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Venerdì, 21 Dicembre 2018 11:10

Open FAIR Data

Rendere aperti i dati della ricerca è un passo fondamentale verso la Open Science. L’espressione Open Data si riferisce alla pratica della condivisione dei dati generati nell’ambito della ricerca, così come i risultati pubblicabili vengono condivisi in Open Access. 

Per “dati della ricerca” si intende ogni informazione che è stata raccolta, osservata, generata o creata per validare un risultato scientifico. Possono avere anche la forma di osservazioni, immagini, risultati di programmi informatici, registrazioni, misure o esperienze sulle quali si basa un’argomentazione, teoria, esperimento o ipotesi o altro risultato di ricerca. I dati possono essere numerici, descrittivi, visuali o tattili; grezzi, puliti o processati; possono essere conservati in ogni formato o media. Per potere essere riutilizzati devono essere accompagnati dai relativi metadati. Tutte le discipline sono quindi interessate, non solo le scienze esatte.

Si possono rendere pubblici i dati:

  • depositandoli in un archivio aperto, es. Zenodo, Dryad, Figshare. Il sito Re3data raccoglie data repositories per ogni disciplina;
  • pubblicandoli come dataset in un Data Journal: sono riviste che pubblicano unicamente dataset con le relative schede di descrizione;
  • come supplementary material degli articoli pubblicati su riviste scientifiche.

 

Dati FAIR

La condivisione dei risultati delle ricerche (dati e pubblicazioni) implica questioni di conservazione, accesso, integrità, licenze. Per essere davvero open, i dati devono essere FAIR, ovvero Findable - Accessible - Interoperable - Reusable, dunque reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili (Barend Mons et al., The FAIR Guiding Principles for scientific data management and stewardship in Scientific Data, 2016).

Questo significa standardizzare i metadati che consentono di reperire i dati, depositare i dati stessi in repositories sicuri, accertarsi che siano interoperabili e che il software di interpretazione sia disponibile, infine dotarli di licenze aperte del genere creative commons.

I dati FAIR possono essere aperti o chiusi; infatti “accessibile” non è sinonimo di “aperto”, in quanto ci possono essere dati FAIR chiusi per ragioni di sicurezza, o per ragioni di proprietà intellettuale. La Commissione Europea riconosce che alcuni dati non possono essere resi accessibili e applica pertanto il principio “aperto quanto possibile e chiuso quanto necessario”: è quindi possibile decidere di non rendere disponibili i dati per motivi di proprietà intellettuale, di privacy e protezione dei dati, di sicurezza nazionale, perché la ricerca non genera/utilizza dati o per altre legittime ragioni da specificare. A parte queste eccezioni, tutti i progetti finanziati dalla Commissione Europea - e sempre più anche da altri enti - hanno l’obbligo di rendere aperti i dati che supportano i risultati della ricerca.

 

Data Management Plan

La compatibilità dei dati prodotti dalla ricerca con i principi FAIR è garantita dalla corretta elaborazione del Data Management Plan (DMP), un documento che descrive come i dati utilizzati o generati dalla ricerca verranno gestiti durante e dopo la vita del progetto. Horizon Europe richiede ai progetti finanziati come deliverable obbligatorio un DMP entro il mese 6 e mette a disposizione un template che raccogliere gli aspetti principali del ciclo di vita dei Dati della Ricerca.

Infine, La Commissione suggerisce di prevedere la formazione di nuove figure professionali, data manager e data steward, per una sorta di “certificazione della qualità” dei dati; tali nuove figure professionali dovrebbero venire integrate nello staff di supporto al personale di ricerca.

Venerdì, 21 Dicembre 2018 10:50

L'Università di Pisa e l'Open Access

L’Università di Pisa promuove l’accesso aperto alla letteratura scientifica, facendo propri i suoi principi di fondo:

  • la conoscenza è un bene comune
  • i risultati di ricerche finanziate da enti pubblici devono essere pubblicamente accessibili.

L’Università di Pisa ha aderito nel 2004 alla Dichiarazione di Messina del 4 novembre 2004 “Gli Atenei italiani per l’Open Access: verso l’accesso aperto alla letteratura scientifica”, nella quale le università italiane si impegnavano a sostenere la Dichiarazione di Berlino sull’accesso aperto alla letteratura scientifica del 2003.


Nel 2014 ha inoltre sottoscritto la Road Map 2014-2018, documento redatto in occasione del decennale della Dichiarazione di Messina, confermando l'impegno ad attuare politiche istituzionali volte allo sviluppo dell'accesso aperto e alla promozione della visibilità internazionale della ricerca italiana.
L’adesione alle politiche dell’accesso aperto è ribadita nello Statuto dell’Ateneo (art. 4 comma 2) e nel Codice Etico (art. 10).


Le Linee di indirizzo dell'Università di Pisa sull'accesso aperto e il Regolamento per la promozione dell'accesso aperto ai risultati della ricerca scientifica precisano le forme in cui concretizzare questo impegno.

 

Il Sistema Bibliotecario di Ateneo (SBA)

Il Sistema Bibliotecario di Ateneo organizza ed eroga i servizi atti a favorire e promuovere l’accesso all’informazione bibliografica e la disseminazione della conoscenza attraverso le modalità tradizionali e mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie, nonché il sostegno all’accesso aperto alla letteratura scientifica di ogni ambito disciplinare. Cura i cataloghi informatizzati di Ateneo, le risorse bibliografiche digitali e le riviste elettroniche. Gestisce il deposito e la conservazione delle tesi in formato elettronico e l'Archivio ad accesso aperto delle pubblicazioni dell'Ateneo.

                > UNIPI e contratti trasformativi

                > Elenco titoli in Open Access

 

L'archivio istituzionale IRIS-ARPI

ARPI, l'Archivio della Ricerca dell'Università di Pisa, raccoglie le pubblicazioni e la documentazione sui prodotti della ricerca scientifica del personale dell'ateneo. ARPI è gestito da IRIS, il sistema di gestione integrata dei dati della ricerca del CINECA.

ARPI è stato reso conforme alle linee-guida di OpenAIRE: in questo modo le pubblicazioni salvate in ARPI e per le quali l’autore abbia provveduto a segnalare nella scheda la derivazione dal programma di finanziamento Horizon2020, saranno trasmesse anche al portale europeo, come previsto dai vincoli di disseminazione.

Per maggiori informazioni:

Come e quando effettuare il deposito delle pubblicazioni nell’archivio istituzionale della ricerca ARPI

Per informazioni contattare Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Venerdì, 21 Dicembre 2018 10:36

La policy europea

La scienza aperta è una priorità politica per la Commissione europea ed é il metodo standard di lavoro nell'ambito dei programmi di finanziamento della ricerca e dell'innovazione, poiché migliora la qualità, l'efficienza e la reattività della ricerca.

Quando il mondo della ricerca condivide la conoscenza e i dati il più presto possibile nel processo di ricerca con tutti gli attori interessati, aiuta a diffondere le conoscenze più recenti. E quando i partner del mondo accademico, dell'industria, delle autorità pubbliche e dei gruppi di cittadini sono invitati a partecipare al processo di ricerca e innovazione, la creatività e la fiducia nella scienza aumentano. Ecco perché la Commissione richiede ai beneficiari dei finanziamenti per la ricerca e l'innovazione di rendere le loro pubblicazioni disponibili in accesso aperto e di rendere i loro dati “as open as possible, as closed as necessary”.

Inoltre, l'European Open Science Cloud permetterà a ricercatrici e ricercatori di tutte le discipline e di tutti i paesi di archiviare, curare e condividere i dati.

 

Il collegamento efficace delle pratiche di scienza aperta all'innovazione e ai modelli di business richiede un'attenta considerazione di questioni come i diritti di proprietà intellettuale (IPR), gli accordi di licenza, l'interoperabilità e il riutilizzo dei dati. Per sviluppare la sua politica di scienza aperta la Commissione lavora a stretto contatto con due gruppi di esperti:

  • la Open Science Policy Platform ha consigliato la CE su come sviluppare ulteriormente e implementare praticamente la politica della scienza aperta;
  • il gruppo di esperti sugli indicatori propone indicatori sull'impegno dei ricercatori con la scienza aperta e il suo impatto, sostenendo e riconoscendo le pratiche di conoscenza aperta.

 

OTTO AMBIZIONI DELLA POLITICA DELLA SCIENZA APERTA DELL'UNIONE EUROPEA

 

  • Open Data: dati FAIR (Findable, Accessible, Interoperable and Re-usable) e la condivisione di dati aperti devono diventare il default per i risultati della ricerca scientifica finanziata dall'UE.
  • European Open Science Cloud (EOSC): EOSC è una piattaforma affidabile, virtuale e federata che supera i confini e le discipline scientifiche per archiviare, condividere, elaborare e riutilizzare gli oggetti digitali della ricerca (come pubblicazioni, dati e software) che sono reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili (FAIR). EOSC riunisce stakeholder, iniziative e infrastrutture istituzionali, nazionali ed europee.
  • New Generation Metrics: metriche di nuova generazione, nuovi indicatori devono essere sviluppati per completare gli indicatori convenzionali per la qualità e l'impatto della ricerca, in modo da rendere giustizia alle pratiche della scienza aperta.
  • Future of Scholarly Communication: tutte le pubblicazioni scientifiche peer-reviewed dovrebbero essere liberamente accessibili, e dovrebbe essere incoraggiata la condivisione anticipata dei diversi tipi di risultati della ricerca.
  • Integrità della ricerca e riproducibilità dei risultati scientifici: tutta la ricerca finanziata con fondi pubblici nell'UE dovrebbe aderire a standard di integrità della ricerca comunemente concordati. I risultati delle attività di ricerca e innovazione dovrebbero essere riproducibili. Nel dicembre 2020 è stato pubblicato uno Scoping Report sulla riproducibilità dei risultati scientifici nell'UE.
  • Citizen Science: il pubblico in generale dovrebbe essere in grado di dare contributi significativi ed essere riconosciuto come valido produttore di conoscenze scientifiche europee.

 

Fonte: Sito Commissione Europea, The EU open science policy

Venerdì, 21 Dicembre 2018 09:53

Cosa è la Open Science

Fare Open Science significa rendere aperto ogni passo della ricerca.

I principi della Open Science sono trasparenza, riproducibilità, collaborazione, inclusività, accessibilità, rigore, riuso.

La scienza aperta si basa anche sull’idea che la ricerca finanziata con fondi pubblici debba essere pubblicamente disponibile.

Perché serve la Open Science?

  • Il sistema della comunicazione scientifica oggi è regolato da interessi di mercato di grandi editori commerciali e criteri di valutazione della ricerca obsoleti: le ricerche risultano chiuse dietro abbonamenti da migliaia di dollari che nessuno può permettersi (medici, professionisti, PMI);
  • ogni istituzione paga la ricerca 4 volte (con fondi pubblici): stipendio, fondi di ricerca, abbonamenti alle riviste per “ricomprare” le ricerche, diritti di riuso;
  • senza dimenticare che né gli autori né i revisori vengono remunerati.

I vantaggi

  • Per la scienza: più trasparente, verificabile e riproducibile oltre che più rapida ed efficiente;
  • per le imprese: accedendo ai risultati della ricerca possono offrire prodotti più innovativi;
  • per la società: cittadini e amministratori possono prendere decisioni più obiettive sulla base dei dati, insegnanti e professionisti possono tenersi aggiornati, operatori sanitari e medici possono curarci meglio.

(E. Giglia, Journal of Biomedical Practitioners)

La Scienza Aperta è un ecosistema composto da tre livelli:

  • la governance (che fornisce e supporta l’assetto di indirizzo);
  • i servizi per i ricercatori (che sostengono con competenze trasversali le necessità della ricerca);
  • le infrastrutture tecnologiche e di dati (che si avvalgono massicciamente di tecnologie digitali, di standard e protocolli internazionali, di interoperabilità delle piattaforme).

(Paola Gargiulo, Audizione informale nell’ambito dell’esame della proposta di legge in materia di accesso aperto all’informazione scientifica (C.395 Gallo), Memoria del 2 ottobre 2018)


Scadenza: 28 febbraio 2019

La JPI Oceans è una iniziativa di programmazione congiunta che riunisce molti stati europei e mira a trovare soluzioni ai problemi sociali legati ai nostri mari e oceani, che non possono essere risolti solo a livello nazionale.

Il nuovo bando 2018 “Sources, distribution & impact of microplastics in the marine environment” è mirato ad aumentare le conoscenze sulle principali fonti di microplastiche, sui metodi analitici per identificare micro e nano-plastiche, sul monitoraggio della loro distribuzione e abbondanza nei sistemi marini e sui loro effetti, sui modi per ridurre l’immissione di plastiche nell’ambiente marino.

Il bando si concentra sulle seguenti quattro tematiche:

  1. “Identification, characterisation and quantification of the major microplastic sources, especially mechanisms and time scales of macroplastic fragmentation”;
  2. “New sampling and analytical methodologies - focusing on the smaller (nano-)particles and in situ measurement methods for all matrices (water, sediment, biota)”;
  3. “Monitoring and mapping of microplastics in the marine environment including its effects on the marine environment”;
  4. “Concepts to reduce inputs of plastics into the marine environment including through new recycling methods, raising public awareness, promoting behavioural change, socio-economic analyses”.

Il budget previsto è approssimativamente di 9.2 milioni di euro. Le proposte possono chiedere un finanziamento fino a un massimo di 2 milioni di euro.

L'Italia partecipa e finanzia la call attraverso il MIUR.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del programma.

Giovedì, 29 Novembre 2018 16:07

Il sostegno UNIPI alla progettualità europea

Martedì, 20 Novembre 2018 11:23

Call IoT 4 Industry

Scadenza:  11 giugno 2019

L'obiettivo del bando (tutte le informazioni a questo link) è quello di migliorare la produttività, la redditività e le capacità di innovazione delle PMI manifatturiere europee consentendo loro di accedere alle tecnologie dell'internet degli oggetti (IoT). La finalità è anche di accelerare l'accesso al mercato di nuovi prodotti e servizi forniti dalle PMI tecnologiche, rafforzando l'innovazione e la crescita in Europa.

Il bando finanzierà progetti di piccole dimensioni e orientati al mercato che coinvolgono le PMI (beneficiarie del finanziamento), consistenti nell'integrazione e nell'uso delle tecnologie dell'internet degli oggetti (compresi i big datai, l'intelligenza artificiale e la sicurezza digitale) in macchine, robot, strumenti di produzione, processi industriali e ambienti industriali. I progetti devono includere almeno un'entità che rappresenta l'internet degli oggetti (offerta tecnologica) e un'altra entità che rappresenta l'industria (domanda). Almeno uno di questi soggetti deve essere una PMI europea. I progetti devono essere innovativi e avere una forte dimensione internazionale. 

Scadenza: proprogata al 31 gennaio 2019

La call congiunta tra ERA-NET Cofund SusAn, ERA-NET Cofund FACCE ERA-GAS ed ERA-NET ICT-AGRI 2 su “Novel technologies, solutions and systems to reduce the greenhouse gas emissions in animal production systems”, per proposte di ricerca applicata, ha l'obiettivo generale di contribuire allo sviluppo di tecnologie, soluzioni e sistemi innovativi per ridurre l'intensità di gas serra nei sistemi di produzione degli animali in Europa e non solo. Saranno privilegiate le proposte "with an ICT dimension, including the use of sensors, communication technologies, data analytics, modelling, robotics, precision farming or decision support systems". La scadenza, inizialmente prevista per il 3 dicembre 2018, è stata propogara al 31 gennaio 2019. Sottomossione dal sito: www.ict-agri.eu

Scadenza: febbraio 2019

9th Joint Call of JPI AMR on Diagnostics and Surveillance

A dicembre verrà pubblicato il nono bando della Joint Programming Initiative on Antimicrobial Resistance (JPI AMR). Verranno finanziati progetti di ricerca innovativi incentrati sullo sviluppo di nuove o migliori strategie, strumenti, tecnologie, metodi di diagnostica e controllo nel settore della resistenza agli antibiotici delle infezioni batteriche. Sarà incoraggiato un approccio “One Health”. Il budget previsto è approssimativamente di 20 milioni di euro. Scadenza primo stadio: febbraio 2019.

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