Concorso fotografico Fi/oTO 2025
Tutte le informazioni al link: https://www.ortomuseobot.sma.unipi.it/2025/01/concorso-fotografico-fi-oto-2025/
Concorso fotografico Fi/oTO 2025
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Nel 2024 crescono i visitatori nei musei del Sistema Museale di Ateneo
Si è chiuso con un netto aumento di visitatori l’anno del Sistema Museale di Ateneo, che ha visto un numero complessivo di 161.392 presenze, confermando la tendenza di crescita in tutte le attività museali rispetto al 2023. In particolare, l’Orto e Museo Botanico ha superato i 112.000 visitatori, il risultato più alto in assoluto mai raggiunto, e la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium ha raggiunto gli oltre 15.000 visitatori.
Quasi 3.000 visitatori hanno partecipato agli eventi organizzati dai musei in occasione di iniziative internazionali, nazionali, regionali e del territorio, come la Notte Europea dei Musei, Notti dell’Archeologia, Amico Museo, Bright.
Il 2024 ha visto la realizzazione del progetto “Al museo e in giardino: dialoghi tra arte e scienza” in collaborazione tra Orto e Museo Botanico e Museo della Grafica, supportato dalla Fondazione Pisa, che si è tradotto in numerose iniziative di grande richiamo e interesse, tra cui per Orto e Museo Botanico di particolare rilievo la mostra Casabona, Dyckman e la Flora di Creta, che a breve sarà di nuovo visitabile presso il Bastione del Parlascio, e per il Museo della Grafica la mostra Rosa fragrans. Disegni e acquerelli di Aurora Tazza.
Importanti anche le collaborazioni con altri atenei tra cui la Scuola Normale Superiore di Pisa con cui si è realizzata la mostra L’ARTE DELLA NATURA. Plinio il Vecchio: 2000 anni dopo, allestita presso il Museo della Grafica.
Il 2024 ha anche visto la conclusione del concorso per le scuole “L’avventura della scoperta” con una giornata di premiazione presso il Teatro Verdi di Pisa. La giornata di premiazione, realizzata con la partecipazione del Coro e dell’Orchestra dell’Università di Pisa e del Laboratorio Multimediale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, ha ottenuto manifestazioni di entusiasmo e una partecipazione di circa 500 persone tra docenti, alunni e familiari. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, oltre alla consueta offerta didattica, arricchita anche da percorsi multidisciplinari, è stato proposto un nuovo concorso dal titolo “Ciak si gira… raccontami il museo!” per coinvolgere studenti e studentesse nel raccontare cos’è per loro un museo, cosa si aspettano da una visita museale e come vorrebbero che fosse il loro “museo ideale”.
L’anno si è concluso con l’inaugurazione della mostra Segreti del corpo. Un viaggio nell’anatomia umana attraverso la medicina e l’archeologia, a cui hanno partecipato 150 persone, che unisce parte delle collezioni del Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini” e in particolare delle collezioni del Museo di Anatomia Patologica e Paleopatologia, ora visitabili su appuntamento presso la Cittadella Galileiana (via dei Macelli 2B).
Inquinamento da farmaci: gli effetti degli antinfiammatori sull’ambiente marino
Una cura per noi, un pericolo per l’ambiente. Per la prima volta una ricerca dell’Università di Pisa, appena pubblicata sul Journal of Hazardous Materials, ha esaminato l’impatto di diverse concentrazioni di ibuprofene, un comune antiinfiammatorio molto utilizzato durante la pandemia di Covid 19, sulle angiosperme, cioè le piante, marine.
“Le angiosperme marine svolgono ruoli ecologici cruciali e forniscono importanti servizi ecosistemici, ad esempio proteggono le coste dall’erosione, immagazzinano carbonio e producono ossigeno, supportano la biodiversità, e costituiscono una nursery per numerose specie animali”, spiega la professoressa Elena Balestri del dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano.
In particolare, la ricerca si è focalizzata su Cymodocea nodosa (Ucria) Ascherson, una specie che cresce in aree costiere poco profonde, anche in prossimità della foce dei fiumi, zone spesso contaminate da molti inquinanti, farmaci compresi.
La sperimentazione è avvenuta in mesocosmi all’interno dei quali le piante sono state esposte per 12 giorni a concentrazioni di ibuprofene rilevate nelle acque costiere del Mediterraneo. È così emerso che la presenza di questo antinfiammatorio a concentrazioni di 0,25 e 2,5 microgrammi per litro causava nella pianta uno stress ossidativo ma non danni irreversibili. Se invece la concentrazione era pari a 25 microgrammi per litro, le membrane cellulari e l’apparato fotosintetico erano danneggiate, compromettendo in tal modo la resilienza della pianta a stress ambientali.
“Il nostro è il primo studio che ha esaminato gli effetti di farmaci antiinfiammatori sulle piante marine – dice Elena Balestri – Attualmente, si stima che il consumo globale di ibuprofene superi le 10.000 tonnellate annue e si prevede che aumenterà ulteriormente in futuro, e poiché gli attuali sistemi di trattamento delle acque reflue non sono in grado di rimuoverlo completamente anche la contaminazione ambientale aumenterà di conseguenza”.
“Per ridurre il rischio di un ulteriore aggravamento del processo di regressione delle praterie di angiosperme marine in atto in molte aree costiere – conclude Balestri – sarà quindi necessario sviluppare nuove tecnologie in grado di ridurre l'immissione di ibuprofene e di altri farmaci negli habitat naturali, stabilire concentrazioni limite di questo contaminante nei corsi d’acqua e determinare le soglie di tolleranza degli organismi, non solo animali ma anche vegetali”.
Complessivamente, le strutture dell’Ateneo pisano coinvolte nello studio sono i dipartimenti di Biologia, di Farmacia e di Scienze della Terra, il Centro per l'Integrazione della Strumentazione scientifica (CISUP) e il Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio degli Effetti del Cambiamento Climatico (CIRSEC). In particolare, la ricerca è stata realizzata grazie alla collaborazione di tre team di ricerca. Il gruppo di Ecologia, costituito dalla professoressa Elena Balestri, dal professore Claudio Lardicci e dalla dottoressa Virginia Menicagli, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Biologia, si occupa da anni dello studio degli impatti di contaminanti, tra cui plastiche, microplastiche, nanoplastiche e filtri solari, e dei cambiamenti climatici sugli organismi vegetali marini e terrestri tipici della fascia costiera. Il gruppo di Botanica, con la professoressa Monica Ruffini Castiglione e quello di Fisiologia Vegetale, con le dottoresse Carmelina Spanò, Stefania Bottega e il dottor Carlo Sorce, studiano invece le risposte delle piante all’inquinamento da metalli e da micro e nanoplastiche. Inoltre, conducono ricerche sulla biologia delle piante degli ambienti costieri, in particolare sui meccanismi di risposta agli stress causati dai fattori ambientali, sia naturali, sia di origine antropica. Il gruppo di Biologia Farmaceutica, infine, costituito dalla professoressa Marinella De Leo e dalla dottoressa Emily Cioni, dottoranda del Dipartimento di Farmacia, si occupa dello studio chimico di prodotti naturali prodotti dalle piante.
La scuola come laboratorio di parità
14 gennaio la lezione inaugurale del corso di formazione "Il genere a scuola e nei percorsi educanti"
Martedì 14 gennaio, alle 16.00, presso l'Aula Magna Storica del Palazzo "La Sapienza" (Via Curtatone e Montanara, 15 Pisa) Rahma Nur, docente e scrittrice, terrà la lezione dal titolo "La scuola come laboratorio di parità: percorsi e strategie per l’educazione di genere". L’appuntamento a ingresso libero inaugura il corso di formazione all'eguaglianza e alle differenze "Il genere a scuola e nei percorsi educanti" dell’Università di Pisa.
Saranno inoltre presenti Giovanni Paoletti, prorettore per la didattica Sonia Maffei, direttrice del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Vinzia Fiorino, presidente Società Italiana delle Storiche e Università di Pisa, Renata Pepicelli, direttrice del Corso di Perfezionamento e Delegata per gli studi di genere e le politiche di promozione dell’uguaglianza.
Rahma Nur è nata a Mogadiscio, naturalizzata italiana, insegna nella scuola Primaria statale da molti anni. Scrive poesie e racconti, è stata vincitrice di numerosi premi letterari. A dicembre scorso è stata intervistata sul Corriere.it e ha raccontato la sua storia.
Premio Nazionale di Poesia "Don Giovanni Colletto" - XVII edizione
E' bandita la XVII edizione del Premio Nazionale di Poesia "Don Giovanni Colletto", che prevede due sezioni aperte alla partecipazione degli studenti universitari:
- Sezione “Poesia”, riservata agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado e delle Università.
- Sezione “Giovani cantautori”, riservata agli studenti della scuola secondaria di secondo grado e dei Conservatori o delle Università.
La partecipazione è gratuita. E' possibile partecipare a più sezioni.
Il termine ultimo per la presentazione delle domande è il 29 marzo 2025.
Informazioni nel bando in allegato.
Per ulteriori informazioni contattare l'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
“Servito da te”. Dialoghi e workshop artistico per persone con Alzheimer e per coloro che se ne prendono cura
Nell’ambito della mostra "A memoria di forma", in corso presso la Gipsoteca di arte antica e antiquarium dell’Università (GiArA) fino al 1° marzo, è organizzato un percorso dedicato alle persone che convivono con la malattia di Alzheimer e altre patologie neurodegenerative e a coloro che se ne prendono cura.
Attraverso attività mirate e forme di comunicazione privilegiata, i partecipanti intraprendono un percorso che stimola le capacità emotive e cognitive, favorendo momenti di benessere e socialità.
Il percorso prevede tre incontri.
Si può scegliere tra Gruppo A: 21 gennaio, 4 e 11 febbraio 15.00-17.00 e Gruppo B: 27 gennaio, 10 e 17 febbraio 10.00-12.00.
La partecipazione è gratuita, ma su prenotazione. Informazioni e prenotazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L’iniziativa nasce da un'idea degli artisti Caterina Sbrana e Gabriele Mallegni in collaborazione con USID (ufficio servizi per l’Inclusione degli studenti e delle studentesse con disabilità dell’Università di Pisa) ed è organizzata da GiArA e laboratorio MARSIA del dipartimento di Civiltà e forme del sapere, con il patrocinio del Comune di Pisa, il supporto di Francesconi Ceramiche di Massimo Gentili, ed è promossa con la collaborazione di Palazzo Blu.
Sabato 1° marzo, alle ore 16.00, in occasione della chiusura della mostra "A memoria di forma", sarà presentata l’opera realizzata dai partecipanti al progetto "Servito da te": un servito da tè realizzato in morbida argilla a partire dalla matrice di un vecchio servito di famiglia degli artisti, che manipolato e trasformato dai partecipanti diventa nuovo e unico.
Benessere socioeconomico e tutela dell’ambiente: nessun Paese al mondo li garantisce entrambi
C’è uno “spazio sicuro e giusto” per l’umanità che si definisce a partire da indicatori ambientali e socioeconomici, è la teoria economica della cosiddetta “ciambella” lanciata da Kate Raworth, studiosa delle Università di Oxford e di Cambridge. Nessun paese al mondo oggi ci starebbe dentro. Da qui è partita la scommessa di due ricercatori, Tommaso Luzzati dell’Università di Pisa e Gianluca Gucciardi dell’Università degli studi di Milano Bicocca: cosa succederebbe se si adottassero criteri meno rigidi rispetto a quelli impiegati dagli studi esistenti? Il risultato, come mostra un articolo pubblicato a dicembre 2024 sulla rivista Ecological Indicators, è che, purtroppo, non cambierebbe niente. Nessun paese si salverebbe ancora.
Lo studio di Gucciardi e Luzzati ha analizzato la performance di 81 nazioni stilando anche diverse graduatorie. Come linea generale è emerso che i paesi ricchi sforano i limiti ambientali planetari, mentre quelli poveri non riescono a garantire i livelli minimi di benessere.
“Come è normale che sia, specie per le classifiche, le cose non sono mai bianche o nere, ciò premesso – dice Luzzati - abbiamo trovato che 26 paesi rispettano i parametri socioeconomici. Ai primi posti, come immaginabile, ci sono i paesi scandinavi, ma anche Belgio e Svizzera. L'Italia raggiunge la "sufficienza" e si colloca al 19mo posto, superando fra le più grandi nazioni europee solo Portogallo, Spagna e Ungheria”.
“Per quanto riguarda gli indicatori ambientali – continua Luzzatti – rispettano i parametri 31 paesi del sud globale, tra cui Malawi, Bangladesh, Tajikistan, Nigeria e Mozambico. Infine, non stanno nella ciambella ma si avvicinano ad essa diversi paesi del Centro e Sud America, quali Messico, Costa Rica, Panama, Ecuador, Colombia, Perù e Cile, in Europa Croazia e Bulgaria e in Asia Cina e Thailandia”.
In totale, lo studio ha preso in considerazione 6 indicatori ambientali (emissioni di CO2, fosforo, azoto, uso del suolo, impronta ecologica e impronta materiale, ovvero il peso complessivo di tutti i materiali estratti dall'ambiente per sostenere la crescita economica) e 11 indicatori socioeconomici (soddisfazione nella vita, aspettativa di vita sana, alimentazione, servizi igienico-sanitari, reddito, accesso all'energia, istruzione, sostegno sociale, qualità della democrazia, uguaglianza, occupazione).
“Abbiamo affrontato la questione costruendo due serie separate di indicatori compositi per le dimensioni sociale e ambientale – conclude Luzzati – ma anche con criteri meno rigorosi, nessun paese attualmente si salverebbe, il che indica ancora un divario sostanziale da colmare sia nelle politiche sociali che ambientali”.
Tommaso Luzzati è professore Economia politica al Dipartimento di Economia e Management e fa parte del REMARC Responsible Management Research Center dell’Ateneo pisano.
Inquinamento da farmaci: gli effetti degli antinfiammatori sull’ambiente marino
Una cura per noi, un pericolo per l’ambiente. Per la prima volta una ricerca dell’Università di Pisa, appena pubblicata sul Journal of Hazardous Materials, ha esaminato l’impatto di diverse concentrazioni di ibuprofene, un comune antiinfiammatorio molto utilizzato durante la pandemia di Covid 19, sulle angiosperme, cioè le piante, marine.
“Le angiosperme marine svolgono ruoli ecologici cruciali e forniscono importanti servizi ecosistemici, ad esempio proteggono le coste dall’erosione, immagazzinano carbonio e producono ossigeno, supportano la biodiversità, e costituiscono una nursery per numerose specie animali”, spiega la professoressa Elena Balestri del dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano.
In particolare, la ricerca si è focalizzata su Cymodocea nodosa (Ucria) Ascherson, una specie che cresce in aree costiere poco profonde, anche in prossimità della foce dei fiumi, zone spesso contaminate da molti inquinanti, farmaci compresi.
La sperimentazione è avvenuta in mesocosmi all’interno dei quali le piante sono state esposte per 12 giorni a concentrazioni di ibuprofene rilevate nelle acque costiere del Mediterraneo. È così emerso che la presenza di questo antinfiammatorio a concentrazioni di 0,25 e 2,5 microgrammi per litro causava nella pianta uno stress ossidativo ma non danni irreversibili. Se invece la concentrazione era pari a 25 microgrammi per litro, le membrane cellulari e l’apparato fotosintetico erano danneggiate, compromettendo in tal modo la resilienza della pianta a stress ambientali.
Prateria di Cymodocea nodosa Ucria Ascherson "in regressione"
“Il nostro è il primo studio che ha esaminato gli effetti di farmaci antiinfiammatori sulle piante marine – dice Elena Balestri – Attualmente, si stima che il consumo globale di ibuprofene superi le 10.000 tonnellate annue e si prevede che aumenterà ulteriormente in futuro, e poiché gli attuali sistemi di trattamento delle acque reflue non sono in grado di rimuoverlo completamente anche la contaminazione ambientale aumenterà di conseguenza”.
“Per ridurre il rischio di un ulteriore aggravamento del processo di regressione delle praterie di angiosperme marine in atto in molte aree costiere – conclude Balestri – sarà quindi necessario sviluppare nuove tecnologie in grado di ridurre l'immissione di ibuprofene e di altri farmaci negli habitat naturali, stabilire concentrazioni limite di questo contaminante nei corsi d’acqua e determinare le soglie di tolleranza degli organismi, non solo animali ma anche vegetali”.
Complessivamente, le strutture dell’Ateneo pisano coinvolte nello studio sono i dipartimenti di Biologia, di Farmacia e di Scienze della Terra, il Centro per l'Integrazione della Strumentazione scientifica (CISUP) e il Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio degli Effetti del Cambiamento Climatico (CIRSEC). In particolare, la ricerca è stata realizzata grazie alla collaborazione di tre team di ricerca. Il gruppo di Ecologia, costituito dalla professoressa Elena Balestri, dal professore Claudio Lardicci e dalla dottoressa Virginia Menicagli, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Biologia, si occupa da anni dello studio degli impatti di contaminanti, tra cui plastiche, microplastiche, nanoplastiche e filtri solari, e dei cambiamenti climatici sugli organismi vegetali marini e terrestri tipici della fascia costiera. Il gruppo di Botanica, con la professoressa Monica Ruffini Castiglione e quello di Fisiologia Vegetale, con le dottoresse Carmelina Spanò, Stefania Bottega e il dottor Carlo Sorce, studiano invece le risposte delle piante all’inquinamento da metalli e da micro e nanoplastiche. Inoltre, conducono ricerche sulla biologia delle piante degli ambienti costieri, in particolare sui meccanismi di risposta agli stress causati dai fattori ambientali, sia naturali, sia di origine antropica. Il gruppo di Biologia Farmaceutica, infine, costituito dalla professoressa Marinella De Leo e dalla dottoressa Emily Cioni, dottoranda del Dipartimento di Farmacia, si occupa dello studio chimico di prodotti naturali prodotti dalle piante.
Nel 2024 crescono i visitatori nei musei del Sistema Museale di Ateneo
Si è chiuso con un netto aumento di visitatori l’anno del Sistema Museale di Ateneo, che ha visto un numero complessivo di 161.392 presenze, confermando la tendenza di crescita in tutte le attività museali rispetto al 2023. In particolare, l’Orto e Museo Botanico ha superato i 112.000 visitatori, il risultato più alto in assoluto mai raggiunto, e la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium ha raggiunto gli oltre 15.000 visitatori.
Quasi 3.000 visitatori hanno partecipato agli eventi organizzati dai musei in occasione di iniziative internazionali, nazionali, regionali e del territorio, come la Notte Europea dei Musei, Notti dell’Archeologia, Amico Museo, Bright.
Il 2024 ha visto la realizzazione del progetto “Al museo e in giardino: dialoghi tra arte e scienza” in collaborazione tra Orto e Museo Botanico e Museo della Grafica, supportato dalla Fondazione Pisa, che si è tradotto in numerose iniziative di grande richiamo e interesse, tra cui per Orto e Museo Botanico di particolare rilievo la mostra Casabona, Dyckman e la Flora di Creta, che a breve sarà di nuovo visitabile presso il Bastione del Parlascio, e per il Museo della Grafica la mostra Rosa fragrans. Disegni e acquerelli di Aurora Tazza.
Importanti anche le collaborazioni con altri atenei tra cui la Scuola Normale Superiore di Pisa con cui si è realizzata la mostra L’ARTE DELLA NATURA. Plinio il Vecchio: 2000 anni dopo, allestita presso il Museo della Grafica.
Il 2024 ha anche visto la conclusione del concorso per le scuole “L’avventura della scoperta” con una giornata di premiazione presso il Teatro Verdi di Pisa. La giornata di premiazione, realizzata con la partecipazione del Coro e dell’Orchestra dell’Università di Pisa e del Laboratorio Multimediale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, ha ottenuto manifestazioni di entusiasmo e una partecipazione di circa 500 persone tra docenti, alunni e familiari. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, oltre alla consueta offerta didattica, arricchita anche da percorsi multidisciplinari, è stato proposto un nuovo concorso dal titolo “Ciak si gira… raccontami il museo!” per coinvolgere studenti e studentesse nel raccontare cos’è per loro un museo, cosa si aspettano da una visita museale e come vorrebbero che fosse il loro “museo ideale”.
L’anno si è concluso con l’inaugurazione della mostra Segreti del corpo. Un viaggio nell’anatomia umana attraverso la medicina e l’archeologia, a cui hanno partecipato 150 persone, che unisce parte delle collezioni del Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini” e in particolare delle collezioni del Museo di Anatomia Patologica e Paleopatologia, ora visitabili su appuntamento presso la Cittadella Galileiana (via dei Macelli 2B).