Al via a Pisa la seconda edizione del Festival nazionale dei cori e delle orchestre delle Università
Al via a Pisa la seconda edizione del Festival nazionale dei cori e delle orchestre delle Università organizzato dal Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell'Ateneo pisano con il patrocinio della Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI) e con la collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Pisa.
Dopo la prima edizione nel 2016 che ha visto la partecipazione dei cori delle università di Roma Tor Vergata, di Modena e Reggio Emilia e di Reggio Calabria, quest’anno sono protagonisti, insieme al coro e all'orchestra dell'Ateneo, UniBzVOICES, il coro della Libera Università di Bolzano, l’orchestra dell’Università degli studi di Firenze e la Comunità Creativa “Salento Brass” dell’Università del Salento.
L'appuntamento con la cittadinanza è con un grande concerto ad ingresso gratuito che si svolgerà sabato 4 novembre alle 21 al Palazzo dei Congressi a Pisa (Via Giacomo Matteotti, 1). Il programma prevede l’esibizione dei singoli gruppi con musiche che spaziano da Händel, Mendelssohn e Sibelius a Freddy Mercury, Lloyd Webber sino alle canzoni folk africane. Per il finale tutte le ensemble circa duecento persone fra coristi e orchestrali, saliranno sul palco per eseguire il coro verdiano “Tace il vento” da “I due Foscari” e l’inno delle università “Gaudeamus igitur”.
Il Festival è stato presentato lunedì 30 ottobre in Rettorato dal rettore Paolo Mancarella, dalla professoressa Maria Antonella Galanti, coordinatrice del Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale e dal maestro Manfred Giampietro, direttore dell'orchestra dell'Ateneo pisano intervenuto anche in rappresentanza del maestro Stefano Barandoni direttore del coro dell’Università di Pisa.
"Il Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale con l’orchestra e il coro sta dando veramente ottimi risultati e riscuotendo successi - ha detto il rettore Paolo Mancarella - sono molto contento che Pisa sia il centro di iniziative nazionali di questo genere a cui la Crui guarda con sempre maggiore attenzione".
“Per una università avere un coro e un’orchestra composti da studenti e docenti è una scelta di formazione e anche una forma di socializzazione trasversale e alternativa - ha spiegato Maria Antonella Galanti – come organizzatori del Festival il nostro obiettivo è chiamare ogni anno tre compagini per trascorrere insieme alcuni giorni di pratica e confronto e quindi offrire alla città un grande concerto. A questo proposito – ha concluso la professoressa - voglio ringraziare per il supporto all’iniziativa di quest’anno l’Assessorato alla cultura del Comune di Pisa e in particolare l’assessore Andrea Ferrante”.
Al via a Pisa la seconda edizione del Festival nazionale dei cori e delle orchestre delle Università
Al via a Pisa la seconda edizione del Festival nazionale dei cori e delle orchestre delle Università organizzato dal Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell'Ateneo pisano con il patrocinio della Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI) e con la collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Pisa.
Dopo la prima edizione nel 2016 che ha visto la partecipazione dei cori delle università di Roma Tor Vergata, di Modena e Reggio Emilia e di Reggio Calabria, quest’anno sono protagonisti, insieme al coro e all'orchestra dell'Ateneo, UniBzVOICES, il coro della Libera Università di Bolzano, l’orchestra dell’Università degli studi di Firenze e la Comunità Creativa “Salento Brass” dell’Università del Salento.
L'appuntamento con la cittadinanza è con un grande concerto ad ingresso gratuito che si svolgerà sabato 4 novembre alle 21 al Palazzo dei Congressi a Pisa (Via Giacomo Matteotti, 1). Il programma prevede l’esibizione dei singoli gruppi con musiche che spaziano da Händel, Mendelssohn e Sibelius a Freddy Mercury, Lloyd Webber sino alle canzoni folk africane. Per il finale tutte le ensemble circa duecento persone fra coristi e orchestrali, saliranno sul palco per eseguire il coro verdiano “Tace il vento” da “I due Foscari” e l’inno delle università “Gaudeamus igitur”.
Il Festival è stato presentato lunedì 30 ottobre in Rettorato dal rettore Paolo Mancarella, dalla professoressa Maria Antonella Galanti, coordinatrice del Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale e dal maestro Manfred Giampietro, direttore dell'orchestra dell'Ateneo pisano intervenuto anche in rappresentanza del maestro Stefano Barandoni direttore del coro dell’Università di Pisa.
"Il Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale con l’orchestra e il coro sta dando veramente ottimi risultati e riscuotendo successi - ha detto il rettore Paolo Mancarella - sono molto contento che Pisa sia il centro di iniziative nazionali di questo genere a cui la Crui guarda con sempre maggiore attenzione".
“Per una università avere un coro e un’orchestra composti da studenti e docenti è una scelta di formazione e anche una forma di socializzazione trasversale e alternativa - ha spiegato Maria Antonella Galanti – come organizzatori del Festival il nostro obiettivo è chiamare ogni anno tre compagini per trascorrere insieme alcuni giorni di pratica e confronto e quindi offrire alla città un grande concerto. A questo proposito – ha concluso la professoressa - voglio ringraziare per il supporto all’iniziativa di quest’anno l’Assessorato alla cultura del Comune di Pisa e in particolare l’assessore Andrea Ferrante”.
Nella foto, da sinistra: il rettore Paolo Mancarella, la professoressa Maria Antonella Galanti e il maestro Manfred Giampietro.
«Capire il conflitto, costruire la pace»
È appena uscito per le edizioni Mondadori Università “Capire il conflitto, costruire la pace”, un volume che, a cavallo tra diverse discipline, offre strumenti per analizzare i conflitti in profondità, comprendendone la genesi, le dinamiche e il loro interagire con il contesto globale. Autori sono Valentina Bartolucci, ricercatrice aggregata presso il Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace (CISP) dell’Università di Pisa, dove insegna “Sociologia dei conflitti e della pace e approccio sistemico all’analisi dei conflitti”, e Giorgio Gallo professore di Ricerca operativa nell’Ateneo pisano, che negli ultimi anni ha svolto ricerche sull’etica della scienza e delle tecnologie e sulle applicazioni della Teoria dei Sistemi all’analisi e alla risoluzione dei conflitti. Il professor Gallo ha contribuito a fondare il CISP e il corso di laurea in Scienze per la Pace dell’Università di Pisa.
Qui di seguito proponiamo una presentazione del libro a firma dei due autori.
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Perché scoppiano continuamente guerre, sempre più violente e complesse? Perché non riusciamo ad affrontarle? È a questi interrogativi pressanti che vuole rispondere questo libro fornendo strumenti analitici e pratici per analizzare i conflitti in profondità. Parlare di conflitti e di pace è oggi più urgente che mai: nel 2016 solo dieci Paesi si potevano considerare in pace. Il 2017 volge al termine lasciandoci un mondo ancora più insicuro dei precedenti e nel quale la pace sembra sempre più lontana ed elusiva. Tuttavia, sebbene il mondo in cui viviamo non si possa certo considerare un mondo di pace, rimane forte il desiderio di pace da parte dell'opinione pubblica mondiale. Se, infatti, il nuovo millennio è stato scosso in profondità dagli eventi drammatici dell'11 settembre 2001 con il loro lascito di distruzione e di morte che ha irrimediabilmente segnato tutti noi, non va dimenticato che il 15 febbraio 2003 più di sette milioni di persone in oltre 300 città e 60 Paesi diversi sono scesi in strada per ribadire il loro rifiuto alla guerra in quella che viene considerata la più grande marcia per la pace nella storia.
Questo libro nasce dalla convinzione profonda, ribadita dagli scienziati che hanno stilato la Dichiarazione di Siviglia del 1986, che la guerra non è una necessità biologica e che la stessa specie che ha inventato la guerra può inventare la pace e deve costruirla ogni giorno. Tutti vogliamo vivere in un mondo di pace, eppure siamo testimoni dell'insorgere continuo di nuovi contrasti e dello scoppio di nuove guerre, sempre più violente e complesse. I conflitti violenti che permeano la nostra società sono la manifestazione sintomatica di nuovi assetti geopolitici mondiali, di modelli economici basati sullo sfruttamento insostenibile delle risorse naturali, di un crescente malessere sociale, dovuto a marginalizzazione, alienazione, esclusione sociale e povertà, nonché di sistematiche violazioni dei diritti individuali e collettivi in nome della sicurezza e della stabilità. Questi conflitti allontanano l'uomo dalla sua natura profonda, una natura orientata alla pace. Potremmo dunque pensare che stiamo sbagliando qualcosa e che per qualche ragione non possiamo vivere in pace. Non è vero: la pace non solo è possibile ma è necessaria per la nostra stessa sopravvivenza.
L'essere umano ha bisogno di pace ma molto spesso non conosce gli strumenti per realizzarla fino ad arrivare, per assurdo, a fare la guerra per avere la pace e a trascinare di conseguenza l'umanità in una spirale di dolore e di morte dalla quale è difficile uscire. Il mezzo principale per evitare le guerre, secondo noi, è la conoscenza. Siamo, infatti, convinti che per costruire la pace sia necessario formare persone che capiscano i conflitti nella loro dinamica e nella loro complessità. A tale proposito sono necessari strumenti analitici e pratici che ci aiutino ad analizzare i conflitti in profondità, comprendendone la genesi, le dinamiche e il loro interagire con il contesto globale. Premessa fondamentale per costruire la pace è, infatti, de-costruire la guerra al fine di mostrarne la profonda irrazionalità. Questo testo è rivolto a quanti siano interessati a comprendere meglio la natura del mondo conflittuale in cui viviamo e a quanti vogliano cimentarsi alla costruzione della pace partendo da una comprensione profonda della guerra.
Valentina Bartolucci e Giorgio Gallo
Lo scienziato Guido Tonelli protagonista del nuovo video della serie “Raccontare la ricerca"
“La fisica delle particelle all’origine dell’universo” è il titolo del nuovo video di "Raccontare la ricerca", il progetto comunicativo promosso dall'Ateneo in collaborazione con il dipartimento di Civiltà e forme del sapere, che racconta i principali progetti scientifici dell'Università di Pisa. Questo video racconta gli studi sulla fisica sperimentale presentate dal professor Guido Tonelli, tra i principali protagonisti della scoperta del bosone di Higgs, e da Elisabetta Manca, giovane ricercatrice presso il dipartimento di Fisica dell’Ateneo.
Il video è visibile al link https://youtu.be/qMTtwLekekM.
"Raccontare la ricerca" è una serie di video che affrontano, in modo semplice, ma scientificamente rigoroso, grandi temi di interesse generale su cui l'Università di Pisa sta sviluppando importanti ricerche, mostrando i volti e le parole di chi quotidianamente si impegna nell'attività di studio e avvicinando i cittadini e la comunità accademica ad argomenti spesso complessi o molto specialistici.
L'intera serie è visibile a questo link http://bit.ly/2mNFIwd.
INVITO STAMPA Presentazione della seconda edizione del Festival nazionale dei cori e delle orchestre delle Università
Lunedì 30 ottobre alle 12 nella sala Mappamondi in Rettorato dell’Università di Pisa (Lungarno Pacinotti, 43) si svolge la conferenza stampa di presentazione della seconda edizione del Festival nazionale dei cori e delle orchestre delle Università. Intervengono: Nicoletta De Francesco, prorettore vicario, Maria Antonella Galanti, responsabile del Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale di Ateneo, il maestro Stefano Barandoni direttore del Coro dell’Università di Pisa e il maestro Manfred Giampietro direttore dell’Orchestra dell’Università di Pisa. Il Festival ha il patrocinio della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e si avvale della collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Pisa.
I colleghi giornalisti sono invitati a partecipare.
Da Pisa una app che mostra la qualità dell’aria in tutto il paese in tempo reale
Secondo il report sulla qualità dell’aria presentato a settembre, e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Enea e Ferrovie, l’Italia guida la classifica europea dei morti per inquinamento dell’aria con oltre 90.000 morti premature. Si tratta di 1500 decessi per milione di abitanti, rispetto ai 1100 in Germania, agli 800 della Francia e della Gran Bretagna, e ai 600 della Spagna. In Italia la situazione è maggiormente critica nella Pianura Padana, come evidenzia l’allarme rosso lanciato in questi giorni al Nord Italia, ma senza dimenticare la situazione a Firenze, Napoli e Potenza.
Dall’Università di Pisa arriva MonIQA, un sistema che mette a disposizione dati aggiornati giornalmente sulla qualità dell’aria in tutto il paese. Il sistema è stato sviluppato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano e dal Laboratorio Nazionale Smart Cities del CINI ed è stato presentato al Festival Pisa Innova Salute. MonIQA, consultabile dal link http://moniqa.dii.unipi.it e scaricabile come app per Android, cattura i dati emessi separatamente dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) e li unisce in un’unica mappa intuitiva, che assegna cinque colori a cinque gradazioni diverse di qualità dell’aria.
“Il colore – spiega Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e del Laboratorio Nazionale Smart Cities del CINI – è associato alla concentrazione nell’aria di alcune sostanze come particolato atmosferico, biossido di azoto, monossido di azoto, ozono, monossido di carbonio, biossido di zolfo e benzene. La concentrazione di queste sostanze viene paragonata con i limiti imposti dalla legge, e assegnato un colore ad ogni parte del territorio nazionale monitorato”.
Fino ad ora, la pubblicazione dei dati sulla qualità dell’aria era gestita in modo separato dalle ARPA dislocate sul territorio nazionale e i dati erano resi disponibili sui singoli siti web delle ARPA. Non era quindi possibile un confronto immediato tra le varie parti del territorio nazionale. “Grazie a MonIQA – prosegue Anastasi - sarà possibile avere una visione generale sulla qualità dell’aria nel nostro paese, con la conseguenza positiva di incentivare le aree a maggior concentrazione di sostanze pericolose per la salute ad avviare pratiche più ecologicamente sostenibili. Uno studio di Legambiente dimostra per esempio che riducendo del 10% i livelli di particolato atmosferico potremmo arrivare ad avere anche 10.000 morti in meno”.
Arriva MonIQA, la app che mostra la qualità dell’aria in tutto il paese in tempo reale
Secondo il report sulla qualità dell’aria presentato a settembre, e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Enea e Ferrovie, l’Italia guida la classifica europea dei morti per inquinamento dell’aria con oltre 90.000 morti premature. Si tratta di 1500 decessi per milione di abitanti, rispetto ai 1100 in Germania, agli 800 della Francia e della Gran Bretagna, e ai 600 della Spagna. In Italia la situazione è maggiormente critica nella Pianura Padana, come evidenzia l’allarme rosso lanciato in questi giorni al Nord Italia, ma senza dimenticare la situazione a Firenze, Napoli e Potenza.
Dall’Università di Pisa arriva MonIQA, un sistema che mette a disposizione dati aggiornati giornalmente sulla qualità dell’aria in tutto il paese. Il sistema è stato sviluppato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano e dal Laboratorio Nazionale Smart Cities del CINI ed è stato presentato al Festival Pisa Innova Salute. MonIQA, consultabile dal link http://moniqa.dii.unipi.it e scaricabile come app per Android, cattura i dati emessi separatamente dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) e li unisce in un’unica mappa intuitiva, che assegna cinque colori a cinque gradazioni diverse di qualità dell’aria.
“Il colore – spiega Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e del Laboratorio Nazionale Smart Cities del CINI – è associato alla concentrazione nell’aria di alcune sostanze come particolato atmosferico, biossido di azoto, monossido di azoto, ozono, monossido di carbonio, biossido di zolfo e benzene. La concentrazione di queste sostanze viene paragonata con i limiti imposti dalla legge, e assegnato un colore ad ogni parte del territorio nazionale monitorato”.
Fino ad ora, la pubblicazione dei dati sulla qualità dell’aria era gestita in modo separato dalle ARPA dislocate sul territorio nazionale e i dati erano resi disponibili sui singoli siti web delle ARPA. Non era quindi possibile un confronto immediato tra le varie parti del territorio nazionale. “Grazie a MonIQA – prosegue Anastasi - sarà possibile avere una visione generale sulla qualità dell’aria nel nostro paese, con la conseguenza positiva di incentivare le aree a maggior concentrazione di sostanze pericolose per la salute ad avviare pratiche più ecologicamente sostenibili. Uno studio di Legambiente dimostra per esempio che riducendo del 10% i livelli di particolato atmosferico potremmo arrivare ad avere anche 10.000 morti in meno”.
Qui sotto Francesca Righetti, dottoranda del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, che ha presentato MoniQA al Festival Pisa Innova Salute.
Richiesta di informazioni
Puoi contattare l'URP dell'Università di Pisa chiamando o scrivendo a:
Antonella Pietroni telefono 050 2212909 email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Claudia Abbandoni telefono 050 2212907 email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Valeria Alberti - responsabile Unità Relazioni con il Pubblico - telefono 050 2212914 email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Gita del CAI al Padule di Fucecchio
Il 24 marzo il CAI sezione Pisa organizza una gita al Padule di Fucecchio.
Iscrizioni per gli studenti dell'Università di Pisa entro il 17 marzo 2019: http://www.caipisa.it/evento/padule-di-fucecchio/
Contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Attrezzatura: scarpe e abbigliamento da trekking
Wonderland. La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd
Wonderland. La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd (Laterza,2017) è l'ultimo libro di Alberto Mario Banti. Professore di Storia contemporanea al Dipartimento di Civilta' e Forme del Sapere, Banti è autore di numerosi studi e saggi fra cui La nazione del Risorgimento (Einaudi, 2000), L’età contemporanea. Dalle rivoluzioni settecentesche all’imperialismo (Laterza, 2009), L’età contemporanea. Dalla Grande Guerra a oggi (Laterza, 2009), Sublime madre nostra. La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo (Laterza, 2011), Eros e virtù. Aristocratici e borghesi da Watteau a Manet (Laterza, 2016).
Pubblichiamo di seguito un estratto dall'introduzione di Wonderland.
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C’era una volta Wonderland, una terra di racconti meravigliosi, narrati con i più potenti mezzi di comunicazione a un pubblico sempre più numeroso e sempre desideroso di ascoltarli: le parole dei romanzi o delle trasmissioni radio, le figure dei fumetti, le immagini in movimento del cinema o della televisione, i suoni delle hit del momento offrivano divertimento, brivido, sollievo, consolazione, proiettando il pubblico nel passato, nel futuro, nel mito o in selezionate declinazioni della contemporaneità. Nato nell’Europa dell’Ottocento, questo mondo si è sviluppato potentemente negli Stati Uniti del XX secolo, epoca nella quale l’industria culturale e la cultura di massa si sono trasformate in uno dei più efficaci strumenti del soft power americano – termine che indica la forza egemonica che la popular culture statunitense è riuscita a esercitare sull’Europa e su gran parte del Mondo.
C’era una volta Wonderland ...
... e ancora c’è, nel senso che le figure archetipiche, le storie, i modi per raccontarle, che hanno caratterizzato la cultura di massa ai suoi albori (diciamo anni trenta-quaranta), continuano tutt’oggi a colonizzare gran parte dell’immaginario collettivo. [...] la cultura di massa ha una sua storia che credo debba essere esplorata per capire come siano organizzate le storie che la attraversano, come funzionino, quali riferimenti etici offrano e quale impatto esercitino ancora oggi sulla società contemporanea.
Alberto Mario Banti