Il CUS Pisa hockey femminile è campione d'Italia
Con una giornata di anticipo rispetto alla fine del campionato, il CUS Pisa è campione d'Italia nella disciplina dell’hockey su prato femminile, per la stagione 2016/17. È il primo, storico, titolo outdoor per le universitarie pisane, che si va ad aggiungere a quello vinto a febbraio nella specialità indoor. La sicurezza matematica dello scudetto è arrivata mercoledì in tarda serata, quando la Federazione Italiana Hockey ha rigettato il ricorso presentato dall’HCU Catania, penalizzato di 2 punti a causa di gravi problematiche al campo di gioco, più volte segnalate e mai risolte dalla società siciliana, e perdente a tavolino contro l’Hockey Cernusco proprio a causa dell’inagibilità del campo.
Ancora imbattute in tutte le partite del campionato, le atlete pisane mantengono così i 5 punti di vantaggio che avevano sulle rivali catanesi, rendendo del tutto ininfluente l’incontro di questa domenica contro il San Saba, attualmente terzultimo in classifica. «Sono più di venti anni che lavoriamo per questo risultato – commenta il responsabile della sezione hockey Riccardo Vanni – Nel 95-96 abbiamo rifondato l’hockey pisano con queste ragazze che avevano 6 anni o poco più. Adesso in gran parte frequentano l’università e sono campionesse d’Italia».
Tutte le atlete sono infatti pisane eccetto la naturalizzata italiana Agata Wyberlaska, da molti anni asse portante della formazione gialloblu oltre che della nazionale azzurra, e quattro straniere acquistate dalla società hockeystica appositamente per questo campionato. «Quest’anno avevamo la netta percezione che le ragazze fossero degne del titolo – continua Vanni – ma c’era bisogno di rinforzare centrocampo e attacco per cui abbiamo chiamato tre atlete argentine e una inglese (Carolina Pereyra, Daiana Reboredo, Agustina Iturraspe e Charlotte Tait, ndr)».Ottima scelta se si pensa che le prime due argentine e l’inglese hanno segnato vari goal sia in indoor che su prato, anche se l’altra atleta è stata ritenuta non all’altezza della squadra dal mister Nicola Giorgi e quindi relegata in panchina.
«È la conclusione di un bellissimo percorso che abbiamo fatto con tutte le ragazze – spiega Giorgi – anche se sarebbe stato molto più bello vederle vincere una domenica sul campo invece che un mercoledì attorno a un tavolino. Grande merito comunque a tutte le atlete e adesso mente ai campionati giovanili». Il Cus Pisa Hockey si è infatti classificato alle finali giovanili di tutte le categorie, dall’under 14 all’under 21. Soffre maggiormente la sezione maschile, dove per il momento solo gli under 16 hanno conquistato l’accesso agli spareggi (siamo in attesa della fina campionato under 14), mentre la formazione senior lotta per salvarsi dalla retrocessione dalla serie A1 così duramente conquistata lo scorso anno. «La squadra maschile è finalmente al completo, al netto di infortuni o assenze per altri motivi – dice Vanni – e mancano ancora 4 partite al termine del campionato per cui sono fiducioso, credo che ce la faremo. Un mio personale ringraziamento va senza dubbio anche al Cus e all’Università di Pisa, una parte del merito è sicuramente da attribuire a loro». (Fonte: Ufficio Stampa e Comunicazione CUS Pisa)
Formazione:
Chirico Martina, Bendinelli Francesca, Chirico Chiara, Galligani Giulia, Taglioli Giulia, Wyberlaska Agata, Puglisi Sara, Lecchini Martina, Tiralongo Evelina, Betti Alessia, Casciani Matilde, Reboredo Daiana, Pereyra Carolina, Tait Charlotte, Falcitelli Irene, Ciucci Claudia, Menconi Ottavia, Rovini Margherita
Allenatore:
Nicola Giorgi
Dirigente:
Lucia Anita Dambra
Selezione pubblica per un contratto di cat. C al Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale - scad. 19/5
Selezione pubblica specifica per il reclutamento di n. 1 unità con contratto di lavoro a tempo determinato fino al 31 dicembre 2017 per le esigenze del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale
https://www.unipi.it/ateneo/bandi/conc-pub/categoriac/ingciv/index.htm
Tre selezioni per contratti di categoria D presso la Direzione Edilizia e Telecomunicazione - scad. 29/5
Essere suscettibili all’ipnosi dimezza il dolore
Le persone più suscettibili all’ipnosi possono ridurre della metà l’intensità del dolore percepito. E’ questa una delle conclusioni di un complesso studio realizzato da una equipe di ricercatori delle Università di Pisa e di Siena, del Cnr e del GIFT Institute of Integrative Medicine di Pisa che è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica Physiology and Behavior.
L’esperimento, che conferma e arricchisce quanto si conosce sul controllo del dolore è il primo che confronta l’effetto di tecniche fisiche (analgesia condizionata) e cognitive (suggestioni esplicite di analgesia) in soggetti con diverso grado di ipnotizzabilità.
“Lo studio ha prodotto risultati che aprono interessanti prospettiva sul possibile utilizzo generalizzato di tecniche cognitive, per ridurre ad esempio, senza impiego di farmaci, il dolore “da procedura” che i pazienti sperimentano durante la fisioterapia che segue immobilizzazioni e interventi ortopedici, varie procedure strumentali”, spiega la professoressa Enrica Santarcangelo dell’Ateneo pisano responsabile della ricerca. “All’estero- ha aggiunto - contrariamente a quanto avviene nel nostro Paese, l’uso di tecniche cognitive per il controllo del dolore acuto, cronico e ‘da procedura’ (compreso alcuni interventi chirurgici) è ampiamente diffuso”.
Lo studio dei ricercatori toscani ha coinvolto sessanta soggetti sani di entrambi i sessi con una suscettibilità all’ipnosi alta, media e bassa. Senza che fosse alterato il loro stato ordinario di coscienza, cioè in assenza di induzione ipnotica, le persone venivano sottoposte a scariche elettriche ad una mano alle quali in alcuni casi si associava una suggestione verbale di analgesia o in altri tecniche fisiche note come analgesia condizionata. I ricercatori hanno quindi rilevato che, indipendentemente dall’aver ricevuto suggestioni di analgesia o induzione di analgesia condizionata, i soggetti con alti punteggi di ipnotizzabilità (alti) riferivano una riduzione media del dolore di circa il 50%, quelli con punteggi bassi (bassi) di circa il 20% e quelli con punteggi intermedi (medi) di circa il 30%.
“In base a considerazioni cliniche, si considera rilevante una riduzione del dolore quando questa è almeno del 25-30% – ha concluso Enrica Santarcangelo – quindi gli ‘alti’ riducono benissimo il dolore, alcuni ‘medi’ possono farlo, i ‘bassi’ non ci riescono quasi per niente. Comunque, considerato che, secondo le stime più accreditate, il 15% della popolazione ha una suscettibilità all’ipnosi bassa, il 70% media e il 15% alta, questo significa che gran parte della popolazione (gli alti e parte dei medi) riesce a controllare abbastanza bene il dolore attraverso strategie cognitive senza l’uso di farmaci”.
Lo studio conferma quindi l’interesse che la valutazione della suscettibilità all’ipnosi può avere nella pratica clinica perché conoscere il grado di ipnotizzabilità può incoraggiare l’uso di metodi di controllo cognitivo del dolore alternativi ai farmaci, economici e privi di effetti collaterali. Inoltre, la consapevolezza della propria capacità di controllare autonomamente il dolore può migliorare significativamente la qualità della vita di molti pazienti.
La nuova rivoluzione industriale 4.0
Giovedì 4 maggio, nell'aula magna della Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa (Largo Lucio Lazzarino) si svolge il convegno "ICT e Industria 4.0: sfide e opportunità. La nuova rivoluzione industriale vista dalle imprese". Durante l’evento, organizzato dal Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione (DII), in collaborazione con Regione Toscana, sarà presentata la Piattaforma Regionale Toscana su #Industria40 e, a seguire, un confronto su ciò che le imprese si aspettano dalle tecnologie ICT per la fabbrica del futuro. Il programma della giornata è diviso in due sessioni, la mattina a partire dalle 9,45, il pomeriggio dalle 14,30. Apriranno i lavori Stefano Ciuoffo, assessore Attività Produttive della Regione Toscana, Paolo Mancarella, Rettore, dell’Ateneo pisano, Albino Caporale, Direttore Sviluppo e Attività Produttive della Regione Toscana e Giuseppe Anastasi, Direttore DII dell’Università di Pisa.
Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Filiberto Loreti
Nella mattina di ieri, 1° maggio, è arrivata la triste comunicazione che il professor Filiberto Loreti, illustre membro di questo Ateneo sino al 2007, insignito dell’Ordine del Cherubino nell’87, si era spento la sera precedente a causa di una lunga malattia contro cui stava lottando con tutte le sue forze ormai da alcuni anni ma che non gli ha mai impedito, fino a poche settimane fa, di portare il suo prezioso contributo di esperienza, idee e proposte al mondo scientifico nazionale attraverso le iniziative della Sezione Centro Ovest dell’Accademia dei Georgofili, da lui diretta fino alla scomparsa. I funerali si terranno oggi, 2 maggio, alle ore 11 presso la Chiesa di Santo Stefano, in Via Santo Stefano a Pisa.
Il professor Filiberto Loreti, nato a Tarquinia (VT) il 26 maggio 1935, si è laureato in Scienze Agrarie nel 1959 con il massimo dei voti e la lode. Nel 1960, grazie ad una borsa di studio del CNR, ha iniziato la propria attività di studio e di ricerca presso l’Istituto di Coltivazioni Arboree della Università di Pisa. Nel 1967 ha conseguito la libera docenza e nel 1971 ha vinto il concorso per la omonima cattedra presso l'Università di Pisa. Ordinario di Coltivazioni Arboree dal '74 e di Arboricoltura Generale dal '86, è stato Direttore dell'Istituto di Coltivazioni Arboree dal '71 all '86 e del Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose “G. Scaramuzzi” dal 1989 al 1998.
Il professor Loreti dal '68 al '72 è stato membro del Comitato Scienze Agrarie del CNR, dal '76 all'88 Direttore della Sezione di Agraria della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e dall'80 all'87 membro del Comitato Consultivo per la ricerca scientifica del CUN. Ha trascorso diversi periodi di studio e ricerca all’estero, tra i quali un anno presso l’Università di California (Davis), dove ha condotto importanti e ancora validi studi e ricerche, come “post doctoral researcher”, con i proff. H.T.Hartmann e R.M. Sachs.
La carriera didattica ha riguardato lo svolgimento dei corsi di Frutticoltura, dal '67 al '69, di Coltivazioni Arboree, dal ‘69 e di Arboricoltura Generale dall’86, mentre l’attività scientifica è documentata da oltre 350 pubblicazioni a stampa. E’ stato co-autore del volume "Monografia delle principali cultivar di nettarine" (Ed. CNR) e di capitoli dei volumi: collana "Frutticoltura anni '80" (Ed. Reda), "La Toscana nella storia dell'olivo e dell'olio" (Ed. ARSIA), “Manuale di Peschicoltura” (Ed. Il Sole 24Ore-Edagricole”), "Le Nuove Frontiere dell'Arboricoltura"(Ed. Perdisa), “Il Pesco” (Ed. ART-Servizi Editoria), "The Peach" (Ed. CAB International).
Ha partecipato con contributi personali a numerosi congressi, convegni e simposi nazionali ed internazionali ed ha compiuto missioni di studio in Paesi europei ed extraeuropei. Ha organizzato e collaborato attivamente all'organizzazione di congressi, convegni e simposi nazionali ed internazionali su problemi di fisiologia e biologia applicata agli alberi da frutto ed ha svolto incarichi per il CNR, MiPAAF e MIUR. Dal 1982 al 1998 è stato coordinatore del Dottorato di Ricerca in Ortoflorofrutticoltura.
Il professor Filiberto Loreti, Ordine del Cherubino della Università di Pisa, ha ricevuto il premio internazionale “The Carroll R. Miller Award dall’American Society for Horticultural Science e il premio “Antico Fattore” dall’Accademia dei Georgofili. Il professor Loreti era socio e accademico di alcune Società e Accademie, tra le quali l'Accademia dei Georgofili, di cui era Presidente della Sezione Centro-Ovest e Accademico Emerito dal 2002, l'Accademia Nazionale di Agricoltura, l'Accademia Italiana della Vite e del Vino, l'Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’ Olio, l’Accademia di Agricoltura di Torino, la Società Orticola Italiana, l'International Society Horticultural Science, l'American Society of Plant Physiology, l'International Plant Propagator, l’American Pomological Society.
Il professor Loreti è stato sin dall’inizio della sua carriera un punto di riferimento importante per tutti i colleghi delle Scienze Agrarie e per l’Ateneo pisano. Stimato e apprezzato docente da generazioni e generazioni di studenti, ha lasciato sempre un ricordo indelebile nei suoi discenti per la instancabile e genuina passione con cui ha svolto la sua attività didattica e scientifica, senza mai dimenticare il profondo attaccamento alla famiglia e alla sua terra di origine, Tarquinia, a cui era legato da un amore profondo e che ora lo accoglierà per sempre.
Alla moglie Ida e alle figlie Stefania e Elena, apprezzate ricercatrici, va l’abbraccio affettuoso di tutta l’Università di Pisa.
Contest fotografico "Armonie"
Il 4 maggio presso il Polo Porta Nuova, l'associazione Sinistra per...presenta la seconda edizione del contest fotografico "Armonie", dedicato al tema "L'uomo e la natura".
Alle 18.30 aperitivo musicale e mostra fotografica.
Leggi il Regolamento di partecipazione
L'attività è svolta con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa.
Info:
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Valutazioni sulla didattica - secondo semestre 16/17
Cittadinanze nella storia dello Stato contemporaneo
Marcella Aglietti e Carmelo Calabrò sono i due curatori del libro “Cittadinanze nella storia dello Stato contemporaneo” (Milano, 2017) recentemente pubblicato da Franco Angeli con licenza Creative Commons nella collana peer reviewed "Temi di storia - Open Access". Il libro, che raccoglie dodici saggi dedicati ai possibili modi in cui la cittadinanza ha preso forma durante l’età contemporanea, può essere scaricato gratuitamente sul sito dell’editore.
Marcella Aglietti insegna Storia delle istituzioni politiche all’Università di Pisa e come argomenti di ricerca si occupa di costruzione delle élite, delle istituzioni rappresentative e parlamentari spagnole e di riforme in materia di cittadinanza e naturalizzazione in età moderna e contemporanea. Carmelo Calabrò è professore a Pisa di Storia delle dottrine politiche e si interessa in particolare della storia della cultura socialista nel Novecento.
Pubblichiamo di seguito una breve presentazione del libro a loro firma.
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Il volume raccoglie il frutto delle ricerche effettuate da un gruppo di ricercatori provenienti dai Dipartimenti di Scienze politiche e di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa, grazie al finanziamento erogato dall’Ateneo con il bando PRA 2015 (Progetti di Ricerca di Ateneo).
Il progetto ha riguardato l’evoluzione del concetto di cittadinanza in una prospettiva comparata e nella sua rilevanza per lo studio dei meccanismi di costruzione dello Stato contemporaneo, avvalendosi degli strumenti epistemologici di discipline storico-politiche affini, ma dotate di metodologie di analisi proprie e, come tali, capaci di rappresentare la complessità della dimensione della cittadinanza.
Tra la fine del Settecento, poi più compiutamente durante la Restaurazione e fino alla crisi del sistema politico liberale, si avviò infatti un dibattito acceso su quali fossero le caratteristiche determinanti per fare un cittadino, chi dovesse essere riconosciuto membro effettivo della comunità nazionale di riferimento e, di conseguenza, potenzialmente dotato della capacità di partecipare alla politica e al governo del proprio Stato. Il discorso sulla cittadinanza ha risentito delle trasformazioni sociali, culturali ed economiche che hanno costretto gli Stati a fare i conti con il delinearsi delle società di massa. L’allargamento dei diritti politici appare insufficiente a governare le spinte provenienti dal mondo del lavoro e della contemporaneità globalizzata. Nei diversi contributi del volume, articolato in tre sezioni tematiche, attraverso un percorso tutt’altro che lineare dentro e fuori dai parlamenti, attraverso gli scritti di Paine o dei romanzi di Orwell, dalla Rivoluzione francese sino ad arrivare alle diseguaglianze del digital divide, si mettono in luce alcune delle congiunture giudicate più utili a stabilire inediti elementi di confronto.
Marcella Aglietti e Carmelo Calabrò
Giornata di presentazione dell'archivio ARPI
Giovedì 27 aprile nell'Aula Magna di Palazzo Matteucci si è tenuto un incontro finalizzato alla presentazione dell'archivio istituzionale dei prodotti della ricerca ARPI, quale strumento a disposizione della comunità accademica per raccogliere, valorizzare e conservare la produzione scientifica dell'Università di Pisa, incrementando al tempo stesso la visibilità dei ricercatori.
Tale piattaforma, adottata da oltre 60 Atenei italiani, rappresenta uno strumento centrale per i suddetti fini e per lo svolgimento di tutte le procedure di valutazione della ricerca, quali ASN, VQR, ecc. essendo interoperabile con il sito docenti del MIUR.
L’incontro era rivolto a tutto il personale docente, con particolare riferimento ai professori di seconda fascia e ai ricercatori, per i quali sono state fornite indicazioni in materia dei finanziamenti per l’attività base di ricerca, secondo quanto previsto dalla legge di Bilancio 2017 n. 232 dell’11.12.16, art. 1 commi 295-305. L’incontro era inoltre rivolto a tutto il personale che nei dipartimenti svolge funzioni di referente e di supporto alle attività di ricerca.
Sono intervenuti il prorettore per la Ricerca nazionale, Claudia Martini, che ha aperto l’incontro con una breve introduzione sui temi riguardanti i finanziamenti per l’attività base di ricerca e sull’importanza di un utilizzo consapevole e corretto della piattaforma ARPI per la visibilità e la valorizzazione della produzione scientifica dell’Ateneo. A seguire, sono intervenute Gabriella Benedetti, che ha introdotto brevemente il tema dell’Open Access con alcuni cenni storici sul suo sviluppo e e sulle azioni concrete messe in atto nel tempo dall’Università di Pisa a sostegno dell’accesso aperto, e Simona Turbanti che si è soffermata sulle tematiche relative all’evoluzione in atto nella diffusione delle informazioni scientifiche, anche grazie alle nuove tecnologie e agli strumenti “social” evidenziando le caratteristiche di questi ultimi a confronto con la valenza e le funzioni degli archivi istituzionali.
Nell’intervento dello staff Arpi, composto da Francesca Cecconi , Sandra Faita, Chiara Letta, Raffaella Sprugnoli, Simona Turbanti, sono state introdotte, con un approccio molto operativo, le caratteristiche della piattaforma Arpi e sono state descritte le procedure di deposito dei prodotti della ricerca e di caricamento degli eventuali allegati, nonché le complesse problematiche relative alla gestione delle licenze d’uso.
L’intervento conclusivo tenuto da Michele Padrone del Settore ricerca, composto fra gli altri dalla responsabile Cristiana Barghini e da Stefania Pasqualetti, ha evidenziato le disposizioni relative all’Open Access in relazione ai programmi Horizon 2020 e alla normativa che regola la diffusione dei risultati della ricerca finanziata per una quota pari o superiore al 50 per cento con fondi pubblici.
Guarda le slide di presentazione su "IRIS-ARPI l'archivio della ricerca dell'Università di Pisa"