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Comunicati stampa

Il Centro “Promozione della Salute ed Information Technology”  è un centro interdipartimentale di ricerca.
Il Centro offre anche formazione e servizi.
Al Centro afferiscono i Dipartimenti di: Biologia, Civiltà e Forme del Sapere, Informatica, Ingegneria dell’Informazione, Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia.
Il Centro ha tra le sue finalità principali promuovere, coordinare e svolgere ricerche interdisciplinari su temi inerenti la promozione della salute attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche.

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Il 14 maggio il Gruppo Tutela Ambiente Montano del CAI Pisa organizza una gita alle Dune del Calambrone e boschi di Tombolo.

La gita si snoderà tra i boschi di Tombolo e le dune del Calambrone, lungo i sentieri recentemente tracciati dal CAI grazie ad una convenzione col Parco di Migliarino San Rossore e Massaciuccoli.

Sarà possibile visitare  un’area molto interessante dal punto di vista floristico, per la quale è stata proposta la classificazione come Sito di Interesse Comunitario (SIC).

Il prof. Andrea Bertacchi (Dipartimento di Agraria dell’Università di Pisa) accompagnerà i partecipanti nell’identificazione della vegetazione boschiva e dunale.

Il numero dei partecipanti è limitato, è necessario iscriversi dal 9 maggio, usando il modulo pubblicato sulla pagina: http://www.caipisa.it/evento/dune-a-calambrone-e-boschi-di-tombolo-a-sudovest-di-camp-darby/

Lunedì, 08 Maggio 2017 10:26

Brutte ma buone

Brutte ma buone, sono le mele di varietà antiche, che malgrado l’aspetto superano le varietà commerciali per proprietà nutritive. E’ questo quanto emerge da uno studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna che ha paragonato le proprietà nutraceutiche di sei varietà di mele antiche (Mantovana, Mora, Nesta, Cipolla, Ruggina, Sassola) con una varietà commerciale (Golden Delicious), sia sotto forma di prodotto fresco che essiccato. I risultati della ricerca, pubblicati in un articolo sulla rivista Food Chemistry, hanno evidenziato che, anche dopo l’essiccazione, le mele di varietà antiche sono più ricche di antiossidanti rispetto alla Golden Delicious.
“Come Università di Pisa – spiega la professoressa Valentina Domenici del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale – ci siamo occupati della caratterizzazione molecolare mediante la risonanza magnetica nucleare, una tecnica spettroscopica di cui abbiamo lunga esperienza, e grazie alla quale abbiamo identificato e quantificato alcune sostanze antiossidanti: i polifenoli”.
E così, pur essendoci delle differenze, la Golden è quella che contiene sempre meno polifenoli rispetto alle varietà antiche e fra queste il primato va alla mela ‘Cipolla’. Quest’ultima, sia fresca che essiccata, ha infatti il doppio di polifenoli rispetto alla Golden, mentre le altre varietà ne possiedono una quantità maggiore, ma in modo meno marcato, dal 10% al 20%.
“Un modo per valorizzare queste mele ‘non belle’, che dal punto di vista estetico non sono certo confrontabili con quelle commerciali, potrebbe essere quindi di venderle essiccate, magari come snack o in preparazioni come il muesli”, suggeriscono i ricercatori.
“Considerato che il procedimento di essiccazione che abbiamo utilizzato è adattabile ad uso domestico e per piccole produzioni – conclude il professore Luca Sebastiani Direttore dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna – questa idea potrebbe aiutare a salvaguardare i prodotti tipici locali, infatti, le sei varietà di melo che abbiamo studiato sono diffuse in Toscane e in particolare nel Casentino”.

Mercoledì 10 maggio, alle ore 15, nell'Aula Magna del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari eagro-ambientali dell’Università di Pisa, in via del Borghetto 80, verrà proiettato "L’uomo del grano", un film di Giancarlo Baudena sulla vita e l'attività di Nazareno Strampelli.

Nazzareno Strampelli (1866-1942), laureato a Pisa nel 1891, è stato uno dei più importanti agronomi e genetisti del mondo. Le nuove varietà di grano da lui selezionate, per scelta mai sottoposte a brevetto, hanno offerto una resa nettamente migliore rispetto a quelle tradizionali e sono state alla base della rivoluzione verde degli anni '60 del XX secolo.

Il professor Alessandro Masoni coordinerà la presentazione del film e il dibatto finale. Sarà presente il regista. Alcune scene del film sono state girate all’interno del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali.

Lunedì, 08 Maggio 2017 10:20

Il futuro degli atenei e della ricerca

Il coordinamento di Pisa del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria (MDDU) organizza per mercoledì 10 maggio alle 10 nell'aula magna del Polo Fibonacci (Via Filippo Buonarroti, 3) un incontro pubblico per riflettere sui principali problemi che riguardano oggi l'università e la ricerca. All’appuntamento interverranno insieme a Paolo Mancarella, rettore dell'Università di Pisa, Carlo Ferraro, Alberto Baccini e Carlo Bibbiani.
L’incontro sarà un’occasione per discutere dello stato e delle prospettive dell’università in questo difficile periodo successivo alla legge-Gelmini, che ha visto l’entrata in scena di nuovi soggetti, come l'ANVUR e l'Istituto Italiano di Tecnologia, e la messa in atto di nuove procedure come l'abilitazione scientifica nazionale, pur persistendo una cronica carenza di finanziamenti al sistema universitario e alla ricerca.

Il MDDU è un movimento nato spontaneamente nel 2016 con l'obiettivo di ridare dignità all'università italiana, anche attraverso attraverso un incisivo aumento dei finanziamenti da destinare alla spesa per l’università, la programmazione di nuove assunzioni di giovani e la progressione di stipendio e carriera dei docenti in servizio.

ImmagineMELEBrutte ma buone, sono le mele di varietà antiche, che malgrado l’aspetto superano le varietà commerciali per proprietà nutritive. È questo quanto emerge da uno studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna che ha paragonato le proprietà nutraceutiche di sei varietà di mele antiche (Mantovana, Mora, Nesta, Cipolla, Ruggina, Sassola) con una varietà commerciale (Golden Delicious), sia sotto forma di prodotto fresco che essiccato. I risultati della ricerca, pubblicati in un articolo sulla rivista Food Chemistry, hanno evidenziato che, anche dopo l’essiccazione, le mele di varietà antiche sono più ricche di antiossidanti rispetto alla Golden Delicious.

“Come Università di Pisa – spiega la professoressa Valentina Domenici del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale – ci siamo occupati della caratterizzazione molecolare mediante la risonanza magnetica nucleare, una tecnica spettroscopica di cui abbiamo lunga esperienza, e grazie alla quale abbiamo identificato e quantificato alcune sostanze antiossidanti: i polifenoli”.

E così, pur essendoci delle differenze, la Golden è quella che contiene sempre meno polifenoli rispetto alle varietà antiche e fra queste il primato va alla mela ‘Cipolla’. Quest’ultima, sia fresca che essiccata, ha infatti il doppio di polifenoli rispetto alla Golden, mentre le altre varietà ne possiedono una quantità maggiore, ma in modo meno marcato, dal 10% al 20%.

“Un modo per valorizzare queste mele ‘non belle’, che dal punto di vista estetico non sono certo confrontabili con quelle commerciali, potrebbe essere quindi di venderle essiccate, magari come snack o in preparazioni come il muesli”, suggeriscono i ricercatori.

“Considerato che il procedimento di essiccazione che abbiamo utilizzato è adattabile ad uso domestico e per piccole produzioni – conclude il professore Luca Sebastiani Direttore dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna – questa idea potrebbe aiutare a salvaguardare i prodotti tipici locali, infatti, le sei varietà di melo che abbiamo studiato sono diffuse in Toscane e in particolare nel Casentino”.

D’intesa con l’Unipol SAI Assicurazioni – Agenzia generale di Pisa – è bandito il concorso per l’assegnazione di un premio di studio e ricerca in ambito storico musicale, dedicato al compositore Franz Listz ed al suo soggiorno a Pisa, avvenuto nella prima metà del XIX secolo.

L’importo del Premio di studio e di ricerca è di 3.000 euro.

Scadenza: 30 giugno 2017

Info

Università di Pisa - Segreteria del Rettorato: tel. 050-2212131
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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La legalità vista e riletta attraverso lo spazio urbano e uno sguardo artistico: è questa l'originalità del progetto ideato e proposto dall'Ateneo di Pisa nell'ambito dell'iniziativa nazionale “Università per la legalità”, promossa dalla Fondazione Falcone, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari.

Nelle due giornate di mercoledì 10 e giovedì 11 maggio, sono in programma una performance artistica di Anna Scalfi Eghenter, accompagnata dagli studenti dell’Ateneo e dell'Istituto superiore per le industrie artistiche di Urbino, e una tavola rotonda su “La legalità: come intenderla, come realizzarla”, a cui parteciperanno giuristi e rappresentanti delle associazioni contro le mafie. Sede e protagonista di questi eventi sarà il Polo Carmignani, a pochi metri da Piazza dei Cavalieri, che ospiterà il convegno e che, nella sua porzione circostante l’edificio e solitamente meno frequentata, accoglierà l’artista trentina, gli studenti e vari esperti multidisciplinari per dare vita tutti insieme a un’esperienza artistica di “Campo da legalità”.

L’iniziativa dal titolo “Disegnare la legalità” prevede in particolare per mercoledì 10 maggio, alle ore 15, il progetto di Anna Scalfi Eghenter "Sopralluogo per sperimentare la consistenza giuridica degli spazi urbani". Un sopralluogo come pratica artistica a cui, oltre all'artista con gli studenti dell'Ateneo pisano e dell'Istituto di Urbino, interverranno professori, ricercatori, dottorandi, architetti e ingegneri dell'Università, del Comune di Pisa, dell'Azienda regionale per il diritto allo studio universitario e della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno. Le conclusioni della giornata saranno affidate a un workshop a Palazzo alla Giornata, nell'ambito del quale saranno costruite le mappe degli spazi e studiato un possibile uso dei beni comuni urbani.

Nella mattinata di giovedì 11, con inizio alle ore 10, Anna Scalfi Eghenter traccerà una prima ipotesi del “Campo da legalità”, mediante un lavoro di ricerca attraverso la pratica artistica orientato ad “ad attivare di intenzioni gli spazi, informare il raggio della propria condotta legittima pur non attesa, consapevoli del valore dato ai posti nel pensarli, spazio che siamo noi a generare nel comportamento, a poterlo cambiare nelle regole”.

Nel pomeriggio, con inizio alle ore 17, nell'Aula 2 del Polo Carmignani si terrà la tavola rotonda su "La legalità: come intenderla, come realizzarla", coordinata dagli studenti dell'Università di Pisa. All'incontro interverranno il rettore Paolo Mancarella, il direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Emanuela Navarretta, e il professor Giovannangelo De Francesco, ordinario di Diritto penale. Ospiti d'onore saranno la dottoressa Margherita Cassano, presidente della Corte di Appello di Firenze, e il dottor Francesco Donnici, del Coordinamento provinciale di Pisa di "Libera".

Gli studenti dell'Università di Pisa, insieme ad Anna Scalfi Eghenter e ad alcuni docenti pisani, parteciperanno il 23 maggio a Palermo alle iniziative in ricordo del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presentando il progetto e i risultati dell'esperienza pisana.

Anna Scalfi Eghenter (1965) usa la pratica artistica come uno strumento per intervenire nel laboratorio del reale. La formazione sociologica orienta la sua ricerca verso una sperimentazione organizzativa che incrocia le regole del campo con i confini dell'agire concesso. Artista indipendente, include nel lavoro l'intero processo di costruzione, rapportandosi al territorio, alla produzione e alle istituzioni come elementi costitutivi del progetto stesso.

PhD Studi Manageriali alla Essex Business School, MSc Sociologia all'Università di Trento, MFA all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" e all'Accademia di Belle Arti di Brera.

I suoi lavori sono stati presentati anche a: 16° Quadriennale d'Arte di Roma, MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, MAMBO Museo d'Arte Moderna di Bologna, Biennale Democrazia Torino, MAG Museo Alto Garda, Kadist Art Fondation Paris, Reale Accademia di Spagna a Roma, Palais de la Bourse a Bruxelles, Fondazione Galleria Civica di Trento, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Guarene, MART - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Manifesta7 parallelevents. E all'Università degli Studi di Torino, Libera Università di Bolzano, FBK Fondazione Bruno Kessler, Università di Venezia Ca' Foscari, Akademia Pedagogiczna Krakow, Freie Universität Berlin, ESCP-EAP Paris, Università degli Studi di Trento. Per maggiori informazioni: www.scalfiandeghenter.com.

Giovedì 4 maggio, nell’Aula Magna storica della Scuola di Ingegneria di Pisa, si è svolto il convegno “ICT e industria 4.0, sfide e opportunità”, organizzato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con la Regione Toscana con lo scopo di mettere a confronto istituzioni, mondo della ricerca e imprese su alcune delle competenze e tecnologie cruciali per la nuova rivoluzione industriale. Il convegno ha visto la presentazione della Piattaforma Regionale Toscana su Industria 4.0 e, a seguire, un confronto sul ruolo delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione nella realizzazione della fabbrica del futuro, a partire dalle esigenze di innovazione del mondo industriale, con gli interventi chiave di Leonardo e ST Microelectronics.
“L’esigenza di ottimizzare i processi produttivi e supportare i processi di automazione industriale – commenta Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e organizzatore del convegno – va declinata in modo da poter trovare una risposta nelle nuove tecnologie che la ricerca mette a disposizione. L’Università di Pisa è un’eccellenza nel campo dell’ICT (Information and Communication Technology), cioè l'insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni. Su queste tecnologie, che offrono la possibilità di un vero e proprio cambio di paradigma, si deve fondare l’innovazione nell’industria”.
Le principali tecnologie ICT sviluppate al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano appartengono ad aree chiave per industria 4.0, e includono:
Internet of Things, reti di oggetti interconnessi, che si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati e accedere a informazioni. Questi “oggetti” possono essere robot, veicoli autonomi o droni che comunicano tra loro, per ottimizzare il processo produttivo e migliorare la logistica interna, ma anche oggetti di uso comune dotati di sensori di nuova generazione, vere e proprie etichette elettroniche, in grado di memorizzare dati e comunicarli, per dare un forte contributo sia nel campo della sicurezza dei lavoratori, sia per il monitoraggio e la tracciabilità dei prodotti.
CoBOT: automi “sicuri”, in grado di lavorare gomito a gomito con l’essere umano senza metterlo in pericolo; robot teleguidati per operazioni di manutenzione pericolose, per esempio lo svuotamento di cisterne.
Realtà Aumentata, sistemi indossabili e interfacce uomo-macchina per l’aumento della percezione sensoriale e per il monitoraggio dei segnali fisiologici.
Metodi analitici per Big Data, cioè raccolte di dati così estese in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi specifici per l’estrazione di valore, con l’obiettivo di ottenere informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si potrebbero avere analizzando piccole serie. Ad esempio, l’analisi per sondare gli “umori” dei mercati e del commercio, e quindi del trend complessivo della società e del fiume di informazioni che viaggiano e transitano attraverso Internet.
Tecnologie di Cloud Computing, che permettono di realizzare strumenti avanzati di gestione e analisi dei processi industriali sfruttando un coordinamento capillare all’interno della catena produttiva. In particolare, il Fog Computing, che integra l'Internet of Things con i sistemi Cloud tradizionali attraverso l’installazione di micro data-center all’interno delle fabbriche, permetterà di supportare al meglio i processi di automazione industriale abilitando la realizzazione di applicazioni di controllo avanzato direttamente in loco.
Tecnologie di comunicazione per l’Industrial Internet, che permettono di creare reti di calcolatori ad alta affidabilità ed efficienza, cruciali per l’implementazione di sistemi di controllo remoto e raccolta di dati in tempo reale. In particolare, la recente definizione di nuovi standard di comunicazione wireless sta permettendo la riduzione dei costi di implementazione dei sistemi industriali, minimizzando il tempo per la loro realizzazione.
“Oggi – conclude Anastasi – le tecnologie dell'informazione, l’Internet of Things e la nuova robotica sono i pilastri su cui si regge la rivoluzione dei processi produttivi delle imprese. Costituiscono un potenziale nuovo e finora poco sfruttato in grado di mutare in modo profondo gli stessi modelli di impresa. In ultima istanza si tratta di ripensare il business model delle aziende con la chiave abilitante del digitale”.

Giovedì 4 maggio, nell’Aula Magna storica della Scuola di Ingegneria di Pisa, si è svolto il convegno “ICT e industria 4.0, sfide e opportunità”, organizzato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con la Regione Toscana con lo scopo di mettere a confronto istituzioni, mondo della ricerca e imprese su alcune delle competenze e tecnologie cruciali per la nuova rivoluzione industriale. Il convegno, a cui ha portato i saluti il rettore Paolo Mancarella, ha visto la presentazione della Piattaforma Regionale Toscana su Industria 4.0 e, a seguire, un confronto sul ruolo delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione nella realizzazione della fabbrica del futuro, a partire dalle esigenze di innovazione del mondo industriale, con gli interventi chiave di Leonardo e ST Microelectronics.

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Nella foto sopra, da destra: Marco Raugi (prorettore per la Ricerca applicata e il trasferimento tecnologico dell’Università di Pisa), Albino Caporale (direttore Sviluppo e Attività Produttive, Regione Toscana), Antonio Mazzeo (presidente della Commissione regionale per la ripresa economico-sociale della Toscana costiera), Silvia Burzagli (dirigente del Settore Promozione Economica, Regione Toscana) Giuseppe Anastasi (direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e organizzatore dell’evento). 

“L’esigenza di ottimizzare i processi produttivi e supportare i processi di automazione industriale – commenta Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e organizzatore del convegno – va declinata in modo da poter trovare una risposta nelle nuove tecnologie che la ricerca mette a disposizione. L’Università di Pisa è un’eccellenza nel campo dell’ICT (Information and Communication Technology), cioè l'insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni. Su queste tecnologie, che offrono la possibilità di un vero e proprio cambio di paradigma, si deve fondare l’innovazione nell’industria”.

Le principali tecnologie ICT sviluppate al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano appartengono ad aree chiave per industria 4.0, e includono:

Internet of Things, reti di oggetti interconnessi, che si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati e accedere a informazioni. Questi “oggetti” possono essere robot, veicoli autonomi o droni che comunicano tra loro, per ottimizzare il processo produttivo e migliorare la logistica interna, ma anche oggetti di uso comune dotati di sensori di nuova generazione, vere e proprie etichette elettroniche, in grado di memorizzare dati e comunicarli, per dare un forte contributo sia nel campo della sicurezza dei lavoratori, sia per il monitoraggio e la tracciabilità dei prodotti.
CoBOT: automi “sicuri”, in grado di lavorare gomito a gomito con l’essere umano senza metterlo in pericolo; robot teleguidati per operazioni di manutenzione pericolose, per esempio lo svuotamento di cisterne.
Realtà Aumentata, sistemi indossabili e interfacce uomo-macchina per l’aumento della percezione sensoriale e per il monitoraggio dei segnali fisiologici.
Metodi analitici per Big Data, cioè raccolte di dati così estese in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi specifici per l’estrazione di valore, con l’obiettivo di ottenere informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si potrebbero avere analizzando piccole serie. Ad esempio, l’analisi per sondare gli “umori” dei mercati e del commercio, e quindi del trend complessivo della società e del fiume di informazioni che viaggiano e transitano attraverso Internet.
Tecnologie di Cloud Computing, che permettono di realizzare strumenti avanzati di gestione e analisi dei processi industriali sfruttando un coordinamento capillare all’interno della catena produttiva. In particolare, il Fog Computing, che integra l'Internet of Things con i sistemi Cloud tradizionali attraverso l’installazione di micro data-center all’interno delle fabbriche, permetterà di supportare al meglio i processi di automazione industriale abilitando la realizzazione di applicazioni di controllo avanzato direttamente in loco.
Tecnologie di comunicazione per l’Industrial Internet, che permettono di creare reti di calcolatori ad alta affidabilità ed efficienza, cruciali per l’implementazione di sistemi di controllo remoto e raccolta di dati in tempo reale. In particolare, la recente definizione di nuovi standard di comunicazione wireless sta permettendo la riduzione dei costi di implementazione dei sistemi industriali, minimizzando il tempo per la loro realizzazione.

“Oggi – conclude Anastasi – le tecnologie dell'informazione, l’Internet of Things e la nuova robotica sono i pilastri su cui si regge la rivoluzione dei processi produttivi delle imprese. Costituiscono un potenziale nuovo e finora poco sfruttato in grado di mutare in modo profondo gli stessi modelli di impresa. In ultima istanza si tratta di ripensare il business model delle aziende con la chiave abilitante del digitale”.

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