il dottor Matteo Digregorio, la dottoressa Chiara De Cesari, il professor Massimiliano Andreazzoli, il dottor Davide Martini.

Il gruppo di Simone Ciofi Baffoni studia la miopatia mitocondriale episodica con - o senza - atrofia ottica e leucoencefalopatia reversible (MEOAL), un disordine neuromuscolare ereditario raro, ad esordio infantile, caratterizzato clinicamente da debolezza muscolare progressiva e intolleranza all’esercizio. I risultati di questa ricerca, svolta in collaborazione con il gruppo di Paola Costantini dell’Università di Padova, permetteranno di definire le caratteristiche molecolari della malattia, un aspetto irrinunciabile per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mirate alla cura di questa patologia.

Filippo Maria Santorelli e i suoi ricercatori si concentrano nell’analisi dei meccanismi alla base dei disturbi associati a mutazioni nel gene HPDL, un disordine del neurosviluppo caratterizzato da spasticità progressiva, anomalie della materia bianca del cervello e paraplegia spastica. I risultati del progetto, che si svolgerà in collaborazione con un gruppo di ricerca dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza (IRP) di Salviati, contribuiranno ad ampliare le conoscenze sulla funzione di HPDL e sui meccanismi alla base delle patologie associate, e permetteranno di elaborare in futuro potenziali terapie per i pazienti.

Il bando di Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo è diretto a sostenere la ricerca di base, ispirandosi a un’iniziativa del National Institutes of Health (NIH), focalizzata sullo studio di quelle parti del nostro patrimonio genetico che, ad oggi, restano oscure ma dovrebbero essere “illuminate”. In particolare, i progetti dovevano focalizzarsi sullo studio dei cosiddetti bersagli Tdark, definiti secondo i criteri stabiliti dall'Illuminating the Druggable Genome Knowledge Management Center (IDG-KMC), per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci.

I progetti selezionati vedono la presenza di 35 gruppi di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale: Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Molise, Trentino-Alto Adige e Veneto. Sono oltre 15 gli ambiti e le patologie oggetto di studio, tra queste la distrofia muscolare, le malattie reumatologiche, le malattie renali, le malattie neurologiche e i disordini del neurosviluppo, la Sindrome di Rett, la Malattia di Huntington, la Malattia di Alzheimer, i disordini della crescita, le malattie del sangue e le malattie mitocondriali.

Complessivamente sono state ricevute oltre 200 proposte di progetto, presentate da enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati. Di queste, 132 sono state ritenute idonee e sottoposte al processo di valutazione, affidato a una commissione medico-scientifica di 15 scienziati di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo e presieduta dal dr. Massimo Pandolfo della Mc Gill University di Montreal (Canada). A garanzia della trasparenza e della correttezza della valutazione, è stato usato il metodo di peer-review, o revisione tra pari, che indica la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di specialisti aventi competenze analoghe a quelle di chi li presenta.

“La ricerca di base, in particolare per quanto riguarda le malattie rare, è ancora oggi un ambito orfano di investimenti e questo limita il numero di studi avviati, in particolare in aree del tutto inesplorate - dichiara Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – In verità, la ricerca di base rappresenta un apripista per l’innovazione in generale, sviluppando conoscenze chiave, potenzialmente utili anche per la ricerca applicata nel campo di patologie più frequenti. Alla luce di queste considerazioni Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo hanno deciso di creare quest’alleanza, che ci vede uniti nel comune obiettivo di favorire la crescita della ricerca scientifica attraverso progetti i cui risultati possano nel tempo rispondere alle necessità non soddisfatte dei pazienti e delle loro famiglie, in aree con opzioni terapeutiche scarse o nulle. Siamo quindi molto felici di questo sodalizio, che proseguirà anche nei prossimi anni, e ci auguriamo che anche altre Fondazioni seguano l’esempio di Cariplo mettendo a fattor comune risorse e competenze a sostegno della ricerca sulle malattie rare”.

“Questi ultimi due anni ci hanno dimostrato con evidenza la capacità innovativa e generativa della ricerca di base, capace di creare quel terreno comune da cui nel tempo nascono scoperte che cambiano radicalmente la vita delle persone. Da sempre Fondazione Cariplo sostiene la ricerca e continua a farlo oggi a fianco di Fondazione Telethon, che con noi condivide l’urgenza di provare a dare risposte a quelle persone che si trovano in condizioni particolarmente difficili. – conclude Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo – Davanti alle sfide e alla complessità che ci troviamo ad affrontare è sempre più necessario il lavoro in rete e la condivisione dei saperi”.

Tutti i dettagli sui progetti appena finanziati sono disponibili su: https://www.telethon.it/cosa-facciamo/ricerca/progetti-finanziati/

gazzarri1È stato assegnato alla dottoressa Marta Gazzarri il Premio di studio alla memoria del dottor Nicola Politi per laureati in Farmacia all’Università di Pisa, giunto quest’anno alla terza edizione. La dottoressa Gazzarri è stata premiata dal professor Marco Macchia, presidente della commissione giudicatrice, ed eccezionalmente dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che lunedì 9 maggio ha incontrato gli studenti di medicina e farmacia per parlare del tema "L’esperienza Covid e le sfide del futuro: il ruolo dei giovani nel Servizio Sanitario Nazionale".

Marta Gazzarri, nata a Cecina nel 1993, ha ottenuto la laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia, con voto di 110 su 110 e lode, discutendo una tesi sperimentale dal titolo “Valutazione dell’iperpolarizzazione di membrana in cellule di muscolatura liscia vascolare umana (HASMC) trattate con h2s-donors di nuova sintesi”. Relatori sono stati i professori Vincenzo Calderone e Alma Martelli e la dottoressa Valentina Citi. Attualmente è occupata come farmacista collaboratrice presso una farmacia privata.

“Sono davvero felice e orgogliosa di aver ricevuto questo riconoscimento -ha detto la dottoressa Gazzarri - Innanzitutto è doveroso ringraziare l'ordine dei Farmacisti di Livorno e la famiglia Politi per dare a noi studenti l'opportunità di ricevere questo ambito premio. Grazie di cuore ai miei relatori, il Professor Calderone, la Professoressa Martelli e la dottoressa Citi, per la professionalità e passione con cui mi hanno accompagnata durante il mio percorso di tesi. Sono, inoltre, grata di aver avuto la possibilità di prendere parte a questo evento, in cui è stato possibile ascoltare il sottosegretario alla Salute, Andra Costa, e il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani. Infine, vorrei incoraggiare gli studenti nel loro percorso di studi, perché la loro determinazione e i loro sacrifici gli permetteranno di raggiungere tutti i loro obiettivi.

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La dottoressa Gazzarri premiata dal sottosegretario  Costa e dal professor Macchia.

Il premio di studio è finanziato dall’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Livorno per ricordare il dottor Nicola Politi, presidente dell’Ordine dal 1979 al 1993 e figura carismatica che ha saputo rappresentare con autorevolezza e competenza i farmacisti livornesi per tanti anni. Oltre al sottosegretario Andrea Costa e al professor Macchia, alla cerimonia sono intervenuti la professoressa Maria Letizia Trincavelli, direttrice del Dipartimento di Farmacia, il professor Vincenzo Calderone, presidente del corso di laurea magistrale in Farmacia, i dottori Daniele Dani, componente del Consiglio di Presidenza Federfarma Nazionale, Emmanuele De Libero, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Livorno, e Gino Scali, membro della commissione giudicatrice del premio di studio.

A breve partirà la quarta edizione del premio, il cui bando è in uscita.

Costa news

Il Sottosegretario di Stato alla Salute, Andrea Costa, incontrerà gli studenti dell’Area di Medicina e di Farmacia dell’Università di Pisa per parlare delle prospettive dei futuri laureati nell’ambito delle scienze della vita e del Servizio Sanitario Nazionale in un evento dal titolo “L’esperienza Covid e le sfide del futuro: il ruolo dei giovani nel Servizio Sanitario Nazionale”. L’appuntamento si terrà lunedì 9 maggio, alle ore 9:00, nell’Aula Magna Fratelli Pontecorvo del Polo Fibonacci.

Per poter partecipare in presenza è possibile prenotarsi utilizzando il seguente link: https://su.unipi.it/RegistrazioneIncontroCosta (prenotazione possibile fino ad esaurimento posti, secondo i protocolli anticontagio previsti dalle normative vigenti). L'evento sarà inoltre trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube dell’Ateneo, all’indirizzo: call.unipi.it/IncontroCosta.

Dopo i saluti istituzionali affidati al rettore Paolo Maria Mancarella, al presidente della Scuola Interdipartimentale di Medicina, Riccardo Zucchi, e alla direttrice del Dipartimento di Farmacia, Maria Letizia Trincavelli, interverrà il sottosegretario Andrea Costa in un dialogo aperto a domande e contributi degli studenti. A moderare gli interventi sarà il professor Marco Macchia, ordinario di Chimica farmaceutica, tra i promotori dell’iniziativa, che spiega gli obiettivi dell’incontro: “sono particolarmente grato al Sottosegretario Andrea Costa di aver accettato l’invito dell’Ateneo pisano – ha detto – perché ritengo molto importante in questa fase rendere consapevoli gli studenti delle opportunità che si stanno aprendo nei settori della medicina e della farmacia. L’esperienza Covid ci ha reso tutti sempre più consapevoli dell’importanza della scienza e del nostro Servizio Sanitario Nazionale per garantire il diritto alla salute. Proprio in questa direzione va il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che con le sue riforme sta tracciando le direttrici per il futuro dei nostri giovani e delle loro professionalità in una sanità sempre più innovativa e digitalizzata, di cui loro saranno i protagonisti”.

Nel corso dell’evento il sottosegretario Andrea Costa consegnerà il Premio di studio per laureati in Farmacia dedicato alla memoria del dottor Nicola Politi e finanziato dall’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Livorno, giunto alla terza edizione.

Bocci GuidoLa personalizzazione delle cure oncologiche rappresenta una delle sfide più importanti della ricerca clinica. Uno dei limiti è che per i trattamenti chemioterapici sono poco conosciuti fattori predittivi di risposta, cioè elementi in grado di consentire anticipazioni e previsioni, grazie ai quali sarebbe possibile selezionare meglio i pazienti, da sottoporre quindi a terapie ancora più attive e mirate.

Nell’ ambito di questo filone di ricerca, sono stati recentemente pubblicati su una prestigiosa rivista internazionale, “Nature partner journal (npj) Breast Cancer”, i risultati di uno studio condotto dalla struttura complessa di Oncologia di Livorno e Pontedera dell’Azienda USL Toscana nord ovest, in collaborazione con la Farmacologia dell’Università di Pisa, che aveva come obiettivo quello di individuare dei fattori molecolari predittivi di risposta a un trattamento chemioterapico in associazione ad un anticorpo monoclonale, il bevacizumab, nelle pazienti con diagnosi di tumore della mammella in stadio avanzato.

“L’importanza di questo studio - evidenzia il professor Guido Bocci (nella foto in alto), associato di Farmacologia del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa - risiede nell'aver individuato possibili biomarcatori di risposta al bevacizumab, un farmaco antiangiogenico utilizzato in questo setting di pazienti e di aver contribuito a chiarire il ruolo di tale anticorpo monoclonale nella gestione terapeutica delle pazienti. Infatti, a differenza dei precedenti studi pubblicati, abbiamo utilizzato una nuova metodica di analisi dei dati farmaco-genetici che prende in esame più mutazioni della via del segnale dato dal fattore di crescita angiogenico VEGF e la relazione tra di esse e la sopravvivenza delle pazienti. Vorrei ringraziare quindi le mie più strette collaboratrici, le dottoresse Paola Orlandi e Marta Banchi, per il loro prezioso contributo”.

Coltelli Luigi“E’ uno studio – aggiunge il dottor Luigi Coltelli (nella foto al centro), oncologo dell’ospedale di Livorno, responsabile dell’analisi clinica dei dati e primo autore dell’articolo – che ha visto coinvolte oltre 200 pazienti da tutte le strutture del Dipartimento Oncologico della nostra Azienda e da numerose altre in Italia. Anche l’Oncologia Ospedaliera Universitaria Pisana ha contribuito in maniera rilevante. È stato così individuato un profilo genetico che sembrerebbe predire la risposta al bevacizumab nelle pazienti con tumore della mammella in stadio avanzato”.

“Siamo – continua il dottor Coltelli – ancora nell’ambito di risultati sperimentali che necessitano di conferme. Stiamo quindi pianificando uno studio clinico disegnato ad hoc per validare ciò che abbiamo osservato. L’ auspicio, se i risultati saranno confermati, è quello di arrivare un giorno a selezionare meglio le pazienti da sottoporre a questo trattamento attraverso un prelievo di sangue e un’analisi genetica”.

“E’ stato possibile realizzare lo studio – aggiunge il dottor Giacomo Allegrini (nella foto in basso), direttore del Dipartimento Oncologico dell’Azienda USL Toscana nord ovest – grazie a una fattiva collaborazione che da anni stiamo portando avanti con l’ Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, in particolare con la Farmacologia universitaria e con l’Oncologia medica. Con i colleghi ci unisce una stima reciproca e una sincera amicizia, che ci permettono da sempre di lavorare insieme da un punto di vista clinico e scientifico. E’ una partnership che intendiamo rafforzare ancora di più. Penso che sia naturale, per due Aziende che hanno gli stessi obiettivi di sviluppo per la ricerca in ambito oncologico”.

Allegrini Giacomo

“Vorrei ricordare – conclude Allegrini – che lo studio è stato possibile grazie all'impegno di medici e ricercatori e al supporto economico fornito dalla Fondazione per le Attività di Ricerca in Oncologia (FARO), attiva in Valdera, e con fondi dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) a cui va il nostro grazie. Dobbiamo inoltre ringraziare in maniera particolare l' Associazione "Amici di Antonella" e gli "Amatori Peccioli-Associazione Ruggero Nocchi" per le loro iniziative raccolta fondi, senza cui non sarebbe stato possibile portare avanti questo importante studio. Da non dimenticare poi, nei ringraziamenti, i pazienti e i loro familiari, che affrontano con dignità e coraggio ogni giorno le terapie oncologiche”.

Il professor Marco Gesi, prorettore dell’Università di Pisa per i Rapporti con gli enti del territorio e delega allo Sport, è stato eletto per il periodo 2022-2025 nel Comitato Direttivo di Unisport Italia, la rete di 53 atenei nata a dicembre del 2018 con l’obiettivo di valorizzare a 360 gradi il ruolo dello sport nel contesto delle tre missioni dell’Università in Italia. Il nuovo Comitato, composto da otto rappresentanti eletti e da uno nominato di diritto dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), si riunirà nei prossimi giorni per nominare al proprio interno il presidente.

La nomina degli otto delegati nazionali è avvenuta nell’ambito della prima Conferenza nazionale su università e sport e della terza Assemblea generale di Unisport Italia, che si sono tenute il 25 marzo all’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”. L’assemblea è stata aperta dalla relazione sulle attività del triennio 2019-2022 tenuta dal presidente uscente, il professor Paolo Bouquet dell’Università di Trento, che ha sottolineato l’importanza del lavoro che attenderà il nuovo Comitato per rafforzare sempre più l’ecosistema dello sport universitario, dalla pratica sportiva negli atenei ai programmi di supporto alla dual career degli studenti-atleti, dalla ricerca scientifica e tecnologica ai processi di innovazione e terza missione. Subito dopo la riunione è proseguita appunto con l’elezione del nuovo Comitato di Coordinamento della rete.

"Sono onorato per questa rielezione – ha commentato il professor Gesi - Ricordo che l’Università di Pisa ha aderito da subito a questa rete e da sempre siede nel direttivo. Con questa nuova nomina spero di portare a termine i lavori che mi vedono coinvolto tra cui la dual career a cui stiamo lavorando insieme ai rappresentanti della commissione atleti, CONI e CUSI”.

Gesi

Sono arrivate all’Università di Pisa le prime due docenti ucraine accolte con il programma Visiting fellow, che permetterà loro di lavorare e fare ricerca nell’Ateneo pisano per un anno. Le due professoresse - Yelena Gregorian e Sibilla Buletsa - sono state accolte dal rettore Paolo Mancarella nella Sala Mappamondi del rettorato insieme a Francesco Marcelloni, prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali, Francesco Dal Canto, direttore del dipartimento di Giurisprudenza, le professoresse Enza Pellecchia e Angioletta Sperti del dipartimento di Giurisprudenza, e il professor Ugo Faraguna, coordinatore per l’Internazionalizzazione della Scuola di Medicina.

"Ho voluto dare personalmente il benvenuto ed esprimere la vicinanza mia e di tutta l’Università di Pisa alle due colleghe e, loro tramite, a tutti gli ucraini in questo momento terribile – ha commentato il rettore -. La loro diretta testimonianza ha contribuito ad accrescere in noi il senso di incredulità per quanto sta accadendo e lo sgomento per la sofferenza del popolo ucraino. Ringrazio i colleghi dei Dipartimenti e dell’Amministrazione Centrale che nei giorni scorsi si sono prodigati per assicurare la migliore accoglienza alle colleghe. Sono certo che, nella loro permanenza a Pisa, potranno ritrovare un po’ della serenità perduta e instaurare collaborazioni scientifiche durevoli nel tempo".

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Il gruppo in Sala dei Mappamondi con, da sinistra, Faraguna, Marcelloni, Gregorian, Mancarella, Buletsa, Dal Canto, Pellecchia e Sperti.

Yelena Gregorian, proviene dalla National Medical University di Kharkiv, è docente di psicofisiologia e si occupa di psicologia del lavoro. Per il prossimo anno lavorerà al Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Ateneo pisano, nel team di ricerca del professor Angelo Gemignani. È arrivata a Pisa con la figlia di 13 anni e la madre, e adesso alloggiano in una struttura messa a disposizione dall'Ateneo.

Sibilla Buletsa proviene invece dalla Uzhhorod National University (Uzhhorod è una città nell’ovest del paese) è docente di Scienze giuridiche, capo del dipartimento di Diritto civile e Diritto processuale civile. È stata accolta al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo pisano dove lavorerà con la professoressa Enza Pellecchia. Arrivata in Italia con la famiglia, ora risiede in provincia.

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Il rettore Paolo Mancarella con le professoresse Yelena Gregorian e Sibilla Buletsa.

Proprio in questi giorni l’Università di Pisa sta definendo interventi di supporto per studenti e docenti ucraini: oltre al programma Visiting fellow che permetterà di accogliere docenti e ricercatori, si darà l’opportunità agli studenti ucraini di iscriversi a corsi singoli dell’Ateneo, frequentare gratuitamente un corso di lingua italiana al CLI e, grazie alla disponibilità dell’ARDSU, alloggiare in una residenza universitaria e avere pasti gratuiti nelle mense (tutte le informazioni a questo link). Grazie alla collaborazione dell’Unità di Psicologia clinica, è stato inoltre attivato un servizio di supporto psicologico per gli studenti ucraini, come anche per gli studenti russi. Si ricorda inoltre che l’Ateneo ha creato un canale Teams per comunicare con gli studenti ucraini, oltre all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Filetti1Dalle aule dell’Università di Pisa al prestigioso club calcistico del Paris Saint-Germain per occuparsi della preparazione fisica della prima squadra, e in particolare del recupero dagli infortuni, e di atleti quali Leo Messi, Mbappé o Neymar, senza dimenticare la qualificata colonia di italiani con Donnarumma e Verratti. È questo il percorso professionale seguito da Cristoforo Filetti, nato a Catania nel 1986, che dopo la laurea in scienze motorie all’Università Tor Vergata di Roma ha frequentato il master in “Teoria e tecniche della preparazione atletica nel calcio” (www.sportandanatomy.com), titolo congiunto tra Ateneo pisano e Università degli Studi di Verona, in convenzione con la Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) e con il patrocinio dall’Associazione Italiana Allenatori Calcio (AIAC).

“L’esperienza a Pisa – ricorda Cristoforo Filetti, che ha conseguito il titolo nel 2012 – è stata fondamentale nel mio percorso formativo, sia perché quello pisano è tra i pochissimi corsi in grado di unire le competenze anatomiche agli aspetti tecnici della professione, sia perché è un’effettiva palestra che prepara al mondo del lavoro. In particolare, grazie alla collaborazione con le strutture FIGC di Coverciano, ho avuto modo di confrontami con le problematiche concrete e complesse che nascono all’interno delle squadre professionistiche”.

Con alle spalle un altro master e un dottorato a Tor Vergata, il dottor Filetti vanta un importante curriculum lavorativo in ambito calcistico, iniziato nel 2010 nella società della Lodigiani e proseguito nel settore giovanile e poi nella prima squadra della Roma, per passare quindi a un periodo all’estero in Qatar e alla Salernitana. Dal giugno del 2020 lavora al Paris Saint-Germain, dove recentemente è stato chiamato a firmare un contratto a tempo indeterminato. “I primi tempi in Francia - dichiara - sono stati complicati per l’abitudine alla lingua diversa e per l’adattamento a una realtà gigantesca in cui operano molti professionisti ai massimi livelli, ma ora il mio obiettivo è quello di rimanere il più a lungo possibile all’interno di un club che è certamente tra i più conosciuti e blasonati al mondo”.

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“Il caso di Filetti è particolarmente significativo, – ricorda il professor Marco Gesi, direttore del master – mi piace ricordare che Cristoforo è solo l’ultimo dei tanti professionisti usciti da un master organizzato da “Sport and Anatomy” dell’Università di Pisa e affermatosi a livello professionale. Ogni volta che riceviamo queste notizie siamo contenti quasi quanto i nostri allievi. In 15 anni abbiamo diplomato oltre 1.300 allievi e molti di questi oggi ricoprono importanti ruoli in società sportive anche professionistiche. Molti sono quelli che stanno lavorando all’estero. Cristoforo è  l’ultimo di una lunga serie di allievi che hanno realizzato il loro sogno professionale, e che l’Università di Pisa ne sia stata l’artefice, deve renderci particolarmente orgogliosi. Essere divenuti un punto di riferimento e sapere che i nostri master molte volte sono indispensabili per entrare a lavorare nel mondo sportivo, ci sprona ogni anno a fare meglio mantenendo sempre i progetti formativi aggiornati con quelle che sono le richieste del mondo lavorativo sportivo. I nostri studenti devono essere subito pronti a entrare nel mondo del lavoro. Sono particolarmente contento che ‘lo sport’ dell’Università di Pisa inteso come pratica, formazione, ricerca e cura si faccia conoscere anche all’estero”.

Il master pisano è stato il primo italiano sulla preparazione atletica nel calcio a essere riconosciuto come percorso formativo universitario che risponde a tutti i criteri di qualità definiti dal Settore Tecnico della FIGC. Il master fornisce tutte le competenze necessarie per elaborare e condurre programmi di preparazione atletica per calciatori di squadre sia professionistiche che dilettantistiche, e permette il rilascio da parte del Settore Tecnico della FIGC della licenza di preparatore atletico del settore giovanile. Insieme ad altri percorsi formativi universitari in ambito riabilitativo e prestativo, fa parte del progetto "Sport and Anatomy", nato nel 2007, che ha come principale obiettivo quello di formare in modo specifico giovani laureati da proporre al mondo del lavoro nell'ambito della preparazione atletica nel calcio e della riabilitazione sportiva, mettendo a confronto e individuando le sinergie delle rispettive figure professionali. Questi promettenti studenti (molti stranieri) arrivando all’Università di Pisa per frequentare i master di “Sport and Anatomy” possono usufruire anche di tutte le tecnologie e le professionalità dell’omonimo Centro di Medicina Riabilitativa, divenuto un living lab per chi vuole intraprendere la propria carriera nel mondo sportivo.

L'Accademia Navale di Livorno, che nel 2021 festeggia i 140 anni dalla sua fondazione, e l'Università di Pisa consolidano i loro rapporti promuovendo in modo congiunto una giornata di studi dal titolo “Il mare e l’Italia: trasformazioni tecnologiche e formazione dei leader del futuro".

L’evento si svolgerà giovedì 11 novembre, dalle ore 9,40, nell'Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza di Pisa. Dopo i saluti del rettore Paolo Maria Mancarella e dell'Ammiraglio comandante dell'Accademia Navale, Flavio Biaggi, ci sarà la Lectio Magistralis tenuta dall'ammiraglio Giampaolo Di Paola, già Capo di Stato Maggiore della Difesa tra 2004 e 2008, presidente del Comitato militare della NATO tra 2008 e 2011 e ministro della Difesa del governo Monti tra 2011 e 2013.

Il successivo convegno sarà articolato in tre panel tematici, che prevedono interventi di diversi relatori sia dell'Ateneo pisano che dell'Accademia, con la regia di un moderatore e la partecipazione di studenti misti delle due istituzioni. Il primo sarà incentrato sull’importanza del mare per l’Italia e sul ruolo che il Mediterraneo ricopre come teatro del nuovo ordine internazionale. Nel pomeriggio, con inizio alle ore 14 e alle ore 15,30, seguiranno gli altri due panel, che approfondiranno il tema della leadership nell’epoca dei cambiamenti e quello della formazione rinnovata di fronte alla trasformazione digitale, con particolare riguardo all'evoluzione delle metodologie didattiche e ai nuovi paradigmi formativi per le classi dirigenti del futuro.

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La giornata di studi rafforza e aggiorna, come si diceva, la collaborazione tra Accademia Navale e Università di Pisa, i cui primi rapporti risalgono a diversi decenni fa e sono stati concentrati sui corsi di laurea in Ingegneria elettronica, Ingegneria elettrotecnica e Medicina e Chirurgia. Dal 2001, con la firma di una specifica convenzione, i corsi di laurea si sono tenuti all'interno dell'Accademia, con apertura anche alla partecipazione di civili. Attualmente nell'Accademia si tengono il corso di laurea triennale in Ingegneria navale, che prevede poi il percorso specialistico in uno degli atenei consorziati (oltre a Pisa, Genova, Napoli e Trieste) e quello triennale in Ingegneria delle Telecomunicazioni, con prosecuzione della magistrale a Pisa. Sono inoltre attivi i due corsi di laurea in Difesa e Sicurezza, che prevedono in Accademia sia il percorso triennale che magistrale, quello magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza e quattro anni del corso in Medicina e Chirurgia, con successiva prosecuzione triennale a Pisa.

Nei venti anni dalla firma della convenzione sono stati oltre 2.000 i laureati dell'Accademia Navale, dei quali più di 200 civili.

La professoressa Martina Smorti dell’Università di Pisa è fra i Paladini Italiani della Salute. Il riconoscimento le è stato conferito lo scorso 26 ottobre in Campidoglio per i suoi studi sulla depressione in gravidanza. In particolare, la ricerca Pubblicata sul “Journal of Reproductive and Infant Psychology” che le è valsa il premio aveva l’obiettivo di capire l’impatto della depressione sugli aspetti clinici del parto. Lo studio condotto su 203 donne incinte in Toscana ha quindi evidenziato che la sintomatologia depressiva influenza negativamente il primo legame affettivo col bambino, l’esperienza del parto e il benessere nel piccolo alla nascita, anche se l’attaccamento prenatale sembra però un fattore in grado di controbilanciare questi effetti.

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La premiazione in Campidoglio, seconda a sinistra la professoressa Smorti

“Gli interventi preventivi in gravidanza – spiega Martina Smorti - dovrebbero dunque concentrarsi non solo nel promuovere il benessere materno ma anche nel favorire un positivo attaccamento prenatale. La promozione di un legame affettuoso col nascituro, infatti, può consentire alla donna un’esperienza di parto più positiva, meno complessa e operativa oltre che una migliore relazione col piccolo dopo la nascita”.

La più antica rivista scientifica al mondo "Philosophical transactions of the Royal Society" nata nel 1665 ha pubblicato un numero monografico su intelligenza artificiale e analisi matematica applicate al monitoraggio del sistema cardiovascolare. A curarlo è stato Gaetano Valenza (foto) bioingegnere del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e del Centro di Ricerca “E Piaggio” dell’Università di Pisa.

Valenza, 36 anni, guida il Neuro-cardiovascular intelligence Lab dell’Ateneo pisano e negli ultimi 10 anni ha contribuito alla ricerca in questo campo con oltre 250 pubblicazioni scientifiche e diversi progetti Europei.
“Studiamo il cuore – spiega Valenza - non tanto come una "macchina che pompa sangue", ma come un sistema con connessioni neurali anatomicamente connesse al cervello che influenza i nostri stati cognitivi, emotivi e psicosomatici”.

In particolare, il numero della rivista appena uscito evidenzia le sfide e opportunità offerte dagli strumenti computazionali avanzati per l’analisi dei dati biometrici prodotti da sensori sempre più diffusi, come ad esempio smartphone e smartwatch. In questo contesto, appare della massima importanza orientare la ricerca e le comunità industriali fornendo linee guida e indicazioni per un corretto uso di sfruttamento di questi progressi tecnologici emergenti.

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