Il premio internazionale «Galileo Galilei» assegnato a Janos Kelemen e Pierpaolo Faggi
Janos Kelemen (a sinistra nella foto) e Pierpaolo Faggi (a destra nella foto) sono i vincitori del premio internazionale «Galileo Galilei» 2018 promosso dai Rotary club italiani, uno dei riconoscimenti culturali più importanti d'Europa e punto di riferimento per la promozione della cultura italiana, che dal 2006 viene conferito anche a studiosi italiani che si siano distinti nelle scienze fisiche, mediche, geografiche, dell'ingegneria, della terra, chimiche, agrarie e biologiche.
Il 57mo premio Galilei «è stato attribuito all'unanimità della giuria (presieduta dal presidente della Fondazione premio Galilei, Antonio Pieretti, e composta dagli specialisti italiani della materia Giuseppe Santillo, Giannino Di Tommaso e Mauro Visentin) all'ungherese Janos Kelemen, professore emerito dell'Università Elte di Budapest, per il suo contributo alla Storia del pensiero italiano».
Al padovano Pierpaolo Faggi, professore di geografia umana all'Università di Padova, è andato il premio per la scienza, giunto alla 13ma edizione dedicata alle scienze geografiche, assegnato dalla giuria composta dagli specialisti stranieri della materia Jean Pierre Lozato Giotart, Jean Louis Moretti e Pere Salve Tomas (presidente di giuria anche in questo caso Antonio Pieretti).
La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 6 ottobre nell'aula magna dell'ateneo pisano: erano presenti la prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco, il presidente della Fondazione premio «Galileo Galilei» dei Rotary club italiani, Marco Mancini, e l’assessore comunale all’Urbanistica Massimo Dringoli, in rappresentanza del Comune di Pisa.
Da sinistra: Janos Kelemen, Pierpaolo Faggi, Marco Mancini, Nicoletta De Francesco, Massimo Dringoli subito dopo la premiazione.
Le ricerche di Janos Kelemen si incentrano prevalentemente sulla filosofia del linguaggio e la storia della filosofia e della letteratura italiana con particolare riguardo a Dante e al pensiero italiano nel Novecento. La giuria del premio «Galilei« ha scelto il professore «per i suoi eccellenti meriti nel campo della ricerca e della diffusione del pensiero italiano in Ungheria e della cultura ungherese in Italia, cui ha contribuito in maniera determinante anche nella sua qualità di direttore dell'Accademia di Ungheria a Roma, di direttore del dipartimento di Italianistica dell'Università di Szeged, di socio fondatore e presidente della Società Dantesca Ungherese».
Pierpaolo Faggi vanta un curriculum ricchissimo sia nel campo ricerca empirica sia nel campo «terreno», infatti si presenta come «camminatore geografo». Un lavoro che è grande passione, come dimostrano i numerosi libri e articoli scientifici pubblicati in Europa, in particolare in Italia e Francia, e nel Nord America. Tra questi, si possono segnalare i suoi studi e azioni in Africa, specialmente in Senegal e Burkina Faso. Durante quasi quarant'anni, Pier Paolo Faggi ha dimostrato grande attenzione per la natura e per le popolazioni locali.
Corso di base in materia di protezione degli animali utilizzati a fini scientifici - 5 e 6 novembre 2018
Quattro studenti Unipi nell’estremo sud dell’Angola insieme a Medici con l’Africa CUAMM
L’Università di Pisa conferma il proprio impegno nell’ambito della cooperazione internazionale per la salute e lo sviluppo. Grazie all’accordo sottoscritto lo scorso dicembre tra Unipi, Medici con l'Africa CUAMM e Fondazione Arpa, quattro studenti del sesto anno di Medicina sono appena partiti per l’Angola nell’ambito della missione umanitaria di Medici con l’Africa CUAMM. Gli studenti pisani Beniamino Bortoli, Marco Favilli, Federica Mei e Debora Tognarelli effettueranno un periodo di tirocinio nell'ospedale di Chiulo, nei mesi di ottobre e novembre.
La struttura sanitaria, gestita dai medici di CUAMM, è situata nel profondo sud dell'Angola ed è il punto di riferimento di un’ampia regione, essendo l’unica unità sanitaria di 2° livello presente nella parte settentrionale della Provincia del Cunene, unico presidio dotato di sala operatoria in cui si possa eseguire il taglio cesareo.
Dal 2012 l’ospedale di Chiulo e il suo territorio di riferimento sono stati coinvolti nel programma del Cuamm “Prima le mamme e i bambini”, un’iniziativa che mira a garantire l’accesso gratuito al parto sicuro, alla cura del neonato e, in una successiva fase (2017-2021), alla generale tutela della salute della mamma e del neonato lungo i primi suoi 1000 giorni di vita, con un’attenzione particolare alla nutrizione della gravida e del bambino fino ai 2 anni.
Prima di partire gli studenti, accompagnati dal professore Emanuele Cigna, hanno fatto visita al rettore Paolo Mancarella e al prorettore alla Cooperazione e relazioni internazionali Francesco Marcelloni dai quali hanno ricevuto, a nome dell’intera istituzione universitaria, l’augurio di vivere una ricca esperienza in Africa, che possa formarli dal punto di vista umane e già qualificarli sul lato professionale, rappresentando al meglio l'Università di Pisa nel mondo.
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Nelle foto:
- Gli studenti con il rettore Paolo Mancarella e il professor Emanuele Cigna
- Gli studenti con il prorettore Francesco Marcelloni e il professor Emanuele Cigna
Grano duro: le varietà antiche e moderne hanno la stessa capacità simbiotica di assorbire i nutrienti dal suolo
Le varietà antiche e moderne di grano duro hanno la stessa capacità di entrare in simbiosi con i microrganismi benefici del suolo per estrarre grandi quantità di nutrienti minerali fondamentali per la loro crescita, primi tra tutti fosforo e azoto. E’ questo quanto emerge da uno studio pubblicato su “Scientific Reports”, rivista del gruppo "Nature", e condotto da un team di microbiologi agrari dell’Università di Pisa e del CNR, coordinati dalla professoressa Manuela Giovannetti, e dai genetisti del CREA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), coordinati dai dottori Pasquale de Vita e Luigi Cattivelli.
La ricerca, condotta su 108 diverse varietà di grano duro sia antiche che moderne, ha infatti dimostrato per la prima volta che le ripetute selezioni a cui il grano duro è andato incontro nel corso degli anni, mirate ad ottenere varietà più produttive e a taglia ridotta, non hanno provocato effetti negativi sulla sua capacità di entrare in simbiosi con particolari microrganismi benefici attraverso i quali le piante si assicurano il nutrimento dal terreno. I ricercatori hanno infatti verificato che i geni Rht, responsabili della riduzione della taglia e associati all’aumento del raccolto nelle moderne varietà di grano, non interferiscono con lo sviluppo della simbiosi.
“Il grano duro, utilizzato principalmente per la produzione di pasta, è una delle più importanti piante agrarie, e rappresenta un elemento chiave della dieta mediterranea - spiegano Cristiana Sbrana del CNR e Luciano Avio dell’Ateneo pisano - Noi in questo studio abbiamo dimostrato che non ci sono differenze fra le diverse varietà di grano duro, sia antiche che moderne, riguardo alla loro capacità di entrare in simbiosi con i funghi benefici micorrizici”.
La collaborazione tra genetisti e microbiologi ha inoltre permesso di individuare alcuni marcatori genetici, presenti in diversi cromosomi, coinvolti nei cambiamenti fisiologici che avvengono nella pianta durante lo sviluppo della simbiosi.
“La mappatura dei tratti genetici associati alla simbiosi micorrizica, individuati per la prima volta nel grano duro - sottolinea Manuela Giovannetti - potrà permettere la selezione di piante altamente suscettibili alla simbiosi, da impiegare in agricoltura sostenibile, e migliorare la comprensione delle relazioni tra caratteri fenotipici e genetici in questa importante pianta alimentare”.
Grano duro: le varietà antiche e moderne hanno la stessa capacità simbiotica di assorbire i nutrienti dal suolo
Le varietà antiche e moderne di grano duro hanno la stessa capacità di entrare in simbiosi con i microrganismi benefici del suolo per estrarre grandi quantità di nutrienti minerali fondamentali per la loro crescita, primi tra tutti fosforo e azoto. E’ questo quanto emerge da uno studio pubblicato su “Scientific Reports”, rivista del gruppo "Nature", e condotto da un team di microbiologi agrari dell’Università di Pisa e del CNR, coordinati dalla professoressa Manuela Giovannetti, e dai genetisti del CREA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), coordinati dai dottori Pasquale de Vita e Luigi Cattivelli.
La ricerca, condotta su 108 diverse varietà di grano duro sia antiche che moderne, ha infatti dimostrato per la prima volta che le ripetute selezioni a cui il grano duro è andato incontro nel corso degli anni, mirate ad ottenere varietà più produttive e a taglia ridotta, non hanno provocato effetti negativi sulla sua capacità di entrare in simbiosi con particolari microrganismi benefici attraverso i quali le piante si assicurano il nutrimento dal terreno. I ricercatori hanno infatti verificato che i geni Rht, responsabili della riduzione della taglia e associati all’aumento del raccolto nelle moderne varietà di grano, non interferiscono con lo sviluppo della simbiosi.
“Il grano duro, utilizzato principalmente per la produzione di pasta, è una delle più importanti piante agrarie, e rappresenta un elemento chiave della dieta mediterranea - spiegano Cristiana Sbrana del CNR e Luciano Avio dell’Ateneo pisano - Noi in questo studio abbiamo dimostrato che non ci sono differenze fra le diverse varietà di grano duro, sia antiche che moderne, riguardo alla loro capacità di entrare in simbiosi con i funghi benefici micorrizici”.
La collaborazione tra genetisti e microbiologi ha inoltre permesso di individuare alcuni marcatori genetici, presenti in diversi cromosomi, coinvolti nei cambiamenti fisiologici che avvengono nella pianta durante lo sviluppo della simbiosi.
“La mappatura dei tratti genetici associati alla simbiosi micorrizica, individuati per la prima volta nel grano duro - sottolinea Manuela Giovannetti - potrà permettere la selezione di piante altamente suscettibili alla simbiosi, da impiegare in agricoltura sostenibile, e migliorare la comprensione delle relazioni tra caratteri fenotipici e genetici in questa importante pianta alimentare”.
Quattro studenti Unipi in Angola insieme a Medici con l’Africa CUAMM
L’Università di Pisa conferma il proprio impegno nell’ambito della cooperazione internazionale per la salute e lo sviluppo. Grazie all’accordo sottoscritto lo scorso dicembre tra Unipi, Medici con l'Africa CUAMM e Fondazione Arpa, quattro studenti del sesto anno di Medicina sono appena partiti per l’Angola nell’ambito della missione umanitaria di Medici con l’Africa CUAMM. Gli studenti pisani Beniamino Bortoli, Marco Favilli, Federica Mei e Debora Tognarelli effettueranno un periodo di tirocinio nell'ospedale di Chiulo, nei mesi di ottobre e novembre.
I quattro studenti con il rettore Paolo Mancarella e il professor Emanuele Cigna.
La struttura sanitaria, gestita dai medici di CUAMM, è situata nel profondo sud dell'Angola ed è il punto di riferimento di un’ampia regione, essendo l’unica unità sanitaria di 2° livello presente nella parte settentrionale della Provincia del Cunene, unico presidio dotato di sala operatoria in cui si possa eseguire il taglio cesareo.
Dal 2012 l’ospedale di Chiulo e il suo territorio di riferimento sono stati coinvolti nel programma del Cuamm “Prima le mamme e i bambini”, un’iniziativa che mira a garantire l’accesso gratuito al parto sicuro, alla cura del neonato e, in una successiva fase (2017-2021), alla generale tutela della salute della mamma e del neonato lungo i primi suoi 1000 giorni di vita, con un’attenzione particolare alla nutrizione della gravida e del bambino fino ai 2 anni.
Prima di partire gli studenti, accompagnati dal professor Emanuele Cigna, hanno fatto visita al rettore Paolo Mancarella e al prorettore alla Cooperazione e relazioni internazionali Francesco Marcelloni dai quali hanno ricevuto, a nome dell’intera istituzione universitaria, l’augurio di vivere una ricca esperienza in Africa, che possa formarli dal punto di vista umane e già qualificarli sul lato professionale, rappresentando al meglio l'Università di Pisa nel mondo.
Gli studenti con il prorettore Francesco Marcelloni e il professor Emanuele Cigna.
Selezione per un contratto a tempo determinato e parziale cat. C presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie
Due selezioni per tecnologi presso il Dipartimento di Ingegneria dell’informazione
Bando e moduli al link:
https://www.unipi.it/ateneo/bandi/tecnologi/Ingegneria/index.htm
Il Corpo del Poeta - Apologia per Vladímir Vladímirovič Majakóvskij
Sabato 13 ottobre 2018il Teatro dell'Assedio presenta lo spettacolo "Il Corpo del Poeta - Apologia per Vladímir Vladímirovič Majakóvskij". Una performance itinerante partirà alle ore 21:30 e si muoverà nelle principali strade e piazza del centro di Pisa: canzoni e poesie per un coro di attori clown.
L’iniziativa è organizzata dall’associazione studentesca LiberLabor e svolta con il contributo finanziario alle attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa.
Per informazioni
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. / 3205785174
Il Corpo del Poeta - Apologia per Vladímir Vladímirovič Majakóvskij
Sabato 13 ottobre il Teatro dell'Assedio presenta lo spettacolo "Il Corpo del Poeta - Apologia per Vladímir Vladímirovič Majakóvskij". Una performance itinerante partirà alle ore 21:30 e si muoverà nelle principali strade e piazza del centro di Pisa: canzoni e poesie per un coro di attori clown.
L’iniziativa è organizzata dall’associazione studentesca LiberLabor e svolta con il contributo finanziario alle attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa.
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