L’evoluzione verso l’acceso aperto ai risultati della ricerca, rilanciata da Plan S e da cOAlition S, procede a ritmo serrato, non soltanto in Europa.
L’Università della California (UC) è stato il primo sistema bibliotecario statunitense a rompere a febbraio le trattative con Elsevier in nome dell’acceso aperto rinunciando a tutti gli abbonamenti con il colosso dell’editoria scientifica, che non aveva ceduto ad un contratto trasformativo, nel quale i costi per gli abbonamenti venissero sostituiti dai costi per la pubblicazione degli articoli in accesso aperto.
Pochi giorni fa il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha annunciato di avere sviluppato delle indicazioni per guidare i negoziati con gli editori accademici, appoggiate già da decine e decine di Università e Biblioteche statunitensi. Lo scorso ottobre il MIT aveva anche pubblicato le raccomandazioni della propria Task Force sull’Open Access, a sostegno della condivisione aperta di pubblicazioni, dati, software e materiale didattico del MIT.
Crescono le iniziative e buone pratiche a sostegno dell’OA anche in Africa, che ha anche aderito con il National Science and Technology Council (NSTC) dello Zambia a cOAlition S.
(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale n° 34 – dicembre 2019)