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A Pisa nasce la Scuola di specializzazione in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, la 46esima delle Scuole di specializzazione di area medica dell’Università di Pisa. Un bel traguardo che si colloca nel solco della prestigiosa tradizione clinico-chirurgica di questo settore disciplinare che a Pisa ha avuto maestri di chiara fama come il professore Paolo Santoni-Rugiu, uno dei primi chirurghi plastici d’Italia, il dottor Alessandro Massei, uno dei pionieri nella cura della labiopalatoschisi, la dottoressa Mariagrazia Salimbeni, esperta di microchirurgia ricostruttiva e di chirurgia dei tumori cutanei.

“Sono contento per questo risultato – dichiara Emanuele Cigna (nella foto di gruppo, il primo da sx), professore ordinario di Chirurgia plastica all’Università di Pisa e direttore della Scuola di specializzazione, nonché della Sezione dipartimentale di Chirurgia plastica e microchirurgia dell’Aoup – perché a Pisa questa Scuola mancava. Quattro i medici in formazione al momento, con l'obiettivo comune di una formazione completa grazie alle interazioni multidisciplinari e a una didattica teorico-pratica sempre aggiornata sulle ultime novità dal punto vista clinico, chirurgico e tecnologico”.

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Nell'ordine da sx, in senso orario, il professore Emanuele Cigna e i medici specializzandi Alfredo Dente, Elena Guadagni, Raffaella Vega, Sara Ciapetti

Soddisfazione anche dal presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina dell’Università di Pisa, il professore Emanuele Neri, che rileva come la nascita di questa ulteriore scuola di specializzazione sia un bel risultato per la comunità accademica medica pisana e per l’Aoup “che ci impegna – conclude - a fare il possibile sia dal punto di vista didattico sia assistenziale per le nuove generazioni di specialisti affinché possano sempre beneficiare di un’adeguata formazione”.

 

A Pisa nasce la Scuola di specializzazione in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, la 46esima delle Scuole di specializzazione di area medica dell’Università di Pisa. Un bel traguardo che si colloca nel solco della prestigiosa tradizione clinico-chirurgica di questo settore disciplinare che a Pisa ha avuto maestri di chiara fama come il professore Paolo Santoni-Rugiu, uno dei primi chirurghi plastici d’Italia, il dottor Alessandro Massei, uno dei pionieri nella cura della labiopalatoschisi, la dottoressa Mariagrazia Salimbeni, esperta di microchirurgia ricostruttiva e di chirurgia dei tumori cutanei.

“Sono contento per questo risultato – dichiara Emanuele Cigna (nella foto di gruppo, il primo da sx), professore ordinario di Chirurgia plastica all’Università di Pisa e direttore della Scuola di specializzazione, nonché della Sezione dipartimentale di Chirurgia plastica e microchirurgia dell’Aoup – perché a Pisa questa Scuola mancava. Quattro i medici in formazione al momento, con l'obiettivo comune di una formazione completa grazie alle interazioni multidisciplinari e a una didattica teorico-pratica sempre aggiornata sulle ultime novità dal punto vista clinico, chirurgico e tecnologico”.

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Nell'ordine da sx, in senso orario, il professore Emanuele Cigna e i medici specializzandi Alfredo Dente, Elena Guadagni, Raffaella Vega, Sara Ciapetti

Soddisfazione anche dal presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina dell’Università di Pisa, il professore Emanuele Neri, che rileva come la nascita di questa ulteriore scuola di specializzazione sia un bel risultato per la comunità accademica medica pisana e per l’Aoup “che ci impegna – conclude - a fare il possibile sia dal punto di vista didattico sia assistenziale per le nuove generazioni di specialisti affinché possano sempre beneficiare di un’adeguata formazione”.

 

cristian_scatena.jpgA volte per vedere meglio qualcosa è necessario cambiare prospettiva, allontanarsi e guardare il contesto. Vale anche nel caso dei tumori: studiare l’ambiente in cui crescono e si sviluppano aiuta a comprenderne meglio la natura. E a dare informazioni cruciali per poterli diagnosticare in maniera tempestiva o curare in modo più efficace.

L’idea di studiare il tumore della mammella in questo modo innovativo è venuta a un team del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pisa. L’idea ha poi preso forma in uno studio che verrà realizzato grazie al finanziamento aggiudicato dall’edizione 2023 del Fellowship Program, Bando di concorso promosso in Italia dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences per selezionare e premiare i migliori progetti presentati da Enti di ricerca e cura italiani nell’area delle malattie infettive, delle patologie oncologiche e oncoematologiche.

L’attenzione dei ricercatori sarà puntata sul tumore al seno, la neoplasia più comune nelle donne italiane, in cui circa un tumore maligno ogni tre (30%) è un tumore mammario. Sebbene lo screening e le sempre più efficaci terapie abbiano fatto diminuire la mortalità, il tumore del seno rimane ancora la seconda causa di morte per cancro nella popolazione femminile.

Da qui l’esigenza di identificare nuovi approcci che possano aiutare a migliorare la sfida posta da questa forma tumorale. Un’esigenza a cui il team di ricerca pisano ha risposto allargando lo sguardo e “andando a caccia” di nuovi segnali – i cosiddetti biomarcatori - che possano guidare la diagnosi e la cura osservando appunto cosa succede intorno al tumore. Nello specifico valutando il microambiente tumorale, ovvero l’ambiente in cui si sviluppano e crescono le cellule neoplastiche, insieme allo stroma, ovvero il tessuto di sostegno dell’organo colpito dal tumore.

“Con il nostro progetto - spiega Cristian Scatena (foto), coordinatore del progetto e Ricercatore in Anatomia Patologica/ RTD-b presso il Dipartimento dell’Università - puntiamo a far luce sulla composizione cellulare e sulle caratteristiche molecolari del microambiente tumorale nel caso specifico di cancro al seno, ponendo particolare attenzione alle possibili interazioni tra il tumore stesso, lo stroma (l’impalcatura biologica che non è solamente una struttura inerte, ma potrebbe giocare un ruolo nello sviluppo stesso del tumore e nella risposta dell’organismo) e all’interazione tra queste entità e il sistema immunitario del soggetto”.

Il progetto, articolato in diverse fasi, approfondirà la conoscenza dei componenti cellulari dello stroma del tumore al seno e ne studierà l’interazione con l'ambiente attivo circostante. Uno dei principali risultati attesi è l'identificazione di nuovi biomarcatori affidabili - i “nuovi segnali” - che potrebbero migliorare la prognosi e far prevedere la risposta alla terapia, migliorando la gestione complessiva del tumore al seno.

“L’integrazione interdisciplinare di competenze e tecnologie previste dal nostro studio ci consentirà non solo di individuare nuovi biomarcatori ma anche di identificare possibili nuovi bersagli terapeutici nell’ambito del microambiente tumorale con prospettive davvero interessanti sia per la scienza di base e clinica sia soprattutto per le donne che oggi sono colpite da questa forma di neoplasia – conclude Scatena”.

 

È un innovativo microscopio a doppio fascio, che combina un fascio elettronico a scansione (SEM) per ottenere immagini di alta risoluzione e un fascio ionico focalizzato (FIB) per scavare e quindi scolpire il campione, il tutto fino alla scala submicroscopica che arriva a decine di nanometri. Il Dual Beam del Centro per l'Integrazione della Strumentazione scientifica dell'Università di Pisa (CISUP) è stato inaugurato giovedì 14 settembre nella sede dell’INFN di Largo Bruno Pontecorvo, dove è ospitato.
Lo strumento (https://cisup.unipi.it/labs/zeiss-crossbeam-550-fib-sem/), che nella sua configurazione e flessibilità è tra i pochissimi in Italia, servirà per tre attività principali: l’analisi morfologica, strutturale e composizionale bi- e tridimensionale, fino alla scala nanometrica, di tutti i tipi di materiali, da naturali a sintetici, organici e inorganici (immagini di alta risoluzione, determinazione della composizione chimica, tomografia 3D di microvolumi); preparazione di campioni per prove meccaniche, lamelle ultrasottili (minori di 80 nanometri) perché siano trasparenti al fascio elettronico di microscopi elettronici a trasmissione per successive analisi mineralogiche e cristallografiche fino alla scala atomica, micropunte per tomografia isotopica 3D alla scala atomica e così via; nanofabbricazione di dispositivi tecnologici mediante litografia e/o deposizione di metalli.

lab CISUP persone

“Il Dual Beam del CISUP – ha detto il prorettore per l’Organizzazione della ricerca dell’Università di Pisa, Alessandro Tredicucci - servirà per promuovere la ricerca e la formazione dell’Ateneo pisano nel campo dell’analisi dei materiali e della nanofabbricazione di dispositivi tecnologici, dando un rilevante contributo nel sostenere la capacità competitiva dell’Università, e, ci auguriamo, di tutto il sistema pisano, a livello nazionale e internazionale”.

“Questo strumento – ha aggiunto il direttore del CISUP, Simone Capaccioli– è un fiore all’occhiello del CISUP, e ben si inserisce, in una logica di filiera, nel patrimonio strumentale del Centro che vede già presenti piattaforme di microscopia elettronica e di nano e microfabbricazione. I laboratori di CISUP costituiscono una rete di Core Facillty aperta e fruibile da parte dell’Ateneo e dell’Ecosistema della Ricerca del territorio”.

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Costato oltre un milione di euro, coperto da finanziamento Unipi-CISUP e cofinanziato da un apposito fondo per grandi attrezzature del Ministero dell’Università e Ricerca, e realizzato dall’azienda tedesca ZEISS, il Dual Beam potrà essere utilizzato dai ricercatori dell’Ateneo e affiliati, dai ricercatori di altri enti di ricerca, da amministrazioni pubbliche e da aziende private. I docenti Unipi potranno usarlo anche per le attività di formazione.
Lo strumento pisano è stato equipaggiato con un sistema di iniezione di gas detto GIS (Gas Injection System) e con un generatore di pattern litografici prodotto dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo. Il primo consente la deposizione controllata anche 3D, o dal fascio elettronico o da quello ionico, di metalli. Il secondo permette di programmare un progetto complesso (per esempio un circuito stampato) per nanodeposizione di metalli e nanolitografia e svolgerlo in automatico. A queste caratteristiche si aggiunge un sistema microanalitico di spettroscopia a dispersione di energia (EDS).

Il laboratorio è stato inaugurato con una piccola cerimonia, che è stata aperta dai saluti della prorettrice per la Promozione della ricerca, Benedetta Mennucci, del prorettore per l’Organizzazione della ricerca, Alessandro Tredicucci, e del direttore della sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Marco Grassi. Subito dopo sono intervenuti il direttore del CISUP, Simone Capaccioli, che si è soffermato su mission e attività del Centro, e il professor Francesco Forti con il tecnologo INFN, Maurizio Massa, a illustrare il laboratorio Alte Tecnologie dell'INFN.
I professori Luigi Folco, responsabile scientifico dello strumento, Giovanni Pennelli e Stefano Roddaro hanno quindi presentato il Dual Beam e le sue applicazioni, mentre i tecnologi Gabriele Paoli di Unipi e Andrea Tartari di INFN hanno guidato alla visita del laboratorio.

È stato assegnato ai team Hear Again e Fill the Gap il primo posto ex aequo del CyB+, il corso avanzato del Contamination Lab che mira a rafforzare il processo di costruzione, formazione e creazione di progetti d’impresa innovativi. Hear Again, composto da Anna Chiara Aiello (Unipi e leader del team), Giacomo Carfì e Sebastian Serra (Unipi) e da Dario Balboni (Scuola Normale Superiore), ha sviluppato un’applicazione mobile che, tramite il meccanismo di trascrizione vocale, consente alle persone ipoudenti di partecipare a conversazioni di piccoli gruppi. Fill the Gap, formato da Giuseppa Lonoce (Unipi e leader del team), Eliana Maraglino e Alessandro Tripodi (Unipi), ha realizzato una piattaforma mediante la quale è possibile mettere in contatto persone con disponibilità di tempo e anziani soli che si trovano in strutture specializzate e in abitazioni private. Ai due team sono andati un pacchetto di servizi Pay4growth Validation, fornito dal Contamination Lab in collaborazione con Grownnectia Srl, e un buono per la partecipazione con stand espositivo al Maker Faire di Roma.

premiazione HearAgain

 La premiazione del team Hear Again con i professori Galletti e Cavicchi.

Al secondo e terzo posto si sono piazzati rispettivamente Pleenio e Feel-Ing. Pleenio è un prodotto di AgreenCrop srl, una start-up di progettazione di macchine agricole che mira a introdurre una nuova tipologia di macchine e un modello di business innovativo per il settore agricolo. Feel-Ing si propone di fornire un supporto per il monitoraggio dello stato psicofisiologico attraverso uso di dispositivi comodi e indossabili rendendosi utile a mitigare potenziali danni fisici e psicologici sul luogo di lavoro. Entrambi riceveranno un pacchetto di servizi Pay4growth Validation in collaborazione con Grownnectia Srl.

Al team AgreenCrop è andato il premio della CNA Pisa "CreaImpresa", che consiste in un pacchetto di servizi rivolto alle imprese in fase di start-up. A Fill the Gap è stato assegnato il premio “Start For Future” di duecentocinquanta euro per l’idea innovativa relativa ai temi di manufacturing, mobility, circular economy, food, health ed energy. Hear Again ha ricevuto il premio di mille euro, messo in palio dal Comitato Unico di Garanzia, per l’idea che ricerchi forme innovative di progettazione, produzione, distribuzione e fruizione della cultura di genere. Un riconoscimento è stato infine assegnato al team PET Busters dalla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA) che ha selezionato l’idea migliore orientata allo sviluppo dell’innovazione sociale.

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 La premiazione del team Fill the Gap con i professori Galletti e Cavicchi.

“Nell’edizione di quest’anno – ha commentato il professor Alessio Cavicchi, delegato per la Promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione e coordinatore del CLab – abbiamo dato continuità alle iniziative sviluppate dalla precedente governance, introducendo qualche novità, dal dialogo diretto con le imprese e in particolare con la CNA alla considerazione dell’innovazione in senso più inclusivo e rispondente alle esigenze del territorio. Inoltre, gli studenti hanno potuto partecipare alle attività di progetti europei come Start For Future e Circle U., ampliando l’orizzonte della loro formazione e la portata delle loro idee innovative, anche in termini di potenziali nuovi mercati”.

La premiazione del CyB+, la cui selezione è stata effettuata da una giuria presieduta dalla professoressa Chiara Galletti, delegata per le Relazioni industriali, si è tenuta giovedì 25 maggio al Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, nell’ambito di una giornata dal titolo "La co-creazione di innovazione tra università e territorio". I saluti introduttivi sono stati affidati al rettore Riccardo Zucchi e ai professori Alessio Cavicchi e Marcello Mele.

Subito dopo gli studenti dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri "Enrico Fermi” di Pontedera, vincitori del progetto di imprenditorialità "Fermi in Azione”, hanno illustrato il loro progetto LockerGo, una start-up che vuole risolvere il problema di coloro che acquistano on line, ma che non sono in casa al momento della consegna. “Siamo stati lieti di ospitare i docenti e un team di studenti dell’Istituto Fermi di Pontedera – ha detto il professor Cavicchi - perché la collaborazione con questa istituzione va avanti da diversi anni e l’iniziativa ‘Fermi in Azione’ rappresenta un percorso, organizzato in maniera professionale e rigorosa, che avvia gli studenti ad affrontare con entusiasmo il tema dell’imprenditorialità nell’Ateneo pisano”.

Dopo la presentazione dei team finalisti, si è svolta una tavola rotonda dal titolo "Sostenibilità, inclusione, formazione permanente e orientamento come driver per la co-creazione di innovazione", che ha visto la partecipazione di diversi tra prorettori e delegati dell’Ateneo con alcuni ospiti esterni, e la premiazione finale che è stata introdotta dal prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone.

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Un’innovazione per i medici ma soprattutto per le famiglie. L’iniziativa Healios (da heal, cioè cura in inglese) propone un sistema di telemedicina per la diagnosi e l’assistenza a distanza dei bambini con disturbi di spettro autistico. Senza dover uscire di casa, comodi sul divano e tra i propri giocattoli, i bambini e i loro genitori possono incontrare i clinici attraverso il monitor del proprio computer ed essere seguiti grazie a strumenti scientificamente validati.

La mente dietro agli algoritmi è quella di Davide Morelli, informatico laureato e dottorato a Pisa, che nell’azienda inglese ricopre il ruolo di VicePresidente per l’intelligenza artificiale. “Healios è cresciuta molto durante la pandemia in Gran Bretagna, - spiega - per evitare che le famiglie fossero abbandonate nel loro percorso. Ma è sempre più usata anche al di fuori dell’emergenza, sostanzialmente perché permette di ridurre drasticamente i tempi di attesa per una diagnosi”. Così oggi Healios è un servizio messo a disposizione del Servizio sanitario inglese (l’NHS).

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Non si tratta semplicemente di una videochiamata con un clinico: “ma di un percorso completo diagnostico e terapeutico”, spiega ancora Morelli. E anche se al momento il servizio è in inglese, “ci sono i primi tentativi di traduzione in altre lingue e sicuramente a breve succederà”. Intanto l’iniziativa mostra il lato virtuoso della telemedicina: “l’intelligenza artificiale può essere di supporto alle decisioni del clinico, che resta un essere umano, anche perché la diagnosi e il trattamento dell’autismo sono percorsi lunghi e articolati”.

Ma la storia di Morelli e della sua competenza in ambito di medicina digitale è lunga, e comincia quando ancora era uno studente di dottorato all’Università di Pisa.

“Era il 2012 quando ho fondato Biobeats come spinoff dell’Università di Pisa”, racconta Morelli: “facevamo sistemi di acquisizione dei dati fisiologici, cioè cardiologici, sul sonno o del movimento”. La sede di Biobeats inizialmente era stata fissata in Gran Bretagna, dove risiedeva il socio di Morelli, il ricercatore David Plans. Ma un anno dopo venne spostata in California dove si poteva contare su investimenti maggiori. Il primo prodotto di Biobeats è stato un sistema che usava il battito cardiaco per comporre musica. “Poi, siccome il mondo discografico è troppo lento per una start-up, abbiamo finito per usare la musica per creare benessere”, aggiunge Morelli. Il risultato è stata una App che permetteva di rilassarsi con un sistema di feedback sonoro e visivo basato sulla respirazione e sul battito cardiaco. “Per esempio, poteva essere usata negli attacchi di panico. Ma non soltanto: era di grandissimo impatto estetico, in generale, ed ebbe grande successo”. Nel 2020 Biobeats è stata acquisita dalla inglese Huma, dove Morelli per due anni e mezzo è stato direttore dell’Intelligenza artificiale. “Intanto ho continuato a pubblicare e a studiare, e adesso sto finendo un secondo dottorato, questo in ingegneria biomedicale a Oxford”, chiosa Morelli.

Da Pisa a Oxford e ritorno, e poi di nuovo a Oxford senza lasciare Pisa. La storia di Davide Morelli sarà tra le testimonianze dell’evento Converging Skills: una cinque giorni di confronto pubblico su trasferimento tecnologico e open innovation organizzato dall'Università di Pisa che si terrà a giugno nella storica Aula magna nel palazzo della Sapienza. Cinquanta relatori in cinque giorni: tra loro startupper, imprenditori, investitori, top manager e ovviamente anche ricercatori e professori per confrontare le migliori pratiche internazionali di trasferimento tecnologico e open innovation e delineare metodi e percorsi di avvicinamento tra accademia e mondo produttivo.

L’Università di Pisa apre le sue porte alle studentesse e agli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado con l’iniziativa “Unipi Orienta”, che si terrà per l’intera giornata di sabato 27 maggio al Polo Fibonacci. A partire dalle ore 9 i ragazzi potranno ricevere informazioni sui corsi di laurea, sui servizi e sulle opportunità riservate agli studenti dell’ateneo, partecipando alle presentazioni dei venti dipartimenti e a workshop, lezioni e laboratori tematici in aula. Potranno anche confrontarsi con i tutor presenti negli specifici spazi del Polo, che saranno a loro disposizione per rispondere alle richieste, illustrare l’offerta formativa e i servizi dell’ateneo e offrire la propria testimonianza sull’esperienza all’interno di Unipi. 

Alle ore 10 è in programma il seminario “Orientamento e accoglienza: per una strategia fra scuole e Università di Pisa”, tenuto dalla delegata per le Attività di orientamento, Laura Elisa Marcucci, e dal delegato per l’Inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA, Luca Fanucci, e dedicato in particolare ai docenti delle scuole secondarie di secondo grado.

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Al termine della giornata, alle ore 18, studentesse e studenti e tutti gli interessati potranno gustarsi un aperitivo e dialogare con il velocista massese Samuele Ceccarelli, studente di Giurisprudenza all’Università di Pisa e recente campione europeo sui 60 metri indoor a Istanbul, dove ha battuto anche il campione olimpico Marcell Jacobs. All’incontro, che ha come titolo “Tra studio e sport...aperitivo con gli atleti Unipi”, parteciperanno atleti iscritti all’Ateneo pisano.

Al Polo Fibonacci i ragazzi riceveranno un pocket lunch e potranno ritirare un attestato di partecipazione e un gadget dell’Ateneo.

Maggiori informazioni e il programma della giornata sono disponibili al link: https://orientamento.unipi.it/ 

Dormi, e la diagnosi si fa da sé. Si chiama proprio così, "Dormi", il primo dispositivo indossabile che consente il monitoraggio continuo dei disturbi del sonno, validato dal punto di vista scientifico e capace di fornire al medico, a distanza, dati clinici attendibili e analizzabili con algoritmi certificati. Lo ha sviluppato Ugo Faraguna (nella foto in basso), professore di fisiologia all'Università di Pisa, che spiega: "è un normale braccialetto sensorizzato, ma l'abbiamo modificato per offrire al medico uno strumento di diagnosi". L'uovo di Colombo in tempo di digitalizzazione, cioè quello che consente di passare dalla telesalute fai-da-te, per cui ormai chiunque di noi può giocherellare con uno smartphone o un orologino, alla telemedicina vera e propria, nelle mani di un medico capace di fare diagnosi e impostare terapie. Ma in un ambito poco esplorato, quello del sonno.

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"Monitorare i disturbi del sonno è difficile, perché richiede (o meglio, richiedeva, fino a ieri) strumenti invasivi e tempo per fare rilievi ripetuti", prosegue Faraguna. "Però è cruciale, perché la qualità del sonno influenza la salute ed è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative come demenze e malattia di Parkinson". Così, mentre tutti imparavamo a misurarci la pressione arteriosa e a considerarla buona quanto più vicina ai valori aurei 120/80, sul nostro sonno siamo ancora all'aneddoto o poco più. E anche i medici sono spesso impreparati a parlare di sonno e a considerare la risoluzione dei disturbi notturni come un fondamentale atto di prevenzione. 

Così Faraguna, un lungo trascorso a Madison a studiare la fisiologia del sonno con Giulio Tononi (tra i massimi esperti mondiali in materia), ha intuito il salto di qualità racchiuso nei dispositivi wearable e ha fondato la startup Sleepacta. All'inizio i finanziamenti sono arrivati da SAMBA, un piccolo incubatore locale, e in parte da un crowdfunding, poi è arrivato Red Lions, un fondo di investimento di area pisana. Oggi i braccialetti diagnostici di Sleepacta si cominciano a diffondere sul mercato e allargano di giorno in giorno la loro clientela tra centri medici, ospedali, reti di farmacie. “Il nostro obiettivo è aumentare la consapevolezza dell’importanza di un buon sonno per la salute mentale, e per la salute in generale”, spiega la CEO di Sleepacta, Hannah Teichmann Prisco. Cioè, chiosa Faraguna, "Sleepacta vuole fare quello che lo sfigmomanometro ha fatto con l'ipertensione”.

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Ovviamente tutto questo dà anche garanzie in termini di privacy: "i dati fisiologici e sanitari appartengono alla persona, non a chi vende i braccialetti. E la persona può autorizzare il medico a leggerli, come per ogni visita. Noi poi possiamo anonimizzarli". Anche perché, in pratica, un Dormi te lo metti al polso e te lo levi una settimana dopo, e non devi togliertelo nemmeno per fare la doccia. Intanto lui raccoglie una serie di dati come frequenza cardiaca, saturazione arteriosa, posizione, movimento. "Tutti questi parametri alimentano una rete neurale che si avvale degli stessi strumenti di artificial intelligence che stanno invadendo la rete (ChatGPT e analoghi). Queste reti imparano ad analizzare i nostri dati sanitari e generano un referto medicale sull’architettura del nostro sonno, e stimano il rischio di avere patologie del sonno come le apnee notturne. Si tratta di una specie di holter del sonno, non invasivo, che ti agganci al polso", spiega ancora Faraguna.

Ugo Faraguna sarà tra gli speaker dell’evento Converging Skills: una cinque giorni di confronto pubblico su trasferimento tecnologico e open innovation organizzato dall'Università di Pisa che si terrà a giugno nella storica Aula magna nel palazzo della Sapienza dell'ateneo pisano. Cinquanta relatori in cinque giorni: tra loro startupper, imprenditori, investitori, top manager e ovviamente anche ricercatori e professori. Obiettivo: confrontare le migliori pratiche internazionali di trasferimento tecnologico e open innovation e delineare metodi e percorsi di avvicinamento tra accademia e mondo produttivo

Sono terminate sabato 22 aprile le prove per l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e Protesi dentaria e in Medicina veterinaria, distribuite in dieci sessioni mattutine o pomeridiane programmate al Polo Porta Nuova. Gli iscritti per l’Università di Pisa erano complessivamente 2.049, di cui 1.545 per i Test On Line Cisia Medicina (TOLC-MED) e 504 per i Test On Line Cisia Veterinaria (TOLC-VET). I posti provvisoriamente assegnati, in attesa che vengano confermati dal Ministero, sono per Medicina e Chirurgia complessivamente 292, gli stessi dello scorso anno; per Odontoiatria e Protesi dentaria sono 22, con 5 in più dello scorso anno; per Medicina veterinaria sono 69 e 6 in più dello scorso anno.

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Da quest’anno le prove di Medicina e Medicina veterinaria hanno cambiato completamente volto, passando dal test cartaceo sostenuto in un’unica data a inizio settembre a quello on line, svolto in presenza avvalendosi della piattaforma fornita dal Consorzio CISIA, in due appuntamenti previsti ad aprile e a luglio. Per la sessione d’aprile gli studenti hanno svolto una sola prova, ma potranno ripetere il test nella sessione che si svolgerà dal 15 al 25 luglio. Gli studenti che chiederanno di essere inseriti in graduatoria potranno poi scegliere il test migliore tra quelli svolti nei precedenti due anni e quindi tra un massimo di quattro test sostenuti. Altra novità significativa è che da quest’anno sono ammessi ai test anche gli studenti di quarta superiore e già nella sessione di aprile per l’Università di Pisa sono stati circa 300 gli iscritti nati dopo il 1° gennaio del 2005.

I TOLC 2023 si compongono di 50 quesiti, con 90 minuti a disposizione, suddivisi in quattro sezioni: comprensione del testo e conoscenze acquisite (7 quiz), biologia (15), chimica e fisica (15), matematica e ragionamento (13).

La graduatoria dei test sarà unica e nazionale, quindi non per singole università, e sarà pubblicata il 5 settembre, ordinata in base al miglior risultato ottenuto dai candidati nei vari TOLC sostenuti.

Ruffoli Riccardo“Con la sessione di aprile – ha dichiarato il professor Riccardo Ruffoli (nella foto a lato), presidente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia – è iniziata una nuova esperienza per quanto riguarda l’accesso al corso di laurea. Per la prima volta il test non si svolge più in unico evento e questa novità introdotta dal Ministero consente a coloro che partecipano al TOLC di ridurre in maniera significativa il livello di ansia e di stress che fino allo scorso anno caratterizzava inevitabilmente la prova. Con le nuove modalità, infatti, la persona che intende partecipare alla graduatoria, prevista per settembre e utile per entrare a far parte del corso di studio, potrà presentarsi a più TOLC, in modo poi da essere nella graduatoria con il punteggio migliore conseguito, al massimo, nelle quattro prove precedenti la selezione. Nel complesso il test ha subito importanti modifiche in ordine ai contenuti presentati e alle modalità di svolgimento della prova, ma rimane abbastanza simile a quello degli anni precedenti. Il mio augurio più sincero è che la nuova organizzazione rappresenti, per coloro che desiderano intraprendere gli studi universitari in questo ambito, uno strumento più idoneo ad affrontare questo delicato passaggio personale in maniera meno stressante e più adatta a valorizzare le proprie competenze e la propria preparazione”.

Sono 26 le iniziative di orientamento che l’Università di Pisa, attraverso i suoi dipartimenti, dedica alle studentesse e agli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori dell’intera Toscana, e anche oltre, da lunedì 3 a venerdì 14 aprile. “L’obiettivo degli Open Days 2023 – spiega la professoressa Laura Elisa Marcucci, delegata per le attività di orientamento – è di accompagnare le ragazze e i ragazzi verso una scelta consapevole e ragionata del percorso universitario, aiutandoli a guardare alla laurea con ‘la giusta prospettiva’, come ricorda la campagna promozionale, quella di un futuro in cui il talento di ognuno deve riuscire a trovare la strada per emergere”.

Durante la giornata di lunedì 3 saranno protagonisti i Dipartimenti di Biologia, di Civiltà e Forme del Sapere e di Matematica, mentre nei giorni successivi si attiveranno gli altri 17 dipartimenti che presenteranno i 59 corsi di laurea triennale, i 9 corsi di laurea a ciclo unico e i 72 corsi di laurea magistrale che compongono l’offerta formativa dell’Ateneo pisano. Docenti e studenti tutor accoglieranno gli interessati nelle rispettive sedi dipartimentali per un primo contatto “fisico” con la realtà universitaria, per fornire loro i dettagli dell’offerta didattica e per far conoscere i tanti servizi e le opportunità che l'Ateneo mette a disposizione sul fronte del welfare universitario. In questo ambito si va dalle vaste possibilità di borse di studio e alloggi a una no tax area fra le più ampie in Italia, dall’assistenza sanitaria estesa anche ai fuori sede alle convenzioni sui trasporti, dall’attenzione per gli studenti con disabilità e disturbi specifici dell'apprendimento ai servizi di ascolto e consulenza anche psicologica e agli sportelli antiviolenza e contro ogni forma di discriminazione.

Per partecipare agli Open Days è necessario prenotarsi attraverso il portale: https://prenotazione-eventi.unipi.it/, mentre informazioni dettagliate e il calendario degli appuntamenti sono sul sito: https://orientamento.unipi.it/open-days-2023/.

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“L’Università di Pisa – conclude il rettore Riccardo Zucchi – vanta una tradizione di eccellenza sia nel campo della ricerca che in quello della formazione, e guarda al futuro sviluppando progetti di didattica innovativa, corsi interdisciplinari e lauree congiunte con altre istituzioni europee ed extraeuropee. Due sono gli obiettivi che l’Ateneo si pone nel rapporto con i suoi studenti, presenti e futuri: cercare di non lasciare indietro nessuno e riuscire a valorizzare il talento di cui ognuno è dotato”.

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