Esami, Lauree e prove finali
- Esami di profitto in presenza e a distanza:
Aggiornamento del 26 agosto 2020 - Svolgimento a distanza degli esami scritti/pratici non convertibili in orali
Le istruzioni - Forms per esami scritti
Istruzioni su come crearli
Assistenza
Assistenza tecnica
Contattare i servizi informatici per ricevere il supporto tecnico per didattica e lavoro a distanza.
Assistenza in segreteria didattica
Contattare i referenti delle segreterie didattiche per richieste di chiarimento sulla didattica (a distanza e non) e sull'organizzazione dei corsi.
Mobilità internazionale
Dal 1° settembre 2020 potrà riprendere la mobilità incoming e outgoing, nell’ambito dei programmi Erasmus+ e di qualunque altro programma di mobilità internazionale, con modalità “in presenza”.
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Esami, Lauree e prove finali
- Esami di profitto in presenza e a distanza:
Aggiornamento del 26 agosto 2020 - Esami, Lauree e prove finali ai tempi del Covid-19
Guida per lo studente - Svolgimento a distanza degli esami scritti/pratici non convertibili in orali
Le istruzioni - Forms per esami scritti
Istruzioni su come risopndere
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Assistenza tecnica
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Assistenza in segreteria didattica
Contattare i referenti delle segreterie didattiche per richieste di chiarimento sulla didattica (a distanza e non) e sull'organizzazione dei corsi.
Lezioni
Nel primo semestre dell'anno accademico 2020/2021 le attività didattiche si svolgono in forma mista, in parte in presenza e in parte a distanza.
Informazioni precise sulle modalità della didattica per ogni corso di laurea si trovano nelle pagine dei corsi di laurea: https://www.unipi.it/index.php/lauree .
Nelle aule in cui si tengono attività didattiche in presenza gli studenti avranno a disposizione i QR Code del sistema Signs per sapere se una postazione è già stata occupata, nella stessa mezza giornata, da qualcun altro e quindi non è più utilizzabile fino alla sanificazione successiva.
- Come seguire le lezioni a distanza.
Dove trovare l'orario delle lezioni, le aule virtuali e le istruzioni per seguire online - Lezioni su Meet di Google
la guida per seguire e partecipare, aggiornata al 6 marzo 2020 (english version) - Lezioni su Teams di Microsoft,
la guida per seguire e partecipare, aggiornata al 6 marzo (english version)
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Nasce il primo spin-off umanistico dell’Università di Pisa
Ha un’anima tutta al femminile il primo spin-off umanistico dell’Università di Pisa nato per iniziativa di tre laureate dell’Ateneo. Si chiama Astarte, come la dea madre, creatrice di vita, ed è una casa editrice che racconterà il Mediterraneo. Carolina e Anita Paolicchi, sorelle pisane di 26 e 30 anni, e Francesca Mannocci, livornese di 39 anni sono le fondatrici, un progetto nato durante gli studi in storia dell’arte e linguistica e poi diventato impresa grazie al Contamination Lab dell’Università di Pisa.
“In un contesto in cui le start up sono prevalentemente scientifiche come dimostrato anche dall’assenza della categoria “Humanities” nei bandi di concorsi per giovani imprese – spiega la più giovane, Carolina, titolare dell’impresa – Astarte Edizioni si differenzia per essere il primo spin-off umanistico dell’Università di Pisa e, crediamo, fra i primi anche in Toscana”.
E con un occhio al territorio, il primi titoli in catalogo riguardano Pisa e Livorno (“Villa Trossi. Storia di una dimora livornese e delle sue famiglie” di Anna Ventimiglia e “Arte orafa a Pisa fra Sei e Settecento” di Daria Gastone) più un contributo del giornalista Marco Gasperetti che insieme a Stefano Pampaloni è autore di “Impossibile non comunicare. Regole per un efficace uso di Internet fra notizie e social network”. All’altra sponda del Mediterraneo sono invece dedicati i primi due titoli di narrativa e poesia, il romanzo “Dietro quei silenzi…” dell’autrice algerina Maïssa Bey e la raccolta “Sul filo della speranza” di Abdellatif Laâbi, vincitore del prestigioso Premio Goncourt 2009 per la poesia.
“Siamo una piccola casa editrice appena nata – aggiungono le tre fondatrici – e vogliamo dare voce alla cultura dei paesi del bacino mediterraneo, valorizzandone il patrimonio culturale materiale e immateriale, con uno sguardo che spazia dal locale al globale, fra narrativa, poesia e saggistica”.
Le tre fondatrici di Astarte Edizioni: da sinistra Francesca Mannocci, Carolina Paolicchi e Anita Paolicchi
Intanto Astarte ha già al suo attivo una collaborazione con l’ONG SOS Méditerranée Italia per la traduzione e pubblicazione del volume collettivo “Au cœur de l’errance”, i cui ricavi andranno a sostegno delle attività di salvataggio in mare. La Fondazione d’arte Trossi-Uberti di Livorno ha invece partecipato alla realizzazione del volume dedicato alla storia della villa in cui si trova la loro sede e alle famiglie che vi hanno abitato. Un’ulteriore collaborazione è in corso con la Fondazione “Il Fiore” per la pubblicazione di studi sul poeta fiorentino Alberto Caramella.
“Abbiamo a cuore ogni nostro prodotto – conclude Francesca – per questo ci impegniamo a seguire personalmente tutte le fasi della creazione del libro: dall’ideazione alla progettazione editoriale e grafica, fino alla stampa, alla promozione e alla vendita diretta, con una attenzione sempre rivolta all’ambiente con l’uso ad esempio di carta proveniente da foreste o piantagioni gestite in maniera sostenibile”.
Nasce il primo spin-off umanistico dell’Università di Pisa
Ha un’anima tutta al femminile il primo spin-off umanistico dell’Università di Pisa nato per iniziativa di tre laureate dell’Ateneo. Si chiama Astarte, come la dea madre, creatrice di vita, ed è una casa editrice che racconterà il Mediterraneo. Carolina e Anita Paolicchi, sorelle pisane di 26 e 30 anni, e Francesca Mannocci, livornese di 39 anni sono le fondatrici, un progetto nato durante gli studi in storia dell’arte e linguistica e poi diventato impresa grazie al Contamination Lab dell’Università di Pisa.
“In un contesto in cui le start up sono prevalentemente scientifiche come dimostrato anche dall’assenza della categoria “Humanities” nei bandi di concorsi per giovani imprese – spiega la più giovane, Carolina, titolare dell’impresa – Astarte Edizioni si differenzia per essere il primo spin-off umanistico dell’Università di Pisa e, crediamo, fra i primi anche in Toscana”.
E con un occhio al territorio, il primi titoli in catalogo riguardano Pisa e Livorno (“Villa Trossi. Storia di una dimora livornese e delle sue famiglie” di Anna Ventimiglia e “Arte orafa a Pisa fra Sei e Settecento” di Daria Gastone) più un contributo del giornalista Marco Gasperetti che insieme a Stefano Pampaloni è autore di “Impossibile non comunicare. Regole per un efficace uso di Internet fra notizie e social network”. All’altra sponda del Mediterraneo sono invece dedicati i primi due titoli di narrativa e poesia, il romanzo “Dietro quei silenzi…” dell’autrice algerina Maïssa Bey e la raccolta “Sul filo della speranza” di Abdellatif Laâbi, vincitore del prestigioso Premio Goncourt 2009 per la poesia.
“Siamo una piccola casa editrice appena nata – aggiungono le tre fondatrici – e vogliamo dare voce alla cultura dei paesi del bacino mediterraneo, valorizzandone il patrimonio culturale materiale e immateriale, con uno sguardo che spazia dal locale al globale, fra narrativa, poesia e saggistica”.
Intanto Astarte ha già al suo attivo una collaborazione con l’ONG SOS Méditerranée Italia per la traduzione e pubblicazione del volume collettivo “Au cœur de l’errance”, i cui ricavi andranno a sostegno delle attività di salvataggio in mare. La Fondazione d’arte Trossi-Uberti di Livorno ha invece partecipato alla realizzazione del volume dedicato alla storia della villa in cui si trova la loro sede e alle famiglie che vi hanno abitato. Un’ulteriore collaborazione è in corso con la Fondazione “Il Fiore” per la pubblicazione di studi sul poeta fiorentino Alberto Caramella.
“Abbiamo a cuore ogni nostro prodotto – conclude Francesca – per questo ci impegniamo a seguire personalmente tutte le fasi della creazione del libro: dall’ideazione alla progettazione editoriale e grafica, fino alla stampa, alla promozione e alla vendita diretta, con una attenzione sempre rivolta all’ambiente con l’uso ad esempio di carta proveniente da foreste o piantagioni gestite in maniera sostenibile”.
"Nella foto le tre fondatrici di Astarte Edizioni: da sinistra Francesca Mannocci, Carolina Paolicchi e Anita Paolicchi".
Il progetto “Enjera con alga Spirulina” del Liceo Buonarroti vince il concorso MAD for Science 2020
“L’innovazione proposta è rigorosa, semplice e di impatto: rigorosa perchè il metodo con cui è stata sviluppata è ineccepibile, semplice perché mescola elementi di contesto che la coniugano con il territorio ed ha un potenziale di scalabilità, e di impatto perchè a costi contenuti riesce a risolvere potenzialmente problemi fondamentali tra quelli assegnati. Ha inoltre il grande merito di essere una innovazione che coniuga le Scienze Naturali con le Scienze Sociali, presupposto fondamentale per poter affrontare le grandi sfide di questo momento storico”. Queste le motivazioni con le quali la giuria, composta da Francesca Pasinelli, Direttore Generale della Fondazione Telethon, Mario Calabresi, giornalista e scrittore italiano, Barbara Gallavotti, biologa, giornalista e consigliere per il coordinamento scientifico del Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia L. da Vinci di Milano, Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, Andrea Salonia, Professore Ordinario di Urologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Gianmario Verona, rettore dell’Università Bocconi, ha assegnato il primo premio del concorso "MAD for Science 2020" al progetto presentato dal team del Liceo Filippo Buonarroti.
Studentesse e studenti in laboratorio, la foto è stata scattata prima dell'emergenza Covid-19
Il primo premio consiste in 75 mila euro per l’implementazione del laboratorio di scienze della scuola e l’acquisto quinquennale di specifico materiale di consumo. Il concorso ha previsto una preselezione che ha individuato, su 167 licei iscritti, 50 scuole le quali hanno avuto accesso alla fase successiva, quella in cui sono stati scelti i licei finalisti e poi, attraverso una fida in diretta streaming tra i sei finalisti, quello vincitore.
Il progetto, coerentemente con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile riguardanti fame nel mondo, salute e benessere delle popolazioni e del pianeta, ha valutato la possibilità di rispondere ai problemi di malnutrizione esistenti nella popolazione del Corno d’Africa migliorando le caratteristiche nutrizionali dell’enjera, un alimento che è alla base della dieta delle popolazioni in questa area del pianeta. Questo pane azzimo preparato con farina di teff, cereale ricco di carboidrati ma povero di proteine, acidi grassi polinsaturi ed antiossidanti, è stato arricchito con la polvere di spirulina, un’alga ricca di sostanze nutritive e in particolare di proteine, allo scopo di ottenere un alimento completo ed equilibrato da un punto di vista nutrizionale.
Studentesse e studenti in laboratorio, la foto è stata scattata prima dell'emergenza Covid-19
Il grande risultato ottenuto è il frutto di un ottimo lavoro di squadra che è iniziato nell’anno scolastico 2019/20 e si è concluso nel contest finale del 14 ottobre 2020. Il gruppo, costituito da studenti provenienti da varie classi, ha lavorato con impegno ed entusiasmo: Marina Biagioni, Aurora Morelli, Greta Redini e Martina Sbrana della 5ESA; Giada Fiorini, Juhi Maharjan e Alessandro Lagonegro della 5DSA; Simone Gagliardi della ex 5BSA, Filippo Baroni, Giovanni Bouillon, Ludovico Lami, Francesco Luperini, Alice Lio Passarelli, Francesco Santerini e Francesca Vasone della 5AS; Sara Favilli, Esther Giordani, Francesco Lami, Matilde Orsini, Tommaso Terreni della 4AS; Marg Dawood, Marta Orlati, Alessandro Sartor, Iacopo Viale della 3BSA, Filippo Agi, Giovanni Scione, Teresa Bandinelli, Caterina Natali, Elisa Pagano e Teresa Vaccarino della classe 3DS.
Sei docenti hanno lavorato intensamente al progetto e guidato i ragazzi nelle varie fasi della sua realizzazione: Barbara Cei, referente del progetto, Alessio Ciampini, Paola Fortuna, Marilena Marincola , Grazia Valtriani e Giacomo Vanni.
Francesca Pasinelli, presidente della giuria, nel conferire i premi ai vincitori ha affermato: “Questi ragazzi hanno dimostrato di saper lavorare in squadra grazie all’importantissima guida dei propri professori, riuscendo a definire un progetto sperimentale che li ha portati a vincere un finanziamento del quale beneficeranno tutti gli studenti del loro Istituto”.
Il progetto è stato svolto in collaborazione con la professossa Lucia Guidi, presidente del corso di laurea in Scienze Agrarie, e il team di ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Agro-Ambientali dell’Università di Pisa che hanno permesso di realizzare la fase sperimentale presso i loro laboratori e con il consorzio Cosvig/ENEL di Chiusdino.
(fonte: sito Liceo Filippo Buonarroti)
Incarico di lavoro autonomo avente per oggetto: “Attività di supporto alla ricerca in particolare: raccolta dei dati sui pazienti necessari per la conclusione dello studio sulla base delle disposizioni impartite del medico specialista"
Ecosistemi: sono più precari se piccoli e giovani, mentre diventano più stabili quando grandi e vecchi
Più un ecosistema è piccolo e giovane più è “precario” a livello di specie che si evolvono e si estinguono, più diventa grande e vecchio tanto più le specie si stabilizzano per numero e longevità. La definizione di questo modello biologico deriva da uno studio sul lago di Ocrida compiuto da un gruppo internazionale di ricercatori fra cui il professore Giovanni Zanchetta del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa.
Il lavoro è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica “Science Advances”.
“Il lago di Ocrida è un incredibile laboratorio naturale – spiega Zanchetta -vecchio di ca. 1.4 millioni di anni e situato al confine tra Albania e Repubblica della Macedonia del Nord, non rappresenta solo il lago più antico d’Europa, ma con il suo patrimonio di 300 specie endemiche è anche quello con la maggior biodiversità”.
Il lago di Ocrida
Per studiare la dinamica evolutiva del lago di Ocrida, a partire dal momento della sua formazione, i ricercatori hanno combinato i dati paleoambientali e paleoclimatici con l’analisi di oltre 150 specie di diatomee fossili. In particolare l’Università di Pisa ha contribuito alla ricerca con una dettagliata ricostruzione cronologica del lago.
E’ emerso così un modello evolutivo ben preciso. Un lago giovane e di piccole dimensioni offre molte opportunità ecologiche, ma è anche particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici, alle variazioni del livello dell’acqua e di nutrienti, da cui appunto la precarietà, con specie che si evolvono e si estinguono. Quando invece il lago diventa progressivamente più profondo e ampio, i processi di speciazione e di estinzione rallentano rapidamente. Secondo i ricercatori questo deriva dal fatto che progressivamente si satura il limite ecologico del lago e, contemporaneamente, un ecosistema più grande è più capace di “tamponare” i cambiamenti ambientali e climatici.
“Questo studio mette in evidenza, se mai ce ne fosse bisogno – conclude Zanchetta - la necessità di preservare luoghi come il lago di Ocrida, “hot spot” di biodiversità unici, sia per le possibilità di studio e di comprensione che ci offrono, sia per il fondamentale ruolo nel preservare la diversità naturale”.
Ecosistemi: sono più precari se piccoli e giovani, mentre diventano più stabili quando grandi e vecchi
Più un ecosistema è piccolo e giovane più è “precario” a livello di specie che si evolvono e si estinguono, più diventa grande e vecchio tanto più le specie si stabilizzano per numero e longevità. La definizione di questo modello biologico deriva da uno studio sul lago di Ocrida compiuto da un gruppo internazionale di ricercatori fra cui il professore Giovanni Zanchetta del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. Il lavoro è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica “Science Advances”. “Il lago di Ocrida è un incredibile laboratorio naturale – spiega Zanchetta -vecchio di ca. 1.4 millioni di anni e situato al confine tra Albania e Repubblica della Macedonia del Nord, non rappresenta solo il lago più antico d’Europa, ma con il suo patrimonio di 300 specie endemiche è anche quello con la maggior biodiversità”. Per studiare la dinamica evolutiva del lago di Ocrida, a partire dal momento della sua formazione, i ricercatori hanno combinato i dati paleoambientali e paleoclimatici con l’analisi di oltre 150 specie di diatomee fossili. In particolare l’Università di Pisa ha contribuito alla ricerca con una dettagliata ricostruzione cronologica del lago. E’ emerso così un modello evolutivo ben preciso. Un lago giovane e di piccole dimensioni offre molte opportunità ecologiche, ma è anche particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici, alle variazioni del livello dell’acqua e di nutrienti, da cui appunto la precarietà, con specie che si evolvono e si estinguono. Quando invece il lago diventa progressivamente più profondo e ampio, i processi di speciazione e di estinzione rallentano rapidamente. Secondo i ricercatori questo deriva dal fatto che progressivamente si satura il limite ecologico del lago e, contemporaneamente, un ecosistema più grande è più capace di “tamponare” i cambiamenti ambientali e climatici. “Questo studio mette in evidenza, se mai ce ne fosse bisogno – conclude Zanchetta - la necessità di preservare luoghi come il lago di Ocrida, “hot spot” di biodiversità unici, sia per le possibilità di studio e di comprensione che ci offrono, sia per il fondamentale ruolo nel preservare la diversità naturale”.