Concorso fotografico "Plastic-click"
In occasione della mostra temporanea “La plastica e noi” il Museo bandisce il concorso "Plastic-click", che ha come tema l’inquinamento da plastica che incontriamo quotidianamente nelle nostre vite. Rifiuti abbandonati lungo sentieri, spiagge, marciapiedi, parchi pubblici, scuole, centri storici, saranno i soggetti che permetteranno di inquadrare la portata del problema, con l’obiettivo di esprimere un punto di vista personale.
Il concorso fotografico è aperto a tutti ed è diviso in due sezioni:
La sezione SENIOR (over 14 anni)
La sezione JUNIOR (under 14 anni)
Le 20 migliori fotografie di entrambe le sezioni, valutate da una giuria, saranno esposte in una mostra temporanea presso il Museo.
Inoltre, le tre migliori fotografie della sezione SENIOR saranno premiate con:
1° premio – Ingresso al museo con visita guidata gratuita per un massimo di 8 persone, 50 € di buono spesa presso lo shop del Museo ed una borraccia in metallo offerta da Acque SPA.
2° premio – Abbonamento annuale al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, 30 € di buono spesa presso lo shop del Museo ed una borraccia in metallo offerta da Acque SPA.
3° premio – Ingresso famiglia (5 persone) gratuito, 20 € di buono spesa presso lo shop del Museo e una borraccia in metallo offerta da Acque SPA.
Le tre migliori fotografie della sezione JUNIOR saranno premiate con:
1° premio – Buono spesa da 50 € da spendere presso lo shop del Museo e una borraccia in metallo offerta da Acque SPA.
2° premio – Buono spesa da 30 € da spendere presso lo shop del Museo e una borraccia in metallo offerta da Acque SPA.
3° premio – Buono spesa da 20 € da spendere presso lo shop del Museo e una borraccia in metallo offerta da Acque SPA.
La giuria si riserva inoltre la possibilità di premiare con una menzione speciale una o più foto meritevoli che non rientrino tra le tre premiate di ogni sezione.
Partecipa al concorso seguendo il regolamento allegato e invia, entro il 31 Marzo 2021, da una a tre fotografie all’indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Scarica la liberatoria sezione SENIOR
Borsa di ricerca dal titolo: “Applicazione di metodi statistici avanzati alla ricerca medica e farmacologica”.
Avviso di fabbisogno interno per il corso di perfezionamento in "Ecografia muscoloscheletrica della Scuola SIUMB":
Avviso di fabbisogno interno per “rafforzamento di fisioterapisti che operano presso il Centro dipartimentale di Medicina Riabilitativa Sport and Anatomy.
Avviso di fabbisogno interno per incarico relativo al progetto "Recupero OFA tramite e-learning – tutorato asincrono per sei classi di "Comprensione del testo" – Direzione "Servizi per la Didattica e gli Studenti"
A Pisa il primo “dottore di ricerca” in Data Science
Si chiama Gevorg Yeghikyan, ha 27 anni ed è di nazionalità armena, il primo studente a ottenere un dottorato in Data Science in Italia. Ha presentato e discusso nella Sala Azzurra del Palazzo della Carovana della Scuola Normale la propria tesi sui fenomeni di mobilità nelle città, uno studio a metà strada fra geografia umana, scienza dei dati e architettura, che ha avuto giudizi eccellenti anche da esperti internazionali. La sua tesi di dottorato è un esempio perfetto della “mission” del dottorato: dati e modelli innovativi che fanno capire meglio fenomeni sociali complessi, come il funzionamento di una città. La tesi è intitolata “Urban structure and mobility as spatio-temporal complex networks”, e Yeghikyan è stato seguito da un panel interdisciplinare di supervisione composto da Mirco Nanni (ISTI-CNR), Angelo Facchini (Scuola IMT), Marco Conti e Andrea Passarella (IIT-CNR) e Bruno Lepri (FBK Trento).
Lanciato nel 2017 e oggi alla quarta edizione, il dottorato portato a termine da Yeghikyan è il primo ad essere stato attivato sul territorio nazionale ed è offerto congiuntamente da tutte le università e gli enti di ricerca di Pisa - Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR - e dalla Scuola IMT Alti Studi Lucca.
Un corso che sta già dando risultati in termini di successo degli allievi e dei progetti di ricerca cui si dedicano. Nel periodo del lock down a una dottoranda in Data Science venne commissionato uno studio per analizzare gli spostamenti dei cittadini pugliesi attraverso l’analisi delle celle telefoniche. Ultimamente altri studenti hanno individuato un nuovo metodo per stabilire l’indice di pace di una nazione in tempo reale, analizzando le news internazionali attraverso una piattaforma Google. I dottori di ricerca in Data Science sono a tutti gli effetti studenti del corso di Perfezionamento (PhD) della Scuola Normale, ma il dottorato è frutto della sinergia di tutte le istituzioni coinvolte e vede come coordinatore il professor Dino Pedreschi dell’Università di Pisa.
È il primo in Italia a essere pensato per formare la figura del Data Scientist, uno scienziato capace di usare dati e modelli di interpretazione per avanzare le conoscenze nel proprio campo specifico o all'incrocio fra discipline diverse, indipendentemente dalle infrastrutture che raccolgono i dati (Data engineering) e dalla loro utilizzazione commerciale (Data Business). Ciò si traduce, in termini di ingressi di nuovi allievi, nella massima apertura a tutti i laureati, non solo in discipline STEM o economiche, e, per quanto riguarda il post dottorato, in un ventaglio più ampio di possibilità professionali nella ricerca e nell'innovazione industriale e sociale. Ieri sono stati proclamati gli 8 vincitori del nuovo ciclo di dottorato in Data Science, che insieme a due vincitori di borse Marie-Curie si aggiungono ai 27 già iscritti.
«Si tratta di una esperienza altamente proficua – commenta Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale -. Gli studenti in Data Science hanno modo di vivere un percorso accademico all’insegna della commistione di discipline diverse, con tante istituzioni che contribuiscono alla loro formazione, ciascuna che dà il proprio specifico contributo nell’ambito che gli è più consono. La Scuola Normale, con la propria tradizione nel campo della matematica e della fisica».
«Ormai da vent’anni la scienza dei dati è una delle eccellenze pisane, figlia di una storia iniziata qui mezzo secolo fa con il primo corso di laurea in Informatica del nostro Paese - aggiunge il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – La creazione, nel 2017, di questo dottorato congiunto in Data Science, il primo in Italia, è stato un nuovo importante capitolo in questa storia. Tanto da aver dato origine al primo Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale che parte dal prossimo anno accademico e che il nostro Ateneo coordina assieme al CNR. Ancora una volta il futuro trova a Pisa l’ambiente ideale in cui svilupparsi».
«La collaborazione interdisciplinare delle istituzioni accademiche di Pisa e della Scuola IMT di Lucca – sottolinea Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna - è uno dei valori aggiunti di questo dottorato, insieme alle opportunità di placement che si aprono per chi consegue il titolo di ‘data scientist’, figura professionale sempre più necessaria in ambito accademico, istituzionale e aziendale. Il carattere interdisciplinare dell’iniziativa si riscontra anche nel team della Scuola Superiore Sant'Anna coinvolto, team che appartiene a quasi tutti gli Istituti della Scuola, con l’obiettivo di approfondire i legami che intercorrono tra i diversi ambiti di ricerca della Scuola e la scienza dei dati, nata a sua volta dall’incontro di una pluralità di interessi scientifici e tecnologici».
«Il Dottorato in Data Science – afferma il Direttore della Scuola IMT, Pietro Pietrini - è esempio virtuoso per almeno due motivi. Primo, perché caratterizzato da un approccio multidisciplinare che integra proficuamente competenze tra loro apparentemente distanti; secondo, perché frutto del lavoro congiunto tra l'Università e il CNR di Pisa e quello di tutte e tre le Scuole Superiori ad Ordinamento Speciale della nostra regione. Dimostrazione concreta dell’elevato livello della rete formativa che si è venuta a creare».
Conclude il presidente del CNR Massimo Inguscio: «Il dottorato in Data Science rappresenta uno splendido esempio di studi originali e ricerche multidisciplinari espressione di una strategia che vede il CNR operare in sinergia con università e mondo della ricerca per dare una risposta alle complesse sfide socio-economiche-ambientali che la nostra società e il mondo stanno affrontando. La scienza dei dati è tra gli studi strategici utili per sostenere la trasformazione e la rivoluzione digitale del Paese con l'obiettivo di realizzare una società più resiliente, sostenibile, efficiente ed equa. Significativo che questo avvenga oggi nella città dove il CNR con l'università e Adriano Olivetti diede inizio al calcolo elettronico italiano. Sono particolarmente lieto che il primo “dottore di ricerca” in Data Science sia un giovane brillante studente armeno che ha scelto l'Italia come seconda casa a dimostrazione che il mondo della ricerca è senza barriere e il merito è l'unico criterio di inclusione».
Il professor Gabriele Tomei eletto presidente della Associazione Italiana di Valutazione
Il professor Gabriele Tomei, associato di Sociologia generale al Dipartimento di Scienze Politiche, è il nuovo presidente della Associazione Italiana di Valutazione (AIV). È stato eletto durante la XXIII assemblea dell’Associazione, che si è tenuta il 9 ottobre in via telematica, e resterà in carica per il triennio 2020-2023. Succede alla dott.ssa Erica Melloni, ricercatrice senior dell’Istituto di Ricerca Sociale di Milano, con cui il professor Tomei aveva avuto modo di collaborare prima in qualità di membro del consiglio direttivo della Associazione (2014-2017) e poi come co-editor della rivista scientifica RIV-Rassegna Italiana di Valutazione (fascia A) per il triennio 2017-2020.
Il professor Tomei si occupa di valutazione delle politiche sociali e dello sviluppo, con un interesse specifico per i problemi teorici e metodologici della valutazione partecipata. Ha svolto attività di valutazione professionale su interventi sociali complessi in Italia ed all’estero, per conto di enti pubblici, organizzazioni di terzo settore, agenzie internazionali. Nel 2009 ha diretto presso l’Università di Pisa il Master di II livello in “Valutazione degli Interventi di Politica Sociale e Sviluppo Territoriale”. Dal 2018 è Direttore Scientifico del Centro di Ricerca VOIS sulla Valutazione di Outcome e di Impatto Sociale dei Programmi Complessi istituito presso il Dipartimento di Scienze Politiche ed è membro designato del Comitato Consultivo sulla Valutazione presso il MAECI.
L’Associazione Italiana di Valutazione – AIV, fondata nel febbraio 1997, riunisce oltre 250 professionisti del settore privato e del settore pubblico, amministratori pubblici, ricercatori e docenti universitari di varie discipline che praticano, studiano e insegnano la valutazione e materie ad essa collegabili. AIV ha come obiettivo prioritario quello di diffondere la cultura della valutazione tra gli attori coinvolti nel processo di formulazione e attuazione delle politiche pubbliche e per questo propone convegni tematici, attività formative generali in tema di valutazione e specifiche in tema di performance, seminari e convegni, produce una rivista quadrimestrale e promuove una collana editoriale, sostiene l’animazione della community dei valutatori italiani attraverso l’organizzazione di gruppi di 9 lavoro tematici: cooperazione allo sviluppo, pari opportunità, sviluppo locale e rurale nei programmi comunitari, università e ricerca, performance della PA, istruzione e istituzioni formative, comunicazione e digital literacy, politiche sociali, valutazione e professioni.
Eliseo, studente sordo, si laurea in Ingegneria biomedica
Con una tesi discussa a distanza in cui ha analizzato due diverse tipologie di protesi uditiva impiantabile, si è laureato in Ingegneria biomedica all’Università di Pisa Eliseo Angelo Salotta, studente sordo che ha seguito il suo percorso di studi con grande determinazione e passione. Ventisei anni, originario di Enna, Eliseo parla un ottimo italiano e interagisce seguendo il labiale. Vincitore di borsa di studio e di posto alloggio, ha abitato nella residenza universitaria del "Nettuno" e nel 2018 ha svolto un periodo di Erasmus a Siviglia.
Nei suoi anni universitari Eliseo è stato seguito dall'USID, l'Ufficio Servizi per l'Integrazione di studenti con disabilità dell’Università di Pisa, prevalentemente mediante l'affiancamento di studenti part-time che lo hanno aiutato nella frequenza delle lezioni prendendo appunti per lui. Ha svolto anche il lavoro part-time con l'USID, svolgendo attività di trasformazione testi in formato accessibile per altri studenti con disabilità, dimostrando grande spirito di autonomia e di generosità. “È sempre una gioia accompagnare nel percorso universitario studenti come Eliseo che con la loro positività, entusiasmo e gratitudine rappresentano un continuo stimolo per rendere il nostro ateneo sempre più accogliente e inclusivo per tutti – ha commentato il professor Luca Fanucci, delegato del rettore all’integrazione degli studenti e del personale con disabilità e DSA.
La sua tesi, dal titolo “Studio e analisi comparativa di impianti cocleari e protesi a conduzione ossea” è stata discussa con il professor Giovanni Vozzi, che commenta così il risultato raggiunto da Eliseo: “Mi ha colpito che lo studente Salotta abbia discusso una tesi su due diverse tipologie di protesi uditive impiantabili mostrandone i vantaggi e i limiti di ognuna di esse e proponendo delle possibili migliorie, visto il suo deficit uditivo. In realtà, però è da notare che la peculiarità del corso di Laurea triennale in Ingegneria Biomedica è quella di fornire agli studenti gli strumenti necessari per progettare e sviluppare nuovi dispositivi biomedicali che possano migliorare lo stile e la qualità di vita del prossimo. La cosa che mi ha profondamente toccato della discussione del lavoro di tesi di Salotta è stata la frase finale della sua presentazione, dove ha fatto notare come ad oggi gli occhiali sono dei dispositivi biomedicali che correggono il deficit visivo ma ormai non vengono più percepiti come tali dal paziente stesso e dalla società, anzi sono diventati spesso degli oggetti di moda. E basandosi su questa considerazione Salotta si augura che in futuro la stessa cosa possa accadere per le protesi uditive, cioè che non vengano più percepite dal paziente e dalla società come dispositivi ”speciali” ma dispositivi di uso comune”.
Con parole di incoraggiamento per tutti i ragazzi affetti da sordità, Eliseo commenta il risultato raggiunto: “Non siamo noi a scegliere come dobbiamo nascere o come vorremmo essere. La natura impone le sue leggi e noi dobbiamo rispettarle ma la natura stessa ci insegna come reagire di fronte agli ostacoli e come poterli superare. Pensiamo per un attimo ad un esile filo d'erba che cresce in mezzo all'asfalto. Come ha potuto superare, per raggiungere la luce, questo ammasso di pece dura e resistente!?
Ogni tipo di handicap si trascina dietro qualche rinuncia, momenti di scoraggiamento, di delusioni, di sacrifici ma nello stesso tempo, come dicevo prima, la natura stessa ci spinge a saper governare tutto quanto imponendoci la lotta per la rivincita in questo gioco della vita. Lo studio, nel caso di handicap di natura neurosensoriale, diventa un ostacolo non indifferente, tant'è che molti giovani studenti si ritirano dopo la scuola dell'obbligo.
Il momento della proclamazione a distanza.
Il mio, vuole essere un monito di incoraggiamento per tutti coloro che sono affetti da sordità, ad andare avanti con tenacia perché se c'è buona volontà non c'è ostacolo. Presso l'Università di Pisa ho trovato, grazie ai servizi dell'USID, grande sostegno negli studi con un ottimo servizio di tutoraggio oltre che sensibilità e disponibilità.
Lo scorso 9 ottobre ho conseguito la laurea in Ingegneria biomedica, ce l'ho fatta! L'esile filo d'erba che oltrepassa l'asfalto. Possiamo farcela a realizzare i nostri progetti di vita, coraggio, io non voglio fermarmi!”.
A Pisa si parla di "Malattia psichiatrica e pericolosità sociale: tra sistema penale e servizi sanitari"
Cinque anni fa la storica chiusura definitiva degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non esitò a definire come dei “luoghi orrendi, non degni di un Paese appena civile”. Al loro posto le attuali R.E.M.S. (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), dedicate ai malati psichiatrici autori di reato e giudicati pericolosi. Un passaggio storico per il sistema penale italiano e una sfida per il servizio sanitario, che oggi meritano di essere valutati nell’ambito di un dibattito esteso a tutti gli attori coinvolti. È quando verrà fatto a Pisa, dove i dottorandi in Amministrazione, Mercato e Giustizia Penale del Dottorato in Scienze Giuridiche dell’Università hanno organizzato un importante convegno internazionale di due giorni (16-17 ottobre) durante il quale si parlerà, con un approccio multidisciplinare, di "Malattia psichiatrica e pericolosità sociale: tra sistema penale e servizi sanitari".
Il convegno, che arriva a poche settimane dall’inaugurazione della R.E.M.S. di Empoli e dall’approvazione per il rinnovo di quella di Volterra, vedrà la partecipazione di numerosi relatori italiani e stranieri, per una comparazione tra varie esperienze. Tanti i nomi di spicco, tra professori di diritto penale, amministrativo e costituzionale; giudici nazionali come Giorgio Lattanzi, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, e di Corti europee; medici psichiatrici e autorevoli membri di organi di garanzia quali il Garante Nazionale delle Persone Private della libertà personale, Mauro Palma, e l’ex Commissario Unico del Governo per il definitivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, Franco Corleone.
«Per due giorni Pisa sarà al centro di un dibattito che riguarda una riforma che potremmo definire “rivoluzionaria”, quasi quanto lo fu 42 anni fa la Legge Basaglia - ha commentato il Rettore, Paolo Mancarella – Questo grazie ai nostri dottorandi in Scienze Giuridiche che sono riusciti a mettere insieme un programma di interventi di altissimo rilievo scientifico e che tocca, con approccio interdisciplinare, un tema di grande attualità. Per questo il nostro Ateneo ha deciso di premiarlo, finanziandolo. È da iniziative come queste, d’altronde, che passa anche il messaggio di un’istituzione che sa guardare al domani e che cerca di trasmettere questa capacità alle nuove generazioni».
L’evento si svolgerà in lingua italiana e in modalità telematica, attraverso la piattaforma Microsoft Teams e potrà essere seguito accedendovi tramite il seguente link: http://web.jus.unipi.it/live/200916-mpps
Previsto anche un servizio di traduzione simultanea da remoto, attraverso l'applicazione per smartphone e tablet Veasyt Conference. L’evento è accreditato presso l’Ordine degli Avvocati di Pisa (8 crediti formativi).
La citizen science per lo studio dell'Universo: al via il progetto REINFORCE
È un progetto di citizen science, ovvero di "scienza partecipata", focalizzato sullo studio del cosmo, in cui tutti sono chiamati a dare un contributo allo studio di onde gravitazionali, particelle e luce. Si chiama REINFORCE, è coordinato dall'Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO) di Cascina e vede impegnati in prima linea i ricercatori del Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa con la collaborazione di altri nove partner internazionali.
"La citizen science costituisce un approccio nuovo e partecipato alla ricerca scientifica, in cui tutti possono dare un contributo importante – spiega il professor Massimiliano Razzano, che coordina il gruppo di ricerca dell'Ateneo – Grazie al fondamentale contributo di questi "cittadini-scienziati" è stato possibile scoprire nuovi pianeti extrasolari, oppure nuove specie di animali, giusto per fare alcuni esempi. Con il progetto REINFORCE vogliamo coinvolgere ancora di più le persone comuni nella ricerca in fisica e nello studio delle onde gravitazionali, una delle frontiere più nuove nello studio dell'Universo".
Ma come si può partecipare in concreto al progetto? I cittadini potranno contribuire allo studio e all'ottimizzazione di Virgo, il più grande rivelatore di onde gravitazionali in Europa, ospitato a EGO, presso Cascina. Sarà ad esempio possibile identificare le principali sorgenti di rumore, in particolare i cosiddetti glitch, segnali presenti nel rivelatore che peggiorano la qualità dei dati e possono confondersi con segnali di tipo astrofisico. Il segnale provocato dalle onde gravitazionali è debolissimo, e riuscire a catturarlo è come riuscire a sentire cadere un fiammifero in una sala di una discoteca. Per riuscirci dobbiamo identificare e rimuovere la musica, la voce delle persone e tutti gli altri "rumori" che coprono il suono che stiamo cercando. Analogamente, per rendere ancora più sensibile Virgo dobbiamo studiare ed eliminare le sorgenti di rumore ambientale, e a questo scopo l'aiuto degli appassionati può essere molto importante.
Per fare un esempio concreto, i collaboratori esamineranno estratti dei dati raccolti da Virgo e sarà chiesto loro di individuare visivamente i punti in cui ci sono segnali di interferenza, che possono essere causati non da fenomeni cosmici ma da sorgenti "terrestri" come microsismi, temporali o piccoli movimenti nei componenti ottici del rivelatore. La caratterizzazione dei glitch e delle altre sorgenti di rumore sarà utilizzata per sviluppare nuovi algoritmi di machine learning, e questo lavoro collaborativo aiuterà a migliorare la sensibilità del rivelatore ai segnali gravitazionali, spingendo ancora più lontano il nostro sguardo nel cosmo.
"Rendere accessibili i dati unici di queste ricerche a una platea molto più ampia è uno strumento formidabile per avvicinare sempre più persone alle sfide affascinanti e visionarie della scienza, a cui possono per altro contribuire concretamente – sostiene Stavros Katsanevas, direttore di EGO – Ad esempio la rivelazione dei segnali delle onde gravitazionali, da parte di LIGO e Virgo, è stata spesso metaforicamente battezzata come primo ascolto del 'suono' dell'Universo. Nel progetto REINFORCE abbiamo immaginato di rendere effettivamente udibili, ovvero di trasformare in suoni, i dati raccolti dagli interferometri gravitazionali, in modo da permettere di discernere i segnali e i rumori tramite l'ascolto. Questo per altro ci permetterà di coinvolgere nel nostro programma anche le persone non vedenti, che potrebbero rivelarsi più brave di chi vede ad ascoltare gli echi del cosmo". Parte degli sforzi di REINFORCE, infatti, sono volti a migliorare l'accessibilità di tutti a questi progetti, compresi quindi i cittadini scienziati con disabilità visive e uditive.
Del resto per partecipare non è fondamentale avere una specifica formazione scientifica e tutti possono dare il loro contributo. E proprio per descrivere e promuovere il progetto, i ricercatori di REINFORCE hanno organizzato il prossimo 16 ottobre alle 15 il webinar "How to help scientists in the gravitational wave noise hunt" ("Come aiutare gli scienziati nella caccia al rumore nelle onde gravitazionali"), in cui i ricercatori presenteranno le tematiche scientifiche del progetto, con particolare attenzione alle attività legate alle onde gravitazionali Per registrarsi al webinar collegarsi a questo link.
Il progetto REINFORCE si articola su quattro tematiche legate alla fisica moderna: oltre alle onde gravitazionali, prevede lo studio di neutrini di origine astrofisica, delle particelle elementari e di raggi cosmici per studi archeologici, geologici e vulcanologici. REINFORCE vanta un'importante collaborazione con Zooniverse la principale piattaforma di citizen science al mondo, che ha lanciato più di 250 progetti che spaziano dall'astronomia alla zoologia. Lo sviluppo di REINFORCE beneficerà anche dell'esperienza maturata da GravitySpy, un progetto di citizen science sviluppato dai colleghi americani dell'esperimento LIGO, di cui vuole essere complementare. Il risultato saranno quattro portali interattivi con i quali tutti i "cittadini-scienziati" interessati potranno dare il loro contributo a queste ricerche.