Web-Festa a chiusura del progetto scientifico CareToy e Massaggio Infantile
Una vera e propria web-festa: è quella dedicata ai 70 genitori che hanno partecipato al progetto scientifico “CareToy” e “Massaggio neonatale”, realizzato dal team di ricercatori, neuropsichiatri infantili, neonatologici, terapisti, ingegneri, psicologici dell’IRCCS Fondazione Stella Maris e dell’Università di Pisa, la Scuola Superiore Sant’Anna, le Neonatologie dell’AOU Pisana, dell’AOU Meyer e dell’AOU Careggi. Così sabato 6 marzo alle ore 10 sulla piattaforma online dedicata le mamme e i papà che hanno aderito con i loro figli, incontreranno – sebbene virtualmente causa Covid – i ricercatori e gli esperti che hanno partecipato a questo studio, che mirava a ridurre il rischio di disturbi permanenti del sistema nervoso in neonati fortemente a rischio, per poter condividere insieme i primissimi e promettenti risultati. La mattinata sarà alternata dagli interventi degli specialisti, con momenti dedicati a genitori e bambini per accogliere le loro impressioni ed esperienze su questo progetto.
“Siamo molto felici di poter rivedere e ringraziare le famiglie e tutti i bambini che hanno reso possibile questo progetto – sottolinea il coordinatore del progetto, il prof. Giovanni Cioni ordinario di neuropsichiatria infantile dell’Università di Pisa e Direttore Scientifico dell’IRCCS Fondazione Stella Maris – Ricordo che il progetto si fonda sull’intervento precoce come strumento fondamentale per i bambini con disturbi del neurosviluppo o con rischi di svilupparne. È proprio nelle prime fasi dello sviluppo che si possono ottenere le migliori risposte ai trattamenti, identificando e valorizzando tempest vamente le abilità residue”.
“Siamo lieti e orgogliosi di aver partecipato e contribuito a questo progetto che ci ha dato la possibilità di continuare a sfruttare e migliorare le palestrine gioco intelligenti CareToy – dichiara il prof. Paolo Dario, docente dell’Istituto di BioRobotica, Scuola Superiore Sant’Anna – Ancora una volta le nuove tecnologie ICT e di telemedicina ci hanno permesso di offrire un trattamento domiciliare intensivo anche da remoto, e mai come in questo sfortunato periodo di pandemia causato dal virus Covid-19, queste soluzioni si sono dimostrate così utili. Il progetto CareToy è un esempio di come la ricerca e la tecnologia abbiano un impatto e possano migliorare la vita delle persone, in questo caso dei più piccoli”.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito a questa ricerca non solo per i risultati che questa fornirà, che certamente rappresenta l’obiettivo principale – dice il prof. Luca Filippi, Direttore della Neonatologia dell’Azienda ospedaliero Universitaria Pisana – , ma anche perché essa rappresenta un virtuoso modello di collaborazione, di sinergia e di capacità di lavorare insieme tra professionisti con background professionale diverso”.
“Un progetto di grande qualità per testare l’efficacia di un modello innovativo di riabilitazione neuropsicomotoria dei neonati a rischio di danno neurologico, inoltre il coinvolgimento dei centri regionali di terapia intensiva neonatale rappresenta un efficace esempio di coordinamento”, commenta il prof. Carlo Dani Direttore neonatologia e terapia intensiva neonatale Azienda Careggi Firenze.
Il progetto Care Toy
“Ci sono alcuni tipi di riabilitazione – spiega la dr.ssa Giuseppina Sgandurra, ricercatrice dell’IRCCS Fondazione Stella Maris e dell’Università di Pisa, principale collaboratrice del progetto – che i genitori possono condurre tranquillamente a casa con il proprio bambino, individuando qual è il momento migliore per lavorare con lui e associando la riabilitazione ad un momento di gioco condiviso”. Da questa riflessione nasce il Progetto “CareToy”, finanziato dal Ministero della Salute (Bando RF 2013) e dall’Università di Pisa (Bando PRA 2017). “Il progetto di ricerca si è rivolto ai bambini molto piccoli a rischio per la Paralisi Cerebrale – spiega il coordinatore del progetto, il prof. Cioni – è stato incentrato su due tipologie differenti di intervento precoce e domiciliare, il Massaggio Infantile e l’intervento riabilitativo sperimentale tramite la palestrina meccatronica CareToy”. Un progetto che è stato il primo, per importanza e di questo tipo in Italia, raccogliendo l’adesione di 37 famiglie, principalmente della regione Toscana, ampliandosi poi anche alla Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Puglia e Sardegna.
Massaggio infantile
Il “Massaggio Infantile” è un efficace strumento attraverso cui rafforzare la relazione con il proprio bambino. L’evidenza clinica e le recenti ricerche hanno inoltre confermato l’effetto positivo del massaggio sullo sviluppo e sulla maturazione del bambino a livello fisico, psicologico ed emotivo. I benefici del massaggio si riflettono anche sui genitori che possono instaurare un rapporto di conoscenza profondo con il proprio figlio, aumentando così le capacità genitoriali, la fiducia e la sicurezza sentendosi più competenti nell’occuparsi del proprio bambino. “Nel progetto Caretoy – aggiunge la dr.ssa Sgandurra – il massaggio è stato portato direttamente a casa e, in questo modo, la famiglia aveva il monitoraggio e il supporto periodico dell’operatore clinico, ma poteva massaggiare il proprio bambino comodamente a casa propria e nei momenti più adatti e giusti per le loro esigenze senza necessità di venire direttamente presso la struttura”. La stimolazione durava 8 settimane nel primo anno di vita.
Metà delle famiglie hanno praticato il massaggio, l’altra metà, scelta in maniera randomizzata, hanno usato sempre a casa Caretoy, la palestrina piena di giochi “intelligenti”, sensorizzati dagli ingegneri, usati dai genitori per giocare quotidianamente con i bambini, secondo le proposte di gioco personalizzate dall’equipe clinica di medici e terapisti a seconda delle caratteristiche del bambino ed i suoi bisogni, sempre per 8 settmane. Lo sviluppo neuropsichico di entrambi i gruppi è stato valutato subito dopo la fine per periodo delle 8 settimane e poi ad un anno vita.
In entrambi i gruppi lo sviluppo motorio è risultato fortemente migliorato dopo le 8 settimane, in maniera maggiore nel gruppo stimolato con Caretoy. I risultati a distanza di tempo, non ancora disponibili, ci diranno se nei bambini saranno stati anche mitigati i rischi di forme severe di paralisi cerebrale, un disturbo cui essi erano a forte rischio per la presenza di lesioni cerebrali alla nascita.
Paralisi cerebrale
La Paralisi Cerebrale infantile è la disabilità fisica più frequente tra i bambini ed è dovuta a una lesione cerebrale avvenuta prima della nascita o subito dopo. Nei paesi più sviluppati colpisce circa 1 bambino ogni 500 nati e in quelli in via di sviluppo più del doppio. “Se il cervello di un bambino viene stimolato nel modo giusto nei primi mesi di vita – conclude il prof Giovanni Cioni -, quando il cervello è più plastico grazie a neurormoni ed altri fattori può “ripararsi” e ridurre o cancellare i danni prodotti da una lesione, una di quelle che inducono lo sviluppo delle Paralisi Cerebrali Infantili. Si comprende pertanto, quanto risulti cruciale identificare precocemente il problema per poter effettuare il più tempestivamente possibile una diagnosi che porti alla formulazione di un intervento precoce e su misura delle esigenze del bambino, che coinvolga la famiglia e che l’accompagni e la guidi in questo percorso”. Un’ultima considerazione: questi tipi di intervento, condotti al domicilio dalle famiglia, ma monitorati a distanza dalle equipe riabilitative, sono indispensabili in un momento di necessario isolamento dovuto alla pandemia e di riduzione delle possibilità di trattamenti ambulatoriali diretti. Quest’ultimi sono e restano il gold standard dell’intervento, ma possono e devono essere potenziali, ora ed anche dopo la fine dell’emergenza, dall’intervento domiciliare affidato ai genitori, con strumenti e procedure validate. (Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Stella Maris).
DESTeC
Costruire l’architettura con tecnologie digitali
Referente: Giovanni Santi
LAB@HOME
Referente: Mirko Marracci
Micro-Ecologia Open Source – Design Workshop
Gli uccelli sono un importante indicatore della salute ambientale. Lo sviluppo urbano ha un forte impatto sul loro comportamento, pregiudicando l’intero ecosistema. Il workshop mira a creare un design bio-inclusivo creando un catalogo di moderne case-rifugio open source per uccelli. A tal fine, il workshop fornisce le conoscenze per l’utilizzo di software open source per la modellazione parametrica, la prototipazione e la stampa 3D.
Il workshop, in lingua inglese, si tiene nel periodo 16-25 giugno 2021.
Maggiori informazioni sul sito: www.iea.ing.unipi.it
SMART INNOVATION: the capstone project
Referente: Antonella Martini
SMART INNOVATION ha l’obiettivo di fare crescere le competenze hard e soft degli studenti che si stanno per affacciare al mondo del lavoro, affiancando ad un’attività progettuale di tipo capstone (trasversale a più insegnamenti), che coinvolge le imprese, l’erogazione online di contenuti complementari e aggiuntivi alla didattica frontale del Corso di Studi (erogati dal laboratorio http://b4ds.unipi.it).
Grazie al coinvolgimento di molteplici attori (Centri di Competenze 4.0, imprese del territorio, partner europei, esperti di settore) si creano le condizioni per sviluppare progetti di ricerca congiunta e proporre tesi interdisciplinari su tematiche emergenti.
Maggiori informazioni: http://b4ds.unipi.it/smart-innovation/
UNFINISHED. Workshop internazionale di progettazione
Referente: Lina Malfona
Se Michelangelo considerava il non finito come l’espressione più alta della sapienza artistica, oggi l’incompiuto denuncia una situazione generale di incuria. Il territorio italiano è punteggiato da edifici rimasti incompiuti per vari motivi, dalla mancanza di fondi agli errori di valutazione. Strutture in attesa di completamento percorrono l’Italia dal nord al sud, dalle rovine degli edifici industriali agli alti scheletri residenziali in cemento armato che popolano il Mezzogiorno. Recentemente, una serie di pubblicazioni ed eventi hanno sensibilizzato l’attenzione pubblica verso questi temi. Tra di essi, la mostra Unfinished all’interno del Padiglione Spagnolo alla Biennale di Venezia del 2016, curata da Iñaqui Carnicero e la ricerca PRIN dal titolo “Recycle Italy”, coordinata da Renato Bocchi (IUAV), che ha presentato il territorio italiano come un tessuto da cui partire per avviare nuove narrazioni, recuperando strutture, infrastrutture e brani di paesaggio abbandonati o in rovina. Inoltre, il recente libro “Incompiuto” del giovane collettivo di architettura Fosbury ha tentato di elevare l’incompiuto a stile, in linea con un’esplicita tendenza artistica che si è fatta strada negli ultimi anni e che privilegia modalità più aperte di costruzione del progetto, che vanno nella direzione di quello che fu il lascito teorico più significativo di Michelangelo. Queste modalità espressive negano o tendono a smaterializzare l’essenza compiuta e immutabile degli edifici, che da secoli caratterizza la cultura occidentale, contemplando operazioni di trasformazione e trasportabilità, nella direzione di una maggiore flessibilità, adattabilità e resilienza. Questo workshop di progettazione si propone di stimolare nuove formulazioni architettoniche per l’incompiuto contemporaneo che non vadano unicamente nella direzione del suo completamento ma che sperimentino nuove forme di espressione teorica e progettuale, prospettando per queste strutture abbandonate un futuro possibile.
Workshop Storia dell’architettura
Referente: Denise Ulivieri
Just the woman I am, il 7 marzo coloriamo Pisa di rosa
Il Cus Pisa aderisce alla virtual edition della Just the woman I am, l'evento che da otto anni promuove la parità di genere, lo sport, la cultura del benessere, dell'inclusione, della prevenzione e sostiene la ricerca universitaria organizzato dal Centro universitario sportivo di Torino in collaborazione con l'Università degli studi di Torino e il Politecnico di Torino.
In vista della Giornata internazionale della donna, il Cus Pisa invita tutti a svolgere il 7 marzo una corsa o una camminata non competitiva di 5 chilometri indossando una maglia, un pantaloncino o una pettorina di color rosa per sensibilizzare e promuovere la parità di genere, lo sport, l'inclusione e per sostenere la ricerca universitaria. L'iniziativa, che ha raccolto adesioni in tutta Italia e in numerosi Paesi esteri, è finalizzata a raccogliere fondi per l'istituzione di borse di studio e per la ricerca contro il cancro. Ogni partecipante è chiamato a percorrere, correndo o camminando, 5 chilometri nel luogo che più preferisce, in uno spazio temporale che va dalle 7 alle 20, rispettando tutte le norme per il contenimento della pandemia da Covid-19, prevenendo in particolare eventuali assembramenti, mantenendo il distanziamento fisico ed evitando di partecipare in gruppi all'iniziativa. Al termine della corsa o della camminata, i partecipanti avranno la possibilità di condividere la propria partecipazione all'iniziativa postando sui propri canali social una foto con il proprio obiettivo raggiunto.
Ci sarà tempo fino alle ore 12 del 14 marzo per condividere la propria Just the woman I am con gli hashtag #torinodonna2021 #justthewomanIam2021 #sceglidinonmancare e per contribuire a ricreare virtualmente la piazza che per anni ha caratterizzato l'evento.
Per partecipare è necessario iscriversi sul sito www.torinodonna.it. Ogni partecipante riceverà la maglia ufficiale e vari gadgets dell'evento e la possibilità di accedere al programma "Training per Just the woman I am" volto a promuovere l'attività fisica e i corretti stili di vita. «Il Cus Pisa, da sempre sensibile ai temi promossi dall'iniziativa, aderisce convintamente a questa manifestazione - commenta Stefano Pagliara, presidente del Centro universitario sportivo pisano - con l'obiettivo di portare avanti i progetti per la promozione della parità di genere anche nello sport e il sostegno alla ricerca».
Civiltà e Forme del Sapere
Archeologia e scrittura. Laboratorio di scrittura accademica e scientifica
Referente: Anna Anguissola
Il progetto si articola in due moduli, dedicati alla scrittura scientifica in ambito archeologico. Il primo modulo offre un percorso di accompagnamento alla scrittura della tesi di laurea, mentre il secondo è dedicato alla scrittura in ambito editoriale, con particolare attenzione all’editoria scolastica e accademica. Si prosegue in tal senso un’attività già proposta nell’ambito dei Progetti Speciali per la Didattica durante lo scorso anno accademico. I moduli si avvarranno della collaborazione di tutor studenteschi ed esperti esterni, in modo da garantire ai partecipanti un’esperienza di apprendimento fortemente interattiva e individualizzata.
Come si fa una tesi di laurea? Seminario Laureandi/e
Referente: Eva Marinai
Il progetto didattico, coordinato dalle Prof.sse Eva Marinai e Veronica Neri, mira a sviluppare competenze utili per affrontare la stesura e la discussione della dissertazione di laurea. Erogato in modalità telematica, il seminario si articola in tre fasi: reperimento delle fonti e della bibliografia; articolazione interna del lavoro; public speaking.
Per info: https://comesifaunatesidilaurea.wordpress.com/
Laboratorio di Archeologia Medievale on line
Referente: Federico Cantini
Sperimentazione della didattica a distanza per l’apprendimento dei sistemi di gestione e digitalizzazione dei dati provenienti da scavi archeologici di età tardoantica e medievale.
Laboratorio di scrittura
Referente: Gianluca Fulvetti
Pensato come momento di confronto e discussione tra le studentesse e gli studenti del Corso di Laurea Triennale in Storia, il laboratorio si è posto l’obiettivo di favorire il consolidamento delle competenze necessarie per la stesura di un paper scientifico e di una tesi triennale. Durante le lezioni sono state illustrate e discusse competenze di base fondamentali quali l’utilizzo delle fonti e degli strumenti digitali di ricerca, la metodologia dell’indagine d’archivio, l’organizzazione dell’argomentazione in un elaborato scientifico, la costruzione di una bibliografia, l’inserimento di note e citazioni.
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Musei al tempo del Covid: un'indagine degli studenti in didattica a distanza
Referente: Antonella Gioli
Progetto Etruschi 2.0: rilievo e digitalizzazione di reperti ceramici etruschi
Referente: Lisa Rosselli
Superare la distanza: Egittologia, DAD e tecnologie innovative
Referente: M. Carmela Betrò
Per il corso di Egittologia II, previsto nel secondo semestre dell'anno accademico 2020-21 è stata proposta una modalità didattica innovativa, in stretta collaborazione con il Museo Egizio di Torino e i suoi curatori e personale tecnico.
Tale modalità prevede l'integrazione in maniera interattiva delle lezioni a distanza svolte dalla docente in collaborazione con il Direttore del Museo Egizio di Torino, dott. Christian Greco, attraverso modalità di ripresa e strumentazioni che permettano l'analisi da remoto degli oggetti prescelti, nelle loro particolarità iconografiche, testuali, epigrafiche e stilistiche, sostituendo efficacemente seppure non completamente la visione dell'oggetto in museo. Il tema scelto delle lezioni è l'analisi dei sarcofagi della collezione datati alla prima metà del I millennio a.C.
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Classifica atenei: Fisica e Studi classici le discipline al top dell’Università di Pisa
È uscita l’edizione 2021 dei QS World University Rankings by Subject, la classifica redatta dall’agenzia Quacquarelli Symonds che ogni anno valuta le università del mondo anche nei singoli ambiti disciplinari. In questa edizione l’agenzia QS ha recensito 1453 università dislocate in 153 paesi, valutando gli atenei in 51 discipline, suddivise in 5 macro settori, sulla base di indicatori tra cui la reputazione e il numero delle citazioni. L’Università di Pisa è presente nella top 100 in due discipline, “Classics & Ancient History”, in cui sale al 18° posto mondiale (dal 28° dello scorso anno) piazzandosi al 3° nazionale, e “Physics & Astronomy”, confermandosi al 78° posto nel mondo, 5° in Italia.
Più in generale l’Ateneo pisano è valutato in 23 discipline sulle 51 censite dai QS Rankings, con piazzamenti che coprono tutti e 5 i settori disciplinari. In ambito scientifico, l’Università di Pisa ottiene risultati di rilievo anche in “Computer Science & Information Systems” (120° posto mondiale e 4° posto nazionale), “Natural Sciences” (122° posto mondiale e 4° posto nazionale) e “Mathematics” (126° posto mondiale e 5° posto nazionale).
Per quanto riguarda il settore umanistico, oltre all’eccellente risultato degli Studi classici, l’Ateneo pisano si classifica tra i primi 150 al mondo in “Archeology” e “Modern Languages”. A livello italiano sono buoni i risultati anche per “English Language & Literature” (3° posto).
Nella posizione da 151-200 risultano “Engineering - Electrical & Electronic”, “Agriculture & Forestry”, “Pharmacy & Pharmacology” e “Statistics & Operational Research” (quest’ultima 4° posto a livello nazionale).
borsa di ricerca di durata pari a 8 mesi per un importo di € 6.225,00 lordo dipendente sul progetto CONVENZIONE 2021 CICO COMUNE DI PISA-
Campagna della Regione Toscana per la vaccinazione anti Covid-19

- professore
- ricercatore
- personale tecnico/amministrativo
- personale bibliotecario
- dottorando
- borsista
- assegnista
- docenti a contratto
Inoltre, potrà accedere alla vaccinazione sia il personale residente in Toscana, sia il personale non residente purchè in possesso di un qualsiasi documento che attesti l'affiliazione alle università toscane.
Università di Pisa: Rosario Di Bartolo è il nuovo Direttore Generale
«Ringrazio il Rettore, il Consiglio di Amministrazione e il Senato Accademico per la fiducia e per questo incarico che ricoprirò con entusiasmo e profondo spirito di servizio, mettendo a disposizione di tutta la nostra comunità la mia esperienza e le mie competenze». Con queste parole, Rosario Di Bartolo (foto) si è ufficialmente insediato al numero 44 di Lungarno Pacinotti per iniziare la sua nuova avventura nel ruolo di Direttore Generale dell’Università di Pisa.
Palermitano, 55 anni e una laurea in ingegneria chimica, da oltre un quarto di secolo Di Bartolo è uno stimato manager che ha ricoperto crescenti posizioni di responsabilità in varie aziende pubbliche di servizi, tra le quali Iren SpA - una delle tre principali multiutility nazionali – e la sua controllata Asa SpA, di cui è stato amministratore delegato. Dal 1° marzo ha sostituito Riccardo Grasso, andato in pensione dopo 23 anni di servizio nell’Ateneo pisano.
«Penso che sia una grande occasione per l’Università di Pisa aprire la sua organizzazione a chi ha esperienza nel campo di gestioni complesse – ha commentato il Rettore, Paolo Mancarella –. Sono convinto che l’Ingegner Rosario Di Bartolo saprà portare la sua professionalità maturata nell’industria dei servizi a beneficio del nostro Ateneo e che insieme faremo un grande lavoro per rendere ancora più efficiente la nostra Università. Esprimo di nuovo i miei ringraziamenti al dottor Riccardo Grasso per il lavoro svolto in questi anni».
borsa di studio ed approfondimento sul tema: "Sviluppo di molecole dotate di attività biologica, con particolare riferimento alla modulazione del metabolismo tumorale, mediante sintesi chimica"
Digitalizzazione dell’istruzione superiore: finanziati due progetti dell’Università di Pisa
Alla fine dell’estate la Commissione Europea ha lanciato un bando straordinario sul programma Erasmus+, destinato a finanziare nuovi partenariati strategici in tema di digitalizzazione dell’istruzione superiore per far fronte all’emergenza Covid-19. I partenariati strategici sono la principale forma di cooperazione transnazionale per la promozione dell’innovazione e dello scambio di esperienze e competenze tra organizzazioni di istruzione superiore finanziata dal programma Erasmus+.
Tra le 15 proposte finanziate in tutta Italia, due sono dell’Università di Pisa. La prima intitolata ”E-STEM - Toolboxes for SuperFastLearning digital contents development in STEM” è stata presentata dal professor Gualtiero Fantoni del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale in collaborazione con il politecnico di Koszalin e gli atenei di Bordeaux, Saragozza e Brema oltre che con l’azienda spinoff Erre Quadro. La proposta ha come obiettivo il miglioramento delle competenze degli educatori nell’uso di metodologie pedagogiche innovative nelle discipline scientifico-tecnologiche, attraverso la creazione di insiemi di strumenti digitali. Tra questi vi è il SuperFastLearning Machine, che adotta tecniche di natural language processing (NPL) e di data mining per estrarre informazioni utilizzando diverse fonti. L’approccio formativo promosso si basa sull’inversione del processo di apprendimento tradizionale, partendo da domande, casi di studio, problemi da risolvere, scenari da affrontare e insiemi di dati per arrivare alla teoria.
“Il progetto – spiega il professor Fantoni – vuole supportare i docenti nella realizzazione di una didattica interattiva molto più coinvolgente per gli studenti, soprattutto in questa fase di didattica a distanza. Gli strumenti che E-STEM svilupperà si orientano a semplificare la generazione di materiale didattico, esercitazioni, esempi, domande e casi studio, aumentandone allo stesso tempo la qualità e con un notevole risparmio di tempo per il docente, che potrà così dedicarsi alla complessiva progettazione didattica e pedagogica”.
La seconda proposta finanziata è “ENLIVEN - ENhanced Learning and teaching in International Virtual Environments”, sviluppata dall’Ufficio per le relazioni internazionali dell’Ateneo pisano sotto la supervisione dei prorettori Marco Abate e Francesco Marcelloni con la preziosa collaborazione della professoressa Ann Katherine Isaacs. È stata presentata in collaborazione con l’università Nova di Lisbona e quelle di Amburgo, Novi Sad, Salisburgo e Tallin. Il progetto mira, attraverso un pacchetto di moduli didattici destinati a studenti, docenti e personale tecnico amministrativo, a sviluppare le competenze digitali e a esplorare a pieno le potenzialità di un ambiente di apprendimento virtuale in tutte le discipline. Non solo: una delle conseguenze più critiche della pandemia è stato l’arresto imposto alle esperienze di mobilità individuali per staff e studenti. Ebbene, una parte delle attività del progetto sarà diretta proprio alla creazione di un ambiente virtuale che crei il clima dell’aula e della vita universitaria nella città ospitante, per mitigare almeno in parte la mancanza di quegli scambi interculturali che sono il cuore della mobilità e dell’internazionalizzazione.
“Considerando che le candidature presentate sono state 50 e i progetti finanziati in Italia in tutto 15 – dichiara il prorettore Marcelloni - il risultato per l’Università di Pisa è stato sicuramente notevole e premia l’azione costante che è stata messa in atto dall’Ateneo in questi ultimi anni per potenziare l’internazionalizzazione. Questi due nuovi partenariati strategici ci consentono da un lato di affrontare un tema attualissimo, la digitalizzazione dell’istruzione superiore, e dall’altro di porre le basi per cominciare a pensare al futuro, anche facendo tesoro delle esperienze accumulate in questo difficile periodo di pandemia”.