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Come ormai da tradizione, l'Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa ha bandito il concorso fotografico a tema botanico "Fi/oTO 2022".

Il bando è aperto a tutti e le proposte dovranno pervenire entro il 30 marzo 2022.

Il primo classificato riceverà come premio una copia della ‘Flora d’Italia’ di Sandro Pignatti (4 volumi), mentre le 12 fotografie (vincitrice inclusa) più votate, saranno utilizzate per il calendario 2023 dell’Orto e Museo Botanico di Pisa.

La presentazione di tutte le foto meritevoli e la contestuale premiazione della foto vincitrice, avverrà presso l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa, nel pomeriggio di mercoledì 18 Maggio 2022.
A partire da quella data, sarà allestita una mostra temporanea, presso la struttura, che esporrà tutte le foto meritevoli.


Tutti i dettagli, il regolamento e le modalità di partecipazione alla pagina: https://www.ortomuseobot.sma.unipi.it/2022/01/concorsofito2022/

Come ormai da tradizione, l'Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa ha bandito il concorso fotografico a tema botanico "Fi/oTO 2022".

Il bando è aperto a tutti e le proposte dovranno pervenire entro il 30 marzo 2022.

Il primo classificato riceverà come premio una copia della ‘Flora d’Italia’ di Sandro Pignatti (4 volumi), mentre le 12 fotografie (vincitrice inclusa) più votate, saranno utilizzate per il calendario 2023 dell’Orto e Museo Botanico di Pisa.

La presentazione di tutte le foto meritevoli e la contestuale premiazione della foto vincitrice, avverrà presso l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa, nel pomeriggio di mercoledì 18 Maggio 2022.
A partire da quella data, sarà allestita una mostra temporanea, presso la struttura, che esporrà tutte le foto meritevoli.


Tutti i dettagli, il regolamento e le modalità di partecipazione alla pagina: https://www.ortomuseobot.sma.unipi.it/2022/01/concorsofito2022/

 

Il prossimo giovedì 20 gennaio, alle 9.30, nell’Aula Magna di Palazzo Matteucci (in Piazza Torricelli 2), sede del Dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica dell’Università di Pisa, lo storico e filologo Luciano Canfora, professore all’Università di Bari “A. Moro” e all’Università di San Marino, sarà ospite di un incontro in cui presenterà il volume “Giorgio Pasquali, La commedia mitologica e i suoi precedenti nella letteratura greca” (Firenze 2021), insieme alla curatrice Anna di Giglio (Università di Foggia). Nel libro è pubblicata la tesi di laurea discussa il 27 giugno 1907 da Giorgio Pasquali, figura di rilievo della filologia in Italia.

Il programma prevede la partecipazione di vari membri del Dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica dell’Università di Pisa. Ai saluti istituzionali della direttrice del Dipartimento Roberta Ferrari, seguirà l’introduzione del professor Graziano Ranocchia. La discussione con Luciano Canfora e Anna di Giglio sarà presieduta dal professor Mauro Tulli. Conclude la presentazione Rosario Pintaudi (Biblioteca Medicea Laurenziana).

L’evento può essere seguito anche online, attraverso la piattaforma di Microsoft Teams, a questo link.

Martedì, 18 Gennaio 2022 10:16

Se il cancro usurpa le capacità embrionali

Il meccanismo biologico è lo stesso e, sebbene con valenze opposte, gioca un ruolo fondamentale nel caso della crescita dei feti nel grembo materno e dello sviluppo di alcuni tumori particolarmente aggressivi. La scoperta pubblicata su Medicinal Research Review, una delle prime riviste di farmacologia al mondo, arriva da una ricerca condotta da un team di neonatologi e di fisiologi composto da Luca Filippi (foto), Maurizio Cammalleri, Paola Bagnoli e Massimo Dal Monte per l’Università di Pisa e Alessandro Pini per l’Ateneo fiorentino.

 

luca filippi copy

Al centro di tutto c’è un particolare recettore adrenergico (il beta3) che viene attivato da bassi livelli di ossigeno per indurre processi di intensa vascolarizzazione. Questo meccanismo viene sfruttato da alcuni tumori per vascolarizzarsi e accrescersi, seguendo lo stesso meccanismo che originariamente era stato scoperto studiando una patologia tipica del neonato prematuro come la Retinopatia della Prematurità, tuttora la principale causa di cecità dei neonati prematuri. Lo studio di questo meccanismo, secondo gli autori della ricerca, apre dunque importanti filoni di cura sia in campo oncologico che neonatale.

“L’articolo pubblicato sul Medicinal Research Review è l’esito di un percorso che abbiamo seguito negli ultimi dieci anni, un vero e proprio viaggio con andata e ritorno, partito dallo studio della Retinopatia della Prematurità (e che continua, con un nuovo trial clinico finanziato dall'Azienda ospedaliero-universitaria pisana), esteso successivamente al cancro, ed ora di nuovo focalizzato su una interpretazione delle principali malattie del prematuro e sulle nuove prospettive di cura”, spiega il professore Luca Filippi del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Ateneo pisano, Direttore dell’Unità operativa di Neonatologia dell’Azienda Ospedaliero-universitaria pisana.

Decifrare il ruolo di questo particolare recettore che governa funzioni così disparate ma al tempo stesso così coordinate è stato il filo logico che ha guidato tutta la ricerca. L’idea di partenza è stata che il cancro utilizzi il recettore per sfruttare meccanismi biologici ben rodati e straordinariamente efficienti, originariamente previsti per tutt’altra finalità: quelli cioè di assicurare all’embrione e al feto la possibilità di porsi al centro dell’ospitante (la madre) e poter così crescere, promuovere la propria vascolarizzazione, farsi immuno-tollerare e rendersi chemioresistente all’interno dell’utero materno.

Il cancro, pertanto, si comporterebbe come un abile usurpatore ed imitatore di capacità originariamente embrionali. Quello stesso “trucco” che consente all’embrione di insediarsi al centro del grembo materno e imporre all’ospitante una serie di adattamenti biologici necessari alla sua crescita ed al suo benessere, viene purtroppo utilizzato dal cancro per mantenere la propria crescita all’interno di un involontario ospitante. La scoperta che il recettore adrenergico beta3 abbia un ruolo così utile al cancro in quanto capace di garantirgli potenzialità embrionali, da un lato apre la strada all’antagonismo di questo recettore come nuova opportunità terapeutica antitumorale, dall’altro suggerisce che questo recettore svolga invece un ruolo benefico e indispensabile durante la vita intrauterina. Da questa considerazione è nata così l’ipotesi che i neonati che nascono troppo prematuramente possano presentare una serie di patologie apparentemente diverse le une dalle altre, ma tutte almeno in parte ascrivibili alla privazione degli effetti benefici di questo recettore.

“La sfida che si apre allora adesso – aggiunge Luca Filippi - è quella di verificare se i neonati prematuri possano giovarsi di una stimolazione di questi recettori (come avverrebbe se i neonati avessero potuto rimanere nell’ambiente uterino) per prevenire alcune delle malattie tipiche del neonato prematuro”.

“La esplorazione di questa nuova ipotesi sta prendendo corpo grazie alla generosità di due persone, Jean-Luc e Cristina Baroni, – conclude Filippi - grazie ai quali è stato possibile acquistare una speciale incubatrice capace di garantire altissime concentrazioni di ossigeno per organizzare una serie di test volti a verificare se sia possibile, stimolando questo recettore, prevenire molte delle patologie del neonato prematuro. Infine, sento il dovere di ricordare che il decennale percorso di ricerca che ha portato alla presente pubblicazione ha coinvolto (e continuerà a coinvolgere), tra le altre, la Neonatologia dell'Ospedale Meyer, di Siena e della Clinica Mangiagalli di Milano, cui devo un sincero ringraziamento”.

Il meccanismo biologico è lo stesso e, sebbene con valenze opposte, gioca un ruolo fondamentale nel caso della crescita dei feti nel grembo materno e dello sviluppo di alcuni tumori particolarmente aggressivi. La scoperta pubblicata su Medicinal Research Review, una delle prime riviste di farmacologia al mondo, arriva da una ricerca condotta da un team di neonatologi e di fisiologi composto da Luca Filippi, Maurizio Cammalleri, Paola Bagnoli e Massimo Dal Monte per l’Università di Pisa e Alessandro Pini per l’Ateneo fiorentino.

 

Al centro di tutto c’è un particolare recettore adrenergico (il beta3) che viene attivato da bassi livelli di ossigeno per indurre processi di intensa vascolarizzazione. Questo meccanismo viene sfruttato da alcuni tumori per vascolarizzarsi e accrescersi, seguendo lo stesso meccanismo che originariamente era stato scoperto studiando una patologia tipica del neonato prematuro come la Retinopatia della Prematurità, tuttora la principale causa di cecità dei neonati prematuri. Lo studio di questo meccanismo, secondo gli autori della ricerca, apre dunque importanti filoni di cura sia in campo oncologico che neonatale.

 

“L’articolo pubblicato sul Medicinal Research Review è l’esito di un percorso che abbiamo seguito negli ultimi dieci anni, un vero e proprio viaggio con andata e ritorno, partito dallo studio della Retinopatia della Prematurità (e che continua, con un nuovo trial clinico finanziato dall'Azienda ospedaliero-universitaria pisana), esteso successivamente al cancro, ed ora di nuovo focalizzato su una interpretazione delle principali malattie del prematuro e sulle nuove prospettive di cura”, spiega il professore Luca Filippi del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Ateneo pisano, Direttore dell’Unità operativa di Neonatologia dell’Azienda Ospedaliero-universitaria pisana.

 

Decifrare il ruolo di questo particolare recettore che governa funzioni così disparate ma al tempo stesso così coordinate è stato il filo logico che ha guidato tutta la ricerca. L’idea di partenza è stata che il cancro utilizzi il recettore per sfruttare meccanismi biologici ben rodati e straordinariamente efficienti, originariamente previsti per tutt’altra finalità: quelli cioè di assicurare all’embrione e al feto la possibilità di porsi al centro dell’ospitante (la madre) e poter così crescere, promuovere la propria vascolarizzazione, farsi immuno-tollerare e rendersi chemioresistente all’interno dell’utero materno.

 

Il cancro, pertanto, si comporterebbe come un abile usurpatore ed imitatore di capacità originariamente embrionali. Quello stesso “trucco” che consente all’embrione di insediarsi al centro del grembo materno e imporre all’ospitante una serie di adattamenti biologici necessari alla sua crescita ed al suo benessere, viene purtroppo utilizzato dal cancro per mantenere la propria crescita all’interno di un involontario ospitante.

 

La scoperta che il recettore adrenergico beta3 abbia un ruolo così utile al cancro in quanto capace di garantirgli potenzialità embrionali, da un lato apre la strada all’antagonismo di questo recettore come nuova opportunità terapeutica antitumorale, dall’altro suggerisce che questo recettore svolga invece un ruolo benefico e indispensabile durante la vita intrauterina. Da questa considerazione è nata così l’ipotesi che i neonati che nascono troppo prematuramente possano presentare una serie di patologie apparentemente diverse le une dalle altre, ma tutte almeno in parte ascrivibili alla privazione degli effetti benefici di questo recettore.

 

“La sfida che si apre allora adesso – aggiunge Luca Filippi - è quella di verificare se i neonati prematuri possano giovarsi di una stimolazione di questi recettori (come avverrebbe se i neonati avessero potuto rimanere nell’ambiente uterino) per prevenire alcune delle malattie tipiche del neonato prematuro”.

 

“La esplorazione di questa nuova ipotesi sta prendendo corpo grazie alla generosità di due persone, Jean-Luc e Cristina Baroni, – conclude Filippi - grazie ai quali è stato possibile acquistare una speciale incubatrice capace di garantire altissime concentrazioni di ossigeno per organizzare una serie di test volti a verificare se sia possibile, stimolando questo recettore, prevenire molte delle patologie del neonato prematuro. Infine, sento il dovere di ricordare che il decennale percorso di ricerca che ha portato alla presente pubblicazione ha coinvolto (e continuerà a coinvolgere), tra le altre, la Neonatologia dell'Ospedale Meyer, di Siena e della Clinica Mangiagalli di Milano, cui devo un sincero ringraziamento”.

Si è conclusa a fine 2021 la fase di selezione dei PRIN 2020, i Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale finanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca, e sono ben 37 i progetti dell’Università di Pisa che sono risultati vincitori del bando. Di questi, 14 sono in qualità di coordinatore nazionale, con 2 proposte che rientrano nella quota riservata a progetti presentati da ricercatori di età inferiore ai 40 anni. Considerando che a livello nazionale, delle 4.344 proposte presentate, sono stati finanziati 308 progetti, il tasso di successo dell’Ateneo pisano è pari al 12%.

Inoltre, con suoi 14 progetti in cui è capofila, l’Università di Pisa è sesta in Italia per progetti coordinati dopo Milano Statale, Bologna, La Sapienza, CNR e Napoli Federico II, oltre che primo in Toscana.

“In attesa della definizione degli importi complessivi che ci verranno assegnati, siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti – commenta la professoressa Claudia Martini, prorettrice alla ricerca in ambito nazionale – Confrontando i numeri degli ultimi anni, è da sottolineare l’incremento, sul totale dei progetti finanziati a livello nazionale, dei progetti coordinati dall’Università di Pisa: siamo passati dal 2% del 2015, al 3,35% del 2017, fino al 4,50% del 2020. Un dato positivo che testimonia la capacità della nostra ricerca di intercettare ambiti di interesse nazionale con progetti caratterizzati da originalità, adeguatezza metodologica e forte impatto sulla società”.

Dei 37 progetti finanziati all’Università di Pisa, 10 sono del settore “LS - Scienze della vita”, 13 del settore “PE -Scienze Ingegneristiche, chimiche, fisiche” e 11 del settore “SH - Scienze umanistiche”. L’elenco completo dei progetti che hanno avuto accesso al finanziamento è disponibile a questo link (ulteriori dettagli a questo link).

Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Azienda USL Toscana Nord-Ovest, Università di Pisa e Fondazione Monasterio insieme per l’Area Nascita Integrata all’Ospedale del Cuore di Massa, già inserita nel Centro Interaziendale per la Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica con l’AOU Meyer, e nella rete regionale per le gravidanze ad alto rischio.

Questo accordo coagula le competenze multidisciplinari e interaziendali presenti nell’Area Vasta Nord Ovest, per rafforzare e mettere a disposizione dell’intera regione le potenzialità di questa Area nascita, un vero e proprio unicum a livello nazionale.

Un importante traguardo che vede lavorare in sinergia quattro Istituzioni, tutte unite da un comune traguardo: la cura delle madri e dei figli affetti da cardiopatia congenita, la formazione di nuovi professionisti di talento, la ricerca e l’innovazione in un campo – per lo più – inesplorato.

Diagnosi fetale, trattamento delle patologie cardiovascolari materno-fetali riscontrate in corso di gravidanza, correzione in utero delle cardiopatie congenite, completa presa in carico dei pazienti e continuità di cura.

Ricerca, laboratori professionalizzanti, percorsi didattici specifici ed incentrati sulla patologia cardiaca fetale e materna in gravidanza, implementazione di attività e progetti scientifici e di alta formazione: in sostanza, una piena sinergia tra funzioni assistenziali, scientifiche e didattiche tra Aoup, Atno, Unipi e Monasterio.

ospedale massa

 

Percorsi condivisi e sinergici, quindi, creazione di un contesto multiprofessionale che sia in grado di sfruttare – unendo – le competenze cliniche e scientifiche presenti nell’intera Area Vasta Nord Ovest: tutto ciò, con il fine ultimo di sviluppare le potenzialità dell’Area Vasta medesima, avendo particolare riguardo alla capacità di generare innovazione, di realizzare studi e progetti di ricerca, di aumentare l’attrattività del centro, nonché di favorire l’appropriatezza clinica e di percorso di cura.

«La firma di questo protocollo è una bellissima notizia per tutto il nostro territorio, oltre che per il nostro Ateneo – commenta il Rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella. È da iniziative come questa, infatti, che può prendere realmente forma quel progetto comune di Area Vasta capace di integrare i diversi punti di forza di questa parte della Toscana. Spero sinceramente che questo modo di lavorare insieme, di mettere in rete le diverse competenze ed eccellenze territoriali, possa servire da modello e sia replicato anche in altre aree del nostro Paese, per un sistema sanitario nazionale sempre più all’avanguardia».«Sono molto orgoglioso di questo Protocollo – afferma Marco Torre, il Direttore Generale della Fondazione Monasterio – perché esprime la volontà delle quattro Istituzioni coinvolte di unire le reciproche competenze in favore dei nostri piccoli pazienti e delle loro madri. Ringrazio tutti i professionisti, perché questo accordo nasce dalla loro volontà di collaborare e dalla loro capacità di lavorare in modo sinergico unendo clinica, ricerca, innovazione, formazione e didattica. Un centro di elevata specialità come questo riuscirà ad esprimere a pieno le proprie potenzialità, proprio grazie alla logica di funzionamento a rete che unisce questa struttura con le altre eccellenze presenti nella nostra Regione». 

«Durante questa pandemia – sottolinea il Direttore Generale della ASL Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani – abbiamo toccato con mano quanto sia importante la collaborazione tra i diversi settori della sanità e soprattutto tra le molte eccellenze presenti sul territorio. Per questo ho firmato con convinzione il protocollo per la creazione dell’Area Nascita Integrata all’Ospedale del Cuore di Massa che ci consente di venire incontro alle esigenze di molte famiglie».

«Anche Pisa farà la sua parte in questo protocollo di collaborazione – dichiara il Direttore Generale dell’Aoup Silvia Briani – visto che da poco, col medesimo intento, è stata inaugurata la Unità di Medicina materno fetale, una realtà clinica multidisciplinare ad alta specializzazione e a valenza di area vasta, che la Regione Toscana ha promosso nell’ottica della rete di assistenza per le gravidanze a rischio. E quindi l’apporto dei nostri professionisti del percorso materno-infantile sarà tanto più indicato nei casi di cardiopatie congenite fetali».

scientific researches gff5153f07 1920Si è conclusa a fine 2021 la fase di selezione dei PRIN 2020, i Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale finanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca, e sono ben 37 i progetti dell’Università di Pisa che sono risultati vincitori del bando. Di questi, 14 sono in qualità di coordinatore nazionale, con 2 proposte che rientrano nella quota riservata a progetti presentati da ricercatori di età inferiore ai 40 anni. Considerando che a livello nazionale, delle 4.344 proposte presentate, sono stati finanziati 308 progetti, il tasso di successo dell’Ateneo pisano è pari al 12%.

Inoltre, con suoi 14 progetti in cui è capofila, l’Università di Pisa è sesta in Italia per progetti coordinati dopo Milano Statale, Bologna, La Sapienza, CNR e Napoli Federico II, oltre che primo in Toscana.

“In attesa della definizione degli importi complessivi che ci verranno assegnati, siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti – commenta la professoressa Claudia Martini, prorettrice alla ricerca in ambito nazionale – Confrontando i numeri degli ultimi anni, è da sottolineare l’incremento, sul totale dei progetti finanziati a livello nazionale, dei progetti coordinati dall’Università di Pisa: siamo passati dal 2% del 2015, al 3,35% del 2017, fino al 4,50% del 2020. Un dato positivo che testimonia la capacità della nostra ricerca di intercettare ambiti di interesse nazionale con progetti caratterizzati da originalità, adeguatezza metodologica e forte impatto sulla società”.

Dei 37 progetti finanziati all’Università di Pisa, 10 sono del settore “LS - Scienze della vita”, 13 del settore “PE -Scienze Ingegneristiche, chimiche, fisiche” e 11 del settore “SH - Scienze umanistiche”. L’elenco completo dei progetti che hanno avuto accesso al finanziamento è disponibile a questo link (ulteriori dettagli a questo link).

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