Al Polo Carmignani la conferenza dell’architetto giapponese Sou Fujimoto
Venerdì 3 marzo, alle ore 16, al Polo Carmignani in Piazza dei Cavalieri, Sou Fujimoto, uno tra i più noti architetti giapponesi contemporanei, terrà una conferenza sulla genesi del progetto architettonico. L’incontro fa parte del ciclo di lezioni di architettura “Genesis”, organizzato da studenti e professori del corso di laurea in Ingegneria edile Architettura dell’Università di Pisa: tra marzo e maggio, tre incontri con tre studi di architettura di fama internazionale indagheranno sul processo creativo che porta alla definizione del progetto in architettura. Dopo Fujimoto sarà la volta di Massimo Lepore e Simone Sfriso dello studio TAMassociati (21 aprile) e di Elisa Valero Ramos (12 maggio).
Sou Fujimoto (1971) si laurea in Architettura alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Tokyo nel 1994 e sei anni dopo fonda lo studio eponimo, Sou Fujimoto Architects, concentrandosi nei primi tempi su progetti di piccoli spazi. Pochi anni dopo sale già alla ribalta internazionale, quando si aggiudica per tre anni di fila il premio Architectural Review Awards, assegnato alle personalità emergenti nel mondo dell’architettura. Inizia inoltre l’attività didattica alle università di Tokyo, di Kyoto e di Minato (Keio University).
Le sue opere si collocano in un contesto definito da lui stesso compreso tra «natura e artificio umano», come evidenziato nelle molte case giapponesi: l’House N (2008), dalla struttura concentrica a conchiglia; la Final Wooden House (2008), con enormi travi di legno che costituiscono muri, pavimenti e tetto; la casa trasparente NA (2010), dalle pareti in vetro e ispirata alla vita su un albero. La riflessione sull’integrazione tra elementi naturali e architettonici rimane centrale anche nei progetti fuori dal Giappone, tra i quali l’affascinante struttura a reticoli che richiama una nuvola, realizzata per la Serpentine Gallery di Londra (2013).
Nel 2012 Fujimoto fa parte del team che viene premiato col Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale alla Mostra di Architettura di Venezia, con un padiglione che affronta in modo pratico e inventivo la progettazione di un nuovo centro per una regione devastata dallo tsunami del 2011.
Nasce la prima banca online interamente dedicata all’Università di Pisa
Dalla collaborazione tra l’Università di Pisa e la realtà dinamica e moderna di Banca di Pisa e Fornacette, nasce Banca Unipi (https://unipi.bancapisaweb.it/), la prima banca online interamente rivolta all’Ateneo toscano. Si tratta di una novità assoluta nel mondo accademico italiano, ma anche in quello bancario. Banca Unipi è, infatti, una piattaforma che offre servizi bancari in forma digitale, fruibili sia attraverso dispositivo mobile sia tramite le filiali territoriali di Banca di Pisa e Fornacette, e rivolta a tutto il personale docente, amministrativo e a contratto (assegnisti, borsisti, dottorandi e così via) dell’Università di Pisa, oltre che ai loro familiari.
La nuova piattaforma è stata presentata in Rettorato, mercoledì 1 marzo, dal rettore Paolo Mancarella, dalla prorettrice al Bilancio, Ada Carlesi, e dal direttore generale, Riccardo Grasso, per l'Ateneo; dal presidente Carlo Paoli, dal vice direttore, Gianluca Marini, e del rappresentante della divisione Marketing, comunicazione e web, Andrea Lenzi, per la Banca di Pisa e Fornacette.
Banca Unipi propone prodotti bancari studiati ad hoc per il mondo accademico: conti correnti e servizi accessori, trading online e investimenti finanziari con un portafoglio di circa 3.800 fondi comuni di investimento, gestioni patrimoniali e robo advisor. Inoltre, è disponibile anche un servizio di consulenza per mutui, finanziamenti o progetti finanziari, assicurativi e previdenziali.
È possibile procedere all’apertura dei servizi di Banca Unipi attraverso l’accesso al portale https://unipi.bancapisaweb.it/ tramite un percorso semplice e intuitivo che si perfeziona con la videoidentificazione e la firma digitale. A disposizione dei clienti anche i canali voce, social, video, di messaggistica istantanea, chat e live chat, operativi dalle 8.30 alle 20.30, sette giorni su sette, inclusi festivi, e la consulenza personale (su appuntamento) in video, voce, filiale territoriale o a domicilio.
Inoltre, ai prodotti bancari fruibili su Banca Unipi, si affiancano anche servizi non del settore come spettacoli, viaggi, sharing economy e un’attività di lifestyle managing per partecipazioni a eventi o convegni, o per le attività sportive integrate. Tutto questo grazie alla collaborazione con Privilegi, il marketplace che mette in esposizione le eccellenze del territorio e che fa capo a Banca di Pisa e Fornacette.
"La piattaforma che presentiamo oggi - ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella - segna un ulteriore consolidamento e un salto di qualità nei rapporti tra il nostro Ateneo e la Banca di Pisa e Fornacette, caratterizzandoci ancor di più sul piano dell'innovazione dei servizi a diposizione degli studenti e di tutto il personale. Da oggi, ci impegneremo per sviluppare i contenuti del portale, orientandoli verso il futuro e adattandoli sempre più alle specifiche esigenze della nostra comunità accademica. Siamo felici, infine, di rappresentare il primo caso del genere in Italia; costituendo così un modello che certamente farà da guida per altre realtà a livello nazionale".
“Siamo orgogliosi di avere contribuito alla nascita di Banca Unipi - ha commentato Carlo Paoli, presidente di Banca di Pisa e Fornacette - Si tratta di un’iniziativa unica nel panorama sia accademico che bancario italiano, un progetto che sposa perfettamente le caratteristiche distintive che da sempre contraddistinguono la nostra Banca: innovazione, modernità e attenzione alle specifiche esigenze di ogni cliente.
“Con Banca Unipi - ha aggiunto Andrea Lenzi, della divisione Marketing, comunicazione e web – mettiamo a disposizione dell’Università di Pisa la nostra expertise e l’ampia offerta di prodotti e servizi altamente innovativi. Inoltre, grazie alla natura di banca locale, vogliamo continuare a sostenere le relazioni e la dimensione sociale del territorio in cui operiamo per creare valore e crescere insieme”.
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Tirreno Pontedera/Empoli
Nazione Pisa
Italia Oggi
Avvenire
controradio.it
Pisatoday.it
pisainformaflash.it
gonews.it
pisanamente.it
mediakey.tv
pianetauniversitario.com
Nuove tariffe nelle mense universitarie dal 1 marzo
Dal 1 marzo verranno applicate le nuove tariffe alle mense universitarie a gestione diretta e indiretta dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario.
La necessità di far fronte all’incremento dei costi dei servizi, dettato in particolare dalla problematica aperta con l’Agenzia delle Entrate sulla gestione dell’IVA, nonché la volontà di continuare a salvaguardare anche gli studenti non borsisti appartenenti alle fasce di reddito più basse, hanno comportato l’esigenza di rimodulare le tariffe di accesso ai servizi ristorativi.
L’accesso alle mense comporta un costo per gli universitari non borsisti che è differenziato in base alla fascia di reddito di appartenenza. Fino ad ora le fasce di reddito prese a riferimento erano tre. Con l’applicazione delle nuove tariffe le fasce diventano sei secondo una più equilibrata distribuzione degli oneri necessari per l’erogazione dei pasti attraverso una diversa ripartizione degli scaglioni di reddito ad un costo comunque sostenibile per tutti e nessuna modifica per le fasce più deboli.
La nuova tariffazione verrà applicata automaticamente alle casse senza che lo studente debba compiere nessun adempimento. Con le nuove tariffe viene confermata la varietà e la qualità dell’offerta alimentare che presenta accanto al menù classico: composto da primi, secondi e contorni caldi o freddi, con buffet di verdure e insalatone e scelta vegetariana o vegana e priva di suino anche piatti unici, piatti freddi, take away, focacceria, pasti senza glutine.
Questa iniziativa contribuisce a mantenere alta la qualità e la quantità delle attività svolte a favore del diritto allo studio universitario e l’assegnazione anche per il futuro della borsa di studio a tutti gli aventi diritto.
L'immaginario dell’infanzia
"Utopie di bambini. Il mondo rifatto dall’infanzia sulle utopie" (Edizioni ETS, 2017) racconta oltre 10 anni di conversazioni con bambine e bambini dai 5 agli 11 anni, culminati in un viaggio di 10.000 Km in tutta Italia nell’anno scolastico 2015/2016. L'autore, Luca Mori, svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Ateneo ed è riuscito a realizzare grazie ad un crowdfunding online.
"Utopie di bambini" è il primo della collana "Le Tartarughe. Filosofie in gioco con i bambini" che Luca Mori cura insieme al professore Alfonso Maurizio Iacono. Il libro, che è al tempo stesso punto di arrivo e punto di partenza di un progetto di esplorazione dell’immaginario politico e utopico dell’infanzia, documenta il pensiero dei bambini con abbondanti citazioni, consentendo ai lettori di fare confronti tra le idee proposte in luoghi diversi e ad età differenti. Il è dedicato anzitutto a lettori adulti, in qualsiasi modo interessati al pensiero dei bambini (come educatori, genitori ecc.), ma può essere letto anche insieme ai bambini, che vi troveranno idee, dubbi e proposte di tantissimi loro coetanei. Anticipiamo qui un estratto dalla prefazione di Alfonso Maurizio Iacono.
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I bambini di Luca Mori costruiscono mondi, creando e imitando. Essi fanno utopie. Essi inventano mondi intermedi. Le utopie che conosciamo noi adulti spesso sono noiose. Quello che si fa al loro interno è troppo armonico, troppo corretto, troppo pacifico.
È piuttosto noiosa Utopia di Tommaso Moro, così pure quelle del XVIII e XIX secolo. Utopia è un’isola. Le isole di per sé non sono noiose, ma quella in cui naufragò Robinson Crusoe denotava l’agire di un uomo solo. Quando ne approdò un altro, venne asservito. Insieme fecero delle cose, ma sempre in regime di diseguaglianza e di asservimento. Poi vi è l’isola di Peter Pan e dei suoi amici, ma è un luogo senza tempo dove non si cresce mai.
Le utopie che Luca Mori ha aiutato a costruire da Nord a Sud, da Est a Ovest del nostro paese hanno invece il sapore di un gioco in cui i mondi intermedi prendono forma man mano che i bambini costruiscono pezzo per pezzo e insieme, per fantasia e imitazione, gli elementi necessari a far nascere un universo collettivo e autonomo, fatto di regole e di vincoli, ma anche di infinite possibilità e di molteplici sogni. Le utopie di Luca Mori insegnano a pensare da sé, non in modo individuale, bensì in modo collettivo.
Alfonso Maurizio Iacono
INVITO STAMPA: Con Banca Unipi nasce la prima banca online interamente dedicata all'università
Dalla collaborazione tra l’Università di Pisa e la Banca di Pisa e Fornacette, nasce Banca Unipi, prima banca online interamente rivolta all’Ateneo toscano: una novità assoluta nel mondo accademico italiano, ma anche in quello bancario.
La nuova piattaforma sarà presentata nella Sala dei Mappamondi del Rettorato mercoledì 1 marzo, alle ore 12.30, dal rettore Paolo Mancarella, dalla prorettrice al Bilancio, Ada Carlesi, e dal direttore generale, Riccardo Grasso, per l'Ateneo; dal presidente Carlo Paoli, dal vice direttore, Gianluca Marini, e dalla responsabile Marketing, comunicazione e web, Grazia Guantini, per la Banca di Pisa e Fornacette.
Isolati ma non troppo
Il ricco patrimonio di biodiversità umana presente sul territorio italiano deve molto a quelle piccole comunità, ormai sempre più minacciate, in cui sopravvivono da secoli limitazioni allo scambio di idee e di geni. Ognuna di esse ha maturato un diverso modo di essere isolate, frutto di scelte matrimoniali che nel corso della storia hanno ora rafforzato ora indebolito le barriere riproduttive e le identità culturali locali.
Un progetto di ricerca finanziato dalla National Geographic Society di cui è responsabile scientifico Sergio Tofanelli, antropologo del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, sta esplorando la diversità genomica di queste realtà per ricostruire la storia non scritta delle popolazioni italiane.
“Gli elementi di novità che scaturiscono da questo studio – ha spiegato Tofanelli – sono proprio i diversi gradi di isolamento che, nel tempo, l’interazione tra variabilità genetica, ambiente fisico e cultura ha prodotto in queste comunità. Si passa da casi come quello dei Ladini della Lessinia o degli Arbëreshë della Sicilia, in cui una radicata identità linguistica si accompagna ad un profilo genomico difficilmente distinguibile da quello delle popolazioni limitrofe, a casi di isolati negli isolati, come quello dei paesi alpini di Sauris e Sappada, che distano pochi chilometri in linea d’aria e che condividono una matrice linguistica derivata dal tedesco medievale delle loro origini, ma in cui la divergenza genomica è risultata inaspettatamente alta”.
I primi risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Nature Scientific Reports grazie allo sviluppo di una rete di collaborazione coordinata dall’Ateneo pisano che coinvolge altre quattro università italiane - “La Sapienza” di Roma, Bologna, Cagliari, Sassari – e numerose istituzioni internazionali di ricerca.
“Il punto di forza di questo progetto – ha concluso Tofanelli – è aver potuto coniugare le innovazioni tecnologiche, che permettono analisi di varianti informative estese a tutto il genoma umano, con criteri di campionamento selettivi, di cui i cittadini sono stati resi parte attiva e consapevole”.
Isolati ma non troppo
Il ricco patrimonio di biodiversità umana presente sul territorio italiano deve molto a quelle piccole comunità, ormai sempre più minacciate, in cui sopravvivono da secoli limitazioni allo scambio di idee e di geni. Ognuna di esse ha maturato un diverso modo di essere isolate, frutto di scelte matrimoniali che nel corso della storia hanno ora rafforzato ora indebolito le barriere riproduttive e le identità culturali locali.
Un progetto di ricerca finanziato dalla National Geographic Society di cui è responsabile scientifico Sergio Tofanelli, antropologo del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, sta esplorando la diversità genomica di queste realtà per ricostruire la storia non scritta delle popolazioni italiane.
“Gli elementi di novità che scaturiscono da questo studio – ha spiegato Tofanelli – sono proprio i diversi gradi di isolamento che, nel tempo, l’interazione tra variabilità genetica, ambiente fisico e cultura ha prodotto in queste comunità. Si passa da casi come quello dei Ladini della Lessinia o degli Arbëreshë della Sicilia, in cui una radicata identità linguistica si accompagna ad un profilo genomico difficilmente distinguibile da quello delle popolazioni limitrofe, a casi di isolati negli isolati, come quello dei paesi alpini di Sauris e Sappada, che distano pochi chilometri in linea d’aria e che condividono una matrice linguistica derivata dal tedesco medievale delle loro origini, ma in cui la divergenza genomica è risultata inaspettatamente alta”.
I primi risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Nature Scientific Reports grazie allo sviluppo di una rete di collaborazione coordinata dall’Ateneo pisano che coinvolge altre quattro università italiane - “La Sapienza” di Roma, Bologna, Cagliari, Sassari – e numerose istituzioni internazionali di ricerca.
“Il punto di forza di questo progetto – ha concluso Tofanelli – è aver potuto coniugare le innovazioni tecnologiche, che permettono analisi di varianti informative estese a tutto il genoma umano, con criteri di campionamento selettivi, di cui i cittadini sono stati resi parte attiva e consapevole”.
Studi universitari sull’Unione europea: al via al dipartimento di Economia e Management i corsi Jean Monnet
Sono iniziati al dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa i corsi Jean Monnet, co-finanziati dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+ e aperti a tutti gli studenti, docenti e soggetti interessati. I corsi Jean Monnet promuovono l’eccellenza nell’insegnamento e nella ricerca nel settore degli studi sull’Unione Europea in tutto il mondo, oltre al dialogo tra il mondo accademico e i decisori politici, in particolare allo scopo di rafforzare la governance delle politiche dell’UE. Già a partire dal 2014 il dipartimento ha raggiunto a livello di Ateneo ottimi risultati nei finanziamenti europei di didattica ottenuti nell’ambito del programma Erasmus+.
I corsi Jean Monnet appena partiti sono:
Analysis of European Data by Small Area Methods, svolto nell’ambito della cattedra Jean Monnet “Small Area Methods for Monitoring of Poverty and Living conditions in EU (SAMPL-EU)”, finanziata nell’anno 2015 a Monica Pratesi, professore ordinario di Statistica. La cattedra promuove lo studio dei metodi statistici per la misura della povertà e delle condizioni di vita locali, al fine anche di monitorare le politiche economiche dell’Unione Europea.
European Water Utility Management: promoting innovation within the water industry and spreading knowledge on relevant and cutting edge water utility issues, co-finanziato nell’anno 2014, per il quale è responsabile Giulia Romano, ricercatrice di Economia aziendale. Il corso si pone l’obiettivo di diffondere la conoscenza dei principali e innovative aspetti della gestione delle aziende idriche alla luce delle attuali sfide europee sulla efficiente gestione delle risorse.
Public Economics for European Union, co-finanziato nell’anno 2014, per il quale è responsabile Luca Spataro, professore ordinario di Scienza delle finanze, si occupa di studiare gli interventi dello stato nell’economia, sia a livello nazionale che a livello di Unione Europea.
Lo scorso semestre si è inoltre concluso per il secondo anno, il corso Jean Monnet Quantitative Economics for the European Union, nell’ambito del Modulo Jean Monnet “Quantitative Methods for the Evaluation of European Regional Policies” finanziato nel 2014 a Davide Fiaschi, professore ordinario di Politica economica. L’obiettivo del modulo è studiare la politica a livello regionale dell’Unione Europea, utilizzando tecniche metodologiche, con particolare riferimento alla sua evoluzione, istituzione, meccanismi e finanziamenti.
Per completare il quadro dei corsi Jean Monnet attivati all’Università di Pisa, ricordiamo anche il corso del dipartimento di Scienze politiche “EU Migration Law, Human Rights and Democratic Principles" - EurMigL” di cui è responsabile Marcello Di Filippo, professore ordinario di Diritto internazionale.
Nel 2016 il dipartimento di Economia e Management ha ottenuto altri due importanti finanziamenti: il primo per il Progetto Jean Monnet Development and Harmonisation of Socially Responsible Investment in the European Union, della durata di 2 anni, di cui è responsabile il professor Luca Spataro. Il grant, di circa 60 mila euro, si prefigge di promuovere la discussione sullo stato attuale, le prospettive di sviluppo, anche in ottica di armonizzazione in ambito europeo, relative alle strategie di investimenti socialmente responsabili. Il secondo è il partenariato strategico FRAMELOG - European framework for ‘Knowledge Triangle’ in the logistics sector, di circa 400 mila euro e della durata di 3 anni, coordinato da Marco Giannini, professore associato di Organizzazione aziendale. Framelog intende rafforzare la rilevanza della formazione accademica per la crescita e l’occupazione nella Logistica e la sua attrattiva internazionale attraverso una più stretta ed efficace cooperazione tra università, ricerca e impresa: i tre lati del cosiddetto “Triangolo della Conoscenza”.
Nella foto qui sotto una visita degli studenti Erasmus del dipartimento di Economia e Management alla Certosa di Calci lo scorso settembre.
Dal corrente anno accademico è partita anche una nuova offerta di corsi tenuti completamente in lingua inglese nelle le aree matematico-statistiche, economiche e aziendali, frequentati anche dagli studenti italiani, ampliando ulteriormente il numero degli studenti Erasmus e internazionali, già triplicati dal 2012: nell’anno accademico 2015/16, si contano infatti 84 studenti Erasmus in entrata e 145 in uscita.
Per qualsiasi informazione, è possibile rivolgersi all’Ufficio Relazioni Internazionali del dipartimento di Economia e Management, coordinato fino al 2016 dal professor Luca Spataro e attualmente dal professor Nicola Meccheri. L’ufficio fornisce supporto amministrativo per la presentazione e la gestione dei progetti Erasmus+, oltre a collaborare per la promozione delle attività internazionali del dipartimento in Europa e in altri paesi extra europei.
La genetica molecolare per salvare le specie a rischio estinzione: il caso della lontra dal pelo liscio
Studiare il DNA antico e moderno delle specie animali per preservarle dal rischio di estinzione. C’è anche questo fra i delicati compiti dell’Unità di Zoologia-Antropologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa di cui fanno parte la dottoressa Monica Guerrini e il professore Filippo Barbanera. I due ricercatori da anni svolgono studi di genetica della conservazione ed evoluzione molecolare di vertebrati e l’ultimo ‘caso’ di cui si sono occupati è quello della lontra dal pelo liscio (Lutrogale perspicillata), oggetto di una pubblicazione apparsa di recente su “Scientific Reports”, una rivista del gruppo “Nature”.
“La lontra dal pelo liscio è un predatore all’apice della catena alimentare delle paludi di acqua dolce in cui vive; si tratta, pertanto, di una sorta di sentinella ambientale, una specie molto sensibile alla presenza di inquinamento ed al disturbo di origine antropica nell’ecosistema”, ha spiegato Filippo Barbanera.
Listata come specie vulnerabile dall’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, la lontra dal pelo liscio è distribuita dall’Iraq al Borneo ed in declino demografico in molte parti del suo areale. In Iraq ad esempio, questo mammifero è così raro che non esistono fotografie di individui in natura dal 1956.
“Attraverso le analisi del DNA antico e moderno, abbiamo ricostruito la struttura genetica delle popolazioni di lontra dal pelo liscio ed i loro rapporti evolutivi anche con altre specie di lontra presenti in Asia traendo importanti indicazioni per la gestione di questo mammifero”, ha specificato Monica Guerrini.
Il lavoro sul campo in Iraq è stato condotto con il sostegno dell’IUCN Otter Specialist Group ed in stretta collaborazione con ricercatori dell’Università di Baghdad sia nelle paludi della Mesopotamia che delle aree montagnose del Kurdistan, dove recentemente la lontra dal pelo liscio era stata segnalata. Successivamente, lo studio si è esteso a tutto l’areale della specie in collaborazione con ricercatori dell’India, del Pakistan e di Singapore. I campioni raccolti in natura sono stati integrati con quelli ottenuti da lontre conservate nelle collezioni dei musei di storia naturale di Vienna, Parigi, Copenaghen, Washington e Chicago e da esemplari mantenuti in cattività in strutture di Regno Unito, Svizzera, Repubblica Ceca, Bangladesh, Laos, Cambogia ed Australia.
“L’analisi biogeografica ha individuato l’origine della specie nel sub-continente indiano e successive espansioni della stessa sia nel sud est asiatico sia verso occidente fino all’Iraq, che ospita una sottospecie che si è rivelata essere non solo endemica ma anche quella evolutivamente più recente - hanno concluso i ricercatori dell’Ateneo pisano - A Singapore, infine, sono stati rintracciati esemplari di lontra del pelo liscio ibridizzati con la lontra dalle piccole unghie (Aonyx cinereus), un’altra specie che vive in Asia orientale, primo caso al mondo di incrocio in natura tra due specie di lontre”.
La ricerca, in corso da poco più di tre anni, è stata finanziata dal National Geographic Society Conservation Trust (USA) (grant# C261-13), e, recentemente, anche dall’Università di Pisa nell’ambito dei PRA 2016 con il progetto “Risposte adattative all’impatto antropico in specie a rischio di estinzione” coordinato dal professore Lorenzo Peruzzi del dipartimento di Biologia.
Lo studio proseguirà con il monitoraggio delle paludi al confine tra Iraq ed Iran e la ricerca della specie in Kurdistan; tra gli obiettivi, anche il reperimento di immagini in natura con l’uso di fototrappole. In Asia orientale, l’entità dell’estensione geografica dell’ibridizzazione tra lontra del pelo liscio e lontra dalle piccole unghie sarà stimata investigando inizialmente le popolazioni della penisola malese.
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Foto in alto: Lontra dal pelo liscio, Singapore. Foto di Benjamin Naden (APJ Global Alliances & Partner Development, Dell, Singapore)
Foto a destra: Posizionamento fototrappola, Central Marshes (Mesopotamia, Iraq). Foto di Omar F. Al-Sheikhly (University of Baghdad, Iraq)
La genetica molecolare, un aiuto per salvare le specie dall’estinzione: il caso della lontra dal pelo liscio
Studiare il DNA antico e moderno delle specie animali per preservarle dal rischio di estinzione. C’è anche questo fra i delicati compiti dell’Unità di Zoologia-Antropologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa di cui fanno parte la dottoressa Monica Guerrini e il professore Filippo Barbanera. I due ricercatori da anni svolgono studi di genetica della conservazione ed evoluzione molecolare di vertebrati e l’ultimo ‘caso’ di cui si sono occupati è quello della lontra dal pelo liscio (Lutrogale perspicillata), oggetto di una pubblicazione apparsa di recente su “Scientific Reports”, una rivista del gruppo “Nature”
“La lontra dal pelo liscio è un predatore all’apice della catena alimentare delle paludi di acqua dolce in cui vive; si tratta, pertanto, di una sorta di sentinella ambientale, una specie molto sensibile alla presenza di inquinamento ed al disturbo di origine antropica nell’ecosistema”, ha spiegato Filippo Barbanera.
Listata come specie vulnerabile dall’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, la lontra dal pelo liscio è distribuita dall’Iraq al Borneo ed in declino demografico in molte parti del suo areale. In Iraq ad esempio, questo mammifero è così raro che non esistono fotografie di individui in natura dal 1956.
“Attraverso le analisi del DNA antico e moderno, abbiamo ricostruito la struttura genetica delle popolazioni di lontra dal pelo liscio ed i loro rapporti evolutivi anche con altre specie di lontra presenti in Asia traendo importanti indicazioni per la gestione di questo mammifero”, ha specificato Monica Guerrini.
Il lavoro sul campo in Iraq è stato condotto con il sostegno dell’IUCN Otter Specialist Group ed in stretta collaborazione con ricercatori dell’Università di Baghdad sia nelle paludi della Mesopotamia che delle aree montagnose del Kurdistan, dove recentemente la lontra dal pelo liscio era stata segnalata. Successivamente, lo studio si è esteso a tutto l’areale della specie in collaborazione con ricercatori dell’India, del Pakistan e di Singapore. I campioni raccolti in natura sono stati integrati con quelli ottenuti da lontre conservate nelle collezioni dei musei di storia naturale di Vienna, Parigi, Copenaghen, Washington e Chicago e da esemplari mantenuti in cattività in strutture di Regno Unito, Svizzera, Repubblica Ceca, Bangladesh, Laos, Cambogia ed Australia.
“L’analisi biogeografica ha individuato l’origine della specie nel sub-continente indiano e successive espansioni della stessa sia nel sud est asiatico sia verso occidente fino all’Iraq, che ospita una sottospecie che si è rivelata essere non solo endemica ma anche quella evolutivamente più recente - hanno concluso i ricercatori dell’Ateneo pisano - A Singapore, infine, sono stati rintracciati esemplari di lontra del pelo liscio ibridizzati con la lontra dalle piccole unghie (Aonyx cinereus), un’altra specie che vive in Asia orientale, primo caso al mondo di incrocio in natura tra due specie di lontre”.
La ricerca, in corso da poco più di tre anni, è stata finanziata dal National Geographic Society Conservation Trust (USA) (grant# C261-13), e, recentemente, anche dall’Università di Pisa nell’ambito dei PRA 2016 con il progetto “Risposte adattative all’impatto antropico in specie a rischio di estinzione” coordinato dal professore Lorenzo Peruzzi (Dipartimento di Biologia)
Lo studio proseguirà con il monitoraggio delle paludi al confine tra Iraq ed Iran e la ricerca della specie in Kurdistan; tra gli obiettivi, anche il reperimento di immagini in natura con l’uso di fototrappole. In Asia orientale, l’entità dell’estensione geografica dell’ibridizzazione tra lontra del pelo liscio e lontra dalle piccole unghie sarà stimata investigando inizialmente le popolazioni della penisola malese.